Giornale di sicilia
Lettera dei commissari Impossibile
fare il bilancio
Ex Province verso il default
I commissari delle ex Province si sono
praticamente arresi con una nota indirizzata al governo regionale:
«Impossibile fare il bilancio, pronti a dichiarare fallimento». La
lettera, in realtà molto più articolata, è l'ultimo atto di una
disperata caccia ai finanziamenti. Resa ancora più disperata perchè
anche i soldi promessi dalla Regione sono di fatto serviti solo a
pagare (e per di più in parte) il balzello che lo Stato ha imposto
per ripianare il proprio bilanc i o. Al default manca poco più di un
mese, il 31 ottobre sarà inevitabile. «Per effetto di uno
scellerato accordo fra il governo Crocetta e il governo Renzi -
commenta Raimondo Cerami, magistrato in pensione che guida l'ex
Provincia di Trapani - tutti i liberi consorzi e le città
metropolitane sono obbligati a versare allo Stato un contributo di
finanza pubblica. Nel nostro caso si tratta di circa 24 milioni. Per
gli altri liberi consorzi la cifra è simile. Il problema è che
nessuno ha questi soldi». Nel 2017 il contributo delle ex Province
siciliane allo Stato ha toccato i 266 milioni e - si legge nel
documento inviato all'assessore all'Eco - nomia Gaetano Armao -
la Regione ha stanziato solo 112,5 milioni. Per il 2018 il budget
regionale è sceso a 91 milioni mentre il contributo da versare allo
Stato è più o meno invariato. Da qui l'allarme di Cerami: «In
base alle nuove norme di contabilità, ribadite dalla Corte dei
Conti, anche il contributo da versare allo Stato va iscritto in
bilancio al pari di spese per stipendi, fornitori e investimenti. E
poichè in questo modo la Provincia dovrebbe segnare un rosso di
circa 15 milioni io finora non ho potuto far approvare il bilancio
2018. E siamo già a settembre. Il termine scade a fine ottobre poi
dovremmo dichiarare il default». L'allarme viaggia in forma
ufficiale in un documento firmato da tutti i commissari di liberi
consorzi e città metropolitane: «C'è la necessità che le
manovre di finanza pubblica nazionale vengano compensate
integralmente dai trasferimenti regionali in quanto per garantire gli
equilibri di bilancio pluriennale non è possibile ridurre
ulteriormente la spesa corrente». Il documento si chiude con la
conferma che «non sarà possibile predisporre qualsiasi proposta di
bilancio». Per questo i commissari chiedono uno stanziamento
straordinario di 300 milioni nel triennio. La situazione è aggravata
dalle difficoltà che la stessa Regione sta vivendo: «Quello delle
Province è un problema reale - ha ammesso ieri l'assessore Gaetano
Armao - a cui stiamo lavorando per trovare una soluzione».
Nell'attesa, avverte ancora Cerami, c'è un altro boomerang in
arrivo: «Se non approviamo i bilanci non possiamo neanche incassare
le somme che lo Stato ha stanziato per gli investimenti in strade e
scuole. In pratica, da un lato non avremmo i soldi per garantire
stipendi e pagamenti ai fornitori, dall'altro perderemmo anche le
somme stanziate per risolvere le e m e rge n ze » . Per questo
motivo i commissari, dopo aver inviato il documento ad Armao,
chiedono di poter discutere dell'emergenza direttamente col
presidente Musumeci.
Agrigentonotizie.it
Le
Vie dei Tesori, secondo weekend alla scoperta della chiesa di San
Pietro
Tutto
pronto per il secondo weekend de Le Vie dei Tesori ad Agrigento. Sono
17 i luoghi da scoprire in città, tra cui la chiesa di San Pietro,
raccontata da Pirandello nella novella "La Madonnina". Ora
la chiesa è tornata alla vita e può mostrare il suo tesoro: 12
affreschi del settecentesco pittore palermitano Giuseppe Crestadoro,
sulla vita di San Pietro.
La
chiesa di San Pietro è un minuscolo gioiello e sarà aperta solo
venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Ma se invece
volete perdervi tra piante mediterranee ed essenze, fa per voi un
piccolo angolo di paradiso terrestre: il giardino botanico vanta
oltre ventimila piante, disseminate in settantamila metri quadrati di
verde dentro la Valle dei Templi, a poche decine di metri dal parco
archeologico. E visto che siete in zona, non perdete i nuovi scavi
della Valle, il teatro ellenistico e le terme romane scoperte
da pochi mesi. Insomma, Agrigento mantiene le promesse e
bissa l'esperienza del festival che apre e "racconta" i luoghi
già da dodici anni a Palermo, ma che dall'anno scorso si è
allargato all'intera Sicilia: da non perdere anche il Palazzo
della Provincia, edificio ottocentesco fuori porta, nato come ospizio
per gli orfani e poi mutato in archivio di stato, poi Prefettura e
infine Provincia regionale (oggi Libero Consorzio). Ma la biblioteca
resta sempre la sua principale ricchezza: seimila volumi e alcuni
esemplari rari, come alcuni tomi dell'Encyclopédie di Diderot
e D'Alembert.
Da
non dimenticare: a Santa Maria dei Greci sarà
eccezionalmente visitabile il crepidoma (la piattaforma a
gradini) appena scoperto, con la cripta e il colatoio. E che nella
nascosta Biblioteca Lucchesiana ci sono 60 mila preziosi
volumi (manoscritti, incunaboli, testi arabi e codici miniati) tra le
volute del Marvuglia. Inoltre, su www.leviedeitesori.it si
può già prenotare per il prossimo weekend, sia la visita guidata
con degustazione di vini Planeta al Museo Diocesano (venerdì
28 dicembre, dalle 19) che l'unica "passeggiata
chiaramontana"(domenica 30 settembre, alle 10.30 da Porta di
Ponte) costruita per rievocare, attraverso i luoghi, alcuni
personaggi della storia trecentesca agrigentina, arricchiti da
insoliti racconti della loro quotidianità.
Raccolta
differenziata dei rifiuti, via al nuovo appalto del servizio
Rifiuti,
si parte con il nuovo appalto. Oggi, infatti, le ditte daranno via al
contratto aggiudicato in estate ma, fino a ieri, ancor non operativo
a causa di asserite problematiche organizzative. Queste riguardavano
non solo l'acquisto di nuovi mezzi - che agevoleranno soprattutto la
raccolta - ma anche la nuova organizzazione da un punto di vista
delle risorse umane, dato che dieci lavoratori del cantiere di
Agrigento dovranno essere spostati su quello di Licata ed essere
sostituiti con operatori della Srr. Così, nelle more, l'accordo
trovato con le ditte - che del resto sono sempre le stesse ormai da
diversi anni grazie a ripetute proroghe al servizio - prevede che il
privato provveda man mano con il passare delle settimane ad attivare
i diversi servizi del nuovo appalto, definito "risolutivo"
dall'amministrazione comunale. Dovrebbero quindi partire, quasi
nell'immediato più di una decina di mini isole ecologiche
disseminate in tutto il territorio comunale (in particolare nelle
zone oggi non servite dal porta a porta e nel centro storico) e, con
l'arrivo delle nuove spazzatrici, sarà data una spinta maggiore al
servizio di pulizia meccanizzato, già presente nel precedente
appalto ma praticamente sottoutilizzato. "
corriere.it
Pensioni,
il cantiere aperto per arrivare a «quota 100»
Il
cantiere delle pensioni è forse il più delicato fra quelli aperti
sulla legge di Bilancio 2019 che il governo presenterà a metà
ottobre. Sia perché mandare le persone in pensione prima rischia di
provocare reazioni negative sui mercati e da parte della commissione
europea. Sia perché la famosa «quota cento» di cui si sta
discutendo costerebbe, secondo le stime arrivate al ministero del
Lavoro, qualcosa come 8 miliardi nel 2019 e ancora di più negli anni
successivi. Per questo sul tavolo ci sono diverse ipotesi di riserva,
fino a quelle che minimizzerebbero i costi a un paio di miliardi. Un
aiuto verrebbe poi da imprese e sindacati, con i quali il governo sta
riservatamente ragionando di un accordo quadro per il «Ricambio
generazionale» che dia il via a fondi di categoria di
prepensionamento (fino a 5 anni) che si farebbero carico di parte dei
costi delle uscite dei lavoratori in esubero.
Ma
partiamo dalle norme attuali, frutto della Fornero e delle riforme
precedenti. Dal primo gennaio 2019 per andare in pensione di
vecchiaia servono 67 anni d'età (e 20 anni di contributi). È
possibile anche la pensione anticipata, ma per accedervi, sempre dal
prossimo gennaio, occorrono, a prescindere dall'età, almeno 43
anni e 3 mesi di contributi per i lavoratori, un anno in meno per le
lavoratrici. L'ipotesi «quota cento» prevede l'accesso alla
pensione già a 62 anni d'età, purché si abbiano 38 anni di
contributi (la somma fa appunto 100). Ma si potrebbe lasciare il
lavoro anche a 63 anni (con 37 di contributi), a 64 (con 36) e a 65
(con 35). Questa appena illustrata è l'ipotesi più generosa.
Consentirebbe a una platea potenziale di 492mila lavoratori di andare
in pensione nel 2019. Il costo sarebbe appunto di circa 8 miliardi.
Che salirebbe se, come vuole Matteo Salvini, si abbassasse a 41 anni
e mezzo anche il requisito per la pensione anticipata.
Per
contenere i costi ci sono varie possibilità. La prima prevede di
alzare l'asticella del minimo di contributi richiesto per quota
100. Se si portasse a 36 (facendo fuori la combinazione 65 anni + 35
di versamenti) la platea di potenziali pensionati in più scenderebbe
a 450 mila. Se il limite salisse a 37 anni di contributi la platea si
ridurrebbe a 433mila e la spesa aggiuntiva a 7 miliardi. Ancora
troppo. Ecco perché si studiano anche altre ipotesi: applicare il
ricalcolo contributivo (sui versamenti dal 1996 in poi) per chi va in
pensione con quota 100, che significherebbe prendere un assegno più
basso (del 10-15% nella gran parte dei casi); consentire non più di
due anni di contributi figurativi e agganciare quota 100 agli scatti
biennali della speranza di vita. Infine, l'ipotesi più restrittiva
prevede di limitare nel primo anno quota 100 solo a determinate
categorie di lavoratori svantaggiati,sulla falsa riga dell'Ape
sociale (ne beneficiano a 63 anni e 36 di contributi disoccupati,
invalidi e lavoratori con disabili a carico e, a 63 anni e 30 di
contributi, chi svolge lavori gravosi).
TELEACRAS.IT
Consorzio
universitario Agrigento, la Corte dei Conti condanna Mifsud
La
Corte dei Conti ha condannato in contumacia, perché non si è mai
presentato al cospetto dei giudici, l'ex presidente del consiglio
di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento, Joseph
Mifsud, a risarcire allo stesso Consorzio oltre 49.300 euro. Si
tratta della cifra che comprende lo stipendio e l'indennità di
risultato dell'ex segretario generale Giuseppe Vella, oggi a
Palermo. Tale compenso, secondo i magistrati contabili, è stato non
ancorato ad alcun parametro di riferimento e notevolmente superiore a
quanto corrisposto al predecessore di Vella nell'incarico sia alla
Provincia di Agrigento che al Consorzio universitario. Infatti, in
sentenza la Corte dei Conti scrive testualmente: "Non sussistono
dubbi quanto al rapporto di causalità tra la condotta del convenuto
e il danno cagionato al Consorzio in quanto è stato il Mifsud, nella
qualità di presidente, a formalizzare l'incarico al Vella
individuandone anche la retribuzione. Altrettanto evidente è poi la
natura gravemente colposa del comportamento del convenuto che, non
solo ha tralasciato di considerare le fondamentali norme di legge in
materia ma, anche da un punto di vista meramente fattuale, si è
immotivatamente discostato dal compenso precedentemente liquidato per
il medesimo incarico al predecessore del Vella".