Giornale di sicilia
Sabato 1 settembre
Daniele Lo Porto
CATANIA
Poco più di cento milioni di euro stanziati dall'Amministrazione regionale e finalizzati alla creazione di parcheggi di interscambio nelle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e nei Comuni con oltre 30 mila abitanti. Due i bandi predisposti dall'assessorato regionale alle Infrastrutture e presentati a Catania dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dall'assessore Marco Falcone e del dirigente generale del Dipartimento Fulvio Bellomo. Le due linee di intervento prevedono lo stanziamento di 90 milioni e 800 mila euro per i tre Comuni capoluogo (quasi 50 milioni per Palermo, 23 per Catania e 17,5 per Messina) e 12 milioni e 600 mila euro per i Comuni oltre 30 mila abitanti. «In questa terra c'è il desiderio e l'opportunità di fare impresa, c'è la possibilità e la necessità di impegnare e accelerare la spesa pubblica, c'è l'occasione e le risorse per riqualificare i centri urbani e la viabilità. Per le imprese, non sottovalutiamolo, questi cento milioni sono una importante boccata d'ossigeno. Questa iniziativa - ha continuato - rientra nella politica del governo regionale di sostenere gli Enti locali in un'opera di riqualificazione del proprio patrimonio infrastrutturale e dotare il territorio di parcheggi di interscambio, che nelle altre città d'Italia sono una realtà, da almeno una decina di anni. Il Piano parcheggi darà un'importante spinta ai Comuni in termini di servizi e vivibilità, riqualificazione urbana e riduzione dell'inquinamento». Corsa contro il tempo I Comuni dovranno presentare i progetti entro il 28 dicembre 2018. I tempi dovranno essere necessariamente celeri: gli Enti locali e le Città metropolitane avranno tempo fino al 28 dicembre, cioè 150 giorni dalla data di pubblicazione nella gazzetta ufficiale della regione siciliana, avvenuta il 27 luglio per presentare i loro progetti, mentre i Comuni avranno cinque mesi a disposizione per inoltrare le domande al Dipartimento regionale alle Infrastrutture . Ad essere finanziati saranno sia i lavori di realizzazione dei nu vi parcheggi che le spese di progettazione. «È un'iniziativa - ha aggiunto l'assessore Falcone - che affonda le proprie radici nel 1989 con la legge Tognoli che prevedeva la realizzazione di grandi parcheggi nelle principali città di tutto il territorio nazionale. Si tratta di fondi giacenti da tempo attraverso cui il governo Musumeci intende ridare respiro e vivibilità ai luoghi che viviamo ogni giorno. Possibili sia interventi su parcheggi già esistenti da riqualificare - è il caso di Catania - ma anche nuove costruzioni. Sono fondi che non erano mai stati utilizzati e, quindi, immediatamente disponibili. Crediamo che una migliore organizzazione della mobilità pubblica, unita anche alla riduzione delle emissioni inquinanti, possa essere non solo volano di sviluppo ma anche base per un miglioramento complessivo della vivibilità dei nostri centri ed un miglioramento della loro bellezza». Le strade provinciali La Giunta regionale ha dedicato una particolare attenzione anche alla viabilità provinciale tramite la rimodulazione dei fondi del «Patto per il Sud» per un totale di 45 milioni di euro da destinare alla viabilità secondaria dell'Isola. In particolare, le somme saranno così ripartite: 14 milioni alla provincia di Enna («che ha la rete viaria più disastrata d'Italia», ha sottolineato il presidente Musumeci); sette a Messina; sei a Siracusa; cinque a Palermo; 4,6 a Ragusa; e quattro sia a Catania che a Caltanissetta.
I ponti a rischio crollo
Sempre per quanto riguarda la viabilità provinciale nell'area metropolitana di Messina saranno destinati 5 milioni di euro per interventi sul Ponte del Mela (a rischio crollo) tra Barcellona e Milazzo. Altri 2 milioni di euro saranno erogati alla Città metropolitana che, tramite l'Anas, interverrà per interventidi manutenzione straordinaria e ordinaria, scarificazione, bitumazione, copertura delle buche a altri interventi. Il Rapporto regione siciliana - Anas sarà ulteriormente consolidata con la firma di un accordo che prevede gli interventi sulle strade provinciali, in modo da accorciare i tempi e sopperire alle carenze organizzative e tecniche degli Enti, come già avvenuto in occasione dell'ultimo Giro d'Italia quando in circa due mesi sono state sottoposte a manutenzione straordinaria 180 chilometri di strada. L'accordo sarà sottoscritto il prossimo 13 settembre tra il presidente della regione e i vertici dell'Anas.
Le emergenze
E, intanto, nuove emergenze. Proprio poche ore prima della conferenza un altro viadotto ha dato segni di pericolo: alcune parti di cemento si sono staccate dal «ponte Graci», in territorio di Misterbianco, lungo la Strada statale 12 Catania-Adrano. Un'altra opera che dovrà essere monitorata, dopo i due cavalcavia, proprio di recente chiusi al transito della Tangenziale di Catania, in località passo martino, in direzione Siracusa. «Le strutture ormai obsolete vanno abbattute, come il così detto Ponte Morandi di Agrigento, o meglio i Viadotto Akragas 11 e Akragas 2 - ha detto l'assessore alle Infrastrutture Marco Falcone -perché è già chiuso da anni e insiste in un'area turistica a forte vocazione ambientale. Così come sarà abbattuto il viadotto san Giuliano che collega la Palermo-Catania con Caltanissetta. Stiamo realizzando un collegamento alternativo, mentre il viadotto Morello tra Enna e Caltanissetta è in fase di manutenzione e i lavori saranno ultimati nei prossimi mesi». (*DLP*)
Ambiente. Le sanzioni sono state emesse dal Libero Consorzio in base ai controlli della polizia locale
Scarichi sul fiume
arrivano 30 multe
Alan David Scifo
Sanzioni pesanti per le condotte fognarie collegate direttamente senza alcuna autorizzazioni dalle abitazioni agrigentine al fiume Akragas attraverso una rete privata, senza alcun tipo di depurazione. Queste sono arrivate nella cassetta della lettere di molti agrigentini residenti viale Emporium, ad Agrigento, nella frazione di San Leone, che invece di essere collegati alla rete fognaria cittadina, senza alcuna autorizzazione, sversano direttamente in mare inquinando le acque agrigentine. Tutto questo avveniva a pochi passi dal mare di San Leone, meta turistica spesso off-limits per alcuni turisti che, vedendo la schiuma, anche quest'anno, hanno fatto marcia indietro, scegliendo altre spiagge. Adesso è il tempo delle sanzioni per circa trenta persone residenti ad Agrigento, molti dei quali proprio in viale Emporium e nelle vie limitrofe, come via Afrodite e via Apollo. Gli accertamenti risalgono al 2014, quando furono fatti dei sopralluoghi, in cui venne riscontrato come molti cittadini residenti nelle villette a pochi passi dal mare, sversavano i propri reflui fognari attraverso condotte private. L'assenza delle difese dopo l'avvertimento e la notifica del fatto illecito, ha portato all'irrogazione della sanzione amministrativa, un atto che è stato notificato in questi giorni ai trasgressori, in seguito all'ordinanza emessa dal Libero Consorzio. L'ordinanza arrivata nelle cassette delle lettere di più di 30 persone, è un'ingiunzione di pagamento, del prezzo salato di 6 mila euro, per un fatto che era stato accertato dalla Polizia locale di Agrigento e notificato nel 2015, senza ricevere in molti dei casi, alcuna risposta difensiva e che oggi presenta il conto. Per molti dei cittadini si tratta di seconde case, residenze estive da sfruttare nei mesi più caldi della stagione per essere a pochi passi dal mare e per riuscire a raggiungere in pochi attimi il mare, lo stesso mare che veniva però da questi inquinato attraverso un sistema che non permette la depurazione e che è appunto illecito in quanto viola l'articolo 124, del decreto legge 152/2006 «Norme in materia ambientale» che prevede controlli nelle infrastrutture, anche in costruzione. Nella stessa legge si predispone anche che tutti gli scarichidevono essere preventivamente autorizzati, cosa che non è accaduto per quelli di San Leone, dove adesso è arrivato il momento di pagare per i trasgressori ai quali è stata inflitta la pena minima per una contravvenzione che poteva arrivare anche a 60 mila euro. Il termine per il pagamento della salata multa per un fatto che tanto male ha causato alle acque e di conseguenza agli stabilimenti balneari di San Lone, che hanno dovuto fare i conti anche con depuratori malfunzionanti e con rotture che hanno causato sversamento di liquami in mari, è quello di trenta giorni per le ordinanze datate 31 agosto. Alla multa dovranno essere aggiunti altri 12,91 euro per le spese di notifica al Libero consorzio comunale. A 4 anni dalla violazione accertata, i trasgressori possono ancora presentare opposizione giudiziaria, portando la questione in tribunale.
(*ADS*)
Domenica 2 settembre
Viabilità. Gli ingegneri: «Stiamo approfondendo, assieme al Comune, il possibile miglioramento dell'impatto paesaggistico attraverso la demolizione del solo viadotto Akragas I»
Ponti e gallerie chiusi, città sempre più isolata
Concetta Rizzo
Ponti e, adesso anche, gallerie interdetti. «La città è isolata, gran parte dei collegamenti stradali, per diversi motivi, sono inibiti al traffico. Siamo tornati indietro di 50 anni e nel caso in cui si rendesse necessaria, a causa di eventi catastrofici, l'evacuazione ci ritroveremmo con le vie di fuga chiuse» -ha sbottato, ieri, il segretario della Cisl Maurizio Saia - . Poche ore prima, l'annuncio dell'Anas: fino al 30 settembre - per verifiche ed eventuali interventi all'interno della canna in direzione Nord - la galleria Spinasanta sulla statale 118, in direzione Raffadali, resterà chiusa. «Il provvedimento si rende necessario - hanno scritto dall'Anas -per procedere ai rilievi e ad eventuali, successivi, interventi di manutenzione della calotta all'interno della canna in direzione Nord». L'itinerario alternativo, consigliato dalla stessa Anas, è quello delle vie Imera e Scifo, con immissione sulla statale 118 allo svincolo Santa Lucia. «Dopo il viadotto Morandi, che collegava con Villaseta e Porto Empedocle, dopo il ponte Petrusa, che congiungeva Agrigento e Favara, - scrive il segretario della Cisl, Maurizio Saia, - e le tante strade cittadine chiuse al transito dei mezzi a due ruote, adesso tocca pure alla galleria Spinasanta con direzione Raffadali. Siamo tornati indietro di 50 anni. E la sicurezza dei residenti è a serio rischio.In caso di necessità, l'unica possibilità di fuga dal centro città resta lo scorrimento veloce Agrigento-Palermo. La direzione Porto Empedocle Sciacca non è proponibile, i viadotti empedoclini, Salsetto e Spinola sono anche essi a rischio chiusura, la direzione Licata prevede l'imbuto Villaggio Mosè». A partire da ieri, l'Anas ha istituito - e durerà fino alla fine di gennaio - il senso unico alternato, regolato da semafori, sul viadotto Salsetto, lungo la statale 115, di Porto Empedocle. Nei giorni scorsi erano stati realizzati dei carotaggi. «La manutenzione e la sicurezza di strade, viadotti e gallerie è fondamentale, ma è anche vero - continua Saia - che la città non può restare isolata. Raggiungere oggi Raffadali da San Leone o dal Villaggio Mosè diventa molto difficile. Il tema del rilancio degli investimenti in infrastrutture per favorire la ripresa dell'economia è di grande attualità nella politica economica del Paese e lo deve essere, ancora di più, in una realtà economica depressa come la nostra che subisce la carenza di infrastrutture e non può tenere contro di alternative al trasporto su gomma, data l'assenza di strade ferrate e di un aeroporto. L'amministrazione comunale ha aperto da qualche tempo un confronto con gli ordini professionali e associazioni sulle direttive generali per la revisione del Prg e sin dal prossimo incontro è indispensabile immaginare - lancia una sorta d'appello il segretario della Cisl - una idea di città futura che preveda anche assi viari di collegamento, alternativi a quelli esistenti, sia per il collegamento con i quartieri satellite che per il collegamento con gli altri Comuni. Riteniamo di fondamentale importanza la collabor zione tra gli ordini professionali e le amministrazioni allo scopo di sviluppare nuove idee e progetti e impiegare le eccellenze e le tante risorse umane a disposizione di questa terra». Intanto, ieri, l'ordine degli ingegneri di Agrigento ha convocato - per martedì, alle 10,30, - unaconferenza stampa proprio sul futuro del viadotto Akragas I. È fissata, infatti, per venerdì la riunione - convocata, a palazzo dei Giganti, dal sindaco Lillo Firetto - con l'Anas. «Stiamo approfondendo, assieme al Comune di Agrigento, alcune valutazioni legate al miglioramento dell'impatto paesaggistico ottenibile attraverso la demolizione del solo viadotto Akragas I e il potenziamento della viabilità alternativa - ha già annunciato, dopo il crollo del viadotto Morandi di Genova, l'Anas - . Soluzione, questa, che tuttavia comporterebbe un modesto allungamento del percorso e qualche incertezza sui tempi di autorizzazione del tratto di nuova realizzazione». (*CR*)
Il segretario della Cisl, Maurizio Saia: «Siamo tornati indietro di 50 anni, in caso di catastrofi vie di fuga bloccate»
A partire da ieri, l'Anas ha istituito - e durerà fino alla fine di gennaio - il senso unico alternato, regolato da semafori, sul viadotto Salsetto, lungo la statale 115. Nei giorni scorsi erano stati realizzati dei carotaggi.
Lunedì 3 settembre
I deputati Cinque Stelle: «Niente fondi in provincia»
«Manti stradali quasi inesistenti, pieni di buche e avvallamenti, con sieri rischi per l'incolumità degli automobilisti. Lo stato delle strade dell'Agrigentino è, per usare un eufemismo, disastroso. Ma La Regione sembra non accorgersene tant'è che, a dispetto delle numerose interrogazioni dei deputati regionali M5S, non sembra assolutamente volere correre ai ripari». «La prova lampante - affermano, visibilmente contrariati, i deputati regionali 5stelle Giovanni Di Caro e Matteo Mangiacavallo - è il fatto che le strade della nostra provincia sono state del tutto escluse dagli stanziamenti annunciati nei giorni scorsi dalla Regione per la viabilità secondaria. Dei 45 milioni stanziati non arriverà nemmeno un euro nell'Agrigentino per cercare di mettere quantomeno in sicurezza alcuni degli importanti assi viari che da anni versano in totale stato di abbandono»
.2 settembre - domenica
AGRIGENTONOTIZIE
ZERO EURO DALLA REGIONE PER LE
STRADE DELL'AGRIGENTINO M5S:"E' ASSURDO"
Manti stradali quasi inesistenti,
pieni di buche e avvallamenti, con sieri rischi per l'incolumità
degli automobilisti
Redazione
Manti stradali quasi inesistenti, pieni
di buche e avvallamenti, con sieri rischi per l'incolumità degli
automobilisti. Lo stato delle strade dell'Agrigentino è, per usare
un eufemismo, disastroso. Ma non per la Regione.
"La prova lampante - affermano,
visibilmente contrariati, i deputati regionali 5stelle Giovanni Di
Caro e Matteo Mangiacavallo - è il fatto che le strade della
nostra provincia sono state del tutto escluse dagli stanziamenti
annunciati nei giorni scorsi dalla Regione per la viabilità
secondaria. Dei 45 milioni stanziati non arriverà nemmeno un euro
nell'Agrigentino per cercare di mettere quantomeno in sicurezza
alcuni degli importanti assi viari che da anni versano in totale
stato di abbandono. Le tantissime nostre interrogazioni con cui
abbiamo denunciato i vari casi di pericolosità sono state
completamente ignorate. Dalle nostre parti si rischia la vita ogni
giorno, sottolinea Di Caro - e abbiamo potuto constatarlo de visu nel
corso del nostro recentissimo tour sulle incompiute siciliane.
Musumeci intervenga e riveda gli stanziamenti".
L'elenco delle strade pericolose e
fortemente malmesse nell'Agrigentino è quasi infinito. Di seguito i
due deputati indicano le situazioni più gravi, finite negli atti
parlamentari indirizzati all'assessore Falcone, ma rimasti lettera
morta.
"Penosa - dicono i due portavoce -
è la situazione delle strade che servono i comuni di Cianciana,
Alessandria della Rocca, San Biagio Platani, Bivona, Santo Stefano
Quisquina e che permettono di arrivare in poco tempo alla costa zona
Eraclea Minoa, Montallegro, Realmonte (scala dei Turchi), Siculiana e
Porto Empedocle. La strada provinciale 32 Cianciana - Ribera da
tempo immemore permane in uno stato di di quasi totale abbandono;
idem o quasi per la strada provinciale 45 Montevago - Salaparuta, e
per la provinciale 3 Crocca - Sant'Anna. Pessima anche la
situazione della SP 75 Siculiana - Montallegro, della SP 14
Racalmuto - Montedoro e della strada provinciale 19 San Biagio
Platani - Raffadali. Si tratta - affermano Di Caro e
Mangiacavallo - di strade quasi impercorribili, pericolosissime e
che spesso costituiscono le uniche vie di accesso ai paesi della
provincia sempre più isolata e dimenticata da questo governo
regionale".
SCRIVOLIBERO
ZERO EURO DALLA REGIONE PER LE
STRADE DELL'AGRIGENTINO M5S: "ASSURDO, IGNORATE LE NOSTRE
INTERROGAZIONI, MENTRE QUI SI RISCHIA LA VITA"
Manti stradali quasi inesistenti, pieni
di buche e avvallamenti, con sieri rischi per l'incolumità degli
automobilisti. Lo stato delle strade dell'Agrigentino è, per usare
un eufemismo, disastroso. Ma La Regione sembra non accorgersene
tant'è che, a dispetto delle numerose interrogazioni dei deputati
regionali M5S, non sembra assolutamente volere correre ai ripari.
"La prova lampante - affermano,
visibilmente contrariati, i deputati regionali 5stelle Giovanni Di
Caro e Matteo Mangiacavallo - è il fatto che le strade della
nostra provincia sono state del tutto escluse dagli stanziamenti
annunciati nei giorni scorsi dalla Regione per la viabilità
secondaria. Dei 45 milioni stanziati non arriverà nemmeno un euro
nell'Agrigentino per cercare di mettere quantomeno in sicurezza
alcuni degli importanti assi viari che da anni versano in totale
stato di abbandono. Le tantissime nostre interrogazioni con cui
abbiamo denunciato i vari casi di pericolosità sono state
completamente ignorate".
"Dalle nostre parti si rischia la
vita ogni giorno, sottolinea Di Caro - e abbiamo potuto constatarlo
de visu nel corso del nostro recentissimo tour sulle incompiute
siciliane. Musumeci intervenga e riveda gli stanziamenti".
L'elenco delle strade pericolose e
fortemente malmesse nell'Agrigentino è quasi infinito. Di seguito
i due deputati indicano le situazioni più gravi, finite negli atti
parlamentari indirizzati all'assessore Falcone, ma rimasti lettera
morta.
"Penosa - dicono i due portavoce -
è la situazione delle strade che servono i comuni di Cianciana,
Alessandria della Rocca, San Biagio Platani, Bivona, Santo Stefano
Quisquina e che permettono di arrivare in poco tempo alla costa zona
Eraclea Minoa, Montallegro, Realmonte (scala dei Turchi), Siculiana e
Porto Empedocle. La strada provinciale 32 Cianciana - Ribera da
tempo immemore permane in uno stato di di quasi totale abbandono;
idem o quasi per la strada provinciale 45 Montevago - Salaparuta, e
per la provinciale 3 Crocca - Sant'Anna. Pessima anche la
situazione della SP 75 Siculiana - Montallegro, della SP 14
Racalmuto - Montedoro e della strada provinciale 19 San Biagio
Platani - Raffadali".
"Si tratta - affermano Di Caro e
Mangiacavallo - di strade quasi impercorribili, pericolosissime e
che spesso costituiscono le uniche vie di accesso ai paesi della
provincia sempre più isolata e dimenticata da questo governo
regionale".
LA SICILIA
LE STRADE DELL'AGRIGENTINO SONO UN
DISASTRO. IL M5S: «LA REGIONE LE HA DIMENTICATE»
I deputati regionali
pentastellati Giovanni Di Caro e Matteo Mangiacavallo fanno uno
screening della situazione e denunciano lo stato di abbandono
PALERMO - «Manti stradali quasi
inesistenti, pieni di buche e avvallamenti, con seri rischi per
l'incolumità degli automobilisti. Lo stato delle strade
dell'Agrigentino è disastroso. Ma La Regione sembra non
accorgersene tant'è che, a dispetto delle numerose interrogazioni
dei deputati regionali M5S, non sembra assolutamente volere correre
ai ripari». Lo dicono i deputati regionali del M5S Giovanni Di Caro
e Matteo Mangiacavallo.
«La prova lampante - affermano - è il
fatto che le strade della nostra provincia sono state del tutto
escluse dagli stanziamenti annunciati nei giorni scorsi dalla Regione
per la viabilità secondaria. Dei 45 milioni stanziati non arriverà
nemmeno un euro nell'Agrigentino per cercare di mettere quantomeno
in sicurezza alcuni degli importanti assi viari che da anni versano
in totale stato di abbandono».
«Penosa - dicono i due portavoce - è
la situazione delle strade che servono i comuni di Cianciana,
Alessandria della Rocca, San Biagio Platani, Bivona, Santo Stefano
Quisquina e che permettono di arrivare in poco tempo alla costa di
Eraclea Minoa, Montallegro, Realmonte (scala dei Turchi), Siculiana e
Porto Empedocle. La strada provinciale 32 Cianciana-Ribera da tempo
immemore permane in uno stato di di quasi totale abbandono; idem o
quasi per la strada provinciale 45 Montevago-Salaparuta e per la
provinciale 3 Crocca-Sant'Anna. Pessima anche la situazione della SP
75 Siculiana-Montallegro, della SP 14 Racalmuto-Montedoro e della
strada provinciale 19 San Biagio Platani-Raffadali».
3 settembre - lunedì
LA SICILIA
SESTA COMMISSIONE
Palazzo Tomasi al Cua
i consiglieri comunali vogliono
vederci chiaro
Affidamento del palazzo Tomasi, la
sesta commissione consiliare vuole vederci chiaro.
A suscitare l'interesse dei consiglieri
è una nota, pubblicata dal nostro giornale, con la quale gli uffici
comunali avevano chiesto notizie al Consorzio universitario rispetto
al mantenimento di un eventuale interesse ad usare le stanze
dell'edificio di piano Sanzo, da anni abbandonato nonostante gli
interventi di recupero condotti con fondi pubblici.
Una nota che arrivava a rompere il
silenzio profondissimo che era calato sulla vicenda: era il dicembre
del 2017 quando il Municipio comunicò al Cua di non avere più le
risorse economiche per garantire larga parte del proprio contributo,
proponendo in alternativa l'uso a titolo oneroso "dell'edificio
di proprietà comunale per lo svolgimento delle attività
istituzionali di codesto Consorzio". Dopo non si era
praticamente mosso nulla, tanto che il presidente del Cua si sentì
in obbligo di "scusarsi" con il Comune, garantendo appunto
che la questione del trasloco e dell'utilizzo dei locali sarebbe
stata discussa alla prima assemblea utile.
Per il Municipio non è una questione
di secondo piano, perché è proprio grazie all'actordo sull'utilizzo
di palazzo Tomasi che per Palazzo San Domenico sarà possibile
ridurre da 150mila a 50mila euro le somme versate a titolo di
partecipazione societaria al Cua e un eventuale passo indietro del
Consorzio si tradurrebbe in una grossa gatta da pelare.
Per questo la commissione, letta la
corrispondenza intercorsa tra gli enti "manifesta perplessità"
rispetto a quanto affermato dal dirigente nella nota in quanto
l'amministrazione comunale ha pubblicamente affermato più volte come
Palazzo Tomasi avrebbe dovuto costituire la nuova sede del Consorzio
Universitario. Non si comprende aggiungono inoltre - se la nota del
dirigente responsabile sia stata redatta in maniera condivisa con
l'amministrazione o costituisca un atto autonomo da parte del
dirigente il quale ha messo a reddito unico-mobile di proprietà
comunale". Perché si parla di "messo a reddito"? Il
motivo si trova ovviamente nella lettera, che parla, oltre che del
valore dell'immobile (che avrebbe un canone d'uso comunque maggiore a
quanto il Comune dovrebbe corrispondere) anche del fatto che esso
avrà un utilizzo a titolo oneroso, senza specificare, almeno nella
lettera nulla rispetto ad una eventuale compensazione crediti-debiti.
Sul tema la Commissione si riunirà
nelle prossime settimane con una seduta ad hoc in cui verrà
ascoltato il dirigente per comprendere, appunto, se a monte di tutto
c'è una iniziativa personale o un preciso atto politico.