/ Rassegna stampa » 2018 » Ottobre » 1 » rassegna stampa dal 29 settembre al 1 ottobre 2018
 

rassegna stampa dal 29 settembre al 1 ottobre 2018

Giornale di Sicilia

Sabato 29 settembre 2018

Assemblea dell'Ati provinciale
Il caso Girgenti Acque
Arriva il sì alla rescissione

Ma il percorso è ancora lungo e tortuoso
La rescissione con Girgenti Acque
è cosa fatta. Almeno sulla carta. Alla riunione dell'Ati idrico, l'ambito territoriale che riunisce i sindaci della provincia, compresi coloro che non hanno ceduto le reti alla società di Marco Campione, la notizia è che il percorso verso la rescissione è stato intrapreso, ma sarà lungo e tortuoso. Stando all'avvocato Mazzarella, scelto dall'Ati per occuparsi del caso, alla luce del tempo passato dalla diffida lanciata a Girgenti Acque, nella quale venivano descritte  tutte le inadempienze dell'ente gestore, la convenzione con la società può considerarsi risolta. «L'avvocato ha fatto presente che tutti i termini di diffida sono scaduti - ha spiegato Francesca Valenti, sindaco di Sciacca e attuale presidente dell'organo - Oggi quindi possiamo tirare le somme: riteniamo risolta la convenzione. Cosa ci aspetta? -chiarisce Valenti - L'Ati può dichiarare la risoluzione del contratto, a quel punto il gestore ci farà causa in un giudizio che dovremo affrontare. La convenzione è comunque risolta». Nei fatti però la questione è più complessa in quanto, ci sono ancora vari passaggi da seguire prima di sciogliere la convenzione con Girgenti Acque. Non appena verrà presentato il documento di fine della convenzione, nella quale verrà illustrato anche il futuro per i paesi che hanno ceduto le reti (documento che probabilmente dovrà essere approvato dai consigli  comunali) è già certa il ricorsodell'ente gestore, pronto alle battaglie legali. Costose. Questo punto economico è infatti già considerato dall'Ati. «Questo giudizio avrà un costo per i legali e consulenti - spiega Valenti - oggi non abbiamo indicazione sui costi che comunque dovranno essere sostenuti dall'Ati. Altro punto importante sarà poi la richiesta di risarcimento da parte dell'ente gestore per lo scioglimento anticipato del contratto, ma su questo l'organo ha pochi dubbi: Visto che già esistono dei contenziosi riguardanti le inadempienze dell'ente gestore, gli avvocati assicurano che non esistono i margini per nuovi atti di contenzioso. Ultimo punto da chiarire è la gestione dell'acqua dopo lo scioglimento della convenzione, prima del ritorno alla rete pubblica: In base alla convenzione - chiarisce Valenti - il gestore dovrà garantire il servizio fino alla soluzione alternativa». A breve l'organo si riunirà ancora per l'approvazione dei nuovi documenti, intanto entrati a far parte del Cda il sindaco di Bivona Milko Cinà e quello di Canicattì Ettore di Ventura, ad occupare i posti vacanti, lasciati da sindaci non più in carica dopo le ultime elezioni. I nomi dei due nuovi componenti sono stati votati all'unanimità, dopo riunioni preliminari avvenute prima della conferenza, nelle stanze degli uffici dell'ambito territoriale. (*ADS*)

Nell'area di contrada Calandra
Centro di raccolta rifiuti
Blitz interforze a Canicattì

Nuovi controlli di polizia e tecnici dell'Arpa
Enzo Gallo
CANICATTÌ
L'ambiente ed il territorio comunale sotto osservazione da parte degli organismi preposti. La scorsa settimana e giovedì scorso in città sono arrivati i funzionari dell'Arpa - Autorità Regionale Protezione Ambiente assieme a personale della Polizia Provinciale. Organismi che di solito si occupano,  quando girano assieme, di verificare la violazione delle norme in materia di prevenzione dell'inquinamento ed in materia di tutela dell'ambiente. Secondo indiscrezioni il primo controllo, quello della scorsa settimana, sarebbe stato a più ampio raggio ma sarebbe finito per puntare la maggiore attenzione sul Centro di raccolta rifiuti differenziati di contrada Calandra dove c'è anche la tramoggia per il carico nei «siluri»,  cioè contenitori di particolare capienza,dei rifiuti indifferenziati che devono raggiungere le discariche in giro per la Sicilia. Proprio l'uso della tramoggia e la concessione della stessa al vicino comune di Licata è stato oggetto di un'interrogazione in consiglio comunale cui ha risposto l'assessore all'Igiene del comune di Canicattì, Roberto Vella, dicendo che «si tratta di una cortesia e di un mutuo soccorso che non necessita di autorizzazione ». L'attenzione comunque, almeno per il momento, non pare essere indirizzata sull'utilizzo della tramoggia ma a quanto ruota intorno allo svolgimento dei servizi dentro e fuori l'area dell'ex mattatoio intercomunale e a breve anche l'ex Foro Boario. A questi controlli svolti con particolare discrezione e senza clamore si è aggiunto un autentico blitz sempre della polizia sia di Stato che Provinciale ancora in contrada Calandra proprio mentre si stava realizzando lo smantellamento del Centro di raccolta e conferimento dei rifiuti differenziati che dal primo ottobre dovrebbe tornare operativo ma nella vasta area dell'ex Foro Boario. La notizia della serie di controlli congiunti  in contrada Calandra è stata confermata dal sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, che però precisa: «Io non c'ero perché impegnato fuori città. Per l'amministrazione erano presenti l'assessore all'Igiene, Roberto Vella, ed il nuovo responsabile del servizio il funzionario Angela Carrubba». Ritornando al controllo, bocche cucite da parte dei responsabili degli uffici che sono intervenuti giovedì pomeriggio e di tutti i soggetti interessati a qualsiasi titolo. Resta il fatto però che il sopralluogo si è protratto con il personale del commissariato di pubblica sicurezza, quello della polizia provinciale, ed i tecnici dell'Arpa che oltre a voler accertare la situazione igienico- sanitaria dell'area di contrada Calandra si è spostato in via Cesare Battisti sede della direzione Territorio Ambiente e di diversi uffici che si occupano di Igiene e dei relativi servizi. L'accesso sarebbe servito ad acquisire elementi di valutazione dellaposizione di alcuni dipendenti che prestano servizio con le imprese che si occupano della raccolta e smaltimento dei rifiuti in città utilizzando gli uffici e le attrezzature comunali. (* EG*)

Domenica 30 settembre 2018

Dopo l'avvio dell'iter di rescissone da parte dei sindaci
Girgenti Acque accusa l'Ati: «Siete voi gli inadempienti»

L'ente gestore presenta un documento di 87 pagine in cui dà la sua versione. La società chiede 76 milioni di risarcimento
Alan David Scifo

Il giorno dopo la riunione Ati che sancisce, almeno sulla carta la rescissione del contratto tra Girgenti Acque e i paesi consegnatari, secondo quanto detto dal presidente Francesca Valenti, sindaco di Sciacca, si fa sentire Girgenti Acque, che in un documento risponde punto su punto alle accuse di inadempienze inserite dall'Ati nella diffida inviata alla società idrica. In 87 pagine la società mette nero su bianco quelle che invece sono le inadempienze dell'Ati e dei paesi appartenenti all'Ambito, su tutte la mancata consegna integrale di reti impianti e fonti sorgentizie ricomprese nel piano D'ambito. «Fin dalla stipula della convenzione - si legge - il concedente ha omesso di consegnare a Girgenti Acque tutte le reti, fonti sorgentizie e impianti ricompresi nei comuni d'ambito», una questione per la quale i comuni non  consegnatari, 16, fanno già i conti con una causa milionaria. «Il pregiudizio causato al gestore - si legge ancora - risulta aggravato dalla perdurante inerzia del concedente, il quale, a fronte di inviti e diffide, non ha ritenuto opportuno adottare alcun rimedio a salvaguarda del gestore». Questi comportamenti hanno portato la società a mettere in mora l'Ati con delle diffide, e alla fine a proporre un'azione risarcitoria al Tar di Palermo di più di 76 milioni di euro. Nel documento si evidenziano poi altri inadempienze, come il mancato aggiornamento della tariffa, rilevando le mancate applicazioni delle tariffe d'ambito nel periodo 2008-2011 e le inadeguatezze delle tariffe nei trienni 2012-2015 e 2016-2019. Dopo le accuse il documento replica alle contestazione arrivate dall'Ati, sia dal punto di vista giuridico, elencando tutti i passaggi che hanno portato all'attuale situazione societaria, poi dedicandosi agli argomenti che toccano da vicino i cittadini come la non potabilità dell'acqua, la cui causa è da addossare - stando al documento - «alle precarie condizioni di conservazione e funzionalità delle reti idriche acquisite dai precedenti gestori e per le quali non è stato possibile effettuare i necessari interventi di sostituzione » e comunque a fattori non riconducibili a Girgenti Acque. (*ADS*)


Una giornata lunghissima.
Per dodici ore, isolati all'hotel Federico II di Pergusa. Musumeci e gli assessori hanno deciso di riscrivere il piano di spesa dei fondi di Sviluppo e coesione, cancellando quello di Crocetta, portare la Finanziaria all'Ars entro il 31 dicembre e rafforzare gli organici della Regione subito, reclutando nuovo personale dall'esterno per accelerare l'in - vestimento dei fondi europei. È stato un confronto su tutte le emergenze che la Regione dovrà affrontare da qui ai prossimi tre mesi. La principale sul tappeto riguarda le Province e in parte i Comuni. Musumeci ha ammesso che il governo non sa dove trovare i 200 milioni che servirebbero alle Province per evitare il default entro fine ottobre: l'assest amento di bilancio che l'assessore Gaetano Armao presenterà all'Ars fra dieci giorni non conterrà alcuna soluzione per gli enti locali. «Attendiamo una risposta dal governo nazionale. Non possiamo essere noi a sobbarcarci il peso del contributo da 200 milioni che lo Stato ha chiesto alle Province per risanare il proprio bilancio», ha detto Musumeci. Per quanto riguarda la Finanziaria Musumeci ha confermato che «il governo vuole evitare l'esercizio provvisorio. Gli uffici studieranno in questi giorni se le misure della legge di Stabilità nazionale comportano danni per la Regione. Poi presenteremo il nostro bilancio nei tempi stabiliti». Anche se su questo punto è fortissimo lo scetticismo dei partiti all'Ars. L'altra emergenza è l'a cce l e r a z i o n e della spesa dei fondi europei: entro fine anno bisogna certificare fra i 600 e i 700 milioni. La Regione è in ritardo e per questo motivo Musumeci ha deciso di« rafforzare tutti i dipartimenti che si occupano di fondi europei. La prima soluzione è affidare al Formez una selezione di personale esterno che poi verrebbe utilizzato da noi. Poi potremmo anche dirottare negli assessorati personale oggi in servizio nelle nostre partecipate». L'obiett ivo è avere subito «alcune decine di persone» e contrattualizzarle per almeno uno o due anni. L'ultima decisione presa ieri riguarda la riscrittura del piano di investimento dei 2 miliardi di fondi di Sviluppo e Coesione. «Cercheremo di eliminare gli stanziamenti per progetti non ancora esecutivi - ha detto Musumeci - concentrando le risorse in opere più facili da avviare per viabilità, tutela del territorio, recupero dei centri storici, edilizia scolastica e beni culturali». L'investimento di questi fondi «dovrà privilegiare il coinvolgimento delle piccole e medie imprese del territorio», ha aggiunto il presidente. Nell'attesa di avviare le soluzioni alle grandi emergenze, il governo ieri ha annunciato anche una serie di finanziamenti. È pronto a un maxi bando da 50 milioni a cui possono partecipare sia i privati che le associazioni e gli enti locali per ottenere risorse da destinare alla salvaguardia dei boschi da incendi e calamità naturali. Il bando mette in palio i fondi europei del Psr ed è stato predisposto da dipartimento Sviluppo Rurale dell'assesso - rato all'Agricoltura. Le domande di partecipazione - annuncia l'a s s e s s o re Edy Bandiera - potranno essere caricate sul portale Sian, a partire dal primo dicembre 2018 e sino al 29 maggio 2019. L'assessore all'Istruzione, Roberto Lagalla, ha invece annunciato uno stanziamento di 76 milioni per l'edili - zia scolastica: «Alle risorse in arrivo per il piano dell'edilizia scolastica 2018/20 si aggiungono 76.851.096 euro derivanti da economie maturate fino al 2017, che permetteranno l'avvio immediato di ulteriori interventi di riqualificazione degli edifici scolastici attraverso lo scorrimento della preesistente graduatoria. Sono previste operazioni di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza, utili per gli istituti che hanno già effettuato le indagini diagnostiche, interventi di adeguamento antisismico e strutturale». Palermo e Messina sono le province che riceveranno maggiori risorse: nel primo caso sono stati assegnati 17.022.337 euro, in riva allo Stretto arrivano 17.957.142 euro. Alla provincia di Agrigento andranno 16.622.623 euro, a Caltanissetta 2.647.720, ad Enna 5.306.300, a Ragusa 3.882.000 euro, a Siracusa 1.585.840 e per la riqualificazione degli edifici scolastici di Trapani saranno destinate risorse per un ammontare di 1.570.600 euro

Lunedì 1 ottobre 2018

Giunta riunita in conclave a Pergusa Caccia ai fondi per le Province
Un rebus la manovra regionale

Giacinto Pipitone
PALERMO
Una giornata lunghissima. Per dodici ore, isolati all'hotel Federico II di Pergusa. Musumeci e gli assessori hanno deciso di riscrivere il piano di spesa dei fondi di Sviluppo e coesione, cancellando quello di Crocetta, portare la Finanziaria all'Ars entro il 31 dicembre e rafforzare gli organici della Regione subito, reclutando nuovo personale dall'esterno per accelerare l'investimento dei fondi europei. È stato un confronto su tutte le emergenze che la Regione dovrà affrontare da qui ai prossimi tre mesi. La principale sul tappeto riguarda le Province e in parte i Comuni. Musumeci ha ammesso che il governo non sa dove trovare i 200 milioni che servirebbero alle Province per evitare il default entro fine ottobre: l'assestamento di bilancio che l'assessore Gaetano Armao presenterà all'Ars fra dieci giorni non conterrà alcuna soluzione per gli enti locali. «Attendiamo una risposta dal governo nazionale. Non possiamo essere noi a sobbarcarci il peso del contributo da 200 milioni che lo Stato ha chiesto alle Province per risanare il proprio bilancio», ha detto Musumeci. Per quanto riguarda la Finanziaria Musumeci ha confermato che «il governo vuole evitare l'esercizio provvisorio. Gli uffici studieranno in questi giorni se le misure della legge di Stabilità nazionale comportano danni per la Regione. Poi presenteremo il nostro bilancio nei tempi stabiliti». Anche se su questo punto è fortissimo lo scetticismo dei partiti all'Ars. L'altra emergenza è l'accelerazione della spesa dei fondi europei: entro fine anno bisogna certificare fra i 600 e i 700 milioni. La Regione è in ritardo e per questo motivo Musumeci ha deciso di« rafforzare tutti i dipartimenti che si occupano di fondi europei. La prima soluzione è affidare al Formez una selezione di personale esterno  he poi verrebbe utilizzato da noi. Poi potremmo anche dirottare negli assessorati personale oggi in servizio  nelle nostre partecipate». L'obiettivo è avere subito «alcune decine di persone » e contrattualizzarle per almeno uno o due anni. L'ultima decisione presa ieri riguarda la riscrittura del piano di investimento dei 2 miliardi di fondi di Sviluppo e Coesione. «Cercheremo di eliminare gli stanziamenti per progetti nonancora esecutivi -hadettoMusumeci - concentrando le risorse in opere più facili da avviare per viabilità, tutela del territorio, recupero dei centri storici, edilizia scolastica e beni culturali». L'investimento di questi fondi «dovrà privilegiare il coinvolgimento delle piccole e medie imprese del territorio», ha aggiunto il presidente. Nell'attesa di avviare le soluzioni alle grandi emergenze, il governo ieri ha annunciato anche una serie di finanziamenti. È pronto a un maxi bando da 50 milioni a cui possono partecipare sia i privati che le associazioni e gli enti locali per ottenere risorse da destinare alla salvaguardia dei boschi da incendi e calamità naturali. Il bando mette in palio i fondi europei del Psr ed è stato predisposto da dipartimento Sviluppo Rurale dell'assessorato all'Agricoltura. Le domande di partecipazione - annuncia l'asesssore Edy Bandiera - potranno essere caricate sul portale Sian, a partire dal primo dicembre 2018 e sino al 29 maggio 2019. L'assessore all'Istruzione, Roberto Lagalla, ha invece annunciato uno  stanziamento di 76 milioni per l'edilizia scolastica: «Alle risorse in arrivo per il piano dell'edilizia scolastica 2018/20 si aggiungono 76.851.096 euro derivanti da economiematurate finoal 2017, che permetteranno l'avvio immediato di ulteriori interventi di riqualificazione degli edifici scolastici attraverso lo scorrimento della preesistente graduatoria. Sono previste operazioni di manutenzione straordinaria, di messa in sicurezza, utili per gli istituti che hanno già effettuato le indagini diagnostiche, interventi di adeguamento antisismico e strutturale ». Palermo e Messina sono le province che riceveranno maggiori risorse: nel primo caso sono stati assegnati 17.022.337 euro, in riva allo Stretto arrivano 17.957.142 euro. Alla provincia di Agrigento andranno 16.622.623 euro, a Caltanissetta 2.647.720, ad Enna 5.306.300, a Ragusa 3.882.000 euro, a Siracusa 1.585.840 e per la riqualificazione degli edifici scolastici di Trapani  saranno destinate risorse per un ammontare di 1.570.600 euro.


Gds.it
Giunta regionale, vertice di 12 ore a Pergusa: uffici da potenziare, caccia ai fondi per le Province
La giunta regionale riunita a Pergusa
Un vertice lungo dodici ore all'hotel Federico II di Pergusa. Lì, come si legge sul Giornale di Sicilia in edicola, Nello Musumeci e gli assessori della giunta hanno deciso di riscrivere il piano di spesa dei fondi di Sviluppo e coesione, hanno accelerato sulla Finanziaria da portare all'Ars entro il 31 dicembre e stabilito di rafforzare gli organici della Regione subito, reclutando nuovo personale dall'esterno per accelerare l'investimento dei fondi europei. Ma è stato un confronto su tutte le emergenze, in particolare le Province, poiché Musumeci ha ammesso che il governo non sa dove trovare i 200 milioni che servirebbero per evitare il default entro fine ottobre.

29 settembre - sabato
LA SICILIA
EX GRRUPPO AZIONE COSTIERA

   Fondi per la pesca, in provincia in arrivo oltre 2 milioni di euro. Ci sono anche i Comuni agrigentini di Sciacca, Menfi, Ribera, Cattolica Eraclea, Montallegro, Siculiana, Realmonte e Porto Empedocle tra i beneficiari del ricco programma di finanziamenti comunitari destinati al settore pesca in Sicilia. Il finanziamento destinato all'ex Gruppo di Azione Costiera, oggi Flag (Fisherias Local Action Group) denominato "Il sole e l'azzurro, tra Selinunte, Sciacca e Vigata", ammonta a 2 milioni 120 mila euro. L'importo rientra tra i 16 milioni e 300 mila euro di fondi comunitari Feamp già assegnati, destinati a diverse opere e i cui decreti di finanziamento sono ormai in fase avanzata. La finalità dello strumento di sviluppo destinato alle aree in cui parte dell'economia è legata alla pesca, è quello di realizzare strategie locali finalizzate a migliorare l'implementazione delle politiche a favore delle aree costiere, promuovere una maggiore qualità della progettazione locale, promuovere la partecipazione delle comunità locali ai processi di sviluppo, contribuendo a rafforzare il dialogo tra società civile e istituzioni locali, promuovere il coordinamento tra politiche, strumenti di governance e procedure per accedere ai finanziamenti comunitari. Il Flag è successivo al Gac, altro strumento di azione locale che negli stessi territori ha permesso la realizzazione di alcune attività di promozione e di varie infrastrutture. Ci sono però dei limiti, riferiti probabilmente alle carenze burocratiche dei Comuni coinvolti e della stessa Regione Sicilia: a Sciacca, ad esempio, non sono ancora in funzione, nonostante siano stati realizzati nei tempi dovuti, il mercato del pescatore e l'area di rimessaggio reti al servizio degli armatori. I fondi Feamp sono destinati a infrastrutture da sistemare, porti da costruire ex novo, sostegno all'innovazione e al rinnovo della flotta peschereccia. Ma anche a strumenti di agevolazione creditizia e di promozione turistica legata alle reti da pesca. l gruppi di azione locale (Flag) creati in Sicilia sono sette, e tra questi quello che ha in Sciacca il Comune capofila. Gli oltre due milioni assegnati saranno utilizzati, in particolare, per la realizzazione di infrastrutture dei porti di pesca, di piccole strutture portuali, dei siti di sbarco e dei ripari di pesca, inclusi gli investimenti per la raccolta di scarti e rifiuti marini. Il governo regionale, grazie a questi investimenti, conta di rigenerare il settore pesca nell'isola e arrivare a quota 13 mila occupati entro la fine del mandato. GIUSEPPE RECCA
CANICATTI'. Sopralluogo congiunto di Polizia, tecnici dell'Arpa e Polizia Provinciale in contrada Calandra. RIFIUTI, BLITZ AL CENTRO DI RACCOLTA L'impianto negli ultimi mesi è stato oggetto di numerose e circostanziate denunce. CARMELO VELLA CANICATTI'. Blitz della polizia giovedì pomeriggio al Centro di Raccolta rifiuti di contrada Petrillo- Calandra a Canicattì. Diversi uomini del commissariato di pubblica sicurezza, i colleghi della polizia provinciale, e tecnici dell'Arpa sotto le direttive del vice questore Cesare Castelli, hanno effettuato un sopralluogo congiunto all'interno del centro per accertare, sembra la situazione igienico- sanitaria dell'impianto. Anche se la notizia è coperta dal massimo riserbo pare che a spingere gli agenti ad effettuare il controllo siano state alcune denunce presentate dai cittadini e non solo da essi nei mesi scorsi che lamentavano lo stato di abbandono in cui verserebbe la struttura che risulta essere chiusa da alcuni giorni per lavori di manutenzione e pulizia così come annunciato dalla stessa amministrazione comunale. In particolare, nelle denunce era stata evidenziata la presenza di rifiuti di qualsiasi genere depositati ovunque, cattivo odore e presenza di liquido di uno strano colore sparso per terra, probabilmente percolato. L'attenzione degli inquirenti giovedì pomeriggio si è pi spostata presso l'ufficio igiene del comune di Canicattì di via Cesare Battisti per valutare la posizione di alcuni dipendenti che prestano servizio nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti sino a qualche mese addietro in forza al comune di Canicattì ed oggi passati alle dipendenze delle imprese che hanno vinto la gara d'appalto per una durata di sette anni. L'attività d'indagine della polizia comunque prosegue e non si escludono ulteriori sviluppi su questa vicenda. Non è la prima volta comunque che l'impianto di contrada Calandra- Petrillo finisce al centro di controlli. In passato anche l'Arpa e l'Asp di Agrigento sono intervenute più volte per effettuare rilievi ed accertamenti per verificare lo stato in cui versa la struttura dal puntò di vista igienico-sanitario. Intanto, il centro dovrebbe riaprire così come annunciato dall'assessore all'Igiene del comune di Canicattì lunedì prossimo uno di ottobre ma la sensazione è quella che il centro di raccolta differenziata dei rifiuti riapra ormai a questo puntò presso la nuova sede del Foro Boario dove sarà trasferito anche il Camo Perché ciò avvenga occorre ultimare dei dettagli come ad esempio l'allaccio dell'energia elettrica i cui operatori sono attesi ormai a giorni. In questo modo, si avrà l'opportunità di dare alla città un sito dove conferire i rifiuti differenziati migliore rispetto a quello in cui si trova attualmente salvaguardando anche la salute dei lavoratori. Sul blitz effettuato giovedì scorso un primo rapporto dovrebbe essere inviato dalla polizia alla Procura.

30 settembre - domenica
LA SICILIA
I LAVORI. Contestata la distruzione di strumenti di misurazione per la friabilità del colle CATTEDRALE, SPIRANO VENTI DI GUERRA TRA PROTEZIONE CIVILE E ARCIDIOCESI GIOACCHINO SCHICCHI La notizia è ufficiosa solo nella misura in cui non è stata ancora diffusa alla stampa, ma a monte c'è una corrispondenza ufficialissima dai toni tutt'altro che accomodanti. Al centro di tutto c'è lei, la Cattedrale di Agrigento e, in modo particolare, i lavori di consolidamento e protezione che attualmente sono in corso di realizzazione applicando il progetto del consulente dell'Arcidiocesi Teotista Panzeca. Le operazioni di posa delle catene metalliche che dovrebbero ricompattare l'edificio di culto, ridandogli "struttura scatolare", si dovrebbero concludere a febbraio, ma potrebbero aver creato un vero e proprio caso diplomatico. Più che su i lavori in sé, in realtà, l'attenzione della Protezione civile Regionale si è concentrata in particolare sulle operazioni preliminari, che hanno smantellato l'intera scalinata sul lato di piazza don Minzoni per creare una rampa utile ai mezzi utilizzati durante il cantiere. Il punto non è ovviamente la. scala in sé che sarà ricomposta, ma piuttosto il fatto che, come contesta l'ente regionale, nel fare questo la ditta avrebbe distrutto delle apparecchiature infisse nella scalinata stessa e lì poste da anni per rilevare i movimenti del colle. Attrezzature con costi rilevanti (nell'ordine di decine di migliaia di euro), che richiedono complesse operazioni di installazione e soprattutto non sostituibili, perché ognuna di esse ha bisogno una sua specifica taratura. Insomma in linea teorica avevano una loro utilità in un'area di grande instabilità idrogeologica che necessiterebbe di costanti monitoraggi. Così la Protezione civile, constatato dopo tempo che quelle attrezzature non ci sono più non ha potuto far altro che prendere carta e penna e scrivere all'Arcidiocesi, denunciando quanto accaduto e lasciando intravedere possibili azioni risarcitorie. Dalla chiesa agrigentina la replica non si è fatta attendere particolarmente con l'indicazione di una linea di difesa e stremamente chiara: gli strumenti non funzionavano più, e comunque le operazioni le ha condotte la ditta e a lei vanno inoltrate eventuali richieste risarcitorie. Si tratta comunque a ben vedere dell'ennesimo episodio di un clima non particolarmente buono sul futuro della cattedrale. Non è un fatto nuovo, o segreto, che non tutti credano all'utilità del progetto di Panzeca, e la stessa Arcidiocesi lo ha sempre visto nell'ottica di un "esperimento" per tentare di rallentare l'ammaloramento della cattedrale in attesa dei lavori sul colle. Il progetto di Panzeca, tra l'altro, ha avuto necessità di alcune modifiche rispetto a quanto inizialmente previsto.

1 ottobre - lunedì
LA SICILIA
SANTO STEFANO QUISQUINA.
 Proficue le cinque giornate di incontri, raduni sulle prospettive future MONTI SICANI VOLANO TURISTICO Sanciti accordi raggiunti da tutte le istituzioni per la crescita di iniziative sul territorio. EMANUELA MINIO SANTO STEFANO QUISQUINA. Il Parco dei Monti Sicani, il territorio montuoso tra le province di Agrigento e di Palermo che comprende 12 comuni le cui popolazioni vivono di agricoltura e zootecnia, potrà avere un prospero avvenire turistico. Le cinque giornate di incontri, raduni, visite guidate, convegni sono state propedeutiche alle iniziative e ai progetti che il Parco intende portare avanti in collaborazione con le amministrazioni civiche, le istituzioni scolastiche, il Gal e la Rete degli operatori. Gli incontri si sono svolti a Burgio, Bivona, Santo Stefano Quisquina, Filaga, Palazzo Adriano e Giuliana. L'evento ha fatto registrare la presenza dell'assessore regionale al Territorio Totò Cordaro che ha sancito gli accordi raggiunti da tutte le istituzioni in merito alla crescita delle iniziative sul territorio montano. Gli ultimi due giornate si sono svolte a Santo Stefano Quisquina e a Palazzo Adriano. Ieri nel centro stefanese è stata celebrata la Giornata del Creato "Come coltivare l'alleanza con la terra". La marcia a piedi dei partecipanti ha preso il via dall'area attrezzata"Bosco di Buonanotte" con il saluto del ministro OFS Fabrizio Lombardo e si è conclusa davanti all'eremo di Santa Rosalia dove frà Salvatore Zagone dei Cappuccini di Palermo ha concelebrato la funzione religiosa. Palazzo Adriano ha ospitato, nell'ambito delle "Giornate del Parco dei Sicani", il convegno dal tema "Le rilevanze geologiche d'interesse internazionale". La kermesse, organizzata dal Parco, dalla Rete degli operatori e dai Comuni, si è svolta sabato nella sala antica del municipio di Palazzo Adriano. Oltre al commissario del Parco Luca Gazzara e della presidente della Rete degli Operatori dei Monti Sicani Illuminata Profeta, è stato presente l'assessore regionale al Territorio e Ambiente Totò Cordaro. Per il Gal Sicani è intervenuto il Dr. Pippo Vetrano. Le relazioni scientifiche sono state tenute dal prof Pietro Di Stefano, docente di geologia stratigrafia e del sedimentario del dipartimento di Scienze Geologiche, dalla Dr.ssa Carolina D'Arpa, conservatore del Museo Gemellaro di Palermo e dal geologo Biagio Favarò. Ha moderato i lavori il giornalista e scrittore IVIario Liberto .' Luca Gazzara, commissario del Parco ha precisato che: 'L'evento costituisce un momento di riflessione sulle potenzialità e opportunità che queste formazioni geologiche, risalenti al Permiano (ultimo periodo dell'Era Paleozoica), insieme alle bellezze ambientali, artistiche, storiche, ma anche gastronomiche, possono ulteriormente offrire ad un segmento turistico interessato all'ambiente, alla geologia e al turismo rurale che sono la vocazione naturale del territorio"






Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO