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rassegna stampa del 4 luglio 2019

Giornale di Sicilia

Ati e gestione idrica, scontro politico

Si punterebbe a una società per azioni a gestione pubblica. Critiche dai Cinque Stelle

Il Consiglio d'amministrazione dell'Ati, l'assemblea idrica di Agrigento, presieduta dal sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, sembrerebbe puntare ad una società per azioni a totale capitale pubblico quale forma di gestione per il dopo Girgenti acque. Insorgono i parlamentari del Movimento cinque stelle eletti in provincia: Matteo Mangiacavallo, Giovanni Di Caro, Filippo Perconti, Michele Sodano,  Rosalba Cimino e Rino Marinello. «Sarebbe una scelta folle e irresponsabile - commenta la deputazione pentastellata - visto che in nessuna parte d'Italia le gestioni dell'acqua con Spa sono state mai efficaci, efficienti ed economiche. Sono sempre state un danno per i cittadini e non è mai cambiato nulla se il capitale delle società era pubblico o privato, l'acqua resta privata con le Spa, e le tre "E" (efficienza, efficacia ed economicità) non vengono mai rispettate. Ce lo insegna la storia». Quello che viene contestato all'assemblea idrica è praticamente il fatto che si stia pensando a «clonare» Girgenti acque. « Si vorrebbe praticamente cambiare solo il nome a Girgenti acque - afferma Matteo Mangiacavallo - che, anche grazie alla politica, veniva qualificata come "assumificio" dall'ex procuratore della Repubblica, Ignazio Fonzo. Figuriamoci cosa potrebbe accadere con un'altra Spa, tutta nelle mani degli amministratori locali. In pratica, sarebbe molto più semplice trasferire il "fardello " che era stato creato con la Girgenti Acque dentro la nuova società. E ovviamente non  cambierebbe nulla per le tasche dei cittadini dell'agrigentino». La deputazione pentastellata poi ricorda che: «Nel 2011 abbiamo votato per l'acqua pubblica - continua Filippo Perconti - e non può esserci acqua pubblica se a gestirla è una società per azioni. La società per azioni è un "ente di diritto privato" e non importa se il capitale è pubblico. La Società per azioni persegue, per istituzione, lo scopo di fare utili e non possiamo accettare che con l'acqua si pensi ancora a fare utili». Acqua pubblica dunque. «Non possiamo ammettere forme di gestioni diverse dalle aziende speciali consortili, da quelle esercitate da unioni diComunio dai Comuni in forma diretta - commentano i deputati agrigentini - lo diceva la legge regionale 19/2015 poi impugnata dal Governo Renzi e lo dice anche la proposta di Legge a firma Federica Daga del M5S, in discussione adesso alla Camera dei deputati.Tornare alle Spa sarebbeun contro senso, oltre che una beffa per i cittadini». «Abbiamo faticato oltre 10 anni per liberarci della Girgenti Acque - conclude Giovanni Di Caro - e, dopo l'intervento di Prefettura e Magistratura, non abbiamo intenzioni di resuscitarla in alcun modo. I cittadini i sindaci dell'Ati si oppongano a questa scelta scellerata del Cda che probabilmente vuole creare nuovi carrozzoni». Nelle scorse settimane, su questo argomento era intervenuto il coordinamento «Titano» di cui fanno parte diverse associazioni civiche e di tutela dei consumatori, che aveva chiesto le dimissioni del direttivo dell'Ati idrico. «L'assemblea dei sindaci - dice il coordinatore Gaetano Milioto - si appresta ad esaminare lo Statuto di due possibili società che potrebbero essere create per il dopo Girgenti acque: una Spa oppure la tanto invocata e mai raggiunta Azienda Speciale Consortile. Ma la domanda sorge spontanea: non era stato deliberato dal direttivo e poi dal Tavolo Tecnico di andare verso l'Azienda Speciale Consortile?. La strada privilegiata potrebbe essere quella dell'azienda consortile speciale, che sarà però un cammino estremamente lungo. Lo statuto di questa azienda pubblica, anche una volta individuati gli organi che la dovranno comporre, approvati gli atti formali di costituzione eccetera, dovrà passare in ben 43 Consigli comunali, il che si traduce, a spanne, in almenounannodi attesa. Tutto questo mentre sono fermi al palo i finanziamenti in Sicilia per le reti idriche». (* PAPI*)

SiciliaTv

"Cooperare per un mondo più sano": medici e veterinari a confronto ad Agrigento

Angela Sorce
Si parlerà della stretta connessione fra medicina umana e veterinaria nel prevenire molte malattie infettive e migliorare lo stato di salute della popolazione dopodomani, venerdì 5 luglio, in occasione dell'incontro-seminario dal titolo "Cooperare per un mondo più sano".
L'evento, organizzato dal Servizio di Internazionalizzazione e Ricerca Sanitaria e dall'Unità operativa di Formazione e politiche sanitarie dell'ASP di Agrigento con il patrocinio del Libero Consorzio Comunale, rappresenta un focus sul tema della cooperazione sanitaria.
Il dibattito, con inizio alle ore 8.30 presso l'aula "Pellegrino", in via Acrone, ad Agrigento, sarà aperto non solo a una platea di addetti ai lavori, formata da medici e veterinari, ma a tutta la cittadinanza che vorrà approfondire la conoscenza del tema trattato.

Siciliaonpress

Ugl, da Ars responsabilità per varo norma ex province e Tpl

Politica
Ugl, da Ars responsabilità per varo norma ex province e Tpl
Siamo certi che il parlamento siciliano saprà con senso di responsabilità approvare nelle prossime ore la norma che sblocca le risorse per garantire il trasporto pubblico locale siciliano fino al 31 dicembre 2019. Ad affermarlo Giuseppe Scannella, Segretario regionale Ugl Autoferrotranvieri. Dopo la corsa ad ostacoli del governo regionale che ha portato alla revisione degli accordi scellerati sottoscritti a perdere dal precedente esecutivo siciliano ed al varo della norma da parte del parlamento nazionale, - prosegue Scannella - adesso tocca all'Assemblea regionale siciliana fare la sua parte per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini ed il rilancio dei territori dell'Isola, avviando i cantieri per gli interventi infrastrutturali. La norma, contenuta nel cosiddetto "collegato" in discussione a Sala d'Ercole potrà e dovrà essere votata con immediatezza dai deputati siciliani senza indugi - chiarisce Giuseppe Messina, Segretario regionale Ugl sicilia - senza barricate inutili, da maggioranza e minoranza perché di interesse generale e tocca tutti i siciliani. In gioco - conclude Messina - quanto di buono realizzato ad oggi, attraverso una complessa mediazione, dal Governatore Musumeci e dall'assessore all'economia Armao con la revisione dell'accordo, diventato norma nazionale, che dispone 150 milioni di euro alla Regione nel complesso, di cui 100 per le ex Province e 48 circa per il trasporto pubblico locale unitamente a delle norme finalizzate all'approvazione dei bilanci degli enti di area vasta e allo sblocco di quasi mezzo miliardo di euro di investimenti infrastrutturali.

LA SICILIA
BENI CULTURALI E' ARRIVATA LA FIRMA, ROBERTO SCIARRATTA È IL NUOVO DIRETTORE DEL PARCO ARCHEOLOGICO

   Espresso «apprezzamento» per la proposta, datata 12 marzo 2019. g.s.) Roberto Sciarratta è il nuovo direttore de Parco Archeologico della Valle dei Templi. A distanza di settimane dal primo annuncio da parte della Regione avvenuto attraverso una nota stampa ufficiale che però non aveva avuto esiti. Basti dire che la proposta di conferimento dell'incarico, da sottoporre alla Giunta regionale, risale al 7 marzo ed è stata "apprezzata" dall'amministrazione Musumeci solamente il 27 giugno. Se si attendesse prima il completamento delle procedure ad esempio perla creazione di un unico Settore che, come abbiamo spiegato, radunerà tutti i beni culturali sotto un'unica guida amministrativa non lo sappiamo, fatto sta che la nuova governance è adesso operativa e operante, per quanto il Parco non abbia di fatto risentito di alcuna fase di vacatio. Anzi. Il direttore uscente, Giuseppe Parello, oggi presenzierà alla conferenza stampa di presentazione degli eventi estivi della Valle e in queste settimane si è molto prodigato con uno degli appuntamenti più importanti come la sfilata di Dolce e Gabbana. Anzi, in tal senso è stata diffusa una notizia proprio ieri che smonta le polemiche furibonde di questi giorni per la presenza all'il1­temo del tempio di Giunone della passerella della sfilata. La struttura, posizionata sotto l'occhio attento del Parco e con tanto di staff di restauratori al seguito, rimarrà a disposizione fino al 15 settembre e consentirà di visitare il tempio dall'interno. "Si potrà dunque ammirare la cella e percorrere la peristasi - dice il Parco -, si potranno cogliere l'essenza del monumento e tutte le sue trasformazioni, da luogo di culto per la religione dei Greci a importante centro della cristianità". L'accesso non sarà comunque aperto a tutti, trattandosi di un sito comunque delicato. Sono state infatti programmate delle visite straordinarie su prenotazione per gruppi di 30 persone con la guida esperta di un archeologo.

GESTIONE IDRICA AD UNA SPA? PIOGGIA DI CRITICHE

La protesta. Prende posizione la deputazione agrigentina del M5s, i movimenti per l'acqua si appellano ai sindaci "Fuoco incrociato" del Movimento 5 Stelle contro la decisione del direttivo Ati di puntare sulla Spa pubblica come forma di gestione del servizio idrico. Se come abbiamo spiegato dovrà essere l'assemblea e i Consigli comunali a prendere la decisione in tal senso, i parlamentari del M5S eletti in provincia di Agrigento Matteo Mangiacavallo, Giovanni Di Caro, Filippo Perconti, Michele Sodano, Rosalba Cimino e Rino Marinello scendono in campo definendo l'idea una "scelta folle e irresponsabile visto che in nessuna parte d'Italia le gestioni dell'acqua con Spa sono state mai, efficaci, efficienti ed economiche: Sono sempre state un danno per i cittadini e non è mai cambiato nulla se il capitale delle società era pubblico o privato, l'acqua resta privata con le Spa". L'accusa, non velata, è che si voglia di fatto "solo cambiare il nome alla Girgenti Acque che, anchegrazie alla politica, veniva qualificata come 'assumificio' dall'ex procuratore aggiunto Fonzo. Figuriamoci - dice il parlamentare regionale Matteo Mangiacavallo - cosa potrebbe accadere con un'altra Spa, tutta nelle mani degli amministratori locali. In pratica, sarebbe molto più semplice trasferire il 'fardello' che era stato creato con la Girgenti Acque dentro la nuova società. E ovviamente non cambierebbe nulla per le tasche dei cittadini dell'agrigentino". I parlamentari sostengono non si possano "ammettere forme di gestioni diverse dalle aziende speciali consortili, da quelle esercitate da unioni di comuni o dai comuni in forma diretta", come del resto già individuato dalla legge regionale sull'acqua, la 15 del 2015, o almeno quanto ne è rimasto dopo la "scure" della Corte Costituzionale. Tornare alle Spa sarebbe quindi per i parlamentari "un controsenso, oltre che una beffa per i cittadini. Abbiamo faticato oltre 10 anni per liberarci della Girgenti Acque Spa - conclude Giovanni De Caro _ e, dopo l'intervento di Prefettura e magistratura, non abbiamo intenzione di resuscitarla in alcun modo. I cittadini e i sindaci dell'Ati si opppongono a questa scelta scellerata del Cda che probabilmente vuole creare nuovi carrozzoni". Tace al momento l'Ati, che attende la data in cui sarà convocata l'assemblea per la prima discussione sul tema. Con i movimenti per l'acqua pubblica pronti alla guerra le premesse, comunque, non sono buone.

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