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rassegna stampa del 22 maggio 2019

Agrigentonotizie

Borse di studio, in pagamento delle somme: ecco quali

Sono in pagamento le somme delle borse di studio per l'anno 2012/13 e 2013/2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori della nostra provincia con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Per riscuotere le borse di studio, le famiglie interessate avevano presentato un'apposita istanza nel 2013 e nel 2014. Le somme accreditate possono essere riscosse negli sportelli della banca Unicredit su tutto il territorio nazionale, in base agli elenchi degli aventi diritto inviati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento.
Il settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione  ed Edilizia Scolastica" ha, infatti, adottato il relativo provvedimento di liquidazione che riguarda 5.364 allievi degli Istituti Superiori di Secondo grado per l'anno scolastico 2012/2013 e 6.443 studenti per l'anno scolastico 2013/2014. La liquidazione delle borse di studio è avvenuta dopo l'accreditamento da parte della Regione Siciliana della somma di oltre ottocentocinquantamila euro. Le borse di studio riguardano una quota delle spese sostenute per l'istruzione da parte delle famiglie che versavano in particolari condizioni economiche, così come previsto nei bandi della Regione Siciliana pubblicati nel 2013 e 2014. Le famiglie interessate potranno rivolgersi per ulteriori informazioni al settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica" in Via Demetra n. 1 ad Agrigento del Libero Consorzio, oppure chiamando lo 0922/593821 - 593818 - 593829, o recandosi nelle varie sedi Urp dell'Ente presenti nel territorio provinciale.

CorriereAgrigentino

Agrigento, assolto l'ex presidente della provincia Eugenio D'Orsi - Corriere Agrigentino

I giudici della Corte di Appello di Palermo, hanno ribaltato la sentenza di primo grado, e cancellato la condanna a 4 mesi di reclusione, a carico dell'ex presidente della Provincia Regionale (oggi libero Consorzio), Eugenio D'Orsi, che era accusato di corruzione per l'esercizio della funzione.
La vicenda riguarda le quaranta palme collocate nella sua villa di Montaperto. "Nessuna corruzione, quelle palme furono un regalo", aveva sempre sostenuto D'Orsi. Una tesi ora accolta dai giudici d'appello.

Giornale di Sicilia

Agrigento, la sentenza d'appello
Le palme alla Provincia
Assolto l'ex presidente


«Assoluzione perché il fatto non sussiste»: i giudici della Corte di Appello di Palermo ribaltano la sentenza di primo grado e cancellano la condanna a quattro mesi di reclusione per l'accusa di «corruzione per l'esercizio della funzione», che era stata inflitta in primo grado, l'11 maggio del 2017, all'ex presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D'Orsi. L'esponente politico del Movimento per l'autonomia, che ha commentato il lacrime il verdetto, era accusato di essersi fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, frazione agrigentina, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. I giudici di appello, ai quali si è rivolto il suo difensore, l'avvocato Daniela Posante, hanno cancellato il verdetto con una sentenza di assoluzione nel merito pur trattandosi di un reato, con ogni probabilità, prescritto in quanto commesso nove anni fa. «Non ha commesso alcun reato - ha sostenuto l'avvocato Posante -, manca la prova del collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra loro». Secondo i giudici di primo grado, D'Orsi era colpevole. «Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria» .  L'avvocato Posante contestava questa tesi perché «manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista»: i giudici le hanno dato ragione e hanno cancellato la condanna spazzando via ogni ombra. Per D'Orsi è, con ogni probabilità, la fine di un'odissea giudiziaria scandita da otto anni di processi nei quali ha affrontato decine di accuse di peculato, concussione, abuso di ufficio e truffa legati alla gestione dell'ente e a presunti abusi commessi nell'esercizio della sua funzione dai quali è stato sempre assolto con formula piena. Restava in piedi, fino ad oggi, la sola vicenda delle palme che adesso è caduta. «Non poteva esserci strada diversa che difenderci nelle aule di giustizia - ha commentato l'avvocato Posante - e la verità, alla fine, ha prevalso anche se non è stato facile. La soddisfazione - conclude - non è soltanto professionale ma anche umana perché so quanto ha sofferto in questo lunghissimo periodo». D'Orsi, in lacrime e con la voce rotta dall'emozione, parla di «enorme soddisfazione, capitolo triste che si chiude» e aggiunge: «Dedico la vittoria al mio avvocato che in tutti questi anni mi é stata vicina e non mi ha abbandonato». (*GECA*)

EX PROVINCIA
Al via il pagamento delle borse di studio

L'ex Provincia ha disposto il pagamento delle somme delle borse di studio dal 2013 al 2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Per riscuotere le borse di studio, le famiglie interessate avevano presentato un'apposita istanza nel 2013 e nel 2014. Il settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione" ha, infatti, adottato il relativo provvedimento di liquidazione che riguarda 5.364 allievi degli Istituti Superiori di Secondo grado per l'anno scolastico 2012/2013 e 6.443 studenti per l'anno scolastico 2013/2014. (* PAPI*) 

AGRIGENTONOTIZIE
Cronaca "NON SI FECE CORROMPERE DAL VIVAISTA CON QUARANTA PALME", ASSOLTO L'EX PRESIDENTE D'ORSI

In primo grado era stato condannato a quattro mesi di reclusione: secondo i giudici della Corte di appello non ci fu alcun accordo illecito
"Assoluzione perchè il fatto non sussiste": i giudici della Corte di appello ribaltano la sentenza di primo grado e cancellano la condanna a 4 mesi di reclusione, inflitta per l'accusa di "corruzione per l'esercizio della funzione" che era stata inflitta in primo grado, l'11 maggio del 2017, all'ex presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi. L'esperto uomo politico del Movimento per l'autonomia, che ha commentato il lacrime il verdetto, era accusato di essersi fatto dare da un vivaista quaranta palme del suo negozio, destinate alla sua villa di Montaperto, in cambio di un appalto consistente nella vendita all'ente di tutte le piante dell'attività, prossima alla chiusura. I giudici di appello, ai quali si è rivolto il suo difensore, l'avvocato Daniela Posante, hanno cancellato il verdetto con una sentenza di assoluzione nel merito pur trattandosi di un reato, con ogni probabilità, prescritto. "Non ha commesso alcun reato - ha sostenuto l'avvocato Posante -, manca la prova del collegamento funzionale tra le palme arrivate a casa sua e l'acquisto delle piante fatte dalla Provincia. Senza questo passaggio non esiste alcuna corruzione. Si tratta di due episodi del tutto sganciati fra loro". Secondo i giudici di primo grado, D'Orsi era colpevole. "Anche a voler credere alla tesi - è scritto nella sentenza di primo grado - che l'allora presidente della Provincia, Eugenio D'Orsi, abbia ricevuto un regalo senza alcun preventivo accordo (circostanza sulla quale si dubita per le "contraddizioni dette in aula" e per le dimensioni troppo ingombranti del dono), il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le quaranta palme lo rende colpevole di corruzione impropria". L'avvocato Posante contestava questa tesi perché "manca alcun nesso fra l'appalto e il dono del vivaista": i giudici le hanno dato ragione e hanno cancellato la condanna spazzando via ogni ombra. Per D'Orsi è, con ogni probabilità, la fine di un'odissea giudiziaria scandita da otto anni di processi nei quali ha affrontato decine di accuse di peculato, concussione, abuso di ufficio e truffa legati alla gestione dell'ente e a presunti abusi commessi nell'esercizio della sua funzione dai quali è stato sempre assolto con formula piena. Restava in piedi, fino ad oggi, la sola vicenda delle palme che adesso è caduta. "Sono felice ma è stata dura, non posso che ringraziare il mio legale per quanto ha fatto", commenta in lacrime alla lettura del verdetto.
  
SCRIVOLIBERO

IN PAGAMENTO LE BORSE DI STUDIO 2012/2013 E 2013/2014 PER GLI STUDENTI DELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA PROVINCIA

   Sono in pagamento le somme delle borse di studio per l'anno 2012/13 e 2013/2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori della nostra provincia con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Per riscuotere le borse di studio, le famiglie interessate avevano presentato un'apposita istanza nel 2013 e nel 2014. Le somme accreditate possono essere riscosse negli sportelli della banca Unicredit su tutto il territorio nazionale, in base agli elenchi degli aventi diritto inviati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica" ha, infatti, adottato il relativo provvedimento di liquidazione che riguarda 5.364 allievi degli Istituti Superiori di Secondo grado per l'anno scolastico 2012/2013 e 6.443 studenti per l'anno scolastico 2013/2014. La liquidazione delle borse di studio è avvenuta dopo l'accreditamento da parte della Regione Siciliana della somma di oltre ottocentocinquantamila euro. Le borse di studio riguardano una quota delle spese sostenute per l'istruzione da parte delle famiglie che versavano in particolari condizioni economiche, così come previsto nei bandi della Regione Siciliana pubblicati nel 2013 e 2014. Le famiglie interessate potranno rivolgersi per ulteriori informazioni al settore "Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica" in Via Demetra n. 1 ad Agrigento del Libero Consorzio, oppure chiamando lo 0922/593821 - 593818 - 593829, o recandosi nelle varie sedi Urp dell'Ente presenti nel territorio provinciale.

LA SICILIA
LIBERO CONSORZIO In pagamento le borse di studio 2012/2013 e 2013/2014

   Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento informa che sono in pagamento le somme delle borse di studio per gli anni 2012/13 e 2013/2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori della nostra provincia con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Per riscuotere le borse di studio, le famiglie interessate avevano presentato un'apposita istanza nel 2013 e nel 2014. Le somme accreditate possono essere riscosse negli sportelli della banca Unicredit su tutto il territorio nazionale, in base agli elenchi degli aventi diritto inviati dal Libero Consorzio Comunale di Agrigento. Il Settore Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica ha, infatti, adottato il relativo provvedimento di liquidazione che riguarda 5.364 allievi degli Istituti Superiori di Secondo grado per l'anno scolastico 2012/2013 e 6.443 studenti per l'anno scolastico 2013/2014 .

L'ATI BATTE CASSA A GIRGENTI ACQUE
nessun passo avanti è stato fatto sul futuro della gestione delle risorse idriche

L'Ati batte cassa con la Girgenti Acque riscattando la polizza fideiussoria e la società, sotto gestione commissariale, accusa il colpo. La comunicazione della vicenda definita "delicata" è stata fatta dal sindaco di Sciacca e presidente dell'Ati. Francesca Valenti. I fatti sono questi: l'Assemblea territoriale idrica vanta un credito di oltre 830mila euro nei confronti del gestore (o ex tale) per canoni non versati. Così l'Ati chiede l'escussione della polizza fidejussoria, la somma che viene posta a "garanzia" di un appalto, di fatto. Un percorso che i commissari prefettizi cercano di fermare, sostenendo che le somme non siano dovute. Anche l'istituto di credito presso cui si trovano i soldi in un primo momento non concede le somme, ma, dopo un incontro in Prefettura e le sollecitazioni dell'avvocato dell'Ati, cambia di fatto parere e annuncia la volontà di versare le somme "pur non ritenendo pienamente condivisibili" le ragioni dell'Assemblea:Un percorso complesso rispetto al quale il presidente Valenti ha voluto confrontarsi con i sindaci chiedendo, di fatto, se era opportuno proseguire su questa strada o no. La risposta è stata sì, anche perché questa vicenda rappresenta un'altra "freccia" a disposizione del percorso di risoluzione, dato che il mancato pagamento di questo canone mensile è condizione di risoluzione espressa. Anzi, c'è chi ha chiesto di più: il sindaco di Raffadali, nell'avanzare il rischio di una nuova crisi idrica dovuta ad una gestione non ottimale dell'azienda (che perderebbe, dice almeno 300mila euro al mese) ha anzi proposto - senza trovare appoggi - di chiedere che la gestione della Girgenti acque passasse all'Ambito. Ma è proprio sul tema del futuro della gestione che si sono registrati problemi principali, perché i sindaci hanno potuto riscontare per l'ennesima volta che non si sono fatti passi avanti concreti. Innanzitutto non ve ne sono di consumati sulla concessione o meno, dei diritti previsti dall'articolo 147 del testo unico ambientale per la gestione diretta: l'Ati non ha ancora ricevuto le relazioni dai comuni richiedenti e stava valutando solo ora di individuare una data di "scadenza' in tal senso, nonostante l'Assemblea, avesse chiesto di finire tutto entro i 30 di maggio. Ma non solo, sebbene, come annunciato, Valenti ha confermato che la speciale commissione interna dall'Ati aveva individuato la cosiddetta "società consortile speciale" come nuova forma di gestione, allo stesso modo, incalzata dai sindaci, ha spiegato che non è stato posto in essere nessun atto. Per questo l'Assemblea ha chiesto che si proceda alla revisione del piano d'ambito e alla creazione di un "business pian" che possano consentire una programmazione sul futuro. Entro quando? Lo scopriremo.

 Ribaltata la sentenza di condanna a 4 mesi di reclusione emessa dal Tribunale di Agrigento.

PROCESSO "PALME": ASSOLTO EUGENIO D'ORSI Il reato contestato all'ex presidente della Provincia Regionale era di corruzione per l'esercizio della funzione. Con la formula "perché il fatto non sussiste", i giudici della Corte di Appello di Palermo, hanno ribaltato la sentenza di primo grado e cancellato la condanna a 4 mesi di reclusione a carico dell'ex presidente della Provincia Regionale (oggi Libero Consorzio), Eugenio D'Orsi, che era accusato di corruzione per l'esercizio della funzione. La vicenda riguarda le "famose" palme collocate nella sua villa, sotto l'abitato della frazione di Montaperto. Ed è una "costola" del processo già concluso da tempo e nel quale D'Orsi è stato assolto per la gran parte dei capi di imputazione, a cui era chiamato a rispondete: decine di accuse di peculato, concussione, abuso di ufficio e truffa legati alla gestione dell'Ente, e a presunti abusi commessi nell'esercizio della sua funzione. A restare in piedi, fino a ieri, la sola vicenda delle palme. In origine l'accusa era di peculato, ma successivamente il Tribunale, con un'ordinanza, aveva rimesso gli atti al pubblico ministero, ritenendo che il capo di imputazione dovesse essere quello di corruzione per l'esercizio della funzione. Allora il Pm sosteneva, che il fatto stesso di avere accettato e di non avere rispedito indietro le palme lo rendeva colpevole di corruzione impropria, e poi l'intervista dell'allora presidente della Pro­vincia alla trasmissione "Le. Iene", quando parlava di regalo, equivaleva ad una confessione. Una rico­struzione accolta dal Tribunale di Agrigento, era 1'11 maggio del 2017, e D'Orsi venne condannato a quattro mesi. I giudici di Appello, ai quali si è rivolto il suo difensore, l'avvocato Daniela Posante, ieri hanno cancellato quel verdetto con una sentenza di assoluzione nel merito, pur trattandosi di un reato, con ogni probabilità, prescritto. Dopo le lettura della sentenza di assoluzione, l'ex amministratore provinciale è scoppiato in lacrime e si è detto «felice, anche se è stata dura»

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