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rassegna stampa dal 29 al 31 dicembre 2018

Giornale di sicilia

29 dicembre 2018

Turismo a Capodanno, la Sicilia lontana dal podio
Osvaldo Baldacci - ROMA
Anche la Sicilia comincia a trarre vantaggio dall'aumento del flusso turistico fuori dalle stagioni tradizionali. Ma al momento resta in seconda fila fra le mete preferite dagli ospiti che scelgono l'Italia. La crescita comunque c'è ed è certificata da un'indagine della Cna, secondo la quale nella prima settimana di gennaio in Italia si registreranno 9,8 mi- Palermo e Catania al nono e decimo posto fra le città preferite dai visitatori lioni di turisti, con un incremento di 800 mila visitatori rispetto allo scorso anno, una crescita dell'8,5 per cento circa. Di questi quasi la metà - 4,6 milioni - saranno stranieri, i quali addirittura prevalgono in quanto a presenze -17,5 milioni contro 17,4 - vale a dire i pernottamenti che in media saranno quattro per gli stranieri  contro i tre per gli italiani. Diquesto flusso si giovano le mete naturalistiche, quelle sciistiche e anche le città d'arte. Le regioni più opzionate sono Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.Per quanto riguarda le città, nell'ordine si classificano Roma, Venezia, Firenze, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Genova, Palermo, Catania, Matera, Bari, Pisa, Perugia e Ravenna; la Sicilia conquista quindi nono e decimo posto. Ma c'è comunque un progresso per l'Isola, come spiega il responsabile di Cna Commercio e Turismo, Cristiano Tomei. «Il turismo sta cambiando - dichiara - e questo sembra essere un vantaggio per regioni come la Sicilia. Si va verso una destagionalizzazione, che va oltre i binomi inverno-montagna e estate-mare, e addirittura le destinazioni siciliane vengono scelte non solo nelle mezze stagionimaanche d'inverno. In passato l'Isola è stata penalizzata dalla difficoltà di raggiungerla e dalla composizione dei pacchetti turistici, che costituivano l'offerta del mercato e dettavano le regole. Oggi grazie a Internet i turisti si costruiscono i loro pacchetti ed è la domanda a dettare le regole. In questa maggiore libertà  la Sicilia viene spesso scelta ed ha molte carte da giocare, con le sue bellezze naturalistiche, artistiche, culturali, enogastronomiche. Lo conferma un altro dato: la crescita della richiesta di alloggio in strutture al di fuori del sistema ricettivo tradizionale dei grandi alberghi. Questo perché i visitatori vanno a cercarsi i siti da visitare e non praticano più solo un turismo di ricasco, e quindi si costruiscono itinerari nelle località minori e interne dove le strutture ricettive non sono di massa». Resta il nodo dei trasporti. Gli italiani preferiscono spostarsi in auto, mentre gli stranieri prediligono il treno. Palermo e Catania invece sono raggiunte soprattutto in aereo. Cna. Cristiano Tomei (*OBA*)

Mancano i voti necessari
Frena il bilancio all'Ars
Il governo sceglie l'esercizio provvisorio
Giacinto Pipitone
PALERMO
Gli appelli al Pd sono caduti nel vuoto. E uno dei pilastri su cui si basa la strategia di medio-periodo di Musumeci è venuto giù al primo scossone: il governo ha dovuto rinunciare al progetto di approvare inanziaria e bilancio nei tempi stabiliti e si è visto costretto a virare sull'esercizio provvisorio. Dunque la manovra slitta di (almeno) un mese, se ne riparlerà a febbraio visto che l'esercizio provvisorio è già stato approvato.
Ma la giornata di ieri è la fotografia delle difficoltà che Musumeci incontra quando si muove fuori da Palazzo d'Orleans. In mattinata, conversando con i giornalisti per gli auguri di fine anno, il presidente aveva ribadito che «è fondamentale approvare la manovra entro i primi giorni di gennaio. Non accade da 22 anni. Sarebbe un risultato di tutti». Parole che suonavano come un appello all'opposizione. Reso poi ancora più esplicito: «C'è una parte del Pd che ha mostrato senso di responsabilità, spero che tutto il Pd si renda conto che in un momento drammatico serve l'impegno di tutti». Il presidente non ha fatto mistero di non aver i numeri per assicurare alla manovra un cammino spedito e al riparo da ostruzionismo e voto segreto. E il rischio era elevatissimo:  se entro il 18 gennaio non fosse stato approvato il bilancio, sarebbero saltati stipendi e pensioni. Per evitare questo rischio e non rinunciare al suo piano Musumeci aveva perfino provato a sfruttare le divisioni nel Pd, dove dopo il congresso l'ala renziana è in rottura con gli ex Ds e gli ex margheritini di Cracolici e Lupo: «Davide Faraone, il nuovo segretario, è un mio amico personale. I suoi nemici invece sono proprio nel Pd». Ma il soccorso rosso nel giorno decisivo non è arrivato. Inutili  anche le prese di distanza di Musumeci dal governo nazionale. Luca Sammartino, etneo e uomo forte di faraone all'Ars, non era neanche in A vuoto gli appelli lanciati dal presidente al Pd Aspre scintille con Lupo Parlamento. Mentre il capogruppo Giuseppe Lupo è riuscito a tenere compatto il partito sul no al voto della Finanziaria: atto ritenuto troppo politico perché un partito di opposizione possa votarlo. «Il presidente faccia il presidente e non si occupi delle faccende interne al Pd - ha detto Lupo a fine giornata -. Nessun esponente del nostro partito ha avuto intese con Musumeci. Lasciare intendere che ci possano essere "due Pd" o che una parte del Pd possa avere attivato intese non fa onore al presidente della Regione». In conferenza stampa Lupo ha portato con sé anche Nello Dipasquale e Franco De Domenico, due dei deputati più vicini a Faraone. A questo punto Musumeci dovrà trovare nel centrodestra le forze per varare la Finanziaria. Il Pd ha detto no soprattutto al progetto di varare una leggina di appena 15 articoli rinviando a un testo successivo (il cosiddetto Collegato) le misure più politiche. Un testo di cui non c'è ancora neppure la bozza, hanno notato i Dem. Gli accordi sono quindi improbabili visto che ieri anche i grillini hanno confermato il loro no a Musumeci: «Il governo del nulla fallisce pure l'obiettivo del bilancio». Il ritardo nel varo della manovra, che potrebbe arrivare ad aprile, tiene bloccate le altre leggi: a cominciare dalla riforma degli Ato rifiuti, fondamentale per far partire anche il piano dei nuovi impianti e incassare da Bruxelles 170 milioni bloccati. Musumeci non aveva nascosto in mattinata di considerare esaurita la fase del riordino dei conti e delle emergenze ereditate: «Fra sei mesi raccoglieremo i primi risultati. Siamo sulla buona strada». Ma il cammino in serata si è complicato.

CAMMARATA E S.GIOVANNI
Fusione dei 2 Comuni
C'è il via al referendum
L'assessore regionale delle Autonomie Locali, Bernardette Grasso ha notificato ai sindaci di Cammarata e San Giovanni Gemini il decreto che autorizza l'avvio delle procedure per lo svolgimento del referendum sulla fusione dei due centri e l'istituzione del nuovo Comune di "Cammarata Gemini". Seguendo l'iter procedurale previsto dalle norme vigenti il  prossimo passaggio è l'indizione del referendum da parte del sindaco del comune con maggior numero di elettori residenti (e quindi di San Giovanni Gemini) che coinvolgerà simultaneamente gli elettori di entrambi i Comuni e si svolgerà tra maggio e giugno del 2019. (*PAPI*)

30 dicembre 2018

Opere pubbliche in provincia
In arrivo 24 milioni di euro
Il dato diffuso dall'Ordine degli architetti con La Mendola e Cimino
Paolo Picone
In arrivo 23 milioni e mezzo di euro per nuove opere pubbliche nell'Agrigentino. Il dato è stato diffuso ieri mattina dall'ordine degli Architetti di Agrigento, durante una conferenza stampa sui dati censiti  dall'Osservatorio nazionale «Onsai» dei quali quattro sono investimenti per la città dei Templi. Al tavolo dei relatori, Rino La Mendola, vicepresidente del Consiglio nazionale degli Architetti; Alfonso Cimino, presidente dell'Ordine degli Architetti di Agrigento; Francesco Romano, consigliere delegato Lavori pubblici -Onsai dell'Ordine Architetti di Agrigento. Sui 380 bandi censiti d ll'Osservatorio a livello nazionale, 4 riguardano investimenti per la città di Agrigento, per un importo complessivo di 23.497.866 euro di cui 774.420 euro per servizi di architettura e ingegneria. Entrando nel dettaglio dei dati rilevati per Agrigento, si evince che, al di là dell'investimento per la messa in sicurezza della cattedrale, che costituisce un fatto episodico per un importo di 17.188.589 euro, gli altri investimenti ammontano complessivamente a 6.309.277 euro. Pur costituendo un elemento importante, l'importo di tali investimenti è certamente insufficiente per rilanciare l'economia della città. I dati sono ancora meno significanti per i servizi di architettura e ingegneria, per i quali analogamente si rileva che, nell'ambito dell'intervento sulla cattedrale, sono stati finanziati servizi di architettura e ingegneria per un importo di 719.205 euro, mentre tutti gli altri servizi ammontano a soli 55.215 euro; una cifra del tutto irrisoria per i liberi professionisti, che operano nell'agrigentino. I dati, relativi ai 380 bandi analizzati dalla rete degli Ordini degli Architetti italiani, nel corso del 2018, rivelano un netto miglioramento, rispetto ai dati relativi alle criticità rilevate nel 2017. «I dati del nostroOsservatorio -ha spiegato Rino La Mendola - ci dicono che il 2018 è stato un anno interessante, durante il quale abbiamo registrato un netto miglioramento del libero mercato dei lavori pubblici, rispetto all'anno precedente. Il nostro auspicio di fine anno è che i segni complessivamente positivi del 2018, possano promuovere, per il 2019, un rilancio del settore dei lavori pubblici e delle infrastrutture in Sicilia ed in particolare nei contesti territoriali che soffrono di un notevole gap infrastrutturale, come quello  di Agrigento ». Per il presidente dell'Ordine degli architetti, Alfonso Cimino: «Il 2018 è stato un anno parecchio interessante: il Consiglio dell'Ordine degli architetti ha lavorato in maniera compatta impegnandosi per i centri storici, per il rilancio delle città. Abbiamo organizzato un evento a Santa Margherita Belice, in memoria del tragico evento del 1968, e redatto un documento presentato poi al Congresso nazionale degli architetti. Per il 2019 stiamo programmando tante iniziative al centro delle quali c'è la figura del libero professionisti»- Infine il consigliere delegato Lavori pubblici dell'Ordine Architetti, Francesco Romano ha detto: «Sono molto soddisfatto dell'operato del nostro Consiglio provinciale per il numero di bandi analizzati, non a caso siamo i primi a livello regionale e nazionale. Grazie a questa piattaforma,  realizzata dal Consiglio nazionale degli Architetti, con la volontà di Rino La Mendola, abbiamo uno strumento valido». (* PAPI*)

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