Rassegna stampa del 27 marzo 2019
Per la Agrigento Caltanissetta sbloccati i fondi «Arriva una buona notizia dal tribunale di Ravenna»
«Vi do una bella notizia: il Tribunale di Ravenna ha appena sbloccato i 10 milioni che Anas potrà dare agli affidatari che potranno di conseguenze riprendere il lavoro o, meglio, andare avanti a pieno regime per completare la fondamentale strada statale 640 che ho visitato con il presidente del Consiglio Conte due settimane fa». lo ha detto il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, parlandoconi giornalisti durante la sua visita di ieri mattina sull'A18 Catania- Messina. Appena tre giorni fa, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, aveva lanciato - proprio al ministro Toninelli - l'ennesimo appello. E lo aveva fatto dopo che l'assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, era stato a Roma proprio con l'intento di sbloccare l'erogazione della prima tranche di fondi e consentire così che i lavori potessero regolarmente continuare. «La Caltanissetta- Agrigento e la Agrigento- Palermo rischiano ancora una volta la paralisi» aveva scritto il sindaco di Agrigento, Firetto . Le imprese sono ritor ate nei cantieri di Cmc, ma l'erogazione di 10 milioni di euro per pagare i lavori, pattuita dall'azienda, dall'Anas e dagli affidatari strategici con la mediazione del Governo Musumeci, non era ancora avvenuta. Ed ecco dunque che l'assessore Falcone, per tutta la giornata di venerdì, aveva seguito l'evolversi della situazione con tutta una serie di telefonate con i dirigenti di Cmc, i commissari e le ditte affidatarie «per sbloccare una empasse chepurtroppo, nonostante le rassicurazioni, - diceva allora l'assessore - non trova soluzione». Ecco, dunque, che il sindaco di Agrigento era tornato alla carica per sollecitare il Governo affinché vengano riavviati anche i cantieri anche sulla Agrigento-Palermo. «Pronti alla mobilitazione abbiamo detto e lo ripetiamo, noi sindaci e anche tanti cittadini che sono stanchi di aspettare» ha incalzato Lillo Firetto. «Agrigento paga le conseguenze di una distanza da Palermo e Catania che, dopo anni di sovrumana pazienza dei siciliani, è ancora contrassegnata da deviazioni, restringimenti di carreggiata e semafori. Non credo che siano tollerabili ulteriori lungaggini prima di vedere ultimate due strade statali che servono ai pendolari, agli studenti alle imprese, al turismo, all'intera economia dell'area. Né è ammissibile» aveva scritto Firetto, «che si debbano trovare ancora soluzioni nuove a vecchi problemi ». Ieri mattina, poi, l'annuncio del ministro Danilo Toninelli sullo sblocco dei 10 milioni di euro, da parte del tribunale di Ravenna. (*CR*)
Per il patrimonio
Ex consorzi Asi, nominati i commissari liquidatori
Giovanni Galoppi e Achille Piritore sono i due nuovi commissari liquidatori del patrimonio degli undici ex consorzi Asi della Sicilia per effetto dell'articolo 10 della Legge regionale del 10 luglio 2018. La nomina è dell'assessore regionale alle attività produttive, Mimmo Turano che ha firmato il decreto. Si attende la data di insediamento dei commissari e la Decisione dell'assessore regionale alle attività produttive Mimmo Turano contestuale scadenza dei precedenti. I due professionisti avranno il compito di procedere alla vendita di tutto il patrimonio immobiliare, con evidenza pubblica e fino alla liquidazione, che è composto da 264 capannoni (fra capannoni, rustici industriali, lotti di terreni, edifici, centro polifunzionali) nelle 11 zone industriali (33 agglomerati attivi, secondo l'ultimo aggiornamento del maggio 2017) dell'Isola per un totale di 1.750.000 metri quadri di terreno per un valore complessivo stimato di circa 133 milioni di euro. Una cifra da aggiornare secondo le nuove stime del Genio Civile. Avvocati cassazionisti, Galoppi e Piritore saranno, come previsto dalla modifica all'articolo 19 della Legge regionale 8 del 12 gennaio 2012, i legali rappresentanti e cureranno la gestione liquidatoria delle Asi siciliane: Giovanni Galoppi per la Sicilia occidentale, si occuperà di ciascuno dei cinque consorzi Asi in liquidazione di Palermo, Trapani, Agrigento, Caltanissetta e Gela; Achille Piritore, per la Sicilia orientale, gestirà la liquidazione di ciascuno dei sei consorzi Asi di Catania, Enna, Siracusa, Ragusa, Calatino di Caltagirone e Messina. Giovanni Galoppi, romano, classe 1956, è avvocato cassazionista e revisore dei conti, svolge la sua attività a Roma, nel campo del diritto civile, con specializzazione nel campo del diritto societario e internazionale. Achille Piritore, originario di Alcamo, classe 1955, svolge la sua attività ad Alcamo. Il compenso dei due sarà definito con un decreto del presidente della Regione su proposta di Turano, previa delibera di Giunta e graverà sulla gestione liquidatoria di ogni singolo Consorzio. Le operazioni di liquidazione saranno sottoposte al controllo e alla vigilanza del'Assessorato Regionale dell'Economia, mentre le funzioni del commissario liquidatore sono soggette alla vigilanza dell'assessore per le Attività Produttive. A tutte e due gli assessorati i commissari dovranno presentare una relazione ogni sei mesi. Il pacchetto più ricco di beni si trova a Messina (23 milioni il valore stimato degli immobili in vendita), seguito da Caltagirone (15 milioni), quindi Palermo e Caltanissetta con Assessore Mimmo Turano 14 milioni ciascuno. (*AGIO*)
Corte dei Conti
Regionali, via libera al nuovo contratto
Dopo dodici anni, finalmente, i dipendenti regionali del comparto non dirigenziale hanno un nuovo contratto di lavoro. La sezione di controllo della Corte dei Conti ha infatti registrato l'accordo sottoscritto da Aran e sindacati a fine gennaio. A esprimere soddisfazione l'assessore regionale alla Funzione pubblica Bernardette Grasso, che evidenzia come «in meno di un anno sia stata ricostituita l'Aran, date le direttive politiche e, soprattutto grazie all'assessore all'Economia Gaetano Armao, siano state accantonate le risorse necessarie per assicurare la copertura finanziaria». Il nuovo contratto, che prevede un aumento medio di circa novanta euro mensili, si ispira a quello nazionale, ma in alcuni punti è migliorativo. Particolare attenzione è stata data alla performance e alla produttività. Sono stati inseriti istituti innovativi quali losmart-working, le regole per la salvaguardia dei soggetti più fragili sottoposti a terapie salvavita e nuove disposizioni sul Codice disciplinare. «L'obiettivo - spiega G asso - è stato raggiunto grazie a un lavoro di squadra che ha visto impegnati il dipartimento della Funzione Pubblica e gli uffici di diretta collaborazione. Voglio esprimere un plauso, in particolare al presidente, ai componenti del Comitato direttivo e a tutto il personale dell'Aran che in soli tre mesi ha avviato e concluso la contrattazione, oltre che ai sindacati». Sindacati che esprimono la loro soddisfazione. «È il miglior risultato possibile, ma il percorso è ancora lungo», dicono Paolo Montera e Fabrizio Lercara della Cisl. Per Fulvio Pantano del Sadirs «aspettiamo di studiare le osservazioni per ricominciare a lavorare in commissione paritetica agli altri temi importanti quali riclassificazione e aspetti giuridici». Per Dario Matranga e Marcello Minio, Cobas/ Codir, può essere «un punto di svolta per il funzionamento dell'amministrazione regionale e per i lavoratori. Il contratto contiene, infatti, elementi di grande innovazione che potranno condurre a una vera e propria rivoluzione degli assetti organizzativi».
Villa Genuardi
La mostra dedicata ai giardini storici
Villa Genuardi, ad Agrigento in via Ugo La Malfa, ospita la mostra intitolata «Villa Genuardi e i giardini storici di Agrigento: dal Giardino degli Dei al Giardino del Vescovo». Il progetto culturale è coordinato e curato dal Soprintendente Gabriella Costantino. Si avvale della consulenza botanica dei professori Rosario Schicchi (nella foto) e Manlio Speciale, rispettivamente direttore e curatore dell'Orto Botanico - Sistema museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo. L'evento è stato realizzato anche in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, la Curia Vescovile, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, il museo archeologico «Griffo» ed il Fai - Giardino della Kolymbethra.
LIBERO CONSORZIO
Incontro su fondi e aree protette
Aree protette e nuove opportunità di finanziamento: è questo il tema dell'incontro che si terrà domani a partire dalle 10.30 nell'aula Giglia dell'ex Provincia, organizzato dal commissario Girolamo Alberto Di Pisa. Un incontro promosso dall'Assessorato Regionale Territorio e Ambiente al quale sono stati invitati a partecipare i Sindaci di 22 Comuni della provincia e i rappresentanti degli enti gestori delle riserve naturali, e che servirà ad illustrare le nuove opportunità di finanziamenti europei previsti dal Programma Operativo della Regione. (* PAPI*)
Rassegna del 28 marzo 2019
Scrivolibero
Il Libero Consorzio di Agrigento organizza ad aprile un corso di formazione sulla normativa anticorruzione -
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento organizza un corso di formazione riservato ai dipendenti sul tema: "La normativa anticorruzione". Il corso è realizzato dalla DBI s.r.l. e si terrà nell'Aula Giglia della Sede Centrale del Libero Consorzio in un'unica sessione. Per motivi organizzativi è stato diviso in due gruppi: il primo gruppo è stato programmato il 12 Aprile 2019 dalle ore 9,00 alle ore 15,00, mentre per il secondo gruppo il corso avrà luogo il 16 Aprile 2019 dalle ore 9,00 alle ore 15,00.
L'obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze e competenze fondamentali per applicare correttamente, nella singola realtà amministrativa, la normativa vigente in materia, fornendo ai partecipanti conoscenze utili a rafforzare la cultura della legalità, accrescere le competenze in materia di integrità e trasparenza, migliorare l'impiego di strumenti di programmazione e pianificazione. Tutto questo attraverso una approfondita e completa illustrazione della disciplina in materia anticorruzione e trasparenza, alla luce delle più recenti modifiche normative. La finalità è quella di approfondire i vari istituti, analizzare le indicazioni dell'Anac, individuare possibili soluzioni ai problemi interpretativi emersi, ragionare sugli effetti di tipo organizzativo.
Nello specifico il programma si occuperà di anticorruzione (storia italiana e finalità, fonti, affinamenti, sviluppi, impostazione e macro declinazioni); Applicazione locale e traduzioni; Prevenire organizzando; Temi assoluti: mappatura e gestione del rischio, monitoraggio e formazione continua, tra contesto e sistema ISO 31000:2010; I ruoli: tutti responsabili; L'utile e il non utile, il percepito e l'auto-assoluzione; Interazioni d'aula; Sistema anticorruzione integrato; Il contesto esterno Agrigento: analisi di un'indagine condotta.
Giornale di Sicilia
Approvata la norma sugli Enti locali
Più assessori nelle giunte, e l'Ars boccia le quote rosa
Nei Comuni poltrone moltiplicate: 355 in più
Alla fine è stata approvata solo la moltiplicazione delle poltrone nelle giunte comunali. Bocciata invece la norma che avrebbe reso incompatibile la doppia carica di assessore e consigliere. E Ko è andato soprattutto l'articolo che avrebbe obbligato i sindaci a riservare il 40% dei posti in giunta alle donne. E così la prima legge approvata dall'Ars un mese dopo la Finanziaria cambia volto: non è più il testo che avrebbe dovuto equilibrare il peso fra uomini e donne in politica, si è trasformata in una norma-poltronificio che concede ai sindaci il potere di nominare 355 nuovi assessori in tutta la Sicilia. In piena campagna elettorale, stop al taglio dei costi della politica. Le poltrone in più sono 355 In forza delle vecchie regole gli assessori comunali sono oggi in tutto 1.400. Con le nuove norme diventeranno 1.755. La legge appena approvata prevede, per esempio, che la giunta del Comune di Palermo possa crescere subito da 8 a 11 assessori. Quella di Catania da 8 a 10. Quelle dei 7 Comuni con popolazione compresa fra 100 mila e 250 mila abitanti cresceranno dagli attuali 7 a 9 assessori. Nelle 23 cittadine che contano fra i 30 mila e i 100 mila residenti i sindaci potranno nominare 7 assessori invece degli attuali 5. Nei 78 grandi paesi con popolazione compresa fra 10 mila e 30 mila abitanti potranno essere nominati 5 assessori (oggi al massimo 4). E in tutti gli altri 280 piccoli centri gli assessori saranno 4 invece degli attuali 3. Il risultato è appunto una crescita delle attuali poltrone: ce ne saranno 355 in più. Il giallo dei costi I costi della moltiplicazione delle poltrone non sono ancora stati quantificati. Ma l'assessore agli Enti Locali, Bernadette Grasso, spiega come la Regione proverà a contenerli: «Per noi la legge è a invarianza di budget. I sindaci non sono obbligati a nominare più assessori e se lo faranno non avranno più soldi ma dovranno ritagliargli all'interno degli attuali stanziamenti ». In pratica, per pagare 355 stipendi in più i sindaci dovranno tagliare in altri settori del bilanc o comunale o ridurre i compensi a tutta la giunta per rientrare nel budget iniziale. Tutti i partiti sono stati d'accordo sulla moltiplicazione delle poltrone. Anche i grillini ritengono che «ciò consentirà di migliorare l'efficienza della macchina comunale evitando il concentramento di numerose deleghe nelle mani delle stesse persone». Il no alle quote rosa in giunta La legge era stata presentata da Giorgio Assenza (Diventerà Bellissima) e appoggiata dal governo. Non sono state invece approvate altre norme che avrebbero compensato l'aumento delle poltrone. In primis quella che avrebbe riservato più spazio alle donne in giunta. Il disegno originario era quello di aumentare i posti per dare più spazio alle donne ma alla fine è passato solo l'aumento delle poltrone da assessore. Con voto segreto è stato approvato un emendamento dei grillini che puntava a sopprimere l'intero articolo 1, che prevedeva l'incompatibilità fra il ruolo di assessore e quello di consigliere comunale: «Incredibile - è esploso Assenza - così continueremo con l'assurdità di assessori comunali al Bilancio che, nella loro seconda identità di consigliere, finiscono per giudicare e votare il proprio stesso piano economico. Il controllore che controlla se stesso». Ancora più aspra la polemica che si è consumata sul peso delle donne nelle giunte. Lanorma al voto prevedeva che almeno il 40% dei posti venisse riservato alle donne. Ma, appunto, è stata cassata dall'emendamento dei grillini. Il punto è che i deputati 5 Stelle in aula erano 18 ma hanno raccolto 28 voti. E poiché era evidente il sostegno del Pd alla norma per le donne, le stesse deputate del centrodestra hanno segnalato la presenza di 8 franchi tiratori fra i loro alleati. Per Marianna Caronia (Mpa) quello di ieri «è un voto codardo. È figlio di chi pensa, senza dirlo pubblicamente, che le donne in politica devono avere un ruolo residuale». Per Eleonora Lo Curto (Udc) «è stato un voto irresponsabile». Gianfranco Miccichè dà la colpa ai 5 Stelle: «Un loro emendamento ha impedito la rappresentanza delle donne in giunta. Una brutta pagina». Giancarlo Cancelleri ha risposto che i grillini sono il partito «che candida più donne nelle proprie liste». Ma per Claudio Fava «è stata affossata una norma di civiltà». E Giuseppe Lupo, capogruppo Pd, ha rilanciato: «Presenteremo un nuovo disegno di legge per la rappresentanza di genere in ogni organismo».
Giardino Botanico, 5 mila visite
Boom di presenze nel polmone verde del Libero consorzio che custodisce oltre ventimila piante. Tra i sentieri ammirati anche ipogei e reperti fossili
Più di 5.000 persone hanno visitato il Giardino Botanico del Libero consorzio di Agrigento, in occasione delle «Giornate Fai di Primavera 2019». Migliaia di visitatori, che si sono riversati nel «polmone verde » di Girgenti per visitare il sito che è divenuto un luogo simbolo di natura e cultura della Città dei templi. Il Giardino Botanico, con il suo patrimonio vegetale consistente in numerosi esemplari di piante appartenenti a diverse specie, i sentieri, gli ipogei ed i costoni di arenaria, è un luogo privilegiato dove trascorrere momenti di relax con tutta la famiglia tra storia, natura ed archeologia. I visitatori sono stati accolti dagli «Apprendisti Ciceroni » del Liceo scientifico «Leonardo » e della prima, seconda e terza A e della prima, seconda e terza B della scuola «Vincenzo Reale » di Agrigento e Fontanelle per un primo briefing sulla storia del Giardino. Successivamente, la visita al «museo a cielo aperto» con circa ventimila piante riferibili ad oltre 300 colture ed essenze diverse, espressioni tipiche della macchia mediterranea. Oltre all'inestimabile patrimonio vegetale sono inoltre presenti pregevoli testimonianze archeologiche, quali ipogei e caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza. All'interno del Giardino vi sono inoltre una serie di «terrazze» che sorgono su banchi in tufo, offrendo ai visitatori una vista ineguagliabile su tutta la Valle dei Templi. È, inoltre, visitabile un erbario, con diverse centinaia di essenze erbacee essiccate e catalogate, di cui alcune risalenti al XIX secolo. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri, muniti di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali, che lo rendono piacevolmente fruibile ai visitatori. Il Giardino Botanico, inoltre, è stato classificato all'ottantaduesimo posto nazionale e primo classificato nella provincia di Agrigento alla ottava edizione de «I Luoghi del Cuore 2016», il censimento dei luoghi italiani promosso dal Fondo Ambiente Italiano. L'immenso parco urbano fa parte dell'Ecomuseo del Libero Consorzio che riunisce tutti i beni dell'ex Provincia, il cui comune denominatore è il XIX secolo inserendoli al meglio in una rete di strutture, attività, laboratori ed eventi distribuiti sul territorio. Un progetto questo che rafforza il senso di appartenenza e la consapevolezza delle identità locali attraverso il recupero e la riproposizione in chiave dinamico-evolutiva delle radici storiche, culturali e politico- civili delle comunità. Il Giardino dispone di una fitta rete di sentieri e di segnaletica descrittiva delle diverse colture vegetali che lo rendono facilmente fruibile ai visitatori. Questo luogo dalla vegetazione così notevole si trova a poca distanza dalla Valle dei Templi e rappresenta una sorta di «museo a cielo aperto», infatti racchiude al suo interno anche diverse testimonianze archeologiche quali ipogei, caverne visitabili e testimonianze fossili. Il giardino è percorso da una serie di vialetti tra i quali si può passeggiare per ammirare le varie specie arboree, tutte classificate e illustrate grazie a un'apposita segnaletica. L'Ecomuseo istituito dal Libero Consorzio è il primo in Sicilia costituito esclusivamente da un Ente pubblico. Il termine indica un territorio caratterizzato da ambienti di vita tradizionali, patrimonio naturalistico e storico - artistico particolarmente rilevanti e degni di tutela, restauro e valorizzazione. Per molti visitatori, poi, è stata una vera e propria rivelazione: in numerosi, infatti, non sapevano dell'esistenza di questo «luogo incantato» che sorge tra Girgenti e la Valle dei Templi. Le «Giornate Fai di Primavera» hanno anche premiato la «macchina » organizzativa del Libero Consorzio comunale di Agrigento; un successo «annunciato», merito, soprattutto, al lavoro di squadra del personale dell'ex Provincia, della Polizia Provinciale e della Protezione Civile del Libero Consorzio. (*PAPI*)
LIBERO CONSORZIO
Norme anticorruzione, corso per i dipendenti
Il Libero Consorzio comunale di Agrigento organizza un corso di formazione riservato ai dipendenti su «La normativa anticorruzione». Il corso si terrà nell'Aula Giglia in un'unica sessione. Per motivi organizzativi è stato diviso in due gruppi: il primo gruppo è stato programmato il 12 aprile dalle 9 alle 15 mentre per il secondo gruppo il corso si terrà il 16 aprile sempre dalle 9 alle 15. L'obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze e competenze fondamentali per applicare correttamente, nella singola realtà amministrativa. (* PAPI*)
Agrigentonotizie
Normativa anticorruzione, il Libero consorzio promuove incontro formativo
Ufficio stampa Libero consorzio Agrigento 27 marzo 2019 13:44
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento organizza un corso di formazione riservato ai dipendenti sul tema: "La normativa anticorruzione". Il corso è realizzato dalla DBI s.r.l. e si terrà nell'Aula Giglia della Sede Centrale del Libero Consorzio in un'unica sessione. Per motivi organizzativi è stato diviso in due gruppi: il primo gruppo è stato programmato il 12 Aprile 2019 dalle ore 9,00 alle ore 15,00, mentre per il secondo gruppo il corso avrà luogo il 16 Aprile 2019 dalle ore 9.00 alle ore 15.00.
L'obiettivo del corso è quello di fornire conoscenze e competenze fondamentali per applicare correttamente, nella singola realtà amministrativa, la normativa vigente in materia, fornendo ai partecipanti conoscenze utili a rafforzare la cultura della legalità, accrescere le competenze in materia di integrità e trasparenza, migliorare l'impiego di strumenti di programmazione e pianificazione. Tutto questo attraverso una approfondita e completa illustrazione della disciplina in materia anticorruzione e trasparenza, alla luce delle più recenti modifiche normative. La finalità è quella di approfondire i vari istituti, analizzare le indicazioni dell'Anac, individuare possibili soluzioni ai problemi interpretativi emersi, ragionare sugli effetti di tipo organizzativo.Nello specifico il programma si occuperà di anticorruzione (storia italiana e finalità, fonti, affinamenti, sviluppi, impostazione e macro declinazioni); Applicazione locale e traduzioni; Prevenire organizzando; Temi assoluti: mappatura e gestione del rischio, monitoraggio e formazione continua, tra contesto e sistema ISO 31000:2010; I ruoli: tutti responsabili; L'utile e il non utile, il percepito e l'auto-assoluzione; Interazioni d'aula; Sistema anticorruzione integrato; Il contesto esterno Agrigento: analisi di un'indagine condotta.
Rassegna del 29 marzo 2019
Meridionews
Rifiuti, in quattro province stop ai commissari straordinari. Agli enti locali la gestione di impianti, raccolta e personale.
Salvo Catalano
Stop ai commissari nelle Societa per la regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti inadempienti. Lo ha deciso l'assessorato regionale per quei territori che, a distanza di nove anni dalla riforma che cancellava gli Ato e istituiva le Srr, non hanno ancora messo in atto quanto previsto. I destinatari sono i Comuni che ricadono nella Srr Agrigento Provincia Ovest, Srr Agrigento Provincia Est, Srr Messina Area Metropolitana, Srr Palermo area metropolitana, Srr Palermo Provincia Est e Srr Ragusa provincia.
«Un provvedimento necessario e propedeutico al ripristino di una normale funzionalità dell'organizzazione delle Società che nel tempo si sono rilevate, in gran parte, fallimentari - afferma il presidente Nello Musumeci - Se nei prossimi giorni, inoltre, l'Ars varerà il progetto di riforma del governo in materia di rifiuti metteremo i sindaci nelle condizioni di lavorare con responsabile protagonismo».
Dove i Comuni non hanno mai costituito le Srr, la Regione finora ha dovuto ricorrere alla nomina di commissari straordinari affidando poteri speciali per la gestione del servizio. Il 31 marzo, però, scadrà l'ennesima ordinanza presidenziale e per legge non potrà essere prorogata. «Riportiamo - spiega l'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon - la gestione dei rifiuti ai territori, compiamo un altro passo avanti per far uscire definitivamente la Sicilia da una perenne emergenza, nella piena condivisione delle responsabilità e garantendo la tutela del personale».
In sostanza in quattro province dal primo aprile non sarà più operativa la figura del commissario straordinario, con un vuoto che rischia di causare problemi nei territori. Nell'ordinanza firmata da Pierobon e dal dirigente generale Salvo Cocina si danno alcune precise indicazioni, ma resta da vedere se i Comuni inadempienti sapranno attuarle.
In particolare, nella Srr Agrigento Provincia Ovest «occorre garantire Ia gestione dell'impianto di compostaggio e della discarica di Sciacca, in esercizio per i soli rifiuti speciali, non essendo ancora stato individuato il gestore»; nella Srr Messina Area Metropolitana «occorre garantire il prosieguo del servizio in diversi Comuni dell'ex Ato ME 4 (poiché ad oggi sia la Srr che i Comuni non hanno definito la procedure di gara) con personale e mezzi della stessa società d'ambito»; nella Srr Palermo Area Metropolitana «occorre garantire il prosieguo dell'utilizzo del personale dell'ATO PA 1 e dell'ATO PA 4/Coinres da parte dei Comuni. ln particolare, si segnala che, essendo la Società d'ambito PA 1 fallita, ad oggi il Tribunale fallimentare ha autorizzato la prosecuzione della gestione in capo al commissario straordinario: occorre, pertanto, anche sotto detto profilo, garantire con differente modalità la gestione, al fine di ottenere ulteriore autorizzazione da parte del Tribunale fallimentare»; nella Srr Palermo Provincia Est «occorre garantire la prosecuzione del servizio di raccolta in diversi Comuni dell'ex ATO PA 5 e in alcuni Comuni dell'ex ATO PA 4, nonché la prosecuzione della gestione dell'impiantistica nell'ATO PA 5 (impianto di compostaggio) e dell'ATO PA 6 (discarica)»; infine nella Srr Ragusa Provincia, «occorre garantire la regolare prosecuzione della gestione degli impianti TMB/discarica, nelle more dell'individuazione del soggetto gestore». La Regione chiama in causa anche i sindaci metropolitani di Palermo e Messina, Leoluca Orlando e Cateno De Luca, e i commissari dei liberi consorzi di Agrigento e Ragusa, perché «vista l'estensione territoriale del servizio», sono loro a essere chiamati a emanare le ordinanze necessarie.
«Questo percorso - aggiunge l'assessore Pierobon - garantisce la salvaguardia del personale delle società d'ambito in liquidazione che non è ancora transitato nelle Srr per i ritardi accumulati negli adempimenti di leggi. Il percorso individuato può inoltre garantire la continuità del servizio scongiurando interruzioni, in quanto il commissario potrà avvalersi, così come già fatto dal commissario straordinario regionale, non solo del personale ma anche dei mezzi, delle attrezzature e degli impianti attualmente utilizzati o gestiti a qualunque titolo da consorzi e società d'ambito».
Lecodelsud
"In Sicilia opere per 10 miliardi da sbloccare entro il 2021", Regione striglia Anas e Rfi | l'Eco del Sud
Dieci miliardi di euro di opere pubbliche, in buona parte di competenza di Anas e Rete ferroviaria italiana, da sbloccare in Sicilia entro il 2021. Pena, la revoca dei fondi. A lanciare l'allarme è Fulvio Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale Infrastrutture, intervenuto oggi all'incontro organizzato da Ance Sicilia sul Bim, la nuova metodologia informatica che, attraverso la digitalizzazione dei progetti, "può velocizzare - ha osservato Bellomo - il passaggio dalla concezione dell'opera alla fase del progetto fino all'apertura e gestione rapida e razionale del cantiere. Anche per questo la Regione è pronta a recepire un prezziario che tenga conto di queste nuove procedure" che in atto sono obbligatorie per interventi di importo superiore a 100milioni di euro.
"In Sicilia - afferma il dirigente - ci sono opere da sbloccare per 10 miliardi di euro. Di queste, buona parte sono di competenza di Anas e Rfi, società dalle quali il governo regionale, nonostante sia in pressing da oltre un anno, non riesce ancora ad ottenere la soluzione dei problemi sorti e, in alcuni casi, persino le progettazioni. Sono fondi che saranno revocati se gli appalti non saranno affidati entro il 2021, evenienza che la Sicilia non potrebbe tollerare. Ecco perché il governo regionale intende percorrere tutte le strade possibili per intervenire con ogni mezzo e ottenere al più presto risultati concreti da Anas e Rfi".
"Ci sono 5 miliardi per la velocizzazione della ferrovia Palermo-Catania - ricorda ancora Bellomo - ma da due anni Rfi non riesce a tirare fuori un solo progetto. Una lentezza inspiegabile. Fra le nuove opere viarie da sbloccare, ci sono la tangenziale di Gela per 316 milioni, la tangenziale di Catania per 214 milioni, la tangenziale di Agrigento per 200 milioni. Per non parlare dei quattro lotti della Nord-Sud, per sbloccare i quali la Regione ha stanziato 100 milioni: ebbene, sul lotto B5, valore 87 milioni, l'Anas non riesce ancora a superare un contenzioso".
Sul fronte dei lavori ferroviari, oggi l'assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, sarà al ministero dello Sviluppo economico "per sollecitare l'emanazione degli input necessari a fare ripartire i cantieri - ha riferito Bellomo - . Ad esempio, il commissario della Tecnis attende indicazioni riguardo all'anello ferroviario di Palermo, il cui completamento è legato alla cessione del ramo d'attività alle imprese che succedono in graduatoria; siamo riusciti a sbloccare il passante ferroviario di Palermo, ma ancora mancano le stazioni di Capaci, via Lazio e interventi a Sferracavallo".
Ma da Roma servono poi risposte certe e fatti concreti "per sbloccare infrastrutture viarie fondamentali come la Agrigento-Caltanissetta e la Palermo-Agrigento, al cui completamento mancano lavori per 200 milioni complessivi, oltre alla soluzione per pagare i creditori della Cmc in crisi".
Non mancano, in ogni caso, le buone notizie: "Il governo è riuscito finalmente a sbloccare il raddoppio della ferrovia Ogliastrillo-Castelbuono, per 452 milioni, i cui lavori riprenderanno il 16 aprile dopo uno stop di cinque anni. Per la manutenzione della viabilità interna la Regione ha stanziato 250 milioni e ha appena firmato la convenzione con cui le ex Province, che non hanno più i mezzi per fare i progetti, affidano al dipartimento regionale tecnico, che opererà in sinergia con la nuova struttura regionale di progettazione e con le categorie dei liberi professionisti, il compito di redigere gli elaborati. Contiamo di affidare entro l'anno 70 interventi per 111 milioni secondo un piano straordinario che abbiamo già approvato, dando priorità alle aree interne più disagiate delle province di Enna e Caltanissetta. Infine, dopo il crollo del Ponte Morandi abbiamo censito 1.900 punti di criticità sui viadotti in Sicilia, ma l'Anas ancora non è riuscita a darci risposte circa il monitoraggio degli interventi da eseguire. Per questo abbiamo stanziato 5,4 milioni e contiamo di coinvolgere in questa attività i liberi professionisti".
Per Giuseppe La Rosa, direttore di Ance Sicilia, "la novità del Bim rappresenta l'occasione per le nostre imprese di compiere un salto di qualità e di non perdere il passo con le aziende del Nord e degli altri Paesi. Infatti, sempre più saranno prese a riferimento e avranno priorità negli affidamenti le imprese che si sono già dotate di questa nuova metodologia di progettazione. Una nuova strada che richiede formazione, impegno e investimenti, ma che sta già aprendo molteplici occasioni di lavoro anche per i professionisti siciliani".
Giornale di Sicilia
Statali, in arrivo i concorsi sprint
E contro i furbetti le impronte digitali
Addio al badge per combattere l'assenteismo negli uffici
Impronte digitali più vicine per i dipendenti pubblici, in funzione anti-furbetti. Le commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera hanno dato disco verde all'articolo del disegno di legge Concretezza, che prevede la sostituzione del badge con sistemi dicontrollo biometrico. Manca il passaggio in Aula e poi quello definitivo del Senato, ma a palazzo Madama il testo dovrebbe arrivare blindato. L'altro capitolo chiave del provvedimento riguarda la riforma del reclutamento. I relatori hannopresentato emendamenti volti a velocizzare i concorsi, anche in funzione dei rimpiazzi dovuti a «Quota 100». Facilitate poi le candidature, da gestire tutte online, con tanto di fascicolo elettronico per chi fa domanda. Intanto, dice il ministro della P.a, Giulia Bongiorno, è stato fatto «un primo passo verso l'introduzione del controllo biometrico», con l'obiettivo di mettere uno «stop alle truffe degli assenteisti». Nel provvedimento per ora c'è solo il principio, la realizzazione del meccanismo è demandata a un successivo decreto. C'è poi da dire che alcune categorie sono escluse (forze dell'ordine, magistratura, prefetti). E per la scuola vigeranno regole ad hoc, visto che per i docenti c'è già il registro elettronico. Insieme alla verifica biometrica, in contemporanea e non in alternativa, il ddl prevede il ricorso alla video- sorveglianza. Una vera e propria rivoluzione, quindi. Le norme attuative, «previo» parere del garante della Privacy, molto dubbioso al momento, dovranno trovare anche l'ok degli enti locali. I deputati invece devono ancora pronunciarsi sulle nuove proposte dei relatori: Virginio Caparvi della Lega e Francesco Silvestri del Movimento Cinque Stelle. Tre emendamenti che hanno lo stesso scopo: rendere più rapide le procedure concorsuali per gli statali. Si apre al test a risposta multipla sia per le prove pre-selettive, che scatterebbero quando il numero dei candidati doppia quello dei posti a bando, sia per gli scritti. C'è un'indicazione a concentrare le prove e per i profili tecnici potrebbe anche bastare una verifica pratica. Via libera alla correzione «automatizzata» e alla creazione di sottocommissioni quando si oltrepassano i 250 candidati. A proposito di commissari, la difficoltà maggiore oggi starebbe proprio nel reperire gli esaminatori. Ecco che viene sancita la possibilità di ricorrere a pensionati. Per stringere ancora i tempi verrebbe anche istituito un Albo nazionale, da dove potere pescare senza sondare da più parti. Probabilmente però a fare la differenzasarà il «gettone». Il buco nero dei conti in attesa della riforma che vedrà nascere i nuovi Enti
Ato rifiuti, oltre due miliardi di debiti
E la Regione obbliga i Comuni a gestire il servizio. L'Anci replica: non scaricate su di noi l'inefficienza
I debiti degli Ato rifiuti hanno oltrepassato la soglia «psicologica» dei due miliardi. E per di più l'assessorato non ha ancora quantificato con esattezza il loro attuale valore: l'unica cosa certa è che il buco nei conti è molto più profondo rispetto a quanto emerso dall'ultima rilevazione ufficiale, fatta a fine 2017. All'epoca la Corte dei Conti certificò che bisognava recuperare un miliardo e 800 milioni. Il debito è cresciuto perché molti sindaci hanno continuato a non versare la quota di loro competenza per il funzionamento degli Ato, gli entiche si occupano dell'organizzazione del servizio di gestione. E più a monte ciò è avvenuto perché la Tari, che doveva garantire flussi di finanziamento regolari, è la tassa che registra il più alto livello di evasione. Ma - come spiegano nell'assessorato guidato da Alberto Pierobon - il problema di fondo è che la macchina che dovrebbe gestire i rifiuti in ogni Provincia e Comune non è mai andata a regime. E su questo ieri si è aperto un nuovo fronte di scontro fra la giunta Musumeci e l'Anci, l'associazione dei Comuni guidata da Leoluca Orlando. Gli Ato già dal 2010 dovevano essere sostituiti dalla Srr, frutto sempre dell'aggregazione dei Comuni. Ma molti di questi enti non sono mai realmente nati. E finora la Regione ha inviato commissari per sopperire alle carenze gestionali dei Comuni. Da ieri invece l'era dei commissariamenti si è chiusa. L'assessore Pierobon e il presidente Musumeci hanno ripassato la palla ai sindaci. Obbligandoli di fatto a far partire la macchina che finora è rimasta a motori spenti. Ieri ogni sindaco ha ricevuto il provvedimento con il quale vengono fornite, ai Comuni inadempienti, le indicazioni su come assicurare la continuità del servizio in attesa che venga completato il pieno passaggio delle funzioni alle Srr, le società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti dell'Isola. I ritardi maggiori si sono verificati in 4 province, che sono anche quelle interessate dal provvedimento. Lì dovevano già essere nate sei Srr ma non ancora definito il transito dei lavoratori o degli impianti: sono le Srr Agrigento Provincia Ovest e Agrigento Provincia Est, Srr Messina Area metropolitana, Palermo Area metropolitana, Palermo Provincia Est e la Srr Ragusa Provincia. In questi territori dal primo aprile non sarà più operativa la figura del commissario straordinario e «si rischiavano - ha spiegato Pierobon - gravi problemi gestionali. Il governo ha per questo motivo provveduto a fornire tutte le indicazioni utili ad evitare disagi per responsabilizzare i sindaci». In base al provvedimento appena firmato i Comuni, ha spiegato il dirigente Salvo Cocina, «sono chiamati a effettuare tutte le scelte di competenza esercitando i poteri per assicurare la continuità del servizio». Ma Orlando non ci sta e minaccia di ricorrere al Tar: «Un provvedimento irricevibile, privo di qualsiasi base giuridica e che cerca soltanto di scaricare sui Comuni e le Città metropolitane decenni di inefficienza regionale. Eventuali atti amministrativi successivi saranno impugnati nelle sedi opportune, per essere certamente bocciati come sono stati finora bocciati tutti gli atti firmati da questa dirigenza regionale negli ultimi anni». Musumeci ha ribadito ieri che «le srr nel tempo si sono rivelate fallimentari ». Per questo motivo il provvedimento appena emesso sarà dicerto transitorio. I Comuni riceveranno i poteri di gestione ma quando la riforma degli Ato verrà approvata all'Ars torneranno a cederli a questi enti, che avranno competenza sul territorio provinciale. Il nodo però adesso è capire quando verrà approvata la riforma degli Ato, che ha completato questa settimana il proprio percorso in commissione e attende di essere votata in aula. Sui tempi di approvazione influiranno proprio i debiti dei vecchi enti, perché - come ha rilevato il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo - va chiarito chi dovrà coprirli e quindi se la riforma avrà un impatto finanziario per la Regione. In ogni caso - spiegano in assessorato - anche dopo l'approvazione della riforma ci vorrà un po' d i tempo per portare la nuova organizzazione a regime e per questo motivo il provvedimento firmato ieri resterà in vigore fino a quando gli Ato non saranno operativi.
Villa Genuardi
Giardini storici, storia e origini
Agrigento si scopre culla di giardini storici, che raccontano storia e origini di una civiltà antica. Ecco perchè a Villa Genuardi, in via Ugo La Malfa, è stata allestita la mostra intitolata«Villa Genuardi e i giardini storici di Agrigento: dal Giardino degli Dei al Giardino del Vescovo». Il progetto culturale è coordinato e curato dal Soprintendente Gabriella Costantino che si è avvalsa della consulenza botanica dei professori Rosario Schicchi e Manlio Speciale, rispettivamente direttore e curatore dell'Orto Botanico - Sistema museale di Ateneo dell'Università degli Studi di Palermo.
AGRIGENTOOGGI
TONINELLI: "SBLOCCATI FONDI SICOMPLETA SS 640 CALTANISSETTA-AGRIGENTO"
Il tribunale di Ravenna ha appena sbloccato i 10 milioni di euro che Anas dara' agli affidatari che potranno di conseguenza riprendere il lavoro o meglio andare avanti apieno regime per completare la fondamentale strada statale 640 Agrigento-Caltanissetta che come sapete ho visitato insieme al presidente del Consiglio Conte due settimane fa". Lo ha detto il ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli stamani durante un incontro alla Capitaneria di Porto di Messina. "E'il terzo viaggio che faccio nell'arco di nove mesi di mandato edinizio a capire quale sia la realta' siciliana che e' molto complicata dal punto di vista infrastrutturale - ha aggiunto - La Sicilia ha piu' che mai bisogno di spostamenti in maniera ordinaria altrimenti non puo' aumentare il turismo, l'economia e l'occupazione e ci sara' un costante rischio di spopolamento neiterritori interni. Non lo possiamo accettare. In questi due giorni abbiamo parlato sia di aeroporti che di porti, strade statali, strade provinciali e ferrovie. E' volonta' di questo governo diintervenire concretamente per sbloccare tanti cantieri".
LA SICILIA
GIARDINO DELLA KOLYMBETRA
.L'immobile sarà trasformato in museo della civiltà contadina
IL FAI COMPRA LE CASE MONTANA .
Avviata sul sito anche un'attività di ricerca storica e archeologica
Da un lato una campagna di studi voltaa conoscere la storia della Kolymbethra, dall'altro un investimento economico importante per ricavare, nel cuore del Parco archeologico,quello che sarà anche una sorta di museo della storia contadina della Valle dei Templi. Il Fai nazionale, per festeggiare iprimi 20 anni di gestione del grande giardino che oggi rappresenta per uno dei suoi fiori all'occhiello, punta ancora su Agrigento, conprogetti che potrebbero allargarsi anche sul centro storico. Delresto è una vera e propria dichiarazione d'amore quella che Marco Magnifico, vicedirettore esecutivo del Fondo ha pronunciato ieridurante la conferenza stampa che ha annunciato le attività che sonoin parte già state avviate e che, molto ironicamente trovano lapropria sintesi nella frase "Il Fai ha preso casa ad Agrigento".Letteralmente. Il privato (sui generis, ovviamente) haacquistato le "Case Montana", di proprietà della famiglia Campo Riolo. Si tratta della grande masseria che si trova astrapiombo sulla Kolymbethra. Un bene di proprietà privata, che peranni gli enti locali hanno provato ad espropriare, senza successo, eche illegittimo proprietario avrebbe voluto trasformare in unastruttura turistica. Un'idea che non ha però trovato concretizzazione, coronando però il "sogno" del Fai, che ha acquistato i ruderi disponendo però nell'atto di proprietà chegli stessi saranno trasferiti al Parco archeologico nell'ipotesi incui il Fondo dovesse chiudere. Ma per fare cosa? I dettagli sono statiriferiti stamattina durante una conferenza stampa alla quale eranopresenti i vertici del Parco archeologico (il direttore Giuseppe Parello, il presidente Bernardo Campo), del Fai (il capo delegazione agrigentino Vittorio Nocera il presidente regionale Giuseppe Taibi, e Magnifico) e del sindaco di Agrigento Lillo Firetto. stiamo lavorando perché questa struttura possa tornare esattamente come era in antichità e possa raccontare una parte della storia della Valle dei Ternpli" hadetto Magnifico. Quella storia fatta di sudore, sacrificio e, spesso,fame, dei "girgentani" che qui vivevano coltivando i campi.Un recupero che troverà il proprio coronamento in una sorta di"museo" che ospiterà comunque attività connesseintimamente alla Kolymbetrha, a partire da un'area per consentire ladegustazione di quanto prodotto dal giardino. Non sarà facile, haprecisato Magnifico, perché le condizioni dell'edificio non sono buone e SI dovrà intervenire con un progetto di almeno un milione dieuro. "Soldi che al momento non abbiamo - ha detto - e chedovremo trovare con donazioni e sponsorizzazioni". A questo si aggiungerà un'attività strettamente archeologica e storica, da condurre sempre con il Parcoarcheologico, con il Fai ovviamente, ma anche con l'Università'Kore'di Enna. Si tratta delle attività di studio e ricerca chepotrebbero fornirci informazioni essenziali sulla Kolymbetrha,andandone a studiare le evidenze archeologiche in larga parte oggimai indagate. Le attività, in tal senso, sono già partite a gennaiocon i rilievi condotti dalla prof. Mariangela Liuzzo, da un giovane ricercatore vincitore di una borsa di studio, Sebastiano Giuliana,che con le tecniche del rilievo tridimensionale laser e la fotogrammetria ha già iniziato a scandagliare il territorio,interessando anche il costone delle case "Montana". A questa attività di rilievo seguiràa giugno un'attività sul campo, con la ricognizione archeologica deiluoghi, la pulizia delle strutture emergenti e la redazione di unacarta archeologica. Poi sarà il momento di analizzare estudiare quanto incamerato, renderlo comprensibile e consultabile ai turisti e ai cittadini e ragionare sull'ipotesi diuna campagna di scavi da avviare nel 2020.
POLIZIA.
"Sono orgogliosa di essere stata assegnata a questo territorio e di far parte di una squadra ben organizzata, molto professionale e vincente".
IL QUESTORE ROSA MARIA IRACI SI PRESENTA ALLA CITTA'
«E' la prima volta che faccio il questore, quindi l'approccio iniziale non è di grande esperienza.Quello che mi viene da dire immediatamente è che sicuramente nonfarò mancare la presenza della polizia di Stato in tutta la provincia. Ci saremo sempre in qualunque situazione». Emozionata peraver raggiunto il grande traguardo, il neo questore di Agrigento,Rosa Maria Iraci, si è presentata alla stampa e alla città. La mattinata era cominciata con l'omaggio ai caduti della polizia,deponendo una corona di alloro sulla lapide posta all'ingresso della Questura, per poi incontrare e salutare i funzionari, il personale tutto, le organizzazioni sindacali della polizia e dell'Amministrazione civi-le dell'Interno. Il questore Iraci non si è sbilanciata sugli obiettivi che si è posta dal momento del suo insediamento, maè pronta a lavorare con impegno ed entusiasmo: «Questo è un territorio che non conosco, che cercherò di conoscere al meglio in tempi brevi - ha aggiunto dialogando con i giornalisti presenti ingran numero per la sua prima uscita ufficiale -. C'è un buon assetto della Squadra Mobile, le operazioni che si sono susseguite nel corso del tempo hanno dato prova di grande professionalità e continueremo a seguire i filoni d'indagine sotto le direttive della Procura della Repubblica». Nell'incontro di ieri, qualcuno scherzando, ma neanche tanto, ha lanciato una sorta di sfida:«Prenderemo Matteo Messina Denaro?», «Ce la metteremo tutta - ha risposto il questore - sicuramente, non lasceremo nulla di intentato perprendere il latitante, che non è però originario di questa provincia. Sono molto orgogliosa di far parte di questa squadra. All'Agrigentino il Ministero riserva sempre molta importanza e attenzione, e lo abbiamo visto con i questori che ha mandato qui. Perme seguirne le loro orme è un onore. L'assetto della Questura è ben costituito e ben organizzato, c'è una professionalità sul territorio che ha dato risultati nel tempo».