/ Rassegna stampa » 2018 » Ottobre » 11 » rassegna stampa dell'11 ottobre 2018
 

rassegna stampa dell'11 ottobre 2018

Giornale di sicilia

Smaltimento dei reflui fognari Girgenti Acque multata due volte

Le presunte violazioni registrate dalla polizia provinciale Una multa da 6 mila euro «per avere effettuato lo scarico di reflui fognari dell'impianto di depurazione del Comune di Realmonte, con autorizzazione scaduta». E una da 1.500 euro perché «nel depuratore comunale in località Torre a Ribera veniva constata l'assenza di misuratori di portata reflui - in entrata e in uscita all'impianto - nonché dei relativi autocampionatori». Ad ingiungere il pagamento delle somme alla Girgenti Acque - che ha sede nella zona industriale di Agrigento - è stato, negli ultimi giorni, il settore Ambiente e Territorio, Infrastrutture stradali e Protezione civile del Libero consorzio comunale. Lo scorso febbraio, la polizia provinciale ha trasmesso al settore Territorio e Ambiente il verbale fatto il 23 giugno del 2014 (il sopralluogo era del 12 giugno dello stesso anno): quello con il quale sarebbe stato contestato alla Girgenti Acque la violazione «d'avere effettuato lo scarico di reflui fognari dell'impianto di depurazione del Comune di Realmonte, con autorizzazione regionale scaduta. Nel settembre del 2014, l'allora consigliere delegato della Girgenti Acque fece arrivare alla Provincia regionale uno scritto difensivo con il quale argomentava «che al momento della consegna dell'impianto di depurazione, avvenuto il 15 luglio del 2008, alla Girgenti Acque l'autorizzazione allo scarico dei reflui risultava scaduta e chiedeva la non applicazione della sanzione amministrativa». «Ritenute - scrivono dal settore Ambiente e Territorio del Libero consorzio comunale -irrilevanti e prive di fondamento giuridico le argomentazioni addotte nello scritto difensivo e nell'audizione del 22 marzo scorso». L'ex Provincia regionale ha citato un decreto legislativo del 2006, la cui violazione prevede sanzioni da 6 mila a 60 mila euro. «Ritenuto fondata la contestazione formulata dalla polizia provinciale - a g g i u n go n o nell'ordinanza - si emette ordinanza-ingiunzione per 6 mila euro». Per le presunte carenze al depuratore comunale di Ribera intervenne invece - il sopralluogo venne effettuato il 3 febbraio del 2014 - il distaccamento Forestale. Pare che, per questo caso, all'ex Provincia regionale non siano arrivati scritti difensivi, né richieste di audizioni. Il Libero consorzio ha applicato la sanzione amministrativa di 1.500 euro. Per entrambi i casi, c'è l'ingiunzione a dover pagare entro 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento. «In caso di mancato pagamento entro il termine indicato, l'amminist razione - è stato scritto in entrambi gli atti, firmati negli scorsi giorni, -p ro ce - derà ad esecuzione forzata». (*CR*)

« L'acqua e la storia» Luoghi da riscoprire, un percorso del Fai nella città antica

Si chiamerà «L'acqua e la storia» il percorso organizzato da Fai, Fondo Ambiente Italiano, che si terrà questo weekend ad Agrigento per le cosiddette «Giornate Fai d'Aut unno». Un percorso che si diramerà per tanti bei luoghi della città e che poterà molti visitatori a scoprire o riscoprire luoghi poco conosciuti. Questo itinerario che, quindi, mira a far scoprire i luoghi insoliti rispetto alle zone turistiche più conosciuti. Il percorso agrigentino prevede la visita del complesso monumentale dei Padri Liguorini, con all'interno la Casa-museo accoglie la Pinacoteca e gli Arredi Sacri della Congregazione dei Padri Redentoristi, Missionari giunti in Agrigento nel 1761, per volontà del vescovo Andrea Lucchesi Palli, creatore della biblioteca Lucchesiana. L'edificio è uno dei più alti della città e conserva un atrio molto interessante. Da scoprire anche, grazie all'opportunità donata dal Fai, Fondo ambiente Italiano, che prevede la visita di luoghi altrimenti chiusi, è il Castello medievale - Serbatoio comunale: trasformato in carcere dal 1556 al 1865, i resti sono attualmente utilizzati come Serbatoio comunale detto «Itria». In epoca araba, nella parte più alta della collina fu costruita una roccaforte seguendo l'o rog r a f i a Fa parte dell'i t i n e ra r i o anche il palazzo dell'orologio di via Atenea del terreno in modo da formare un sistema di controllo marittimo e territoriale. Alla fine dell'800, per garantire l'approvvigionamento idrico alla città fu costruito un acquedotto per portare l'acqua dalla sorgente di Racalmari fino alla cisterna interna al cortile del carce re . Parte del percorso anche il palazzo dell'orologio, oggi sede della Camera di commercio, un tempo anche sede del Comune. L'edificio possiede una facciata neogotica dove esisteva una campana che serviva per dare l'ora ai cittadini, sostituita poi con un moderno sistema. Dell'edificio comunale restano due belle sale con lo stemma dei Telamoni e affreschi ottocenteschi e sulla facciata laterale una preziosa lapide del 1745 che ricorda il restauro e l'a m p l i amento della casa comunale. Nei due giorni dedicati all'arte organizzati dal Fai sarà possibile visitare con la guida anche la La Chiesa di S. Lorenzo, conosciuta anche come chiesa del Purgatorio, edificata nella seconda metà del 700 probabilmente su una piccola chiesa preesistente. L'i nterno è ad unica navata, con quattro cappelle laterali e ha al proprio interno una tela raffigurante le Anime Purganti. A causa delle continue infiltrazioni d'acqua fu abbassato il livello della piazza e fu così trovato un ipogeo greco che ancora trasportava acqua verso la valle, oggi visitabile in parte. Ultimo tassello del percorso è rappresentato dalla Scala monumentale Palazzo Xerri, il palazzo settecentesco di via Neve, chiamata così perché, con molta probabilità, in tale via sorgevano botteghe destinate al commercio della neve e del ghiaccio che veniva trasportato da Cammarata e poi conservato in cavità sotterranee che probabilmente erano parte dell'ipogeo «del Purgatorio». ( *A DS* )

agrigentonotizie.it

"Depuratori carenti o non autorizzati", due maxi multe a Girgenti Acque


Una multa da 6 mila euro "per avere effettuato lo scarico di reflui fognari dell'impianto di depurazione del Comune di Realmonte, con autorizzazione scaduta". E una da 1.500 euro perché "nel depuratore comunale in località Torre a Ribera veniva constata l'assenza di misuratori di portata reflui - in entrata e in uscita all'impianto - nonché dei relativi autocampionatori". Ad ingiungere il pagamento delle somme alla Girgenti Acque - che ha sede nella zona industriale di Agrigento - è stato, negli ultimi giorni, il settore Ambiente e Territorio, Infrastrutture stradali e Protezione civile del Libero consorzio comunale. In entrambi i casi, si tratta di verbali vecchi. Lo scorso febbraio, la polizia provinciale ha trasmesso al settore Territorio e Ambiente il verbale fatto il 23 giugno del 2014 (il sopralluogo era del 12 giugno dello stesso anno): quello con il quale sarebbe stato contestato alla Girgenti Acque la violazione "d'avere effettuato lo scarico di reflui fognari dell'impianto di depurazione del Comune di Realmonte, con autorizzazione regionale scaduta". L'ex Provincia regionale ha citato un decreto legislativo del 2006, la cui violazione prevede sanzioni da 6 mila a 60 mila euro. "Ritenuto fondata la contestazione formulata dalla polizia provinciale - aggiungono nell'ordinanza - si emette ordinanza-ingiunzione per 6 mila euro". Per le presunte carenze al depuratore comunale di Ribera intervenne invece - il sopralluogo venne effettuato il 3 febbraio del 2014 - il distaccamento Forestale. Pare che, per questo caso, all'ex Provincia regionale non siano arrivati scritti difensivi, né richieste di audizioni. Il Libero consorzio ha applicato la sanzione amministrativa di 1.500 euro. Per entrambi i casi, c'è l'ingiunzione a dover pagare entro 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento. "In caso di mancato pagamento entro il termine indicato, l'amministrazione - è stato scritto in entrambi gli atti, firmati negli scorsi giorni, - procederà ad esecuzione forzata". 
Livesicilia.it

Inchieste e processi in Sicilia
"Così si comprano i voti"

 Inchieste, processi e la certezza, difficile però da sostenere in giudizio, che in Sicilia c'è chi compra i voti perché qualcun altro li mette in vendita. Oggi si racconta dell'arresto di Raffaele Nicotra, ex deputato regionale ed ex sindaco di Aci Catena, ma sono tanti i precedenti. Le cronache giudiziarie sono zeppe di inchieste per corruzione elettorale e voto di scambio, semplice o politico-mafioso.
Il deputato regionale Edy Tamajo è attualmente indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Intercettando galoppini ed elettori le microspie hanno captato frasi dal contenuto inequivocabile: "Può passare una settimana e poi gli danno i 25 euro"; "Basta che non si sparge la voce perché sono cose sempre comprate, hai capito"; "Loro già sono quattro"; "E sono già cento euro". Da parte sua Tamajo, il più votato a Palermo alle ultime elezioni regionali, si è sempre detto sereno per la correttezza del suo operato. Non conosce i nomi dei galoppini che avrebbero fatto votare per lui promettendo 25 euro in cambio di ogni singola preferenza. Di certo, però, stando alle intercettazioni qualcuno, anche se non dovesse emergere il ruolo dell'onorevole, se ne andava in giro dal rione Brancaccio a Ballarò  a comprare voti.
Per un'indagine in fase di proroga, ce n'è un'altra archiviata. E cioè quella su Fabrizio Ferrandelli, oggi consigliere comunale a Palermo. Non sono stati trovati i riscontri necessari all'ipotesi di voto di scambio politico-mafioso nato dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia del rione Borgo Vecchio.
Per voto di scambio nel corso delle Regionali del 2017 è finito sotto accusa il deputato siracusano Giuseppe Gennuso. Il reato contestato in sede di misura cautelare era aggravato dal metodo mafioso, venuto meno davanti al Riesame che lo ha scarcerato. "Non ho mai pensato che il consenso si acquista - ha detto Gennuso al suo rientro all'Ars -. Le preferenze in questi 20 anni di attività politica mi sono sempre arrivate per il lavoro parlamentare che ho svolto".
È in dirittura di arrivo il processo che coinvolge altri politici palermitani. Per gli ex deputati regionali Nino Dina e Franco Mineo, a luglio scorso, sono stati chiesti due anni nel processo Agorà, che coinvolge 22 persone e cerca di far luce su un presunto giro di voti comprati. Sotto processo anche Giuseppe Bevilacqua, personaggio centrale dell'indagine che fallì per una manciata di voti l'elezione al consiglio comunale di Palermo ma che, secondo l'accusa, avrebbe cercato di far fruttare il 'tesoretto' nella successiva campagna elettorale per le regionali.
Pochi giorni fa la Procura distrettuale di Catania ha emesso un decreto di citazione a giudizio, su indagini della Dia, per corruzione elettorale sulle scorse regionali in Sicilia. Tra i destinatari del provvedimento l'ex consigliere comunale di Forza Italia di Catania, Riccardo Pellegrino. Anche in questa indagine si ipotizza una compravendita di voti con "tariffe" di 50 euro a preferenza. A marzo dell'anno scorso in appello fu condannato a due anni l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, "colpevole per voto di scambio con l'aggravante di avere favorito Cosa nostra, esclusa la violenza", con "pena sospesa". In quella stessa sentenza Lombardo fu assolto dalla più grave accusa di concorso esterno in mafia. Ma la Cassazione a luglio ha annullato con rinvio la sentenza.
Una lunga vicenda processuale interessò l'ex deputato regionale Antonello Antinoro, per il quale alla fine arrivò l'assoluzione dall'accusa di voto di scambio politico-mafioso e venne dichiarato prescritto il reato di corruzione elettorale. I fatti risalivano al 2008 e anche lì si ipotizzarono "prezzi" di 50 euro a voto. Il politico affermò però che le somme esborsate erano il corrispettivo per l'affissione di manifesti.
Lo scorso aprile è stata messa una sentenza di condanna che va in controtendenza con quanto finora acclarato con sentenze definitive. In primo grado sono stati inflitti a tre anni al medico Domenico Galati. L'indagine era stata avocata dalla Procura generale. Per Galati, indagato nella stessa inchiesta sfociata nel processo ad Antinoro, i pm chiesero l'archiviazione per l'accusa di associazione mafiosa. La Procura generale, non condividendo la scelta, ha avocato il procedimento contestando all'imputato il reato di voto di scambio politico-mafioso. Galati è accusato di aver fatto da tramite tra Antinoro ed esponenti della famiglia mafiosa di Pallavicino e Resuttana.


LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO DI AGRIGENTO
   Depuratori non regolari, multati Giuffrida e Campione. Impianti di depurazione senza autorizzazioni allo scarico o mancanti di alcuni strumenti di controllo, la ex Provincia regionale di Agrigento ha multato per un totale di 7500 euro l'ex responsabile del settore depurazione Giuffrida e il presidente di Girgenti Acque Marco Campione. L'atto, firmato dal settore Ambiente del Libero consorzio, è l'ennesimo di questo tipo e deriva, così come molti altri, dall'attività di accertamento sugli impianti condotta intorno al 2014 dalla Polizia provinciale e dal Corpo Forestale, i quali avevano effettuato numerosi sopralluoghi nei pressi dei depuratori per verificarne la piena funzionalità. La prima contestazione, quella di maggior impegno economico, riguarda l'impianto di Realmonte, che, sostiene il Libero Consorzio, continuava a scaricare reflui anche senza la dovute autorizzazioni. La difesa del gestore privato è stata generica: quando abbiamo preso in carico l'impianto già l'autorizzazione(risalente a metà degli anni 90) era scaduta. Minore per importo la multa che riguarda invece le irregolarità riscontrate al depuratore di contrada Torre, a Ribera. Qui il Corpo Forestale dello Stato ha rilevato l'assenza dei misuratori di portata, sia in ingresso che in uscita. e dei cosiddetti autocampionatori, tutti strumenti essenziali rispetto all'autorizzazione allo, scarico stessa. Mille e cinquecento euro alla fine la multa da pagare al Libero consorzio. Non si tratta, ad ogni modo, di provvedimenti "orfani". Anzi, a dire la verità negli ultimi mesi sono stati numerosi i solleciti di pagamento di questo tipo. (G.S.)


PORTO EMPEDOCLE. Nella sua abitazione rinvenuti 44,30 grammi di hashish
GIOVANE PUSHER "PIZZICATO" DINANZI A ISTITUTO SCOLASTICO PORTO EMPEDOCLE. I poliziotti hanno "pizzicato" il giovane pusher mentre stava smerciando droga nelle vicinanze di un Istituto scolastico. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di recuperare altro stupefacente, e i materiali utilizzati per confezionare le dosi. Trovati anche due spinelli. L'operazione è stata portata a termine dagli agenti del Commissariato "Frontiera" di Porto Empedocle, e dai loro colleghi della Squadra Mobile di Agrigento, con il prezioso ausilio dell'Unità cinofile della Guardia di Finanza, impegnati in servizi antidroga, e attività di vigilanza e prevenzione negli istituti scolastici di Agrigento e provincia; disposti dal questore di Agrigento, Maurizio Auriemma. L'attività della polizia di Stato, è stata attuata all'Istituto scolastico "Nicolò Gallo" di Porto Empedocle. Durante i controlli il cane antidroga "Eschilo" ha rinvenuto due "spinelli", quasi sicuramente gettati a terra da uno o più ignoti ragazzi, alla vista degli uomini in divisa e dei cani. Ogni ambiente della struttura è stato controllato dagli uomini in divisa, e fiutato dall'animale. Ispezionati scrupolosamente aule, bagni, corridoi ed anche zaini e motorini, ma all'interno della scuola non ha trovato tracce di droga. All'esterno bloccato giovane empedoclino sorpreso a spacciare. Poco più tardi, nel corso della perquisizione domiciliare a casa del ragazzo, sempre, con l'ausilio di "Eschilo", sono stati rinvenuti 44,30 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashis, strumenti atti al taglio, ed al confezionamento dello stupefacente. A suo carico è scattata la denuncia in stato di libertà, alla Procura della pubblica di Agrigento, per il reato di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Anche a Porto Empedocle, ad intervento in corso alcuni genitori dei ragazzi, insieme al personale docente e ai vertici della scuola, hanno espresso soddisfazione e gratitudine, per l'attività messa in atto dalla polizia. Gli interventi delle forze dell'ordine e delle unità cinofile hanno lo scopo di contrastare lo spaccio e il consumo di droghe fra i giovani e gli adolescenti, e si concentra soprattutto nei luoghi di aggregazione e davanti e all'interno degli istituti scolastici.

Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO