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Sicilia
terra di dipendenti pubblici. I dati sulle ex province.
E nei
Comuni, record di precari
Immaginate
una stanza con dentro cento persone in Sicilia. Fra queste ci sarà
almeno un dipendente pubblico.
Ogni mille abitanti, infatti, in Sicilia ci sono 8,8 dipendenti
comunali, 0,89 dipendenti provinciali e 2,97 dipendenti regionali.
Insomma, ogni mille siciliani ci sono circa 13 dipendenti degli enti
territoriali. Il dato emerge dalla relazione della Sezione autonomie
della Corte dei conti.
Il documento diffuso qualche giorno fa dal Centro studi "Pio La
Torre", si occupa dei dipendenti regionali, qualificati come
"troppi e poco qualificati" ma
si occupa anche del personale delle ex Province e dei Comuni e offre
lo scenario di una terra, la Sicilia, fondata sulla dipendenza nel
settore pubblico.
Più
regionali in Sicilia che in tutto il Nord
I
numeri del personale dipendente da Palazzo d'Orleans sono noti. Nel
2017 i dipendenti regionali erano 13571 a cui occorre sommare i 1350
dirigenti con una diminuzione di circa duemila unità in due anni e
di circa trecento dirigenti nello stesso periodo di tempo. Una
diminuzione progressiva che continua di pari passo con la spesa. Ma i
dipendenti rimangono tanti. Tanto che i giudici contabili fanno
notare come, in Sicilia, la consistenza totale del personale "in
valore assoluto (14.921 unità annue, pur in diminuzione rispetto
all'esercizio precedente), risulta superiore a quella dell'intera
area Nord (14.418 unità annue)".
Rimangono
tanti anche i dirigenti. Il
rapporto fra questi e i dipendenti "semplici" è di 1
a 10 e quindi un dirigente siciliano sovrintende, almeno in teoria, a
un gruppo di 10 dipendenti mentre in Trentino Alto Adige, un
dirigente coordina 47 dipendenti. Se su questo rapporto la Regione
Siciliana è ultima della classe, l'amministrazione dell'Isola è
lontana anche dalla media delle Regioni a statuto speciale (dove il
rapporto medio è di circa 1 a 13) e mediamente in tutte le Regioni
d'Italia (un dirigente per 16 dipendenti).
Numeri
frutto dell'autonomia, che attribuisce alla Sicilia funzioni altrove
svolte dallo Stato? La Corte dei conti numerose volte non ha
lasciato alibi e questa posizione è stata ripresa anche nell'ultimo
report: "La
dimensione degli organici solo in parte trova giustificazione nella
titolarità - per via dell'autonomia differenziata di cui gode la
Regione siciliana - di funzioni altrove allocate a livello
'statale'", scrivono i magistrati contabili, ribadendo poi il
concetto in altri passaggi.
Del
resto, ricorda la Sezione Autonomie riprendendo sempre le parole
della sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione
siciliana, "il
settore pubblico è stato, invece, storicamente piegato, attraverso
un uso distorto delle politiche assunzionali, a supplire
all'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro
espressa nella Regione. Ne
è derivata la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso
le ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da
lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale
precario, tuttora condizionanti le politiche del personale e la
legislazione in materia, con il conseguente innalzamento dell'età
anagrafica del personale in servizio e - proseguono i magistrati -
l'inevitabile creazione di una vera e propria frattura
generazionale". Insomma, l'accesso al pubblico impiego ai giovani
è stato vietato da politiche che hanno tradito il merito.
Comuni
siciliani primi per precariato
Nei
Comuni siciliani poi, a fine 2017, erano in servizio oltre 44mila
dipendenti non dirigenti (in
diminuzione rispetto al 2015 di circa tremila unità), di cui più di
32mila nella voce "categorie" e 11mila nella voce "altro" e
cioè di lavoratori precari, con contratti di formazione-lavoro, di
somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché dei
lavoratori socialmente utili.
Proprio
in quest'ultima categoria la Sicilia a fine 2017 era leader in
Italia.Nell'isola
infatti c'erano l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili
di tutta Italia. A livello nazionale le unità di personale a tempo
determinato erano superiori a 14mila e di questi 9564 lavoravano in
Sicilia.
Altro
dato interessante riguarda la dirigenza degli enti locali. Nel 2017,
infatti, nei Comuni siciliani si è registrato un aumento dei
dirigenti esterni pari al 27,91 per cento.
E che nei Comuni dell'Isola manchino i dirigenti lo prova il fatto
che negli enti con popolazione superiore a 60mila abitanti, il
rapporto dirigenti e dipendenti è di 1 a 75 e cioè che 191
dirigenti si occupano di 14mila dipendenti.
Le
ex province
Il
report si conclude con i dati su quelli che in Sicilia sono chiamati
Liberi consorzi e Città metropolitane.
In tutte le province d'Italia, in tre anni, si è registrata una
diminuzione del personale di circa il 30 per cento ma il trend
nazionale non è stato confermato nell'Isola dove dal 2015 al 2017
i dipendenti sono diminuiti del 15,31 per cento. Nelle provincie
siciliane, esclusa quella di Siracusa, c' un tasso di 0,89
dipendenti ogni mille abitanti per un totale di 4098. Un record anche
qui: la Sicilia è la Regione con più dipendenti provinciali.
Giornale di sicilia
A un anno dal tragico impatto
Bimbo morì in un incidente
Quei pali fatali sono ancora lì «Balletto» di competenze fra
ex Provincia di Agrigento e Comune
È passato un anno dal tragico incidente in cui perse la vita Marco
Castelli, il bambino di sette anni trafitto da un pesante palo in
ferro che si è incastrato tra il seggiolino e il corpo del piccolo.
Quei pali obsoleti si trovano nella Sp 50, la strada che da Menfi
porta a Sciacca, all'incrocio con la nota località balneare di
Lido Fiori. Un piccolo mazzo di fiori sul luogo dell'incidente e i
pali ancora li, non in sicurezza. L'incidente si era verificato nel
pomeriggio del 15 agosto dello scorso anno, lungo la strada
provinciale 50. Marco è morto pressato da un tubo di ferro
utilizzato come recinzione di un piccolo ponticello. La vettura sulla
quale viaggiava con i genitori si è scontrata con un'altra auto ad
un incrocio, è andata in testacoda, finendo contro la palizzata in
ferro. I genitori Gualtiero Castelli e Antonella Lombardo hanno da
subito chiesto giustizia per quei tubi «che non dovevano essere lì».
Il palo gli ha spezzato il femore in due e intaccato fegato e
polmoni. La palizzata in ferro è da subito stata al centro delle
indagini e i carabinieri avevano sin da subito provveduto al
sequestro su disposizione della procura della repubblica di Sciacca.
Secondo la ricostruzione, una Ford non si era fermata allo Stop,
mentre la Nissan Qashqai guidata dal papà del piccolo sfortunato,
Gualtiero Castelli, aveva la precedenza. Qualcosa è andato storto e
la Nissan si è schiantata contro una barriera di vecchi pali in
ferro utilizzati come recinzione di un piccolo ponticello dove sotto
scorre il «Ruscello Mandrarossa». Quei pali sono ancora li, nessuno
ha provveduto a metterli in sicurezza. Quel tratto di strada è
trafficato soprattuto in estate, perché collega Menfi alla rinomata
località balneare di Lido Fiori, sino ad arrivare a Sciacca. Il
piccino era a bordo dell'autovettura di famiglia: originaria di
Partanna, ma residente in provincia di Como. Il sindaco di Menfi
Marilena Maceri aveva sin da subito dichiarato che quella strada non
è comunale e che quindi non è competenza sua ma della provincia. Ma
su questo punto, si continua a discutere. Dalla provincia, fanno
sapere che quella strada in parte è anche comunale. Il commissario
del Libero Consorzio di Agrigento, Alberto Di Pisa, lo aveva sin da
subito dichiarato. «Abbiamo fatto tre segnalazioni alla provincia -
ha detto il vice sindaco Ludovico Viviani - anche per quel tratto, ma
non abbiamo avuto ancora risposte». Intanto proseguono gli
accertamenti tecnici sulle auto coinvolte nell'incidente. Il pm
Christian Del Turco, lo scorso febbraio, ha iscritto sei persone nel
registro degli indagati sia tecnici del comune di Menfi, sia della
provincia. ( * FCA* )
Stanziati 250 milioni Scuole e strade, in arrivo un tesoretto alle
ex Province
Un tesoretto da 250 milioni di euro per mettere in sicurezza strade e
scuole disastrate, ancora gestite dalle ex Province ma ormai a corto
di di risorse a seguito della riforma Delrio che le aveva
depotenziate in vista dell'abolizione poi saltata con il referendum
di due anni fa. La lieta novella è stata comunicata dalla Regione ai
sindaci delle Città metropolitane e ai commissari dei liberi
Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e
Trapani. Nella missiva congiunta firmata dall'assessore alle
Autonomie locali Bernadette Grasso, e dall'as - sessore
all'Economia Gaetano Armao, si legge che grazie all'a cco rd o
sottoscritto con il governo nazionale nel dicembre 2018 saranno messi
a disposizione delle ex Province fino a 250 milioni di euro necessari
per gli interventi e per il pagamento di rate di mutui accesi per
opere di manutenzione di strade e scuole. Per accedere alle risorse,
gli enti dovranno però trasmettere entro il 31 agosto
all'assessorato dell'Economia le istanze relative agli interventi
da effettuare convalidate dalle Ragionerie generali e dagli Uffici
Tecnici e corredate da un cronoprogramma puntuale che giustifichi l'i
m p i e go dei fondi per opere da realizzare tra il 2019 e il 2021,
che siano immediatamente cantierabili. Ma come saranno suddivise le
risorse? In base alla decisione della Conferenza Regione Autonomie
locali del 6 agosto scorso, il 50% del tesoretto verrà distribuito
in base alla lunghezza delle strade provinciali, mentre la metà
restante sarà erogata in base al numero delle classi scolastiche
degli Istituti provinciali. In base ai calcoli di Palazzo d'Orleans,
dei 130 milioni stanziati per le scuole provinciali (di cui 23 per i
mutui), 30 finiranno alle Città metropolitane di Catania, 16 a
Messina e 33 a Palermo. I restanti 50 saranno invece distribuiti ai
liberi consorzi isolani. Per quanto riguarda le scuole, i 130 milioni
totali (di cui 23 per mutui) finiranno in larga parte a Catania (21
milioni), Messina (26), e Palermo (21), mentre i liberi consorzi
dell'Isola si divideranno gli altri 68 milioni. «Si tratta di un
ulteriore passo in avanti nell'accordo con lo Stato nel dicembre
scorso, che consente di mobilitare ingenti risorse per scuole e
strade della Sicilia - spiega il vicepresidente della Regione Gaetano
Armao - ,investimenti da troppo tempo rinviati a causa delle scelte
scellerate perpetrate sulle Province e sulle quali il governo
Musumeci ha invertito la tendenza». I soldi ci sono. E tanti. Ma
l'assessore all'E co n o m i a mette sull'avviso consorzi e
città metropolitane. «Occorre far presto. Ecco perché - ammonisce
Armao - saranno valutati soltanto i progetti immediatamente
cantierabili». Ma non finisce qui. Si tratta di una prima tranche di
investimenti che «se avrà successo - annuncia il vicepresidente -
ci consentirà di raddoppiare, entro il prossimo anno, le risorse
disponibili». «Siamo consapevoli che non sono sufficienti a
risolvere in modo definitivo la complessa situazione degli enti
siciliani - commenta l'a s s e s s o re delle Autonomie locali
Bernadette Grasso - ma guardiamo al futuro con ott imismo».
LA REPUBBLICA Palermo online
REGIONE, 250 MILIONI PER STRADE E
SCUOLE DELLE EX PROVINCE SICILIANE
Gli assessori regionali all'Economia
e alle Autonomie locali, Gaetano Armao e Bernardette Grasso, hanno
scritto alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi per chiedere
di trasmettere i progetti già pronti
di CLAUDIO REALE
Arrivano 250 milioni di euro per la
manutenzione di scuole e strade delle ex Province. Gli assessori
regionali all'Economia e alle Autonomie locali, Gaetano Armao e
Bernardette Grasso, hanno scritto alle Città metropolitane di
Palermo, Catania e Messina e ai Liberi consorzi di Agrigento,
Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani per chiedere di
trasmettere i progetti già pronti: a disposizione, infatti, ci sono
i 250 milioni provenienti dall'accordo con lo Stato e sbloccati
dall'Ars a luglio, e dunque entro la fine del mese le ex Province
devono far arrivare alla Regione i piani di intervento con un
cronoprogramma.
Poi sarà stilata una lista degli
interventi finanziabili: l'accordo stilato in Conferenza
Regione-Autonomie locali prevede che la metà dei fondi sia usata per
le strade provinciali e che il resto vada invece alle scuole. "Si
tratta di un ulteriore passo in avanti nell'attuazione dell'accordo
che abbiamo concluso con lo Stato nel dicembre scorso - dice Armao
- investimenti da troppo tempo rinviati a causa delle scelte
scellerate perpetrate sulle Province. Occorre far presto. Ecco perché
saranno valutati soltanto i progetti immediatamente cantierabili. Si
tratta di una prima tranche di investimenti che, se avrà successo,
ci consentirà di raddoppiare, entro il prossimo anno, le risorse
disponibili".
"Con questi fondi - aggiunge Grasso
- saremo in grado di restituire serenità alle ex Province. Si
tratta di una prima tranche, che gli enti potranno utilizzare per
riqualificare strade e scuole. Siamo consapevoli che tali somme non
sono sufficienti a risolvere in modo definitivo la complessa
situazione in cui ormai da tempo versano gli enti siciliani, ma
guardiamo al futuro con ottimismo e con la consapevolezza
dell'importante lavoro svolto dal nostro governo in favore dei
territori".
LIVESICILIA
L'APPROFONDIMENTO
Sicilia terra di dipendenti pubblici
E nei Comuni, record di precari
Ogni mille siciliani ci sono 13
dipendenti che appartengono alle amministrazioni degli enti locali. I
numeri
PALERMO - Immaginate una stanza con
dentro cento persone in Sicilia. Fra queste ci sarà almeno un
dipendente pubblico. Ogni mille abitanti, infatti, in Sicilia ci sono
8,8 dipendenti comunali, 0,89 dipendenti provinciali e 2,97
dipendenti regionali. Insomma, ogni mille siciliani ci sono circa 13
dipendenti degli enti territoriali. Il dato emerge dalla relazione
della Sezione autonomie della Corte dei conti. Il documento diffuso
qualche giorno fa dal Centro studi "Pio La Torre", si occupa dei
dipendenti regionali, qualificati come "troppi e poco qualificati"
ma si occupa anche del personale delle ex Province e dei Comuni e
offre lo scenario di una terra, la Sicilia, fondata sulla dipendenza
nel settore pubblico.
Più regionali in Sicilia che in
tutto il Nord
I numeri del personale dipendente da
Palazzo d'Orleans sono noti. Nel 2017 i dipendenti regionali erano
13571 a cui occorre sommare i 1350 dirigenti con una diminuzione di
circa duemila unità in due anni e di circa trecento dirigenti nello
stesso periodo di tempo. Una diminuzione progressiva che continua di
pari passo con la spesa. Ma i dipendenti rimangono tanti. Tanto che i
giudici contabili fanno notare come, in Sicilia, la consistenza
totale del personale "in valore assoluto (14.921 unità annue,
pur in diminuzione rispetto all'esercizio precedente), risulta
superiore a quella dell'intera area Nord (14.418 unità annue)".
Rimangono tanti anche i dirigenti. Il
rapporto fra questi e i dipendenti "semplici" è di 1 a 10
e quindi un dirigente siciliano sovrintende, almeno in teoria, a un
gruppo di 10 dipendenti mentre in Trentino Alto Adige, un dirigente
coordina 47 dipendenti. Se su questo rapporto la Regione Siciliana è
ultima della classe, l'amministrazione dell'Isola è lontana
anche dalla media delle Regioni a statuto speciale (dove il rapporto
medio è di circa 1 a 13) e mediamente in tutte le Regioni d'Italia
(un dirigente per 16 dipendenti).
Numeri frutto dell'autonomia, che
attribuisce alla Sicilia funzioni altrove svolte dallo Stato? La
Corte dei conti numerose volte non ha lasciato alibi e questa
posizione è stata ripresa anche nell'ultimo report: "La
dimensione degli organici solo in parte trova giustificazione nella
titolarità - per via dell'autonomia differenziata di cui gode la
Regione siciliana - di funzioni altrove allocate a livello
'statale'", scrivono i magistrati contabili, ribadendo poi il
concetto in altri passaggi.
Del resto, ricorda la Sezione Autonomie
riprendendo sempre le parole della sezione di Controllo della Corte
dei conti per la Regione siciliana, "il settore pubblico è
stato, invece, storicamente piegato, attraverso un uso distorto delle
politiche assunzionali, a supplire all'incapacità del tessuto
produttivo di assorbire la forza lavoro espressa nella Regione. Ne è
derivata la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le
ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da
lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale
precario, tuttora condizionanti le politiche del personale e la
legislazione in materia, con il conseguente innalzamento dell'età
anagrafica del personale in servizio e - proseguono i magistrati -
l'inevitabile creazione di una vera e propria frattura
generazionale". Insomma, l'accesso al pubblico impiego ai giovani
è stato vietato da politiche che hanno tradito il merito.
Comuni siciliani primi per
precariato
Nei Comuni siciliani poi, a fine 2017,
erano in servizio oltre 44mila dipendenti non dirigenti (in
diminuzione rispetto al 2015 di circa tremila unità), di cui più di
32mila nella voce "categorie" e 11mila nella voce "altro" e
cioè di lavoratori precari, con contratti di formazione-lavoro, di
somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché dei
lavoratori socialmente utili.
Proprio in quest'ultima categoria la
Sicilia a fine 2017 era leader in Italia. Nell'isola infatti
c'erano l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili di tutta
Italia. A livello nazionale le unità di personale a tempo
determinato erano superiori a 14mila e di questi 9564 lavoravano in
Sicilia.
Altro dato interessante riguarda la
dirigenza degli enti locali. Nel 2017, infatti, nei Comuni siciliani
si è registrato un aumento dei dirigenti esterni pari al 27,91 per
cento. E che nei Comuni dell'Isola manchino i dirigenti lo prova il
fatto che negli enti con popolazione superiore a 60mila abitanti, il
rapporto dirigenti e dipendenti è di 1 a 75 e cioè che 191
dirigenti si occupano di 14mila dipendenti.
Le ex province
Il report si conclude con i dati su
quelli che in Sicilia sono chiamati Liberi consorzi e Città
metropolitane. In tutte le province d'Italia, in tre anni, si è
registrata una diminuzione del personale di circa il 30 per cento ma
il trend nazionale non è stato confermato nell'Isola dove dal 2015
al 2017 i dipendenti sono diminuiti del 15,31 per cento. Nelle
provincie siciliane, esclusa quella di Siracusa, c' un tasso di
0,89 dipendenti ogni mille abitanti per un totale di 4098. Un record
anche qui: la Sicilia è la Regione con più dipendenti provinciali.
QdS.it
SERVIZIO TRASPORTO PER DIVERSAMENTE
ABILI DIFFUSE LE NUOVE LINEE GUIDA PER LE ISTANZE
Le famiglie interessate possono
consultare il sito web dell'Ente o rivolgersi agli uffici
competenti. Il documento è stato reso pubblico nei giorni scorsi dal
Libero Consorzio comunale
AGRIGENTO - Il Libero Consorzio
comunale ha diffuso le nuove linee guida per la presentazione delle
istanze relative al servizio di trasporto per l'anno scolastico
2019/2020, riservate agli alunni con handicap grave che
frequenteranno gli Istituti superiori di competenza dell'Ente, la
cui patologia sia tale da non consentire, autonomamente, il trasporto
con mezzi pubblici di linea.
Le linee guida, la domanda per
richiedere il servizio e le informazioni per gli aventi diritto,
l'informativa prevista in materia di trattamento dei dati
personali, nonché la documentazione da produrre da parte dei
soggetti interessati si trovano nella home page del sito dell'ente
www.provincia.agrigento.it, nella sezione primo piano.
"Il servizio di trasporto - hanno
precisato dall'Ente intermedio - sarà effettuato attraverso le
seguenti modalità: svolgimento da parte del Comune di residenza
dell'alunno, con utilizzazione di mezzi e personale messi a
disposizione dallo stesso Comune, previa sottoscrizione di apposito
accordo con il Libero Consorzio Comunale di Agrigento; rimborso delle
spese sostenute dalla famiglia dei soggetti interessati al trasporto,
che si avvalgono di Enti ed Associazioni regolarmente costituite, in
possesso, quale caratteristica obbligatoria, sia di mezzi idonei al
trasporto di soggetti con handicap che di personale qualificato di
assistenza a bordo; in casi specifici e documentati potrà essere
riconosciuta alla famiglia dell'alunno o dell'alunna disabile la
possibilità di provvedere al trasporto con mezzi propri, allorquando
risulti l'impossibilita di svolgimento del servizio da parte di
terzi sia per le caratteristiche psicofisiche e/o comportamentali
dell'utente disabile che per la irreperibilità di Associazioni ed
Enti disponibili al servizio di che trattasi".
Il Settore Politiche Attive del lavoro,
dell'Istruzione ed Edilizia scolastica ha richiesto agli Istituti
superiori di competenza dell'Ente di trasmettere i dati relativi al
agli studenti che hanno bisogno del servizio in questione, nonché la
documentazione necessaria per accedere al beneficio. Le famiglie
interessate, per qualsiasi chiarimento, potranno rivolgersi al
Settore Politiche del lavoro e dell'Istruzione in via Demetra ad
Agrigento, oppure recarsi o telefonare alle sedi Urp del Libero
Consorzio di Agrigento.
SICILIA24H
UNIVERSITÀ AD AGRIGENTO, BOOM
D'ISCRIZIONI, FIRETTO: "UN RISULTATO OLTRE LE ASPETTATIVE"
Si respira aria di nuovo al Consorzio
Universitario "Empedocle" di Agrigento. A metà agosto si sono
registrate molte iscrizioni per il nuovo anno accademico.
" Io c'ho creduto, fortemente e non
ho dato ascolto a chi la riteneva una missione impossibile. Un
risultato che va ben oltre le aspettative", ha commentato il
Sindaco Calogero Firetto.
Tra le immatricolazioni ai nuovi corsi
di laurea, quelle di Scienze dell'educazione per la prima infanzia
sono al primo posto. Seguono
Economia e amministrazione aziendale e
Architettura e ambiente costruito. Stabili sono i numeri per quanto
riguarda il corso di Servizio Sociale. Bene anche per il corso in
Mediazione linguistica, realizzato dal Consorzio universitario con
Trisform-Agorà Mundi.
IN EVIDENZA
La Sicilia dei dipendenti pubblici
In Sicilia la Regione, le Province e i
Comuni, nel corso dei decenni trascorsi, sono stati imbottiti di
impiegati, frutto spesso di politiche clientelari anziché
meritocratiche, o, in altri termini più eleganti, per assistenza
sociale. E così, ormai da anni, i bilanci, soprattutto dei Comuni,
sono bloccati, nel senso che, come al Comune di Agrigento, il
bilancio è un rendiconto di amministrazione condominiale: entrano le
tasse pagate dai cittadini e si paga solo la spesa corrente, quindi
il personale. Di iniziative di investimento, di sviluppo e di
progresso del territorio non vi è alcuna traccia. E che non ci si
illuda. E' così almeno dal 2007, e sarà ancora così, qualsiasi
sindaco sarà in futuro sindaco, con il suo corredo di menzogne che
sarà capace di raccontare in campagna elettorale. In Sicilia ogni
1000 abitanti vi sono 13 dipendenti pubblici. Il dato emerge dalla
relazione della Sezione Autonomie della Corte dei conti. Il documento
è stato diffuso dal Centro studi "Pio La Torre", che si occupa
dei dipendenti regionali, qualificati come "troppi e poco
qualificati", e del personale delle ex Province e dei Comuni. Il
tutto testimonia che la Sicilia è fondata sulla dipendenza nel
settore pubblico. In Sicilia vi sono più dipendenti regionali che in
tutto il nord Italia. E i Comuni siciliani sono primi per precariato:
più nel dettaglio l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili
di tutta Italia. Infine, nelle province siciliane, esclusa quella di
Siracusa, vi è un tasso di 0,89 dipendenti ogni mille abitanti per
un totale di 4098. Un record anche in tal caso: la Sicilia è la
Regione con più dipendenti provinciali.
LA SICILIA
GUAI DA OGGI A SENTIRSI MALE AL MARE
SCADUTA LA CONVENZIONE DI VIGILANZA
IL CASO.
L'attività era stata
aggiudicata lo scorso luglio scorso alla cooperativa "Ulisse".
Da oggi aumenta il rischio di annegare
sulle coste agrigentine, nel capoluogo in questo caso. Come da
programma infatti scade oggi il servizio di vigilanza delle spiagge
libere della costa. Aggiudicato lo scorso luglio scorso alla
cooperativa "Ulisse", il servizio di vigilanza e di
salvataggio lungo il litorale comunale termina il proprio effetto
oggi. Il servizio è iniziato il 26 luglio e terminerà secondo
quelli che erano i tempi previsti nell'appalto. Sono state tenute
sotto controllo tre postazioni
in altrettante località; Cannatello,
Dune e al Caos. Ogni postazione ha visto l'impiego di quattro bagnini
divisi in due turni che copriranno un orario che va dalle 9 alle 17.
"Ogni postazione è stata dotata di mezzi necessari per
effettuare salvataggi in mare. Il costo previsto per la copertura del
servizio è stato di oltre 25 mila euro ed è stato garantito
interamente dal Municipio, che ormai da alcuni anni non può contare
sul contributo da parte della Regione e del Libero consorzio. Il
servizio garantito, tuttavia, non corrisponde in termini di durata al
numero di giorni che pure sono previsti da normativa per i centri
rivieraschi. Da oggi dunque a garantire un pronto intervento in caso
di annegamento o gente in difficoltà in mare non sarà più sicuro
almeno nelle zone coperte fino a ieri dai bagnini coordinati dal
maestro Calogero Sedino. In questi giorni di servizio sono state
numerose le persone aiutate nelle situazioni più disparate, da
quelle di chi ha rischiato davvero di annegare, a quelle più facili
da gestire. Da segnalare anche i frequenti casi di bambini
temporaneamente smarriti dei genitori e ritrovati dai bagnini tra i
bagnanti. Appare improbabile una proroga del servizio da parte del
comune capoluogo, al quale comunque va il merito di avere fornito un
servizio essenziale, sia pure per pochi giorni.
FRANCESCO DI MARE