Giornale di Sicilia
Strada provinciale 9
Ravanusa, ponte chiuso sul Salso e proteste
I proprietari terrieri devono scavalcare le barriere o fare un giro di 40 km
RAVANUSA
Cresce la protesta dei proprietari terrieri e di imprenditori agricoli impossibilitati a raggiungere i propri appezzamenti e le proprie imprese a causa di un ponte pericolante che è stato chiuso al traffico. Si tratta del ponte della strada provinciale 9 sul fiume Salso. Collega le province di Agrigento e Caltanissetta, anzi ne segna proprio il confine. La strada è utilizzata da moltissimi agricoltori di Ravanusa (produttori di uva, pesche, grano) per raggiungere i terreni oltre fiume in provincia di Caltanissetta. Ci sono poi alcuni cittadini che oltre il ponte hanno la seconda casa in campagna a circa 7 chilometri da Ravanusa. Oggi per raggiungere la propria casa, possono farlo esclusivamente a piedi, scavalcando le barriere e attraversando il ponte, oppure devono fare un giro di circa 40 chilometri. Lo stesso vale per le aziende agricole. Ma la competenza sul viadotto è per un tratto dell'ex Provincia di Agrigento e per un pezzo dell'ex Provincia di Caltanissetta, oggi Liberi consorzi comunali. Dopo l'intervento della Coldiretti, l'amministrazione comunale di Ravanusa, con il sindaco Carmelo D'Angelo, sollecitata da una delegazione di cittadini, si è rivolta ala Regione per trovare una soluzione al problema. «Abbiamo chiesto un intervento sostitutivo all'Assessorato regionale alle Infrastrutture -dice il sindaco di Ravanusa -visto che le ex Province di Agrigento e Caltanissetta non sono nelle condizioni di poter intervenire per mancanza di fondi». La chiusura al traffico del ponte sul Salso è stata disposta a seguito di una azione di monitoraggio portata avanti dal Libero consorzio comunale di Agrigento, sullo stato dei viadotti nelle strade di propria competenza (provinciali, ex consortili ed ex regionali). Si tratta di un processo, già avviato da qualche anno in sintonia con il dipartimento Regionale della Protezione civile. (* PAPI*)
Agrigentonotizie.it
Ponte
sul fiume Salso interdetto, il sindaco alla Regione: "Serve un
intervento sostitutivo"
L'amministrazione
comunale di Ravanusa, con il sindaco Carmelo D'Angelo, sollecitata
da una delegazione di cittadini, si è rivolta alla Regione per
trovare una soluzione al problema. "Abbiamo chiesto un
intervento sostitutivo all'assessorato regionale alle
Infrastrutture - ha detto, al
Giornale
di Sicilia,
il sindaco di Ravanusa - visto che le ex Province di Agrigento e
Caltanissetta non sono nelle condizioni di poter intervenire per
mancanza di fondi". La chiusura al traffico del ponte sul Salso
- sulla provinciale numero 9 - è stata disposta a seguito di una
azione di monitoraggio portata avanti dal Libero consorzio comunale
di Agrigento, sullo stato dei viadotti nelle strade di propria
competenza.
Ponte
sul fiume Salso interdetto, il sindaco alla Regione: "Serve un
intervento sostitutivo"
Cresce
la protesta dei proprietari terrieri e di imprenditori agricoli
impossibilitati a raggiungere i propri appezzamenti e le proprie
imprese a causa di un ponte pericolante che è stato chiuso al
traffico. Si tratta del ponte che collega le province di Agrigento e
Caltanissetta, anzi ne segna proprio il confine. La strada è
utilizzata da moltissimi agricoltori di Ravanusa (produttori di uva,
pesche, grano) per raggiungere i terreni oltre fiume in provincia di
Caltanissetta. Ci sono poi alcuni cittadini che oltre il ponte hanno
la seconda casa in campagna a circa 7 chilometri da Ravanusa. Oggi
per raggiungere la propria casa, possono farlo esclusivamente a
piedi, scavalcando le barriere e attraversando il ponte, oppure
devono fare un giro di circa 40 chilometri.
livesicilia.it
REGIONE
Dissesto
idrogeologico. In arrivo 44 milioni
In
arrivo in Sicilia oltre 44 milioni di euro per la riduzione del
rischio idrogeologico e contro l'erosione costiera. E' il frutto di
un aggiornamento dell'Accordo di programma tra la Regione Siciliana e
il ministero dell'Ambiente, ratificato dalla Giunta Musumeci. Si
tratta - sottolinea il governatore - di interventi urgenti e
prioritari per la salvaguardia della vita umana e per la sicurezza
delle infrastrutture, del patrimonio ambientale e culturale. In
alcuni casi sono nuove opere, in altri manutenzioni ordinarie e
straordinarie". Le opere finanziate sono venti e ricadono nelle
province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo
e Siracusa. I lavori più impegnativi dal punto di vista finanziario
sono nell'Agrigentino: a Raffadali, con 8,9 milioni di euro per il
Rione Barca; centro abitato di Sant'Angelo Muxaro per completare il
consolidamento del costone roccioso (3,5 milioni). Interventi
rilevanti a Frazzanò su monti Nebrodi, nel Messinese, con due
progetti di cinque milioni di euro, per il centro abitato a monte di
via della Libertà e Messina; sul litorale tirrenico - tra i torrenti
Tono e Gallo - per la manutenzione delle barriere frangiflutti (3
milioni di euro). Nell'elenco delle opere anche il consolidamento e
il miglioramento sismico della sede dell'Ufficio tecnico comunale a
Palagonia, in provincia di Catania (2,4 milioni di euro); ad Agira
nell'Ennese, nella periferia meridionale del centro abitato (1,3
milioni di euro) e sul versante ovest del quartiere Santa Maria (un
milione di euro). E ancora in provincia di Palermo: a Petralia
Soprana (consolidamento del versante sud-ovest del centro abitato:
1,5 milioni di euro) e a Baucina, dove si interverrà per la messa in
sicurezza del cimitero comunale (398mila euro). A Marianopoli, nel
Nisseno, destinati 945mila euro per lavori nella zona delle Case
agricole, mentre 1,2 milioni di euro verranno utilizzati a Ferla, in
provincia di Siracusa, nella contrada Macello a sud del centro
abitato. Gli altri lavori finanziati sono nelle zone tirreniche e
joniche del Messinese: Montalbano Elicona (2,4 milioni per la
frazione Santa Maria), Raccuia (1,8 milioni, al centro abitato San
Nicolò-Carrovetta nel rione Fossochiodo). Sempre sui Nebrodi,
previsti 2,3 milioni per il centro abitato a valle della via degli
Angeli a San Teodoro, due milioni di euro per la contrada Ramisi a
Militello Rosmarino e 1,2 milioniche saranno utilizzati a Capri Leone
nel centro abitato Torrente Paliace. E ancora a Castelmola (2
milioni) per completare il consolidamento del costone roccioso a
valle di Cuculunazzo-Sottoposta; a Itala, dove con 1,5 milioni si
provvederà alla regimentazione idraulica dell'area franata in
località Casaleddu; a Fiumedinisi (1,9 milioni per contrada
Fontana).
LA SICILIA
PONTE CHIUSO PERCHÉ INSTABILE MONTA
LA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI
RAVANUSA. Segnalati gravissimi
disagi alle numerose aziende agricole della zona.
Il Comune sta facendo da tramite tra
le ex Province di Agrigento e Caltanissetta.
CARMELO VELLA
RAVANUSA. Monta la protesta a Ravanusa
di imprenditori agricoli, braccianti e operai impossibilitati a
raggiungere alcuni appezzamenti a causa di un ponte pericolante che è
stato chiuso al traffico veicolare. La competenza sul viadotto è per
un tratto dell'ex Provincia di Agrigento e per l'altro dell'ex
Provincia di Caltanissetta. Si tratta del ponte della strada
provinciale 9 sul fiume Salso collega le province di Agrigento e
Caltanissetta, anzi ne segna il confine.
Il ponte non ha una importanza tale da
essere considerata una importante strada di comunicazione. Tuttavia è
utilizzato da moltissimi agricoltori di Ravanusa, produttori di uva,
pesche, grano per raggiungere i loro terreni oltre fiume in provincia
di Caltanissetta. Ci sono poi alcuni cittadini che oltre il ponte
hanno la propria seconda casa in campagna a circa 7 chilometri da
Ravanusa. Oggi quei luoghi si possono raggiungere solo a piedi,
scavalcando le barriere e attraversando il ponte, oppure si deve fare
un giro di circa 40 chilometri.
L'amministrazione comunale di Ravanusa,
con il sindaco Carmelo D'Angelo, sollecitata da una delegazione di
cittadini, si sta interessando del problema, ma deve fare i conti con
le pastoie burocratiche e rivolgersi contestualmente a due diversi
enti territoriali. Entrambi commissariati e con notevoli difficoltà
economiche legate alla mancanza di trasferimenti di fondi da parte
della Regione e senza bilanci di previsione approvati.
«Purtroppo - ha spiegato il vice
sindaco di Ravanusa, Gaetano Carmina - ci ritroviamo a dover fare i
conti con due enti che non comunicano tra di loro per cui il nostro
intervento diventa davvero difficile e snervante. Del resto non
possiamo lasciare da soli i nostri concittadini che si ritrovano con
questo problema ma non avendone la competenza possiamo solo
sollecitare chi di dovere. L'amministrazione D'Angelo ed i nostri
tecnici - conclude il vice sindaco - si sta però occupando del
problema e nonostante le difficoltà sta cercando di dare risposte a
chi abita o lavora nelle zone interessate dal transito lungo il ponte
sulla Provinciale 9».
La chiusura al traffico del ponte sul
Salso è stata disposta a seguito di una azione di monitoraggio
portata avanti dal Libero consorzio Comunale di Agrigento, sullo
stato dei viadotti nelle strade, di sua competenza. Si tratta di un
processo già avviato da qualche anno in sintonia con il Dipartimento
Regionale della Protezione Civile.
BUCO DI 883 MILIONI DA ROMA LO
SPIRAGLIO PER UN "SALVA-SICILIA".
PALERMO. Dal governo nazionale massima
apertura alla richiesta di Palazzo d'Orleans di ridefinire i rapporti
finanziari Stato-Regione. Dopo il recente incontro col ministro delle
Finanze, Giovanni Tria, al quale ha consegnato il documento con le
proposte dell'amministrazione regionale, ieri l'assessore
all'Economia, Gaetano Armao, ha incontrato prima il ministro per gli
affari regionali, Erika Stefani, E poi il sottosegretario
all'Economia, Massimo Garavaglia, con i quali ha concordato i punti
della trattativa che, così com'è stato fissato dal Mef, comincerà
mercoledì 24 ottobre.
Male principali notizie concrete della
giornata di ieri sono giunte dalla Conferenza Stato-Regioni, che ha
raggiunto l'accordo su alcuni punti della manovra in via di
definizione a Palazzo Chigi. Il primo, di applicazione generai e lo
riferisce lo stesso Armao che ha partecipato alla Conferenza, e
riguarda i provvedimenti in materia fiscale: «Il governo - dice
Armao - ha assicurato che qualunque riduzione di aliquota o
interventi come la flat tax e la pace fiscale non dovranno avere
effetti sul gettito a favore delle Regioni. Cioè, se lo Stato
taglierà le tasse, alle Regioni dovranno arrivare sempre gli stessi
soldi da Roma, quindi il minore gettito dai contribuenti dovrà
essere compensato dalle casse dello Stato».
La seconda notizia è relativa agli
investimenti e al sociale: è stato infatti deciso che 800 milioni di
euro della spesa corrente ogni anno saranno trasformarti in
investimenti; in più, rimarranno fissi, nel 2019 e negli anni
successivi, 1,4 miliardi di euro di trasferimenti alle Regioni a
beneficio delle politiche sociali. Massimo Garavaglia ha spiegato:
«Salta la clausola sui fondi sociali. Senza questo accordo, 1,4
miliardi di trasferimenti che vanno alle Regioni per politiche molto
sensibili, come il fondo per la non autosufficienza e il fondo per le
politiche sociali, sarebbero stati sostanzialmente azzerati: con
questo accordo vivono quest'anno ed anche per gli anni futuri. Quindi
si fa spesa sociale e si fa spesa d'investimento. Infatti, l'accordo
ha anche un impatto strategico importante perché trasforma 800
milioni l'anno di spesa corrente in spesa di investimenti. Questo è
un punto strategico a cui il governo tiene particolarmente, perchè
sappiamo bene quanto abbiamo bisogno di fare spese di investimento.
Meglio di così era impossibile». Ora bisognerà vedere se e in che
termini questi impegni troveranno spazio nel testo definitivo della
manovra.
Tornando alla trattativa Stato-Sicilia,
ne farà parte un nuovo tema segnalato ieri da Armao al
sottosegretario Garavaglia: la possibilità di spalmare in 30 anni il
riassorbimento dei residui passivi della Regione non accertati nel
2016. Si tratta di una somma pari a ben 883 milioni di euro che,
essendo "sfuggita" quell'anno ai controlli, è stata
rilevata nel giudizio di parifica della Corte dei conti e che, in
base alla legge, adesso va riassorbita in appena tre anni. Una
"legnata" per il governo che sta predisponendo la manovra
ed è alle prese con la cronica carenza di risorse. Armao ha chiesto
a Garavaglia, che ha dato la propria disponibilità, che il governo
nazionale preveda una norma ad hoc per consentire alla Regione di
spalmare il recupero di questa somma in 30 anni. Una deroga che
consentirebbe nell'immediato di potere disporre di centinaia di
milioni di euro per investimenti e sviluppo. Se ne riparlerà in modo
più puntuale nel corso della trattativa al Mef coi ministeri degli
Affari regionali e del Sud. Se si troverà un percorso legislativo
celere, gli effetti positivi con liberazione di risorse potranno
aversi già sul bilancio consuntivo del 2018 che vedrà la luce a
breve, altrimenti - ed è l'ipotesi più realistica - occorrerà
attendere il bilancio di previsione del 2019, che dovrebbe giungere
al traguardo tra la fine dell'anno e la prossima primavera.
Per il resto, la trattativa,
fondamentalmente, si basa su quattro proposte della Regione. L'ultima
in senso cronologico fra quelle indicate nel documento è diventata
la prima, perchè è di grande attualità: il futuro di Riscossione
Sicilia. Come è noto, una legge varata dall'Ars ne ha previsto la
messa in liquidazione, ma su questa strada nessun passo è stato
ancora compiuto e lo Stato non si è pronunciato. Nel frattempo si è
andati avanti con Cda che non hanno avuto nè la forza nè gli
strumenti per incidere su una situazione operativa a dir poco
comatosa. Ora l'intento di Palazzo d'Orleans è quello di trovare una
soluzione condivisa con Roma, perchè l'attività di riscossione è
svolta almeno all'80% per ruoli emessi dal "sistema Sato".
Quindi, che si tratti di fusione in Agenzia delle
Entrate-Riscossione, o di altre forme come la delega, serve un
accordo. Sul tavolo, infine, ci sono il riassetto dei rapporti
finanziari inclusi gli oneri di finanza pubblica che gravano sulla
Regione, la finanza di sviluppo, l'insularità e la continuità
territoriale, la fiscalità locale con le difficoltà dei Comuni a
incassare i tributi.