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rassegna stampa dal al 6 maggio 2019

Sabato 4 maggio 2019

SiciliaOnpress


Fondi disponibili dalla UE per nuovi progetti dei Liberi Consorzi e Città Metropolitane - SiciliaOnPress
Il Dipartimento Regionale delle Autonomie locali, coinvolto nella gestione del PAC-POC (Programma di Azione e Coesione (PAC) - Programma Operativo Complementare) 2014-2020, ha emesso un avviso per acquisire proposte progettuali da finanziare con le risorse previste nell'Asse 10 relativo al "Miglioramento delle condizioni di contesto sociale ed economico dei sistemi urbani e territoriali siciliani".
Secondo l'avviso, le Città metropolitane e i liberi Consorzi comunali della Sicilia sono invitati a presentare, nei termini e con le modalità specificate nell'Avviso, le proposte progettuali da finanziare con la quota parte delle risorse previste dal comma 4 dell'art. 26 della legge regionale 17 marzo 2016, n. 3, di rispettiva pertinenza, secondo una tabella di riparto delle somme utilizzabili. Al Libero Consorzio Comunale di Agrigento sono state destinate risorse per 3.034.645 euro a condizione che si presentino i relativi progetti. Le istanze pervenute entro il termine previsto dall'Avviso serviranno a sostenere le autonomie locali siciliane agendo sui vari asset di sviluppo destinati a: Qualificare le condizioni di contesto al fine di ridurre i fattori che incidono in modo rilevante sulla qualità dei servizi a cittadini e imprese; Rafforzare la capacità istituzionale e amministrativa del sistema delle autonomie locali; Sostenere gli investimenti pubblici volti alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e paesaggistico a forte connotazione turistica delle aree territoriali bersaglio anche attraverso la valorizzazione di esperienze realizzate nel precedente ciclo di programmazione dei Fondi strutturali e, in particolare, degli interventi integrati per la promozione e valorizzazione di un sistema di ospitalità diffusa nelle aree interne e montane della Regione, attivati attraverso i Piani di Sviluppo Territoriale. I liberi Consorzi, pertanto, dovranno proporre interventi coerenti con i "risultati attesi" specificati in un'apposita tabella in conformità a quanto previsto dal PAC-POC 2014-2020 per l'Asse 10.

Domenica 5 maggio 2019

GrandangoloAgrigento


Venti sanzioni per abbandono di rifiuti per strada, Bennica: "finalmente ci siamo riusciti"
La Polizia provinciale del nucleo ambientale di Agrigento del Libero Consorzio, nel corso di mirati controlli contro l'abbandono di rifiuti in strada provinciale ha predisposto un servizio di videosorveglianza del territorio.
Le telecamere sono state piazzate nei pressi della piazzola di sosta sulla Sp3 che congiunge Favara ad Aragona, diventata in poco tempo una discarica abuisiva.
Le telecamere hanno pizzicato ben 20 trasgressori intenti a buttare rifiuti ai bordi della strada in violazione all'articolo 192 comma 1, sanzionato dall'articolo 155 comma 1 del Decreto Legislativo n. 152/2006. Per loro una multa di €. 600,00.
I controlli continuano in altre strade provinciali dove i soliti incivile depositano rifiuti di ogni genere.
"Sono stati giorni di continui appostamenti e controlli da parte della polizia provinciale e del nucleo ambientale. Per due mesi, il sottoscritto e la Sindaca Anna Alba hanno incontrato più volte il dirigente provinciale Ignazio Gennaro, il comandante della polizia municipale Giglio, il commissario dell'ex Provincia Di Pisa, affinchè venisse attenzionato il nostro territorio. CI SIAMO RIUSCITI!, commenta l'assessore all'ambiente Giuseppe Bennica.
"Non è stato facile perchè dopo i vari incontri, il tutto stava per sfumare. Non è la prima volta che componenti dell'informazione, oltre al loro lavoro, che deve essere scevro da preconcetti, collabora attivamente a questioni che giovano la cosa pubblica e per questo motivo ringrazio Franco Pullara e tutti i giornalisti che si prodigano in questa direzione.Oggi possiamo dire che il nostro territorio è controllato,che lo Stato è presente anche quando non emerge mediaticamente, che la differenziata è un processo non solo tecnico ma soprattutto educativo e culturale, che il lavoro di molti cittadini virtuosi è mortificato da chi non ha amore per il bene comune. Nelle scorse settimane, continua Bennica, abbiamo diffidato il comune di Agrigento proprio per queste due piazzole di sosta, abbiamo avuto scambio di soluzioni con operatori della provincia, e il Consorzio Provinciale ha agito, ha pulito le due piazzole e recintato la zona. Questo processo burocratico ha richiesto tempo...quel tempo maledetto che la burocrazia ci fa sprecare e che i cittadini non riescono a percepire e metabolizzare; sì quel tempo burocratico per riparare una buca o una caditoia, per inserire un contenitore o riparare una condotta idrica, quelle cose che da privato faresti in due giorni, in amministrazione sei costretto giustamente al protocollo, sennò per un semplice scavalcamento di ruoli o competenze, rischi di finire sotto inchiesta. Vorrei sperare che i soggetti in questione non siano favaresi, conclude l'assessore Bennica,  perche questa è casa sia. questa è la sua città e l'amore della nostra cittá è il primo passo per viverla dignitosamente"

Teleradiomontekronio

Province, fondi subito o sarà bancarotta

Le province siciliane, tra cui quella di Agrigento, sono ad un passo dal dichiarare bancarotta, mentre quella di Siracusa lo ha già fatto. Gli enti, ormai, dopo oltre 6 anni di commissariamento, sono alla canna del gas e non riescono più a chiudere i bilanci. Proprio in queste ore a Roma si gioca una partita decisiva tra il governo regionale e quello nazionale per cercare di salvare il salvabile. Entro martedì servono le somme necessarie, provenienti da Roma, per evitare che tutte le Province dichiarino il dissesto finanziario. Per la cronaca, si parla di un finanziamento di circa 300 milioni di euro e servono subito. Già in giornata dovrebbe essere ratificato, tra le parti, il primo provvedimento, ossia i bilanci delle province non saranno più triennali ma annuali. Poi, come detto, entro martedì, occorrono i fondi per tamponare l'emergenza. Ed è anche il Presidente Nello Musumeci a lanciare l'allarme: "Non possiamo più aspettare. Siamo arrivati al limite, i fondi servono subito. Rivolgo un accorato appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte affinché non si lascino morire enti locali che ad oggi gestiscono servizi fondamentali per le comunità. Personalmente - prosegue Musumeci - sono disponibile a raggiungere il presidente Conte o il suo vice a qualsiasi ora, l'assurda decisione del Governo nazionale di penalizzare ancora i bilanci delle Province rischia di cancellare investimenti per centinaia di milioni di euro. E la Sicilia non se lo può permettere". In questo quadro, rientra anche l'aspetto politico. Le province, in teoria, sono state abolite e sono nati i Liberi Consorzi. Entro giugno, sono previste le elezioni di secondo livello, con le Province, quindi, pronte a riavere, finalmente, un Presidente ed un consiglio provinciale.
Da Roma, però, fanno sapere di avere pronta una nuova riforma, anzi un ritorno al passato: il ripristino delle Province e il ripristino dell'elezione diretta da parte dei cittadini del presidente e del consiglio provinciale. Favorevole a questa riforma la Lega, contrario il Movimento 5 Stelle. Se ne saprà di più dopo le elezioni europee di fine maggio.

Lunedì 6 maggio 2019

Fatti&Avvenimenti.it

Formazione professionale ed ex Province. L'Ugl Sicilia a Catania: "Sostegno al governo regionale" | Fatti & Avvenimenti

Categorico il Sindacato: "vigilaremo a sostegno dei lavoratori della Formazione, comparto strategico per la crescita dei giovani siciliani e per il mondo del lavoro", e sulle ex Province: "Chi vuole abolire questi enti è contro la Costituzione, che li prevede nella loro importanza di intermediazione e cerniera tra Regione e Comuni"
Una nutrita rappresentanza della Ugl Sicilia, accompagnata dal segretario confederale della Ugl Giovanni Condorelli, dal segretario regionale Giuseppe Messina e formata dai segretari generali delle unioni territoriali del lavoro di Catania, Ragusa e Caltanissetta, rispettivamente Giovanni Musumeci, Gianna Di Martino ed Andrea Alario, ha partecipato ieri mattina nella città etnea al convegno dell'associazione "Eris" sulla dispersione scolastica.
"Rivolgiamo il nostro plauso a Gaetano Barbera e Antonio Oliveri per l'ottima iniziativa che ha focalizzato l'azione positiva del governo regionale volta ad una seria e fattiva riorganizzazione del settore della formazione professionale.
Come Ugl abbiamo sostenuto il governo regionale, ed in particolare l'assessore al ramo Roberto Lagalla, per l'ottenimento della deroga del governo nazionale propedeutica all'avvio delle misure di prepensionamento, riqualificazione e ricollocazione del personale in atto disoccupato. Su questa scia continueremo a vigilare a sostegno dei lavoratori del comparto, strategico nell'ambito della crescita dei giovani siciliani e importante per il mondo del lavoro e dell'economia dell'isola - hanno detto i rappresentanti del sindacato presenti all'evento."
A margine della manifestazione, i vertici Ugl hanno dato vita ad un momento di confronto sulla tematica relativa alle precarie condizioni in cui versano attualmente le Città metropolitane ed i Liberi consorzi comunali.
"La situazione è molto grave, visto che molti enti sono praticamente al dissesto, ma dall'assessore regionale dell'economia Gaetano Armao abbiamo ricevuto quelle rassicurazioni che chiedevamo, soprattutto in merito ai trasferimenti che si sono concretizzati in 102 milioni di euro derivanti dalla legge di stabilità regionale e 100 milioni di euro stanziati con legge di bilancio nazionale.
Ciò che ci sta più a cuore, in particolare, è l'abolizione del prelievo forzoso da parte dello Stato che garantirebbe alle ex provincie un tesoretto pari a 227 milioni di euro l'anno, partendo dal risparmio immediato di 54 milioni di euro per il 2019. Importante per noi è anche - sottolineano i segretari - la deroga sulla presentazione del bilancio triennale che passerebbe ad annuale, consentendo una migliore programmazione economica grazie ad un progressivo riallineamento delle risorse.
Adesso, confidando nella perseveranza del governo Musumeci ed in una chiusura concreta delle trattative con Roma, ma anche aspettando la nuova definizione delle governance con le elezioni di secondo grado che si terranno a fine giugno, nel rimanere sempre vigili ed attenti chiediamo un riordino delle competenze per consentire a Città metropolitane e Liberi consorzi comunali di ripartire e tornare ad erogare quegli indispensabili servizi alla collettività che da anni sono spariti.
Chi vuole abolire questi enti - concludono - è contro la Costituzione che li prevede nella loro importanza di intermediazione e cerniera tra la Regione ed i Comuni per l'assolvimento di prestazioni fondamentali per le comunità."

 5 maggio - domenica
LA SICILIA
LA CGA: SENZA EVASIONE TESORETTO DA 250 MILIARDI Tria: «Più legalità e sgravi fiscali» BERGAMO. Legalità e crescita vanno a braccetto, e rispendono a quel bisogno di sicurezza (economico-finanziaria) che rappresenta una delle sfide delle democrazie moderne. «Da un più efficace contrasto all'evasione e alle frodi, derivano risorse per ridurre la tassazione e sostenere la crescita» è il richiamo del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, inserito nel contesto della cerimonia del giuramento degli allievi ufficiali della Guardia di finanza. «Il rafforzamento dell'azione di contrasto all'evasione fiscale, alla corruzione e alla criminalità organizzata consente di consolidare la tutela e il sostegno all'attività delle tantissime imprese sane che rispettano le regole». Il ministro indica anche il valore sociale del reddito di cittadinanza per gli onesti e la necessità di proseguire nelle riforme per un «duraturo rilancio del Paese che preveda misure diffuse di perequazione e inclusione sociale, condizione necessaria per rafforzare il clima di fiducia dei cittadini e l'urgenza di continuare sulla strada delle riforme strutturali deriva dal dovere di dare risposte efficaci alla collettività, adeguate alle sfide che abbiamo ancora di fronte». E su una diversa organizzazione fiscale interviene con i suoi numeri la Cgia di Mestre. "Tra bonus fiscali ed evasione il governo ha potenzialmente un tesoretto che sfiora i 250 miliardi da cui si potrebbero reperire, ad esempio, i 23 mld necessari per evitare l'aumento dell'Iva» dicono gli artigiani. Secondo le stime del Mef l'evasione ammonta a quasi 110 miliardi di euro l'anno e 137,6 miliardi sono gli effetti delle detrazioni, delle deduzioni fiscali, dei crediti di imposta e delle cedolari secche. In particolare, gli sgravi fiscali riguardano 61,1 miliardi di tax expenditures; 39,1 miliardi di detrazioni ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e agli autonomi; 26,8 miliardi di sgravi sui tributi locali; 10,6 miliardi per detrazioni familiari a carico.

SERVIZIO IDRICO Sulla gestione volano gli stracci. Ati, volano gli stracci.

 Dopo le dimissioni dal direttivo dell'Assemblea territoriale idrica del sindaco di Favara, Anna Alba, durante la riunione dei giorni scorsi a sbattere la porta è stato il sindaco di Montevago e deputato regionale Margherita La Rocca Ruvolo. "Evidentemente si continua a perdere tempo sulla nuova forma di gestione del servizio idrico integrato nell'Agrigentino - ha commentato -. L'Ati infatti non ha ancora provveduto all'accertamento dei requisiti tecnici per i comuni che hanno chiesto di gestire in proprio il servizio. Non ce l'ho con nessuno, ma così permane una situazione di stallo che non è più tollerabile, per questo mi farò promotrice di iniziative di protesta sia all'interno dell'assemblea dell'Ati ma anche all'esterno affinché venga risolta la questione nel più breve tempo possibile". Uno stallo che, come abbiamo detto, bisognerà superare entro fine mese, e che preoccupa tutti, a partire dalle associazioni dei consumatori e per l'acqua pubblica come la "Konsumer", che attraverso il coordinatore provinciale Giuseppe Di Miceli ha avanzato l'ipotesi che siano i sindaci a non volere che la valutazione sui comuni non consegnatari sia fatta. "Forse - ipotizza - alcuni vorrebbero trovare quello che oggi non c'è. Magari avvantaggiandosi dello stalle dello stesso Ati. Vorremmo sbagliarci".


6 maggio - lunedì
LA SICILIA
SCIACCA. L'incidente è avvenuto nella notte tra sabato e domenica in località Maragani, contusi gli occupanti della vettura. AUTO ESCE FUORI STRADA PIEGANDO UN PALO TELEFONICO SCIACCA. g.re.) Con l'arrivo dell'estate torna il pericolo sulle strade delle aree periferiche ovest del centro abitato, ed in particolare nelle locali estive dove hanno aperto i battenti lidi ed attività commerciali in genere. Nella notte tra sabato e domenica scorsi un'auto è uscita fuori strada in località Maragani provocando seri danni alla vettura e diverse contusioni, per fortuna non gravi alle persone che erano all'interno dell'abitacolo. Una Peugeot è uscita di strada piegando un palo in legno di fili di telefonia e ribaltandosi su se stessa nel bel mezzo di un uliveto. Gli stessi occupanti il veicolo sono riusciti a dare l'allarme ed a richiedere i soccorsi. Non è il primo incidente che accade nella zona periferica est della città dove sorgono diversi stabilimenti balneari. Tre giorni fa in via San Marco si sono scontrate un'auto e un motorino, una settimana fa un'auto è andata a sbattere contro un palo della pubblica illuminazione. In tutti i casi feriti lievi, ma tanta paura per le persone coinvolte. L'incidente di sabato notte si è verificato all'incrocio tra strada comunale San Marco e le strade che si collegano alla strada provinciale Sciacca-Porto Palo di Menfi e alla contrada Castellana. Altri feriti, ma per fortuna non gravi.


SCIACCA
Rifiuti, sospeso anche oggi il servizio di raccolta. SCIACCA. Prelievo rifiuti sospeso anche oggi a Sciacca e in gran parte dei Comuni dell'hinterland per la chiusura della discarica Saraceno Salinella e del centro di compostaggio di S. Maria. La questione, mentre nel territorio aumenta il numero delle discariche a cielo aperto, è nell'agenda del Dipartimento regionale acque e rifiuti. Il dirigente, Salvatore Cociria, ha convocato per oggi alle ore 16 a Catania il sindaco Francesca Valenti, il liquidatore della Sogeir Vincenzo Marinello e il presidente della società di scopo Sogeir Impianti. La riunione deve affrontare le criticità sorte con la chiusura della discarica, che a cascata ha determinato anche la chiusura dell'impianto pubblico di compostaggio. Sullo sfondo aleggia il mistero dei rifiuti di altre regioni che nei mesi scorsi sono arrivati nella discarica saccense e di cui la Regione non ha avuto notizia. L'assessorato regionale all'ambiente già lo scorso febbraio aveva posto l'attenzione su un anomalo flusso di ingresso della discarica saccense, ma tutto ciò non è servito ad impedire il raggiungimento dei livelli di conferimento e la chiusura. "Stiamo monitorando la situazione della discarica di Saraceno Salinella ora dopo ora per aiutare i Comuni a risolvere il problema - ha detto l'assessore Alberto Pierobon sulla situazione di Sciacca e dell'interland -. La società pubblica Sogeir ha chiesto solo il 18 aprile scorso un rimodellamento delle vasche per ulteriori 14 mila metri cubi - aggiunge l'assessore - ma si tratta di iter che necessitano di approfondimenti anche a tutela del rispetto della normativa e del territorio".  

Economia
PERCHE' NON ABOLIRE LE REGIONI E RIORGANIZZARE LE PROVINCE?

Le Province non possono essere "ripristinate", come si sta proponendo, perché non sono mai state abolite. Complice il fallimento della riforma costituzionale voluta da Renzi. La legge Delrio ha prodotto un solo effetto semantico - sono state ribattezzate "aree vaste" - visto che le vecchie istituzioni intermedie, previste in Costituzione, hanno conservato la competenza su 130mila chilometri di strade e 5.1 00 edifici scolastici, con risultati disastrosi nonostante il rifinanziamento aggiuntivo di 380 milioni ottenuto dallo Stato. Ma siccome con le Province restano in piedi, tuttora irrisolti, i gravi problemi del nostro decentramento amministrativo - dalla dimensione elefantiaca delle Regioni, costose e inefficienti; al numero eccessivo dei Comuni, il 70% dei quali sotto i 5mila abitanti, e l'universo composto da comunità montane, enti di bacino, Consigli di quartieri e i molti altri enti di secondo e terzo grado, con potere di spesa e diritti di veto - che lo rendono disfunzionale, dispendioso e paralizzante, tanto vale raccogliere la provocazione sul rilancio delle Province e provare a delineare una riforma più complessiva. Che vada ben al di là della sterile discussione sul ripristino del voto popolare sui 2.500 consiglieri provinciali. Ora, se è evidente che tra i Comuni e lo Stato è necessario un soggetto intermedio, bisogna decidere se quelle istituzioni cuscinetto hanno da essere le Province o le Regioni, assodato che è da escludere, per ragioni di costo e di efficienza, la permanenza di entrambe. E se va preso atto che le Province sono rimaste anche quando sono state tardivamente "abolite", le Regioni sono diventate tanti costosissimi staterelli in conflitto permanente con lo Stato, e la loro competenza fondamentale, la Sanità, ha finito per creare 20 sistemi sanitari diversi, in conflitto con il dettato costituzionale che tutela l'uguaglianza dei cittadini. Di conseguenza, la spesa sanitaria, che copre più dell'80% dei bilanci regionali, a livello complessivo è passata dai 42 miliardi di euro del 1990, ai 60 del 2000, fino ai 114 attuali. In pratica, nel decennio precedente la regionalizzazione è cresciuta del 19,3%, mentre in quello successivo del 70%. Senza contare le gestioni clientelari delle Asl con i servizi che sono assai peggiorati. Insomma, le Regioni hanno dato pessima prova di sé, anche se non tutte in egual misura. Allora, perché non abolirle, ricentralizzando la Sanità e trasferendo le poche residue funzioni alle Province, ovviamente riorganizzate e razionalizzate? La Società geografia Italiana ha ridisegnato la mappa d'Italia immaginando la creazione di 35 aree provinciali (ma non sarebbe scandaloso se arrivassero fino a 50, comunque meno della metà delle attuali), cui delegare il compito di raccordo tra lo Stato Centrale e un numero di Comuni più che dimezzato rispetto agli attuali 8.100, ottenuto mettendo il tetto minimo dei 5mila abitanti. Se questo è il governo del cambiamento è il momento di farlo vedere.


AGRIGENTO / FAVARA / ARAGONA.

 La riforma, attesa da 25 anni, è realtà. Referendum su rettifica confini quorum raggiunto, vince il «sì» GIOACCHINO SCHICCHI La rettifica dei confini tra Agrigento, Favara e Aragona, attesa da 25 anni, è ormai realtà. Il referendum proclamato ieri e che, appunto, interessava i tre comuni; ha infatti "travolto" la soglia del quorum necessario per poter ritenere valide le votazioni, superando lo scoglio più ostico fin da subito individuato in questa vicenda. Due, per la precisione, erano gli sbarramenti previsti, alternativi tra di loro: uno era il raggiungimento - impossibile - del 50% + 1 degli aventi diritto al voto (quindi tutti gli elettori dei tre centri), l'altro, quello ampiamente raggiunto, la maggioranza degli aventi diritto residenti all'interno degli ambiti oggetto della modifica, per un totale di 847 persone. Larghissima parte di queste si trova a Favara Ovest (che adesso tornerà ad essere territorio favarese), ma dentro alla modifica dei confini erano previsti cambiamenti anche per una porzione della zona industriale e per le cosiddette "Quattro Strade". Territori, tutti questi, che negli anni passati hanno patito non pochi disagi a causa dello "sdoppiamento" prodotto con il censimento, trovandosi spesso a ricevere doppie bollette, a non ricevere servizi o ad avere comunque grosse difficoltà nella gestione burocratica delle proprie proprietà. Disagi che hanno reso l'appuntamento assolutamente sentito, con lunghe code ai seggi a Favara e al Palacongressi di Agrigento (dove votavano i favaresi-agrigentini di Favara Ovest) che alla fine hanno portato appunto a raggiungere oltre 700 votanti nella prima serata di ieri, con un quorum richiesto di soli 425. Votanti. Schiacciante, come prevedi bile, la percentuale di "sì", così come numerose sono state le dichiarazioni di soddisfazione per il risultato raggiunto. "E' un giorno di festa, si percepisce dai sorrisi degli abitanti di Favara ovest - dice il sindaco di Favara Anna Alba -. Per noi è un giorno di orgoglio che ci ripaga dei sacrifici, condotti tutti insieme con senso di comunità indipendentemente dai colori politici di appartenenza" . "Il raggiungimento del quorum non era scontato. Anzi, alcune Cassandre si auguravano che questo risultato non arrivasse - spiega il sindaco di Agrigento Lillo Firetto.Si tratta di un obiettivo lungamente atteso e adesso centrato". "Ci abbiamo creduto fino in fondo e alla fine l'affluenza alle urne ci ha dato ragione: si tratta di una modifica che i cittadini attendevano da troppo tempo", spiega Antonio Palumbo, ex consigliere comunale e già componente della commissione intercomunale Rettifica confini. La vicenda, comunque, non è finita qui. Da adesso ed entro alcuni mesi i tre comuni dovranno iniziare a ragionare di questioni finanziarie e organizzative.

SICILIA24H
Sorte Province, rush finale In bilico il destino delle Province siciliane. 300 milioni di euro dal governo nazionale altrimenti il fallimento.

Il responso a breve. I dettagli della trattativa. Le Province siciliane sono sull'orlo del precipizio della bancarotta. Si lavora per trattenerle, scongiurando la caduta. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, già presidente della Provincia di Catania, ha lanciato un accorato appello al governo Conte affinchè gli Enti locali intermedi, tra Regione e Comuni, siamo mantenuti in vita rimediando al dissesto finanziario da cui sono afflitti. Un tavolo di confronto a Roma, al ministero dell'Economia, è attivo tra i governi regionale e nazionale. Sono due i provvedimenti attesi. Urgentemente. Il semaforo è verde sul primo, ovvero una norma invocata dall'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni, per consentire, tra l'altro, di redigere bilanci annuali e non triennali, facilitando così il compito amministrativo di previsione della spesa, imprevedibile e incerta. Il secondo provvedimento è invece ancora in bilico ed è il più vitale perché si tratta di soldi. Ancora l'Anci ha bisogno di 300 milioni di euro per le Province siciliane. Tra le nove, una, Siracusa, ha già dichiarato il default, il dissesto finanziario. Le altre arrancano e, se non accade nulla, anch'esse falliranno. Entro domani, martedì 7 maggio, è atteso il responso. Forse sarà concessa alle Province la possibilità di approvvigionarsi di liquidità attingendo temporaneamente dai fondi Fsc, ossia i soldi del Fondo sviluppo e coesione 2014 - 2020, e tamponare l'emergenza. Nel frattempo si lavorerebbe per rimediare alla causa che a monte provoca la crisi finanziaria delle Province, che è il prelievo forzoso, il contributo di risanamento alla finanza pubblica, quindi i tanti soldi che lo Stato preleva forzosamente annualmente dalle Province per renderle compartecipi del risanamento del debito pubblico. I soldi del prelievo forzoso superano spesso e in tanti casi i soldi che poi lo Stato e la Regione trasferiscono alle Province. Dunque il saldo è passivo. Ecco perché il presidente Musumeci e l'assessore Armao hanno invitato i parlamentari siciliani ad impegnarsi affinchè a Roma sia predisposto un decreto legge sugli Enti Locali che cancelli o renda meno doloroso il prelievo forzoso. Ancora nel frattempo gli amministratori delle Province siciliane sono sul piede di guerra. Lo scorso primo maggio, Cateno De Luca, presidente della Provincia di Messina, ha consegnato la "fascia azzurra" della carica al prefetto di Messina, a conclusione di una manifestazione di protesta a cui hanno partecipato 73 Comuni della provincia Peloritana. De Luca inoltre guerreggia per il rinvio delle elezioni indirette alle Province in calendario domenica 30 giugno, ed ha annunciato una seconda manifestazione dei sindaci a Palermo venerdì 17 maggio. Ancora Cateno De Luca lo scorso febbraio ha letteralmente chiuso la Provincia di Messina, costringendo i circa 800 dipendenti a ferie forzate. La replica del vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, al momento è stata funerea: "Le Province sono uno spreco. E' inutile ammalarsi di amarcord per farle ritornare. Chi le vuole ricostruire si cerchi un altro alleato".



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