Gds.it
Città metropolitane e Liberi consorzi, l'appello dell'Asael: "si rinviino le elezioni"
"Riguardo al futuro delle ex Province la politica decida urgentemente cosa fare e, in attesa dei risultati del tavolo tecnico con il governo nazionale e dell'individuazione di un sistema stabile di finanza locale che perimetri con esattezza ruoli e funzioni, si rinviino strategicamente le elezioni di secondo grado delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi".
L'appello arriva dall'Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, che attraverso il suo presidente, Matteo Cocchiara, sottolinea: "Mentre da una parte politica si invoca la cancellazione integrale delle Province per eliminare poltrone e tagliare la spesa pubblica, nel contempo da un'altra se ne proclama la restaurazione, proponendo di ridare a questi enti addirittura le funzioni originarie e di ripristinare anche il sistema dell'elezione diretta che l'Asael ha sostenuto".
Secondo Cocchiara, però, la cosiddetta riforma delle Province "langue in una sorta di oblio da cui Stato e Regione Siciliana non riescono più a uscire, con enormi danni derivanti dalla mancata attuazione delle norme e ripercussioni sui cittadini che da tempo non vedono più governate questioni che investono la loro quotidianità".
In Sicilia, inoltre, "dal 2015 si assiste a un continuo avvicendamento di gestioni commissariali - ricorda ancora Cocchiara - che ha portato a una riduzione al lumicino delle funzioni originarie delle ormai ex Province, vessate anche dal prelievo forzoso imposto dallo Stato". Quest'ultimo "ha portato quasi al dissesto questi enti - prosegue il presidente dell'Asael - con le inevitabili conseguenze del blocco delle funzioni. Tutto questo mentre sullo sfondo si avvicinano le elezioni di secondo grado dei nuovi enti, le Città metropolitane e i Liberi consorzi, che stanno passando in secondo piano".
AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca
IL CUA HA OLTRE UN MILIONE E
OTTOCENTOMILA EURO DI CREDITI: ECCO TUTTI I DEBITORI
Il cda ha disposto il ricorso anche
alla formula del decreto ingiuntivo in caso di mancato versamento
delle somme
Redazione
Il Consorzio universitario ha oltre un
milione e ottocentomila euro di crediti e ha deciso di ricorrere alle
"maniere forti" per andarli a recuperare. Il cda del Cua
nelle scorse settimane ha infatti stilato una lista di coloro che tra
enti e ordini professionali che magari non sono più soci ma hanno
lasciato alle loro spalle somme rilevanti.
Prima, ma già oggetto di apposito
decreto ingiuntivo, è la ex Provincia regionale con 774.600 euro.
Seguono poi il Comune di Agrigento (524.301 euro) e la Camera di
Commercio (206.584 euro) ma entrambi hanno già firmato un piano di
rientro, con il Municipio che potrà in parte ridurre l'importo
dovuto grazie alla compensazione ad esempio delle tasse dovute dal
Consorzio (Tari ecc). Una strada già imboccata a suo tempo
dall'Ordine degli Architetti, anche lui impegnato a ripianare il
debito con un piano di rientro concordato con il Cua e che risulta
dovere 25.825 euro, anche se la somma reale sarebbe quasi la metà,
dato appunto i pagamenti delle precedenti "rate".
Tra i morosi risultano poi: Comune di
Bivona (46.649 euro); Comune di Santo Stefano di Quisquina (15.495
euro); Comune di Licata (5.165 euro); Comune di Raffadali (20.660
euro); Comune di Sciacca (30mila euro); Comune di Ribera (10.330
euro); Comune di Favara (61.980 euro); Comune di Naro (5.165 euro);
Comune di Porto Empedocle (25.575 euro); Comune di Racalmuto (61.980
euro); Comune di Aragona e Comune di Casteltermini (15.495 euro
ciascuno), Ordine degli Ingegneri (5.165 euro); Ordine degli Avvocati
(5.165 euro); Iacp (15.495 euro).
LIVESICILIA
LE REAZIONI
Accordo per le ex province
Prestigiacomo: "Uno scandalo"
"L'accordo raggiunto tra il
governo nazionale e la regione siciliana per ristorare parzialmente
le ex Province siciliane, soggette al prelievo forzoso, è
semplicemente scandaloso. Si attingono risorse dal fondo sviluppo e
coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali
necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è
conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una
gran bella soluzione!". Lo dice in una nota la parlamentare di
FI Stefania Prestigiacomo. "La Sicilia - aggiunge - meritava e
doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre
Province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto al
ristoro dei fondi perduti. Il governo regionale, accettando questa
proposta scandalosa, ha svenduto i diritti dei siciliani,
dimostrandosi penoso vassallo del governo nazionale. I fondi delle ex
Province, oltre 243 milioni, che nel resto d'Italia sono stati
restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti 'confiscati' da Roma.
Viene quasi da rimpiangere Crocetta".
"L'accordo raggiunto tra il
governo nazionale e quello regionale mortifica la Sicilia. Per questo
motivo sto meditando il ritiro della mia proposta di legge, già in
discussione alla Camera. Mesi e mesi di lavoro calpestati
dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in
maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo
forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le
infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli
per la spesa corrente. Tutto ciò in controtendenza alle
dichiarazioni di Salvini, secondo cui 'le province dovrebbero
sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare'.
Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo
dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il
governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della
regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere
cittadini di serie B". Così, in una nota,
il deputato di Forza Italia Nino
Germanà.
"L'accordo raggiunto tra lo Stato
e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso
una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province
siciliane". Lo afferma Leoluca Orlando, presidente di
AnciSicilia. "Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati
ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane, unitamente
all'approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di
riprendere la gestione ordinaria e liberare gli investimenti, sono
certamente una risposta concreta. Si tratta - aggiunge - di un
risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno
che l'AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere
nazionale e regionale. Restano però ancora da definire sia sul piano
finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano
strutturalmente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione
strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i
servizi". "Per tali ragioni - conclude - continueremo, come
fatto fino ad ora, a incalzare i governi nazionale e regionale".
"Prendiamo atto delle
dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all'accordo
raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane.
Finalmente sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga
ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati
gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi
ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per
verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase". Lo
affermano Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed
Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia.
"Bene l'arrivo di risorse
finanziarie extra per le ex Province siciliane e la possibilità di
deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti, ma
attendiamo di conoscere dall'assessore Armao quali saranno
effettivamente le ricadute immediate di questo accordo Stato-Regione
per gli enti intermedi". Lo affermano Sebastiano Cappuccio e
Paolo Montera della Cisl e della Cisl Fp Sicilia. "A noi
interessa il pieno e completo rilancio delle province e per questo
vogliamo sapere come il governo regionale intenda proseguire da qui
in poi. La strada è ancora lunga. Ottenere il miglior risultato
possibile in una situazione di emergenza è un buon passo avanti, ma
a noi interessa che ci sia una strategia complessiva. A maggior
ragione, visto che la questione del prelievo forzoso sembrerebbe
essere stata rimandata alla prossima legge di bilancio dello Stato.
Se così fosse, per quel giorno - concludono Cappuccio e Montera -
non possiamo farci trovare impreparati, ma dobbiamo mettere in campo
tutti gli strumenti a disposizione per risolvere in maniera
definitiva il problema".
"Il Csa giudica l'annunciato
accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo
rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere
il testo definitivo dell'accordo ed i tempi previsti per la sua
attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi
Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il
risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata
d'ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei
dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell'accordo sia
prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per
investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo
a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati
all'obbligo di approvazione del bilancio triennale). Abbiamo già
chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori
Armao e Grasso per monitorare l'applicazione dell'accordo, con
particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali
la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza
venga garantita anche in assenza di bilanci triennali". Lo dice
Santino Paladino, responsabile ex Province per il Csa.
L'ANNUNCIO
Ex Province, accordo Stato-Regione
"Entro giugno 100 milioni di
euro"
di Salvo Toscano
PALERMO -
La trasfusione che salva il
malato gravissimo chiamato ex Province da un decesso certo è
arrivata. L'accordo tra Stato e Regione dopo una trattativa al
ministero dell'Economia è arrivata a chiusura e porta una immediata
boccata d'ossigeno a Città metropolitane e Liberi consorzi. E seppur
si tratta di una soluzione tampone che provocherà prevedibili
polemiche, il governo regionale per il momento esulta nel presentare
l'intesa.
"Poniamo fine alla lunga agonia
delle Province in Sicilia. Dopo mesi di estenuante confronto con il
governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato
possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane
potranno disporre, entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro,
per spesa corrente, in aggiunta ai 102 milioni già erogati dalla
Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenuto l'inserimento di
deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti.
Dunque, le Province potranno approvare gli strumenti contabili e,
quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre,
secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio
dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento
milioni di euro ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col
ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche".
Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello
Musumeci.
"L'intesa di oggi col governo
nazionale - prosegue il governatore - prevede, ancora, che con le
nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima
Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla
Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il meccanismo
del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e
ottenuto da Roma che i 140 milioni che la Regione anticipa per le
Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno
rifinanziati nell'ambito della futura programmazione 2021-2027. Un
sacrificio che il governo regionale compie con convinzione per ridare
finalmente alle ex Province dignità istituzionale e ruolo nello
sviluppo del territorio".
L'accordo è stato raggiunto dal
ministro dell'Economia e delle finanze, dal ministro per il Sud e
dal presidente della Regione siciliana. I fondi che permetteranno
alle ex Province di scongiurare il default e di approvare i bilanci
attingeranno dunque dal Fondo di sviluppo e coesione, programmazione
2014-2020. Alla Regione è attribuito un importo di 10 milioni di
euro per l'anno 2019 a titolo di riduzione del contributo alla
finanza pubblica. L'accordo regola la questione "nelle more
dell'entrata in vigore, concordata per il settembre 2019, delle
nuove norme di attuazione che sostituiranno quelle del 1965".
L?accordo contempla anche le norme di tipo ordinamentale sollecitate
dall'Anci che agevoleranno l'approvazione dei bilanci: le ex Province
siciliane potranno approvare il rendiconto della gestione degli
esercizi 2018 e precedenti, anche se il relativo bilancio di
previsione non è stato deliberato, e potranno predisporre un
bilancio di previsione solo annuale (e non triennale) per l'esercizio
2019.
GRANDANGOLO
Agrigento, parte al Libero Consorzio
il progetto "Giovani sentinelle della legalità"
Il Libero Consorzio Comunale di
Agrigento è pronto ad ospitare domani 9 maggio, alle 9.30, nell'aula
consiliare "Luigi Giglia", l'iniziativa "Giovani sentinelle
della legalità".
L'ex Provincia Regionale, infatti, ha
aderito al progetto nazionale promosso dalla Fondazione "Antonino
Caponnetto", giunto alla sua decima edizione .
Il progetto ha l'obiettivo di
promuovere il protagonismo giovanile per la diffusione della cultura,
della legalità e della cittadinanza attiva, con l'intento di
costruire un tessuto civile robusto e solido, una coscienza civile
radicata, una tavola di valori condivisa per contrastare
efficacemente la cultura mafiosa e riaffermare, così, la centralità
della Legge quale strumento di garanzia per ciascun cittadino e
condizione per l'esercizio della democrazia e della libertà.
Agli studenti è stato chiesto di
occuparsi di un particolare tema di grande interesse e dopo averlo
studiato ed approfondito di confrontarsi e discuterne con quanti
hanno la responsabilità della "cosa pubblica".
Il progetto si è articolato in tre
incontri: nel primo, la Fondazione ha incontrato gli studenti nelle
rispettive scuole ed ha introdotto il tema delle regole della
cittadinanza, facendo conoscere la vicenda umana e professionale dei
Giudici Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Nel secondo incontro gli studenti sono
stati accolti nelle aule consiliari dei Comuni in cui hanno sede i
rispettivi Istituti scolastici.
Nel terzo incontro programmato, come
dicevamo, per domani, nell'aula "Giglia" dell'Ex Provincia,
un centinaio di studenti, appartenenti agli Istituti scolastici del
territorio si ritroveranno nell'aula Consiliare per confrontarsi
con i responsabili delle Istituzioni locali sul tema della
riqualificazione e sicurezza dei contesti urbani e sul cyberbullismo.
Alla manifestazione hanno aderito le
massime autorità locali del territorio. Sono, inoltre, previsti gli
interventi del comandante della Compagnia Carabinieri di Agrigento,
Cap. Luigi Garrì, del presidente regionale Sicilia del Fondo
Ambiente Italiano (FAI), Avv. Giuseppe Taibi e dello psicologo del
Libero Consorzio, Dott. Nino De Miceli.
LA SICILIA
INTESA STATO-REGIONE
Altri 100 milioni alle ex Province.
PALERMO
. "Poniamo fine alla lunga
agonia delle Province in Sicilia. Dopo mesi di estenuante confronto
con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior
risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province
siciliane potranno disporre;entro giugno, di ulteriori cento milioni
di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai l02 milioni· già
erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenendo
l'inserimento di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei
rendiconti. Dunque, le Province potranno approvare gli strumenti
contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli
investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già
dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno
disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell'accordo
che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati
ad opere pubbliche".
Lo dichiara, in una nota, il presidente
della Regione Siciliana Nello Musumeci. "L'intesa di oggi col
governo nazionale - prosegue il governatore - prevede, ancora, che
con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la
prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà
alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il
meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo
chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni chela Regione anticipa
per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione,
saranno rifinanziati nell'ambito della futura programmazione
2021-2027".
CASE VACANZA
La provincia è tra le più
convenienti
g.s.) Costo delle "case vacanza",
la provincia di Agrigento è tra le più convenienti nell'Isola,
mentre Sciacca è la .destinazione più economica in Italia.
A certificarlo è uno studio della
società "Holidu", proprietaria di un motore di ricerca che
confronta milioni di alloggi per vacanze provenienti da oltre
centinaia di siti per case vacanze. Holidu in particolare si serve
della tecnologia di riconoscimento delle immagini per identificare il
prezzo minore per ogni proprietà. Secondo lo studio, condotto su
base nazionale, la Sicilia si colloca come la 12esima regione ( a
metà classifica circa) nella scala di valore dei costi degli affitti
stagionali, per una spesa media di 131 euro al giorno per l'alta
stagione contro i 98 euro per quella bassa.
E la provincia di Agrigento? Va detto
che questa non è economica di per sé, ma è certamente in media una
delle meno care in Sicilia: si piazza infatti al sesto posto con un
prezzo che va dai 105 euro in alta stagione e gli 84 euro di bassa
stagione, con una differenza quindi del 20%. Non un dato esagerato,
perché basta guardare cosa si fa a Trapani, prima provinciale per
costo in alta stagione: ben 138 euro. Costo che poi scende a 98 euro
in bassa stagione, con un differenziale del 28,99%.
Se questo il dato per tutto il
territorio, guardando alle sole destinazioni balneari si può dire
che Agrigento si confermi complessivamente un luogo per persone dal
portafoglio non particolare pieno. Anzi. Ultimo tra i centri presi in
considerazione da Holidu è, ad esempio, Sciacca, con soli 83 euro in
media in alta stagione e ben 77 euro in bassa stagione. Si tratta, in
questo caso, del prezzo più basso registrato nello studio su base
nazionale: dietro troviamo infatti altri comuni di mare poco più
costosi, come Gioiosa Marea con 91 euro in alta stagione. San Leone,
area rivierasca del capoluogo, si attesta invece nella seconda metà
della classifica con prezzi che vanno dalle 119 euro alle 105 euro. A
metà strada si trova Porto Empedocle, con un dato di 110 euro per un
alloggio durante l'alta stagione.
"Economiche", almeno più che
altri posti sono nella categoria "isole" Lampedusa e
Linosa. La più piccola delle Pelagie infatti fa registrare un costo
di 169 euro per l'alta stagione e 121 euro per la bassa stagione,
mentre Lampedusa addirittura 146 euro in alta stagione e 116 euro in
bassa stagione. Se vi sembra molto basti dire che a Panarea si va dai
450 ai 510 euro ( con la bassa stagione che costa stranamente più
dell'alta stagione).
ISTRUZIONE. Partite le diffide nei
confronti di Enti e Ordini professionale
CONSORZIO UNIVERSITARIO:CREDITI PER
OLTRE 1 MILIONE E 800MILA EURO.
Oltre un milione e ottocentomila euro
di crediti da riscuotere e poche centinaia di migliaia di euro in
casa per poter proseguire l'attività giornaliera e sostenere le
spese di funzionamento del Consorzio universitario. Per questo il
consiglio di amministrazione del Cua, riunitosi nelle scorse
settimane, ha deciso di passare alle "vie di fatto"
inviando delle diffide a tutti coloro che risultano oggi non aver
ancora versato vecchie - a volte vecchissime - quote societarie pur
non essendo magari più soci ormai da anni.
L'elenco dei morosi è lungo e parte
dai tre "fondatori", le cui posizioni sono però in parte
diverse da tutte le altre. Partiamo dall'ex provincia regionale di
Agrigento, che oggi risulta, secondo il Cua, un debito di oltre
774.600 euro. Si tratta, come evidente, della quota societaria di un
singolo anno e, verosimilmente, quello della fuoriuscita dell'ex
Provincia dalla compagine societaria. Una "cacciata" più
che altro, se si ricordano i duri scontri in primis tra il sindaco
Lillo Firetto e l'allora commissario Barberi, che secondo l'ente di
area vasta aveva chiuso i conti, in tutti i sensi. Di parere diverso
il Cua, che ha già presentato decreto ingiuntivo per le somme in
questione. La causa sarà nelle prossime settimane.
In ordine di credito troviamo poi il
Comune di Agrigento (524.301 euro) e la Camera di Commercio (206.584
euro) ma si tratta degli unici due morosi che hanno già firmato un
piano di rientro, con il Municipio che potrà in parte ridurre
l'importo dovuto grazie alla compensazione ad esempio delle tasse
dovute dal Consorzio (Tari ecc).
L'elenco è ancora lungo: Comune di
Bivona (46.649 euro); Comune di Santo Stefano di Quisquina (15.495
euro); Comune di Licata (5.165 euro); Comune di Raffadali (20.660
euro); Comune di Sciacca (30mila euro);Comune di Ribera(10.330euro);
Comune di Favara (61.980 euro); Comune di Naro (5.165 euro); Comune
di Porto Empedocle (25.575 euro); Comune di Racalmuto (61.980 euro);
Comune di Aragona e Comune di Casteltermini (15.495 euro ciascuno),
Ordine· degli Ingegneri (5.165 euro); Ordine degli Architetti
(25.825 euro); Ordine degli Avvocati (5.165 euro); Iacp (15.495
euro).
Tutti riceveranno adesso una lettera
del legale del Consorzio che gli intimerà di provvedere al pagamento
del dovuto entro un termine prestabilito, preannunciando in caso
contrario un decreto ingiuntivo.
Una scelta dovuta per il Cua, che è
ancora in una fase di transizione. Diversamente ad quanto
incautamente affermato da alcuni, infatti, il nuovo Cda non è
affatto insediato.
SCIACCA
Ok dell'Asp vicina la riapertura
della discarica.
SCIACCA. Mentre la città continua ad
essere avvolta dai rifiuti e situazioni di disagio si stanno vivendo
in gran parte dei Comuni dell'area ex Ato Ag1, ieri un primo segnale
positivo in prospettiva della riapertura della discarica Saraceno
Salinella, chiusa ormai da un mese. E' arrivato il parere positivo
dell'Asp e si attende nella giornata dell'Arpa per l'emissione
dell'ordinanza sindacale che permetterà di riattivare la discarica
di contrada Saraceno-Salinella la cui chiusura, per il raggiungimento
dei limiti di capacità di conferimento di umido e di plastica, ha
determinato la chiusura dell'impianto di compostaggio di Santa Maria.
Oggi a Palermo è in programma un tavolo tecnico alla Regione
Siciliana, nella sede del Dipartimento dei Rifiuti. Si discuterà
delle modifiche, non sostanziali, proposte dalla Sogeir per
l'ampliamento della discarica di contrada Saraceno-Salinella. "Si
sta lavorando - commentano il sindaco Francesca Valenti e l'assessore
all'ambiente Carelo Brunetto - per sbloccare la grave situazione che
si è determinata con il blocco della discarica e riprendere 'tutta'
la raccolta dei rifiuti". Intanto, per affrontare il problema
rifiuti i rappresentanti del comitati di quartiere della città si
sono incontrati ed hanno richiesto al presidente del consiglio
comunale, ma anche al sindaco e alle forze politiche cittadine, di
convocare una seduta consiliare, in presenza del Prefetto, per
discutere sull'emergenza in corso già da tempo, per una soluzione
concreta e duratura del problema e per conoscere la programmazione
futura in merito alla gestione dei rifiuti. I comitati sono
preoccupati che anche in estate possano esserci difficoltà.
COMUNE. A distanza di quasi
trent'anni si chiude un capitolo che ha riguardato 131 dipendenti
dell'Ente
PRECARI, FINALMENTE LA
STABILIZZAZIONE
Il sindaco ha voluto salutare questo
momento storico con un intervento prima delle firme
Sottoscritti i contratti di
stabilizzazione del personale precario in forza al Comune. A distanza
di quasi trent'anni si chiude quindi un capitolo che ha riguardato
131 dipendenti dell'Ente per i quali i contratti sono stati
trasformati in "a tempo indeterminato". Un evento che è
stato vissuto alla presenza del Sindaco Giuseppe Galanti, degli
assessori Antonio Pira e Laura Termini, del Segretario generale
Pietro Amorosia e di alcuni esponenti delle organizzazioni sindacali.
Il primo cittadino ha voluto salutare questo momento storico con un
intervento prima delle firme sui contratti.
"Abbiamo scritto la parola fine al
precariato di ben 131 persone. Dipendenti comunali che per 29 anni
hanno atteso, con pazienza e senza mai scoraggiarsi, questo giorno.
La stabilizzazione non è più un sogno: è realtà - evidenzia
Galanti - nel corso del mio intervento, che ha preceduto la firma del
contratto, ho evidenziato la ben nota, difficilissima, situazione
finanziaria del Comune che amministro. Non mi ha mai sfiorato l'idea
però di dichiarare il dissesto finanziario, ed anzi approfittando
dell'opportunità che ci mette a disposizione la legge, non abbiamo
perso un attimo per far uscire, finalmente, dal precariato un numero
così elevato di lavoratori. Ora sono dipendenti di ruolo a tutti gli
effetti - afferma ancora il sindaco - e li invito a collaborare con
l'amministrazione comunale affinchè il funzionamento di uffici e
servizi possa migliorare".
Da Palazzo di Città è stato poi messo
in evidenza come "è intenzione dell'amministrazione comunale
organizzare dei corsi di formazione per accrescere ulteriormente le
competenze già acquisite dal personale".
Stabilizzazione sottolineata anche dal
presidente del Consiglio, Giuseppe Russotto: "Con la
stabilizzazione dei precari "storici" del Comune, dopo
trent'anni, si chiude un capitolo che ha tenuto sulle spine molte
famiglie per troppo tempo. Non posso non esprimere viva soddisfazione
per la meritata stabilità di questi cittadini e rinnovo il mio
messaggio di apertura e disponibilità all'ascolto di tutte quelle
categorie che in città necessitano di supporto istituzionale per
raggiungere i propri obiettivi".
Durante la cerimonia sono stati
ritardati anche i quattro precari deceduti nel corso di questi
trent'anni. La Cisl Funzione Pubblica, tramite il proprio delegato
territoriale Totò Cassaro, ha però fatto rilevare che "la
stesura scritta del contratto individuale di lavoro, presentava
qualche imperfezione ed era carente di specificata professionalità
di inquadramento nella tipologia del rapporto di lavoro".
Modifiche e correzioni in questo senso
sono stati assicurati sia dall'assessore al Personale Pira che dal
Segretario Generale Amorosia.
Giornale di Sicilia
Province, arrivano i soldi
Trovato l'accordo per evitare il default: 100 milioni li mette lo Stato, 140 la Regione. Musumeci: ora possibile investire
Giacinto Pipitone
PALERMO
Cento milioni li ha messi sul tavolo lo Stato. Altri 140 la Regione. E così le ex Province siciliane dovrebbero poter evitare il default riuscendo a coprire le spese fino alla fine dell'anno. La stretta di mano fra il governo Conte e quello Musumeci è arrivata ieri. «È il migliore accordo possibile» ha detto il presidente della Regione ricordando che è stata «una trattativa estenuante». L'emergenza finanziaria di Città metropolitane e Liberi Concorsi nasce dall'obbligo di versare allo Stato circa 270 milioni all'anno a titolo di contributo al risanamento della finanza pubblica: si chiama prelievo forzoso e ha assorbito quasi per intero le risorse di questi enti. Che hanno iniziato a non pagare gli stipendi e che - come nel caso di Catania - non sono neanche riusciti ad approvare i bilanci dal 2017. Ora l'intesa dovrebbe mettere una pezza all'emergenza. Lo Stato verserà 100 milioni che daranno la liquidità cessaria alle ex Province per pagare gli stipendi. In più la Regione anticiperà 140 milioni per versare il contributo allo Stato (in questo modo le ex Province dovranno farsi carico solo di 130 milioni quest'anno). Le somme da anticipare verranno prelevate dal Fsc - Fondo di sviluppo e coesione - e lo Stato le restituirà allaRegione nella programmazione 2021-2027. Ma questo punto del patto ha fatto infuriare Forza Italia. Per l'ex ministro Stefania Prestigiacomo «è un accordo semplicemente scandaloso. Si attingono risorse dal Fondo sviluppo e coesione,ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia, per finanziare invece la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi». E il parlamentare Nino Germanà anticipa l'intenzione di provare a ostacolare la realizzazione dell'accordo: «Sto meditando il ritiro della mia proposta di legge, già in discussione alla Camera. Mesi e mesi di lavoro calpestati dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde». Musumeci ha ricordato che nelle scorse settimane alle ex Province la Regione aveva anticipato altri 102 milioni. E che l'accordo appena siglato conlo Stato prevede deroghe per l'approvazione dei bilanci: «Ciò permetterà di approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri 500 milioni ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche». Le somme in questione verranno anticipate in un'unica rata a Città metropolitane e Liberi Consorzi con il sistema dell'attualizzazione di finanziamenti pluriennali. Musumeci ha aggiunto che a partire dall'anno prossimo, nell'ambito di nuovi accordi finanziari che la Regione sta discutendo, verrà rideterminato al ribasso il contributo che le ex Province versano allo Stato. Dovrebbe essere equiparato a quello che pagano gli stessi enti in altre regioni. L'assessore agli Enti Locali, Bernadette Grasso, ha escluso qualsiasi ipotesi di rinvio delle elezioni, cirolate all'Ars nei giorni scorsi. La Uil, con Claudio Barone ed Enzo Tango, vede il bicchiere mezzo pieno: « Finalmente sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto ». E per Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl «è il miglior risultato possibile oggi, ma la strada è ancora lunga». La gestione della crisi delle ex Province ha diviso i sindacati e ha aperto crepe all'interno dell'Anci. Ieri il sindaco di Messina, Cateno De Luca, haaccusato i vertici dell'associazione dei sindaci, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, di «insopportabile equilibrismo e assenza di posizione politica. In altre occasioni hanno saputo cavalcare proteste ma questa non era a favore di telecamere...». Ma Orlando ha ribattuto che «l'accordo è un primo passo concreto possibile proprio grazie al decisivo impegno dell'Anci». E l'Asael, guidata da Matteo Cocchiara, invoca un rilancio legislativo delle Province: «Dal 2015 si assiste a un continuo avvicendamento di gestioni commissariali che ha portato a una riduzione al lumicino delle funzioni originarie».
Occupazione ed enti pubblici
Ex Provincia, per i 133 precari il futuro resta incerto
Si riaccendono i riflettori sul futuro dei 133 precari storici all'ex Provincia di Agrigento che non sono stati ancora stabilizzati. Mentre la gran parte degli enti locali sta cercando di assumere con contratti a tempo indeterminato i precari, al Libero consorzio comunale è tutto fermo. I lavoratori senza contratto permanente sono in stato di agitazione perché l'ente non ha avviato le procedure per la fuoriuscita dal bacino del precariato La Cgil Funzione pubblica ed il coordinatore provinciale Enti locali, Piero Aquilino, hanno scritto una lettera al Prefetto Dario Caputo per ricordare la situazione in cui versano i 133 precari. Ed una lettera è stata inviata anche al commissario dell'ente, Girolamo Alberto Di Pisa, con la quale il sindacato lamenta la scarsa attenzione da parte dei vertici della burocrazia alla problematica che interessa i dipendenti con contratto a tempo determinato attualmente in servizio. Il coordinatore provinciale Enti Locali, Pietro Aquilino, con la nota inviata a Di Pisa, lamenta che nonostante la norma regionale e nazionale, attualmente vigente, agevoli il percorso della trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato del personale precario attualmente in servizio presso gli enti locali. Attualmente il personale ha ottenuto solo una proroga dei contratti per un anno. Il commissario Di Pisa ha firmato un atto di indirizzo con il quale, nel prorogare tutti i contratti a tempo determinato fino al dicembre 2019, ribadisce la volontà di «procedere alla stabilizzazione di tutto il personale precario», cioè 133 unità, subordinando le stesse «alla soluzione delle problematiche conseguenti agli inadempimenti dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 15», ovvero quella che avrebbe dovuto riformare le Province, sottraendo loro competenze, ma, anche, consentendo la mobilità tra diversi enti del personale in servizio. «L'osservatorio però non sia mai entrato in funzione e le linee guida non sono mai state sottoscritte e quindi - sottolinea Di Pisa - sono impossibili in questa fase le assunzioni, perché tali sono le stabilizzazioni». I sindacati però non ci stanno e la vertenza per la stabilizzazione dei lavoratori precari approda sul tavolo della Regione e precisamente all'Assessorato Regionale. Da tempo la Funzione pubblica Cgil di Agrigento chiede un tavolo di concertazione ufficiale per fare il punto della situazione rispetto al percorso amministrativo che possa consentire la stabilizzazione definitiva dei lavoratori con contratto a tempo determinato. I dirigenti dell'ex Provincia hanno comunicato che, l'Ente ha già provveduto alla proroga del personale precario. Hanno inoltre precisato che il Libero consorzio ha approvato il Bilancio e intende stabilizzare i lavoratori precari, pertanto, ha chiesto chiarimenti in ordine al contenuto di alcune norme.(* PAPI*)
Libero Consorzio
«Sentinelle della legalità»
Ecco il progonismo civico
Maggio è il mese della legalità: il Libero Consorzio Comunale di Agrigento è pronto ad ospitare stamattina, dalle 9.30, nell'aula consiliare «Luigi Giglia», l'iniziativa «Giovani sentinelle della legalità ». L'ex Provincia, infatti, ha aderito al progetto nazionale promosso dalla Fondazione «Antonino Caponnetto», giunto alla sua decima edizione. Il progetto ha l'obiettivo di promuovere il protagonismo giovanile per la diffusione della cultura, della legalità e della cittadinanza attiva per contrastare efficacemente la cultura mafiosa. Il progetto si è articolato in tre incontri: nel primo, la Fondazione ha incontrato gli studenti nelle rispettive scuole facendo conoscere la vicenda umana e professionale dei Giudici Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel secondo incontro gli studenti sono stati accolti nelle aule consiliari dei propri Comuni. Oggi, infine per il terzo appuntamento, un centinaio di studenti si ritroveranno alla Provincia per confrontarsi con i responsabili delle Istituzioni locali sul tema della riqualificazione e sicurezza dei contesti urbani e sul cyberbullismo. (*PAPI*)
BlogSicilia
Arrivano 202 milioni per il salvataggio delle ex Province, raggiunto l'accordo Stato-Regione | BlogSicilia - Quotidiano di cronaca, politica e costume
di Manlio Viola
Raggiunto l'accordo Stato-Regione siciliana per il salvataggio delle ex province. Arrivano 202 milioni di euro in totale a fronte dei 300 che erano stati richiesti come 'minima esigenza'.
Proprio oggi gli amministratori locali avevano chiesto di rinviare le elezioni di secondo livello previste a fine giugno mentre il 15 maggio è in programma una marcia di protesta a Palermo
"Poniamo fine alla lunga agonia delle Province in Sicilia - dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci -. Dopo mesi di estenuante confronto con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane potranno disporre, entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai 102 milioni già erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenuto l'inserimento di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti".
Non è il massimo ma di più non si riusciva ad ottenere da Roma. "Le Province - continua Musumeci - potranno approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche".
"L'intesa di oggi col governo nazionale - aggiunge il governatore - prevede, ancora, che con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni che la Regione anticipa per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno rifinanziati nell'ambito della futura programmazione 2021-2027. Un sacrificio che il governo regionale compie con convinzione per ridare finalmente alle ex Province dignità istituzionale e ruolo nello sviluppo del territorio".
"L'accordo raggiunto tra lo Stato e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province siciliane" commenta Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia.
"Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati ai liberi consorzi e alle città metropolitane unita-mente all'approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di riprendere la gestione ordi-naria e liberare gli investimenti sono certamente una risposta concreta".
"Si tratta di un risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno che l'AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere nazionale e regionale. Restano però ancora da de-finire sia sul piano finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano struttural-mente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i servizi".
"Per tali ragioni- conclude il presidente dell'Associazione dei comuni siciliani - continueremo, come fatto fino ad ora, ad incalzare il Governo nazionale e il Governo regionale".
"Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all'accordo raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane. Finalmente - dicono Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia - sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase".
"Il Csa giudica l'annunciato accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere il testo definitivo dell'accordo ed i tempi previsti per la sua attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata d'ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell'accordo sia prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati all'obbligo di approvazione del bilancio triennale)".
Lo dice Giuseppe Badagliacca segretario regionale del Csa. "Giudichiamo l'accordo frutto anche della manifestazione dei dipendenti del 18 febbraio dal CSA fortemente voluta e sostenuta - aggiunge Badagliacca - Abbiamo già chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori Armao e Grasso per monitorare l'applicazione dell'accordo, con particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza venga garantita anche in assenza di bilanci triennali".
Ma c'è anche chi parla di accordo scandaloso come la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo "Si attingono risorse dal fondo sviluppo e coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una gran bella soluzione!"
"La Sicilia meritava e doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto alla restituzione dei fondi perduti con risorse di parte corrente. Il Governo Regionale accettando questa proposta scandalosa ha svenduto i diritti dei siciliani, dimostrandosi penoso vassallo del Governo nazionale. I fondi delle ex province, oltre 243 milioni, che nel resto di Italia sono stati restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti 'confiscati' da Roma. Viene quasi da rimpiangere Crocetta. Complimenti!".
"Mesi e mesi di lavoro calpestati dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli per la spesa corrente - dice, invece, il deputato di Forza Italia Nino Germanà -. Tutto ciò in controtendenza alle dichiarazioni di Salvini, secondo cui 'le province dovrebbero sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare'. Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere cittadini di serie B".