La Sicilia
LIBERO CONSORZIO, PER RIPRISTINARE TUTTE LE STRADE CI VORREBBERO 160MLN
Per ripristinare una condizione ottimale di percorribilità e sicurezza delle strade del Libero consorzio di Agrigento ad oggi servirebbero oltre 160milioni di euro.A tanto ammonta quanto stimato ad oggi dal settore viabilità dell'ex Provincia regionale rispetto agli oltre 1300 chilometri di strade che attraversano tutto il territorio dell'Agrigentino e che versano purtroppo in larga percentuale in condizioni di transitabilità estremamente ridotte.Una cifra enorme, ma che ha una sua ratio e soprattutto una sua origine, stante che in questi anni l'Ente non è riuscito spesso a garantire la manutenzione ordinaria periodica a causa delle incertezze di bilancio dovute ad un processo di revisione degli enti di area vasta mai completato. Questo ha comportato spesso l'impossibilità di approvare gli strumenti finanziari in tempo e programmare le risorse che, comunque, sono sempre ristrettissime: ci sono stati anni, ad esempio, in cui il Libero consorzio ha avuto a disposizione per gli interventi di manutenzione poco più di 50Omila euro, una somma che non ha consentito di fare pressoché nulla, sia per vastità del patrimonio viario sia per le condizioni in cui questo versa. L'Agrigentino risente infatti soprattutto di problemi di natura idrogeologica, con riferimento in particolar modo nella zona montana, dove esistono oggi strade quasi totalmente impercorribili o completamente chiuse al transito. Una situazione che crea danno soprattutto alle aziende agricole e zootecnico-casearie e ovviamente alle comunità, con i sindaci della provincia che hanno più volte manifestato la propria contrarietà per la situazione attuale. Celebre è la protesta del sindaco di Santa Margherita di Belice che ha installato dei cartelli di scuse per i cittadini.A fronte di questa enorme richiesta dalla Regione sono giunti nelle sorse settimane 21 milioni di euro disponibili (che il Libero consorzio potrà usare per finanziare solo progetti che rientrano nei parametri scelti da Palermo), cui si aggiunge la progettazione che l'ente è riuscito a realizzare (un attesa di finanziamento) grazie all'attività del proprio ufficio Strade, seppur in carenza cronica di uomini e mezzi.(GS)
Giornale
di sicilia
LIBERO
CONSORZIO
Borse di studio in pagamento
Sono
in pagamento le borse di studio per l'anno 2012/13 e 2013/2014 che
riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori
della provincia con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Lo
rende noto il Libero consorzio comunale. Le somme accreditate possono
essere riscosse qualsiasi sportello della banca Unicredit, in base
agli elenchi degli aventi diritto inviati dal settore «Politiche
Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica» del
Libero Consorzio alla Regione. Le borse di studio potranno essere
riscosse fino al 30 novembre. ( * PA P I * )
Scuole
sicure, parte il progetto per prevenire l'uso delle droghe
È
stato finanziato per 34.153,98 euro, dal ministero dell'Interno, il
progetto «Scuole sicure» elaborato dall'amministrazione comunale
per l'anno 2019/2020. Progetto indirizzato ad iniziative di
prevenzione e di contrasto all'uso di sostanze stupefacenti nelle
scuole. Il finanziamento ministeriale deriva dal «Fondo per la
sicurezza urbana» destinato alla prevenzione e al contrasto dell'uso
di droghe nelle scuole. Il Municipio di Agrigento era stato inserito
nell'elenco dei 100 Comuni selezionati per l'a cce s s o alle
risorse del fondo. Il progetto prevede la collaborazione diretta
della polizia municipale che attiverà una serie di attività di
prevenzione e contrasto allo spaccio e all'uso di sostanze
stupefacenti nelle scuole. Nei prossimi giorni si terrà la firma del
protocollo d'intesa in Prefett ura. Che la droga - hashish e
marijuana - circoli fra i banchi, ma anche nei bagni, di scuola è
un dato di fatto. A farlo emergere - già nei mesi passati - sono
stati i controlli, una vera e propria raffica, realizzati dalla
polizia di Stato. Nel giro di pochi mesi, il dato è aggiornato fino
a metà marzo, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato 27 spinelli
per un totale di 611,29 grammi di stupefacenti e hanno segnalato alla
Prefettura, quali assuntori di droghe, 7 studenti. D'ora in avanti,
però, a dare man forte a questa attività di prevenzione e
repressione realizzata dalle forze dell'ordine ci saranno dei
sistemi di video sorveglianza: telecamere che procederanno al
monitoraggio delle attività interne ed esterne agli edifici
scolastici. La Giunta di Lillo Firetto ha approvato, era la fine
dello scorso maggio, il progetto «Scuole sicure 2019 - 2020» che
prevede l'utilizzo, da parte del Comune di Agrigento, di somme
messe a disposizione dal ministero dell'Interno. Il ministero ha
elaborato un piano di riparto in cui il Comune di Agrigento è
destinatario di 34 mila euro da devolvere, per iniziative di
contrasto ad una serie di fenomeni e in particolare per quello del
consumo di stupefacenti, soprattutto alle scuole. La scuola è, del
resto, il contesto privilegiato per realizzare interventi efficaci di
promozione di stili di vita sani e di prevenzione delle t o s s i co
d i p e n d e n ze . Il progetto avrà la durata dell'intero anno
scolastico 2019/2020. Gli istituti scolastici di secondo grado dove
sarà orientativamente assicurato il servizio - stando a quanto era
stato reso noto dall'amministrazione comunale di Agrigento - sono
il liceo scientifico «Leonardo», il «Majorana» il liceo classico
«Empedocle», gli istituti tecnici «Foderà», «Sciascia» e
«Brunelleschi» il liceo scientifico delle scienze umane «Politi»
e il professionale «Nicolò Gallo». «Attraverso queste iniziative
progettate dal Comune - è tornato a ribadire il sindaco Lillo
Firetto - si implementa la già meritoria attività delle forze
dell'ordine che, con la loro presenza nelle scuole, hanno dato
forti segnali di attenzione. La polizia locale intende proseguire e
implementare la lotta al consumo di droga». Controlli a tappeto
dunque, in tutti gli istituti.
Agrigentonotizie.it
Strade
provinciali "colabrodo", servono 160 milioni di euro per
sistemarle
Per
ripristinare percorribilità e sicurezza delle strade del Libero
consorzio di Agrigento ad oggi servirebbero oltre 160milioni di euro.
A tanto ammonta quanto stimato ad oggi dal settore viabilità dell'ex
Provincia regionale rispetto agli oltre 1300 chilometri di strade che
attraversano tutto il territorio dell'Agrigentino e che versano
purtroppo in larga percentuale in condizioni di transitabilità
estremamente ridotte.
Una
cifra enorme, ma che ha una sua ratio e soprattutto una sua origine,
stante che in questi anni l'ente non è riuscito spesso a garantire
la manutenzione ordinaria periodica a causa delle incertezze di
bilancio dovute ad un processo di revisione degli enti di area vasta
mai completato. Ci sono stati anni, ad esempio, in cui il Libero
consorzio ha avuto a disposizione per gli interventi di manutenzione
poco più di 50mila euro, una somma che non ha consentito di fare
pressocché nulla, sia per vastità del patrimonio viario sia per le
condizioni in cui questo versa.
L'Agrigentino
risente infatti soprattutto di problemi di natura idrogeologica, con
riferimento in particolar modo nella zona montana, dove esistono oggi
strade quasi totalmente impercorribili o completamente chiuse al
transito. Una situazione che crea danno soprattutto alle aziende
agricole e zootecnico-casearie e ovviamente alle comunità, con i
sindaci della provincia che hanno più volte manifestato la
propria contrarietà per la situazione attuale. Celebre è la
protesta del sindaco di Santa Margherita di Belice che ha installato
dei cartelli di scuse per i cittadini.A fronte di questa enorme
richiesta dalla Regione sono giunti nelle scorse settimane 21 milioni
di euro disponibili (che il Libero consorzio potrà usare per
finanziare solo progetti che rientranno nei parametri scelti da
Palermo), cui si aggiunge la progettazione che l'ente è riuscito a
realizzare (un attesa di finanziamento) grazie all'attività del
proprio ufficio Strade, seppur in carenza cronica di uomini e mezzi.
Grandangolo.it
Pioggia
di finanziamenti per l'edilizia scolastica: otto interventi
nell'agrigentino
Quasi
diciassette milioni di euro a favore di 44 Comuni dell'Isola per
ristrutturare gli immobili destinati ad asili e migliorare, in
generale, i servizi per la prima infanzia.Li
ha finanziati la Regione Siciliana, che tramite l'assessorato della
Famiglia ha pubblicato la graduatoria provvisoria delle 49 istanze
ammesse in base all'Avviso pubblicato nello scorso mese di
novembre. Gli interventi proposti vanno dalla realizzazione di nuovi
asili alla manutenzione straordinaria e riqualificazione di strutture
esistenti, dall'efficientamento energetico all'adeguamento
igienico-sanitario all'acquisto di forniture e arredi.A dividersi
le risorse del Fondo di sviluppo e coesione saranno tutte le nove
province dell'Isola. "Costruire nuovi spazi, o ristrutturare
quelli esistenti, per la prima infanzia - evidenzia il presidente
della Regione Nello Musumeci - e' un dovere per chi amministra.
Lo facciamo a beneficio delle famiglie siciliane, nella piena
consapevolezza di un dato negativo come quello del numero
insufficiente di servizi in questo settore e del tasso di natalita'
che nell'Isola e' in calo.Queste
le opere finanziate in provincia di Agrigento:
Lampedusa e Linosa (realizzazione nuovo asilo); San Giovanni Gemini
(asilo di via Cadorna); Villafranca Sicula ("Cento servizi");
Grotte (edifici scolastici comunali); Menfi (asilo di via Cavour);
Burgio (riconversione dell'ex casello ferroviario in asilo);
Sambuca di Sicilia (asilo "Aporti"); Ravanusa (ristrutturazione
asilo comunale).
Livesicilia.it
Voto
subito o nuovo governo
Cosa cambierebbe in Sicilia
Che
effetti avrà l'esito della crisi di governo su Ars, governo
regionale e partiti siciliani? Ecco alcune ipotesi.
C'è
chi tifa, chi spera, chi teme. Come è normale che sia, la
crisi di governo, a prescindere dall'esito, produrrà i propri
effetti anche in Sicilia. Non solo sul piano dei "nomi", ma anche
e soprattutto su quello politico. Gli equilibri potrebbero mutare,
insomma, sia che si vada al voto, sia che si formi il cosiddetto
governo "giallorosso". Senza escludere la clamorosa pace tra
Cinquestelle e Lega. L'esito ufficiale dei contatti tra i partiti si
conoscerà domani. Intanto, ecco gli scenari per l'Isola.
Si
va al voto
Con
le elezioni, che potrebbero svolgersi già in novembre, partirà
ovviamente la guerra delle liste. E le tensioni coinvolgeranno tutti
i partiti, per motivi diversi, a cominciare dal destino degli attuali
parlamentari. Nel
Pd, ad esempio, le liste non saranno gestite più dai renziani,
ma dal nuovo corso della segreteria di Zingaretti. In caso di voto,
quindi, è probabile che molti dei deputati e senatori attualmente in
carica e piazzati nel 2018 nei posti più alti degli elenchi dall'ex
premier fiorentino, debbano lasciare il proprio scranno a esponenti
di altre aree del partito. Tradotto: agli uomini più vicini a
Faraone potrebbero sostituirsi quelli più vicini a Cracolici e Lupo.
Cambierebbe, così, la fisionomia dei Dem in parlamento. Mentre,
sondaggi alla mano, non dovrebbe variare di molto il numero, per
quanto oggi il Pd sia dato quattro-cinque punti sopra all'esito del
marzo dell'anno scorso.
Problemi
più seri, invece, in questo senso potrebbero essere affrontati dai
Forza Italia e Movimento cinque stelle. Nel
primo caso, infatti, gli azzurri rischiano - sempre stando ai
sondaggi - un calo della rappresentanza in parlamento, che in
Sicilia, visti gli ultimi buoni risultati rispetto al resto d'Italia,
potrebbero essere però meno drastico. Farà capolino però il tema
più politico: alle elezioni si va da soli o con in coalizione? In
quest'ultimo caso, la corsa ai collegi uninominali sarà "a tre"
con Lega e Fratelli d'Italia. Due partiti con i quali non sono
mancate le tensioni. Basti
pensare ad esempio ai "giudizi" di Micciché su Salvini o
alla polemica
tra lo stesso coordinatore azzurro e il "neomeloniano" sindaco di
Catania, Salvo Pogliese.
A
rischiare una netta riduzione dei parlamentari poi è ovviamente il
Movimento cinque stelle.
Per quanto in ripresa oggi, se si andasse al voto a novembre, le
percentuali - e quindi gli eletti - sarebbero assai diverse da
quelle del 2018. E così, anche se si dovesse riproporre lo strumento
delle "parlamentarie", molti uscenti lo sarebbero per davvero. E
visti i veleni delle ultime occasioni, si possono già pronosticare
nuove polemiche tutte interne ai Cinquestelle per la corsa agli
scranni.
Dal punto di vista più strettamente politico, il
voto presto potrebbe far "sfumare", almeno per il momento, le
ipotesi di quel movimento neocentrista del quale ha parlato anche a
LiveSicilia il deputato catanese Luca Sammartino. Con
elezioni tra due mesi, sarebbe infatti complicato mettere in piedi il
progetto. Che non potrebbe contare, come forse si sperava, su un
avvicinamento a esponenti ed elettori di Forza Italia: col voto,
sarebbe assai probabile il riavvicinamento tra gli azzurri e Salvini.
Così come quello tra l'attuale governatore Musumeci e il
Carroccio. A proposito, i sondaggi oggi dicono che il centrodestra
unito vincerebbe le elezioni: sarebbe in quel caso una buona notizia
per il presidente della Regione, che si troverebbe a dialogare con un
governo nazionale amico. E non solo "amico a metà" come è stato
finora.
Si
fa il governo giallorosso
Intanto
però i dialoghi proseguono sulla linea "giallorossa" del nuovo
possibile governo. Poche ore ormai, e l'esito di questi incontri
dovrà essere illustrato al presidente della Repubblica per
verificare la possibilità di varare il nuovo esecutivo. Cosa
potrebbe succedere in Sicilia con la nascita di un governo tra
Cinquestelle e Pd? Il primo effetto potrebbe notarsi a Sala d'Ercole,
dove l'attuale
opposizione potrebbe presentarsi ancora più coesa,
visto che le stesse forze a quel punto starebbero governando a Roma.
Un problema in più per la maggioranza non proprio larga di
Musumeci. Già
alcuni deputati Dem, come ad esempio il catanese Anthony Barbagallo
hanno auspicato possibili "convergenze all'Ars" con i
grillini. Ovviamente,
la situazione del parlamento siciliano sarebbe lo specchio di un
governo nazionale a questo punto certamente non amico di quello
regionale, con tutto ciò che potrebbe significare, considerate le
trattative in atto con lo Stato su diversi campi e la possibilità
del governo romano di impugnare le norme siciliane, oltre
all'ordinaria amministrazione di un rapporto tra istituzioni che si
troverebbero politicamente su campi opposti.
Bisognerà
però vedere quanto i gruppi all'Ars dimostreranno di essere coesi.
È il caso del Pd, anche stavolta: la
scelta di Matteo Renzi di puntare fortemente sul nuovo governo
avrebbe come scopo, secondo
ad esempio il deputato Antonello Cracolici, anche di 'prendere
tempo' per giungere tra qualche mese a una vera e propria
scissione. A
un nuovo partito, insomma. Al prodotto di quei "laboratori"
moderati già annunciati da molti, ma che col voto rischierebbero di
non avere il tempo di "creare" granché.
La
retromarcia
C'è
l''ultima ipotesi che non va scartata. La rinascita clamorosa di
un governo giallo-verde. Certo, sarebbe a quel punto difficile per i
due partiti che lo formavano, dopo gli insulti e le accuse dei giorni
scorsi, spiegarlo ai propri elettori. Ma del resto, in questi mesi se
ne sono viste di tutti i colori: compreso un Matteo Renzi che "sposa"
i grillini. Nulla è da escludere, quindi. Anche perché il governo
gialloverde avrebbe un vantaggio enorme rispetto al voto anticipato.
E qui l'alta politica, le alleanze, i programmi e le ideologie non
c'entrano. C'entra, semmai, l'istinto di sopravvivenza dei
deputati che rimarrebbero esattamente al loro posto, ancora per un
po'.