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rassegna stampa dal 23 al 26 febbraio 2019

23 febbraio - sabato

LA SICILIA

REGIONE
SUL FEDERALISMO LA LEGA IN SICILIA PRENDE TEMPO
Il presidente Musumeci per ora non forza la mano mentre i salviniani aspettano il dopo Europee.
GIUSEPPE BIANCA
PALERMO. La Lega non prende impegni in Sicilia e nell'Isola, almeno al momento, non c'è nessuno che glielifa prendere. la lunga campagna elettorale per le prossime Europee chesi svolgeranno il 26 maggio, lambisce, per ora da lontano, i territori e i contenuti della politica siciliana incrociando però,al tempo stesso istanze di grande importanza per la Sicilia e conriflessi pratici per le casse della Regione. A partire dalla spada di Damocle cheincombe sulla legge di stabilità regionale approvata recentemente dal parlamento siciliano, del Decreto legge che da Roma ratifichi ildisavanzo della Regione interamente spalmato in 30 anni checonsentirebbe di liberare le risorse per molte categoria oggettodella spesa regionale, per non dimenticare la vicenda che passa da Roma e riguarda la situazione economica delle ex Province. Dall'Arssi affrettano a ricordare, quasi come in un mantra di scaramanzia erimozione dei dubbi, che la scelta votata dall'Assemblea regionalesiciliana è a costo zero per Roma e che il dato non interferisce senon per gli aspetti tecnici da perfezionare. In realtà non è così.La partita politica tra Roma e Palermo c'è tutta e riguarda sia ilvia libera che potrebbe arrivare con norma, sia la possibilità diun'impugnativa che non fa dormire sonni sereni.Stefano Candiani, commissario dellaLega in Sicilia e sottosegretario agli Interni, suÌ quadrocomplessivo degli equilibri politici dell'Ars commenta così: «ilproblema della gestione dei conti della Regione siciliana affonda leradici nel suo passato - e aggiunge - l'interlocuzione istituzionale,anche sulle ex Province, prosegue ed è mantenuta». Candiani poicompleta: «ognuno deve fare la propria parte. Se si deve arrivare alparadosso che il presidente della Regione deve ventilare l'ipotesi didimissioni per ricompattare un ambiente, diventa complicata». E poiaggiunge: «Vedo molta confusione e come spesso accade - conclude -molti problemi non si devono risolvere a Roma, ma a Palermo». Le due questioni arrivate sul tavoloromano in particolare, conti ed enti di area vasta, sono distinte epresentano anche una differenza non di poco conto. La più importantedi queste riguarda il profilo dei 5stelle in Sicilia. Apertamentecontrari a quella che hanno definito una "forzatura" sulla leggedi stabilità regionale e possibilisti sul dare una manosull'interlocuzione con Roma sulle ex Province. Ma a fare ladifferenza potrà esre anche il particolare momento in cui arrivanole Europee. È infatti pensabile che l'esecutivo nazionale tolga lecastagne dal fuoco alla Sicilia, esponendosi, proprio in prossimitàdel voto? L'Assessore all'Economia Gaetano Armaonon andrà sprovvisto di argomenti sin da giovedì prossimo nellatrattativa che punta a portare a casa l'importante risultato, ma idubbi non sono pochi e rimangono. Soprattutto cominciano aserpeggiare anche dalle parti di Palazzo d'Orleans. Nello Musumeciinfatti, apprezzato da un lato per sobrietà e profilo istituzionale,ha mantenuto un'equidistanza di posizioni politiche complessiva,anche in pendenza di scadenza elettorale, che conferisce, nel bene enel male, all'esecutivo siciliano un profilo neutro. Nella cartina delle annessionipolitiche della Lega del momento insomma, la casella della Sicilianon è sbarrata. Se fino a questo momento infatti le adesioni alpartito di Salvini hanno mantenuto un ritmo costante e un profilo dicrescita, sarà solo dopo il voto di maggio che le bandierine con glieuroparlamentari eletti in Sicilia e Sardegna per la Legadiventeranno ben riconoscibili. Inoltre non è sfuggi­to ai piùche nella discussione svoltasi all' Ars e durata due giorni sulregionalismo differenziato e conclusasi con un documento unitario cheribadisce le ragioni della Sicilia rispetto alle istanze di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, l'unico deputato che siedeall'Ars nei banchi della Lega, non ha preso parte alla discussione, eil secondo giorno era addirittura assente. Che peso dare a tutto ciò? Probabilmente si è trattato di un fatto in sé contingente, ma cherivela in fondo la distinzione di restituire alla Sicilia l'approccioistituzionale sui temi caldi che coinvolgono i rapporti tra i due governi. Proprio ieri, poi, a proposito di autonomia, Marianna Caronia con il movimento Amo Palermo si è federata agli autonomistiall'Ars e ha aderito quindi al gruppo parlamentare autonomista, lasciando il misto.

24 febbraio - domenica

LA SICILIA

"SBLOCCA CANTIERI" E INVESTIMENTI PER ALLONTANARE LA MANOVRA BIS
E' la strategia dei gialloverdi perarrivare indenni alle elezioni europee.
SERENELLA MATTERA
ROMA. Accelerare il decreto «sbloccacantieri», Mettere subito in campo tutte le azioni possibili peraccelerare gli investimenti, a partire da un piano di incentivi perle piccole e medie imprese. Sono queste, per ora, le contromisure delgoverno Conte. Previsioni nefaste e giudizi severi si susseguono. Mai giallo-verdi non intendono correre ai ripari prima che siainevitabile. Ad aprile ci sarà il primo passaggio, non indolore, conl'aggiornamento delle stime del Def. In quel momento si capirà sediventeranno da subito tagli i due miliardi di fondi dei ministerigià "congelati» con la manovra. Ma di una manovra correttivanon si vuol sentire parlare, non prima delle europee. L'ipotesi diaumenti selettivi dell'Iva, presente sui tavoli tecnici, vienerespinta da M5s e Lega. Ma l'Ue, che mercoledì pubblicherà il suorapporto, una correzione potrebbe chiederla prima del voto. «Le previsioni e la fantascienza miinteressano poco», dice tranchant Matteo Salvini. Il leader dellaLega intende così sminuire non solo previsioni nefaste sui conti, maanche il giudizio espresso da Fitch venerdì notte, su un governofragile che potrebbe non superare l'anno di vita. Ventre a terra peruna lunghissima campagna elettorale che porta alle europee, passandoper il voto sardo, il leader della Lega pone l'accento sullasicurezza, rilanciando la battaglia per la legittima difesa. E spostapiù in là decisioni divisive per il governo come quella sulla Tav,ma anche quella sull'Autonomia: «Vogliamo farla bene, arriveràentro l'anno». Su un binario parallelo si muove Luigi Di Maio, cheper via parlamentare rilancia battaglie pentastellate come il tagliodegli stipendi di deputati e senatori e il salario minimo garantito.In casa M5s, alle prese Con un momento delicato per il probabilenuovo calo elettorale in Sardegna, si guarda con attenzione - equalche apprensione - sia alle stime nefaste delle odiate agenzie dirating (fanno salire lo spread") sia alle mosse di Salvini,pressato da FI e Fdi per tornare al voto insieme. Non sfuggel'ipotesi di stampa di un vertice di Salvini con Berlusconi e Melonimartedì prossimo, che FI dice «mai esistita». «Abbiamo unaprospettiva di governo di cinque anni», assicura Di Maio. Ma glistessi leghisti definiscono imprevedibili i contraccolpi che unasconfitta M5s alle europee potrebbe avere sulla tenuta del M5s e, dirimando, sul governo. Si va avanti, intanto, sulle cose cheuniscono. E dopo il voto in Sardegna il governo proverà a dare provadi compattezza portando in Consiglio di ministri il decreto giàribattezzato "sblocca cantieri", che avvia la riforma delcodice degli appalti. Il testo è allo studio e potrebbe esserevarato non la prossima settimana ma la successiva. L'idea èsemplificare le procedure, consentire la nomina di commissari ad actae accelerare la soluzione del contenzioso, per sbloccare i cantierifermi e dare una spinta all'economia. In contemporanea dovrebbearrivare un piano, annunciato da Di Maio, di incentivi per darerespiro alle piccole e medie imprese.In una congiuntura tendente allarecessione, si dovrà fare probabilmente di più. Perciò circolanogià ipotesi come quella di anticipare il taglio dei 2 miliardicongelati in manovra. Ma da Palazzo Chigi ricordano quanto detto daConte giovedì in Aula al Senato: il governo non si lascia dettare lalinea economica dalle previsioni. Il sentiero imboccato, insomma, noncambia. Sono allo studio misure come le revisioni delle detrazionifiscali, che nei programmi della Lega dovrebbe essere accompagnataalla flat tax. Nella consapevolezza che, se anche si evitasse unamanovra bis già ora stimata attorno agli 8 miliardi, a ottobrebisognerà disinnescare 23 miliardi di clausole Iva. Per ora si mettemano allo «sblocca Cantieri», nella speranza che la congiuntura dametà anno migliori.


25 febbraio - lunedì

LA SICILIA
CANICATTI' Denunciati titolari per omessa comunicazione degli ospiti e degli affittuari
GIRO DI VITE PER B&B E CASE INAFFITTO
LA POLIZIA ELEVA DIVERSE SANZIONI - CARMELO VELLA
CANICATTI'. Si allargano in provinciadi Agrigento i controlli della polizia nei confronti di strutturericettive che spesso "dimenticano" di comunicare i nomidegli ospiti alle forze dell'ordine cosi come previsto dallanormativa. Ed in questo ambito che gli agenti del commissariato dipubblica sicurezza di Canicattì hanno effettuato controlli neicomuni di loro competenza; Grotte, Naro, Racalmuto e Castrofilippocompresa la città dell'uva Italia. I controlli hanno pure riguardatoquelle strutture che spesso non sono del tutto in regola dal punto divista amministrativo o che addirittura siano sconosciuti. Nell'ambitodi questi controlli gli agenti agli ordini del vice questore CesareCastelli hanno elevato sanzioni amministrative a cinque strutture perun totale di quasi cinque mila euro edi titolari di due strutturesono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Agrigento.L'operazione, ha anche riguardato i titolari di abitazioni chevengono affittate spesso in nero a gente proveniente dall'est Europao extracomunitari. In questo caso i poliziotti hanno sanzionatodiversi proprietari di abitazioni che hanno omesso di comunicarel'avvenuto affitto dell'immobile che deve essere fatta alle forze dipolizia ma anche all'Agenzia delle Entrate entro le 48 ore successiveall'affitto. Le strutture ricettive controllate dalla polizia diCanicattì sono state 8 in città, 3 a Castrofilippo, 4 a Grotte, 5 aRacalmuto e 7 Naro. Infine, sempre su disposizione Questore MaurizioAuriemma i poliziotti hanno controllato: negozi, sale gioco e bar perun totale di 25 accessi amministrativi. Le verifiche su esercizicommerciali, gioco, bar e strutture ricettive come i B&B sonostate volute dal questore di Agrigento affinché possano essereverificate il rispetto delle leggi che riguardano le licenze dipolizia che vengono rilasciate dalla Questura sul territorioprovinciale e per la corretta applicazione della legge da parte deipossessi tutela dei cittadini.

RIBERA
L'ISTITUTO TOSCANINI E'CONSERVATORIO DI STATO
RIBERA. L'istituto superiore di studimusicali "Arturo Toscanini" di Ribera è conservatorio diStato. Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti che nella giornata di oggi sarà a Catania per confermare lastatalizzazione delle scuole musicali di Catania, Caltanissetta.  Le istituzioni Afam non statalisiciliane - ha detto il ministro possono finalmente gioire per unabuona notizia. Ho firmato nelle settimane scorse il decreto per laloro statalizzazione e attendiamo soltanto il decreto. L'iter èormai avviato definitivamente. Si tratta di un riconoscimentoimportante che dà la possibilità a queste realtà di programmare leproprie attività con maggiore certezza, oltre che garantire anchechi lavora al loro interno. Gli istituti musicali di Ribera,Caltanissetta e Catania sono eccellenze di questo territorio edell'Italia. Siamo orgogliosi di queste istituzioni".Soddisfatti la direttrice professoressa Mariangela Longa, i docenti ei circa 300 studenti dell'istituto che vedono così coronato il sognodella statalizzazione rincorso per un quarto di secolo. Determinantisono stati gli ultimi due-tre anni di intenso lavoro svolto a Roma alministero, la ricca attività didattica e musicale dell'istituto intutta Italia, i tanti riconoscimenti avuti da docenti ed allievi esoprattutto la nuova sede della scuola.

SERVIZIO IDRICO
Valenti: «L'Ati e compatta per lagestione pubblica».
(g.s.) Agrigento come "pazientezero" del percorso di ripubblicizzazione del servizio idrico inSicilia. Anche se il destino dell'interdittivaantimafia firmata dalla Prefettura di Agrigento dipende dalladecisione, che dovrebbe arrivare oggi, del Tar sulla richiesta disospensiva avanzata dalla difesa di Marco Campione, ex "patron"della Girgenti Acque, il lavoro per il futuro della gestione èavviatissimo e il "caso Agrigento" diventa anche utile perproposte ed esperimenti. Lo è stato durante il convegno "Ilservizio Idrico integrato in provincia di Agrigento, dal fallimentodella privatizzazione alla gestione pubblica e partecipata",organizzato da Federconsumatori Sicilia insieme a Forum siciliano deimovimenti per l'acqua. Una iniziativa che ha visto la partecipazionedei vertici regionali delle associazioni promotrici ma anche ilcontributo di esperti di diritto che hanno tracciato per Agrigento unpercorso, cioè quello della creazione di una società consortilepubblica. "Tale azienda - ha spiegato il professore Alberto Lucarelli del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degliStudi di Napoli Federico II - potrebbe essere di diversi tipi, anche un'azienda aperta alavoratori, sindacati, associazioni ambientaliste. Tutto ciò vafatto attraverso uno statuto nato da seri studi di fattibilità giuridica, tecnica, economica e ambientale. Uno statuto che sia unmodello di governance del territorio. Tutto ciò è possibile, e previsto dall'ordinamento giuridico, e inoltre i Comuni sono iproprietari delle infrastrutture". Una strada ci sarebbe, el'opportunità, hanno sottolineato un po' tutti, nasce proprio dalfatto che il gestore è oggi commissariato dallo Stato (salvocapovolgimenti da parte del Tar). E l'Ati? Presente era al tavolo deirelatori il presidente Francesca Valenti, la quale, nell'evidenziareche l'Assemblea "ha convenuto che la precedente gestione privata delle risorse idriche ad Agrigento non fosse più sostenibile e hadeciso per la risoluzione della convenzione" ha aggiunto chel'ente è "al corrente che ci saranno a breve contenziosi, matutto questo non spaventa i Comuni dell'Ati". I comuni, inoltre,secondo Valenti "concordano sul fatto che la nuova forma digestione dell'acqua non possa che essere pubblica" e precisa che"oggi l'assemblea dell'Ati parla una voce sola e univoca e all'interno dell'Ati non ci sono contrapposizioni d'interessi".Quindi niente divisione tra consegnatari e non consegnatari.Un'ottima notizia: ma quando saranno messe a disposizione dell'Ati lerisorse esistenti nei territori dei "sindaci ribelli",visto che ormai la gestione è irreversibilmente destinata ad essere pubblica?

AGRIGENTONOTIZIE

"RISCHIO DI CONDIZIONAMENTOMAFIOSO DI GIRGENTI ACQUE NON SI PUÒ ESCLUDERE", ECCO LEMOTIVAZIONI DEL NO
Il Tribunale amministrativo, inquesta fase "sommaria e di prima valutazione", ha rigettatola richiesta di sospensiva della famiglia Campione
Esiste una dimostrabilità, almeno inquesta fase, del rischio permeabilità della criminalità organizzatadella società. Per questo il Tribunale amministrativo regionale harespinto questa mattina il ricorso proposto dalla famiglia Campioneper ottenere la sospensiva dell'interdittiva antimafia firmata dalprefetto Dario Caputo a novembre.
Il Tar, non entrando nel merito, che èrinviato ad una sentenza successiva, rispetto alla singola richiestaha ritenuto che "ad una ricognizione sommaria, propria dellafase cautelare " non sussistessero "i presupposti per laconcessione della richiesta misura di cautela" dato che isingoli elementi raccolti in questa fase "dimostrano l'esistenzadi un pericolo di una permeabilità della struttura societaria apossibili tentativi di infiltrazione da parte della criminalitàorganizzata (al contrario non escluso dagli elementi addotti dalladifesa ricorrente, che non appaiono decisivi o comunque tali dasuperare il ridetto giudizio prognostico)".
Anche sui possibili danni economicipatiti dalla società con il mantenimento della situazione dicommissariamento prefettizio il Tribunale amministrativo regionalenon trova immediato riscontro a quanto evidenziato dai legali della famiglia Campione, sostenendo anzi che la gestione Prefettiziapotrebbe giovare alla stesa. "In relazione al profilo delpericulum in mora, per un verso lo stato di decozione in cui versavala società all'atto del commissariamento, anche a causa dellamancata volontà dei soci in bonis di procedere alla ricapitalizzazione, e per altro verso l'attuale conformazione dellagestione del servizio idrico - scrive il tribunale -, sono circostanze di fatto che evidenziano come un pregiudizio grave edirreparabile (per i soci e la società da un lato, e per l'interessepubblico alla corretta e funzionale gestione del servizio idricodall'altro) si produrrebbe piuttosto in ipotesi di sospensione deiprovvedimenti impugnati". Tutto rinviato, quindi, al giudizio dimerito del ricorso (e a gli altri ricorsi depositati al Tar) con lagestione commissariale che è oggi certamente rafforzata dalladecisione del Tribunale amministrativo regionale, uno scoglio che siattendeva di superare al fine di poter avviare, come detto daicommissari, delle misure gestionali che possano consentire di frenarela crisi in cui la società sembra finita.

Economia
DISEQUILIBRIO FINANZIARIO, "BUCO"DA 3,7 MILIONI PER L'EX PROVINCIA DI AGRIGENTO
E' l'ente messo meglio fra tuttiquelli dell'isola dove è "profondo rosso" con complessivi155,4 milioni di euro di disequilibrio
Redazione
Il Libero consorzio comunale diAgrigento è quello che ha il minore disequilibrio finanziario. Un"buco" di 3,7 milioni. Emerge dal dossier in manoall'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao, che stanegoziando con lo Stato la via d'uscita per le ex Province senzabilancio di previsione e ormai in profondo rosso. E' pari, infatti, a 155,4 milioni ildisequilibrio finanziario globale delle ex Province in Siciliaquantificato dal monitoraggio effettuato dal dipartimento autonomielocali della Regione, quasi il doppio rispetto all'anno precedentequando fu pari a 82,6 milioni. La situazione peggiore a Catania eSiracusa, con uno squilibrio pari rispettivamente a 35,7 e 35,3milioni di euro; a Palermo il "buco" è di 23,4 milioni dieuro. Seguono Trapani 15,7 milioni, Messina 13,5 milioni, Ragusa 11,9milioni, Enna 8,4 mln, Caltanissetta 7,5 milioni e, appunto,Agrigento con 3,7 milioni di disequilibrio. Una situazione che, segnala la Regione,"ha compromesso l'erogazione di servizi, in particolare lagestione della rete stradale di competenza, l'assistenza ai disabili,il supporto alle scuole di secondo grado, l'edilizia scolastica".E "ha messo in discussione la continuità del rapporto di lavorodei dipendenti". Per la Regione "le principali cause diquesta grave situazione finanziaria sono da ricercare nella drastica riduzione/azzeramento dei trasferimenti statali e nel prelievoforzoso operato dallo Stato attraverso il contributo di finanzapubblica". Per il 2018 il contributo per i conti dello Statograva sulle ex Province siciliane per 277,1 milioni di euro, pari al42% delle uscite degli enti siciliani. "Senza questo contributo- spiega la Regione - gli enti potrebbero risolvere gran parte delleloro criticità finanziarie".


SCRIVOLIBERO

CORSI DI SPECIALIZZAZIONE TFA NELLESEDI DEL CUA DI AGRIGENTO: L'ON. DI CARO SCRIVE ALL'ASSESSORELAGALLA E AL RETTORE MICARI
By Redazione Scrivo Libero
"Finalmente - scrive il deputatoars Giovanni Di Caro - è stato pubblicato il decreto con laripartizione dei posti per i corsi di specializzazione per leattività di sostegno didattico - TFA 2019, ed il calendario delleprove di accesso, che si terranno tra il 28 e 29 marzo prossimo.L'Ateneo di Palermo ha presentato un'offerta formativa che vedrà100 partecipanti per la scuola dell'infanzia e 340 partecipanti perla scuola primaria. L'Università ha recentemente avviato diversicorsi presso il Consorzio universitario di Agrigento, con la speranzadi rilanciale il polo didattico e migliorare i servizi per lacollettività agrigentina." "Ho scritto al Rettoredell'Università di Palermo e all'Assessore regionaleall'istruzione - continua Di Caro - chiedendo di considerarel'opportunità di utilizzare le sedi del Consorzio universitario diAgrigento per svolgere i corsi finalizzati al conseguimento dellaspecializzazione per le attività di sostegno didattico. Sarebbe -conclude il deputato regionale del M5S - un ottimo servizio allacollettività agrigentina perché migliorerebbe l'accessibilità aicorsi dei residenti in provincia."


LIVESICILIA
I conti
EX PROVINCE, 'PROFONDO ROSSO'
DISEQUILIBRIO DI 155 MILIONI
PALERMO - E' pari a 155,4 milioni ildisequilibrio finanziario globale delle ex Province in Siciliaquantificato dal monitoraggio effettuato dal dipartimento autonomielocali della Regione, quasi il doppio rispetto all'anno precedentequando fu pari a 82,6 milioni. La situazione peggiore a Catania eSiracusa, con uno squilibrio pari rispettivamente a 35,7 e 35,3milioni di euro; a Palermo il "buco" è di 23,4 mln.Seguono Trapani 15,7 mln, Messina 13,5 mln, Ragusa 11,9 mln, Enna 8,4mln, Caltanissetta 7,5 mln e Agrigento 3,7 mln. Il quadro emerge dal dossier in manoall'assessore regionale all'Economia, Gaetano Armao (nella foto), chesta negoziando con lo Stato la via d'uscita per le ex Province senzabilancio di previsione e ormai in profondo rosso. Una situazione che,segnala la Regione, "ha compromesso l'erogazione di servizi, inparticolare la gestione della rete stradale di competenza,l'assistenza ai disabili, il supporto alle scuole di secondo grado,l'edilizia scolastica". E "ha messo in discussione lacontinuità del rapporto di lavoro dei dipendenti". Per laRegione "le principali cause di questa grave situazionefinanziaria sono da ricercare nella drastica riduzione/azzeramentodei trasferimenti statali e nel prelievo forzoso operato dallo Statoattraverso il contributo di finanza pubblica"; per il 2018 ilcontributo per i conti dello Stato grava sulle ex Province sicilianeper 277,1 milioni di euro, pari al 42% delle uscite degli entisiciliani. "Senza questo contributo - spiega la Regione - glienti potrebbero risolvere gran parte delle loro criticitàfinanziarie". (ansa).


26 febbraio - martedì

LA SICILIA
FIGLI D'ERCOLE
LE NUOVE PROVINCE SIANO ENTI CONCRETI
Sono prossime le operazioni di voto (28aprile) per normalizzare gli organi intermedi, ex Province ora areevaste. Ma ci sarebbe il tempo per disporre un organico programmastrutturale perché le nuove istituzioni intermedie non nascano conl'handicap della provvisorietà. La lunga gestione commissariale leha ridotte giocoforza all'inefficienza. Guasti provocati dallacancellazione affrettata delle Province, auspice il governatore protempore Crocetta, obnubìlato dall'effetto televisivo. Non a caso inquesti giorni il presidente Musumeci e l'assessore Falcone hannosottoposto ai commissari un programma di spesa a carico della Regione"per la riqualificazione della rete viaria" di competenza,ormai impraticabile. È stata una rivoluzione casuale suigeneris, che ha demolito senza costruire. Certo, la riparazione oricostruzione delle strade è un problema primario. Ma non è ilsolo. Si tratta di costruire ex novo una istituzione con poteriintermedi tra comuni e Regione. Non basta costituire gli organidemocratici (si fa per dire). Le Province regionali avevano funzionistabilite dall'Ars con legge organica della primavera 1986. Svuotatada una normativa raffazzonata in clima di conflittuale confusione neirapporti con lo Stato. In buona sostanza, ad onta dei poteri primariche lo Statuto attribuisce alla Regione, siamo rimasti prigionieridella legge Del Rio, definita di "principi fondamentali",per cui anche le regioni a Statuto speciale debbono adeguarvisi. Eperò si tratta di mettere su strada una macchina che mandata allosfascio ha bisogno di tutto dal motore, alle ruote e perché no allavernice della carrozzeria. Situazioni strettamente localisuggeriscono un ripasso della vettura rispetto al modello De Rio,senza con ciò incorrere nei rigori della Costituzione. Sarebbe piùconsono alla democrazia rappresentativa consentire agli elettori discegliere, piuttosto che darne la facoltà a chi alle elezioni diprimo grado preferisce la distribuzione delle carte al tavolo verde. Almeno si provveda ad unificare la celebrazione delle elezionicomunali in unica sessione, al fine garantire omogeneità per tuttala durata ai consigli degli enti intermedi. Ci spieghiamo meglio. In atto leelezioni comunali si svolgono a spezzatino e di riflesso i consiglidegli enti intermedi col voto di secondo grado sarebbero soggetti amutamenti nel corso del mandato. Sarebbe più consona unica sessione per tutti i comuni in modo che il consiglio dell'ente intermediorifletta la realtà politica espressa al momento delle elezioni e nonsubisca mutamenti in corso d'opera. Che ne sarebbe dei comuni i cui consigli fossero sciolti anticipatamente? Allungare la gestione commissariale. L'operazione ad inizio sarebbe complessa, ma necessaria. Accorgimenti che non comporterebbero vizi di incostituzionalità.


AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca
RACCOLTA DIFFERENZIATA, I NETTURBINIRIMANGONO IN STATO DI AGITAZIONE
Sembra non sia rientrata lasituazione dei lavoratori ad Agrigento che ieri si sono riuniti nelleultime due ore del servizio provocando alcuni disservizi
Raccolta differenziata, si potrebbearrivare ad una giornata di sciopero anche ad Agrigento perdenunciati ritardi da parte degli operatori nel pagamento deglistipendi. E' questo uno degli esitidell'assemblea convocata ieri dai netturbini delle ditte che operanonel capoluogo e che, appunto, avevano sospeso ieri il servizio dueore prima di quanto previsto provocando alcuni disagi nella raccoltadella carta (che avverrà mercoledì). Gli operatori contestanoritardi da parte del Comune nel pagamento delle fatture alle ditte(accusa questa respinta al mittente dall'Ente) con conseguentidifficoltà dei privati di liquidare le spettanze ai lavoratori,anche a causa della condizione di carenza di liquidità da parte dinumerosi comuni della provincia serviti dai medesimi raggruppamentid'impresa. Solo nei prossimi giorni si potràcapire cosa intendono fare i lavoratori e se lo spettro di unosciopero sia davvero potenzialmente concreto o no.

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