Giornale di sicilia
I debiti di Girgenti
Acque
A battere cassa 20 imprese. oggi audizioni in prefettura
Non è certamente il
giorno della verità, ma ci somiglia molto. Stamani, davanti al
prefetto di Agrigento Dario Caputo, si riuniranno i sindaci
dell'Agrigentino: gli stessi che, durante l'ultima riunione
tecnica, avevano espresso preoccupazione sulla tenuta della società
- la Girgenti Acque - che gestisce il servizio idrico.
Preoccupazioni dovute al fatto che Girgenti Acque sta vivendo una
seria crisi finanziaria e potrebbe anche non riuscire più a
garantire la continuità del servizio. Un pericolo grossissimo anche
perché l'Ati, dal canto suo, non ha ancora individuato soluzioni
alternative. Ieri, a poche ore dal vertice in Prefettura, è emersa
un'altra nota dolente: una ventina di imprese agrigentine,
impegnate ad erogare servizi a Girgenti Acque e Hydortecne, sono in
stato di agitazione. Vantano crediti per oltre due milioni di euro
per attività legate agli espurghi, manutenzione della rete idrica e
fognaria, installazione di contatori e movimento terra. A fare luce
sul problema sono state le organizzazioni datoriali di Cna,
Casartigiani e Claai alle quali i titolari delle aziende si sono
rivolti per rivendicare le loro spettanze, maturate di fatto prima
della gestione commissariale. I rappresentanti delle tre sigle hanno
chiesto ed ottenuto un momento di confronto con il commissario di
Girgenti Acque, Gervasio Venuti, e con l'amministratore della
società partecipata. Un faccia a faccia per fare il punto della
situazione sulla vertenza in corso e per capire i margini di
agibilità rispetto alla risoluzione della delicata questione. Una
questione che non è la sola, visto che, ad esempio, anche i circa
150 dipendenti della società controllata: la Hydrotecne temono per
il loro futuro lavorativo ed economico. «È'necessario fare
immediata chiarezza - hanno scritto ieri Cna, Casartigiani e Claai
- per dare risposte a quanti, in questi mesi, hanno prestato
regolare attività, ma non ricevono il regolare pagamento. Il quadro
che ci viene delineato dalle imprese è abbastanza preoccupante e il
malessere è palpabile, tenuto conto che c'è stata fin qui una
interlocuzione tutt'altro che rassicurante con i vertici delle due
società. Questi padri di famiglia - proseguono le organizzazioni -
sono disperati perché rischiano il tracollo economico da un momento
all'altro se non vedranno onorato, in tempi brevi, il loro
sacrosanto diritto». Di fatto, accanto alla Girgenti Acque e alla
Hydrotecne c'è tutto un indotto di lavoratori. «Braccia
incrociate e automezzi spenti significa non garantire servizi
essenziali con inevitabili ripercussioni sulla situazione igienico
sanitaria nel territorio destinata ad esplodere qualora non dovessero
arrivare risposte positive. Noi auspichiamo che prevalga il buon
senso - concludono Cna, Casartigiani e Claai - nella
consapevolezza che assieme al commissario e all'amministratore di
Hyrdotecne si possa individuare un percorso condiviso in grado di
ridare serenità economica alle imprese creditrici». Oggi, in
Prefettura, si discuterà poi di gestione delle risorse idriche, a
seguito dell'emanazione dell'informativa antimafia interdittiva a
carico del precedente gestore. ( *C R* )
LIBERO CONSORZIO
Strade franate,
appalto ancora aperto
C'è tempo fino a
mezzogiorno del prossimo 21 febbraio prossimo per la presentazione
delle offerte per i lavori di eliminazione delle frane sulle strade
provinciali nel territorio di Favara, ovvero la «3-B Favara-Crocca»,
«80 Agrigento-Baiata-Favara» e la «consortile 7 ex Esa -
Chimento», dell'importo complessivo di 277.000 euro. La gara
d'appalto sarà gestita integralmente in modalità telematica
attraverso il portale degli appalti sul sito istituzionale del Libero
Consorzio di Agrigento. ( * PA P I * )
Dai capi ai test: così
cambia la Pubblica amministrazione
Dai concorsi alla
dirigenza, dalle «pagelle» al conferimento degli incarichi: un
disegno di legge ambizioso quello con cui il ministro Giulia
Bongiorno mira a riformare la Pubblica amministrazione. Non a caso si
tratta di una delega che avrà bisogno di più decreti attuativi.
Dopo il via libera di ieri sera da parte del Consiglio dei ministri
seguirà l'iter parlamentare, terminato il quale si apre una
finestra di 18 mesi per passare all'applicazione. Tra le principali
novità l'inserimento di test psicoattitudinali nelle selezioni
pubbliche, la richiesta di una presenza anche quotidiana dei
dirigenti negli uffici, un nuovo sistema di valutazione aperto a
esperti esterni. Ecco allora ricapitolate le misure. Dirigenti
pubblici in ufficio tutti i giorni.Il riordino della dirigenza è il
cuore della delega per «il miglioramento della Pubblica
amministrazione». Il nuovo tentativo di riforma dei vertici parte
dalla necessità di accrescere la produttività e rilanciare
l'immagine della P.A. E, proprio per centrare l'obiettivo,
l'ultima bozza del provvedimento stabilisce che il «capo» adegui
la sua prestazione alle «esigenze dell'o rg a n i z z a z i o n e
» , «nonché a quelle connesse con la corretta gestione e il
necessario coordinamento delle risorse umane, anche mediante la
presenza quotidiana nella sede di lavoro». Il ddl consente di
rinnovare una sola volta l'incarico. E riguardo agli incarichi a
contratto, utilizzati a livello locale, viene ristabilito il
principio dello spoil system, per cui la durata del rapporto non può
superare il mandato del sindaco o del presidente di P rov i n c i a .
Test psicoattitudinali e giuramenti da «civil servant».Il disegno
di legge punta, si legge sempre nella bozza, alla «riduzione dei
tempi e dei costi» delle procedure selettive, con
«prove differenziate,
di tipo teorico e pratico», così da individuare le professionalità
che servono. Non solo, si parla esplicitamente di «verifiche
psicoattitudinali» con quiz che siano capaci anche di sondare le
capacità relazionali. Si prevedono poi «incentivi» a favore degli
enti locali che scelgano di affidare la gestione dei concorsi allo
Stato, fatta salva la possibilità di effettuare le singole prove su
base territoriale, senza dover costringere i candidati a macinare
chilometri. E, per chi la spunta, la delega invita a un'estensione
dell'o b b l i go di giuramento, così «da rafforzare lo spirito
di servizio dei dipendenti pu b b l i c i » , Restyling della
valutazione, carriera facile per i migliori.Il testo parla di un
«Sistema nazionale di valutazione delle performance» che fa perno
sul ministero ma lascia spazio anche agli utenti, quindi ai
cittadini, e a «soggetti, anche estranei alla Pubblica
Amministrazione, in possesso di una comprovata competenza». Una
sorta di «commissari esterni» in grado di esprimere giudizi super
partes. Si raccomanda poi di prevedere concorsi riservati al
personale interno che abbia ottenuto «le valutazioni migliori
nell'ultimo triennio».
Fi n a n z i a r i a ,
resa dei conti in maggioranza: ridotti i tagli
È stata un'altra
giornata di duelli dentro la maggioranza. Frantumata in tre aree,
tutte pronte a chiedere a Musumeci un passo che avrebbe stravolto i
piani del governo. E così nella notte dell'ultimo voto solo una
soluzione di emergenza e di finanza creativa ha permesso al
centrodestra di ricompattarsi riallargando i cordoni della spesa.
Solo all'alba di oggi è previsto il voto finale alla manovra.
Nell'attesa, al momento di andare in stampa, la partita l'aveva
vinta Forza Italia, che con i suoi assessori si era messa di traverso
dicendo chiaramente al presidente che non avrebbe votato una
Finanziaria che prevedeva fra i 200 e i 300 milioni di tagli a
settori elettoralmente cruciali come quelli dei precari, dei
forestali, dei consorzi di bonifica, dell'Esa, della cultura, del
welfare e di tutta una galassia di enti che orbita intorno alla
Regione. Una posizione oltranzista che ha attraversato la giunta e su
cui si sono ritrovati gli assessori forzisti Marco Falcone
(Infrastrutture) e Bernadette Grasso (Funzione Pubblica) e il
centrista Mimmo Turano (Attività produtt ive). È un fronte che
chiedeva la riscrittura del cuore della Finanziaria a poche ore dal
voto finale, forte dell'ost ilità al testo base manifestata
mercoledì dal voto dei franchi tiratori del centrodestra contro due
norme-chiave. Le votazioni sono iniziate alle 21,30 dopo una lunga
giornata di trattative e al momento di andare in stampa era passata
la linea di questo fronte: il centrodestra ha deciso di portare in
aula una norma che spalma in 30 anni l'intero maxi-disavanzo da 2,1
miliardi rilevato dalla Corte dei Conti. La Finanziaria originaria
prevedeva invece che almeno 600 milioni venissero coperti in tre anni
sacrificando subito 200 milioni originariamente destinati a precari e
settori produttivi. Con la norma che l'Ars si apprestava a votare
nella notte dunque il governo ha recuperato almeno 176 milioni da
spalmare di nuovo sul bilancio riportando tutti i capitoli di spesa
ai livelli del 2018 (tranne quello delle Province, a cui si penserà
nella manovra correttiva, assicurano in giunta). L'handicap di
questa soluzione è che avrebbe bisogno di un via libera da Roma. Di
più, servirebbe proprio una leggina del Parlamento nazionale. Che
non c'è malgrado sia stata chiesta da Musumeci e Armao. Dunque in
tanti prevedono una impugnativa che aprirà un conflitto
costituzionale con pochi precedenti. Se nella notte l'Ars avrà
confermato questa scelta, il bilancio sarà stato sistemato però per
almeno tre mesi (il limite per l'impu - gnativa) e saranno state
appianate le divergenze nel centrodestra. Soprattutto perché verrà
evitato il problema più avvertito da deputati e assessori: andare in
campagna elettorale per le Europee del 29 maggio dopo aver votato una
manovra lacrime e sangue. Ma per arrivare a questo risultato la
maggioranza si è dilaniata. Un travaglio durato oltre 24 ore. Dopo
il voto di mercoledì che ha mandato Ko il governo su due
norme-cardine Musumeci ha radunato gli assessori ieri a ora di pranzo
a Palazzo d'Orleans. Lì ha chiesto compattezza sul voto finale. Ma
si è trovato di fronte per la prima volta il muro di un pezzo di
Forza Italia fino a quel momento annoverato fra i fedelissimi:
l'assessore Falcone ha chiesto di cancellare tutti i tagli da oltre
200 milioni e di riscrivere da capo il cuore della manovra. «Noi
votiamo solo una Finanziaria, non un fac simile» ha sintetizzato
Falcone uscendo dalla riunione. L'assessore è l'espressione di
una vasta area del centrodestra che fino a quel momento spingeva per
una soluzione drastica: trovare i soldi per cancellare i tagli
trattenendo 280 milioni di entrate frutto dell'Iva che la Regione
incamera ma dovrebbe girare poi allo Stato. Una sfida lanciata a
Roma, che finora non ha voluto consentire di spalmare in 30 anni
tutto il disavanzo costringendo la giunta a una manovra lacrime e
sangue. È una soluzione, questa, su cui si erano ritrovati anche
l'Mpa e pezzi di altri partiti. Perfino Giorgio Assenza, uno dei
big di Diventerà Bellissima, aveva scelto questa via. Il problema è
che nessuno, né la Ragioneria della Regione né gli uffici tecnici
dell'Ars, ha voluto sposare questa linea consegnando relazioni che
la legittimassero. Troppo alto il rischio di una impugnativa dello
Stato e di una possibile azione della Corte dei Conti. Così in
serata questa strategia si è sgonfiata. Anche perché nel frattempo
un'altra area di Forza Italia, guidata dal capogruppo Giuseppe
Milazzo, aveva proposto di limare appena un po' i tagli: fra le
pieghe del bilancio ci sono 15 milioni che possono essere spalmati su
Esa, consorzi ed enti vari che devono avere anche un minimo budget
per avviare i precari. Così sarebbe stata sbloccata la spesa e
sarebbero state rinviate le emergenze alla manovra correttiva
comunque annunciata dal governo dopo che Roma avrà votato la norma
che consente di spalmare in 30 anni il debito. Era una soluzione soft
che in molti avrebbero g r a d i t o. Di fronte a queste divergenze
Musumeci ha tenuto duro su un punto: non rinnovare l'esercizio
provvisorio. Affiancato su questa linea dall'asses - sore Ruggero
Razza (Sanità) e da quello all'Economia, Gaetano Armao. Ma Palazzo
d'Orleans non ha potuto difendere oltre il testo originario della
manovra accettando la sfida allo Stato. Tra l'altro stesso Armao è
stato negli ultimi giorni al centro del fuoco incrociato dei franchi
tiratori, che gli hanno impallinato la norma a cui teneva di più:
quella che avrebbe invogliato i pensionati di Paesi stranieri a
trasferirsi in Sicilia sfruttando esenzioni e sgravi fiscali. È il
segnale che perfino dentro Forza Italia c'è una ampia frangia che
non sostiene l'as - sessore all'Economia. Scosse che sono il
preludio del rimpasto annunciato per dopo le Europee. Uno scontro
nello scontro che coinvolge l'intero centrodestra. Senza contare la
frattura con sindacati e associazioni di categoria che da giorni sono
in strada contro il governo. Ieri Musumeci ha suggerito all'a s s e
s s o re Turano una dura replica al leader di Confindustria,
Alessandro Albanese che mercoledì aveva parlato di «spettacolo
indecoroso». Sono i cocci che restano intorno a Palazzo d'Orleans
dopo il voto della Finanziaria.
Villa Genuardi
I giardini storici da scoprire
Villa Genuardi, ad Agrigento in via Ugo La Malfa, ospita la mostra intitolata «Villa Genuardi e i giardini storici di Agrigento: dal Giardino degli Dei al Giardino del Vescovo». Il progetto è coordinato dal Soprintendente Gabriella Costantino. Si avvale della consulenza botanica dei professori Rosario Schicchi e Manlio Speciale, direttore e curatore dell'Orto Botanico - Sistema museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo. L'evento è realizzatoanche in collaborazione con ilComune di Agrigento, il Libero Consorzio Comunale diAgrigento, la Curia Vescovile, il Parco Archeologico della Valle dei Templi, il museo «Griffo» ed il FAI - Giardino della Kolymbethra. (*ACAS*)
La Valle dei Templi
Città metropolitane e liberi consorzi. Orlando "Ora di trovare soluzioni legislative" - La Valle dei Templi
"Ho ancora una volta espresso oggi la mia solidarietà e vicinanza ai dipendenti delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi, che vivono una troppo prolungata condizione di incertezza e difficoltà a causa del protrarsi della situazione di criticità finanziaria degli Enti. Abbiamo più volte sollecitato i governi nazionale e regionale ad individuare le necessarie soluzioni normative, e appositi tavoli tecnici sono stati avviati in tal senso.
Ora è tempo che le soluzioni prospettate possano tradursi in interventi legislativi concreti." Lo ha dichiarato Leoluca Orlando.
Scrivolibero
Il prossimo giorno 21 il termine delle offerte per i lavori di Crocca, Favara Agrigento e Esa Chimento
Il prossimo giorno 21 Febbraio, esattamente, alle ore 12.00 è il termine per la presentazione delle offerte per i lavori di eliminazione delle frane sulle strade provinciali nel territorio di Favara, ovvero la n. 3-B Favara-Crocca, n. 80 Agrigento-Baiata-Favara e NC n. 07 ex Esa-Chimento, dell'importo complessivo di 277.000, euro.
E' l'inizio della fine di un incubo per gli automobilisti e per una città che vive il disagio di collegamenti stradali non adeguati e insicuri che mettono quotidianamente a rischio la sicurezza dell'utenza.
Adesso i cittadini si aspettano la velocità degli interventi su strade che collegano Favara con Agrigento e con Villaggio Mosè e la zona balneare.