Giornale di Sicilia
Dissesto. Subito quattro milioni per Eraclea Minoa
Spiagge da salvare
Pronti 48,5 milioni
Agrigento
«Lo avevo promesso ad Agrigento il 15 maggio scorso e la promessa è stata mantenuta: la devastata spiaggia di Eraclea Minoa, lungo la costa agrigentina, ha già il progetto esecutivo pronto per fronteggiare l'erosione». Lo ha dichiarato ieri, in una nota, il presidente della Regione Nello Musumeci, nella qualità di commissario del governo nazionale contro il dissesto idrogeologico. Il via libera è arrivato dalla Conferenza di servizi sul tema. Il progetto, redatto dagli uffici del Commissario di governo coordinati dal soggetto attuatore Maurizio Croce, «pone rimedio finalmente al processo di erosione del tratto di costa che va da Capo Bianco verso est per circa 2 chilometri. Negli ultimi anni, la linea di costa è arretrata di oltre cento metri, sottraendo parte del boschetto adiacente la riva, e mettendo a rischio diverse strutture turistico-ricettive. In appena tre mesi - ha detto il presidente - abbiamo rimodulato il Patto per il Sud, reperendo quattro milioni di euro utili per il superamento dell'emergenza della costa». Nell'intervento verranno privilegiate tipologie di opere non invasive dal punto di vista paesaggistico e ambientale. È prevista la realizzazione di tre pennelli subortogonali alla linea di costa, realizzati con materiale lapideo, e il ripascimento artificiale con l'utilizzo della sabbia del porticciolo turistico di Siculiana Marina. «L'utilizzo della sabbia - ha concluso il governatore - consentirà, da un lato la sistemazione della costa di Eraclea Minoa senza far uso di cave marine o terrestri e dall'altro renderà fruibile lo stesso porticciolo, completamente insabbiato da almeno un trentennio, ridando impulso alle attività turistico-ricreative della zona». Intanto, a Palazzo d'Orleans, è stato sottoscritto il secondo contratto di costa tra il presidente della Regione e i sindaci di dodici comuni che vanno da Siracusa a Vittoria. Il contratto, denominato «Sud-Orientale», comprende Siracusa, Avola, Noto, Pachino, Porto Palo di Capo Passero, Ispica, Pozzallo, Modica, Scicli, Ragusa, San Croce Camerina e Vittoria, per uno sviluppo di circa centocinquanta chilometri. La dotazione finanziaria è di 48,5 milioni di euro ed è garantita dalle risorse del Fondo di sviluppo e coesione. Il progetto generale sarà predisposto entro quattro mesi. Il primo contratto di costa, stipulato nei mesi scorsi, è quello che hai coinvolto quattordici centri costieri della zona tirrenica Messinese, da Tusa a Brolo. Nel frattempo, il Wwf italia ha scritto ieri al ministro dell'Ambiente Sergio Costa una nota in cui si dice «fermamente contrario alle opere di ripascimento della spiaggia antistante l'Isola Bella di Taormina» e chiede la revoca del finanziamento al progetto del ministero dell'Ambiente. «Il Wwf, ente gestore della Riserva dal 1998 al 2006, può dimostrare - si legge nella nota - che nessun processo erosivo ha interessato la baia dell'Isola Bella che è caratterizzata da acque poco profonde, da ciottoli e blocchi che costituiscono l'ambiente naturale della zona». (*CAGI*)
Calogero Giuffrida
Vacanze e disagi. Non esiste il servizio bus notturno nella Valle dei Templi, i taxi sono cari e gli aeroporti lontani e mal collegati
Agrigento, turisti in città tra mille disavventure
Agrigento
Turisti ad Agrigento tra mille disavventure legate ai disservizi. Vita difficile seppur cercando di godersi le agognate vacanze. Storie di tutti i giorni, purtroppo, ma una dettagliata denuncia è arrivata, ieri, da una coppia di turisti romani, che ha soggiornato in città andando incontro ad una serie di disagi. Al ritorno a casa i protagonisti hanno raccontato tutto sull'account facebook dell'Urp. «La città non è adatta al turista - ha detto Fabiana Profili nella recensione». In sostanza, la coppia di turisti ha infatti avuto due tipi di problemi: il primo legato al ritorno dalla visita serale alla Valle dei templi. Gli autobus urbani coprono l'ultima tratta alle 22 circa, per cui, chi esce dalla Valle dopo quell'ora, rimane inevitabilmente a piedi. «Abbiamo preso un taxi - racconta la donna - e per fare 4 chilometri hanno preteso una cifra a nostro avviso non proporzionata al servizio reso e alla nostra richiesta di azionare il tachimetro ci è stato risposto che non era possibile farlo». Ma i tassisti agrigentini non ci stanno. Per la categoria replica Angelo D'Alcantara. «I tassisti regolari ad Agrigento siamo 17 -dice -e tutti provvisti di tassametro funzionante, collegato alle tariffe approvate dal Comune. Quindi - aggiunge il rappresentante dei tassisti agrigentini - probabilmente la coppia in questione si è imbattuta in uno dei tanti "abusivi" che purtroppo circolano in città. Basta avere una vettura e si fa fare il giro della città ai turisti. Mi dispiace per questa coppia - conclude D'Alcantara - ma se avessero utilizzato un taxi autorizzato, con tanto di identificativo e licenza avremmo potuto presentare noi stessi un esposto». I due turisti romani hanno poi dovuto affrontare il problema del ritorno a casa previsto per la giornata di domenica. «Non potevamo immaginare che l'aeroporto di Comiso fosse così mal collegato - hanno spiegato - e questo ha rischiato di farci perdere il volo. Solo l'aiuto di uno degli impiegati dell'Urp ci ha salvati perchè è riuscito a contattare un servizio navetta che ci ha portati a destinazione». Il sindaco Lillo Firetto non ha voluto replicare su questa vicenda spiacevole che è successa nella sua città. Silenzio pure da parte dell'assessore ai Trasporti Gabriella Battaglia. Chi invece parla è Francesco Picarella, presidente di Federalberghi Agrigento. «La disavventura capitata ai due turisti romani - commenta Picarella - diciamo che è un fatto consolidato nel nostro territorio. Il turismo oggi lo fa la qualità e la quantità dei servizi che, organizzati e messi in rete si offrono ai nostri ospiti. Non possiamo più "campare" solo sul fatto che ad Agrigento abbiamo i Templi o la Scala dei Turchi. Si deve offrire qualità ed efficienza ai turisti». (*PAPI*)
Paolo Picone
Libero consorzio. Quattro le associazioni di volontariato che opereranno con due addetti in ogni sito per prevenire disastri ambientali. Servizio in sinergia con vari enti
Emergenza incendi, attivata vigilanza della Protezione civile nelle strade provinciali
Postazioni fisse per otto ore al giorno per tutto il mese
Attivato un servizio di vigilanza contro gli incendi
L'attivazione è stata comunicata dal commissario straordinario del Libero consorzio, Girolamo Alberto Di Pisa alla Prefettura, al Comando dei vigili del fuoco e ai sindaci dei comuni interessati.
Paolo Picone
Continuano le temperature estive ed aumenta il rischio incendi boschivi. Per prevenire quelli che sono veri e propri disastri ambientali, l'ufficio Provinciale di Protezione Civile del Libero Consorzio di Agrigento ha attivato, da ieri mattina, il servizio di vigilanza antincendio lungo alcune strade provinciali ed ex consortili. Il servizio è stato concordato in sinergia con i vari soggetti istituzionali competenti in materia di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi, e consiste nell'attivazione di postazioni dinamiche lungo le strade provinciali limitrofe alle aree boscate. Quattro le associazioni di volontariato, iscritte nel registro di Protezione Civile, che opereranno con due volontari per ciascuna postazione dinamica tre volte la settimana e per otto ore giornaliere (dalle 12 alle 20), ed a seguito dell'emissione del bollettino di pericolosità incendi «alta» del Centro Funzionale della Regione Siciliana. I volontari agiranno sotto il diretto coordinamento dell'Ufficio di Protezione Civile del Libero Consorzio per garantire le attività di vigilanza e avvistamento dei focolai di incendio. Un servizio garantito, dunque, anche in questa stagione, sino al 31 agosto prossimo, nonostante le difficoltà di bilancio. La sua attivazione è stata comunicata dal commissario straordinario del Libero consorzio, Girolamo Alberto Di Pisa alla Prefettura, al Comando dei vigili del fuoco, all'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste, al Dipartimento Regionale della Protezione Civile ed ai sindaci dei Comuni interessati. Le postazioni di avvistamento si trovano lungo le strade provinciali dei Comuni di Palma di Montechiaro e Licata (servizio effettuato dall'Organizzazione Europea Volontari di Prevenzione e Protezione Civile di Camastra); nei Comuni di San Biagio Platani, Sant'Angelo Muxaro e Casteltermini (grazie alle Giubbe Verdi Santa Croce di Casteltermini), nei territori di Siculiana, Montallegro e Cattolica Eraclea (con l'associazione Emergency Life di Porto Empedocle) e nei territori di Cammarata San Giovanni Gemini e Santo Stefano Quisquina (Sicilia Soccorso di San Giovanni Gemini). Il servizio antincendio nelle aree boschive in provincia di Agrigento era stato attivato anche dall'Azienda foreste della Regione con 800 addetti impegnati per la salvaguardia del territorio. La prevenzione e lo spegnimento degli incendi e la salvaguardia del bosco e della macchia mediterranea sono un patrimonio che va tutelato e preservato e, grazie a questa forza lavoro che opera con impegno e dedizione, si continua a garantire sempre maggiore sicurezza agli agrigentini. Gli 800 addetti al servizio antincendio nelle aree boschive operano in 15 postazioni dislocate ad Agrigento, Santa Margherita Belice, Burgio, Bivona, Santo Stefano, Cammarata, Licata, Casteltermini, Siculiana, Ribera, Sciacca, Cianciana e Grotte. Sono 21 le squadre impegnate e 25 le torrette di avvistamento. Un lavoro, quello degli operatori addetti alle squadre antincendio boschivo, finalizzato alla prevenzione dei roghi. Le torrette tutte posizionate in luoghi strategici per sorvegliare l'area boschiva da salvaguardare. Nell'area saccense sono stati intensificati i servizi di controllo anche nell'ambito di un più stretto coordinamento con la Procura della Repubblica di Sciacca. L'autorità giudiziaria riserva grande attenzione a tutta l'attività finalizzata a prevenire gli incendi ed a favorire accertamenti rapidi sulle cause dei roghi che provocano danni non indifferenti. Nei giorni scorsi, da Agrigento a Casteltermini, passando per il bosco Galluzzo tra Palma di Montechiaro e Licata si sono registrati vasti incendi che hanno distrutto tanti ettari di vegetazione e macchia mediterranea. (*PAPI*).