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rassegna stampa dal 16 al 18 febbraio 2019

LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO

Procura chiede rinvio a giudizio di un funzionario a.r.) Il pubblico ministero Antonella Pandolfi ha chiesto il rinvio a giudizio di Filippo Napoli, funzionario tecnico e responsabile del Settore Infrastrutture Stradali, della provincia regionale di Agrigento, oggi Libero Consorzio, con l'ipotesi di reato di tentata concussione. Parte offesa nel procedimento una coppia di coniugi, pensionati, di Licata. La vicenda risale al 7 ottobre del 2014. Il funzionario (difeso dall'avvocato Antonino Gaziano), secondo l'accusa, avrebbe prospettato di revocare alcune autorizzazioni. Da qui la denuncia presentata dai coniugi. Dopo le indagini della polizia di Stato, e la chiusura delle indagini preliminari della Procura della Repubblica, è arrivata la richiesta di processo per il professionista, con tanto di avviso dell'udienza preliminare, fissata davanti al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, il prossimo 5 marzo. Assieme alla richiesta di rinvio a giudizio il pm ha evidenziato l'acquisizione di alcune fonti di prova: la denuncia e documentazione allagata (tra cui un Dvd contenente la registrazione della conversazione tra presenti registrata dalla coppia, mentre si trovava in compagnia del funzionario del Libero Consorzio), e le successive indagini espletate dalla polizia di Stato. Nella sua richiesta il pm Pandolfi scrive «Napoli, abusando dei poteri e delle qualità inerenti l'attivazione delle procedure di controllo sui lotti di terreno di proprietà provinciale, avrebbe di revoca delle autorizzazioni per l'apertura di passi carrabili, in particolare prospettando ai due coniugi, di attivare procedimenti di controllo e di successiva revoca dell'autorizzazione, se non avessero provveduto a ritirare l'istanza di autotutela, per l'annullamento dell'asta pubblica inerente la vendita, tra gli altri, del "relitto" stradale sulla strada provinciale 38, Licata- contrada "Montesole", aggiudicata ad un'altra coppia».


EX PROVINCE Musumeci incontrerà i deputati nazionali. PALERMO. La grave crisi finanziaria che ormai ha investito tutte le ex Province dell'Isola sarà oggetto di un confronto tra il governo della Regione e la rappresentanza parlamentare nazionale eletta in Sicilia. Lo ha deciso il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha invitato senatori e deputati siciliani a Palermo, al palazzo del governo, per lunedì 18 febbraio alle ore 11. «Ho il dovere di sottoporre alla sua attenzione - scrive Musumeci - la necessità di individuare, con l'urgenza che la situazione di dissesto o predissesto in cui versano richiede, adeguate soluzioni per il sostegno ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane dell'Isola. Enti ormai al collasso, con gravi ripercussioni sul piano non solo sociale». «Occorre intervenire con la massima urgenza - prosegue il presidente della Regione - per garantire parità di trattamento agli Enti di area vasta siciliani rispetto alle Province e Città metropolitane della Penisola, eliminando le storture causate dalla legislazione finanziaria nazionale in materia». «Certo della sua sensibilità sull'argomento e del suo sostegno. Le chiedo - conclude nella sua lettera il governatore - di intervenire all'incontro che si terrà presso la Presidenza della Regione - Palazzo d'Orleans, nel corso del quale sarà avviato sulla tematica in argomento un proficuo confronto con la rappresentanza parlamentare nazionale eletta in Sicilia»

GESTIONE SERVIZIO IDRICO. Il sindaco si dice soddisfatto dal vertice di due giorni Ati

: «Rassicurati dalla Prefettura, ora verso l'acqua pubblica». GIOACCHINO SCHICCHI "Era l'incontro che aspettavamo, confidavo in un incontro di questo tipo e credo che sicuramente si è tutti più sereni sul futuro". Ad un giorno dall'incontro tra i sindaci, il prefetto e i commissari prefettizi che oggi guidano la Girgenti Acque, il sindaco di Sciacca e presidente dell'Ati Francesca Valenti non nasconde l'ottimismo. Il confronto, svoltosi a porte chiuse, come vi abbiamo raccontato ieri, ha infatti consentito di mettere in chiaro alcuni aspetti che proprio Valenti reputa essenziali. "Sono due le cose fondamentali che sono state assicurate - spiega il sindaco e presidente -la prima è che questa nuova guida dell'azienda non è la gestione privata di Girgenti acque ma è una gestione pubblica, statale, attraverso la Prefettura. Questo rappresenta certamente una garanzia per i cittadini e l'Ati. Inoltre, è stato importante che si sia chiarito che l'allarmismo che si è generato in questi ultimi giorni, che può avere origini varie, sul rischio che non si riuscisse a garantire la gestione, è immotivato. L'azienda pubblica Girgenti Acque - continua - è nelle condizioni di assicurare il servizio ed è certamente quello che ci volevamo sentir dire perché la preoccupazione evidente di tutti i sindaci, che si trovano ogni giorno in trincea, era che di fronte al disservizio ci fosse un momento di impreparazione". Un allarmismo che aveva "interessato" anche lo stesso prefetto Dario Caputo, il quale era stato anche più esplicito nel dire che qualcuno aveva probabilmente tentato di gettare discredito sulla gestione commissariale. Una preoccupazione, quella sull'eventuale impossibilità di garantire le manutenzioni, che sarebbe non suffragata da fatti, dato che i commissari Venuti e Dell'Aira avrebbero spiegato durante l'incontro che sono già pronte una trentina di ditte per garantire le manutenzioni in tutta la provincia. Ma non è finita qui, perché Valenti ha tenuto a precisare come dalla riunione sia anche emersa la volontà chiara da parte dei commissari di "mettersi a disposizione dell'Ati per discutere del futuro - dice -, in una logica non di contrapposizione ma di gestione pubblica di una risorsa pubblica insieme all'Assemblea territoriale idrica", Valenti, invece, si mostra più cauta sul tema dei comuni non consegnatari, che sono stati sostanzialmente invitati dai commissari, qualora non beneficiari di legislazioni specifiche. "Non esiste alcuna contrapposizione con i comuni non consegnatari - ha chiarito - anche all'interno dell'Ati sono le ultime determinazioni a chiarirlo: il gruppo di lavoro per l'individuazione della futura forma di gestione è composto infatti da sindaci consegnatari e non consegnatari".

"EMPEDOCLE"
Consorzio universitario presidente cercasi. g.s.)
Consorzio universitario, è tutto pronto, tranne le nomine. Sì perché se nei giorni scorsi l'Università di Palermo ha celebrato l'avvio per il prossimo anno accademico dei nuovi corsi di laurea agrigentini, sancendo con essi anche un'apertura di credito nuova verso il Cua, al momento la "nuova vita" auspicata per il Consorzio è subordinata proprio alle nomine. Tutti, o quasi, sarebbero già pronti a fare i nomi, sia il Municipio che Unipa, ma a quanto pare nessun segnale di "vita" arriverebbe dall'Assessorato regionale alla Formazione e istruzione, retto da Roberto La Galla, che con il rettore di Palermo Fabrizio Micari, va detto, non ha mai coltivato particolari rapporti di reciproco affetto. Se in un primo momento era trapelata l'ipotesi che la Regione avrebbe individuato come presidente l'ex parlamentare Nené Mangiacavallo, questa nomina ­ come spesso avviene con i primi nomi che circolano per la copertura di un incarico avrebbe perso quota, senza che però sia stata individuata un'alternativa di sorta. Così, trascorsi i giorni, il Consorzio pare abbia scritto proprio all'Assessorato chiedendo notizie del provvedimento di nomina del nuovo presidente, senza aver però ricevuto alcuna risposta. Un silenzio che, preoccupa in primis a casa del Cua "Empedocle", che puntava sulla chiusura di questa vicenda per il rilancio della propria attività accademica potendo contare su un nuovo statuto, una nuova governance e un piano dell'offerta formativa. In questo stato si potrà unicamente continuare con l'ordinaria amministrazione fino alla scadenza ordinaria delle cariche, sperando che prima che questo avvenga lo spoil system abbia finito il proprio lavoro e abbia liberato il Consorzio da questioni di nomine e poltrone, che in questi anni hanno già fatto abbastanza danno.



EX PROVINCE, LO SPETTRO DEL DEFAULT LA PARTITA DECISIVA SI SPOSTA A ROMA

   Oggi summit di Musumeci con i parlamentari nazionali. Ecco il dossier sul tavolo DANIELE DITTA PALERMO. Altro che abolizione. In Sicilia le (ex) Province sono state "sacrificate" sull'altare della patria, per effetto del prelievo forzoso imposto dallo Stato. Con l'introduzione nel 2013 del contributo di risanamento alla finanza pubblica, voluto dal governo di Roma, è iniziata la crisi degli enti intermedi. Lo stop all'elezione diretta dei presidenti e dei Consigli provinciali, decisa dall'Ars sempre nello stesso anno di disgrazia, ha poi aggiunto alla batosta economico-finanziaria anche il caos nella governance. E ora che la lunga stagione dei commissariamenti si sta avviando a conclusione - il 30 giugno prossimo per volontà della Giunta regionale si tornerà a votare (con elezioni di secondo grado però) - è tempo di bilanci. Che sono maledettamente in "rosso", La Sicilia infatti, più di altre realtà territoriali italiane, ha pagato un prezzo altissimo alla riforma nazionale che porta il nome dell'ex ministro Graziano Delrio: la paralisi dei servizi (viabilità secondaria, manutenzione delle scuole superiori, assistenza agli studenti disabili...) e lo spettro del default in alcune Province letteralmente svuotate di risorse. Il conto della serva lo ha fatto più volte l'assessore all'Economia Gaetano Armao: 200 milioni di euro in meno all'anno, circa 700 milioni sottratti in tre anni con il meccanismo del prelievo forzoso. Risultato? Strade provinciali ed edifici scolastici a pezzi, diritto allo studio dei soggetti più deboli calpestato, zero iniziative a sostegno del turismo (un tempo in capo alle Province ). E dire che quando l'Ars, in epoca Crocetta, le ha sostituite con Città metropolitane e Liberi Consorzi c'è chi parlava di "modello Sicilia" (perché la nostra regione ha tagliato per prima in Italia il traguardo della cancellazione degli organi politici) e di "svolta storica" (per il conseguente risparmio quantificato allora in 50 milioni). Da Crocetta stesso ai grillini. Gli interventi legislativi però si sono rivelati semplici maquillage, se non veri e propri pasticci visto che il percorso di riforma, sostanzialmente il recepimento della legge Delrio, è pure "inciampato" sulla Corte Costituzionale. Insomma, un disastro. Decapitate politicamente e senza soldi, pur avendo mantenuto le loro competenze, le ex Province siciliane hanno finora tirato a campare. Con i commissari nominati dalla regione di fatto impossibilitati a garantire una normale gestine di questi enti. Neanche il minimo indispensabile. Certo, la mancanza di una guida politica ha avuto un peso importante, ma è nel prelievo forzoso imposto dallo Stato che vanno ricercate le ragioni della stagione fallimentare che ha investito Città metropolitane e Liberi Consorzi siciliani. La crisi degli organismi di area vasta in terra di trinacria è stata amplificata dal fatto che nel resto d'Italia lo Stato ha "coperto" il prelievo forzoso alle Province, mentre qui da noi no. E quindi non c'è stata altra scelta che pagare. Anno dopo anno sono stati effettuati i versamenti allo Stato: un continuo stillicidio, che ha frantumato i servizi nei territori (con pesanti ripercussioni sui cittadini), bloccato ogni possibilità di sviluppo, messo in discussione anche gli stipendi dei dipendenti. Il governo centrale ha recentemente ridotto l'ammontare del contributo della Regione al risanamento della finanza pubblica - da 1,6 miliardi a circa un miliardo - e nel 2019 riconoscerà alla Sicilia un trasferimento di 540 milioni di euro da destinare a Liberi Consorzi e Città metropolitane per le spese di manutenzione straordinaria di strade e scuole, da erogare nei prossimi sei anni. Per la politica siciliana, in pressing su Roma, non è abbastanza. Un gruppo di deputati di Forza Italia alla Camera ha presentato una proposta di legge, composta da un solo articolo, per cancellare il prelievo forzoso. Anche il governo della Regione è entrato in forcing: oggi, alle 11, il presidente Nello Musumeci ha convocato a Palazzo d'Orleans i parlamentari nazionali eletti in Sicilia. Al centro del confronto «la necessità di individuare, con l'urgenza che la situazione di dissesto o predissesto in cui versano richiede, adeguate soluzioni per il sostegno ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane dell'Isola». Così ha scritto il governatore Musumeci, convinto che bisogna «intervenire con la massima urgenza per garantire parità di trattamento agli enti di area vasta siciliani rispetto alle ex Province della Penisola, eliminando le storture causate dalla legislazione finanziaria nazionale in materia».

DISSESTO IDROGEOLOGICO DEI FIUMI SINDACI A CONFRONTO CON MUSUMECI
Otto sindaci si erano autoconvocati a Palermo dal presidente Nello Musumeci per il 13 febbraio scorso, ma il governatore invece, perché precedentemente impegnato in appuntamenti istituzionali, li vuole incontrare oggi pomeriggio, alle 18, a Palazzo d'Orleans. Oggetto precipuo della riunione palermitana la richiesta degli amministratori comunali di interventi urgenti finanziari per i gravi danni subiti da colture ed aziende e per la riqualificazione del letto e degli argini del fiume Sosio-Verdura, investiti dalle esondazioni del 2-3 novembre scorso. I primi cittadini di Ribera Carmelo Pace, di Calamonaci Pellegrino Spinelli, di Lucca Sicula Salvatore Dazzo, di Villafranca Sicula Domenico Balsamo, di Burgio Francesco Matinella, di Caltabellotta Paolo Segreto, di Sciacca Francesca Valenti e di Chiusa Sclafani Francesco Di Giorgio chiederanno delle risposte precise alle continue domande avanzate da migliaia di agricoltori che cercano una soluzione alla drammatica situazione creata dalle piogge alluvionali. Lo spauracchio del mondo agricolo è che, se dovesse arrivare qualche altra ondata di pioggia torrenziale, le aziende potrebbero essere messe in ginocchio perché sul letto del fiume, dal novembre scorso, non è stata toccata nemmeno una pietra. Gli amministratori comunali lamentano che "alcuni tratti del fiume Sosio-Verdura sono diventati, ancora di più, pericolosi per le aziende agricole e per quanti vi lavorano e l'alveo del fiume, anche in conseguenza delle piogge invernali, si è innalzato sempre di più rispetto ai terreni confinanti dove gli argini fluviali sono sempre interamente sommersi da grossi detriti trascinati a valle dalle acque", Chi conosce bene il territorio della valle del fiume Sosia-Verdura è Emanuele Siragusa, professionalmente geologo, già presidente dell'ordine di Agrigento e di Sicilia, già sindaco di Ribera ed ex presidente della Provincia Regionale di Agrigento: "Per diversi decenni, nel corso dei quali non è stato registrato alcun intervento di sistemazione idraulica del fiume, dalle sorgenti sino alla foce, gli agricoltori hanno visto crescere il livello del fiume che, per i detriti accumulatisi, ha raggiunto un'altezza che supera, a destra e a manca, i terreni agrumetati, prospicienti le rive. Ogni volta che arriva una bomba d'acqua, come è successo in questi ultimi anni, il Sosio-Verdura entra con estrema facilità nelle aziende agricole, tra gli agrumeti, portando via, a mare, piante, sollevamenti idrici, mezzi agricoli, strade rurali, impianti di irrigazione e frangivento". L'altro argomento scottante, che i sindaci solleveranno riguarda direttamente gli agricoltori, è l'emissione del ruolo, da parte del consorzio di bonifica 3 Agrigento, per il saldo del pagamento dell'erogazione dell'acqua per uso agricolo relativa all'anno 2013 e l'aumento del 450 per cento della voce consortile che riguarda le spese di bonifica, passate da 20 ad 85 euro ad ettaro di terreno.

Giornale di Sicilia

Manutenzione delle Provinciali
Nuovi interventi per due milioni

Sulla Gazzetta Ufficiale l'impegno delle somme

Poco meno di due milioni di euro verranno spesi per la sistemazione di due importanti strade provinciali, la Sciacca -Menfi e la Ribera -Cianciana. Sono state pubblicate nella gazzetta ufficiale della Regione le comunicazioni di provvedimenti concernenti il finanziamento e l'impegno di somme per  l'esecuzione dei nuovi interventi sulla rete viaria secondaria, progettati direttamente dal settore «Infrastrutture Stradali» del Libero Consorzio comunale di Agrigento. Si tratta di due decreti del dirigente generale del Dipartimento Regionale delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti. Il primo decreto registrato alla Ragioneria centrale riguarda i «lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla strada provinciale 79/A Sciacca - Menfi», compreso nel programma di interventi sulla rete viaria secondaria siciliana, per un importo di 767.625  euro. L'altro decreto di finanziamento riguarda «lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla strada provinciale 32 Ribera - Cianciana per un importo di 996.880 euro». Nelle prossime settimane saranno attivate le  procedure per la predisposizione dei  bandi di gara e la relativa pubblicazione. Le gare - fanno sapere dal Libero Consorzio - dovrebbero essere esperite nei prossimi  mesi. Nel 2019 il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha programmato bandi per il miglioramento della viabilità  provinciale, per lavori già appaltati o da appaltare nei prossimi mesi, per un importo complessivo che supera i 20 milioni di euro. Saranno completati con due mesi di anticipo e dunque a luglio e non a settembre di quest'anno i lavori di sistemazione e messa in sicurezza della strada provinciale Sciacca - Caltabellotta. Lo ha confermato Filippo Napoli, responsabile del settore Infrastrutture stradali del Libero Consorzio di Agrigento. Esulta il sindaco di Caltabellotta, Paolo Segreto: «Un'ottima notizia che ci consentirà di avere grandi benefici durante la stagione estiva con una strada più sicura ed eliminando ogni disagio per raggiungere, da Sciacca, il mio comune». Si tratta di un'opera con gara espletata dalla Protezione Civile attraverso il «Servizio rischi sismico e vulcanologico» di Catania. Un'opera da quasi 2 milioni di euro a base d'asta con durata dei lavori un anno. Quest'opera viene considerata dal Comune di Caltabellotta strategica nell'ambito del progetto di paese-albergo che mira, favorendo l'utilizzo di strutture esistenti in chiave turistica, ad inserire quest'intervento in un più vasto pacchetto di opere pubbliche che saranno realizzate.(*GP*)

Libero Consorzio
«Siciliacolorata», personale di Blandi

La sede del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale di Agrigento), in piazza Aldo Moro, ospita "Siciliacolorat a", la personale di pittura di  Antonello Blandi. La collezione è stata allestita nella Scala Reale del Palazzo, già utilizzata per altri eventi espositivi negli ultimi anni. Questa mostra è stata associata alla rivista "Sicilia -  l'Isola del Tesoro". Antonello Blandi presenta una selezione di opere che inneggiano al puro ottimismo e all'esaltazione della cromaticità del Sud. Queste creazioni hanno sono state anche negli Stati Uniti e in varie parti d'Italia da oltre 20 anni. (*ACAS*)

L'intervista a Claudio Barone, segretario regionale della Uil
«È solo un'operazione di finanza creativa»


Un governo che «tira a campare», che non affronta i problemi «anzi nasconde la polvere sotto il tappeto » e che «rinvia tutto senza risolvere   nulla». Lo dice il segretario regionale della Uil, Claudio Barone, che commenta l'approvazione dei documenti finanziari da parte dell'Ars.
Alla fine l'esecutivo è riuscito a portare a casa un risultato...
«Sì, però siamo estremamentepreoccupati. È evidente che il presidente Musumeci non ha più il consenso e l'Assemblea vota fondamentalmente scommettendosul tirare a campare per non andarea casa anteponendo  considerazioni di tipo elettorale. È tutto rinviato ma nulla è stato risolto. In pratica un quadro abbastanza preoccupante» .
Lei si riferisce alla mancata rateizzazione del debito?
«È una operazione di finanza creativa: si finge che siano disponibili risorse su cui ancora non c'è una norma. Si mette la Sicilia in una posizione debole nei confronti del governo nazionale in un momento in cui si sta giocando una partita importante sull'autonomia differenziata per tre regioni
del nord. Un vulnus di autorevolezza che rischiamo di pagare caro. Un esempio? Lunedì prossimo è prevista una convocazione dei parlamentari per intervenire sulla disastrosa situazione in cui versano le ex Province, chiedendo di attenuare il prelievo forzoso che penalizza la nostra regione.
Con questo scenario, però, sarà più complicato arrivare con una certa autorevolezza. Stiamo su una corda senza una rete sotto. Ma se cade non cade solo il governo ma a farsi male tutta la Sicilia.»
E nel frattempo le questioni economiche restano tutte sul tappeto.
«Nel mondo reale intanto i problemi  restano: tutti e irrisolti. Penso alla situazione della cooperativa Cmc o ai lavori infrastrutturali bloccati con edili licenziati e imprese in fallimento. La sensazione è che non ci sia una percezione dei problemi reali. Anche sulla vertenza Blutec, ad esempio, ci sono sindacati e sindaci da un lato ma il governo regionale non sembra che stia svolgendo un ruolo. Alla fine la sensazione che abbiamo è che ci sia un grande scaricabarile ma nessuna idea di come uscire dall'empasse. Anche su investimenti possibili come quelli che potrebbero arrivare da Sonatrach che è sbarcata a Priolo, il governo non sembra pronto ad aprire un confronto. Si tira a campare su logiche di politica politicante piuttosto che affrontare i problemi». ( *AGIO* )

Corriere Agrigentino

La Regione finanzia lavori per migliorare la viabilità agrigentina - Corriere Agrigentino

Pubblicate nella gazzetta ufficiale della Regione le comunicazioni ufficiali di provvedimenti concernenti il finanziamento e l'impegno di somme per l'esecuzione di nuovi interventi sulla rete viaria secondaria, progettati direttamente dal settore "Infrastrutture Stradali" del Libero Consorzio comunale di Agrigento. Si tratta altri due decreti del dirigente generale del Dipartimento Regionale delle  infrastrutture, della mobilità e dei trasporti.
Il decreto di finanziamento, registrato alla Ragioneria centrale, riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla Strada provinciale 79/A Sciacca - Menfi", a valere al Programma APQ, - Interventi sulla rete viaria secondaria siciliana, per un importo di 767.625,33 euro.
Un altro decreto, finanziato e già impegnato, riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla Strada provinciale n. 32 Ribera - Cianciana per un importo di 996.880 euro. Nelle prossime settimane saranno attivate le procedure per la predisposizione dei bandi di gara e la relativa pubblicazione. Gare che dovrebbero essere esperite nei prossimi mesi.
Nell'anno in corso il Libero Consorzio Comunale di Agrigento ha programmato bandi per il miglioramento della viabilità provinciale, per lavori già appaltati o da appaltare nei prossimi mesi, per un importo complessivo che supera i 20 milioni di euro.


Agrigentonotizie

Viabilità, finanziamenti per 20 milioni di euro per le strade provinciali

Pubblicate nella gazzetta ufficiale della Regione di oggi le comunicazioni ufficiali di provvedimenti concernenti il finanziamento e l'impegno di somme per l'esecuzione di nuovi interventi sulla rete viaria secondaria, progettati direttamente dal settore "Infrastrutture Stradali" del Libero consorzio comunale di Agrigento.
Uno riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla strada provinciale 79/A Sciacca - Menfi", per un importo di 767.625 euro. L'altro, finanziato e già impegnato, riguarda i "lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla provinciale 32 Ribera - Cianciana per un importo di 996.880 euro.
"Nell'anno in corso - spiega l'ente con una nota - il Libero consorzio comunale di Agrigento ha programmato bandi per il miglioramento della viabilità provinciale, per lavori già appaltati o da appaltare nei prossimi mesi, per un importo complessivo che supera i 20 milioni di euro".


livesicilia

La crisi delle Ex Province Vertice a Palazzo d'Orleans

PALERMO - La grave crisi finanziaria che ormai ha investito tutte le ex Province dell'isola sarà oggetto di un confronto tra il governo della Regione e la rappresentanza parlamentare nazionale eletta in Sicilia. Lo ha deciso il presidente della Regione Nello Musumeci, che ha invitato senatori e deputati siciliani a Palermo, a Palazzo d'Orleans, lunedì alle 11. "Ho il dovere di sottoporre alla sua attenzione - scrive Musumeci - la necessità di individuare, con l'urgenza che la situazione di dissesto o pre-dissesto in cui versano richiede, adeguate soluzioni per il sostegno ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane dell'isola. Enti ormai al collasso, con gravi ripercussioni sul piano non solo sociale. Occorre intervenire con la massima urgenza - prosegue il presidente della Regione - per garantire parità di trattamento agli enti di area vasta siciliani rispetto alle Province e Città metropolitane della Penisola, eliminando le storture causate dalla legislazione finanziaria nazionale in materia". "Certo della sua sensibilità sull'argomento e del suo sostegno, Le chiedo - conclude nella sua lettera il governatore - di intervenire all'incontro che si terrà presso la Presidenza della Regione - Palazzo d'Orleans nel corso del quale sarà avviato sulla tematica in argomento un proficuo confronto con la rappresentanza parlamentare nazionale eletta in Sicilia". (ANSA).

Blogsicilia

Ex Province lavoratori in piazza lunedì davanti alla sede del governo regionale
di Ignazio Marchese

"A Roma si lavora per rimettere le ex province siciliane in condizione di funzionare ma la Regione dovrà fare la sua parte per porre rimedio ad una situazione rispetto alla quale nessuno può ritenersi esente da responsabilità".
E' questa la richiesta che il Csa porterà all'incontro fissato per lunedì alle 11 dal Governatore Musumeci a Palazzo D'Orleans con l'intera Deputazione Nazionale e con le Organizzazioni Sindacali.
Ed il Csa ha voluto il sostegno dei lavoratori provenienti da tutta la Sicilia che saranno presenti in Piazza Indipendenza e che faranno sentire la loro voce e la loro richiesta di certezze e di una dignità calpestata ormai da troppo tempo.
"Speriamo - affermano il Segretario Generale Badagliacca ed il Responsabile del Dipartimento Ex Province Paladino - che questo incontro non sia un tentativo estremo di scaricare tutto sul Governo Nazionale. La Regione non può continuare a tirarsi fuori: i troppi ritardi ed omissioni sotto il profilo finanziario e normativo stanno portando al dissesto gli enti e Palermo ha l'obbligo di contribuire alle soluzioni che si stanno prospettando al tavolo del Ministero dell'Economie e Finanza".

17 febbario

Giornale di Sicilia

Assemblea regionale
Finanziaria, si vola a Roma per alleggerire i debiti

Armao: «Battuto il partito del bilancio provvisorio, ora si può lavorare e programmare»
Antonio Giordano
PALERMO
Il governo regionale per bocca del suo vicepresidente ed assessore all'economia, Gaetano Armao, difende i documenti finanziari che sono stati approvati dall'Assemblea venerdì mattina. Nessun esercizio di «finanza creativa», ma la decisione di approvare bilancio e finanziaria in maniera da dotare la Regione degli strumenti necessari per permettere a tutte le strutture che attendono i trasferimenti dall'amministrazione di «iniziare a lavorare e programmare» dando strumenti certi contro «il partito dell'esercizio provvisorio che ha provato a tirare il più possibile la corda, facendo però un autogol», spiega Armao. Anche il ricorso al voto segreto viene fortemente stigmatizzato dal vicepresidente «la scelta tra voto palese e segreto non può essere affidata a valutazioni di opportunità o peggio ancora di opportunismo. Ed in questo il Parlamento siciliano, se la mantiene, rischia di essere una riserva di inciviltà politica e giuridica». Risale al 2014 (l'assessore era Luca Bianchi, governatore Rosario Crocetta) l'ultimo bilancio approvato alla fine di gennaio. «Adesso», spiega ancora Armao, «verrà mobilitata una enorme massa di risorse dalla approvazione del bilancio che permetterà, ad esempio, ad enti locali di programmare gli interventi. Tutto questo negli anni precedenti non accadeva prima di fine maggio «eravamo come una macchina che cammina con il freno a mano tirato». Certo, resta aperta la partita con Roma sulla parte del disavanzo ancora da spalmare in trenta anni «ma rappresenta solo l'1% della spesa complessiva», spiega Armao e già dalla prossima settimana sono in programma nuovi incontri per affrontare la questione. «Ci sono due mesi di tempo e si vedrà se questa via è praticabile o meno», ha aggiunto. Con l'approvazione dei documenti contabili il governo ha dato una prova di forza mantenendo la promessa di evitare una proroga dell'esercizio provvisorio «che qualcuno in aula sembrava volere per potere arrivare alla approvazione dei documenti proprio nei giorni della campagna elettorale per le prossime europee», commenta adesso Armao. Una prova di forza, dunque, alla quale è stato chiamato l'esecutivo e che adesso controbatte con cifre alla mano: per il 2019 dalle poste di bilancio sono previsti, tra l'altro, 329 milioni i fondi per il contributo di parte corrente a favore dei comuni, 7,4 milioni per gli investimenti delle amministrazioni locali per gli interventi previsti dall'asse 10 del Po Fesr 14-20 (istruzione e formazione), 47 milioni per spese per i progetti del fondo di sviluppo e coesione per interventi sulla qualità della vita e lo sviluppo sostenibile nei comuni della Sicilia, 99 milioni per contributi agli investimenti delle amministrazioni locali per la realizzazione degli interventi per mitigare il rischio frane, 6 milioni per contributi agli investimenti delle imprese nell'ambito delle energie rinnovabili. Ed anche sulle norme della manovra che sono state più contestate al momento della discussione in Aula come quella sui 20 milioni che la Regione incasserebbe vendendo alcuni palazzi al Fondo pensioni.  Armao spiega che «è stata adottata sentendo le strutture del Fondo che l'hanno ritenuta compatibile. Non stiamo togliendo risorse ma posponendo la dotazione di un anno». Da domani si ricomincia: norme di attuazione dello Statuto e situazione delle province sono le priorità. Martedì il confronto in Assemblea sul regionalismo differenziato. «Nuove funzioni e nuove risorse», dice Armao, «puntiamo alla attuazione piena dello Statuto e ad una riscrittura delle norme di attuazione che risalgono al 1965. Una situazione che ha causato enormi problemi alla regione, con ritardi di assegnazione di risorse e confusione ». Domani confronto sulle province. Musumeci ha convocato la deputazione nazionale per le 11 a Palazzo d'Orléans. «Ho il dovere di sottoporre alla sua attenzione», scrive Musumeci, «la necessità di individuare, con l'urgenza che la situazione di dissesto o pre-dissesto in cui versano richiede, adeguate soluzioni per il sostegno ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane dell'Isola. Enti ormai al collasso, con gravi ripercussioni sul piano non solo sociale. Occorre intervenire con la massima urgenza». (*AGIO*)

Provincia da fare ripartire
Montenegro suona la carica

In vescovado vertice coi sindaci, col prefetto e le forze dell'ordine
Concetta Rizzo
Il dado è tratto. La decisione è stata presa: verrà realizzata una cabina di regia, una sorta di grande rete, per individuare i principali problemi che affliggono il territorio agrigentino e per individuare - mettendo insieme potenzialità e competenze - le soluzioni necessarie attraverso una strategia condivisa. Una strategia che consenta il rilancio, nell'ambito di un processo di crescita equilibrato e sostenibile. Ieri, su invito dell'arcivescovo di Agrigento: il cardinale Francesco Montenegro, in Vescovado, si sono riuniti molti sindaci dell'Agrigentino, i rappresentanti delle forze sociali e delle associazioni di categoria e c'era anche il prefetto Dario Caputo. A promuovere quello che è stato una sorta di faccia a faccia è stato l'ufficio di Pastorale Sociale e del lavoro della Curia Arcivescovile. «Tutti i partecipanti all'incontro, numerosi i sindaci della provincia presenti, hanno convenuto sulla necessità di creare una cabina di regia che permetta di individuare i principali problemi che affliggono il territorio - hanno confermato, dopo il vertice, dalla Curia - . L'auspicio manifestato da tutte le parti è stato quello di trovare un metodo di lavoro che consenta di fare rete e di evitare che occasioni come quella odierna (ieri ndr.) rimangano senza seguito e si limitino a momenti di pura sollecitazione emotiva. Da parte dei sindaci, in particolare, è stato rivolto un accorato appello alle istituzioni locali, in primis alla Prefettura, - prosegue la ricostruzione della Curia di Agrigento - affinché non vengano lasciati soli davanti alle varie emergenze che si trovano quotidianamente ad affrontare a fronte di risorse economiche limitatissime ». Il confronto si è svolto in una clima sereno e fruttuoso. Tutti, infatti, si sono detti concordi sulla necessità di mettere in campo una strategia condivisa perché facendo sinergia, e mettendo quindi in campo le varie potenzialità e competenze, si potrà forse veramente arrivare al rilancio del territorio. O, se non altro, si potrà -facendo, naturalmente, «squadra» - riuscire a tamponare le grandi emergenze dell'Agrigentino per mirare ad un processo di crescita equilibrato e sostenibile. Uno dei primi temi caldi che verrà affrontato - e la riunione è stata già fissata, in Prefettura, per il 6 aprile - sarà quello dei rifiuti. Ma sarà appunto il primo tema. Perché di emergenze l'Agrigentino ne ha a bizzeffe. Oltre ai rifiuti che, nonostante gli sforzi di chi paga puntualmente le tasse, continuano a devastare - con gli abbandoni - l'intero territorio Agrigentino, sempre in materia di servizi, c'è la questione dell'acqua e poi un altro grande classico è l'odissea viabilità. Ma questi tre temi non sono che la punta di un iceberg. Intanto, però, il confronto di ieri un primo risultato lo ha conquistato: sindaci, sindacati, associazioni varie non saranno più da sole, in prima linea, nelle varie battaglie. L'Agrigentino, d'ora in avanti, avrà una squadra e, insieme, si combatterà per vincere la partita del rilancio di un territorio troppo spesso mortificato. (*CR*)


18 febbraio


Libero Consorzio
La Siciliacolorata di Antonio Blandi

La sede del Libero Consorzio (ex Provincia Regionale di Agrigento), in piazza Aldo Moro, ospita "Siciliacolorata", la personale di pittura di Antonello Blandi (nella foto). La collezione è stata allestita nella Scala Reale del Palazzo, già utilizzata per altri eventi espositivi negli ultimi anni. Questa mostra è stata associata alla rivista "Sicilia - l'Isola del Tesoro ". Antonello Blandi presenta una selezione di opere che inneggiano al puro ottimismo e all'esaltazione della cromaticità del Sud. Queste creazioni hanno già caratterizzato le esposizioni della Regione siciliana ma sono state anche negli Stati Uniti e in varie parti d'Italia da oltre 20 anni. Le opere di Antonello Blandi esprimono una carica emotiva spensierata, lontana dai canoni accademici della pittura ma coinvolgenti per la loro cromaticità e dove il colore domina assoluto. (*ACAS*)

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