/ Rassegna stampa » 2019 » Agosto » 20 » rassegna stampa del 20 agosto 2019
 

rassegna stampa del 20 agosto 2019

Live sicilia.it

Sicilia terra di dipendenti pubblici. I dati sulle ex province.
E nei Comuni, record di precari



Immaginate una stanza con dentro cento persone in Sicilia. Fra queste ci sarà almeno un dipendente pubblico. Ogni mille abitanti, infatti, in Sicilia ci sono 8,8 dipendenti comunali, 0,89 dipendenti provinciali e 2,97 dipendenti regionali. Insomma, ogni mille siciliani ci sono circa 13 dipendenti degli enti territoriali. Il dato emerge dalla relazione della Sezione autonomie della Corte dei conti. Il documento diffuso qualche giorno fa dal Centro studi "Pio La Torre", si occupa dei dipendenti regionali, qualificati come "troppi e poco qualificati" ma si occupa anche del personale delle ex Province e dei Comuni e offre lo scenario di una terra, la Sicilia, fondata sulla dipendenza nel settore pubblico. Più regionali in Sicilia che in tutto il Nord

I numeri del personale dipendente da Palazzo d'Orleans sono noti. Nel 2017 i dipendenti regionali erano 13571 a cui occorre sommare i 1350 dirigenti con una diminuzione di circa duemila unità in due anni e di circa trecento dirigenti nello stesso periodo di tempo. Una diminuzione progressiva che continua di pari passo con la spesa. Ma i dipendenti rimangono tanti. Tanto che i giudici contabili fanno notare come, in Sicilia, la consistenza totale del personale "in valore assoluto (14.921 unità annue, pur in diminuzione rispetto all'esercizio precedente), risulta superiore a quella dell'intera area Nord (14.418 unità annue)".

Rimangono tanti anche i dirigenti. Il rapporto fra questi  e i dipendenti "semplici" è di 1 a 10 e quindi un dirigente siciliano sovrintende, almeno in teoria, a un gruppo di 10 dipendenti mentre in Trentino Alto Adige, un dirigente coordina 47 dipendenti. Se su questo rapporto la Regione Siciliana è ultima della classe, l'amministrazione dell'Isola è lontana anche dalla media delle Regioni a statuto speciale (dove il rapporto medio è di circa 1 a 13) e mediamente in tutte le Regioni d'Italia (un dirigente per 16 dipendenti).

Numeri frutto dell'autonomia, che attribuisce alla Sicilia funzioni altrove svolte dallo Stato? La Corte dei conti numerose volte non ha lasciato alibi e questa posizione è stata ripresa anche nell'ultimo report: "La dimensione degli organici solo in parte trova giustificazione nella titolarità - per via dell'autonomia differenziata di cui gode la Regione siciliana - di funzioni altrove allocate a livello 'statale'", scrivono i magistrati contabili, ribadendo poi il concetto in altri passaggi.

Del resto, ricorda la Sezione Autonomie riprendendo sempre le parole della sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana, "il settore pubblico è stato, invece, storicamente piegato, attraverso un uso distorto delle politiche assunzionali, a supplire all'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro espressa nella Regione. Ne è derivata la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale precario, tuttora condizionanti le politiche del personale e la legislazione in materia, con il conseguente innalzamento dell'età anagrafica del personale in servizio e - proseguono i magistrati - l'inevitabile creazione di una vera e propria frattura generazionale". Insomma, l'accesso al pubblico impiego ai giovani è stato vietato da politiche che hanno tradito il merito.

Comuni siciliani primi per precariato

Nei Comuni siciliani poi, a fine 2017, erano in servizio oltre 44mila dipendenti non dirigenti (in diminuzione rispetto al 2015 di circa tremila unità), di cui più di 32mila nella voce "categorie" e 11mila nella voce "altro" e cioè di lavoratori precari, con contratti di formazione-lavoro, di somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché dei lavoratori socialmente utili.

Proprio in quest'ultima categoria la Sicilia a fine 2017 era leader in Italia.Nell'isola infatti c'erano l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili di tutta Italia. A livello nazionale le unità di personale a tempo determinato erano superiori a 14mila e di questi 9564 lavoravano in Sicilia.

Altro dato interessante riguarda la dirigenza degli enti locali. Nel 2017, infatti, nei Comuni siciliani si è registrato un aumento dei dirigenti esterni pari al 27,91 per cento. E che nei Comuni dell'Isola manchino i dirigenti lo prova il fatto che negli enti con popolazione superiore a 60mila abitanti, il rapporto dirigenti e dipendenti è di 1 a 75 e cioè che 191 dirigenti si occupano di 14mila dipendenti.

Le ex province

Il report si conclude con i dati su quelli che in Sicilia sono chiamati Liberi consorzi e Città metropolitane. In tutte le province d'Italia, in tre anni, si è registrata una diminuzione del personale di circa il 30 per cento ma il trend nazionale non è stato confermato nell'Isola dove dal 2015 al 2017 i dipendenti sono diminuiti del 15,31 per cento. Nelle provincie siciliane, esclusa quella di Siracusa, c' un tasso di 0,89 dipendenti ogni mille abitanti per un totale di 4098. Un record anche qui: la Sicilia è la Regione con più dipendenti provinciali.


Giornale di sicilia

A un anno dal tragico impatto Bimbo morì in un incidente Quei pali fatali sono ancora lì «Balletto» di competenze fra ex Provincia di Agrigento e Comune


   È passato un anno dal tragico incidente in cui perse la vita Marco Castelli, il bambino di sette anni trafitto da un pesante palo in ferro che si è incastrato tra il seggiolino e il corpo del piccolo. Quei pali obsoleti si trovano nella Sp 50, la strada che da Menfi porta a Sciacca, all'incrocio con la nota località balneare di Lido Fiori. Un piccolo mazzo di fiori sul luogo dell'incidente e i pali ancora li, non in sicurezza. L'incidente si era verificato nel pomeriggio del 15 agosto dello scorso anno, lungo la strada provinciale 50. Marco è morto pressato da un tubo di ferro utilizzato come recinzione di un piccolo ponticello. La vettura sulla quale viaggiava con i genitori si è scontrata con un'altra auto ad un incrocio, è andata in testacoda, finendo contro la palizzata in ferro. I genitori Gualtiero Castelli e Antonella Lombardo hanno da subito chiesto giustizia per quei tubi «che non dovevano essere lì». Il palo gli ha spezzato il femore in due e intaccato fegato e polmoni. La palizzata in ferro è da subito stata al centro delle indagini e i carabinieri avevano sin da subito provveduto al sequestro su disposizione della procura della repubblica di Sciacca. Secondo la ricostruzione, una Ford non si era fermata allo Stop, mentre la Nissan Qashqai guidata dal papà del piccolo sfortunato, Gualtiero Castelli, aveva la precedenza. Qualcosa è andato storto e la Nissan si è schiantata contro una barriera di vecchi pali in ferro utilizzati come recinzione di un piccolo ponticello dove sotto scorre il «Ruscello Mandrarossa». Quei pali sono ancora li, nessuno ha provveduto a metterli in sicurezza. Quel tratto di strada è trafficato soprattuto in estate, perché collega Menfi alla rinomata località balneare di Lido Fiori, sino ad arrivare a Sciacca. Il piccino era a bordo dell'autovettura di famiglia: originaria di Partanna, ma residente in provincia di Como. Il sindaco di Menfi Marilena Maceri aveva sin da subito dichiarato che quella strada non è comunale e che quindi non è competenza sua ma della provincia. Ma su questo punto, si continua a discutere. Dalla provincia, fanno sapere che quella strada in parte è anche comunale. Il commissario del Libero Consorzio di Agrigento, Alberto Di Pisa, lo aveva sin da subito dichiarato. «Abbiamo fatto tre segnalazioni alla provincia - ha detto il vice sindaco Ludovico Viviani - anche per quel tratto, ma non abbiamo avuto ancora risposte». Intanto proseguono gli accertamenti tecnici sulle auto coinvolte nell'incidente. Il pm Christian Del Turco, lo scorso febbraio, ha iscritto sei persone nel registro degli indagati sia tecnici del comune di Menfi, sia della provincia. ( * FCA* )


Stanziati 250 milioni Scuole e strade, in arrivo un tesoretto alle ex Province


Un tesoretto da 250 milioni di euro per mettere in sicurezza strade e scuole disastrate, ancora gestite dalle ex Province ma ormai a corto di di risorse a seguito della riforma Delrio che le aveva depotenziate in vista dell'abolizione poi saltata con il referendum di due anni fa. La lieta novella è stata comunicata dalla Regione ai sindaci delle Città metropolitane e ai commissari dei liberi Consorzi comunali di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa e Trapani. Nella missiva congiunta firmata dall'assessore alle Autonomie locali Bernadette Grasso, e dall'as - sessore all'Economia Gaetano Armao, si legge che grazie all'a cco rd o sottoscritto con il governo nazionale nel dicembre 2018 saranno messi a disposizione delle ex Province fino a 250 milioni di euro necessari per gli interventi e per il pagamento di rate di mutui accesi per opere di manutenzione di strade e scuole. Per accedere alle risorse, gli enti dovranno però trasmettere entro il 31 agosto all'assessorato dell'Economia le istanze relative agli interventi da effettuare convalidate dalle Ragionerie generali e dagli Uffici Tecnici e corredate da un cronoprogramma puntuale che giustifichi l'i m p i e go dei fondi per opere da realizzare tra il 2019 e il 2021, che siano immediatamente cantierabili. Ma come saranno suddivise le risorse? In base alla decisione della Conferenza Regione Autonomie locali del 6 agosto scorso, il 50% del tesoretto verrà distribuito in base alla lunghezza delle strade provinciali, mentre la metà restante sarà erogata in base al numero delle classi scolastiche degli Istituti provinciali. In base ai calcoli di Palazzo d'Orleans, dei 130 milioni stanziati per le scuole provinciali (di cui 23 per i mutui), 30 finiranno alle Città metropolitane di Catania, 16 a Messina e 33 a Palermo. I restanti 50 saranno invece distribuiti ai liberi consorzi isolani. Per quanto riguarda le scuole, i 130 milioni totali (di cui 23 per mutui) finiranno in larga parte a Catania (21 milioni), Messina (26), e Palermo (21), mentre i liberi consorzi dell'Isola si divideranno gli altri 68 milioni. «Si tratta di un ulteriore passo in avanti nell'accordo con lo Stato nel dicembre scorso, che consente di mobilitare ingenti risorse per scuole e strade della Sicilia - spiega il vicepresidente della Regione Gaetano Armao - ,investimenti da troppo tempo rinviati a causa delle scelte scellerate perpetrate sulle Province e sulle quali il governo Musumeci ha invertito la tendenza». I soldi ci sono. E tanti. Ma l'assessore all'E co n o m i a mette sull'avviso consorzi e città metropolitane. «Occorre far presto. Ecco perché - ammonisce Armao - saranno valutati soltanto i progetti immediatamente cantierabili». Ma non finisce qui. Si tratta di una prima tranche di investimenti che «se avrà successo - annuncia il vicepresidente - ci consentirà di raddoppiare, entro il prossimo anno, le risorse disponibili». «Siamo consapevoli che non sono sufficienti a risolvere in modo definitivo la complessa situazione degli enti siciliani - commenta l'a s s e s s o re delle Autonomie locali Bernadette Grasso - ma guardiamo al futuro con ott imismo».

LA REPUBBLICA Palermo online
REGIONE, 250 MILIONI PER STRADE E SCUOLE DELLE EX PROVINCE SICILIANE

Gli assessori regionali all'Economia e alle Autonomie locali, Gaetano Armao e Bernardette Grasso, hanno scritto alle Città metropolitane e ai Liberi consorzi per chiedere di trasmettere i progetti già pronti di CLAUDIO REALE Arrivano 250 milioni di euro per la manutenzione di scuole e strade delle ex Province. Gli assessori regionali all'Economia e alle Autonomie locali, Gaetano Armao e Bernardette Grasso, hanno scritto alle Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e ai Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani per chiedere di trasmettere i progetti già pronti: a disposizione, infatti, ci sono i 250 milioni provenienti dall'accordo con lo Stato e sbloccati dall'Ars a luglio, e dunque entro la fine del mese le ex Province devono far arrivare alla Regione i piani di intervento con un cronoprogramma. Poi sarà stilata una lista degli interventi finanziabili: l'accordo stilato in Conferenza Regione-Autonomie locali prevede che la metà dei fondi sia usata per le strade provinciali e che il resto vada invece alle scuole. "Si tratta di un ulteriore passo in avanti nell'attuazione dell'accordo che abbiamo concluso con lo Stato nel dicembre scorso - dice Armao - investimenti da troppo tempo rinviati a causa delle scelte scellerate perpetrate sulle Province. Occorre far presto. Ecco perché saranno valutati soltanto i progetti immediatamente cantierabili. Si tratta di una prima tranche di investimenti che, se avrà successo, ci consentirà di raddoppiare, entro il prossimo anno, le risorse disponibili". "Con questi fondi - aggiunge Grasso - saremo in grado di restituire serenità alle ex Province. Si tratta di una prima tranche, che gli enti potranno utilizzare per riqualificare strade e scuole. Siamo consapevoli che tali somme non sono sufficienti a risolvere in modo definitivo la complessa situazione in cui ormai da tempo versano gli enti siciliani, ma guardiamo al futuro con ottimismo e con la consapevolezza dell'importante lavoro svolto dal nostro governo in favore dei territori".

LIVESICILIA
L'APPROFONDIMENTO Sicilia terra di dipendenti pubblici E nei Comuni, record di precari

Ogni mille siciliani ci sono 13 dipendenti che appartengono alle amministrazioni degli enti locali. I numeri PALERMO - Immaginate una stanza con dentro cento persone in Sicilia. Fra queste ci sarà almeno un dipendente pubblico. Ogni mille abitanti, infatti, in Sicilia ci sono 8,8 dipendenti comunali, 0,89 dipendenti provinciali e 2,97 dipendenti regionali. Insomma, ogni mille siciliani ci sono circa 13 dipendenti degli enti territoriali. Il dato emerge dalla relazione della Sezione autonomie della Corte dei conti. Il documento diffuso qualche giorno fa dal Centro studi "Pio La Torre", si occupa dei dipendenti regionali, qualificati come "troppi e poco qualificati" ma si occupa anche del personale delle ex Province e dei Comuni e offre lo scenario di una terra, la Sicilia, fondata sulla dipendenza nel settore pubblico. Più regionali in Sicilia che in tutto il Nord I numeri del personale dipendente da Palazzo d'Orleans sono noti. Nel 2017 i dipendenti regionali erano 13571 a cui occorre sommare i 1350 dirigenti con una diminuzione di circa duemila unità in due anni e di circa trecento dirigenti nello stesso periodo di tempo. Una diminuzione progressiva che continua di pari passo con la spesa. Ma i dipendenti rimangono tanti. Tanto che i giudici contabili fanno notare come, in Sicilia, la consistenza totale del personale "in valore assoluto (14.921 unità annue, pur in diminuzione rispetto all'esercizio precedente), risulta superiore a quella dell'intera area Nord (14.418 unità annue)". Rimangono tanti anche i dirigenti. Il rapporto fra questi e i dipendenti "semplici" è di 1 a 10 e quindi un dirigente siciliano sovrintende, almeno in teoria, a un gruppo di 10 dipendenti mentre in Trentino Alto Adige, un dirigente coordina 47 dipendenti. Se su questo rapporto la Regione Siciliana è ultima della classe, l'amministrazione dell'Isola è lontana anche dalla media delle Regioni a statuto speciale (dove il rapporto medio è di circa 1 a 13) e mediamente in tutte le Regioni d'Italia (un dirigente per 16 dipendenti). Numeri frutto dell'autonomia, che attribuisce alla Sicilia funzioni altrove svolte dallo Stato? La Corte dei conti numerose volte non ha lasciato alibi e questa posizione è stata ripresa anche nell'ultimo report: "La dimensione degli organici solo in parte trova giustificazione nella titolarità - per via dell'autonomia differenziata di cui gode la Regione siciliana - di funzioni altrove allocate a livello 'statale'", scrivono i magistrati contabili, ribadendo poi il concetto in altri passaggi. Del resto, ricorda la Sezione Autonomie riprendendo sempre le parole della sezione di Controllo della Corte dei conti per la Regione siciliana, "il settore pubblico è stato, invece, storicamente piegato, attraverso un uso distorto delle politiche assunzionali, a supplire all'incapacità del tessuto produttivo di assorbire la forza lavoro espressa nella Regione. Ne è derivata la chiusura alle opportunità di reclutamento attraverso le ordinarie procedure concorsuali e meritocratiche, sostituite da lunghi e complessi percorsi di stabilizzazione del personale precario, tuttora condizionanti le politiche del personale e la legislazione in materia, con il conseguente innalzamento dell'età anagrafica del personale in servizio e - proseguono i magistrati - l'inevitabile creazione di una vera e propria frattura generazionale". Insomma, l'accesso al pubblico impiego ai giovani è stato vietato da politiche che hanno tradito il merito. Comuni siciliani primi per precariato Nei Comuni siciliani poi, a fine 2017, erano in servizio oltre 44mila dipendenti non dirigenti (in diminuzione rispetto al 2015 di circa tremila unità), di cui più di 32mila nella voce "categorie" e 11mila nella voce "altro" e cioè di lavoratori precari, con contratti di formazione-lavoro, di somministrazione di lavoro a tempo determinato, nonché dei lavoratori socialmente utili. Proprio in quest'ultima categoria la Sicilia a fine 2017 era leader in Italia. Nell'isola infatti c'erano l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili di tutta Italia. A livello nazionale le unità di personale a tempo determinato erano superiori a 14mila e di questi 9564 lavoravano in Sicilia. Altro dato interessante riguarda la dirigenza degli enti locali. Nel 2017, infatti, nei Comuni siciliani si è registrato un aumento dei dirigenti esterni pari al 27,91 per cento. E che nei Comuni dell'Isola manchino i dirigenti lo prova il fatto che negli enti con popolazione superiore a 60mila abitanti, il rapporto dirigenti e dipendenti è di 1 a 75 e cioè che 191 dirigenti si occupano di 14mila dipendenti. Le ex province Il report si conclude con i dati su quelli che in Sicilia sono chiamati Liberi consorzi e Città metropolitane. In tutte le province d'Italia, in tre anni, si è registrata una diminuzione del personale di circa il 30 per cento ma il trend nazionale non è stato confermato nell'Isola dove dal 2015 al 2017 i dipendenti sono diminuiti del 15,31 per cento. Nelle provincie siciliane, esclusa quella di Siracusa, c' un tasso di 0,89 dipendenti ogni mille abitanti per un totale di 4098. Un record anche qui: la Sicilia è la Regione con più dipendenti provinciali.


QdS.it
SERVIZIO TRASPORTO PER DIVERSAMENTE ABILI DIFFUSE LE NUOVE LINEE GUIDA PER LE ISTANZE

Le famiglie interessate possono consultare il sito web dell'Ente o rivolgersi agli uffici competenti. Il documento è stato reso pubblico nei giorni scorsi dal Libero Consorzio comunale AGRIGENTO - Il Libero Consorzio comunale ha diffuso le nuove linee guida per la presentazione delle istanze relative al servizio di trasporto per l'anno scolastico 2019/2020, riservate agli alunni con handicap grave che frequenteranno gli Istituti superiori di competenza dell'Ente, la cui patologia sia tale da non consentire, autonomamente, il trasporto con mezzi pubblici di linea. Le linee guida, la domanda per richiedere il servizio e le informazioni per gli aventi diritto, l'informativa prevista in materia di trattamento dei dati personali, nonché la documentazione da produrre da parte dei soggetti interessati si trovano nella home page del sito dell'ente www.provincia.agrigento.it, nella sezione primo piano. "Il servizio di trasporto - hanno precisato dall'Ente intermedio - sarà effettuato attraverso le seguenti modalità: svolgimento da parte del Comune di residenza dell'alunno, con utilizzazione di mezzi e personale messi a disposizione dallo stesso Comune, previa sottoscrizione di apposito accordo con il Libero Consorzio Comunale di Agrigento; rimborso delle spese sostenute dalla famiglia dei soggetti interessati al trasporto, che si avvalgono di Enti ed Associazioni regolarmente costituite, in possesso, quale caratteristica obbligatoria, sia di mezzi idonei al trasporto di soggetti con handicap che di personale qualificato di assistenza a bordo; in casi specifici e documentati potrà essere riconosciuta alla famiglia dell'alunno o dell'alunna disabile la possibilità di provvedere al trasporto con mezzi propri, allorquando risulti l'impossibilita di svolgimento del servizio da parte di terzi sia per le caratteristiche psicofisiche e/o comportamentali dell'utente disabile che per la irreperibilità di Associazioni ed Enti disponibili al servizio di che trattasi". Il Settore Politiche Attive del lavoro, dell'Istruzione ed Edilizia scolastica ha richiesto agli Istituti superiori di competenza dell'Ente di trasmettere i dati relativi al agli studenti che hanno bisogno del servizio in questione, nonché la documentazione necessaria per accedere al beneficio. Le famiglie interessate, per qualsiasi chiarimento, potranno rivolgersi al Settore Politiche del lavoro e dell'Istruzione in via Demetra ad Agrigento, oppure recarsi o telefonare alle sedi Urp del Libero Consorzio di Agrigento.


SICILIA24H
UNIVERSITÀ AD AGRIGENTO, BOOM D'ISCRIZIONI, FIRETTO: "UN RISULTATO OLTRE LE ASPETTATIVE"

Si respira aria di nuovo al Consorzio Universitario "Empedocle" di Agrigento. A metà agosto si sono registrate molte iscrizioni per il nuovo anno accademico. " Io c'ho creduto, fortemente e non ho dato ascolto a chi la riteneva una missione impossibile. Un risultato che va ben oltre le aspettative", ha commentato il Sindaco Calogero Firetto. Tra le immatricolazioni ai nuovi corsi di laurea, quelle di Scienze dell'educazione per la prima infanzia sono al primo posto. Seguono Economia e amministrazione aziendale e Architettura e ambiente costruito. Stabili sono i numeri per quanto riguarda il corso di Servizio Sociale. Bene anche per il corso in Mediazione linguistica, realizzato dal Consorzio universitario con Trisform-Agorà Mundi.
IN EVIDENZA La Sicilia dei dipendenti pubblici In Sicilia la Regione, le Province e i Comuni, nel corso dei decenni trascorsi, sono stati imbottiti di impiegati, frutto spesso di politiche clientelari anziché meritocratiche, o, in altri termini più eleganti, per assistenza sociale. E così, ormai da anni, i bilanci, soprattutto dei Comuni, sono bloccati, nel senso che, come al Comune di Agrigento, il bilancio è un rendiconto di amministrazione condominiale: entrano le tasse pagate dai cittadini e si paga solo la spesa corrente, quindi il personale. Di iniziative di investimento, di sviluppo e di progresso del territorio non vi è alcuna traccia. E che non ci si illuda. E' così almeno dal 2007, e sarà ancora così, qualsiasi sindaco sarà in futuro sindaco, con il suo corredo di menzogne che sarà capace di raccontare in campagna elettorale. In Sicilia ogni 1000 abitanti vi sono 13 dipendenti pubblici. Il dato emerge dalla relazione della Sezione Autonomie della Corte dei conti. Il documento è stato diffuso dal Centro studi "Pio La Torre", che si occupa dei dipendenti regionali, qualificati come "troppi e poco qualificati", e del personale delle ex Province e dei Comuni. Il tutto testimonia che la Sicilia è fondata sulla dipendenza nel settore pubblico. In Sicilia vi sono più dipendenti regionali che in tutto il nord Italia. E i Comuni siciliani sono primi per precariato: più nel dettaglio l'83% dei lavoratori precari e socialmente utili di tutta Italia. Infine, nelle province siciliane, esclusa quella di Siracusa, vi è un tasso di 0,89 dipendenti ogni mille abitanti per un totale di 4098. Un record anche in tal caso: la Sicilia è la Regione con più dipendenti provinciali.


LA SICILIA
GUAI DA OGGI A SENTIRSI MALE AL MARE SCADUTA LA CONVENZIONE DI VIGILANZA IL CASO.

L'attività era stata aggiudicata lo scorso luglio scorso alla cooperativa "Ulisse". Da oggi aumenta il rischio di annegare sulle coste agrigentine, nel capoluogo in questo caso. Come da programma infatti scade oggi il servizio di vigilanza delle spiagge libere della costa. Aggiudicato lo scorso luglio scorso alla cooperativa "Ulisse", il servizio di vigilanza e di salvataggio lungo il litorale comunale termina il proprio effetto oggi. Il servizio è iniziato il 26 luglio e terminerà secondo quelli che erano i tempi previsti nell'appalto. Sono state tenute sotto controllo tre postazioni in altrettante località; Cannatello, Dune e al Caos. Ogni postazione ha visto l'impiego di quattro bagnini divisi in due turni che copriranno un orario che va dalle 9 alle 17. "Ogni postazione è stata dotata di mezzi necessari per effettuare salvataggi in mare. Il costo previsto per la copertura del servizio è stato di oltre 25 mila euro ed è stato garantito interamente dal Municipio, che ormai da alcuni anni non può contare sul contributo da parte della Regione e del Libero consorzio. Il servizio garantito, tuttavia, non corrisponde in termini di durata al numero di giorni che pure sono previsti da normativa per i centri rivieraschi. Da oggi dunque a garantire un pronto intervento in caso di annegamento o gente in difficoltà in mare non sarà più sicuro almeno nelle zone coperte fino a ieri dai bagnini coordinati dal maestro Calogero Sedino. In questi giorni di servizio sono state numerose le persone aiutate nelle situazioni più disparate, da quelle di chi ha rischiato davvero di annegare, a quelle più facili da gestire. Da segnalare anche i frequenti casi di bambini temporaneamente smarriti dei genitori e ritrovati dai bagnini tra i bagnanti. Appare improbabile una proroga del servizio da parte del comune capoluogo, al quale comunque va il merito di avere fornito un servizio essenziale, sia pure per pochi giorni. FRANCESCO DI MARE





Valuta questo sito: RISPONDI AL QUESTIONARIO