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la
lega vuole il ritorno alle Province
La
Lega vorrebbe riabilitare le Province e riportare il tempo a prima
dell'avvento della Legge Delrio: c'è un disegno di legge
presentato al Senato (per la cronaca però prima della formazione del
Governo) a firma del ministro dell'Interno Matteo
Salvini e
del titolare del dicastero del Turismo, il pavese Gian
Marco Centinaio,
per tornare all'elezione diretta delle Province.
Elezione
diretta delle Province
Insomma,
l'assunto è che, se il referendum targato Renzi è naufragato e le
province nella Costituzione sono rimaste intonse, il passaggio
successivo sarebbe quello di ripristinare l'assetto precedente
all'introduzione della riforma Delrio.
Come?
Tornando all'elezione diretta degli organi politici (ora a votare
sono solo i sindaci) e anche a corrisponder loro una retribuzione o
un'indennità: ora quello di presidenti e consiglieri è a pieno
titolo volontariato.
Il
disegno di legge in Senato
Il
disegno di legge presentato al Senato, firmatario l'attuale
ministro dell'Interno Matteo Salvini, in compagnia di un altro
ministro, Gian Marco Centinaio, responsabile di Turismo, Agricoltura
e pesca, punta al "ripristino della legalità".
Nel
frattempo nel decreto Milleproroghe al vaglio in Parlamento intanto è
stata abbassata da 18 a 12 mesi la durata residua del mandato
necessaria per la candidatura all'assemblea provinciale (le
prossime elezioni sono state accorpate al 31 ottobre), ma l'obiettivo
è andare oltre all'attuale meccanismo di rappresentatività "di
secondo livello".
Ma
cosa ne pensano i Cinquestelle?
Il
testo targato Salvini-Centinaio rintrodurrebbe per il presidente
della Provincia un'indennità (non potrebbe superare quello del
sindaco del capoluogo) e un gettone per le sedute di consiglio e
commissioni (con tetto annuale non superiore a un sesto dello
stipendio del presidente).
Ma
il vero nodo è il fatto che nel contratto di Governo fra
Cinquestelle e Lega il tema non è stato affrontato. E, come
dicevamo, il disegno di legge è precedente. Bisognerà insomma
verificare l'orientamento sulla questione da parte del Movimento,
che aveva salutato con favore i tagli alle spese della politica
provinciale, ai tempi dell'introduzione.
Giornale di sicilia
La riforma della legge Fornero sarà
uno dei capitoli della prossima manovra.
Secondo quanto si apprende in ambienti
di maggioranza, è allo studio l'introduzione di «quota 100», cioè
la possibilità di lasciare il lavoro quando si raggiunge 100 tra età
anagrafica e anni di contributi versati. Il costo della misura per il
primo anno sarebbe di circa 4 miliardi, portando il peso complessivo
della prossima legge di Bilancio a circa 26-27 miliardi. Se reddito
di cittadinanza e flat tax, per essere «compatibili» con i conti,
potranno muovere solo i primi passi, governo e maggioranza sono al
lavoro per mettere a punto i dettagli di un'altro dei cavalli di
battaglia sia della Lega sia del Movimento 5 Stelle. E la misura, che
dovrebbe costare attorno ai 4 miliardi, sarà inserita nella prossima
legge di Bilancio che salirebbe così a circa 26-27 miliardi, in
linea, si osserva nella maggioranza, con il «peso» delle manovre
degli ultimi anni dei governi a guida Pd. A spingere per un segnale
«entro l'anno» era stato nelle scorse settimane il leader della
Lega, Matteo Salvini, cui aveva fatto eco, assicurando che
l'esecutivo stava elaborando la misura, lo stesso vicepremier Luigi
Di Maio. Il leader M5S ha confermato ora anche l'arrivo imminente
della proposta per tagliare le pensioni d'oro. Una scelta
«simbolica», un «atto di giustizia e di equità», come ha
sottolineato il sottosegretario Claudio Cominardi, che dovrebbe
portare, però, risparmi per meno di 200 milioni da indirizzare verso
«le pensioni minime». Il provvedimento, che dovrebbe essere
calendarizzato a settembre, viaggerà quindi in parallelo alla legge
di Bilancio che conterrà invece «quota 100». Ancora da stabilire,
sempre guardando ai vincoli dei conti, se si farà anche «quota 41»,
cioè la possibilità di lasciare il lavoro a qualsiasi età avendo
versato contributi per 41 anni e mezzo. L'asti - cella dell'età
per quota «100» dovrebbe invece essere fissata a 64 anni e l'altro
paletto per limitare la platea sarà quello dei contributi
figurativi, che potranno essere conteggiati con dei limiti (si è
ipotizzato per massimo 2 anni). Nuovi fondi ai comuni Con la legge di
Bilancio il governo sta valutando anche di fare un passo ulteriore
per spingere gli investimenti degli enti locali, liberando circa un
altro miliardo, dopo lo sblocco di oltre 2 miliardi di avanzi di
amministrazione di Comuni e Regioni in arrivo con il decreto
Milleproroghe. «Si ritorna a sistemare scuole, strade e
infrastrutture», ha spiegato il viceministro all'Economia Massimo
Garavaglia. Il rilancio degli investimenti, peraltro, è uno dei
«pallini» del ministro Giovanni Tria, che a metà settimana
dovrebbe fare un altro punto con il premier Giuseppe Conte e con gli
altri ministri economici prima della pausa estiva. Sul tavolo anche
il nodo dell'Iva: per evitare gli aumenti vanno trovati 12,4
miliardi e nei giorni scorsi sono circolate ipotesi di aumenti
selettivi per recuperare risorse ma i due vicepremier hanno ribadito
la chiara volontà politica di evitare aumenti di tasse. Decreto
dignità al rush finale Intanto già oggi il governo incasserà il
via libera definitivo al decreto dignità, senza fiducia.
Girgenti Acque, 81 indagati e
l'azienda licenzia
Dovrebbero essere, al momento, una
quarantina - anche se a metà dello scorso maggio si parlava di 85 -
i lavoratori di Girgenti Acque, l'ente gestore dei servizi idrici
nell'Agrigentino, e della controllata Hydortecne srl che perderanno
il lavoro. I primi licenziamenti sono iniziati ieri mattina.
Praticamente inutili le concertazioni e l'intervento dei sindacati
per scongiurare il licenziamento collettivo. L'azienda, sostenendo
la mancata realizzazione di progetti e l'impossibilità di ridurre i
costi dell'acqua, che si perde sotto terra a causa di reti
fatiscenti, ritiene non più economicamente sostenibile l'attuale
struttura. Non risulta esserci personale in esubero, ma è stato dato
il via libera alla riduzione dei lavoratori. Licenziamenti che
arrivano dopo che, per due giorni consecutivi, i militari della
Guardia di finanza - su delega della Procura della Repubblica di
Agrigento, che è coordinata dal procuratore Luigi Patronaggio, -
hanno acquisito nuova documentazione dagli uffici della Girgenti
Acque. I finanzieri, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore
Vella, hanno portato via tutti i bilanci dell'azienda. È salito il
numero degli indagati: al momento, nel registro, risultano iscritte
81 persone. E sembrerebbe anche che la posizione di amministratori,
società di revisione e sindaci si sia aggravata. Le accuse
ipotizzate - il fascicolo d'inchiesta è coordinato dal procuratore
aggiunto Salvatore Vella e dai sostituti Alessandra Russo e Paola
Vetro - sono: associazione a delinquere, corruzione, truffa,
riciclaggio e false comunicazioni sociali. La Procura ipotizza decine
di episodi di corruzione legati alle assunzioni in Girgenti Acque di
cui avrebbero beneficiato, in cambio di favori, politici,
professionisti e - secondo l'accusa - anche l'ormai ex prefetto di
Agrigento: Nicola Diomede che è stato rimosso dal Consiglio dei
ministri. Una decisione, presa a palazzo Chigi, scaturita proprio
dall'inchiesta che lo vede coinvolto e che, in prima battuta, aveva
fatto iscrivere nel registro degli indagati complessivamente 72
persone. Negli ultimi giorni, le nuove perquisizioni e acquisizioni
di documenti: bilanci per la maggior parte. Adesso, pare probabile
che la nuova documentazione sequestrata dovrà essere analizzata in
parallelo e in raffronto con le centinaia di documenti acquisiti lo
scorso marzo in Puglia, alla «Deloitte & touche Spa» che è una
delle maggiori società di revisione contabile in Italia e tra le più
importanti al mondo. Se a metà dello scorso gennaio, per via della
notizia della proroga delle indagini preliminari, ad Agrigento si
registrò una sorta di «terremoto», ieri il sisma che ha scosso
decine e decine di famiglie è stato rappresentato dalla notizia dei
licenziamenti. E sono già sul piede di guerra le sigle sindacali di
categoria che hanno invitato le aziende a recedere dai provvedimenti
di licenziamento, proclamando lo stato d'agitazione di tutto il
personale. «Il licenziamento dei lavoratori, indispensabili per il
corretto funzionamento del servizio idrico integrato, creerà un
ulteriore peggioramento del già lacunoso servizio, con aggravio di
costi che i licenziamenti porteranno per i contributi che l'azienda
dovrà versare all'Inps e per le spese legali che dovrà affrontare a
seguito delle impugnative che i lavoratori licenziati
intraprenderanno. Aumenteranno, inoltre, inevitabilmente i carichi di
lavoro per quanti rimarranno in servizio». Lo hanno scritto i
segretari provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Fiom
Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil contrari ai licenziamenti «perché in
netto contrasto con la reale situazione sempre asserita dall'azienda,
perché non ci sono esuberi di personale. Ci sono chiaramente grosse
responsabilità sulla cattiva gestione del servizio idrico integrato
da parte dell'azienda, ma anche delle istituzioni titolate al
controllo, indirizzo e programmazione del sistema acque: governo
regionale, amministrazione comunale e assemblea territoriale idrica
per non aver provveduto al rifacimento delle reti che perdono il 50
per cento del prezioso liquido e degli impianti di depurazione, di
cui buona parte sono sotto sequestro perché non funzionanti». Le
sigle sindacali, sperando di salvare i posti di lavoro, ieri, hanno
cercato di richiamare l'attenzione delle istituzioni su quello che
servirebbe all'Agri - gentino: «Occorrerebbe fare eseguire tutti i
lavori necessari per portare soluzioni definitive a rete e impianti,
spendendo le somme disponibili e non utilizzate che lasciano la
provincia con le infrastrutture idriche obsolete e inadeguate. Tutto
ciò darebbe un notevole impulso all'economia di questa disastrata
provincia, in termini di adeguamento del servizio idrico agli
standard europei e contribuirebbe a dare risposte occupazionali di
cui abbiamo estremo bisogno». (*CR*)
Sono state pubblicate le graduatorie
che prevedono il finanziamento di numerosi progetti, altri soldi in
arrivo edilizia scolastica pioggia di fondi
Ci sono anche tanti interventi
finanziabili nell'Agrigentino inclusi nelle graduatorie del Piano
per l'edilizia scolastica siciliana per i prossimi tre anni già
trasmesse al ministero per l'Istruzione. In Sicilia, nell'ambito
del bando pubblicato ad aprile scorso dal governo regionale,
complessivamente le richieste presentate dai Comuni sono state 356;
quelle delle ex Province sono 91. Il termine di presentazione delle
istanze è stato rispettato e questo consente di impegnare
nell'immediato 272 milioni di euro per opere cantierabili già a
partire da quest'anno, secondo una graduatoria definitiva degli
interventi elaborata dal Miur e che sarà pubblicata a ottobre. La
somma stanziata al momento non permette di soddisfare il fabbisogno
di tutte le domande, per questo le risorse saranno progressivamente
aumentate. Le opere previste sono finalizzate a ristrutturazione,
adeguamento antisismico e antincendio, ampliamenti o realizzazioni di
nuove costruzioni, palestre, mense, aree ricreative e rimozione di
barriere architettoniche. Secondo i recentissimi dati dell'Anagrafe
regionale, circa il 60 per cento delle strutture scolastiche non è
in regola con le certificazioni antisismiche e il 70 per cento è
senza l'agibilità. Oltre agli interventi per l'edilizia
scolastica anche i contributi per l'adeguamento antincendio. Ecco
gli interventi per l'edilizia scolastica presentati dall'ex
provincia di Agrigento e inseriti in graduatoria. Per interventi
finanziabili per l'annualità 2018 in «edifici temporaneamente non
utilizzati» chiesto il finanziamento di quattro progetti per
complessivi 19 milioni di euro. Per l'istituto «Foderà» di
Agrigento tre diversi progetti, uno da 1.122.550 euro, uno da
2.805.190 euro; uno da 472.260 euro. Per il liceo scientifico
«Leonardo» due progetti, uno da 2.361.000 e uno da 2.409.000 euro;
per l'istituto «Tommaso Fazello» di Sciacca 4.600.000 euro. Per
il liceo classico «Empedocle» di Agrigento previsti 4.090.000 euro.
Questi i progetti presentati dai comuni: a Raffadali, per la scuola
«Garibaldi» previsti 3.064.935 euro; per la «Manzoni» 1.882.537
euro; per l'istituto Galileo Galilei 3.218.722 euro; per l'isituto
«Rodari» 2.173.000; per la scuola «Pinocchio» 300.965. A
Campobello di Licata, per la scuola primaria «Pascoli» il progetto
in graduatoria è di 1.300.000 euro: per l'istituto «San Giovanni
Bosco» 2.050.000 euro; per la scuola dell'infanzia di via
Carnevale 1.300.000. Tre le scuole di Canicattì ammesse ai
finanziamenti: la «Rapisardi» con 1.860.000 euro di finanziamento,
«La Carrubba» con 1.465.000 euro e di nuovo la «Rapisardi» con
4.993.000 euro per il completamento del plesso di Via Allende. Per la
scuola «Orlando» di Aragona 2.375.000 euro; per l'istituto
«Capuana» di Santa Elisabetta 2.495.707 euro. A Racalmuto: per
l'istituto «Alaimo» 2.113.984 euro e per la scuola primaria
«Macaluso» 1.407.232 euro; per la scuola primaria «Carlo Collodi»
di Bivona 965.299 euro. Per l'istituto «Inveges» di Sciacca.
1.100.000 euro. Per la scuola dell'infanzia di Ravanusa due
progetti: uno da 1.725.494 euro e uno da 500.000 euro. A Burgio per
la scuola primaria di via Nazionale 2.499.910 euro. A Santa
Margherita due progetti per il «San Giovanni Bosco»: uno da
1.409.763 euro e un altro da 1.342.975 euro. Per la scuola
dell'infanzia di Realmonte 1.560.000 euro. (*CAGI*)
AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca
ASSE VIARIO DELLA ZONA
INDUSTRIALE, IN AUTUNNO POTREBBERO PARTIRE I LAVORI
Nei giorni scorsi è
stata rimodulata la struttura finanziaria del progetto dal valore di
oltre 12 milioni di euro e bloccato per anni a causa di una
informativa antimafia
Redazione
Asse viario di Porto
Empedocle, i lavori potrebbero partire in autunno. Ad oltre un anno
da quando l'allora commissario dell'Irsap, Mariagrazia Brandara,
grazie al lavoro dei propri uffici riuscì a rimettere in moto la
macchina organizzativa per la realizzazione dell'importante opera
infrastrutturale, adesso si stanno consumando gli ultimi passaggi
amministrativi che consentiranno di far ripartire il cantiere, oggi
bloccato dal 2012, quando un'informativa atipica antimafia della
Prefettura di Agrigento (poi cassata dal Cga) colpì una delle ditte
interessate mandando a "carte 48" sia questo progetto che il
parcheggio pluripiano di piazza Rosselli. Ma se quest'ultimo
progetto non sembra destinato nell'immediato ad essere rimesso in
sesto (o quantomeno, non ci sono margini di trattativa con l'attuale
ditta, nel caso di Porto Empedocle, grazie ad una trattativa che ha
riutilizzato il ribasso d'asta per rivedere i costi del progetto -
quindi alla fine a saldi invariati - l'opera potrebbe vedere
davvero la luce.
Gli ultimi due passaggi
amministrativi si sono consumati nelle scorse settimane, con
l'approvazione della perizia di variante sul progetto e soprattutto
con la rimodulazione del quadro economico da parte dell'assessorato
regionale alle Attività produttive, che tiene conto del cambiamento
dei prezzi sulle materie prime e soprattutto gli oneri necessari per
rimettere in piedi un cantiere abbandonato da 5 anni. Adesso ci sarà
solo da attendere il "via libera" da parte della Corte dei Conti
e poi, assicurano i privati, i lavori potranno ripartire nel giro di
poco tempo, per completarsi definitivamente in alcuni mesi.
LA SICILIA
GIRGENTI ACQUE/2
Resi esecutivi i primi
quaranta licenziamenti.
g.s.)
Lettera di
licenziamento in mano e "gentilmente" accompagnati alla
porta. Ieri mattina alla Girgenti Acque, dopo alcuni mesi dalle prime
avvisaglie, sono arrivati i licenziamenti in tronco. Quaranta, in
totale, i lavoratori che hanno dovuto lasciare il posto di lavoro
ieri, ma il numero potrebbe anche essere doppio alla fine delle
procedure. Il motivo è squisitamente di natura economica, dicono
dall'azienda, che lamenta lo stop (formalmente ingiustificato) nelle
procedure di autorizzazione dei lavori di ammodernamento delle reti
idriche e degli impianti fognari e l'impossibilità quindi di indurre
le perdite idriche e calare quindi le spese. Se i primi 40 sono stati
licenziati stamattina, in totale a cadere potrebbero essere 85 teste,
sia a Girgenti Acque che alla Hydortecne, come inizialmente
annunciato dal privato. Dall'azienda, impegnata in altre vicende, al
momento tutto tace sono i sindacati di categoria (Fil~tem e Fiom
Cgil, Femca eFim Cisl e Uiltec e Uilm Uil) ad attaccare, sostenendo
che il privato non abbia voluto cercare soluzioni alternative e abbia
provveduto a licenziamenti senza preavviso. Le sigle sono inoltre
preoccupate di come questi licenziamenti andranno a gravare sul
personale rimasto in servizio e, soprattutto, non rinunciano ad
evidenziare "grosse responsabilità sulla cattiva gestione del
servizio idrico" non solo da parte del gestore, ma anche degli
enti preposti che non avrebbero agito per sbloccare i progetti e
mantenuto "l'illegalità" non riappropriandosi delle
Infrastrutture idriche oggi gestite dai comuni ribelli.
SCUOLE SUPERIORI
Finanziamenti europei
per gli edifici scolastici.
r.b.) Una pioggia di
finanziamenti europei per gli edifici scolastici del territorio
agrigentino, con l'obiettivo di favorire la costruzione di nuovi
edifici scolastici pubblici, realizzare palestre scolastiche nelle
scuole oppure di eseguire interventi per il miglioramento delle
palestre scolastiche esistenti. Il tutto rientra nei Piani di
edilizia scolastica presentati sia dai Comuni che dal libero
Consorzio, ognuno per gli istituti scolastici di propria pertinenza.
Il Libero Consorzio ha ricevuto il benestare per l'esecuzione di
interventi, quindi finanziabili, per diversi edifici scolastici
presenti tanto in città, quanto in provincia. Per quanto riguarda il
comune capoluogo, con documento di fattibilità delle alternative
progettuali, sono stati ritenuti finanziabili gli interventi negli
edifici scolastici degli istituti Foderà e Politi per un costo
complessivo di 1.122.550 euro e 472.260 euro; al Liceo Leonardo per
complessivi 2.361.000 euro e 2.409.000 euro; al Liceo Empedocle per
un totale
di 4.090.000 euro; e
ancora agli istituti Foderà e Politi per ulteriori 2.805.190.00
euro. Riceveranno i finanziamenti anche gli istituti Archimede di
Casteltermini, per un totale di 2.400.000,00 euro, e il Tommaso
Fazello di Sciacca per complessivi 4.600.000 euro. Nell'elenco degli
interventi finanziabili, sempre nel contesto delle strutture
scolastiche di pertinenza del Libero Consorzio comunale, spiccano
quattro "edifici temporaneamente non utilizzati" per i
quali è stato presenta-
to soltanto il progetto
di fattibilità tecnica ed economica. Per gli edifici in questioni,
sono stati approvati interventi per 9.930.000 euro - 2.970.000 euro -
1.420.000 euro e 4.460.000 euro. Lasciando da parte gli istituti di
scuola superiore, nell'elenco dei progetti non ammessi a
finanziamento, si trovano tre edifici scolastici con sede a San
Giovanni Gemini. Si tratta del Plesso Nuovo, per il quale è stato
chiesto un finanziamento pari a 1.120.000 euro; della scuola primaria
Milano per la quale i fondi richiesti ammontano a 1.350.000,00"
euro e la scuola dell'infanzia Piazza Kennedy, per la quale il totale
richiesto è pari a 3.400.000.
PORTO EMPEDOCLE.
Per
riaprire il cantiere si attende solo il via libera della Corte dei
Conti
Asse viario, approvato
nuovo piano economico dell'opera.
Asse
viario di Porto Empedocle, i lavori potrebbero partire in autunno. Ad
oltre un anno da quando l'allora commissario dell'Irsap, Mariagrazia
Brandara, grazie al lavoro dei propri uffici riuscì a rimettere in
moto la macchina organizzatìva per la realizzazione dell'importante
opera infrastrutturale, adesso si stanno consumando gli ultimi
passaggi amministrativi che consentiranno di far ripartire il
cantiere, oggi bloccato dal 2012, quando un'informativa atipica
antimafia della Prefettura di Agrigento (poi cassata dal Cga) colpì
una delle ditte interessate mandando a "carte 48" sia
questo progetto che il parcheggio pluripiano di piazza Rosselli. Ma
se quest'ultimo progetto non sembra destinato nell'immediato ad
essere rimesso in sesto (o quanto meno, non ci sono margini di
trattativa con l'attuale ditta, nel caso di Porto Empedocle, grazie
ad una trattativa che ha riutilizzato il ribasso d'asta per rivedere
i costi del progetto - quindi alla fine a saldi invariati l'opera
potrebbe vedere davvero la luce.
Gli ultimi due passaggi
amministrativi si sono consumati nelle scorse settimane, con
l'approvazione della perizia di variante sul progetto e soprattutto
con la rimodulazione del quadro e conomico da parte dell'Assessorato
regionak alle Attività produttive, che tiene conto de cambiamento
dei prezzi sulle materie prime ( soprattutto gli oneri necessari per
rimettere ir piedi un cantiere abbandonato da 5 anni.
Adesso ci sarà solo da
attendere il via libera da parte della Corte dei Conti e poi,
assicurano: privati, i lavori potranno ripartire nel giro di poco
tempo, per completarsi definitivamente in alcuni mesi.
Del resto molto era stato
fatto prima dell'ennesimo stop (la storia dell'opera è infatti
abbastanza travagliata) e per quanto alcuni tratti saranno rivisti
complessivamente ci sarà solo da completare quanto già abbozzato.
Questo consegnerà a
Porto Empedocle un asse viario (dal valore di oltre 12 milioni e
780mila euro) che potrebbe salvarla dal transito di mezzi pesanti,
velocizzando la circolazione e riducendo l'impatto sulla città e
sugli empedoclini.
REPORT. Il nostro
territorio è il sesto per dati di arrivi e permanenze
Confartigianato: in
provincia il turismo va sempre più giù.
Il report è ancora
incompleto, ma i dati risultano definitivi: la provincia di Agrigento
si conferma tra quelle dove la permanenza negli alberghi non decolla
secondo i numeri ufficiali. A dirlo è l'osservatorio piccole e medie
imprese di Confartigianato, attraverso un rapporto chiamato "Trend
del turismo e l'artigianato interessato dalla domanda turistica".
Secondo il documento, che
usa dati Istat "nel 2017 le presenze turistiche in Sicilia sono
concentrate in particolare in provincia di Messina (23,8%), Palermo
(20.3%), Trapani (15,8%) e Catania (14,2%) in queste quattro
provincie si addensa il 74,1% del totale delle presenze registrate
nella regione e il 2,6% di quelle nazionali. La quota di presenza di
stranieri supera il 50% a Messina (61,6%) e Palermo (57.1%). Per
tasso di turisticità primeggia Messina con 5,5 presenze/ab. e
Trapani con 5,4 presenze per abitante".
E Agrigento? La provincia
degli straordinari risultati della Valle dei Templi come sta? Secondo
Confartigianato non bene. Il territorio segna 330.560 arrivi dei
quali il 50,5% stranieri e un totale di presenze di 1.036.316 (ovvero
arrivi moltiplicati per il numero di giorni di permanenza) che è il
terzo peggior dato siciliano.
Anche sul fronte del
tasso di turisticità, indicatore che misura il livello di
"affollamento" turistico in un determinato periodo (anno o mese)
indicando il numero di turisti presenti ogni 100.000 abitanti siamo
fermi nella medesima posizione, con una incidenza di 2,3 presenze per
residente.
I tassi medi 2015-2017
sono sempre al sesto posto su nove, con una perdita del 14,1%
rispetto al 2010-2012 cioè il tasso peggiore tra le siciliane, che
pure in molte hanno un segno negativo (Palermo -2,7%; Messina -2,6%;
Caltanissetta -10,3%; Enna -11,2%).
Per quanto riguarda
invece l'incidenza dell'artigianato nei settori a vocazione turistica
sul totale artigianato troviamo ai primi posti le province di Palermo
e Agrigento entrambe con una quota pari al 24,4%. seguite da Catania
(22,5%) e da Caltanissetta (22,1%).
Il senso è chiaro:
esiste una intera economia che guarda con attenzione al settore
turistico. ma non è agevolata dai dati di ingresso. Lo abbiamo
comunque scritto più volte: ad incidere sui trend e sui numeri
potrebbero essere altri fattori, come la presenza di importanti
sacche di abusivismo sostanzialmente mai aggredite dalle attività di
controllo, anche solo guardando unicamente alla situazione di
Agrigento.