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rassegna stampa del 10 ottobre 2018

Gds.it

Bilancio, l'allarme di Musumeci: "Serve manovra aggiuntiva da 400 milioni ma la Regione non ha i soldi"

Ci vuole una manovra aggiuntiva di 400 milioni di euro per chiudere il bilancio 2018 della Regione. Sono allo studio alcune operazioni finanziarie che ci consentono di equilibrare i conti ma la Regione non ha un becco di un quattrino». Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, in visita ufficiale in provincia di Ragusa, parlando ai rappresentanti istituzionali, sindacali e del partenariato socio-economico riuniti nella sala convegni del Palazzo della Provincia. «La situazione è drammatica - ha aggiunto il governatore - e stiamo cercando di individuare una soluzione. Sono consapevole anche delle difficoltà che hanno le ex Province a "chiudere" i bilanci. Avevamo pensato di farci carico degli interessi dei mutui di questi enti, ma è un'operazione in contrasto con alcune norme di legge. Abbiamo istituito una commissione composta da ex ragionieri generali delle Province e da alcuni esperti per fare un'operazione finanziaria che ci consente di ricorrere ad un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti acquisendo alcuni immobili. Ma - ha sottolineato Musumeci - non è un'operazione facile, cercheremo di trovare una soluzione entro un mese, ma le difficoltà sono tante». Ammonta a 536,5 milioni di euro il disavanzo quantificato dal governo Musumeci nella manovra di assestamento approvata in giunta e trasmessa all'Ars. Il progetto del governo è di ripianarlo in tre anni: 160 mln su quest'anno e 370 mln da spalmare sul biennio 2019-20. Per coprire il maggiore disavanzo, la Ragioneria generale ha suggerito di fare leva sulle risorse dei capitoli di spesa delle regolazioni contabili, come quello sulle imposte dirette e indirette (Irpef e Iva). Ma «poiché queste sono insufficienti per il 2019 e per il 2020 viene prospettata una ipotesi di riduzioni, per il 2019 e per il 2020, di 15 capitoli di spesa cosiddetti liberi, i cui stanziamenti non sono prefissati da norme e disponibili». Il piano prevede dunque di recuperare parte dei fondi da alcuni capitoli, non toccando però quelli per "settori ritenuti meritevoli», come scuola e impiantistica sportiva. Tra i capitoli, 37 in totale, i cui stanziamenti saranno ridotti nel biennio 2019-2020 ci sono quelli per il rimborso ai pazienti siciliani affetti da grave sindrome di Arnold Chiari e craniostenosi grave per spese effettuate fuori
regione (-200 mila euro), per stipendi e assegni fissi al personale a tempo indeterminato dell'amministrazione regionale (-5,5 mln), il fondo di ammortamento dei mutui per acquisto o realizzazione di immobili da destinare all'amministrazione regionale (-1,3 mln), il fondo di ammortamento del prestito contratto con lo Stato per l'approvazione del piano di rientro
del settore sanità destinato all'estinzione dei debiti (-1,8 mln), spese per la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale (-3 mln), spese per acquisto di hardware (-2,5 mln), spese per gestione e manutenzione beni monumentali, naturalistici e ambientali (-500 mila euro), il capitolo per interessi e spese discendenti da operazioni finanziarie per il finanziamento di investimenti (-9,8 mln).

Livesicilia.it

Confindustria, da Lombardo a oggi 
Caso Montante, Lumia all'Antimafia

Sfilano i big davanti alla commissione Antimafia che indaga sulle presunte influenze sulla Regione da parte di Antonello Montante allora a capo della Confindustria siciliana. Oggi per quasi due ore è stato sentito l'ex senatore del Pd Beppe Lumia. Per il politico, l'associazione degli industriali, dopo avere investito politicamente sui governo Lombardo e Crocetta avrebbe puntato anche sul governo Musumeci. Alla commissione presieduta da Fava, Lumia, a quanto si apprende, ha smentito interferenze confindustriali improprie sulle scelte di governo e ha negato alcuni episodi agli atti dell'indagine dell'Antimafia, alcuni dei quali lo riguardavano, riferiti da altre persone audite nel corso dell'inchiesta della commissione o finiti nell'inchiesta su Montante. Tre in particolare le vicende sulle quali i commissari hanno chiesto spiegazioni.
La prima è quella emersa dall'interrogatorio dell'imprenditore Massimo Romano.Quest'ultimo ha raccontato agli inquirenti, sostanzialmente, di avere ricevuto pressioni da Montante e dal senatore Giuseppe Lumia affinché denunciasse una estorsione mai avvenuta. "Nel 2008 - dice agli investigatori - venne aperta un 'indagine nei miei confronti per false informazioni al P.M. e a seguito di ciò, la mia figura venne "rivalutata"` da Antonello Montante, il quale mi sollecitò a denunciare i fatti alla Procura, sollecitazione cui risposi che non avevo mai pagato nessuno in vita mia sicché non potevo andare a denunciare alcunché. Ricordo - aggiunge - anche che vi fu un incontro a Roma alla presenza di Lumia, Venturi e della stesso Montante nel corso del quale il Lumia mi disse che facevo parte del 'gruppo della legalità'" e che se non avessi denunciato avrei creato "un neo " al percorso intrapreso". In questa occasione Lumia avrebbe negato la "strumentalità" della denuncia: secondo l'ex senatore ci sarebbero stati gli elementi per sporgere quella denuncia e in quel caso sarebbe stato dovere dell'imprenditore farlo.
Ma non è stato questo l'unico argomento toccato nel corso dell'audizione. Un altro caso era riferito ad alcune dichiarazioni rese agli inquirenti dall'ex assessore regionale all'Energia Nicolò Marino. Marino, nel 2014 ha descritto i particolari di un incontro che avrebbe assunto toni molto tesi, che sarebbe avvenuto il 18 dicembre del 2014 tra Lumia, Ivan Lo Bello e Antonello Montante. L'esistenza dell'incontro trovava un riscontro nelle agende di Montante: il 7 ottobre del 2013, nella cartella dei file excel, è stato annotato l'incontro "ore 21/22 Catania con Lo Bello, Marino e Peppe Excelsior". I commissari hanno visto in questa vicenda un ruolo di "mediatore" da parte di Lumia tra la Confindustria ed esponenti del governo Crocetta. Pur non negando l'incontro, Lumia avrebbe negato qualsiasi tipo di interferenza impropria.
Infine, il tema dei finanziamenti alla campagna elettorale di Rosario Crocetta. In particolare, i commissari hanno chiesto spiegazioni sull'aneddoto raccontato dall'ex assessore regionale Marco Venturi e relativo a una richiesta di finanziamento giunta allo stesso Venturi per la corsa verso Palazzo d'Orleans dell'allora eurodeputato gelese. Una richiesta che, racconta sempre Venturi, sarebbe avvenuta attraverso la mediazione del senatore Lumia che, dopo un incontro al bar con l'imprenditore avrebbe anticipato l'arrivo nella sede della sua azienda di una collaboratrice di Crocetta. "Gli ho detto io non te li do... me li veniva a chiedere Lumia i soldi" racconta Venturi nel corso di una conversazione con Alfonso Cicero. Anche in questo caso Lumia, in commissione antimafia, avrebbe negato la ricostruzione, giudicando anche poco plausibile il fatto di richiamare Venturi al telefono pochi minuti dopo un incontro di persona al bar.
Ma a questo punto si è aperto lo scenario più "politico" dell'audizione. Rispondendo alle domande dei deputati della Commissione, infatti, l'ex senatore avrebbe anche detto che Confindustria ha puntato politicamente su tutti gli ultimi governi regionali, incluso quello in carica guidato da Nello Musumeci, ma di non essere a conoscenza di interferenze.
La prossima settimana sarà ascoltato in audizione un altro big di Confindustria, l'ex presidente regionale Ivan Lo Bello. Saranno sentiti anche gli ex presidenti della Regione Raffaele Lombardo e Rosario Crocetta. Nei giorni scorsi invece è toccato ad Angelino Alfano, ex ministro dell'Interno, che ha spiegato che i suoi rapporti con Montante erano dovuti all'incarico di responsabile nazionale per la Legalità dell'imprenditore nisseno. L'Antimafia sta raccogliendo elementi per approfondire il presunto condizionamento da parte dell'ex presidente di Sicindustria, arrestato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, sulle scelte dell'ex governo regionale. L'indagine dovrebbe chiudersi entro l'anno.

"Ex province al voto entro l'anno" 
Ma a Musumeci l'idea non piace

"Le ex province andranno al voto entro la fine dell'anno con elezioni di secondo livello. Le gestioni commissariali che si protraggono da troppo tempo non sono più tollerabili". L'ha detto il presidente della Regione sicilianaNello Musumeci parlando con i giornalisti a margine dell'inaugurazione della bretella di collegamento per l'aeroporto di Comiso. "Le Province devono tornare a gestire servizi - ha aggiunto Musumeci - ed essere enti di coordinamento dei comuni. Pensiamo alle Province per i servizi turistici, per la motorizzazione e per l'edilizia popolare".
"Faremo votare entro dicembre nelle Province, ma purtroppo non se ne accorgerà nessuno - ha aggiunto Musumeci - voteranno soltanto gli eletti, il popolo resterà a casa. Alla faccia della democrazia". "Gli effetti della demonizzazione delle Province - ha sottolineato il governatore - si vedono: le strade provinciali sono quasi tutte chiuse e quelle aperte sono un pericolo, le scuole hanno quasi tutte problemi di agibilità, alle Province serve un presidente eletto dai cittadini. La legge Delrio - ha concluso Musumeci - è un fallimento, è stato confiscato il diritto alla Sicilia di organizzare gli enti. Bisogna modificarla, speriamo ora che il governo nazionale sappia farlo".
La visita del presidente della Regione Musumeci in provincia di Ragusa ha avuto un anche un fuoriprogramma, con l' inserimento, all'ultimo momento, dell'inaugurazione del nuovo centro di compostaggio nell'ex discarica di 'Cava dei Modicani': il governatore non ha voluto 'tagliare' il nastro inaugurale già posizionato dai vertici della Srr Ato Ambiente. Anzi, ha 'staccato' il nastro davanti alle autorità militari e civili presenti, dicendo: "Non inauguro opere già inaugurate". Una prima volta l'impianto di compostaggio di Ragusa era stato inaugurato nel 2009, ma non era mai entrato in funzione. Il governatore siciliano si è limitato a visitare l'impianto che da domani entrerà in funzione. "Aprire un impianto dopo 9 anni è una vergogna", ha chiosato Musumeci.

Musumeci: "Non abbiamo un euro" 
Assestamento: ecco tutti i tagli

Ci vuole una manovra aggiuntiva di 400 milioni di euro per chiudere il bilancio 2018 della Regione. Sono allo studio alcune operazioni finanziarie che ci consentono di equilibrare i conti ma la Regione non ha un becco di un quattrino". Il dato, preoccupante, arriva direttamente dal presidente della Regione Nello Musumeci, che oggi è in visita ufficiale in provincia di Ragusa. "La situazione è drammatica - ha aggiunto il governatore - e stiamo cercando di individuare una soluzione". Il disavanzo quantificato dal governo Musumeci nella manovra di assestamento approvata in giunta e trasmessa all'Ars ammonta a 536,5 milioni di euro. Il progetto del governo è di ripianarlo in tre anni: 160 milioni su quest'anno e 370 milioni da spalmare sul biennio 2019-20. 
I numeri

Per coprire il maggiore disavanzo, la Ragioneria generale ha suggerito di fare leva sulle risorse dei capitoli di spesa delle regolazioni contabili, come quello sulle imposte dirette e indirette (Irpef e Iva). Ma "poiché queste sono insufficienti per il 2019 e per il 2020 viene prospettata una ipotesi di riduzioni, per il 2019 e per il 2020, di 15 capitoli di spesa cosiddetti liberi, i cui stanziamenti non sono prefissati da norme e disponibili". Il piano prevede dunque di recuperare parte dei fondi da alcuni capitoli, non toccando però quelli per "settori ritenuti meritevoli", come scuola e impiantistica sportiva.

Tra i capitoli, 37 in totale, i cui stanziamenti saranno ridotti nel biennio 2019-2020 ci sono quelli per il rimborso ai pazienti siciliani affetti da grave sindrome di Arnold Chiari e craniostenosi grave per spese effettuate fuori regione (-200 mila euro), per stipendi e assegni fissi al personale a tempo indeterminato dell'amministrazione regionale (-5,5 mln), il fondo di ammortamento dei mutui per acquisto o realizzazione di immobili da destinare all'amministrazione regionale (-1,3 mln), il fondo di ammortamento del prestito contratto con lo Stato per l'approvazione del piano di rientro del settore sanità destinato all'estinzione dei debiti (-1,8 mln), spese per la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale (-3 mln), spese per acquisto di hardware (-2,5 mln), spese per gestione e manutenzione beni monumentali, naturalistici e ambientali (-500 mila euro), il capitolo per interessi e spese discendenti da operazioni finanziarie per il finanziamento di investimenti (-9,8 mln).

Le ex province

Il presidente della Regione oggi ha affrontato anche la questione ex Province, annunciando che le elezioni di secondo livello si svolgeranno "entro la fine dell'anno", ma senza la partecipazione "del popolo: alla faccia della democrazia". "Sono consapevole anche delle difficoltà che hanno le ex Province a 'chiudere' i bilanci - ha detto Musumeci -. Avevamo pensato di farci carico degli interessi dei mutui di questi enti, ma è un'operazione in contrasto con alcune norme di legge. Abbiamo istituito una commissione composta da ex ragionieri generali delle Province e da alcuni esperti per fare un'operazione finanziaria che ci consente di ricorrere ad un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti acquisendo alcuni immobili. Ma - ha sottolineato Musumeci - non è un'operazione facile, cercheremo di trovare una soluzione entro un mese, ma le difficoltà sono tante".

I debiti fuori bilancio

Intanto, in Seconda commissione all'Ars prosegue la discussione sui debiti fuori bilanciodella Regione. All'esame il disegno di legge sulle sentenze esecutive. La fumata è ancora nera, il testo non è pronto per l'Aula, perché i parlamentari componenti della Commissione hanno chiesto ulteriori approfondimenti sui numeri. E il tempo stringe: il 3 novembre è il termine ultimo per non incorrere nella legittimità automatica dei debiti sulla base del silenzio assenso.

LA SICILIA
ATI «Risoluzione con Girgenti Acque? Nessun rischio» g.s.) La risoluzione del contratto di gestione con la Girgenti Acque, l'Assemblea territoriale idrica non rischia ulteriori conseguenze perché di fatto i ricorsi sono stati già depositati da tempo. Le questioni sono state poste nei giorni scorsi, ma sono note solo oggi, che i verbali di quella seduta sono stati pubblicati. E' il 28 di settembre, giornata di riunione dell'Ati. All'ordine del giorno ci sono l'approvazione dei bilanci (con l'inserimento dell'onere per i comuni "ribelli" di farsi carico complessivamente di sostenere con 100mila euro circa il costo di funzionamento dell'ex Ato idrico) ma, anche, le attesissime comunicazioni sul tema della risoluzione del contratto digestione con la Girgenti Acque. Presente è il legale dell'Assemblea, il quale fa presente che "essendo già scaduti tutti i termini previsti nell'atto di diffida ad adempiere, l'Ati si trova già nella condizione di ritenere risolta la convenzione di gestione e di poter procedere alla dichiarazione di risoluzione contrattuale". Un passaggio questo che aveva provocato alcune interpretazioni errate, spingendo alcuni a ritenere già chiuso il capitolo Girgenti Acque. In realtà si spiegherà poi durante i lavori che sarà necessario un passaggio successivo, quello dell'approvazione di un atto di risoluzione che in questa fase è al centro del lavoro del direttivo dell'Assemblea. Durante la riunione emerge una questione di grande importanza: quali le conseguenze di queste scelte? Cosa potrebbe accadere dopo l'approvazione della risoluzione dato che comunque è certo che il gestore farà causa? "La presidente - dice il verbale - riferisce che l'avvocato Mazzarella ha asserito che un nuovo contenzioso non comporterebbe un notevole rischio di risarcimento in danno, per l'evidente motivo che il rischio esiste già a fronte dei pregressi contenziosi, ancora in corso, instaurati dal gestore". Il gestore, comunque, "dovrà continuare a garantire il servizio mantenendo la convenzione in essere fino a quando non verrà individuato un gestore diverso".
RIBERA La Cia chiede notizie su decreti alluvione 2016 Il sindacato chiede agli amministratori di sollecitare la Regione RIBERA. Per i danni arrecati al comparto agricolo, a causa dell'alluvione del novembre 2016, Giovanni Caruana, responsabile di zona dell'organizzazione professionale della Cia, scrive una nota al sindaco . Pace, all'assessore comunale all'Agricoltura Aquè, alla Condotta Agraria e all'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura, per conoscere la situazione dei risarcimenti, dopo che si sono sbloccati, a distanza di due anni, i fondi per riparare i danni al patrimonio privato, edilizio e dei beni mobili, per i quali i cittadini sinistrati possono presentare domanda. Il sindacato degli agricoltori chiede agli amministratori comunali riberesi di intervenire al più presto presso la Regione Siciliana per sapere se si hanno notizie di tempi di espletamento delle pratiche già istruite e pronte per la decretazione e se i produttori agricoli, oltre al danno dell'alluvione, dovranno subire la beffa di aver pagato inutilmente il tecnico per la progettazione delle opere danneggiate, senza ricevere alcun riscontro. Gli agricoltori continuano a ripetere che le aziende agricole, le più colpite e danneggiate dall'alluvione, hanno perso il prodotto, hanno subito danni consistenti alle strutture aziendali e agli impianti d'irrigazione, hanno accusato l'estirpazione di piante, l'abbattimento di frangiventi e la distruzione di stradelle poderali ed interpoderali. I danni quantificati e documentati, con appositi progetti, redatti da tecnici abilitati, sono stati già pagati dai produttori con soldi propri.
AMBIENTE. Segnalato dal Consiglio d'Istituto e dal dirigente scolastico lo stato di criticità igienico-sanitario. ISOLA ECOLOGICA DI FONTANELLE, ESPOSTO IN PROCURA. Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica e al sindaco nonché agli assessori comunali competenti, all'Arpa e all'Asp di Agrigento, sulla situazione all'isola ecologica di Fontanelle. Con l'esposto - denuncia del Consiglio d'Istituto e del dirigente scolastico, è stata segnalata la criticità igienico - sanitaria conseguente allo smaltimento dei rifiuti nell'area antistante le scuole del quartiere tra cui la scuola dell'infanzia e le Elementari del plesso che comprende gli Istituti Collodi, Verga e Reale. Praticamente tutti i giorni la spazzatura viene scaricata, e solo successivamente trasferita altrove proprio davanti l'ingresso della scuola materna. Una vera e propria indecenza che continuando ha costretto i vertici scolastici ad inoltrare l'esposto - denuncia con al1egato un dettagliato dossier. Vi si legge che "nell'area indicata. comunemente utilizzata come area di sosta e parcheggio, area percorsa da genitori, bambini e operatori scolastici, convergono i mezzi per il deposito e smistamento dei rifiuti. Peraltro, durante tale attività, vengono dispersi rifiuti di vario genere, e fatto ancora più grave sul piano igienico ed ambientale, si versano sull'asfalto liquami, probabilmente percolato, sostanza altamente inquinante che notoriamente necessita di trattamenti specifici". "Questa attività - scrivono ancora i firmatari dell'esposto - causa una situazione di impraticabilità della zona anche per l'incolumità dei minori". Nel frattempo nessuna risposta è arrivata dal Comune mentre si spera nell'attenzione che la Magistratura sicuramente dedicherà al1a questione sollevata. Intanto i genitori hanno continuato a protestare anche con una raccolta di firme e chiedono provocatoriamente se la destinazione d'uso del1'area sia quella di parcheggio o di discarica. C'è chi ricorda la promessa dell'assessore all'Ecologia secondo cui l'area sarebbe stata bonificata a partire da agosto con l'isola ecologica che sarebbe tornata cosi alle funzioni originarie. L'isola è stata chiusa perché priva di servizi igienici per il personale. Un altro problema che si sarebbe dovuto risolvere in tempi brevi. Inutile dire che sono rimaste solo parole EUGENIO CAIRONE




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