/ Rassegna stampa » 2018 » Settembre » 20 » rassegna stampa del 20 settembre 2018
 

rassegna stampa del 20 settembre 2018

Giornale di sicilia

Lettera dei commissari Impossibile fare il bilancio Ex Province verso il default

I commissari delle ex Province si sono praticamente arresi con una nota indirizzata al governo regionale: «Impossibile fare il bilancio, pronti a dichiarare fallimento». La lettera, in realtà molto più articolata, è l'ultimo atto di una disperata caccia ai finanziamenti. Resa ancora più disperata perchè anche i soldi promessi dalla Regione sono di fatto serviti solo a pagare (e per di più in parte) il balzello che lo Stato ha imposto per ripianare il proprio bilanc i o. Al default manca poco più di un mese, il 31 ottobre sarà inevitabile. «Per effetto di uno scellerato accordo fra il governo Crocetta e il governo Renzi - commenta Raimondo Cerami, magistrato in pensione che guida l'ex Provincia di Trapani - tutti i liberi consorzi e le città metropolitane sono obbligati a versare allo Stato un contributo di finanza pubblica. Nel nostro caso si tratta di circa 24 milioni. Per gli altri liberi consorzi la cifra è simile. Il problema è che nessuno ha questi soldi». Nel 2017 il contributo delle ex Province siciliane allo Stato ha toccato i 266 milioni e - si legge nel documento inviato all'assessore all'Eco - nomia Gaetano Armao - la Regione ha stanziato solo 112,5 milioni. Per il 2018 il budget regionale è sceso a 91 milioni mentre il contributo da versare allo Stato è più o meno invariato. Da qui l'allarme di Cerami: «In base alle nuove norme di contabilità, ribadite dalla Corte dei Conti, anche il contributo da versare allo Stato va iscritto in bilancio al pari di spese per stipendi, fornitori e investimenti. E poichè in questo modo la Provincia dovrebbe segnare un rosso di circa 15 milioni io finora non ho potuto far approvare il bilancio 2018. E siamo già a settembre. Il termine scade a fine ottobre poi dovremmo dichiarare il default». L'allarme viaggia in forma ufficiale in un documento firmato da tutti i commissari di liberi consorzi e città metropolitane: «C'è la necessità che le manovre di finanza pubblica nazionale vengano compensate integralmente dai trasferimenti regionali in quanto per garantire gli equilibri di bilancio pluriennale non è possibile ridurre ulteriormente la spesa corrente». Il documento si chiude con la conferma che «non sarà possibile predisporre qualsiasi proposta di bilancio». Per questo i commissari chiedono uno stanziamento straordinario di 300 milioni nel triennio. La situazione è aggravata dalle difficoltà che la stessa Regione sta vivendo: «Quello delle Province è un problema reale - ha ammesso ieri l'assessore Gaetano Armao - a cui stiamo lavorando per trovare una soluzione». Nell'attesa, avverte ancora Cerami, c'è un altro boomerang in arrivo: «Se non approviamo i bilanci non possiamo neanche incassare le somme che lo Stato ha stanziato per gli investimenti in strade e scuole. In pratica, da un lato non avremmo i soldi per garantire stipendi e pagamenti ai fornitori, dall'altro perderemmo anche le somme stanziate per risolvere le e m e rge n ze » . Per questo motivo i commissari, dopo aver inviato il documento ad Armao, chiedono di poter discutere dell'emergenza direttamente col presidente Musumeci.

Agrigentonotizie.it

Le Vie dei Tesori, secondo weekend alla scoperta della chiesa di San Pietro


Tutto pronto per il secondo weekend de Le Vie dei Tesori ad Agrigento. Sono 17 i luoghi da scoprire in città, tra cui la chiesa di San Pietro, raccontata da Pirandello nella novella "La Madonnina". Ora la chiesa è tornata alla vita e può mostrare il suo tesoro: 12 affreschi del settecentesco pittore palermitano Giuseppe Crestadoro, sulla vita di San Pietro.  La chiesa di San Pietro è un minuscolo gioiello e sarà aperta solo venerdì e sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20. Ma se invece volete perdervi tra piante mediterranee ed essenze, fa per voi un piccolo angolo di paradiso terrestre: il giardino botanico vanta oltre ventimila piante, disseminate in settantamila metri quadrati di verde dentro la Valle dei Templi, a poche decine di metri dal parco archeologico. E visto che siete in zona, non perdete i nuovi scavi della Valle, il teatro ellenistico e le terme romane scoperte da pochi mesi.  Insomma, Agrigento mantiene le promesse e bissa l'esperienza del festival che apre e "racconta" i luoghi già da dodici anni a Palermo, ma che dall'anno scorso si è allargato all'intera Sicilia: da non perdere anche il Palazzo della Provincia, edificio ottocentesco fuori porta, nato come ospizio per gli orfani e poi mutato in archivio di stato, poi Prefettura e infine Provincia regionale (oggi Libero Consorzio). Ma la biblioteca resta sempre la sua principale ricchezza: seimila volumi e alcuni esemplari rari, come alcuni tomi dell'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert.  Da non dimenticare: a Santa Maria dei Greci sarà eccezionalmente visitabile il crepidoma (la piattaforma a gradini) appena scoperto, con la cripta e il colatoio. E che nella nascosta Biblioteca Lucchesiana ci sono 60 mila preziosi volumi (manoscritti, incunaboli, testi arabi e codici miniati) tra le volute del Marvuglia. Inoltre, su www.leviedeitesori.it si può già prenotare per il prossimo weekend, sia la visita guidata con degustazione di vini Planeta al Museo Diocesano (venerdì 28 dicembre, dalle 19) che l'unica "passeggiata chiaramontana"(domenica 30 settembre, alle 10.30 da Porta di Ponte) costruita per rievocare, attraverso i luoghi, alcuni personaggi della storia trecentesca agrigentina, arricchiti da insoliti racconti della loro quotidianità.



Raccolta differenziata dei rifiuti, via al nuovo appalto del servizio

Rifiuti, si parte con il nuovo appalto. Oggi, infatti, le ditte daranno via al contratto aggiudicato in estate ma, fino a ieri, ancor non operativo a causa di asserite problematiche organizzative. Queste riguardavano non solo l'acquisto di nuovi mezzi - che agevoleranno soprattutto la raccolta - ma anche la nuova organizzazione da un punto di vista delle risorse umane, dato che dieci lavoratori del cantiere di Agrigento dovranno essere spostati su quello di Licata ed essere sostituiti con operatori della Srr. Così, nelle more, l'accordo trovato con le ditte - che del resto sono sempre le stesse ormai da diversi anni grazie a ripetute proroghe al servizio - prevede che il privato provveda man mano con il passare delle settimane ad attivare i diversi servizi del nuovo appalto, definito "risolutivo" dall'amministrazione comunale. Dovrebbero quindi partire, quasi nell'immediato più di una decina di mini isole ecologiche disseminate in tutto il territorio comunale (in particolare nelle zone oggi non servite dal porta a porta e nel centro storico) e, con l'arrivo delle nuove spazzatrici, sarà data una spinta maggiore al servizio di pulizia meccanizzato, già presente nel precedente appalto ma praticamente sottoutilizzato. "


corriere.it
Pensioni, il cantiere aperto per arrivare a «quota 100»

Il cantiere delle pensioni è forse il più delicato fra quelli aperti sulla legge di Bilancio 2019 che il governo presenterà a metà ottobre. Sia perché mandare le persone in pensione prima rischia di provocare reazioni negative sui mercati e da parte della commissione europea. Sia perché la famosa «quota cento» di cui si sta discutendo costerebbe, secondo le stime arrivate al ministero del Lavoro, qualcosa come 8 miliardi nel 2019 e ancora di più negli anni successivi. Per questo sul tavolo ci sono diverse ipotesi di riserva, fino a quelle che minimizzerebbero i costi a un paio di miliardi. Un aiuto verrebbe poi da imprese e sindacati, con i quali il governo sta riservatamente ragionando di un accordo quadro per il «Ricambio generazionale» che dia il via a fondi di categoria di prepensionamento (fino a 5 anni) che si farebbero carico di parte dei costi delle uscite dei lavoratori in esubero. Ma partiamo dalle norme attuali, frutto della Fornero e delle riforme precedenti. Dal primo gennaio 2019 per andare in pensione di vecchiaia servono 67 anni d'età (e 20 anni di contributi). È possibile anche la pensione anticipata, ma per accedervi, sempre dal prossimo gennaio, occorrono, a prescindere dall'età, almeno 43 anni e 3 mesi di contributi per i lavoratori, un anno in meno per le lavoratrici. L'ipotesi «quota cento» prevede l'accesso alla pensione già a 62 anni d'età, purché si abbiano 38 anni di contributi (la somma fa appunto 100). Ma si potrebbe lasciare il lavoro anche a 63 anni (con 37 di contributi), a 64 (con 36) e a 65 (con 35). Questa appena illustrata è l'ipotesi più generosa. Consentirebbe a una platea potenziale di 492mila lavoratori di andare in pensione nel 2019. Il costo sarebbe appunto di circa 8 miliardi. Che salirebbe se, come vuole Matteo Salvini, si abbassasse a 41 anni e mezzo anche il requisito per la pensione anticipata. Per contenere i costi ci sono varie possibilità. La prima prevede di alzare l'asticella del minimo di contributi richiesto per quota 100. Se si portasse a 36 (facendo fuori la combinazione 65 anni + 35 di versamenti) la platea di potenziali pensionati in più scenderebbe a 450 mila. Se il limite salisse a 37 anni di contributi la platea si ridurrebbe a 433mila e la spesa aggiuntiva a 7 miliardi. Ancora troppo. Ecco perché si studiano anche altre ipotesi: applicare il ricalcolo contributivo (sui versamenti dal 1996 in poi) per chi va in pensione con quota 100, che significherebbe prendere un assegno più basso (del 10-15% nella gran parte dei casi); consentire non più di due anni di contributi figurativi e agganciare quota 100 agli scatti biennali della speranza di vita. Infine, l'ipotesi più restrittiva prevede di limitare nel primo anno quota 100 solo a determinate categorie di lavoratori svantaggiati,sulla falsa riga dell'Ape sociale (ne beneficiano a 63 anni e 36 di contributi disoccupati, invalidi e lavoratori con disabili a carico e, a 63 anni e 30 di contributi, chi svolge lavori gravosi).

TELEACRAS.IT
Consorzio universitario Agrigento, la Corte dei Conti condanna Mifsud

La Corte dei Conti ha condannato in contumacia, perché non si è mai presentato al cospetto dei giudici, l'ex presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio universitario di Agrigento, Joseph Mifsud, a risarcire allo stesso Consorzio oltre 49.300 euro. Si tratta della cifra che comprende lo stipendio e l'indennità di risultato dell'ex segretario generale Giuseppe Vella, oggi a Palermo. Tale compenso, secondo i magistrati contabili, è stato non ancorato ad alcun parametro di riferimento e notevolmente superiore a quanto corrisposto al predecessore di Vella nell'incarico sia alla Provincia di Agrigento che al Consorzio universitario. Infatti, in sentenza la Corte dei Conti scrive testualmente: "Non sussistono dubbi quanto al rapporto di causalità tra la condotta del convenuto e il danno cagionato al Consorzio in quanto è stato il Mifsud, nella qualità di presidente, a formalizzare l'incarico al Vella individuandone anche la retribuzione. Altrettanto evidente è poi la natura gravemente colposa del comportamento del convenuto che, non solo ha tralasciato di considerare le fondamentali norme di legge in materia ma, anche da un punto di vista meramente fattuale, si è immotivatamente discostato dal compenso precedentemente liquidato per il medesimo incarico al predecessore del Vella".

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO