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rassegna stampa del 9 maggio 2019

Gds.it

Città metropolitane e Liberi consorzi, l'appello dell'Asael: "si rinviino le elezioni"

"Riguardo al futuro delle ex Province la politica decida urgentemente cosa fare e, in attesa dei risultati del tavolo tecnico con il governo nazionale e dell'individuazione di un sistema stabile di finanza locale che perimetri con esattezza ruoli e funzioni, si rinviino strategicamente le elezioni di secondo grado delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi".
L'appello arriva dall'Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, che attraverso il suo presidente, Matteo Cocchiara, sottolinea: "Mentre da una parte politica si invoca la cancellazione integrale delle Province per eliminare poltrone e tagliare la spesa pubblica, nel contempo da un'altra se ne proclama la restaurazione, proponendo di ridare a questi enti addirittura le funzioni originarie e di ripristinare anche il sistema dell'elezione diretta che l'Asael ha sostenuto".
Secondo Cocchiara, però, la cosiddetta riforma delle Province "langue in una sorta di oblio da cui Stato e Regione Siciliana non riescono più a uscire, con enormi danni derivanti dalla mancata attuazione delle norme e ripercussioni sui cittadini che da tempo non vedono più governate questioni che investono la loro quotidianità".
In Sicilia, inoltre, "dal 2015 si assiste a un continuo avvicendamento di gestioni commissariali - ricorda ancora Cocchiara - che ha portato a una riduzione al lumicino delle funzioni originarie delle ormai ex Province, vessate anche dal prelievo forzoso imposto dallo Stato". Quest'ultimo "ha portato quasi al dissesto questi enti - prosegue il presidente dell'Asael - con le inevitabili conseguenze del blocco delle funzioni. Tutto questo mentre sullo sfondo si avvicinano le elezioni di secondo grado dei nuovi enti, le Città metropolitane e i Liberi consorzi, che stanno passando in secondo piano".

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca IL CUA HA OLTRE UN MILIONE E OTTOCENTOMILA EURO DI CREDITI: ECCO TUTTI I DEBITORI

Il cda ha disposto il ricorso anche alla formula del decreto ingiuntivo in caso di mancato versamento delle somme Redazione Il Consorzio universitario ha oltre un milione e ottocentomila euro di crediti e ha deciso di ricorrere alle "maniere forti" per andarli a recuperare. Il cda del Cua nelle scorse settimane ha infatti stilato una lista di coloro che tra enti e ordini professionali che magari non sono più soci ma hanno lasciato alle loro spalle somme rilevanti. Prima, ma già oggetto di apposito decreto ingiuntivo, è la ex Provincia regionale con 774.600 euro. Seguono poi il Comune di Agrigento (524.301 euro) e la Camera di Commercio (206.584 euro) ma entrambi hanno già firmato un piano di rientro, con il Municipio che potrà in parte ridurre l'importo dovuto grazie alla compensazione ad esempio delle tasse dovute dal Consorzio (Tari ecc). Una strada già imboccata a suo tempo dall'Ordine degli Architetti, anche lui impegnato a ripianare il debito con un piano di rientro concordato con il Cua e che risulta dovere 25.825 euro, anche se la somma reale sarebbe quasi la metà, dato appunto i pagamenti delle precedenti "rate". Tra i morosi risultano poi: Comune di Bivona (46.649 euro); Comune di Santo Stefano di Quisquina (15.495 euro); Comune di Licata (5.165 euro); Comune di Raffadali (20.660 euro); Comune di Sciacca (30mila euro); Comune di Ribera (10.330 euro); Comune di Favara (61.980 euro); Comune di Naro (5.165 euro); Comune di Porto Empedocle (25.575 euro); Comune di Racalmuto (61.980 euro); Comune di Aragona e Comune di Casteltermini (15.495 euro ciascuno), Ordine degli Ingegneri (5.165 euro); Ordine degli Avvocati (5.165 euro); Iacp (15.495 euro).

LIVESICILIA
LE REAZIONI Accordo per le ex province Prestigiacomo: "Uno scandalo"

"L'accordo raggiunto tra il governo nazionale e la regione siciliana per ristorare parzialmente le ex Province siciliane, soggette al prelievo forzoso, è semplicemente scandaloso. Si attingono risorse dal fondo sviluppo e coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una gran bella soluzione!". Lo dice in una nota la parlamentare di FI Stefania Prestigiacomo. "La Sicilia - aggiunge - meritava e doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre Province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto al ristoro dei fondi perduti. Il governo regionale, accettando questa proposta scandalosa, ha svenduto i diritti dei siciliani, dimostrandosi penoso vassallo del governo nazionale. I fondi delle ex Province, oltre 243 milioni, che nel resto d'Italia sono stati restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti 'confiscati' da Roma. Viene quasi da rimpiangere Crocetta". "L'accordo raggiunto tra il governo nazionale e quello regionale mortifica la Sicilia. Per questo motivo sto meditando il ritiro della mia proposta di legge, già in discussione alla Camera. Mesi e mesi di lavoro calpestati dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli per la spesa corrente. Tutto ciò in controtendenza alle dichiarazioni di Salvini, secondo cui 'le province dovrebbero sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare'. Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere cittadini di serie B". Così, in una nota, il deputato di Forza Italia Nino Germanà. "L'accordo raggiunto tra lo Stato e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province siciliane". Lo afferma Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia. "Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati ai Liberi consorzi e alle Città metropolitane, unitamente all'approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di riprendere la gestione ordinaria e liberare gli investimenti, sono certamente una risposta concreta. Si tratta - aggiunge - di un risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno che l'AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere nazionale e regionale. Restano però ancora da definire sia sul piano finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano strutturalmente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i servizi". "Per tali ragioni - conclude - continueremo, come fatto fino ad ora, a incalzare i governi nazionale e regionale". "Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all'accordo raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane. Finalmente sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase". Lo affermano Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia. "Bene l'arrivo di risorse finanziarie extra per le ex Province siciliane e la possibilità di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti, ma attendiamo di conoscere dall'assessore Armao quali saranno effettivamente le ricadute immediate di questo accordo Stato-Regione per gli enti intermedi". Lo affermano Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl e della Cisl Fp Sicilia. "A noi interessa il pieno e completo rilancio delle province e per questo vogliamo sapere come il governo regionale intenda proseguire da qui in poi. La strada è ancora lunga. Ottenere il miglior risultato possibile in una situazione di emergenza è un buon passo avanti, ma a noi interessa che ci sia una strategia complessiva. A maggior ragione, visto che la questione del prelievo forzoso sembrerebbe essere stata rimandata alla prossima legge di bilancio dello Stato. Se così fosse, per quel giorno - concludono Cappuccio e Montera - non possiamo farci trovare impreparati, ma dobbiamo mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per risolvere in maniera definitiva il problema". "Il Csa giudica l'annunciato accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere il testo definitivo dell'accordo ed i tempi previsti per la sua attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata d'ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell'accordo sia prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati all'obbligo di approvazione del bilancio triennale). Abbiamo già chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori Armao e Grasso per monitorare l'applicazione dell'accordo, con particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza venga garantita anche in assenza di bilanci triennali". Lo dice Santino Paladino, responsabile ex Province per il Csa.

L'ANNUNCIO Ex Province, accordo Stato-Regione "Entro giugno 100 milioni di euro" di Salvo Toscano PALERMO -

 La trasfusione che salva il malato gravissimo chiamato ex Province da un decesso certo è arrivata. L'accordo tra Stato e Regione dopo una trattativa al ministero dell'Economia è arrivata a chiusura e porta una immediata boccata d'ossigeno a Città metropolitane e Liberi consorzi. E seppur si tratta di una soluzione tampone che provocherà prevedibili polemiche, il governo regionale per il momento esulta nel presentare l'intesa. "Poniamo fine alla lunga agonia delle Province in Sicilia. Dopo mesi di estenuante confronto con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane potranno disporre, entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai 102 milioni già erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenuto l'inserimento di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti. Dunque, le Province potranno approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche". Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. "L'intesa di oggi col governo nazionale - prosegue il governatore - prevede, ancora, che con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni che la Regione anticipa per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno rifinanziati nell'ambito della futura programmazione 2021-2027. Un sacrificio che il governo regionale compie con convinzione per ridare finalmente alle ex Province dignità istituzionale e ruolo nello sviluppo del territorio". L'accordo è stato raggiunto dal ministro dell'Economia e delle finanze, dal ministro per il Sud e dal presidente della Regione siciliana. I fondi che permetteranno alle ex Province di scongiurare il default e di approvare i bilanci attingeranno dunque dal Fondo di sviluppo e coesione, programmazione 2014-2020. Alla Regione è attribuito un importo di 10 milioni di euro per l'anno 2019 a titolo di riduzione del contributo alla finanza pubblica. L'accordo regola la questione "nelle more dell'entrata in vigore, concordata per il settembre 2019, delle nuove norme di attuazione che sostituiranno quelle del 1965". L?accordo contempla anche le norme di tipo ordinamentale sollecitate dall'Anci che agevoleranno l'approvazione dei bilanci: le ex Province siciliane potranno approvare il rendiconto della gestione degli esercizi 2018 e precedenti, anche se il relativo bilancio di previsione non è stato deliberato, e potranno predisporre un bilancio di previsione solo annuale (e non triennale) per l'esercizio 2019.


GRANDANGOLO
Agrigento, parte al Libero Consorzio il progetto "Giovani sentinelle della legalità"

Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento è pronto ad ospitare domani 9 maggio, alle 9.30, nell'aula consiliare "Luigi Giglia", l'iniziativa "Giovani sentinelle della legalità". L'ex Provincia Regionale, infatti, ha aderito al progetto nazionale promosso dalla Fondazione "Antonino Caponnetto", giunto alla sua decima edizione . Il progetto ha l'obiettivo di promuovere il protagonismo giovanile per la diffusione della cultura, della legalità e della cittadinanza attiva, con l'intento di costruire un tessuto civile robusto e solido, una coscienza civile radicata, una tavola di valori condivisa per contrastare efficacemente la cultura mafiosa e riaffermare, così, la centralità della Legge quale strumento di garanzia per ciascun cittadino e condizione per l'esercizio della democrazia e della libertà. Agli studenti è stato chiesto di occuparsi di un particolare tema di grande interesse e dopo averlo studiato ed approfondito di confrontarsi e discuterne con quanti hanno la responsabilità della "cosa pubblica". Il progetto si è articolato in tre incontri: nel primo, la Fondazione ha incontrato gli studenti nelle rispettive scuole ed ha introdotto il tema delle regole della cittadinanza, facendo conoscere la vicenda umana e professionale dei Giudici Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel secondo incontro gli studenti sono stati accolti nelle aule consiliari dei Comuni in cui hanno sede i rispettivi Istituti scolastici. Nel terzo incontro programmato, come dicevamo, per domani, nell'aula "Giglia" dell'Ex Provincia, un centinaio di studenti, appartenenti agli Istituti scolastici del territorio si ritroveranno nell'aula Consiliare per confrontarsi con i responsabili delle Istituzioni locali sul tema della riqualificazione e sicurezza dei contesti urbani e sul cyberbullismo. Alla manifestazione hanno aderito le massime autorità locali del territorio. Sono, inoltre, previsti gli interventi del comandante della Compagnia Carabinieri di Agrigento, Cap. Luigi Garrì, del presidente regionale Sicilia del Fondo Ambiente Italiano (FAI), Avv. Giuseppe Taibi e dello psicologo del Libero Consorzio, Dott. Nino De Miceli.


LA SICILIA
INTESA STATO-REGIONE Altri 100 milioni alle ex Province. PALERMO

. "Poniamo fine alla lunga agonia delle Province in Sicilia. Dopo mesi di estenuante confronto con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane potranno disporre;entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai l02 milioni· già erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenendo l'inserimento di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti. Dunque, le Province potranno approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche". Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. "L'intesa di oggi col governo nazionale - prosegue il governatore - prevede, ancora, che con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni chela Regione anticipa per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno rifinanziati nell'ambito della futura programmazione 2021-2027".

CASE VACANZA La provincia è tra le più convenienti g.s.) Costo delle "case vacanza", la provincia di Agrigento è tra le più convenienti nell'Isola, mentre Sciacca è la .destinazione più economica in Italia. A certificarlo è uno studio della società "Holidu", proprietaria di un motore di ricerca che confronta milioni di alloggi per vacanze provenienti da oltre centinaia di siti per case vacanze. Holidu in particolare si serve della tecnologia di riconoscimento delle immagini per identificare il prezzo minore per ogni proprietà. Secondo lo studio, condotto su base nazionale, la Sicilia si colloca come la 12esima regione ( a metà classifica circa) nella scala di valore dei costi degli affitti stagionali, per una spesa media di 131 euro al giorno per l'alta stagione contro i 98 euro per quella bassa. E la provincia di Agrigento? Va detto che questa non è economica di per sé, ma è certamente in media una delle meno care in Sicilia: si piazza infatti al sesto posto con un prezzo che va dai 105 euro in alta stagione e gli 84 euro di bassa stagione, con una differenza quindi del 20%. Non un dato esagerato, perché basta guardare cosa si fa a Trapani, prima provinciale per costo in alta stagione: ben 138 euro. Costo che poi scende a 98 euro in bassa stagione, con un differenziale del 28,99%. Se questo il dato per tutto il territorio, guardando alle sole destinazioni balneari si può dire che Agrigento si confermi complessivamente un luogo per persone dal portafoglio non particolare pieno. Anzi. Ultimo tra i centri presi in considerazione da Holidu è, ad esempio, Sciacca, con soli 83 euro in media in alta stagione e ben 77 euro in bassa stagione. Si tratta, in questo caso, del prezzo più basso registrato nello studio su base nazionale: dietro troviamo infatti altri comuni di mare poco più costosi, come Gioiosa Marea con 91 euro in alta stagione. San Leone, area rivierasca del capoluogo, si attesta invece nella seconda metà della classifica con prezzi che vanno dalle 119 euro alle 105 euro. A metà strada si trova Porto Empedocle, con un dato di 110 euro per un alloggio durante l'alta stagione. "Economiche", almeno più che altri posti sono nella categoria "isole" Lampedusa e Linosa. La più piccola delle Pelagie infatti fa registrare un costo di 169 euro per l'alta stagione e 121 euro per la bassa stagione, mentre Lampedusa addirittura 146 euro in alta stagione e 116 euro in bassa stagione. Se vi sembra molto basti dire che a Panarea si va dai 450 ai 510 euro ( con la bassa stagione che costa stranamente più dell'alta stagione).

ISTRUZIONE. Partite le diffide nei confronti di Enti e Ordini professionale CONSORZIO UNIVERSITARIO:CREDITI PER OLTRE 1 MILIONE E 800MILA EURO.
Oltre un milione e ottocentomila euro di crediti da riscuotere e poche centinaia di migliaia di euro in casa per poter proseguire l'attività giornaliera e sostenere le spese di funzionamento del Consorzio universitario. Per questo il consiglio di amministrazione del Cua, riunitosi nelle scorse settimane, ha deciso di passare alle "vie di fatto" inviando delle diffide a tutti coloro che risultano oggi non aver ancora versato vecchie - a volte vecchissime - quote societarie pur non essendo magari più soci ormai da anni. L'elenco dei morosi è lungo e parte dai tre "fondatori", le cui posizioni sono però in parte diverse da tutte le altre. Partiamo dall'ex provincia regionale di Agrigento, che oggi risulta, secondo il Cua, un debito di oltre 774.600 euro. Si tratta, come evidente, della quota societaria di un singolo anno e, verosimilmente, quello della fuoriuscita dell'ex Provincia dalla compagine societaria. Una "cacciata" più che altro, se si ricordano i duri scontri in primis tra il sindaco Lillo Firetto e l'allora commissario Barberi, che secondo l'ente di area vasta aveva chiuso i conti, in tutti i sensi. Di parere diverso il Cua, che ha già presentato decreto ingiuntivo per le somme in questione. La causa sarà nelle prossime settimane. In ordine di credito troviamo poi il Comune di Agrigento (524.301 euro) e la Camera di Commercio (206.584 euro) ma si tratta degli unici due morosi che hanno già firmato un piano di rientro, con il Municipio che potrà in parte ridurre l'importo dovuto grazie alla compensazione ad esempio delle tasse dovute dal Consorzio (Tari ecc). L'elenco è ancora lungo: Comune di Bivona (46.649 euro); Comune di Santo Stefano di Quisquina (15.495 euro); Comune di Licata (5.165 euro); Comune di Raffadali (20.660 euro); Comune di Sciacca (30mila euro);Comune di Ribera(10.330euro); Comune di Favara (61.980 euro); Comune di Naro (5.165 euro); Comune di Porto Empedocle (25.575 euro); Comune di Racalmuto (61.980 euro); Comune di Aragona e Comune di Casteltermini (15.495 euro ciascuno), Ordine· degli Ingegneri (5.165 euro); Ordine degli Architetti (25.825 euro); Ordine degli Avvocati (5.165 euro); Iacp (15.495 euro). Tutti riceveranno adesso una lettera del legale del Consorzio che gli intimerà di provvedere al pagamento del dovuto entro un termine prestabilito, preannunciando in caso contrario un decreto ingiuntivo. Una scelta dovuta per il Cua, che è ancora in una fase di transizione. Diversamente ad quanto incautamente affermato da alcuni, infatti, il nuovo Cda non è affatto insediato.
SCIACCA Ok dell'Asp vicina la riapertura della discarica. SCIACCA. Mentre la città continua ad essere avvolta dai rifiuti e situazioni di disagio si stanno vivendo in gran parte dei Comuni dell'area ex Ato Ag1, ieri un primo segnale positivo in prospettiva della riapertura della discarica Saraceno Salinella, chiusa ormai da un mese. E' arrivato il parere positivo dell'Asp e si attende nella giornata dell'Arpa per l'emissione dell'ordinanza sindacale che permetterà di riattivare la discarica di contrada Saraceno-Salinella la cui chiusura, per il raggiungimento dei limiti di capacità di conferimento di umido e di plastica, ha determinato la chiusura dell'impianto di compostaggio di Santa Maria. Oggi a Palermo è in programma un tavolo tecnico alla Regione Siciliana, nella sede del Dipartimento dei Rifiuti. Si discuterà delle modifiche, non sostanziali, proposte dalla Sogeir per l'ampliamento della discarica di contrada Saraceno-Salinella. "Si sta lavorando - commentano il sindaco Francesca Valenti e l'assessore all'ambiente Carelo Brunetto - per sbloccare la grave situazione che si è determinata con il blocco della discarica e riprendere 'tutta' la raccolta dei rifiuti". Intanto, per affrontare il problema rifiuti i rappresentanti del comitati di quartiere della città si sono incontrati ed hanno richiesto al presidente del consiglio comunale, ma anche al sindaco e alle forze politiche cittadine, di convocare una seduta consiliare, in presenza del Prefetto, per discutere sull'emergenza in corso già da tempo, per una soluzione concreta e duratura del problema e per conoscere la programmazione futura in merito alla gestione dei rifiuti. I comitati sono preoccupati che anche in estate possano esserci difficoltà.

COMUNE. A distanza di quasi trent'anni si chiude un capitolo che ha riguardato 131 dipendenti dell'Ente PRECARI, FINALMENTE LA STABILIZZAZIONE Il sindaco ha voluto salutare questo momento storico con un intervento prima delle firme
Sottoscritti i contratti di stabilizzazione del personale precario in forza al Comune. A distanza di quasi trent'anni si chiude quindi un capitolo che ha riguardato 131 dipendenti dell'Ente per i quali i contratti sono stati trasformati in "a tempo indeterminato". Un evento che è stato vissuto alla presenza del Sindaco Giuseppe Galanti, degli assessori Antonio Pira e Laura Termini, del Segretario generale Pietro Amorosia e di alcuni esponenti delle organizzazioni sindacali. Il primo cittadino ha voluto salutare questo momento storico con un intervento prima delle firme sui contratti. "Abbiamo scritto la parola fine al precariato di ben 131 persone. Dipendenti comunali che per 29 anni hanno atteso, con pazienza e senza mai scoraggiarsi, questo giorno. La stabilizzazione non è più un sogno: è realtà - evidenzia Galanti - nel corso del mio intervento, che ha preceduto la firma del contratto, ho evidenziato la ben nota, difficilissima, situazione finanziaria del Comune che amministro. Non mi ha mai sfiorato l'idea però di dichiarare il dissesto finanziario, ed anzi approfittando dell'opportunità che ci mette a disposizione la legge, non abbiamo perso un attimo per far uscire, finalmente, dal precariato un numero così elevato di lavoratori. Ora sono dipendenti di ruolo a tutti gli effetti - afferma ancora il sindaco - e li invito a collaborare con l'amministrazione comunale affinchè il funzionamento di uffici e servizi possa migliorare". Da Palazzo di Città è stato poi messo in evidenza come "è intenzione dell'amministrazione comunale organizzare dei corsi di formazione per accrescere ulteriormente le competenze già acquisite dal personale". Stabilizzazione sottolineata anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Russotto: "Con la stabilizzazione dei precari "storici" del Comune, dopo trent'anni, si chiude un capitolo che ha tenuto sulle spine molte famiglie per troppo tempo. Non posso non esprimere viva soddisfazione per la meritata stabilità di questi cittadini e rinnovo il mio messaggio di apertura e disponibilità all'ascolto di tutte quelle categorie che in città necessitano di supporto istituzionale per raggiungere i propri obiettivi". Durante la cerimonia sono stati ritardati anche i quattro precari deceduti nel corso di questi trent'anni. La Cisl Funzione Pubblica, tramite il proprio delegato territoriale Totò Cassaro, ha però fatto rilevare che "la stesura scritta del contratto individuale di lavoro, presentava qualche imperfezione ed era carente di specificata professionalità di inquadramento nella tipologia del rapporto di lavoro". Modifiche e correzioni in questo senso sono stati assicurati sia dall'assessore al Personale Pira che dal Segretario Generale Amorosia.


Giornale di Sicilia

Province, arrivano i soldi

Trovato l'accordo per evitare il default: 100 milioni li mette lo Stato, 140 la Regione. Musumeci: ora possibile investire
Giacinto Pipitone
PALERMO
Cento milioni li ha messi sul tavolo lo Stato. Altri 140 la Regione. E così le ex Province siciliane dovrebbero poter evitare il default riuscendo a coprire le spese fino alla fine dell'anno. La stretta di mano fra il governo Conte e quello Musumeci è arrivata ieri. «È il migliore accordo possibile» ha detto il presidente della Regione ricordando che è stata «una trattativa estenuante». L'emergenza finanziaria di Città metropolitane e Liberi Concorsi nasce dall'obbligo di versare allo Stato circa 270 milioni all'anno a titolo di contributo al risanamento della finanza pubblica: si chiama prelievo forzoso e ha assorbito quasi per intero le risorse di questi enti. Che hanno iniziato a non pagare gli stipendi e che - come nel caso di Catania - non sono neanche riusciti ad approvare i bilanci dal 2017. Ora l'intesa dovrebbe mettere una pezza all'emergenza. Lo Stato verserà 100 milioni che daranno la liquidità cessaria alle ex Province per pagare gli stipendi. In più la Regione anticiperà 140 milioni per versare il contributo allo Stato (in questo modo le ex Province dovranno farsi carico solo di 130 milioni quest'anno). Le somme da anticipare verranno prelevate dal Fsc - Fondo di sviluppo e coesione - e lo Stato le restituirà allaRegione nella programmazione 2021-2027. Ma questo punto del patto ha fatto infuriare Forza Italia. Per l'ex ministro Stefania Prestigiacomo «è un accordo semplicemente scandaloso. Si attingono  risorse dal Fondo sviluppo e coesione,ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia, per finanziare invece la spesa corrente. Non si è conquistato un euro  vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi». E il parlamentare Nino Germanà anticipa l'intenzione di provare a ostacolare la realizzazione dell'accordo: «Sto meditando il ritiro della mia proposta di legge, già in discussione alla Camera. Mesi e mesi di lavoro calpestati dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde». Musumeci ha ricordato che nelle scorse settimane alle ex Province la Regione aveva anticipato altri 102 milioni. E che l'accordo appena siglato conlo Stato prevede deroghe per l'approvazione dei bilanci: «Ciò permetterà di approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri 500 milioni ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche». Le somme in questione verranno anticipate in un'unica rata a Città metropolitane e Liberi Consorzi con il sistema dell'attualizzazione di finanziamenti pluriennali. Musumeci ha aggiunto che a partire dall'anno prossimo, nell'ambito di nuovi accordi finanziari che la Regione sta discutendo, verrà rideterminato al ribasso il contributo che le ex Province versano allo Stato. Dovrebbe essere equiparato a quello che pagano gli stessi enti in altre regioni. L'assessore agli Enti Locali, Bernadette Grasso, ha escluso qualsiasi ipotesi di rinvio delle elezioni, cirolate all'Ars nei giorni scorsi.  La Uil, con Claudio Barone ed Enzo Tango, vede il bicchiere mezzo pieno: « Finalmente sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto ». E per Sebastiano Cappuccio e Paolo Montera della Cisl «è il miglior risultato possibile oggi, ma la strada è ancora lunga». La gestione della crisi delle ex Province ha diviso i sindacati e ha aperto  crepe all'interno dell'Anci. Ieri il sindaco di Messina, Cateno De Luca, haaccusato i vertici dell'associazione dei sindaci, Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, di «insopportabile equilibrismo e assenza di posizione politica. In altre occasioni hanno saputo cavalcare proteste ma questa non era a favore di telecamere...». Ma Orlando ha ribattuto che «l'accordo è un primo passo concreto possibile proprio grazie al decisivo impegno dell'Anci». E l'Asael, guidata da Matteo Cocchiara, invoca un rilancio legislativo delle Province: «Dal 2015 si assiste  a un continuo avvicendamento di gestioni commissariali che ha portato a una riduzione al lumicino delle funzioni originarie».

Occupazione ed enti pubblici
Ex Provincia, per i 133 precari il futuro resta incerto

Si riaccendono i riflettori sul futuro dei 133 precari storici all'ex Provincia di Agrigento che non sono stati ancora stabilizzati. Mentre la gran parte degli enti locali sta cercando di assumere con contratti a tempo indeterminato i precari, al Libero consorzio comunale è tutto fermo. I lavoratori senza contratto permanente sono in stato di agitazione perché l'ente non ha avviato le procedure per la fuoriuscita  dal bacino del precariato La Cgil Funzione pubblica ed il coordinatore provinciale Enti locali, Piero Aquilino, hanno scritto una lettera al Prefetto Dario Caputo per ricordare la situazione in cui versano i 133 precari. Ed una lettera è stata inviata anche al commissario dell'ente, Girolamo Alberto Di Pisa, con la quale il sindacato lamenta la scarsa attenzione da parte dei vertici della burocrazia alla problematica che interessa i dipendenti con contratto a tempo determinato attualmente in servizio. Il coordinatore provinciale Enti Locali, Pietro Aquilino, con la nota inviata a Di Pisa, lamenta che nonostante la norma regionale e nazionale, attualmente vigente, agevoli il percorso della trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato del personale precario attualmente in servizio presso gli enti locali. Attualmente il personale ha ottenuto solo una proroga dei contratti per un anno. Il commissario Di Pisa ha firmato un atto di indirizzo con il quale, nel prorogare tutti i contratti a tempo determinato fino al dicembre 2019, ribadisce la volontà di «procedere alla stabilizzazione  di tutto il personale precario», cioè 133 unità, subordinando le stesse «alla soluzione delle problematiche conseguenti agli inadempimenti dell'osservatorio regionale per l'attuazione della legge 15», ovvero  quella che avrebbe dovuto riformare le Province, sottraendo loro competenze, ma, anche, consentendo la mobilità tra diversi enti del personale in servizio. «L'osservatorio però non sia mai entrato in funzione e le linee guida non sono mai state sottoscritte e quindi - sottolinea Di Pisa - sono impossibili in questa fase le assunzioni, perché tali sono le stabilizzazioni». I sindacati però non ci stanno e la vertenza per la stabilizzazione dei lavoratori precari approda sul tavolo della Regione e precisamente all'Assessorato Regionale. Da tempo la Funzione pubblica Cgil di Agrigento chiede un tavolo di concertazione ufficiale per fare il punto della situazione rispetto al percorso amministrativo che possa consentire la stabilizzazione definitiva dei lavoratori con contratto a tempo determinato. I dirigenti dell'ex Provincia hanno comunicato che, l'Ente ha già provveduto alla proroga del personale precario. Hanno inoltre precisato che il Libero consorzio ha approvato il Bilancio e intende stabilizzare i lavoratori precari, pertanto, ha chiesto chiarimenti in ordine al contenuto di alcune norme.(* PAPI*)

Libero Consorzio
«Sentinelle della legalità»
Ecco il progonismo civico

Maggio è il mese della legalità: il Libero Consorzio Comunale di Agrigento è pronto ad ospitare stamattina, dalle 9.30, nell'aula consiliare «Luigi Giglia», l'iniziativa «Giovani sentinelle della legalità ». L'ex Provincia, infatti, ha aderito al progetto nazionale promosso dalla Fondazione «Antonino Caponnetto», giunto alla sua decima edizione. Il progetto ha l'obiettivo di promuovere il protagonismo giovanile per la diffusione della cultura, della legalità e della cittadinanza attiva per contrastare efficacemente la cultura mafiosa. Il progetto si è articolato in tre incontri: nel primo, la Fondazione ha incontrato gli studenti nelle rispettive scuole facendo conoscere la vicenda umana e professionale dei Giudici Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Nel secondo incontro gli studenti sono stati accolti nelle aule consiliari dei propri Comuni. Oggi, infine per il terzo appuntamento, un centinaio di studenti si ritroveranno alla Provincia per confrontarsi con i responsabili delle Istituzioni locali sul tema della riqualificazione e sicurezza dei contesti urbani e sul cyberbullismo. (*PAPI*)

BlogSicilia

Arrivano 202 milioni per il salvataggio delle ex Province, raggiunto l'accordo Stato-Regione | BlogSicilia - Quotidiano di cronaca, politica e costume
di Manlio Viola

Raggiunto l'accordo Stato-Regione siciliana per il salvataggio delle ex province. Arrivano 202 milioni di euro in totale a fronte dei 300 che erano stati richiesti come 'minima esigenza'.
Proprio oggi gli amministratori locali avevano chiesto di rinviare le elezioni di secondo livello previste a fine giugno mentre il 15 maggio è in programma una marcia di protesta a Palermo
"Poniamo fine alla lunga agonia delle Province in Sicilia - dice il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci -. Dopo mesi di estenuante confronto con il governo nazionale siamo riusciti a ottenere il miglior risultato possibile, in questo contesto di emergenza. Le Province siciliane potranno disporre, entro giugno, di ulteriori cento milioni di euro, per spesa corrente, in aggiunta ai 102 milioni già erogati dalla Regione il mese scorso. Abbiamo anche ottenuto l'inserimento di deroghe normative all'approvazione dei bilanci e dei rendiconti".
Non è il massimo ma di più non si riusciva ad ottenere da Roma. "Le Province  -  continua Musumeci - potranno approvare gli strumenti contabili e, quindi, rimettere in moto la macchina degli investimenti. Inoltre, secondo la nostra proposta, approvata già dalla Commissione Bilancio dell'Ars, gli enti intermedi potranno disporre di altri cinquecento milioni di euro ottenuti nell'accordo che abbiamo firmato col ministro Tria nel dicembre scorso e destinati ad opere pubbliche".
"L'intesa di oggi col governo nazionale - aggiunge il governatore - prevede, ancora, che con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria e con la prossima Legge di bilancio dello Stato, la finanza locale passerà alla Regione e sarà finalmente adeguato al resto d'Italia il meccanismo del prelievo forzoso delle Province. Infine, abbiamo chiesto e ottenuto da Roma che i 140 milioni che la Regione anticipa per le Province, prelevandoli dal Fondo di sviluppo e coesione, saranno rifinanziati nell'ambito della futura programmazione 2021-2027. Un sacrificio che il governo regionale compie con convinzione per ridare finalmente alle ex Province dignità istituzionale e ruolo nello sviluppo del territorio".
"L'accordo raggiunto tra lo Stato e la Regione Siciliana rappresenta finalmente un primo passo verso una soluzione della fin troppo lunga crisi delle ex Province siciliane" commenta Leoluca Orlando, presidente di AnciSicilia.
"Gli ulteriori 100 milioni che verranno destinati ai liberi consorzi e alle città metropolitane unita-mente all'approvazione di un pacchetto di norme che consentiranno di riprendere la gestione ordi-naria e liberare gli investimenti sono certamente una risposta concreta".
"Si tratta di un risultato che si è potuto ottenere anche grazie al decisivo impegno che l'AnciSicilia ha portato avanti in numerosi incontri di carattere nazionale e regionale. Restano però ancora da de-finire sia sul piano finanziario sia sul piano istituzionale quelle condizioni che possano struttural-mente far riacquisire agli enti di area vasta una funzione strategica sul territorio e consentire loro di poter erogare i servizi".
"Per tali ragioni- conclude il presidente dell'Associazione dei comuni siciliani - continueremo, come fatto fino ad ora, ad incalzare il Governo nazionale e il Governo regionale".
"Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all'accordo raggiunto con il governo nazionale sulle ex Province siciliane. Finalmente - dicono Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia, ed Enzo Tango, segretario generale della Uil Fpl Sicilia - sembrano aprirsi degli spiragli. Certo la strada è lunga ma questo sindacato è pronto a vigilare affinché vengano rispettati gli impegni, necessari a restituire dignità a lavoratori e servizi ai cittadini. Per questo chiediamo un immediato confronto per verificare i provvedimenti e gestire al meglio questa fase".
"Il Csa giudica l'annunciato accordo sulle Ex Province un punto di partenza per il definitivo rilancio degli enti di area vasta siciliani. In attesa di conoscere il testo definitivo dell'accordo ed i tempi previsti per la sua attuazione confermiamo che consentire a Città Metropolitane e Liberi Consorzi di chiudere i bilanci annuali fino al 2019 non è il risultato sperato ma può certamente rappresentare una boccata d'ossigeno per la continuità dei servizi e per la serenità dei dipendenti, e aspettiamo di verificare che nell'accordo sia prevista anche la possibilità di impegnare tutte le somme per investimenti provenienti da fondi extra bilancio (ricordiamo che solo a Messina sono a rischio fondi per 300 milioni di euro legati all'obbligo di approvazione del bilancio triennale)".
Lo dice Giuseppe Badagliacca segretario regionale del Csa. "Giudichiamo l'accordo frutto anche della manifestazione dei dipendenti del 18 febbraio dal CSA fortemente voluta e sostenuta - aggiunge Badagliacca - Abbiamo già chiesto un incontro urgente al Presidente Musumeci ed agli Assessori Armao e Grasso per monitorare l'applicazione dell'accordo, con particolare riferimento ad aspetti di non secondaria importanza quali la stabilizzazione del personale precario che chiediamo con forza venga garantita anche in assenza di bilanci triennali".
Ma c'è anche chi parla di accordo scandaloso come la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo "Si attingono risorse dal fondo sviluppo e coesione, ovvero dal fondo per gli investimenti infrastrutturali necessari per la Sicilia per finanziare la spesa corrente. Non si è conquistato un euro vero, il conto lo pagheremo noi e solo noi. Una gran bella soluzione!"
"La Sicilia meritava e doveva pretendere il medesimo trattamento ottenuto da tutte le altre province italiane a cui è stato invece riconosciuto il diritto alla restituzione dei fondi perduti con risorse di parte corrente. Il Governo Regionale accettando questa proposta scandalosa ha svenduto i diritti dei siciliani, dimostrandosi penoso vassallo del Governo nazionale. I fondi delle ex province, oltre 243 milioni, che nel resto di Italia sono stati restituiti, solo alla Sicilia sono rimasti 'confiscati' da Roma. Viene quasi da rimpiangere Crocetta. Complimenti!".
"Mesi e mesi di lavoro calpestati dall'arroganza e dalla prepotenza del governo gialloverde che in maniera truffaldina ha deciso di superare la questione del prelievo forzoso delle ex province sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture di una terra che ha fame di sviluppo e utilizzandoli per la spesa corrente - dice, invece, il deputato di Forza Italia Nino Germanà -. Tutto ciò in controtendenza alle dichiarazioni di Salvini, secondo cui 'le province dovrebbero sistemare scuole e strade, non hanno soldi e non sanno che fare'. Questa è la conferma che quelle del vicepremier leghista sono solo dichiarazioni da campagna elettorale. Per tamponare una falla, il governo ha preferito compromettere la crescita e il futuro della regione. Noi siciliani siamo, purtroppo, destinati a rimanere cittadini di serie B".

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