Dovrà
rispondere dell'ipotesi di reato di inquinamento ambientale, il
titolare di un impianto di trattamento e compostaggio della sola
frazione verde e residui ligno-cellulosi e di messa in riserva di
rifiuti speciali non pericolosi, ubicato nel territorio del Comune di
Canicattì in contrada Cazzola.
Sono
infatti giunti nei giorni scorsi, i risultati delle analisi
effettuate dall'Arpa a seguito di un'operazione congiunta tra la
Polizia Provinciale del Libero Consorzio di Agrigento ed il
Commissariato di Polizia di Canicattì insieme al Settore Ambiente
del Libero Consorzio.
Il
sopralluogo, effettuato lo scorso mese di settembre, aveva riguardato
una vasta area di proprietà della stessa ditta, dove erano presenti
cumuli di materiale prodotto dall'attività di recupero dei
rifiuti provenienti dall'impianto della ditta M.P. e materiali di
altra provenienza come terre e rocce da scavo.
Dall'esame
della documentazione prodotta dalla società, la attività di
riqualificazione ambientale e recupero dell'ex cava risultava
conforme alle normative vigenti nonché al progetto approvato
rilasciato dal Libero Consorzio Comunale di Agrigentola ex Provincia.
Successivamente
si è proceduto al controllo dell'impianto di compostaggio che era
in funzione, data la presenza di mezzi che stavano scaricando
rifiuti.
L'area
si presentava recintata con cancello in ferro all'ingresso e lungo
il perimetro interno dell'impianto era presente una barriera
arborea ripristinata da poco con piccole piante di oleandri.
Era
presente, altresì, una segnaletica identificativa dei presidi
dell'impianto.
Tutta
l'area lato destro rispetto l'ingresso (piazzale di manovra) e la
piattaforma materiale trattato, erano occupate dalla presenza di
notevoli cumuli di sfalci di potatura.
I
rifiuti presenti nelle varie aree di processo, sia quelli in arrivo
che quelli in maturazione, risultavano depositati in difformità a
quanto previsto nella pianta di progetto; infatti nell'area di
maturazione erano presenti rifiuti in arrivo, nell'area termofila
erano presenti rifiuti in maturazione a 90 giorni mentre nell'area
di conferimento R13 erano presenti rifiuti in maturazione a 60
giorni.
Parte
delle canalette per il convogliamento delle acque dei piazzali
presenti nelle aree di manovra risultavano ostruite da terriccio,
per cui non permettevano il normale deflusso delle acque.
Inoltre
le canalette di raccolta della piattaforma destinata alle varie fasi
di processo, non riuscivano a contenere il rifiuto liquido (che è
risultato essere percolato per come successivamente confermato dalle
analisi dell'Arpa) prodotto dai rifiuti in maturazione, che
sbordando nel piazzale di manovra confluivano tramite una bocca posta
all'angolo del piazzale, direttamente all'impianto di trattamento
delle acque di prima pioggia.
Pertanto
la società è stata segnalata alla Autorità Giudiziaria per il
reato di " abbandono
illecito di rifiuto liquido acquoso non pericoloso
-
CER
161002
poiche tale
colaticcio, dai pozzetti di raccolta
e trattamento delle
acque di prima pioggia dei piazzali dell'impianto, attraverso un
tubo corrugato, veniva
smaltito mediante
ruscellamento nel pozzetto
in c.l.s a servizio del ponticello
ricadente sulla strada
di penetrazione agricola "Serra Cazzola"
Da
qui le analisi dell'Arpa e i risultati che hanno portato alla
segnalazione all'autorità giudiziaria.