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Rassegna stampa del 31 luglio 2018

Giornale di sicilia
Mai rinunciare alle ferie, non saranno pagate

Mai rinunciare alle vacanze. Dalla Cassazione, infatti, arriva un giro di vite soprattutto per i dipendenti della pubblica amministrazione, specie i dirigenti, che accumulano giorni di ferie non goduti sperando poi, a volte un po' furbescamente, di monetizzarli quando vanno in pensione o si trasferiscono da un ramo all'al - tro del pubblico impiego e intanto riescono lo stesso a usufruire di altre forme di «riposo compensativo». Per passare all'incasso delle ferie non consumate, non è sufficiente - spiega la Suprema Corte - sostenere la semplice carenza di organico, ma servono documenti circostanziati che dimostrino «eccezionali e motivate esigenze di servizio o cause di forza maggiore» che hanno reso indispensabile la rinuncia alle vacanze, lontano dal lavoro. Così gli «ermellini» hanno respinto la richiesta di un ex primario, Carlo Alberto C., che in dieci anni di servizio presso la Ausl di Reggio Emilia, dal 1993 al 2003, aveva accumulato 246 giorni di ferie non godute e poi, quando era andato a dirigere un altro reparto di ortopedia presso l'ospedale di Pieve di Coriano, nel mantovano, aveva chiesto l'indennità sostitutiva all'azienda sanitaria reggiana. Non bisogna pensare però che il dottore sia stato perennemente inchiodato al suo reparto perché, nel controricorso, la Ausl di Reggio ha fatto presente che il medico aveva goduto di ben 171 giorni di congedi aggiuntivi per rischio radiologico, quando il contratto nel prevedeva solo 115. In primo grado, il primario aveva ottenuto l'indennizzo ma successivamente la Corte di Appello di Bologna, con una decisione adesso approvata dalla Cassazione, glielo aveva negato affermando che «alla cessazione del rapporto di impiego le ferie residue» possono essere «monetizzate solo quando il mancato godimento sia determinato da effettive e indifferibili esigenze di servizio, formalmente comprovate, o, comunque, a causa di ragioni indipendenti dalla volontà del dirigente». Il camice bianco - noto alle cronache per aver patteggiato una condanna per peculato per attività extramoenia non autorizzata - non è stato in grado, nemmeno davanti alla Cassazione, di allegare alcun documento che dimostrasse la necessità della sua presenza a scapito del diritto alle ferie e la sola affermazione che l'organico era sotto del 50% non prova nulla. L'ex primario è stato condannato dagli «ermellini» a pagare oltre quattromila euro di spese legali in favore della Ausl di Reggio Emilia. Durante una perquisizione della Guardia di Finanza, nel 2013, nello studio privato di Carlo Alberto C., le fiamme gialle trovarono quasi mezzo milione di euro in contanti nel cassetto per visite private non autorizzate ed erogazione ai pazienti di farmaci ospedalieri. In seguito, il dottore è stato licenziato con preavviso il che gli ha permesso di mettersi in pensione ma nei suoi confronti è ancora aperto il giudizio contabile. In primo grado la Corte dei Conti regionale lo ha condannato per danno erariale ai danni dell'azienda ospedaliera «Poma» di Mantova alla quale deve restituire circa 366mila euro con interessi. Si attende l'appello .

Pensioni, ecco i sistemi di calcolo

A decorrere dal primo gennaio 2012, a seguito delle novità introdotte dalla legge di riforma, i lavoratori iscritti alla previdenza pubblica obbligatoria possono essere raggruppati in tre categorie: a) lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di anzianità contributiva e per i quali la pensione è calcolata in due quote con: 1) il metodo retributivo, per gli anni maturati fino al 31 dicembre 2011; 2) metodo contributivo per gli anni che decorrono dal primo gennaio 2012 fino alla data del pensionamento. b) lavoratori che al 31 dicembre 1995 non avevano maturato 18 anni di anzianità contributiva, per i quali la pensione è calcolata in due quote, con: 1) il metodo retributivo per gli anni maturati fino al 31 dicembre 1995; 2) il metodo contributivo per gli anni che decorrono dal primo gennaio 1996 fino alla data del pensionamento. c) lavoratori che hanno iniziato per la prima volta il rapporto assicurativo dal primo gennaio 1996 e hanno un sistema di calcolo della pensione completamente contributivo (cd. contributivi puri). Riassumendo, si può pertanto dire che la pensione è calcolata con il sistema di calcolo contributivo per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e per coloro la cui pensione è calcolata col suddetto sistema in base agli istituti vigenti, mentre è calcolata con il sistema retributivo e misto (una quota con il sistema retributivo e una quota con il sistema contributivo) per i lavoratori con anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. IL SISTEMA DI CALCOLO RETRIBUTIVO La pensione è rapportata alla media delle retribuzioni (o redditi per i lavoratori autonomi) degli ultimi anni lavorativi e si basa su tre elementi: l'anzianità contributiva (totale dei contributi, fino a un massimo di 40 anni, che il lavoratore può far valere al momento del pensionamento), la retribuzione/reddito pensionabile (media delle retribuzioni o redditi percepiti negli ultimi anni di attività lavorativa, opportunamente rivalutate) e l'aliquota di rendimento (pari al 2% annuo della retribuzione/reddito percepito fino a determinati limiti di importo). L'importo della pensione con il sistema retributivo si compone di due quote: quota A: determinata sulla base dell'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1992 e sulla media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni, per i lavoratori dipendenti, e dei 10 anni immediatamente precedenti la data di pensionamento per quelli autonomi. quota B: determinata sulla base dell'anzianità contributiva maturata dal primo gennaio 1993 alla data di decorrenza della pensione e sulla media delle retribuzioni/redditi degli ultimi dieci anni per i lavoratori dipendenti e degli ultimi quindici anni per gli autonomi. IL SISTEMA DI CALCOLO MISTO Per i lavoratori che alla data del 31 dicembre 1995 possono far valere un'anzianità contributiva di almeno 18 anni, l'importo della pensione è determinato dalla somma della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011, calcolata secondo il sistema retributivo, e della quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate dal primo gennaio 2012, calcolata secondo il sistema contributivo. Per i lavoratori con un'anzianità contributiva inferiore a 18 anni al 31 dicembre 1995, la pensione viene calcolata secondo il sistema retributivo, per l'anzianità maturata fino al 31 dicembre 1995, e secondo il sistema contributivo, per l'anzianità maturata dal primo gennaio 1996. IL SISTEMA DI CALCOLO CONTRIBUTIVO In questo caso, occorre prima individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti (o i redditi conseguiti dai lavoratori autonomi o parasubordinati) e calcolare i contributi di ogni anno, sulla base dell'aliquota di computo prevista dalla normativa vigente. E' necessario, poi, determinare il montante individuale, che si ottiene sommando i contributi di ciascun anno, opportunamente rivalutati, e applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che varia in funzione dell'età del lavoratore al momento della pensione maturata dal primo gennaio 2012 in applicazione delle disposizioni della legge di riforma.
 LA SICILIA

SEGNALATE ALCUNE CRITICITÀ
Polo museale muro contro muro sindacati-direzione g.s.) Polo museale di Agrigento, s'inasprisce lo scontro tra la direzione e le sigle sindacali di base. In una nota i segretari di Cobas-Codir, Sadir, Siad e Ugl, infatti, hanno segnalato al Dipartimento regionale dei Beni culturali tutta una presunta serie di criticità chiedendo una verifica ispettiva e l'annullamento di atti che sarebbero gravati da irregolarità. Al centro della contestazione, si legge ancora, un alto numero di contestazioni ai dipendenti, numerosi disagi per i custodi, iter illegittimi nella contrattazione decentrata e precari utilizzati in modo irregolare. Casus belli, in questo contesto già difficile, è stata la decisione del dirigente del Polo che unisce il museo "Griffo" e la casa natale Pirandello con relativa biblioteca, di svolgere comunque un incontro di contrattazione decentrata nonostante l'assenza di larga parte dei sindacati, che per protesta nei confronti della Regione avevano deciso di non partecipare ad incontri di questo tipo. "In assenza di una valida negoziazione con le parti sociali - scrivono -, la materia dell'organizzazione del lavoro è di esclusiva responsabilità del dirigente che rappresenta la pubblica amministrazione, dunque l'iter è nullo e va revocato". I sindacati segnalano inoltre che "sembrano essersi intensificate le contestazioni in danno dei lavoratori del polo museale, per ipotetiche infrazioni disciplinari e non vorremmo pensare che questo possa essere il risultato, a mo' di rivalsa, del fatto che il personale custode ... non abbia fornito alcun assenso al superamento del limite dei festivi". Per questo le sigle chiedono la revoca di qualunque "atto discendente dall'accordo negoziale invalido" e di avviare "ogni utile iniziativa ivi compreso una verifica ispettiva, per il raffreddamento della vertenza in atto col Polo museale".

RAVANUSA. Giuseppe Di Liberto era stato portato a processo ingiustamente.
NESSUN FURTO E' STATO PERPETRATO CONDANNATA GIRGENTI ACQUE.
. La "vendetta" è un piatto che va servito freddo. E il ravanusano Giuseppe Di Liberto la sua vendetta l'ha servita freddissima a Girgenti Acque, ovviamente nella sede giudiziaria, dove l'azienda idrica aveva portato lo stesso Di Liberto. Un "duello rusticano" a suon di carte bollate che ha avuto nel cittadino il trionfatore. L'uomo nel 2011 era stato denunciato per furto d'acqua, nonostante lo stesso avesse a sua volta denunciato alle forze dell'ordine l'asportazione del misuratore del consumo idrico di un immobile di sua proprietà. L'anno scorso Di Liberto, assistito dall'avvocato Ignazio Valenza Jr, è stato assolto dal Tribunale di Agrigento, giudice monocratico Bazzano, "per non avere commesso il fatto". E siccome l'essere stato portato a processo al ravanusano che aveva collaborato con le forze dell'ordine segnalando la manomissione del contatore non è andata proprio giù, ecco che Di Liberto ha portato a sua volta GirgentiAcque dinanzi al giudice di pace. Unico l'obiettivo: ottenere un risarcimento danni per i guai giudiziari subiti, avendo rispettato la legge. E il giudice di pace di Agrigento, Antonino Raineri ha condannato l'azienda idrica a sborsare verso il ravanusano 3 mila euro, di cui 2 mila euro spese patrimoniali sostenute nel procedimento penale e mille euro a titolo di pagamento danni morali, visto "il pregiudizio subito dall'attore (Di Liberto, assistito dall'avvocato Valenza jr. anche in sede civile) consistente nel turbamento dell'anima, e del dolore sofferto nell'affrontare il procedimento penale". Scrive il giudice nel dispositivo di sentenza: «Il comportamento di Girgenti Acque è apparso leggero, infatti per come evidenziato dal giudicante sarebbe bastato poco per accertare, prima di sporgere denuncia, che le utenze erano ambedue regolari e che nessun furto è stato perpetrato ai suoi danni. Dal comportamento di Girgenti Acque è conseguito un procedimento penale a carico dell'attore, definito con la sua assoluzione, ma che di fatto ha determinato danni di natura patrimoniale e non, quale affrontare un giudizio che ben poteva evitarsi". Una "vendetta giudiziaria" servita freddissima, in piena estate. FRANCESCO DI MARE
TURISMO. Presi a riferimento i dati presenti su Booking.com per il 14 agosto "SCARSE PRENOTAZIONI A FERRAGOSTO" FEDERALBERGHI LANCIA L'ALLARME SOCIAL L'esperimento probabilmente non avrà i criteri della scientificità, ma forse narra quella che è la situazione in cui le strutture turistiche e ricettive agrigentine dicono di vivere l'attuale stagione. A raccontare il tutto sui social, il presidente di Federalberghi Francesco Picarella, il quale ha semplicemente verificato su un portale di prenotazioni on line quale "Booking.com" la disponibilità di posti letto per la vigilia del Ferragosto in diverse località. Il controllo, per addentrarsi un attimo in questioni tecniche, ha consentito di conoscere quanti, tra i posti messi in "vendita" dai gestori attraverso il portale, erano ancora disponibili. Certo, il risultato non è un dato assoluto dell'intero settore della ricettività turistica ma, dice Picarella, consente comunque di tracciare un trend. Bene, stando a "Booking" ad Agrigento città risultavano prenotati il 68% dei posti letto disponibili, a fronte del 94% di Taormina, il 91% di Marsala, il 90% di Sciacca, il 92% di Siracusa, il 98% di Cefalù e il 99% di San Vito Lo Capo. "Non voglio accusare nessuno perché credo che la colpa ricada su ognuno di noi, ma è arrivato il momento di comprendere che non è più tempo di scherzare e di lasciare scorrere passivamente i giorni, senza provare a cambiare questa tendenza - è il commento di Picarella - . Il turismo e di conseguenza le presenze e il profitto sono legate alla capacità di una destinazione di avere servizi eccellenti ed organizzati. I buoni numeri registrati negli scorsi anni sono dipesi da una seria di congiunture favorevoli come le situazioni critiche del Mediterraneo. E' arrivato il momento di smetterla di pensare e dire che vada tutto bene- conclude Picarella - questa città ha bisogno un risveglio critico costruttivo che possa farci fare quel cambio di passo utile a migliorare la nostra situazione. Abbiamo la possibilità di essere migliori degli altri, dobbiamo solo volerlo". Dicevamo, questi numeri di per sé non tracciano materialmente il dato dei flussi turistici che, tuttavia, sembrano comunque complessi da "pesare". Se la tendenza riscontrata dagli operatori è al ribasso, infatti, così come i dati registrati dall'Assessorato regionale al Turismo, la crescita esponenziale di varie strutture culturali come la Valle dei Templi, il Mudia, la Kolymbetra ci dicono piuttosto che una porzione significativa di coloro che arrivano in città poi o cambiano destinazione o finiscono nel "buco nero" delle strutture ricettive non autorizzate e abusive, che oggi rappresentano quasi il 50% dell'offerta legale. E quindi, ogni volta che si parla di turismo, ci si trova sempre allo stesso punto: ma chi ha ragione? GIOACCHINO SCHICCHI




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