Giornale di Sicilia
Libero Consorzio
Scaricavano i reflui
Raffica di sanzioni
Le multe sono di circa 6 mila euro ciascuna, qualcuna è di 9 mila euro
Raffica di sanzioni amministrative e di ingiunzioni di pagamento a carico di almeno di una decina di agrigentini che sono stati pizzicati, dalla polizia provinciale o da quella municipale, a scaricare reflui fognari senza alcuna autorizzazione o con un permesso scaduto. Accade, e non è la prima volta, anche questo in viale Emporium. Ad emettere i provvedimenti è, in tutti i casi, il Libero consorzio comunale. Le multe sono di circa 6 mila euro ciascuna, qualcuna è arrivata anche a ben 9 mila euro. Sanzioni che, però, in alcuni casi sono state anche contestate in tribunale perché, difatto, manca una cosa fondamentale: la rete fognaria.Equalcuno lo ha anche fatto presente agli enti competenti, di modo che le multe venissero annullate. Cosa che, però, appunto, non è accaduto. Multe -da 9 mila euro - però sono state elevate anche chi aveva una autorizzazione scaduta da molti anni «ed effettuava, al momento del sopralluogo, - ricostruisce la stessa ex Provincia regionale - lo scarico dei reflui del depuratore di contrada Sant'Anna del Comune di Agrigento». «Tutti gli scarichi debbono essere preventivamente autorizzati»-ricordano, infatti, dal Libero consorzio - . Tutti i destinatari delle sanzioni amministrative avranno, adesso, 30 giorni dalla notifica del provvedimento per effettuare il versamento dovuto. Non pare proprio però che i cittadini, «costretti» a vivere senza fognatura, siano disponibili ad accettare. A quanto pare, sarebbe anche già pronto un esposto.(*CR*)
Villafranca Sicula
A giudizio per truffa diciannove comunali
Avrebbero falsamente attestato la propria presenza in municipio
Giuseppe Pantano
SCIACCA
Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, ha disposto il rinvio a giudizio di 19 dipendenti comunali per i quali l'ipotesi di reato è di truffa. La vicenda riguarda controlli sul posto di lavoro dei dipendenti e dalle indagini, svolte dai carabinieri, sarebbe risultato che, in determinate circostanze, avrebbero falsamente attestato la propria presenza in municipio mediante la timbratura del badge nell'apposito dispositivo marcatempo, allontanandosi poi in assenza di un permesso formale e senza provvedere alla timbratura del badge in uscita. Le indagini sono state svolte per qualche mese, a cavallo tra il 2015 e il 2016. Il giudice Alberto Davico ha rinviato a giudizio Francesco Augello, di 54 anni; Paolo Baiamonte, di 65; Giovanna Balsamo, di 67; Santo Bonaccorso,di 55; Paolo Scarpinato, di 65; Rosa Buscemi, di 61; Giuseppe Ganga, di 65; Giuseppe Calabrese, di 55; Antonino Catalanotto, di 53; Francesco D'Angelo, di 46; Giuseppe Gallina, di 63; Paolino Girgenti,di 62; Michele Perricone, di 66; Margherita Merlo, di 53; Vito Perricone, di 63; Giovanni Romano, di 53; Calogero Latino, di 60; Salvatore Montalbano, di 54; Paolo Girgenti, di 68 anni. Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere. Un elemento che ha accomunato la discussione delle difese è stato quello della inoffensività della condotta, anche se dovesse ritenersi sussistente l'ipotesi si tratta di danno irrisorio, di pochi euro, secondo le difese, visto che si contestano anche allontanamenti di minuti. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica avanzata dal sostituto Christian Del Turco e disposto il rinvio a giudizio. La prima udienza del processo, dinanzi al giudice monocratico, è fissata per il 26 settembre. Il Comune di Villafranca Sicula si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Nenè Alagna. I dipendenti comunali sono difesi dagli avvocati Luigi La Placa, Paolo Mirabella, Adriano Mulè Cascio, Rosaria Giacomazzo, Gabriella Parrino, Carmelo Ferrara, Michele Pinelli, Giovanni Vaccaro, Sergio Vaccaro, Vincenzo Castellano e Lina Savoca. (*GP *)
LA SICILIA
CAMPOBELLO DI LICATA. Avviati
serrati controlli contro i cittadini "sporcaccioni".
ABBANDONO DEI RIFIUTI, PUGNO DURO DI
POLIZIA PROVINCIALE E VIGILI URBANI.
CAMPOBELLO DI LICATA. Polizia
provinciale e vigili urbani insieme per sconfiggere il preoccupante
fenomeno dei rifiuti lungo le strade. Da ieri, infatti, nella città
d'arte dove ormai da quasi un anno è stata avviata la raccolta
differenziata porta a porta sono partiti dei serrati controlli che
vedono insieme agenti della polizia municipale e della polizia
provinciale. Infatti, in molti, hanno ormai la cattiva abitudine di
abbandonare i rifiuti in zone periferiche ed in particolare lungo le
strade provinciali come ad esempio la Campobello di Licata - Naro in
alcuni tratti trasformata in una vera e propria discarica a cielo
aperto. Per tale motivo è stato avviato questo genere di servizio
congiunto che opererà sia di giorno che nelle ore notturne e serali
al fine di individuare quei pochi incivili che continuano a sporcare
le strade provinciali ma anche spesso quelle cittadine di Campobello
di Licata. "La maggior parte dei cittadini- dichiara il sindaco
Gianni Picone -, ormai, ha superato il momento di diffidenza e
difficoltà è sta rispondendo positivamente nella raccolta
differenziata che produce un beneficio a tutta la collettività, ma
ancora una minima parte si ostina a non effettuare lo smaltimento dei
rifiuti in maniera corretta e, addirittura, continua ad
abbandonarli in parecchie zone del paese e in gran quantità nelle
campagne, mostrando un grande senso di inciviltà. Al fine di ridurre
al minimo questi episodi l'amministrazione ha già installato -
aggiunge- alcune telecamere di videosorveglianza ed è in attesa di
collocare altre telecamere per arginare questi continui episodi di
abbandono che rendono, ancora, il Comune di Campobello di Licata non
all'altezza di un paese civile. Adesso in campo ci saranno agenti
della polizia provinciale e vigili urbani nella speranza di beccare
in flagrante i pochi incivili e di multarli in maniera pesante".
OGGI SI POTREBBE DARE IL VIA
"DECISIVO" AL PERCORSO DI CREAZIONE DELLA SOCIETA'
CONSORTILE
Ati, attese importanti comunicazioni
della presidente.
g.s.) Riunione potenzialmente
"decisiva" - si fa per dire - oggi all'Assemblea
territoriale idrica.
Questo pomeriggio l'Ati si incontrerà
infatti a poche settimane da un precedente confronto dai toni
abbastanza accesi (con sindaci come Margherita La Rocca Ruvolo che
avevano abbandonato la riunione per protesta) e, pare, il presidente
Francesca Valenti potrebbe rilasciare alcune importanti dichiarazioni
rispetto all'indirizzo che l'Assemblea potrebbe seguire da qui in
poi, soprattutto rispetto alla futura gestione del servizio.
La strada privilegiata potrebbe essere
quella dell'azienda consortile speciale (tanto sostenuta dà
movimenti, associazioni e anche lo stesso direttivo dell'Ati), per
quanto il soffermarsi così tanto a lungo su questioni come quella
dei cosiddetti "Comuni ribelli" ha comportato la quasi
totale perdita di "focus" proprio sulla futura gestione.
Se gli uffici dell'Assemblea non hanno
ancora deciso nulla rispetto alle richieste dei centri di avvalersi
dell'articolo 141 del codice dell'ambiente, meno ancora è stato
fatto dai sindaci per decidere chi - e come - dovrà gestire il
servizio idrico integrato in futuro. Un ritardo che poi si
ripercuoterà, in scala, su tutto il sistema. dato che la creazione
di un'azienda consortile avrà bisogno tempi abbastanza lunghi.
Giusto per avere un'idea, lo statuto di questa azienda pubblica,
anche una volta individuati gli organi che la dovranno comporre,
approvati gli atti formali di costituzione eccetera, dovrà passare
in ben 43 Consigli comunali, il che si traduce, a spanne, in almeno
un anno di attesa. Ma non solo. L'aver da un certo punto di vista
"bloccato" il dibattito sul tema della riconsegna delle
reti, ha incancrenito il confronto.
VIADOTTO "AKRAGAS II".
Disco verde da parte del Genio civile al progetto di manutenzione
straordinaria.
I LAVORI COMINCERANNO ENTRO GIUGNO
Si attendeva l'autorizzazione
sismica per gli interventi che consentiranno il recupero dei piloni
di cemento armato. Anas continuerà a monitorare.
Via dal Genio civile al progetto di
consolidamento dei piloni del viadotto "Akragas II": per
Anas lavori al via entro giugno.
La notizia del completamento delle
procedure autorizzative arriva dallo stesso dirigente capo, Rino La
Mendola, il quale ha annunciato che ieri è stato approvato il
progetto esecutivo per il consolidamento dei piloni del primo tratto
del "Ponte Morandi", rilasciando l'autorizzazione "sismica"
all'Anas che potrà così avviare immediatamente i lavori, che
riguardano appunto il primo tratto che va dal Campo sportivo alla
bretella di via Manzoni.
Certificazioni che, spiega la società
di gestione della rete stradale statale, consentiranno alla ditta
incaricata (individuata già a gennaio) di poter mettere "mano"
all'opera per risolvere le problematiche che oggi hanno imposto le
note limitazioni alla circolazione, con il divieto di transito per i
mezzi oltre un certo peso. I lavori, nel dettaglio, riguarderanno il
consolidamento dei piloni in cemento armato, mentre Anas continuerà
il monitoraggio delle condizioni di stabilità degli impalcati in
cemento armato precompresso, che saranno oggetto di un successivo
intervento.
"I lavori di consolidamento del
Ponte Morandi, unitamente alla già avviata ricostruzione del ponte
di contrada Petrusa - commenta La Mendola -, segneranno un passo
importante . lungo un percorso per consentire alla città di
Agrigento di uscire da quell'isolamento infrastrutturale determinato
- non solo dai gravi ritardi nell'esecuzione della Ss 189 e dal
mancato completamento della SS 640, per il collegamento della città
dei Templi con Palermo e Caltanissetta - ma anche da una viabilità
provinciale interna sempre più abbandonata al degrado". L'ok al
progetto, precisano dal Genio civile, rientra all'interno di un nuovo
"corso" in cui si cercherà di garantire un'approvazione
veloce "dei progetti importanti per il riscatto sociale ed
economico del territorio agrigentino, come quelli che - dice ancora
La Mendola - , negli ultimi tre mesi, hanno già consentito la
riapertura della cattedrale di San Gerlando, l'avvio dei lavori di
ricostruzione del ponte di contrada Petrusa e, adesso, l'avvio dei
lavori del primo stralcio del progetto per il consolidamento del
viadotto Morandi".
Sembrano, al momento, scomparse le
varie e variopinte ipotesi di demolizione che pure aleggiavano fino a
non molto tempo fa intorno al viadotto, per quanto ancora lontano
sembra l'avvio degli interventi sull' "Akragas l", la
porzione più grande e, probabilmente, più complessa da mettere in
sicurezza.
FARAONE: "DISCARICHE, IL PIANO
C'ERA GIÀ LA REGIONE IN RITARDO DI ALMENO UN ANNO".
"Le aree potenzialmente
inquinanti sono 553 e non 511. Mancano le zone produttive per
provincia"
PALERMO. Una scelta "monografica"
che si affida a temi concreti, studiati con specifici
approfondimenti, per ripartire nella riflessione quotidiana da
proporre ai siciliani. Davide Faraone, segretario regionale del Pd,
prosegue nel suo viaggio-inchiesta sulle discariche siciliane in cui
ha filmato quella che ritiene una situazione critica oltre misura:
«c'è percolato ovunque. A nessuno interessa di una discarica chiusa
venti anni fa» e, facendosi trovare in felpa verde, però non di
osservanza salviniana, davanti alla videocamera, prova a mettere in
fila gli elementi che più lo hanno colpito nel racconto che fa di
questa vicenda, ma soprattutto accusa il governo regionale di non
avere buona memoria "Coloro che stanno governando la Sicilia
sconoscono molte di queste cose: «Musumeci dovrebbe sapere - ha
proseguito Faraone nel video postato su Fb - che c'è un piano delle
bonifiche aggiornato al 30 dicembre del 2016, basta andare sul sito
della Regione per verificarlo» e ha aggiunto "talmente sanno
che il piano esiste che a giugno hanno emesso un bando, poi
pubblicato a novembre, di 35 milioni di euro, andato deserto. Sono le
stesse risorse che dicono di aver trovato ora».
Per il segretario renziano dem il
governo regionale, avrebbe dovuto preoccuparsi già lo scorso anno di
registrare al meglio le condizioni affinché il bando avesse un esito
diverso rispetto a quello che poi invece ha avuto, mentre le
discariche potenzialmente inquinanti sono 553 e non 511» assicura,
aggiungendo: «mancano le aree produttive, divise per provincia, c'è
un censimento preciso sulle aree su cui occorre fare la bonifica».
Faraone sostiene insomma che la
questione non è proprio recentissima e che già nel corso della
legislatura passata, in cui il Pd ha espresso per cinque anni
l'assessore all'Energia e ai Rifiuti. Il corso delle cose era
tracciato: «Non ci accontentiamo dei titoli di giornale - ha
aggiunto - e vogliamo andare in fondo fino a quando non si faranno
gli interventi».
Mani libere che lo stesso Faraone non
poteva avere quando, pur scontrandosi in molte occasioni con il capo
dell'esecutivo, Rosario Crocetta ha assicurato attraverso assessori e
deputati della sua maggioranza, ampio sostegno al governo di
centrosinistra. Ma adesso il nuovo corso impone un altro passo e per
questo lo stesso ex sottosegretario incalza: !"Approfondiremo
altre discariche a altri siti da bonificare - ha aggiunto - la
Regione conosce dal 2016 la condizione altamente inquinante di siti e
discariche non bonificate» ricordando come «con il Patto per il sud
il governo Renzi ha determinato risorse economiche per l'ambiente. Da
allora non è stato fatto
nulla e la situazione è grave».