Gds.it
Bilancio,
l'allarme di Musumeci: "Serve manovra aggiuntiva da 400 milioni
ma la Regione non ha i soldi"
Ci
vuole una manovra aggiuntiva di 400 milioni di euro per chiudere il
bilancio 2018 della Regione. Sono allo studio alcune operazioni
finanziarie che ci consentono di equilibrare i conti ma la Regione
non ha un becco di un quattrino». Lo
ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci,
in visita ufficiale in provincia di Ragusa, parlando ai
rappresentanti istituzionali, sindacali e del partenariato
socio-economico riuniti nella sala convegni del Palazzo della
Provincia.
«La
situazione è drammatica - ha aggiunto il governatore - e stiamo
cercando di individuare una soluzione. Sono consapevole anche
delle difficoltà che hanno le ex Province a "chiudere" i
bilanci. Avevamo pensato di farci carico degli interessi dei mutui di
questi enti, ma è un'operazione in contrasto con alcune norme di
legge.
Abbiamo
istituito una commissione composta da ex ragionieri generali delle
Province e da alcuni esperti per fare un'operazione finanziaria che
ci consente di ricorrere ad un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti
acquisendo alcuni immobili. Ma - ha sottolineato Musumeci - non è
un'operazione facile, cercheremo di trovare una soluzione entro un
mese, ma le difficoltà sono tante».
Ammonta
a 536,5 milioni di euro il disavanzo quantificato dal governo
Musumeci nella manovra di assestamento approvata in giunta e
trasmessa all'Ars. Il progetto del governo è di ripianarlo in tre
anni: 160 mln su quest'anno e 370 mln da spalmare sul biennio
2019-20. Per coprire il maggiore disavanzo, la Ragioneria generale ha
suggerito di fare leva sulle risorse dei capitoli di spesa delle
regolazioni contabili, come quello sulle imposte dirette e indirette
(Irpef e Iva). Ma «poiché queste sono insufficienti per il 2019 e
per il 2020 viene prospettata una ipotesi di riduzioni, per il 2019 e
per il 2020, di 15 capitoli di spesa cosiddetti liberi, i cui
stanziamenti non sono prefissati da norme e disponibili».
Il
piano prevede dunque di recuperare parte dei fondi da alcuni
capitoli, non toccando però quelli per "settori ritenuti
meritevoli», come scuola e impiantistica sportiva. Tra i capitoli,
37 in totale, i cui stanziamenti saranno ridotti nel biennio
2019-2020 ci sono quelli per il rimborso ai pazienti siciliani
affetti da grave sindrome di Arnold Chiari e craniostenosi grave per
spese effettuate fuori
regione (-200 mila euro), per stipendi e
assegni fissi al personale a tempo indeterminato dell'amministrazione
regionale (-5,5 mln), il fondo di ammortamento dei mutui per
acquisto o realizzazione di immobili da destinare all'amministrazione
regionale (-1,3 mln), il fondo di ammortamento del prestito contratto
con lo Stato per l'approvazione del piano di rientro
del settore
sanità destinato all'estinzione dei debiti (-1,8 mln), spese per
la ricapitalizzazione di enti e società a partecipazione regionale
(-3 mln), spese per acquisto di hardware (-2,5 mln), spese per
gestione e manutenzione beni monumentali, naturalistici e ambientali
(-500 mila euro), il capitolo per interessi e spese discendenti da
operazioni finanziarie per il finanziamento di investimenti (-9,8
mln).
Livesicilia.it
Confindustria,
da Lombardo a oggi
Caso Montante, Lumia all'Antimafia
Sfilano
i big davanti alla commissione Antimafia che indaga sulle presunte
influenze sulla Regione da parte di Antonello Montante allora
a capo della Confindustria siciliana. Oggi per quasi due ore è stato
sentito l'ex senatore del Pd Beppe Lumia. Per il politico,
l'associazione degli industriali, dopo avere investito
politicamente sui governo Lombardo e Crocetta avrebbe puntato anche
sul governo Musumeci.
Alla
commissione presieduta da Fava, Lumia, a quanto si apprende, ha
smentito interferenze confindustriali improprie sulle
scelte di governo e ha negato alcuni episodi agli atti dell'indagine
dell'Antimafia, alcuni dei quali lo riguardavano, riferiti da altre
persone audite nel corso dell'inchiesta della commissione o finiti
nell'inchiesta su Montante. Tre in particolare le vicende sulle
quali i commissari hanno chiesto spiegazioni.
La
prima è quella emersa dall'interrogatorio dell'imprenditore
Massimo Romano.Quest'ultimo
ha raccontato agli inquirenti, sostanzialmente, di avere ricevuto
pressioni da Montante e dal senatore Giuseppe Lumia affinché
denunciasse una estorsione mai avvenuta. "Nel 2008 - dice agli
investigatori - venne aperta un 'indagine nei miei confronti per
false informazioni al P.M. e a seguito di ciò, la mia figura venne
"rivalutata"` da Antonello Montante, il quale mi sollecitò a
denunciare i fatti alla Procura, sollecitazione cui risposi che non
avevo mai pagato nessuno in vita mia sicché non potevo andare a
denunciare alcunché. Ricordo - aggiunge - anche che vi fu un
incontro a Roma alla presenza di Lumia, Venturi e della stesso
Montante nel corso del quale il Lumia mi disse che facevo parte
del 'gruppo della legalità'" e che se non avessi denunciato
avrei creato "un neo " al percorso intrapreso". In questa
occasione Lumia avrebbe negato la "strumentalità" della
denuncia: secondo l'ex senatore ci sarebbero stati gli elementi per
sporgere quella denuncia e in quel caso sarebbe stato dovere
dell'imprenditore farlo.
Ma
non è stato questo l'unico argomento toccato nel corso
dell'audizione. Un
altro caso era riferito ad alcune dichiarazioni
rese agli inquirenti dall'ex assessore regionale all'Energia
Nicolò Marino.
Marino, nel 2014 ha descritto i particolari di un incontro che
avrebbe assunto toni molto tesi, che sarebbe avvenuto il 18 dicembre
del 2014 tra Lumia, Ivan Lo Bello e Antonello Montante. L'esistenza
dell'incontro trovava un riscontro nelle agende di Montante: il 7
ottobre del 2013, nella cartella dei file excel, è stato annotato
l'incontro "ore 21/22 Catania con Lo Bello, Marino e Peppe
Excelsior". I commissari hanno visto in questa vicenda un ruolo di
"mediatore" da parte di Lumia tra la Confindustria ed
esponenti del governo Crocetta. Pur non negando l'incontro, Lumia
avrebbe negato qualsiasi tipo di interferenza impropria.
Infine,
il tema dei finanziamenti alla campagna elettorale di Rosario
Crocetta. In
particolare, i commissari hanno chiesto spiegazioni sull'aneddoto
raccontato dall'ex assessore regionale Marco Venturi e relativo a
una richiesta di finanziamento giunta allo stesso Venturi per la
corsa verso Palazzo d'Orleans dell'allora eurodeputato gelese.
Una richiesta che, racconta sempre Venturi, sarebbe avvenuta
attraverso la mediazione del senatore Lumia che, dopo un incontro al
bar con l'imprenditore avrebbe anticipato l'arrivo nella sede
della sua azienda di una collaboratrice di Crocetta. "Gli ho detto
io non te li do... me li veniva a chiedere Lumia i soldi" racconta
Venturi nel corso di una conversazione con Alfonso Cicero. Anche in
questo caso Lumia, in commissione antimafia, avrebbe negato la
ricostruzione, giudicando anche poco plausibile il fatto di
richiamare Venturi al telefono pochi minuti dopo un incontro di
persona al bar.
Ma
a questo punto si è aperto lo scenario più "politico"
dell'audizione.
Rispondendo alle domande dei deputati della Commissione, infatti,
l'ex senatore avrebbe anche detto che Confindustria ha puntato
politicamente su tutti gli ultimi governi regionali, incluso quello
in carica guidato da Nello Musumeci, ma di non essere a conoscenza di
interferenze.
La
prossima settimana sarà ascoltato in audizione un altro big di
Confindustria, l'ex presidente regionale Ivan Lo Bello. Saranno
sentiti anche gli ex presidenti della Regione Raffaele
Lombardo e Rosario Crocetta.
Nei giorni scorsi invece è toccato ad Angelino
Alfano,
ex ministro dell'Interno, che ha spiegato che i suoi rapporti con
Montante erano dovuti all'incarico di responsabile nazionale per la
Legalità dell'imprenditore nisseno. L'Antimafia sta raccogliendo
elementi per approfondire il presunto condizionamento da parte
dell'ex presidente di Sicindustria, arrestato per associazione a
delinquere finalizzata alla corruzione, sulle scelte dell'ex governo
regionale. L'indagine dovrebbe chiudersi entro l'anno.
"Ex
province al voto entro l'anno"
Ma a Musumeci l'idea non
piace
"Le
ex province andranno al voto entro la fine dell'anno con elezioni di
secondo livello.
Le gestioni commissariali che si protraggono da troppo tempo non sono
più tollerabili". L'ha detto il presidente della Regione
sicilianaNello
Musumeci parlando
con i giornalisti a margine dell'inaugurazione della bretella di
collegamento per l'aeroporto di Comiso. "Le Province devono
tornare a gestire servizi - ha aggiunto Musumeci - ed essere enti di
coordinamento dei comuni. Pensiamo alle Province per i servizi
turistici, per la motorizzazione e per l'edilizia popolare".
"Faremo
votare entro dicembre nelle Province, ma purtroppo non se ne
accorgerà nessuno - ha aggiunto Musumeci - voteranno soltanto gli
eletti, il popolo resterà a casa. Alla faccia della
democrazia". "Gli
effetti della demonizzazione delle Province - ha sottolineato il
governatore - si vedono: le strade provinciali sono quasi tutte
chiuse e quelle aperte sono un pericolo, le scuole hanno quasi tutte
problemi di agibilità, alle Province serve un presidente eletto dai
cittadini. La legge Delrio - ha concluso Musumeci - è un fallimento,
è stato confiscato il diritto alla Sicilia di organizzare gli enti.
Bisogna modificarla, speriamo ora che il governo nazionale sappia
farlo".
La
visita del presidente della Regione Musumeci in provincia di Ragusa
ha avuto un anche un fuoriprogramma, con
l' inserimento, all'ultimo momento, dell'inaugurazione del nuovo
centro di compostaggio nell'ex discarica di 'Cava dei Modicani': il
governatore non ha voluto 'tagliare' il nastro inaugurale già
posizionato dai vertici della Srr Ato Ambiente. Anzi, ha 'staccato'
il nastro davanti alle autorità militari e civili presenti, dicendo:
"Non inauguro opere già inaugurate". Una prima volta
l'impianto di compostaggio di Ragusa era stato inaugurato nel 2009,
ma non era mai entrato in funzione. Il governatore siciliano si è
limitato a visitare l'impianto che da domani entrerà in funzione.
"Aprire un impianto dopo 9 anni è una vergogna", ha
chiosato Musumeci.
Musumeci:
"Non abbiamo un euro"
Assestamento: ecco tutti i
tagli
Ci
vuole una manovra aggiuntiva di 400 milioni di euro per chiudere il
bilancio 2018 della Regione. Sono
allo studio alcune operazioni finanziarie che ci consentono di
equilibrare i conti ma la Regione non ha un becco di un quattrino".
Il dato, preoccupante, arriva direttamente dal presidente della
Regione Nello Musumeci, che oggi è in visita ufficiale in provincia
di Ragusa. "La situazione è drammatica - ha aggiunto il
governatore - e stiamo cercando di individuare una soluzione".
Il
disavanzo quantificato dal governo Musumeci nella manovra di
assestamento approvata in giunta e trasmessa all'Ars ammonta
a 536,5 milioni di euro. Il progetto del governo è di ripianarlo in
tre anni: 160 milioni su quest'anno e 370 milioni da spalmare sul
biennio 2019-20.
I
numeri
Per
coprire il maggiore disavanzo, la Ragioneria generale ha suggerito di
fare leva sulle risorse dei capitoli di spesa delle regolazioni
contabili, come quello sulle imposte dirette e indirette (Irpef e
Iva). Ma "poiché queste sono insufficienti per il 2019 e per il
2020 viene prospettata una ipotesi di riduzioni, per il 2019 e per il
2020, di 15 capitoli di spesa cosiddetti liberi, i cui stanziamenti
non sono prefissati da norme e disponibili". Il piano prevede
dunque di recuperare parte dei fondi da alcuni capitoli, non toccando
però quelli per "settori ritenuti meritevoli", come scuola
e impiantistica sportiva.
Tra
i capitoli, 37 in totale, i cui stanziamenti saranno ridotti nel
biennio 2019-2020 ci sono quelli per il rimborso ai pazienti
siciliani affetti da grave sindrome di Arnold Chiari e craniostenosi
grave per spese effettuate fuori regione (-200 mila euro), per
stipendi e assegni fissi al personale a tempo indeterminato
dell'amministrazione regionale (-5,5 mln), il fondo di ammortamento
dei mutui per acquisto o realizzazione di immobili da destinare
all'amministrazione regionale (-1,3 mln), il fondo di ammortamento
del prestito contratto con lo Stato per l'approvazione del piano di
rientro del settore sanità destinato all'estinzione dei debiti (-1,8
mln), spese per la ricapitalizzazione di enti e società a
partecipazione regionale (-3 mln), spese per acquisto di hardware
(-2,5 mln), spese per gestione e manutenzione beni monumentali,
naturalistici e ambientali (-500 mila euro), il capitolo per
interessi e spese discendenti da operazioni finanziarie per il
finanziamento di investimenti (-9,8 mln).
Le
ex province
Il
presidente della Regione oggi ha affrontato anche la questione ex
Province, annunciando che le elezioni di secondo livello si
svolgeranno "entro la fine dell'anno",
ma senza la partecipazione "del popolo: alla faccia della
democrazia". "Sono consapevole anche delle difficoltà che
hanno le ex Province a 'chiudere' i bilanci - ha detto Musumeci -.
Avevamo pensato di farci carico degli interessi dei mutui di questi
enti, ma è un'operazione in contrasto con alcune norme di legge.
Abbiamo istituito una commissione composta da ex ragionieri generali
delle Province e da alcuni esperti per fare un'operazione finanziaria
che ci consente di ricorrere ad un mutuo con la Cassa Depositi e
Prestiti acquisendo alcuni immobili. Ma - ha sottolineato Musumeci -
non è un'operazione facile, cercheremo di trovare una soluzione
entro un mese, ma le difficoltà sono tante".
I
debiti fuori bilancio
Intanto,
in Seconda commissione all'Ars prosegue la
discussione sui debiti fuori bilanciodella
Regione. All'esame il disegno di legge sulle sentenze esecutive. La
fumata è ancora nera, il testo non è pronto per l'Aula, perché i
parlamentari componenti della Commissione hanno chiesto ulteriori
approfondimenti sui numeri. E il tempo stringe: il 3 novembre è il
termine ultimo per non incorrere nella legittimità automatica dei
debiti sulla base del silenzio assenso.
LA SICILIA
ATI
«Risoluzione con Girgenti Acque?
Nessun rischio»
g.s.) La risoluzione del contratto di
gestione con la Girgenti Acque, l'Assemblea territoriale idrica non
rischia ulteriori conseguenze perché di fatto i ricorsi sono stati
già depositati da tempo. Le questioni sono state poste nei giorni
scorsi, ma sono note solo oggi, che i verbali di quella seduta sono
stati pubblicati. E' il 28 di settembre, giornata di riunione
dell'Ati. All'ordine del giorno ci sono l'approvazione dei bilanci
(con l'inserimento dell'onere per i comuni "ribelli" di
farsi carico complessivamente di sostenere con 100mila euro circa il
costo di funzionamento dell'ex Ato idrico) ma, anche, le attesissime
comunicazioni sul tema della risoluzione del contratto digestione con
la Girgenti Acque.
Presente è il legale dell'Assemblea,
il quale fa presente che "essendo già scaduti tutti i termini
previsti nell'atto di diffida ad adempiere, l'Ati si trova già nella
condizione di ritenere risolta la convenzione di gestione e di poter
procedere alla dichiarazione di risoluzione contrattuale". Un
passaggio questo che aveva provocato alcune interpretazioni errate,
spingendo alcuni a ritenere già chiuso il capitolo Girgenti Acque.
In realtà si spiegherà poi durante i lavori che sarà necessario un
passaggio successivo, quello dell'approvazione di un atto di
risoluzione che in questa fase è al centro del lavoro del direttivo
dell'Assemblea.
Durante la riunione emerge una
questione di grande importanza: quali le conseguenze di queste
scelte? Cosa potrebbe accadere dopo l'approvazione della risoluzione
dato che comunque è certo che il gestore farà causa?
"La presidente - dice il verbale -
riferisce che l'avvocato Mazzarella ha asserito che un nuovo
contenzioso non comporterebbe un notevole rischio di risarcimento in
danno, per l'evidente motivo che il rischio esiste già a fronte dei
pregressi contenziosi, ancora in corso, instaurati dal gestore".
Il gestore, comunque, "dovrà continuare a garantire il servizio
mantenendo la convenzione in essere fino a quando non verrà
individuato un gestore diverso".
RIBERA
La Cia chiede notizie su decreti
alluvione 2016
Il sindacato chiede agli
amministratori di sollecitare la Regione
RIBERA. Per i danni arrecati al
comparto agricolo, a causa dell'alluvione del novembre 2016, Giovanni
Caruana, responsabile di zona dell'organizzazione professionale della
Cia, scrive una nota al sindaco . Pace, all'assessore comunale
all'Agricoltura Aquè, alla Condotta Agraria e all'Ispettorato
Provinciale dell'Agricoltura, per conoscere la situazione dei
risarcimenti, dopo che si sono sbloccati, a distanza di due anni, i
fondi per riparare i danni al patrimonio privato, edilizio e dei beni
mobili, per i quali i cittadini sinistrati possono presentare
domanda.
Il sindacato degli agricoltori chiede
agli amministratori comunali riberesi di intervenire al più presto
presso la Regione Siciliana per sapere se si hanno notizie di tempi
di espletamento delle pratiche già istruite e pronte per la
decretazione e se i produttori agricoli, oltre al danno
dell'alluvione, dovranno subire la beffa di aver pagato inutilmente
il tecnico per la progettazione delle opere danneggiate, senza
ricevere alcun riscontro.
Gli agricoltori continuano a ripetere
che le aziende agricole, le più colpite e danneggiate
dall'alluvione, hanno perso il prodotto, hanno subito danni
consistenti alle strutture aziendali e agli impianti d'irrigazione,
hanno accusato l'estirpazione di piante, l'abbattimento di
frangiventi e la distruzione di stradelle poderali ed interpoderali.
I danni quantificati e documentati, con appositi progetti, redatti da
tecnici abilitati, sono stati già pagati dai produttori con soldi
propri.
AMBIENTE. Segnalato dal Consiglio
d'Istituto e dal dirigente scolastico lo stato di criticità
igienico-sanitario.
ISOLA ECOLOGICA DI FONTANELLE,
ESPOSTO IN PROCURA.
Un esposto è stato presentato alla
Procura della Repubblica e al sindaco nonché agli assessori comunali
competenti, all'Arpa e all'Asp di Agrigento, sulla situazione
all'isola ecologica di Fontanelle. Con l'esposto - denuncia del
Consiglio d'Istituto e del dirigente scolastico, è stata segnalata
la criticità igienico - sanitaria conseguente allo smaltimento dei
rifiuti nell'area antistante le scuole del quartiere tra cui la
scuola dell'infanzia e le Elementari del plesso che comprende gli
Istituti Collodi, Verga e Reale. Praticamente tutti i giorni la
spazzatura viene scaricata, e solo successivamente trasferita altrove
proprio davanti l'ingresso della scuola materna. Una vera e propria
indecenza che continuando ha costretto i vertici scolastici ad
inoltrare l'esposto - denuncia con al1egato un dettagliato dossier.
Vi si legge che "nell'area indicata. comunemente utilizzata come
area di sosta e parcheggio, area percorsa da genitori, bambini e
operatori scolastici, convergono i mezzi per il deposito e
smistamento dei rifiuti. Peraltro, durante tale attività, vengono
dispersi rifiuti di vario genere, e fatto ancora più grave sul piano
igienico ed ambientale, si versano sull'asfalto liquami,
probabilmente percolato, sostanza altamente inquinante che
notoriamente necessita di trattamenti specifici". "Questa
attività - scrivono ancora i firmatari dell'esposto - causa una
situazione di impraticabilità della zona anche per l'incolumità dei
minori". Nel frattempo nessuna risposta è arrivata dal Comune
mentre si spera nell'attenzione che la Magistratura sicuramente
dedicherà al1a questione sollevata. Intanto i genitori hanno
continuato a protestare anche con una raccolta di firme e chiedono
provocatoriamente
se la destinazione d'uso del1'area sia
quella di parcheggio o di discarica. C'è chi ricorda la promessa
dell'assessore all'Ecologia secondo cui l'area sarebbe stata
bonificata a partire da agosto con l'isola ecologica che sarebbe
tornata cosi alle funzioni originarie. L'isola è stata chiusa perché
priva di servizi igienici per il personale. Un altro problema che si
sarebbe dovuto risolvere in tempi brevi. Inutile dire che sono
rimaste solo parole
EUGENIO CAIRONE