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rassegna stampa dal 18 al 20 maggio 2019

18 maggio 2019

Giornale di sicilia

Cammarata
Strada per Casalicchio - Servono finanziamenti

Dal Libero Consorzio fanno sapere che le somme non ci sono

La SPC n. 39 Soria-Casalicchio,  chiusa al transito da tempo acausa di una frana molto estesa, è stata recentemente interessata da un'altra frana che ha ulteriormente peggiorato la situazione del tracciato. Da vari sopralluoghi effettuati dai tecnici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento, del Comune di Cammarata, del Genio Civile e della Protezione Civile Regionale, è stato evidenziato che la zona è interessata da eventi franosi a scala territoriale che coinvolgono molte centinaia di ettari di territorio. Questo imponente dissesto idrogeologico necessita di interventi sull'intera area con corposi investimenti di risorse finanziarie. Nessun intervento risolutivo è possibile sulla SPC 39 senza l'intervento preventivo della Regione, che ha esclusiva competenza su questi interventi così complessi, e del Commissario di Governo, iniziative che potranno essere attivate dall'ente competente per territorio. Su questa ed altre strade attualmente chiuse al transito per le stesse ragioni il Libero Consorzio è intervenuto esclusivamente a tutela dei tracciati, ma ovviamente non ha né le risorse finanziare né le competenze di legge per risolvere la situazione di dissesto, problema segnalato e ben conosciuto dagli uffici regionali competenti. La vera alternativa sarebbe un nuovo tracciato, ma solo dopo il consolidamento del dissesto. Il disagio dei cittadini e dei titolari  delle aziende agrozootecniche e agrituristiche della zona è comprensibile, ma non è imputabile in alcun modo al Libero Consorzio, che si è segnalato invece per gli interventi di ripristino di vari tracciati dell'area montana anche in caso di eccezionali eventi atmosferici (come le nevicate degli scorsi anni) che rischiavano di isolare l'intera zona. 

Domenica 19 maggio 2019

Burocrazia lumaca: già partite tre lettere
Pugno duro su rifiuti e acqua
Dirigenti diffidati: pagate i danni

A causa dei ritardi persi fondi per i depuratori e i centri per la differenziata

Le prime tre lettere di diffida sono state recapitate mercoledì scorso. E subito all'assessorato ai Rifiuti la tensione è salita alle stelle. È partita la fase delle contestazioni ai dirigenti che ritardano gli atti amministrativi e quella che si annuncia è una valanga di provvedimenti disciplinari. Il direttore generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, Salvo Cocina, ha formalmente contestato a 3 dirigenti di servizi interni i ritardi nella conclusione delle procedure istruttorie per finanziare gli interventi di depurazione e i bandi per i centri di raccolta comunale della differenziata. Ritardi che - spiegano in assessorato - hanno tenuto bloccati ingenti finanziamenti e opere pubbliche di rilievo. Ai tre dirigenti sono stati contestati ritardi già maturati in modo irreparabile e anche quelli per cui è ancora possibile emettere il provvedimento. «Nel primo caso - spiega Cocina - non essendoci più nulla da fare i dirigenti dovranno motivare l'accaduto e se la giustificazione non sarà ritenuta apprezzabile potrebbero essere chiamati a rispondere del danno provocato dal ritardo». Per quanto riguarda i ritardi ancora recuperabili, le lettere di diffida assegnano 7 giorni di tempo per la giustificazione e la predisposizione di interventi che permettano all'amministrazione di sbloccare gli iter procedurali. In pratica, entro mercoledì i vertici dell'assessorato vogliono sapere come e in che tempi si  può recuperare il ritardo. Altrimenti anche in questo caso scatteranno i provvedimenti disciplinari definitivi. Che implicano la perdita del premio di rendimento a fine anno e l'addebito dei danni che la Regione è costretta a coprire per via dei ritardi. Dei tre dirigenti intermedi che hanno ricevuto le contestazioni, due si occupano di depurazione delle acque e sono impegnati nel piano che prevede la realizzazione di fogne e depuratori per superare una procedura di infrazione avviata anni fa da Bruxelles e che è già costata  alla Regione una multa milionaria. Il terzo dirigente intermedio raggiuntodalla diffida si occupa invece dei bandi per assegnare ai Comuni i  fondi per realizzare i centri di raccolta dove smaltire la differenziata. Damesi anche l'assessore alle Acque e ai Rifiuti, Alberto Pierobon, pressa per sbloccare le procedure che permetterebbero di realizzare impianti ed erogare finanziamenti agli Ato idrici e agli enti che si occupano di immondizia. I sindacati sono già in agitazione. Il Dirsi, sigla autonoma della dirigenza, vede un accanimento negli ultimi provvedimenti che riguardanola dirigenza e definisce incostituzionali alcune misure sanzionatorie introdotte con la riforma della pubblica amministrazione appena approvata all'Ars. Il riferimento del Dirsi è una direttiva di Musumeci che proprio un paio di settimane fa ha dato impulso  alla stretta sulla dirigenza. Il presidente ha chiesto agli assessori di indicare tempi stretti per la chiusura dei procedimenti e di fissare il loro rispetto nel target che ogni dirigente deve raggiungere annualmente, pena appunto le sanzioni economiche e disciplinari. Da Palazzo d'Orleans si attendono nei prossimi giorni provvedimenti analoghi a quelli messi in campo da Cocina in tutti gli assessorati: è stato infatti chiesto un monitoraggio su tutti i procedimenti in corso che hanno già sforato i tempi previsti dalla legge. È il primo atto della guerra alla burocrazia lumaca che Musumeci ha annunciato. Secondo i boatos dopo le elezioni europee del 26 maggio anche i dirigenti generali finiranno nel mirino e si annuncia una maxi rotazione che verrà decisa anche dal livello di ritardi nell'emanazione dei provvedimenti registrato nei vari dipartimenti regionali.

 18 maggio - sabato
LA SICILIA
TURISMO. Ma non si registra un incremento proporzionale di arrivi e permanenze nella Città dei templi e in provincia AUMENTANO LE STRUTTURE RICETTIVE E' lievitato in modo esponenziale il numero dei B&b, che sono passati dai 336 del 2016 ai 428 del 2018, dei quali 223 solo ad Agrigento. GIOACCHINO SCHICCHI Crescono gli alberghi, crescono i B&B, ma non aumentano in modo proporzionale arrivi e permanenze turistiche in città e in provincia. I dati sono quelli forniti dall'Ufficio turistico del Libero consorzio di Agrigento, che ci ha gentilmente fornito le informazioni rielaborando i dati dell'Osservatorio turistico della Regione Siciliana. Il quadro, dicevamo, è di complessa interpretazione e soprattutto non può non risentire della presenza dell'offerta abusiva, ma su questo ci soffermeremo dopo. Innanzitutto partiamo dai numeri, in particolare da quelli dell'offerta strutture presenti sul territorio, facendo un paragone tra gli ultimi tre anni. Nel2016le strutture alberghiere erano 114 in provincia di Agrigento, delle quali 23 ad Agrigento e 14 a Sciacca. Oggi, nel 2018, quel numero è salito a 116 (24 ad Agrigento, 26 a Sciacca), mentre è lievitato in modo esponenziale il numero dei B&b, che sono passati dai336del2016 ai 428 del 2018, dei quali 223 solo ad Agrigento (erano 165 nel 2016). Aumentano, ma in modo molto meno evidente, le strutture extra alberghiere, lievitate da 168 a 195. Questo con una crescita complessiva dei posti letto rilevante (17.558 nel 2016, 18.503 nel 2018), con un calo di oltre 700 posti letto delle strutture ricettive alberghiere, nonostante però, una crescita appunto non proporzionale (ma significativa) del numero potenzialmente più importante: i visitatori. I dati degli arrivi (cioè le persone che hanno dormito una sola notte) dicono infatti che sono stati 300.305 nel 2016 e 351.286 nel 2018, dei quali solo 198.857 ad Agrigento (erano 159.897 nel 2016). Andando nel dettaglio, si nota che a crescere sono stati sia i turisti italiani che quelli stranieri (65.49394.404 e 82.958-115.899). Per quanto riguarda invece le presenze, queste risultavano su base provinciale 977.358, che sono poi diventate 1.055.023 nel 2018. Per quanto riguarda il dato locale, a crescere maggiormente è stata Agrigento, dove i pernottamenti erano stati 266.779 nel2016 per poi diventare 300.826 nel 2018, mentre a Sciacca il dato è rimasto sempre sotto quota 300mila con anzi un calo significativo, dato che le presenze sono scese da 291.504 a 286.719. E gli abusivi? Come dicevamo, potrebbe essere rilevante il "peso" delle strutture ricettive (non alberghiere, soprattutto) che sono non registrate, non accreditate e comunque non versano ad esempio imposta di soggiorno né trasmettono i dati alla Questura. Un fenomeno vasto, come evidenziato dalle stesse forze dell'Ordine, come la Polizia, che hanno in passato denunciato diversi titolari di strutture.

RADIOGRAFIA DI DUE ETERNE INCOMPIUTE Previsti quasi 5 anni per i lavori di ammodernamento sull'Ag-Pa, la Palermo-Sciacca può attendere.

PALERMO. La strada statale 189 della Valle del Platani (SS 189) si snoda all'interno della Sicilia. Insieme alla strada statale 121 Catanese (nel tratto compreso tra Villabate e bivio Manganaro), costituisce il percorso denominato, comunemente ma impropriamente, scorrimento veloce Palermo-Agrigento. La strada statale 189 venne istituita nel 1953 con il seguente percorso: "Lercara Friddi, bivio per Cammarata-Casteltermini, Campofranco e Aragona, innesto con la 55. n. 118 presso Agrigento". Il tratto della strada statale 188 Centro Occidentale Sicula dal Bivio Manganaro a Lercara Friddi venne poi inserito nella strada statale 189. Ha inizio dal bivio Manganaro sulla strada statale 121 Catanese, nel comune di Vicari. Proseguendo in direzione sud, presenta lo svincolo per Lercara Friddi, da dove si distacca la strada statale 188 Centro Occidentale Sicula, e per Castronovo di Sicilia. Entrata in provincia di Agrigento, è possibile raggiungere gli abitati di Cammarata e San Giovanni Gemini. La strada corre poi lungo il confine con la provincia di Caltanissetta, superando il bivio per Acquaviva Platani e Casteltermini, per Campofranco e per Milena. Torna quindi nella provincia agrigentina, lambendo Comitini, Aragona e Fontanelle, prima di giungere ad Agrigento dove termina a Fontanelle con la strada statale 118 Corleonese Agrigentina e la strada statale 122 Agrigentina. Il progetto preliminare di ammodernamento della Palermo-Agrigento seguendo procedure accelerate della Legge Obiettivo si sviluppa per circa 57,48 km lungo le statali 121 e 189 e prevede i lavori di adeguamento a quattro corsie della S.S. 121 dal km O al km 50 e della S.S. 189 dal km 50 al km 57,780 per il tratto Palermo-Lercara e l'adeguamento della S.S. 118 dal km O al km 10,700 (variante di Marineo). Tra le opere d'arte principali si evidenziano 22 viadotti, 3 gallerie e 8 svincoli. L'importo complessivo dell'opera ammonta a.2.239.295.509,57 euro. Il tempo per l'esecuzione dei lavori è stimato in 1.765 giorni (poco meno di 5 anni). La strada statale 624 Palermo-Sciacca (SS 624) conosciuta da tutti come "Fondovalle" è una strada che si sviluppa in Sicilia. La parte terminale dell'arteria tra Portella Misilbesi e l'innesto con la strada statale 115 Sud Occidentale Sicula di 10,447 km costituiva l'itinerario della strada statale 188 dir/B Centro Occidentale Sicula sin dal 1953. Con il decreto del ministro dei Lavori Pubblici n. 2312 del 16 marzo 1989 la strada viene classificata come statale mutuando il percorso dalla strada di grande comunicazione Palermo-Sciacca e dalla strada statale 188 dir/B Centro Occidentale Sicula con i seguenti capisaldi di itinerario: "Innesto circonvallazione di Palermo - svincolo di Altofonte - svincolo di S. Cipirello - Portella Misilbesi innesto strada statale n. 115 al bivio di S. Bartolo presso Sciacca". Si tratta di un'arteria stradale lunga quasi 83 chilometri che ha inizio nel centro abitato di Palermo, in uscita da via Ernesto Basile, in esatta prossimità del cavalcavia che sovrasta viale della Regione Siciliana sud-est e termina confluendo con la strada statale 115 Sud Occidentale Sicula che Collega altresì le città di Trapani e Siracusa lungo la Costa mediterranea e ionica della Sicilia, non lontano dalla località Sciacca Un'importante caratteristica della strada statale 624 è che non attraversa alcun centro abitato, cosa che Contribuisce a conferirle il termine di strada di scorrimento veloce. Malgrado la sua denominazione di Palermo-Sciacca, la strada non termina affatto nel centro abitato di Sciacca bensì a circa 7 km da essa sulla strada statale 115. Inoltre si nota la totale assenza di passaggi a livello con linee ferroviarie e di gallerie.


GRANDANGOLO
Cammarata STRADA PROVINCIALE 39 CAMMARATA, L'EX PROVINCIA: "DEVE INTERVENIRE LA REGIONE" In merito alle gravi difficoltà di viabilità della strada provinciale 39 in territorio di Cammarata, in contrada Soria-Casalicchio, è intervisto il Consorzio provinciale di Agrigento che dichiara: "La strada chiusa al transito da tempo a causa di una frana molto estesa, è stata recentemente interessata da un'altra frana che ha ulteriormente peggiorato la situazione del tracciato. Da vari sopralluoghi effettuati dai tecnici della Provincia, del Comune di Cammarata, del Genio Civile e della Protezione Civile Regionale, è stato evidenziato che la zona è interessata da eventi franosi a scala territoriale che coinvolgono molte centinaia di ettari di territorio. Questo imponente dissesto idrogeologico necessita di interventi sull'intera area con corposi investimenti di risorse finanziarie. Nessun intervento risolutivo è possibile sulla strada provinciale 39 senza l'intervento preventivo della Regione, che ha esclusiva competenza su questi interventi così complessi. La Provincia è intervenuta esclusivamente a tutela dei tracciati, ma ovviamente non ha né le risorse finanziare né le competenze di legge per risolvere la situazione di dissesto, problema segnalato e ben conosciuto dagli uffici regionali competenti. La vera alternativa sarebbe un nuovo tracciato, ma solo dopo il consolidamento del dissesto. Il disagio dei cittadini e dei titolari delle aziende agro-zootecniche e agrituristiche della zona è comprensibile, ma non è imputabile in alcun modo alla Provincia".

19 maggio - domenica
LA SICILIA
I SINDACI «OCCORRE MIGLIORARE LE PROVINCIALI» ALESSANDRIA DELIA ROCCA. e.m.)

I sindaci e gli amministratori comunali, i neo eletti di Alessandria della Rocca, e gli assessori di Cianciana hanno chiesto al più presto l'ammodernamento della rete vi aria dell'ex Provincia Regionale nel comprensorio del distretto montano dove viaggiare è un'avventura molto pericolosa. La proposta unitaria è stata avanzata dalle due amministrazioni civiche nel corso di una riunione che si è tenuta al palazzo municipale di Alessandria della Rocca e alla quale hanno partecipato la nuova sindaco Giovanna Bubello, il neo presidente del consiglio comunale Salvatore Mangione e gli assessori del comune di Cianciana Liborio Curaba e Francesco Alfano e alcuni funzionari e tecnici del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. E' stata denunciata l'estrema precarietà delle strade provinciali interne la n. 32 Cianciana-Ribera e la n. 19 bis Alessandria della Rocca San Biagio Platani, che da decenni hanno bisogno di un ammodernamento, che rappresentano un pericolo per tutti tanto che talvolta d'inverno vengono chiuse a seguito di piogge copiose. Basta pensare che un'ambulanza, che da Alessandria della Rocca o da Cianciana deve raggiungere gli ospedali di Ribera e di Sciacca, impiega da 60 a 90 minuti, con seri rischi per i malati. I tecnici provinciali hanno assicurato che le manutenzioni ordinarie e le riparazioni dell'asfalto sono in programma, ma non vi sono progetti e finanziamenti per aggiornare o creare nuovi tracciati viari. Si parla da anni del collegamento della SS.115, a Borgo Bonsignore, nei pressi di Ribera, con la strada provinciale 32 per Cianciana, ma dell'opera di una quindicina di chilometri si parla sempre meno.


L'INCHIESTA: Figurano sindaci oggi in carica, ex sindaci e funzionari. Devono rispondere di abuso d'ufficio e reati finanziari.

ATO RIFIUTI AG3, SONO DIECI GLI INDAGATI Tra i primi cittadini quello di Naro Maria Grazia Brandara e c'è pure Angelo Cambiano. Sono dieci e sono indagati per abuso d'ufficio e presunti reati finanziari, come sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Al centro dell'attenzione del pm Antonella Pandolfi la società che ha costituito l'Ate Ag3. Sul registro degli indagati da diverso tempo, tanto che si tratterebbe dì-una proroga alle indagini avviate anni fa sono l'ex sindaco di Licata Angelo Cambiano, l'attuale sindaco di Naro Maria Grazia Brandara ed il primo cittadino di Campobello di Licata Giovanni Gioacchino Picone; Vincenzo Ortega, 59 anni dirigente dell'Utc del comune di Licata, Rosario Miceli, 60 anni di Campobello di Licata, liquidatore della Dedalo Ambiente, Salvatore Gueli, 64 anni di Raffadali, commissario liquidatore Dedalo; Enrico Vella, 31 anni, presidente Srr; Angela Mirabile, 54 anni, Giovanni Mirabile, 40 anni, Fabio Di Nicola, 46 anni di Comiso. In sostanza costoro secondo la Procura di Agrigento avrebbero fatto "favori" alla società Dedalo Ambiente impegnata in numerosi comuni dell'hinterland agrigentino nella gestione del comparto rifiuti. Ieri dopo al divulgazione della notizia dei dieci indagati, alcuni di loro non hanno tardato a prendere le distanze da accuse e accusatori. Ad esempio il sindaco di Campobello di Licata Giovanni Picone: "Ho appreso questa mattina dagli organi di stampa che sarei indagato per abuso d'ufficio e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte nell'ambito di una inchiesta relativa ad un contenzioso tra il Comune di Licata e la Dedalo Ambiente poi assorbita dalla Srr Agrigento Est. Il mio coinvolgimento - prosegue il sindaco - nell'inchiesta sarebbe originato dall'aver ricoperto il ruolo di presidente della Srr. E' scontata, da parte mia, la massima fiducia nella magistratura e la totale collaborazione per accertare ogni aspetto. Mi sento in dovere, comunque, di rendere noto che sugli avvenimenti oggetto di indagine ero già ascoltato, diversi mesi fa, dalla Guardia di Finanza di Licata e, in quella sede, era stato chiarito che gli atti sotto inda­gine erano tutti successivi alle mie dimissioni da presidente della Srr avvenute nel mese di luglio 2017, e pertanto in nessuno di essi poter esservi ravvisata una mia responsabilità di alcun tipo". Quindi, l'ex sindaco di Licata, Angelo Cambiano: "Ho appreso con stupore di un mio pre­sunto coinvolgimento in merito ad . un'indagine relativa a supposti favori contabili a vantaggio della Dedalo Ambiente. Premesso che l'ordinamento definisce in maniera chiara e decisa la netta distinzione tra atti di indirizzo politico ed atti gestionali, è doveroso ricordare che, durante gli anni della mia sindacatura dal luglio 2015 al 09 Agosto 2017, il Comune di Licata sia fuoriuscito dalla Società d'Ambito Dedalo Ambiente con ordinanza sindacale a causa delle gravi condizioni igienico-sanitarie e della fase di stallo e degli evidenti disservizi che la gestione "Dedalo" stava generando".


20 maggio - lunedì
LA SICILIA
CONTRIBUTO PER IL 2017 Il Cua tira un sospiro arrivano soldi da Palermo g.s.) Se la nomina di un nuovo presidente sembra ancora abbastanza lontana nél tempo, con la Regione in una sorta di stato di "animazione sospesa" in attesa delle Elezioni Europee per poter avviare la "campagna" di distribuzione delle poltrone, la tanto "sudata"revisione dello statuto del Consorzio universitario di Agrigento ha portato i suoi primissimi frutti. L'Assessorato regionale all'Istruzione, nei giorni scorsi, ha infatti liquidato la somma di oltre 930mila euro come contributo alle spese di funzionamento per l'anno 2017. Soldi molto attesi e graditissimi, considerato che il Cua "Empedocle" aveva in cassa ormai pochi spiccioli e aveva avviato per questo motivo un'attività di riscossione coattiva dei crediti nei confronti di soci ed ex tali. Le somme erogate sono solo una parte dei trasferimenti e riguardano, appunto, due anni fa. Intanto il Cua continua la propria amministrazione ordinaria in attesa; appunto, della nuova Presidenza ma anche dell'avvio dei nuovi corsi di laurea promossi in terra agrigentina dall'Università di Palermo, dopo anni di frizioni e passi indietro (più o meno motivati, più o meno voluti da ambo le parti) e, stando ai numerosi annunci, si prepara ad una "stagione di rilancio" che dovrebbe vedere il Cua impegnato in attività di formazione con altre realtà accademiche e soprattutto l'apertura di sedi nel centro storico di Agrigento, ipotesi al momento ancora al vaglio e in fase abbastanza embrionale, per quanto come noto il Comune abbia concesso all'Università l'uso palazzo Tomasi in piano Sanzo.

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