Giornale di sicilia
strade provinciali
«Risorse bloccate, mancano i
tecnici per definire i progetti»
I soldi ci sono. I Liberi Consorzi
comunali non riescono però a sfruttarli per mancanza di
professionalità interne che realizzino i progetti. La Regione sta,
dunque, lavorando per fare una convenzione con l'Anas per fare in
modo che sia proprio l'Anas ad intervenire in maniera sostitutiva
sulle strade provinciali. Lo ha spiegato, ieri, l'assessore
regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. Assessore, le strade
provinciali sono in condizioni pietose. Talvolta determinano anche
degli incidenti stradali. Qual è la reale situazione? «Le Province
hanno avuto dall'Accordo di programma quadro e dal Patto per il Sud
oltre 232 milioni di euro: 142,4 milioni con il Patto per il Sud e 90
milioni con l'Accordo. Molti di questi soldi, però, le Province
non riescono a spenderli. Non hanno le risorse professionali per
mettere in campo una progettazione. La Regione ha finanziato una
serie di progetti, ma purtroppo i finanziamenti non si traducono in
progetti, quindi niente appalti e niente opere. Questo è il vero
problema. Stiamo lavorando per fare una convenzione con l'Anas per
intervenire in maniera sostitutiva, tramite Anas, sulle strade
provinciali. Non stiamo parlando di lavori strutturali, ma
manutenzione straordinaria: pavimentazione, canalette, guard-rail,
piccole opere d'arte. Questo l'Anas lo può fare».
Assessore, ma le Province perché non
hanno più queste professionalità? «Da un lato, perché non c'è
stata più la governance politica che ha l'interesse al territorio,
dall'altro lato perché molti tecnici sono andati in pensione e
quelli rimasti sostengono di essere in numero insufficiente per fare
questa progettazione. Cosa che, personalmente, mi lascia un po'
perplesso perché la progettazione si può anche fare piano piano.
Poi, ancora, ci sono anche una serie di questioni legate alla loro
organizzazione. Stiamo quindi intervenendo in maniera sostitutiva per
poter fronteggiare le emergenze. E poi c'è il tema d'appurare
cosa riescono a fare le Province».
Ma quanti progetti, in linea di
massima, risultano finanziati? «Agrigento ha una decina di progetti
finanziati, Messina ne ha oltre 40 progetti finanziati. Messina è
una delle province più in difficoltà per quanto riguarda le strade
provinciali. Fermo restando, naturalmente, al fatto che tutte le
strade provinciali della Sicilia sono in condizioni pessime. Il
ragionamento che stiamo facendo, oggi, è quello del monitoraggio. A
prescindere da quanto è successo a Genova, a prescindere dall'inci
- dente stradale di Menfi, stiamo procedendo a stimolare le Province
e a fare un monitoraggio per capire quali e dove sono i punti su cui
intervenire».
E come enti locali, anche se non è di
sua stretta competenza, quale sarà il futuro delle Province? «La
riforma è stata fatta dal governo Crocetta, una riforma secondo me
assurda. Fra ottobre e novembre si andrà ad elezione degli organi
del Libero consorzio. Al rientro dal periodo estivo, la giunta
Musumeci fisserà la data delle elezioni».
Quindi, con una governance politica
qualcosa dovrebbe cambiare ... «Certo. Ci sarà una governance che,
per quanto di secondo livello, avrà un'idea e un interesse nei
confronti del proprio territorio. Non ci saranno più i commissari».
Altre prospettive, per quanto riguarda
i fondi per le strade? «Stiamo aspettando che si liberino delle
risorse sulla Caltanissetta-Agrigento che era stata finanziata con
fondi strutturali. Stiamo puntando sui fondi comunitari. Da lì
prenderemo oltre 200 milioni di euro, 35 milioni li mettiamo a
disposizione per le Province e oltre questo abbiamo altre due
delibere sempre in favore delle Province. Quindi, metteremo in campo,
alla fine di settembre, circa 50 milioni di euro che utilizzeremo per
le strade e per i ponti». (*CR*)
Un bambino di sette anni è morto
pressato da un pesante palo in ferro che si è incastrato tra il
seggiolino e il suo corpo.
Il palo gli ha spezzato il femore in
due e ha intaccato fegato e polmoni. L'incidente è avvenuto a
Menfi, nella zona balneare del Lido Fiori. Trasportato d'urgenza in
elisoccorso all'Ospedale Civico di Palermo, Marco Castelli, così
si chiamava il bambino, è morto nella notte tra mercoledì e ieri,
nel corso dell'in - tervento. La vettura sulla quale viaggiava con
i genitori si è scontrata a un incrocio con un'altra auto, è
andata in testacoda ed è finita contro una palizzata in ferro.
Struttura che ora è al centro di un'indagine: i carabinieri hanno
provveduto al sequestro su disposizione della Procura di Sciacca. In
un mese segnato dalle morti sulle strade siciliane - già 14 vittime,
quasi una al giorno - anche il Ferragosto di una famiglia in vacanza,
che aveva deciso di trascorrere la giornata al mare, è finito in
tragedia. Dalla ricostruzione effettuata dagli investigatori, è
emerso che una Ford, con a bordo una famiglia di Palermo, proveniente
da una strada della frazione, la via degli Oleandri, non si sarebbe
fermata allo «stop», mentre arrivava, lungo la strada provinciale
50, la Nissan Qashqai guidata dal papà del piccolo sfortunato. Dopo
l'urto, il tragico testacoda della Nissan, che si è schiantata
contro la barriera di vecchi pali in ferro utilizzata, lungo la
provinciale, come recinzione di un piccolo ponticello, sotto al quale
scorre il ruscello Mandrarossa. Pali che fanno discutere i residenti
della zona e chi percorre quella strada per andare al mare o in
campagna. C'è chi dice che avrebbero dovuto essere sostituiti con
dei guardrail. Sul luogo dell'incidente sono immediatamente
intervenuti i carabinieri della stazione di Menfi e tre ambulanze,
due arrivate da Menfi e una da Sciacca. Il personale di quest'ultima
ha intubato il bambino e provato a praticare il massaggio cardiaco.
Il piccolo era ancora in vita, ma in coma, quando è arrivato
l'elisoccorso per trasportarlo a Palermo, dove nella notte i medici
hanno cercato di salvarlo. Le emorragie interne erano troppo estese e
Marco si è spento intorno alle tre della notte. Non si danno pace i
genitori, Gualtiero e Antonella. Marco era figlio unico e a settembre
avrebbe frequentato la seconda elementare nella scuola di Turate, in
provincia di Como. Il padre è proprio di Turate, mentre la madre,
Antonella Lombardo, è di Partanna. La coppia che era nella Ford
aveva dietro due bambini. Tutti sono rimasti illesi. Mercoledì, sul
luogo dell'incidente, i due giovani palermitani, secondo il
racconto di chi era lì, piangevano nel tentativo di spiegare il
motivo dello scontro. ato ieri, nel primo pomeriggio, a Partanna,
dove nella casa della famiglia della mamma, in via Pietro Battaglia,
sono accorsi, amici, parenti e tutta la cittadinanza per dare un
supporto ai familiari e un saluto al piccolo disteso su una bara
bianca. Tanti i medici che si sono alternati a causa anche dei malori
che hanno colpito la madre e più volte il papà di Marco. Il
sinistro è avvenuto intorno alle 18,45. Antonella, Gualtiero e Marco
avevano trascorso la giornata al mare assieme agli zii e ai cugini
del piccolo. Marco spesso saliva in auto con lo zio, il fratello
della mamma, per stare con i cugini. Ma mercoledì pomeriggio aveva
deciso di salire sul seggiolino della macchina del padre, allacciando
anche la cintura di sicurezza. Dopo il tragico impatto, amici e
soccorritori hanno subito tagliato la cintura di sicurezza e spostato
con forza il palo in ferro per potere prendere il piccolo e poggiarlo
a terra, dove ancora ci sono segni evidenti di siringhe, tubi, guanti
e tanto materiale utilizzato dai soccorritori. L'elicotte - ro è
riuscito ad atterrare proprio in uno spiazzo di via degli Oleandri,
nei pressi del tragico impatto. Il sindaco di Menfi Marilena Maceri
ha dichiarato che la competenza della manutenzione della strada
dell'incidente è dell'ex Provincia. Il commissario del Libero
Consorzio di Agrigento, il magistrato Alberto Di Pisa, annuncia
accertamenti. «Valuteremo con la polizia provinciale - dice - se è
di competenza nostra o se è anche di competenza del Comune. La
strada è provinciale ma c'è probabilmente una parte che è di
competenza comunale. A breve verranno fatti gli appositi rilievi per
capire quei pali in ferro da chi sono stati messi, perché non si è
provveduto alla manutenzione, di chi è la competenza e tanto altro.
Prima di allora non potrò pronunciarmi». La Regione, intanto, punta
l'indi - ce (vedi intervista all'assessore Falcone, a lato) sui
soldi non spesi dalle ex Province. «Non è vero - dice Di Pisa - che
non riusciamo a spendere i soldi per carenza di tecnici. Il nostro
settore tecnico è più che completo. L'ex Provincia di Agrigento è
la prima in Sicilia per i progetti di manutenzione delle strade e
abbiamo parecchi contratti firmati. Ma non possiamo fare niente,
abbiamo le mani legate. Se la Regione non approva i bilanci, la
conseguenza è che non possiamo stabilire le somme da spendere e che
siamo costretti ad attendere». Oggi per l'intera giornata ci sarà
lutto cittadino a Partanna e verranno sospesi gli spettacoli previsti
per la sera nell'ambito della rassegna «Artemusicultura», come fa
sapere il sindaco della cittadina del Belice, Nicola Catania. «Siamo
addolorati per questa anima bianca - ha detto Catania - . Il lutto
cittadino è il minimo che si possa fare davanti a questa immane
tragedia che ha colpito nel profondo i nostri cuori. Siamo sconvolti
e vicini alla famiglia». Il feretro del piccolo Marco oggi sarà
accompagnato alla Chiesa del Carmelo, dove a mezzogiorno si terrà il
funerale officiato dall'arciprete Antonino Gucciardi. Nel
pomeriggio la salma partirà alla volta di Milano dove poi verrà
trasferita in provincia di Como. Ad attenderlo ci saranno le maestre
e i suoi compagni di scuola. Ieri sera, intanto, sono arrivati in
Sicilia i nonni paterni da Milano e qualche altro parente del Nord.
(*FCA*)
viabilità stradale
Viadotto Morandi ad Agrigento,
l'Anas apre al Comune per la demolizione
«Stiamo approfondendo, assieme al
Comune di Agrigento, alcune valutazioni legate al miglioramento
dell'impatto paesaggistico ottenibile attraverso la demolizione del
solo viadotto Akragas I e il potenziamento della viabilità
alternativa. Soluzione, questa, che tuttavia comporterebbe un modesto
allungamento del percorso e qualche incertezza sui tempi di
autorizzazione del tratto di nuova realizzazione». I vertici
dell'Anas hanno spiegato così, ieri, quali sono i passi che si
stanno compiendo per il viadotto «Morandi» che collega Agrigento
con Porto Empedocle. Un cavalcavia che, in realtà, si chiama
«Akragas I e II», ma che tutti ad Agrigento, ma non soltanto,
chiamano con il nome del suo progettista: Morandi, lo stesso che ha
progettato il ponte sull'autostrada A10 che è crollato a Genova.
«Il viadotto di Agrigento - hanno tenuto a precisare i dirigenti
dell'Anas - non ha alcuna analogia costruttiva con il viadotto di
Genova, e l'unica cosa che li accomuna è il nome del progettista:
Riccardo Morandi». Il sindaco di Agrigento, intanto, ha convocato -
per il 7 settembre, alle 11, in sala giunta al palazzo dei Giganti, -
un vertice proprio con l'Anas. «L'Anas condivide l'ipotesi
avanzata, ossia quella di riconsiderare i costosi interventi di
manutenzione previsti e di rivalutare, invece, percorsi alternativi -
ha reso noto il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto -. A questo primo
tavolo parteciperanno la Soprintendenza ai Beni culturali, il Parco
archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, l'Ispet -
torato ripartimentale delle Foreste, il Genio civile e il Libero
consorzio di Agrigento. Saranno valutati l'utilità del ponte
Morandi e il suo impatto ambientale, i costi dei lavori per la messa
in sicurezza e la loro efficacia nel tempo, l'opportunità dei
percorsi alternativi già proposti a suo tempo dall'amministrazione
e il diverso tracciato studiato da Anas, oltreché l'ipotesi sempre
più pressante della demolizione del ponte». Non lo ammette nessuno
esplicitamente. Ma il crollo del ponte «Morandi» di Genova ha
rimesso, di fatto, tutto in discussione. Perché appena qualche
settimana addietro, dopo un incontro a Palermo, lo stesso sindaco
Firetto aveva ufficializzato che non ci sarebbero state demolizioni,
né percorsi alternativi raso terra. Non immediatamente, almeno. Né
- spiegava allora, l'ammini - stratore, - nei prossimi anni. A
fine luglio, l'amministrazione di Agrigento aveva chiesto
ufficialmente all'Anas di predisporre un progetto preliminare per
creare la viabilità alternativa al viadotto «Morandi». Progetto
preliminare da «incastonare» nel Prg. «Piano dei lavori che
servirà per programmare -diceva Firetto - il futuro di Agrigento e
dei Comuni attigui». Adesso, invece, tutto è stato rimesso in
discussione e si torna a parlare della demolizione del viadotto
«Akragas I». (*CR*)
agrigentonotizie.it
"Tartaday",
a Punta Grande si libera una "Caretta Caretta" salvata a
Lampedusa
Proviene
dal Centro di Recupero tartarughe marine di Lampedusa, l'esemplare
di Caretta Caretta che sarà liberato domani, alle 11.30, sulla
spiaggia di Punta Grande a Realmonte, nell'ambito della
manifestazione "Tartaday" che si svolge a livello nazionale in
diverse regioni d'Italia.
Si
tratta di una giornata dedicata alla Tartaruga marina ed organizzata
da tutti gli enti che partecipano al progetto Life "Tartalife
-Riduzione della mortalità della tartaruga marina nelle attività di
pesca professionale". Il Libero consorzio comunale di
Agrigento, partner di progetto, ha organizzato questa giornata a
Punta Grande con la collaborazione del Wwf ente gestore della
riserva naturale di Torre Salsa e della sezione Occidentale del
Wwf Sicilia, della ripartizione faunistico venatoria di
Agrigento e del Comune di Realmonte.
Saranno
presenti il direttore del settore Ambiente del Libero consorzio
Achille Contino, il sindaco di Realmonte Calogero Zicari, la
direttrice della ripartizione Maria Licata, responsabili e volontari
del Wwf, e la responsabile del centro di recupero di Lampedusa
Daniela Freggi, una delle massime esperte mondiali di tartarughe
marine che illustrerà la storia dell'esemplare da restituire alla
vita marina e i problemi di conservazione che la specie deve
affrontare in tutto il suo areale di distribuzione.