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rassegna stampa del 21 maggio 2019

Giornale di Sicilia

Libero Consorzio
Scaricavano i reflui
Raffica di sanzioni

Le multe sono di circa 6 mila euro ciascuna, qualcuna è di 9 mila euro
Raffica di sanzioni amministrative e di ingiunzioni di pagamento a carico di almeno di una decina di agrigentini che sono stati pizzicati, dalla  polizia provinciale o da quella municipale, a scaricare reflui fognari  senza alcuna autorizzazione o con un permesso scaduto. Accade,  e non è la prima volta, anche questo in viale Emporium. Ad emettere i provvedimenti è, in tutti i casi, il Libero consorzio comunale. Le multe sono di circa 6 mila euro ciascuna, qualcuna è arrivata anche a ben 9 mila euro. Sanzioni che, però, in alcuni casi sono state anche  contestate in tribunale perché, difatto, manca una cosa fondamentale: la rete fognaria.Equalcuno lo ha anche fatto presente agli enti competenti, di modo che le multe venissero annullate. Cosa che, però, appunto, non è accaduto. Multe -da 9 mila euro - però sono state elevate anche chi aveva una autorizzazione scaduta da molti anni «ed effettuava, al momento del sopralluogo, - ricostruisce la stessa ex Provincia regionale - lo scarico dei reflui del depuratore di contrada Sant'Anna del Comune di Agrigento». «Tutti gli scarichi debbono essere preventivamente autorizzati»-ricordano, infatti, dal Libero consorzio - . Tutti i destinatari delle sanzioni amministrative  avranno, adesso, 30 giorni dalla notifica del provvedimento per effettuare il versamento dovuto. Non pare proprio però che i cittadini, «costretti» a vivere senza fognatura, siano disponibili ad accettare. A quanto pare, sarebbe anche già pronto un esposto.(*CR*)

Villafranca Sicula
A giudizio per truffa diciannove comunali
Avrebbero falsamente attestato la propria presenza in municipio

Giuseppe Pantano
SCIACCA
Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, ha disposto il rinvio a giudizio di 19 dipendenti comunali per i quali l'ipotesi di reato è di truffa. La vicenda riguarda controlli sul posto di lavoro dei dipendenti e dalle indagini, svolte dai carabinieri, sarebbe risultato che, in determinate circostanze, avrebbero falsamente attestato la propria presenza in municipio mediante la timbratura del badge nell'apposito dispositivo marcatempo, allontanandosi poi in assenza di un permesso formale e senza provvedere alla timbratura del badge in uscita. Le indagini sono state svolte per qualche mese, a cavallo tra il 2015 e il 2016. Il giudice Alberto Davico ha rinviato a giudizio Francesco Augello, di 54 anni; Paolo Baiamonte, di 65; Giovanna  Balsamo, di 67; Santo Bonaccorso,di 55; Paolo Scarpinato, di 65; Rosa Buscemi, di 61; Giuseppe Ganga, di 65; Giuseppe Calabrese, di 55; Antonino Catalanotto, di 53; Francesco D'Angelo, di 46; Giuseppe  Gallina, di 63; Paolino Girgenti,di 62; Michele Perricone, di 66; Margherita Merlo, di 53; Vito Perricone, di 63; Giovanni Romano, di 53; Calogero Latino, di 60; Salvatore Montalbano, di 54; Paolo Girgenti, di 68 anni. Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere. Un elemento che ha accomunato la discussione delle difese è stato quello della inoffensività  della condotta, anche se dovesse ritenersi sussistente l'ipotesi si tratta di danno irrisorio, di pochi euro, secondo le difese, visto che si contestano anche allontanamenti di minuti. Il giudice ha accolto la richiesta della Procura della Repubblica avanzata dal sostituto Christian Del Turco e disposto il rinvio a giudizio. La prima udienza del processo, dinanzi al giudice monocratico, è fissata per il 26 settembre. Il Comune di Villafranca Sicula si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Nenè Alagna. I dipendenti comunali sono difesi dagli avvocati Luigi La Placa, Paolo Mirabella, Adriano Mulè Cascio, Rosaria Giacomazzo, Gabriella Parrino, Carmelo Ferrara, Michele Pinelli, Giovanni Vaccaro, Sergio Vaccaro, Vincenzo Castellano e Lina Savoca. (*GP *)

LA SICILIA
CAMPOBELLO DI LICATA. Avviati serrati controlli contro i cittadini "sporcaccioni". ABBANDONO DEI RIFIUTI, PUGNO DURO DI POLIZIA PROVINCIALE E VIGILI URBANI.

CAMPOBELLO DI LICATA. Polizia provinciale e vigili urbani insieme per sconfiggere il preoccupante fenomeno dei rifiuti lungo le strade. Da ieri, infatti, nella città d'arte dove ormai da quasi un anno è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta sono partiti dei serrati controlli che vedono insieme agenti della polizia municipale e della polizia provinciale. Infatti, in molti, hanno ormai la cattiva abitudine di abbandonare i rifiuti in zone periferiche ed in particolare lungo le strade provinciali come ad esempio la Campobello di Licata - Naro in alcuni tratti trasformata in una vera e propria discarica a cielo aperto. Per tale motivo è stato avviato questo genere di servizio congiunto che opererà sia di giorno che nelle ore notturne e serali al fine di individuare quei pochi incivili che continuano a sporcare le strade provinciali ma anche spesso quelle cittadine di Campobello di Licata. "La maggior parte dei cittadini- dichiara il sindaco Gianni Picone -, ormai, ha superato il momento di diffidenza e difficoltà è sta rispondendo positivamente nella raccolta differenziata che produce un beneficio a tutta la collettività, ma ancora una minima parte si ostina a non effettuare lo smaltimento dei rifiuti in manie­ra corretta e, addirittura, continua ad abbandonarli in parecchie zone del paese e in gran quantità nelle campagne, mostrando un grande senso di inciviltà. Al fine di ridurre al minimo questi episodi l'amministrazione ha già installato - aggiunge- alcune telecamere di videosorveglianza ed è in attesa di collocare altre telecamere per arginare questi continui episodi di abbandono che rendono, ancora, il Comune di Campobello di Licata non all'altezza di un paese civile. Adesso in campo ci saranno agenti della polizia provinciale e vigili urbani nella speranza di beccare in flagrante i pochi incivili e di multarli in maniera pesante".

OGGI SI POTREBBE DARE IL VIA "DECISIVO" AL PERCORSO DI CREAZIONE DELLA SOCIETA' CONSORTILE

Ati, attese importanti comunicazioni della presidente. g.s.) Riunione potenzialmente "decisiva" - si fa per dire - oggi all'Assemblea territoriale idrica. Questo pomeriggio l'Ati si incontrerà infatti a poche settimane da un precedente confronto dai toni abbastanza accesi (con sindaci come Margherita La Rocca Ruvolo che avevano abbandonato la riunione per protesta) e, pare, il presidente Francesca Valenti potrebbe rilasciare alcune importanti dichiarazioni rispetto all'indirizzo che l'Assemblea potrebbe seguire da qui in poi, soprattutto rispetto alla futura gestione del servizio. La strada privilegiata potrebbe essere quella dell'azienda consortile speciale (tanto sostenuta dà movimenti, associazioni e anche lo stesso direttivo dell'Ati), per quanto il soffermarsi così tanto a lungo su questioni come quella dei cosiddetti "Comuni ribelli" ha comportato la quasi totale perdita di "focus" proprio sulla futura gestione. Se gli uffici dell'Assemblea non hanno ancora deciso nulla rispetto alle richieste dei centri di avvalersi dell'articolo 141 del codice dell'ambiente, meno ancora è stato fatto dai sindaci per decidere chi - e come - dovrà gestire il servizio idrico integrato in futuro. Un ritardo che poi si ripercuoterà, in scala, su tutto il sistema. dato che la creazione di un'azienda consortile avrà bisogno tempi abbastanza lunghi. Giusto per avere un'idea, lo statuto di questa azienda pubblica, anche una volta individuati gli organi che la dovranno comporre, approvati gli atti formali di costituzione eccetera, dovrà passare in ben 43 Consigli comunali, il che si traduce, a spanne, in almeno un anno di attesa. Ma non solo. L'aver da un certo punto di vista "bloccato" il dibattito sul tema della riconsegna delle reti, ha incancrenito il confronto.

VIADOTTO "AKRAGAS II". Disco verde da parte del Genio civile al progetto di manutenzione straordinaria.

I LAVORI COMINCERANNO ENTRO GIUGNO Si attendeva l'autorizzazione sismica per gli interventi che consentiranno il recupero dei piloni di cemento armato. Anas continuerà a monitorare.

Via dal Genio civile al progetto di consolidamento dei piloni del viadotto "Akragas II": per Anas lavori al via entro giugno. La notizia del completamento delle procedure autorizzative arriva dallo stesso dirigente capo, Rino La Mendola, il quale ha annunciato che ieri è stato approvato il progetto esecutivo per il consolidamento dei piloni del primo tratto del "Ponte Morandi", rilasciando l'autorizzazione "sismica" all'Anas che potrà così avviare immediatamente i lavori, che riguardano appunto il primo tratto che va dal Campo sportivo alla bretella di via Manzoni. Certificazioni che, spiega la società di gestione della rete stradale statale, consentiranno alla ditta incaricata (individuata già a gennaio) di poter mettere "mano" all'opera per risolvere le problematiche che oggi hanno imposto le note limitazioni alla circolazione, con il divieto di transito per i mezzi oltre un certo peso. I lavori, nel dettaglio, riguarderanno il consolidamento dei piloni in cemento armato, mentre Anas continuerà il monitoraggio delle condizioni di stabilità degli impalcati in cemento armato precompresso, che saranno oggetto di un successivo intervento. "I lavori di consolidamento del Ponte Morandi, unitamente alla già avviata ricostruzione del ponte di contrada Petrusa - commenta La Mendola -, segneranno un passo importante . lungo un percorso per consentire alla città di Agrigento di uscire da quell'isolamento infrastrutturale determinato - non solo dai gravi ritardi nell'esecuzione della Ss 189 e dal mancato completamento della SS 640, per il collegamento della città dei Templi con Palermo e Caltanissetta - ma anche da una viabilità provinciale interna sempre più abbandonata al degrado". L'ok al progetto, precisano dal Genio civile, rientra all'interno di un nuovo "corso" in cui si cercherà di garantire un'approvazione veloce "dei progetti importanti per il riscatto sociale ed economico del territorio agrigentino, come quelli che - dice ancora La Mendola - , negli ultimi tre mesi, hanno già consentito la riapertura della cattedrale di San Gerlando, l'avvio dei lavori di ricostruzione del ponte di contrada Petrusa e, adesso, l'avvio dei lavori del primo stralcio del progetto per il consolidamento del viadotto Morandi". Sembrano, al momento, scomparse le varie e variopinte ipotesi di demolizione che pure aleggiavano fino a non molto tempo fa intorno al viadotto, per quanto ancora lontano sembra l'avvio degli interventi sull' "Akragas l", la porzione più grande e, probabilmente, più complessa da mettere in sicurezza.

FARAONE: "DISCARICHE, IL PIANO C'ERA GIÀ LA REGIONE IN RITARDO DI ALMENO UN ANNO".

"Le aree potenzialmente inquinanti sono 553 e non 511. Mancano le zone produttive per provincia" PALERMO. Una scelta "monografica" che si affida a temi concreti, studiati con specifici approfondimenti, per ripartire nella riflessione quotidiana da proporre ai siciliani. Davide Faraone, segretario regionale del Pd, prosegue nel suo viaggio-inchiesta sulle discariche siciliane in cui ha filmato quella che ritiene una situazione critica oltre misura: «c'è percolato ovunque. A nessuno interessa di una discarica chiusa venti anni fa» e, facendosi trovare in felpa verde, però non di osservanza salviniana, davanti alla videocamera, prova a mettere in fila gli elementi che più lo hanno colpito nel racconto che fa di questa vicenda, ma soprattutto accusa il governo regionale di non avere buona memoria "Coloro che stanno governando la Sicilia sconoscono molte di queste cose: «Musumeci dovrebbe sapere - ha proseguito Faraone nel video postato su Fb - che c'è un piano delle bonifiche aggiornato al 30 dicembre del 2016, basta andare sul sito della Regione per verificarlo» e ha aggiunto "talmente sanno che il piano esiste che a giugno hanno emesso un bando, poi pubblicato a novembre, di 35 milioni di euro, andato deserto. Sono le stesse risorse che dicono di aver trovato ora». Per il segretario renziano dem il governo regionale, avrebbe dovuto preoccuparsi già lo scorso anno di registrare al meglio le condizioni affinché il bando avesse un esito diverso rispetto a quello che poi invece ha avuto, mentre le discariche potenzialmente inquinanti sono 553 e non 511» assicura, aggiungendo: «mancano le aree produttive, divise per provincia, c'è un censimento preciso sulle aree su cui occorre fare la bonifica». Faraone sostiene insomma che la questione non è proprio recentissima e che già nel corso della legislatura passata, in cui il Pd ha espresso per cinque anni l'assessore all'Energia e ai Rifiuti. Il corso delle cose era tracciato: «Non ci accontentiamo dei titoli di giornale - ha aggiunto - e vogliamo andare in fondo fino a quando non si faranno gli interventi». Mani libere che lo stesso Faraone non poteva avere quando, pur scontrandosi in molte occasioni con il capo dell'esecutivo, Rosario Crocetta ha assicurato attraverso assessori e deputati della sua maggioranza, ampio sostegno al governo di centrosinistra. Ma adesso il nuovo corso impone un altro passo e per questo lo stesso ex sottosegretario incalza: !"Approfondiremo altre discariche a altri siti da bonificare - ha aggiunto - la Regione conosce dal 2016 la condizione altamente inquinante di siti e discariche non bonificate» ricordando come «con il Patto per il sud il governo Renzi ha determinato risorse economiche per l'ambiente. Da allora non è stato fatto nulla e la situazione è grave».



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