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rassegna stampa del 7 Agosto 2019

Province d'Italia

Province, ripresi i lavori del tavolo per la riforma - Unione Province d'Italia

UPI "Basta indugi, urgente dare risposte ai territori"
"La riapertura dei lavori del tavolo per noi è fondamentale, ma adesso bisogna procedere spediti e arrivare alla conclusione entro settembre: basta indugi, i territori hanno bisogno di risposte urgenti, sia dal punto di vista istituzionale che finanziario".
Lo dichiara il Presidente dell'UPI  Michele de Pascale, al termine della riunione del Tavolo per la revisione della riforma delle Province, che ha ripreso i lavori oggi al Ministero dell'Interno.
"Le nostre priorità sono chiare: le Province devono avere funzioni certe, che valorizzino il ruolo di semplificazione e di motore degli investimenti locali tipici di questa istituzione. La Costituzione deve guidarci in questa opera di revisione, dando piena attuazione all'articolo 119, che assicura autonomia finanziaria agli enti territoriali e sancisce il principio secondo cui alle funzioni devono corrispondere le risorse adeguate ad assicurare ai cittadini servizi efficienti.
Ribadiamo - sottolinea de Pascale - che quello che si sta facendo, in un tavolo in cui siedono Governo e rappresentanze di tutte le istituzioni territoriali - Regioni, Comuni, Città metropolitane e Province -  è definire delle linee comuni e condivise per risolvere quelle criticità che da troppi anni stanno pesando sui territori e le comunità. Per questo ci aspettiamo che entro la fine di settembre si arrivi ad approvare le Linee guida per la revisione della riforma delle Province, con il pieno sostegno di tutto il Governo.
Una questione che ormai è ritenuta sui territori urgente, come dimostrano le migliaia di sottoscrizioni da parte dei Sindaci di tutta Italia di documenti a sostegno delle Province, che in queste settimane stiamo raccogliendo e che a settembre consegneremo ufficialmente al Tavolo del Ministero dell'Interno".
Barbara Perluigi

GrandangoloAgrgento

Bando di gara lavori Sp 79 Sciacca-Menfi: scadenza il 5 settembre

Dovranno pervenire entro le ore 12:00 del giorno 5 settembre 2019 le offerte per partecipare al bando di gara per i lavori di eliminazione delle condizioni di pericolo per il ripristino della regolare transitabilità sulla S.P. n. 79/A "Sciacca - Menfi". I lavori si svolgeranno in una parte del tratto stradale, colpita da eventi atmosferici avversi negli anni passati. In particolare è stata riscontrata la carenza di opere di protezione e di manufatti atti a mantenere l'integrità delle scarpate, circostanza che rappresenta situazioni di pericolo per il transito veicolare. La progettazione prevede una paratia di pali al Km. 0+650 con trave di irrigidimento terminale. E' prevista la realizzazione di "gabbionate metalliche" per ricostituzione scarpate, il rifacimento di tratti di cassonetto stradale completamente dissestato, il ripristino in sagoma delle sedi stradali deformate con bitume. I lavori comprendono anche il rifacimento del manto di usura stradale e la realizzazione di nuove barriere di protezione.
L'importo complessivo dell'appalto è di 593.669,35 euro, di cui € 12.384,16 per gli oneri per l'attuazione dei piani della sicurezza non soggetti a ribasso. La procedura è gestita integralmente in modalità telematica e pertanto verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il Portale Appalti.
L'apertura delle offerte avverrà nella prima seduta pubblica il giorno 09/09/2019 alle ore 9:00  nella sala Gare della Provincia Regionale di Agrigento in Via Acrone n. 27.
I lavori sono finanziati con fondi dell'Assessorato delle Infrastrutture e della Mobilità della Regione Siciliana concernente l'Accordo di Programma Quadro ( APQ), a seguito della firma del decreto n. 3812 dell' 11/12/2012. La ditta aggiudicataria avrà 365 giorni di tempo per concludere i lavori a partire dalla data di consegna dei lavori. La documentazione completa del bando di gara è visionabile nella sede dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Provincia Regionale di Agrigento nella Piazza Aldo Moro n. 1, oppure nel portale gare e nella home page del sito della Provincia www.provincia.agrigento.it .

Sicilia, in arrivo 100 milioni di euro per le ex Province
di Redazione Pubblicato il Ago 6, 2019

In arrivo cento milioni di euro per le ex Province siciliane. La Conferenza Regione-Autonomie locali, riunitasi con la presidenza dell'assessore alle Autonomie locali della Regione siciliana, Bernardette Grasso, su delega del governatore Nello Musumeci, ha dato parere positivo alla ripartizione delle somme per il 2019 tra gli enti di area vasta dell'Isola. Le risorse, che rientrano nell'Accordo integrativo firmato nel maggio scorso tra Regione e Stato, saranno subito ripartite: per una quota pari all'80 per cento destinate alla 'spesa corrente', mentre il restante 20 per cento verrà suddiviso all'atto della definizione dei consuntivi.
"Questa boccata di ossigeno - evidenzia Musumeci - non risolve, come tutti sappiamo, il problema legato alla stessa sopravvivenza delle nove ex Province siciliane". "Lo Stato ci dica finalmente cosa intende fare degli enti intermedi - prosegue il governatore siciliano -. E non solo in termini di finanza locale. Ci dica Roma a chi vuole affidare le competenze delle Province (a cominciare dai 17mila chilometri di strade) e che sorte vuole riservare alle migliaia di dipendenti, costretti a vivere nell'emergenza".
Per garantire l'erogazione degli stipendi, particolare riguardo si è avuto per il Libero consorzio comunale di Siracusa, che versa nello stato di maggiore necessità e al quale sarà trasferita anche un'anticipazione a valere sulle somme destinate al pagamento dei mutui.
"Sono soddisfatta - sottolinea l'assessore Grasso - per il risultato raggiunto durante l'incontro odierno. Dopo aver trasferito negli scorsi mesi, con la legge di stabilità, 102 milioni di euro per Città metropolitane e Liberi consorzi, adesso sblocchiamo ulteriori importanti risorse che le ex Province potranno utilizzare per assicurare ai territori le funzioni essenziali e chiudere i bilanci".

Gds

Dalla Regione in arrivo 100 milioni per le ex Province siciliane

In arrivo cento milioni di euro per le ex Province siciliane. La Conferenza Regione-Autonomie locali - riunitasi con la presidenza dell'assessore alle Autonomie locali Bernadette Grasso, su delega del governatore Nello Musumeci - ha infatti dato parere positivo alla ripartizione delle somme per il 2019 tra gli enti di area vasta dell'Isola.
Le risorse, che rientrano nell'Accordo integrativo firmato nel maggio scorso tra Regione e Stato, saranno subito ripartite: per una quota pari all'80 per cento destinate alla 'spesa corrente', mentre il restante 20 per cento verrà suddiviso all'atto della definizione dei consuntivi.
«Questa boccata di ossigeno - evidenzia il presidente della Regione - non risolve, come tutti sappiamo, il problema legato alla stessa sopravvivenza delle nove ex Province siciliane. Lo Stato ci dica finalmente cosa intende fare degli enti intermedi. E non solo in termini di finanza locale. Ci dica Roma a chi vuole affidare le competenze delle Province (a cominciare dai 17 mila chilometri di strade) e che sorte vuole riservare alle migliaia di dipendenti, costretti a vivere nell'emergenza».
Per garantire l'erogazione degli stipendi, particolare riguardo si è avuto per il Libero consorzio comunale di Siracusa, che versa nello stato di maggiore necessità e al quale sarà trasferita anche un'anticipazione a valere sulle somme destinate al pagamento dei mutui.
Ex Province, Musumeci proroga i commissari sino al 31 maggio
«Sono soddisfatta - sottolinea l'assessore Grasso - per il risultato raggiunto durante l'incontro odierno. Dopo aver trasferito negli scorsi mesi, con la legge di stabilità, 102 milioni di euro per Città metropolitane e Liberi consorzi, adesso sblocchiamo ulteriori importanti risorse che le ex Province potranno utilizzare per assicurare ai territori le funzioni essenziali e chiudere i bilanci».

Giornale di Sicilia

Le soluzioni
L'emergenza e i salti mortali dei sindaci

Nonostante le difficoltà in città la percentuale della differenziata si attesta al 70 per cento
Paolo Picone
La calda estate sul fronte dei rifiuti, con l'emergenza discariche sature, sta mettendo in ginocchio le amministrazioni comunali costrette a fare i salti mortali per trovare soluzioni alternative al conferimento. Succede, come avvenuto anche ad Agrigento nei giorni scorsi, che saltino i turni di raccolta e qualche volta ci si dimentichi di ritirare l'umido in qualche zona. Ma tutto ciò non può inficiare il buon lavoro che il sindaco, Lillo Firetto, ed il suo assessore all'Ecologia, Nello Hamel, stanno facendo per fare di Agrigento una città civile. L'ente alla data del 31 luglio aveva esaurito la capacità di conferimento di 100 tonnellate di spazzatura, che la Regione aveva autorizzato a conferire in discarica soltanto 20 giorni prima. Per cui è stato necessario chiedere un'autorizzazione aggiuntiva considerando che, in presenza di un aumento di almeno 20.000 nuovi soggiornanti in città conseguenti ai flussi turistici ed al ripopolamento delle abitazioni stagionali si produce un quantitativo maggiore di rifiuti. La Regione ha autorizzato soltanto 100 tonnellate invece delle 150 richieste. Secondo l'assessore Hamel però, tutto ciò non ha stravolto il trend di percentuali della raccolta differenziata. «Il Comune di Agrigento - dice Hamel - ormai da mesi registra una percentuale di differenziazione che si attesta sul 70 per cento. Grazie ad un costante monitoraggio del lavoro delle ditte incaricate, la raccolta di plastica, carta, cartone, vetro, metalli, umido naviga su percentuali altissime, mentre, di mese in mese, si erode la consistenza della frazione del secco residuo». Secondo l'assessore Hamel: «Agrigento in Sicilia è il primo capoluogo di provincia per l'alta percentuale di differenziazione di rifiuti che, tra l'altro, determina la corresponsione di un consistente introito per la vendita dei prodotti ai consorzi del riciclo». Il Comune, infatti, attraverso la vendita alle ditte di conferimento specializzate del prodotto differenziato, ricava un utile che dovrebbe poi servire ad abbassare il costo della Tari cosa che non avviene spesso perché se da un lato diminuisce il quantitativo di rifiuto indifferenziato, dall'altro lato l'ente è costretto a sopportare maggiori costi di trasporto e listino prezzi legati al conferimento nelle lontane discariche della provincia di Trapani o di Catania. L'assessore Hamel da una parte elogia i cittadini virtuosi e dall'altra «bacchetta» gli incivili. «La formidabile performance della differenziata agrigentina è ancor più apprezzabile - spiega Hamel - perché viene mantenuta anche nei mesi estivi quando, in altre località turistico/ balneari si registra un abbattimento percentuale anche di notevole consistenza». Ma nonostante le sanzioni elevate dalla Polizia Locale, in molti continuano ad abbandonare i rifiuti in strada. Questa volta, le telecamere dei vigili urbani, hanno immortalato diverse persone che, incuranti del danno cagionato, accostano le vetture nell'area dell'isola ecologica di prossimità di contrada Gibisa, sulla strada statale 115, subito fuori il quartiere del Villagio Mosè e depositano la spazzatura. Emblematico il filmato che immortala un automobilista, che a bordo della sua lussuosa berlina, apre il capiente bagagliaio e scarica in strada i grandi sacchi pieni di rifiuti, alimentando così la discarica. La zona è stata ripulita qualche giorno fa. E ieri sono tornati gli «incivili» della differenziata. Questa volta, però, sono stati incastrati dalle telecamere. (* PAPI*)

Il piano della Regione
Ravanusa, la discarica di Chiarchiaro sarà bonificata

C'è anche la discarica di contrada Chiarchiaro a Ravanusa tra le 511 dismesse in Sicilia, che saranno oggetto di lavori di bonifica. Il governo regionale, guidato da Nello Musumeci sta infatti accelerando sulle procedure che porteranno alla bonifica del sito. Potranno, infatti, essere chiusi immediatamente, in via amministrativa, i siti sparsi in tutto il territorio. Il costo per la bonifica della discarica si aggira attorno a due milioni di euro. Un passaggio fondamentale che risolve i vari dubbi giuridici che avevano bloccato decine di operazioni di risanamento. È quanto prevede una delibera  - approvata dalla Giunta regionalesu proposta dell'assessore all'Energia e servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon - che di fatto garantisce una forte accelerata al maxi Piano di bonifiche del governo siciliano. I problemi erano nati perché molte discariche dismesse erano state realizzate quando la normativa era più permissiva e la procedura di chiusura non era stata ancora disciplinata. Le regole sono state introdotte nel 2003, quando la nuova legge ha stabilito che spetta al Comune chiudere l'iter con un provvedimento che segna il passaggio dalla gestione operativa a post-operativa. Per molte vecchie discariche, però, questo dato è assente e la mancanza di una data certa ha causato gravi ritardi. Ecco perché il governo Musumeci è intervenuto in via amministrativa. «Accadeva di perdersi in lungaggini e dubbi interpretativi - spiega l'assessore Pierobon - che di fatto bloccavano l'iter per la messa in sicurezza dei territori. Con questa delibera introduciamo un criterio chiaro che sbloccherà numerosi procedimenti». Il governo siciliano si è mosso sulla scia di quanto fatto anche da altre Regioni come l'Emilia Romagna, che ha stabilito che l'avvio della gestione post- operativa decorra dalla data di  conclusione dei conferimenti o dal termine degli interventi di copertura definitiva. Dunque, anche in Sicilia, il Comune territorialmente competente attesterà che i conferimenti siano cessati prima dell'entrata in vigore dalla legge del 2003 e, dove non disponibile il dato, si potrà fare riferimento al termine degli interventi di copertura definitiva individuati. Una volta chiusa la discarica in via amministrativa, si potrà procederà alle  indagini e alle verifiche per accertarelo stato di contaminazione e infine avviare gli interventi di bonifica ». (* PAPI*)


LA SICILIA

SERVIZI.
Ancora tutto fermo per quanto concerne la pulizia delle spiagge libere del litorale

IL CASO. Il Comune avrebbe dovuto bonificare i quasi 24 km di costa.
(g.c.) Ancora tutto fermo per quanto concerne la pulizia delle spiagge libere della costa licatese. L'ultimo passaggio è di qualche settimana fa quando era stato annunciato che alla bonifica dei quasi ventiquattro chilometri di litorale avrebbe pensato il Comune con un intervento proprio dopo che RTI Iseda e Associati ha rinunciato al contratto per i servizi di igiene ambientale. Da allora sulla questione sembra essere calato un tombale silenzio e la prima decade di Agosto è ormai agli sgoccioli. Come noto, il Comune aveva autorizzato lo stanziamento di un importo di poco superiore a 44mila euro per far fronte all'intervento di bonifica delle porzioni di arenili sabbiosi non sottoposti a concessione demaniale dall'assessorato regionale. Punto morto che perdura ormai da una decina di giorni. L'impressione è che al Comune non sia  pervenuta alcuna manifestazione di interesse all'espletamento del servizio. Alla luce dei cronici ritardi dei pagamenti da parte degli Enti pubblici, le ditte private spesso preferiscono mantenersi alla larga. Come si ricorderà, da Palazzo di Città nei mesi scorsi era partita una richiesta nei confronti dell'ex Provincia per capire se l'Ente intermedio fosse nelle condizioni di poter intervenire per bonificare gli arenili sabbiosi in vista della stagione estiva. La risposta della Provincia è stata quella attesa: non ci sono risorse per far fronte all'intervento. Il Comune aveva pertanto pensato di sostituirsi al Libero Consorzio di Agrigento nella pulizia delle spiagge libere salvo poi rivalersi sull'ex Provincia decurtando i trasferimenti obbligatori che intercorrono annualmente tra i due Enti, scorporando il costo del servizio. Ma ad oggi 7 Agosto - malgrado le continue invocazioni di bagnanti e titolari di stabilimenti balneari - non c'è traccia di mezzi all'opera per la pulizia degli arenili sabbiosi. Così come è andata definitivamente in archivio la questione bagnini. Anche per questa stagione estiva, nessun guardaspiaggia sulle torrette di avvistamento e vigilanza "delegata" agli stessi bagnanti.


SITI ARCHEOLOGICI, LA PRO LOCO CURA L'APERTURA
L'ITINERARIO. Si visitano la Grangela, il rifugio antiaereo, la Tholos, il teatro Re e il chiostro di San Francesco.
Aperti i principali siti archeologici a cura della Pro Loco. L'offerta prevede la possibilità di visita alla Grangela, al rifugio antiaereo di via Guglielmo Marconi, alla Tholos, al teatro Re e al chiostro San Francesco. La postazione fissa sarà nei siti di via Marconi, mentre gli altri due siti verranno aperti durante le visite. La fascia oraria di fruizione è quella dalle 18 alle 21 dal martedì alla domenica. Come detto, a sobbarcarsi la gestione sarà solo la Pro Loco. Le associazioni che avevano partecipato al bando per la gestione erano Pro Loco, Gruppo Archeologico Finziade e associazione Archeologica licatese. Da quanto abbiamo avuto modo di apprendere, il Comune avrebbe escluso la Finziade per incompatibilità del presidente, Maurizio Cantavenera, che tra l'altro da quanto ci risulta è il dipendente comunale che ha firmato le carte per l'agibilità dei siti. In un primo momento sembrava essere stato trovato un punto d'incontro per una gestione congiunta tra Pro Loco e associazione Archeologica licatese con quest'ultima che ha poi però deciso di rinunciare. Con una necessaria sforbiciata agli orari visto che la Pro Loco dovrà gestire tutto l'intero "pacchetto". Una soluzione è stata comunque trovata e - a differenza dell'anno passato - quest'anno i siti archeologici (perlomeno quelli del centro storico) saranno aperti a turisti e visitatori. Riapertura che era stata annunciata dal vicesindaco Angelo Vincenti in occasione della presentazione del cartellone dell'estate licatese. Le visite alla Grangela saranno in "formato ridotto" alla luce di quanto successo negli anni scorsi. Non è stato ancora comunicato nulla di ufficiale per quanto concerne lo Stagnone pontillo. Oltre ai siti che abbiamo menzionato, ci sono novità anche per il Faro di San Giacomo che sarà visitabile durante le giornate del Lanterna Fest. I giorni prefissati per le visite sono giovedì 8 e venerdì 9 Agosto dalle ore 9 alle ore 12. Il Comune ha presentato una richiesta di apertura del Faro anche per i giorni 10, 11, 17, 18, 24 e 25 Agosto sempre dalle 9 alle 12. 
GIUSEPPE CELLURA

UNA BOCCATA D'OSSIGENO PER LE EX PROVINCE: DALLA REGIONE IN ARRIVO 100 MLN
PALERMO - In arrivo cento milioni di euro per le ex Province siciliane. La conferenza regione-autonomie locali - riunitasi con la presidenza dell'assessore alle Autonomie locali Bernardette Grasso, su delega del governatore Nello Musumeci - ha infatti dato parere positivo alla ripartizione delle somme per il 2019 tra gli enti di area vasta dell'Isola.
Le risorse, che rientrano nell'Accordo integrativo firmato nel maggio scorso tra Regione e Stato, saranno subito ripartite: per una quota pari all'80 per cento destinate alla "spesa corrente", mentre il restante 20 per cento verrà suddiviso all'atto della definizione dei consuntivi.
«Questa boccata di ossigeno - evidenzia il presidente della Regione - non risolve, come tutti sappiamo, il problema legato alla stessa sopravvivenza delle nove ex Province siciliane. Lo Stato ci dica finalmente cosa intende fare degli enti intermedi. E non solo in termini di finanza locale. Ci dica Roma a chi vuole affidare le competenze delle Province (a cominciare dai 17 mila chilometri di strade) e che sorte vuole riservare alle migliaia di dipendenti, costretti a vivere nell'emergenza».
«Per garantire l'erogazione degli stipendi, particolare riguardo si è avuto per il Libero consorzio comunale di Siracusa, che versa nello stato di maggiore necessità e al quale sarà trasferita anche un'anticipazione a valere sulle somme destinate al pagamento dei mutui. Sono soddisfatta - sottolinea l'assessore Grasso - per il risultato raggiunto durante l'incontro odierno. Dopo aver trasferito negli scorsi mesi, con la legge di stabilità, 102 milioni di euro per Città metropolitane e Liberi consorzi, adesso sblocchiamo ulteriori importanti risorse che le ex Province potranno utilizzare per assicurare ai territori le funzioni essenziali e chiudere i bilanci».

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