agrigentonotizie.it
Rischio di forti precipitazioni, vietato l'uso di giardini e aree pubbliche
„Quello che è forse uno degli agosto più anomali di sempre continua a non smentirsi. La Protezione civile regionale ha dichiarato nella serata di ieri lo stato di allarme arancione per 36/48 ore in tutto il versante che va da Messina ad Agrigento. In particolare si annunciano fenomeni temporaleschi di forte intensità con frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Per questo motivo il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, ha firmato un' ordinanza (che probabilmente sarà pubblicata solo oggi) che, viste le avverse condizioni mete, vieta a tutta la popolazione l'utilizzo di aree pubbliche a rischio quali: giardini pubblici, impianti sportivi all'aperto, aree giochi, sottopassi, nonchè l'interdizione di locali interrati, seminterrati, e bassi. E' prevista inoltre la sospensione di tutte le manifestazioni commerciali su strada e in aree pubbliche a causa delle avverse condizioni metereologiche, con livello di allerta classificato "arancione" e con fasi operative di preallarme."E' inoltre consigliato - conclude l'ordinanza - evitare il transito pedonale e veicolare nelle zone già precedentemente interessate da fenomeni di allagamenti ed esondazioni con riguardo particolare al Villaggio Mosè (zona via dei Fiumi e viale Leonardo Sciascia) San Leone, sponde del fiume Akragas e viale delle Dune, Fiume Naro, fiume Ipsas nei pressi dell'incrocio con la strada provinciale per Favara e la SS 640, fiume Drago nei pressi di contrada Borsellino e Sp N°1 e dei relativi ponti di attraversamento usando percorsi alternativi".Ancora oggi il Comune, possiamo aggiungere come nota a margine, non ha avviato la pulizia dei tombini e delle caditoie cittadine, nonostante l'estate dal clima piovoso. Anche il gruppo di Protezione civile del Libero Consorzio di Agrigento, tra i destinatari dell'avviso, ricorda "in via generale la necessità di evitare durante l'allerta meteo tutti gli ambienti all'aperto o le zone esposte al rischio, quali corsi d'acqua, creste di monte, depressioni nonché, in caso di evento meteo, la necessità di cercare riparo in luoghi chiusi, evitando comunque scantinati e locali al di sotto del piano di campagna. Si raccomanda - aggiungono - di mantenersi a distanza quanto più possibile da pali, alberi e tralicci con tensione che potrebbero attrarre fulmini, di non sostare sotto alberi o strutture pericolanti che potrebbero cadere a causa delle raffiche di vento, di evitare di attraversare ponti che sono interessati da una piena del corso d'acqua, e spostarsi in auto solo per quanto strettamente necessario, prestando la massima attenzione nei sottopassaggi e negli attraversamenti". "
Giornale di sicilia
Chiusi 4 viadotti tra Caltanissetta
ed Enna
Quattro viadotti chiusi per motivi di
sicurezza tra le province di Caltanissetta, Enna e Catania. A
Caltanissetta il viadotto chiuso è quello della Provinciale 131 che
collega Santa Caterina con Xirbi, ad Enna è un viadotto lungo la
Provinciale tra Piazza Armerina e Valguarnera ed a Catania sono i
numero 18 e 22 della Tangenziale, nella zona di Passo Martino,
direzione Siracusa. Per quanto riguarda i viadotti etnei, la
decisione è scaturita al termine del vertice in Prefettura. Dal
manufatto 22 si sarebbero staccati, di recente, delle parti di
calcestruzzo dai frontalini e lo stesso, insieme proprio al 18, meno
di due anni fa era stato genericamente messo in sicurezza dai vigili
del fuoco per evitare che potessero verificarsi distacchi di
materiale con conseguente pericolo per i mezzi in transito. La Città
metropolitana di Catania dovrà effettuare immediati interventi di
posizionamento di reti protettive in corrispondenza dell'opera allo
scopo di garantire adeguate condizioni di sicurezza sull'importante
arteria sottostante. Nel frattempo si è deciso anche di interdire
alla circolazione il cavalcavia, in attesa dell'acquisizione degli
esiti del monitoraggio tecnico della struttura, che sarà completato
sempre a cura della Città metropolitana entro due mesi. Nel Nisseno
la chiusura riguarda un viadotto di circa 250 metri lungo la
Provinciale che collega Santa Caterina a Xirbi». A chiudere il
viadotto, «fino a quando non saranno effettuate le opportune
verifiche e gli eventuali lavori di messa in sicurezza» è stato il
Libero consorzio comunale a seguito delle segnalazioni dell'ufficio
tecnico del Comune di Santa Caterina. «Mi risulta - ha detto il
sindaco Antonino Fiaccato - che anche i carabinieri, oltre a
privati cittadini, avevano chiesto di attenzionare quel viadotto.
Dopo l'ennesima segnalazione c'è stato il sopralluogo e la
chiusura. Debbo dare atto delle tempestività dimostrata al dirigente
Mancuso». Adesso restano i disagi, soprattutto per gli operatori
agricoli di una vasta zona che «sfruttavano» quel ponte per il
transito dei mezzi pesanti. «I disagi - ha dichiarato il sindaco -
ci sono ma li stiamo già superando bypassando il traffico su una
strada parallela esistente da tempo. In un paio di giorni
allargheremo la carreggiata con piccoli interventi per consentire il
passaggio dei mezzi agricoli»., Resta, però, il problema di fondo:
chi dovrà provvedere ad affrontare le spese per la messa in
sicurezza del viadotto? Quel ponte, alto 25 metri - ha aggiunto
Antonimi Fiaccato -esiste da un cinquantennio e debbo dire che è
stato costruito con criterio. In tutto questo arco di tempo non sono
state mai fatte opere di manutenzione ordinaria». Altri problemi,
poi, anche nell'En - nese dove un giunto rotto sul viadotto della
Provinciale 4, tra Piazza Armerina e Valguarnera, ha portato il
commissario straordinario del Libero consorzio comunale di Enna,
Ferdinando Guarino, a provvedere alla chiusura. La previsione è che
l'importante strada sarà riaperta in un tempo massimo di un paio
di giorni. Da oggi, la ditta incaricata di sistemare il giunto, sarà
al lavoro . Quindi, al momento, il collegamento tra Piazza Armerina e
Valguarnera è assicurato, seppure con qualche disagio, dal bypass
rappresentato dalla vecchia strada di Grottacalda. Fare il senso
unico alternato, per evitare quanto più possibile i disagi agli
automobilisti, non è stato possibile, perché il giunto è
danneggiato nella parte centrale della carreggiata. Intanto ieri Anas
ha comunicato che la strada statale 192 «Della Valle del Dittaino»
è stata provvisoriamente chiusa tra il km 25 e il km 40, da Raddusa
a Catenanuova per la presenza di fango e detriti a causa delle forti
piogge. Il personale di Anas si è recato sul posto per il ripristino
della viabilità.
Al Libero Consorzio ammessi in
graduatoria
Il Libero consorzio comunale di
Agrigento, ha reso noto l'elenco dei candidati ammessi alla seconda
sessione d'esame per il conseguimento dell'idoneità
professionale per l'accesso alla professione di trasportatore su
strada di merci per conto terzi nel settore dei trasporti nazionali
ed internazionali relativa all'anno 2018. Sono in tutto 14: Nunzia
Russi, Umberto Cardella, Daniela La Porta, Antonio Crapanzano,
Giuseppe Rizzo, Francesco Giacinto, Maria Federica Spinelli, Rosario
Fabio Piazza, Dario Di Piazza, Nadia Ciaccio, Leonardo Giacinto,
Leonardo Milioti, Calogero Cacciato e Maria Pedalino. Tutti
concorrono per l'autorizzazione nazionale ed internazionale.
Rispunta l'idea della
metropolitana di superficie
Agrigento torna ad inseguire il sogno
di una metropolitana di superficie sfruttando la linea ferroviaria
esistente. Un tratto che da Aragona Caldare passa per l'Ospedale di
contrada Consolida, sfiora Fontanelle, la stazione di Agrigento
Bassa, Agrigento Centrale, Valle dei Templi (Tempio di Vulcano e
Giardino della Kolimbetra) fino ad arrivare al Porto di Porto
Empedocle. Una linea, specie nell'ultimo tratto, attualmente
recuperata ed utilizzata solo per speciali convogli turistici ed
occasionali ma che potrebbe tornare a vivere anche e soprattutto con
collegamenti giornalieri. A rispolverare l'idea, il deputato
nazionale Michele Sodano. L'espo - nente del Movimento Cinque
Stelle, insieme al Sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina ha inviato
richiesta ufficiale protocollata ai Dirigenti di Trenitalia,
all'Assessore e al Direttore Infrastrutture e Trasporti della
Regione Sicilia, per riattivare la stazione ferroviaria di Porto
Empedocle e avviare linee pendolari quotidiane tra il comune marinaro
e Agrigento. «Sogniamo - dice il giovane esponente del partito di
Governo - una mobilità sostenibile, evoluta, quei servizi essenziali
per lo sviluppo del territorio e dei suoi cittadini che sono sempre
mancati al Sud». A stuzzicare Sodano, su questa possibilità erano
stati alcuni commenti postati in calce ad un video pubblicato dallo
stesso parlamentare sul web. Come aveva ribattuto in uno dei commenti
Aldo Capitano,dirigente medico e specialista in chirurgia vascolare
all'ospedale di Agrigento, bisognerebbe innanzitutto mobilitare la
linea che collega Agrigento all'ospedale. Sodano ha colto al volo
la proposta, andando addirittura oltre i confini agrigentini e
pensando un collegamento efficace e alla portata di tutti. «Vogliamo
che studenti, lavoratori, pensionati e turisti siano finalmente
liberi di muoversi attraverso le Ferrovie». Ha affermato. Tutto
questo, considerato il fatto che non servirebbero particolari risorse
economiche, visto che la tratta ferrata esiste ed è funzionante.
Tuttalpiù ci sarebbe da collocare una fermata all'Ospedale San
Giovanni di Dio di Agrigento. Periferia per altro abitata e dove
insiste la zona industriale del capoluogo della provincia. «La
visione - continua il parlamentare agrigentino - è ambiziosa: un
trasporto che colleghi Porto Empedocle fino all'aeroporto di
Palermo, passando per i paesi interni della nostra Sicilia. Abbiamo
anche suggerito, ascoltando gli input dei cittadini, la possibilità
di creare una fermata nei pressi dell'Ospedale San Giovanni di Dio
di Agrigento così da rendere più facile l'accesso alla struttura
e ai servizi ospedalieri. Non abbiamo dimenticato di sottolineare
l'urgenza del collegamento Agrigento-Porto Empedocle alla luce
della chiusura del Ponte Morandi che collegava i due comuni. Siamo
convinti - continua il neo deputato - di una risposta celere e
fattiva da parte di Ferrovie dello Stato, che detiene il delicato
compito di connettere i nostri territori». Analoga proposta già nel
2008 fu lanciata anche dal sindaco Calogero Firetto. «Mi dissero che
lavoravo di fantasia - dice il sindaco del capoluogo -. In realtà
furono anche fatti dei lavori, il tracciato fu manutenzione e
rettificato, dopo un'intensa interlocuzione con Rete Ferrovie
Italiane. Adesso - spiega ancora Firetto - il tema è trovare il
gestore che abbia convenienza economica e volontà a far transitare
treni su questi binari. Ovviamente - conclude - ogni iniziativa
tendente a migliorare le infrastrutture e le reti di comunicazione è
benvenuta».
Servizio civile Libero consorzio, bandi
disponibili fino a settembre
Sono disponibili, presso gli Urp del
Libero Consorzio Comunale di Agrigento, guidato da Girolamo Di Pisa,
i bandi e la modulistica necessari per partecipare alle selezioni dei
53.363 posti disponibili come «volontario di servizio civile» per
5.408 progetti complessivi. Per partecipare al bando ed inviare le
domande c'è tempo fino al 28 settembre prossimo.
Opere incompiute, un record per
Cammarata
Tra tutte le cittadine della provincia
agrigentina, Cammarata è quella che ha più incompiute certificate
nella lista stilata dal ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti, una lista che però è monca se si considerano le
strutture dove i lavori sono eternamente in corso e le opere concluse
e mai aperte. A Cammarata tutte le incompiute, a differenza degli
altri paesi, sono certificate nella lista. A partire da contrada
Bocca di capre, una strada che doveva servire da accesso per le
campagne, mai terminata, fino alla scuola materna, giungendo poi al
grande complesso di Parco Salaci. Le incompiute del territorio
siciliano sono al centro del tour che in queste giorni sta
attraversando la provincia di Agrigento, un giro delle incompiute del
sud Italia che tra le 162 siciliane, comprende anche le 25
dell'agrigentino, cui però sono da aggiungere quelle non inserite
nella lista. A portare avanti la crociata contro le opere lasciate a
metà sono i deputati Ars Nuccio Di Paola e Giovanni Di Caro, che al
termine del loro «Tour delle due Sicilie» scriveranno una relazione
da presentare al ministro Toninelli. Il complesso di Parco Salici è
già costato 4 miliardi di lire, mentre per completare l'opera
servono altri 4 milioni e mezzo di euro. Se all'esterno però la
struttura sembra in buone condizioni, l'interno del grande parco
sono ormai rovinati dal degrado e dall'abbandono. «In molti casi
nelle opere incompiute sono stati spesi inutilmente soldi dei
cittadini - spiega il deputato Ars Nuccio Di Paola sul posto con
Giovanni Di Caro - se questo stabile venisse completato, potrebbe
essere donato ai cittadini e poi utilizzato come istituto scolastico
o per altre attività». Accompagnati da alcuni cittadini di
Cammarata, i deputati hanno visitato l'enorme struttura con alcuni
cittadini, compresi alcuni insegnanti delle scuole del Comune che
hanno suggerito l'idea di sfruttare il completamento dell'opera
per un grande istituto scolastico che prenda il posto delle varie
strutture della cittadina, bisognose di interventi. In particolare si
mira a trasferire lì l'istituto professionale, oggi diviso tra
Cammarata a San Giovanni Gemini, in due sedi di cui una in affitto e
un'altra in pessime condizioni. All'interno del grande complesso
potrebbe essere trasferito anche il liceo scientifico di Cammarata,
la cui sede oggi si trova in un convento. Dagli uffici comunali fanno
sapere che il progetto preliminare per trasferire le scuole è già
pronto, ma si attendono i fondi. Il tour delle incompiute che nella
giornata precedente ha toccato anche Ribera e Sambuca di Sicilia, è
poi continuato sempre tra Cammarata e San Giovanni Gemini, nel ponte
mai completato costruito 50 anni fa, del quale restano oggi solo i
piloni. Questo viadotto mai completato, presente all'inter - no del
bosco, non è nella lista delle opere incompiute in quanto l'am -
ministrazione comunale non ha per l'ecomostro alcun progetto se non
quello della demolizione. Il ponte San Domenico doveva collegare alla
provinciale, ma oggi non è più necessario per la viabilità dei due
paesi. «Questa è un'opera da demolire - ha spiegato ancora
Nuccio Di Paola - non c'è altra possibilità per un lavoro non
più necessario che ha rappresentato solo uno spreco di denaro in un
posto bellissimo. Questo è un mostro di cemento». Altri interventi
nel paese, che conta diverse incompiute, sono quelli che riguardano
la realizzazione delle coperture a falde e la sistemazione esterna
della scuola elementare e materna Gianguarna, per la quale occorrono
più di due milioni di euro. Un'altra incompiuta è rappresentata
dall'im - pianto di depurazione e della rete fognante, un progetto
mai partito che si aggira sui 5 milioni di euro.
Scrivolibero.it
Volontari
Nel Servizio Civile: Disponibili I Bandi E Modulistica All'Urp Del
Libero Consorzio Di Agrigento
Sono
disponibili, presso gli uffici relazioni con il Pubblico del Libero
Consorzio Comunale di Agrigento, i bandi e la modulistica necessari
per partecipare alle selezioni dei 53.363 posti disponibili come
"volontario di servizio civile" per 5.408 progetti complessivi.Il
personale degli uffici Urp di Agrigento e quelli periferici di
Canicattì, Bivona, Ribera, Cammarata, Licata e Sciacca, è a
disposizione dell'utenza per informazioni e modulistica.
Inoltre,
sul profilo Facebook del Libero Consorzio, alla pagina Urp Informa, è
possibile scaricare il materiale relativo al bando della Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
Si
tratta di 52.327 posti per progetti ordinari da realizzarsi in Italia
(51.322 posti) e all'estero (805 posti). Per i soli progetti in
Italia, 190 posti sono riservati ai volontari FAMI, ossia ai giovani
stranieri titolari di protezione internazionale o umanitaria. Altri
1.236 posti sono dedicati a progetti sperimentali da realizzarsi in
Italia e all'estero.
I
53.363 posti di volontario sono distribuiti tra il bando nazionale
per 28.967 posti (in progetti ordinari presentati dagli enti iscritti
all'Albo nazionale e in tutti i progetti sperimentali e all'estero)
e 21 bandi regionali per 24.396 posti (in progetti ordinari
presentati dagli enti iscritti agli Albi regionali).
Per
partecipare al bando ed inviare le domande c'è tempo fino al 28
settembre prossimo.
Larepubblica.it
Il
rapporto del Consorzio autostrade siciliane: "Su 15 ponti
necessario intervenire subito"
Oggi
il vertice con Musumeci e l'Anas. Il direttore generale del Cas
lancia l'allarme su viadotti e cavalcavia, ma anche su 80 sovrappassi
Ci
sono 15 punti, tra viadotti e cavalcavia, sui quali bisogna
intervenire subito. A questi c'è da aggiungere anche 80
sovrappassi. E' pronto il report del Cas che sarà presentato oggi
a Palazzo d'Orleans alle 10, nella riunione voluta dal presidente
della Regione, Nello Musumeci, con i vertici del Consorzio e con
l'Anas, per fare il punto sulle emergenze delle autostrade
siciliane. Ma è un work in progress: "Le squadre sono in giro per
acquisire tutte le informazioni necessarie. Di certo bisognerà
avviare un'ispezione straordinaria per avere ancora più dettagli
sulle necessità di intervento che dovessero emergere", spiega
Salvatore Minaldi, direttore generale del Cas.
Intanto
i punti più critici già scritti nella relazione sullo stato di
sicurezza nelle due tratte principali gestite dal Consorzio non sono
pochi: il viadotto Pistavecchia, poco prima di Buonfornello, quello
di Montagnareale, di Torrefortunato e di Mongiove, nel territorio di
Patti, i cavalcavia 5, 12 e 13 nel barcellonese. Mentre nella
tangenziale di Messina ci sono tre dei 7 viadotti per cui ci vorrà
un approfondimento straordinario per verificarne lo stato apparso ad
una prima ricognizione, se non allarmante, certamente critico.Ma
ancora, sulla A18: il viadotto Bucalo a Santa Teresa di Riva e il
cavalcavia di Giarre (dove due giorni fa si sono staccati alcuni
frammenti). Infine la segnalazione arrivata da un video realizzato da
Giovanni Bonaccorso (fratello del fumettista Lelio), che ha mostrato
una colonna del viadotto di Tarantonio, a Messina, le cui parti
esterne si scrostavano sfiorandole, e il ferro interno si spezzava
con un dito: "Abbiamo già fatto una ricognizione ed è pronto
l'intervento. Riceviamo ogni giorno parecchie segnalazioni e sono
tutte alla nostra massima attenzione", assicura Minaldi. Che
avverte: "Non si tratta di situazioni di estremo pericolo, si
tratta di interventi di riparazione di parti superficiali che
alterano il calcestruzzo. L'allarme c'è, anche perché se cade
il calcestruzzo il danno non è di certo esiguo, ma sono interventi
che riguardano parti superficiali". Mentre per capire il vero stato
di allarme per le autostrade siciliane ci vorrà un ulteriore
approfondimento: "Chiederemo oggi di poter avviare altre indagini,
ci vorrà un po' di tempo per fare una ricognizione più precisa
sullo stato di criticità". Intanto, l'intervento più grosso è
già in atto: "Il viadotto Ritiro con la demolizione e la
sostituzione, decisa proprio in relazione ai monitoraggi che sono
stati fatti dal Cas negli scorsi anni", rivendica il direttore
generale. La A18 e la A20, poi, avranno la pavimentazione
completamente rinnovata: "Sono i progetti che possiamo rendere
esecutivi subito". La ricognizione straordinaria che dal Cas sarà
annunciata oggi, intanto, partirà dalle parti costruite a cavallo
degli anni '60-'70 e dalle tratte più vicine al mare: "Più
esposte alla corrosione", conclude Minaldi.