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rassegna stampa dal 24 al 26 agosto 2019

La Sicilia

LIBERO CONSORZIO, PER RIPRISTINARE TUTTE LE STRADE CI VORREBBERO 160MLN

Per ripristinare una condizione ottimale di percorribilità e sicurezza delle strade del Libero consorzio di Agrigento ad oggi servirebbero oltre 160milioni di euro.A tanto ammonta quanto stimato ad oggi dal settore viabilità dell'ex Provincia regionale rispetto agli oltre 1300 chilometri di strade che attraversano tutto il territorio dell'Agrigentino e che versano purtroppo in larga percentuale in condizioni di transitabilità estremamente ridotte.Una cifra enorme, ma che ha una sua ratio e soprattutto una sua origine, stante che in questi anni l'Ente non è riuscito spesso a garantire la manutenzione ordinaria periodica a causa delle incertezze di bilancio dovute ad un processo di revisione degli enti di area vasta mai completato. Questo ha comportato spesso l'impossibilità di approvare gli strumenti finanziari in tempo e programmare le risorse che, comunque, sono sempre ristrettissime: ci sono stati anni, ad esempio, in cui il Libero consorzio ha avuto a disposizione per gli interventi di manutenzione poco più di 50Omila euro, una somma che non ha consentito di fare pressoché nulla, sia per vastità del patrimonio viario sia per le condizioni in cui questo versa. L'Agrigentino risente infatti soprattutto di problemi di natura idrogeologica, con riferimento in particolar modo nella zona montana, dove esistono oggi strade quasi totalmente impercorribili o completamente chiuse al transito. Una situazione che crea danno soprattutto alle aziende agricole e zootecnico-casearie e ovviamente alle comunità, con i sindaci della provincia che hanno più volte manifestato la propria contrarietà per la situazione attuale. Celebre è la protesta del sindaco di Santa Margherita di Belice che ha installato dei cartelli di scuse per i cittadini.A fronte di questa enorme richiesta dalla Regione sono giunti nelle sorse settimane 21 milioni di euro disponibili (che il Libero consorzio potrà usare per finanziare solo progetti che rientrano nei parametri scelti da Palermo), cui si aggiunge la progettazione che l'ente è riuscito a realizzare (un attesa di finanziamento) grazie all'attività del proprio ufficio Strade, seppur in carenza cronica di uomini e mezzi.(GS)

Giornale di sicilia


LIBERO CONSORZIO
 Borse di studio in pagamento

Sono in pagamento le borse di studio per l'anno 2012/13 e 2013/2014 che riguardano le famiglie degli studenti delle scuole medie superiori della provincia con un reddito Isee inferiore a 10.632,94 euro. Lo rende noto il Libero consorzio comunale. Le somme accreditate possono essere riscosse qualsiasi sportello della banca Unicredit, in base agli elenchi degli aventi diritto inviati dal settore «Politiche Attive del Lavoro e dell'Istruzione ed Edilizia Scolastica» del Libero Consorzio alla Regione. Le borse di studio potranno essere riscosse fino al 30 novembre. ( * PA P I * )

Scuole sicure, parte il progetto per prevenire l'uso delle droghe

  
È stato finanziato per 34.153,98 euro, dal ministero dell'Interno, il progetto «Scuole sicure» elaborato dall'amministrazione comunale per l'anno 2019/2020. Progetto indirizzato ad iniziative di prevenzione e di contrasto all'uso di sostanze stupefacenti nelle scuole. Il finanziamento ministeriale deriva dal «Fondo per la sicurezza urbana» destinato alla prevenzione e al contrasto dell'uso di droghe nelle scuole. Il Municipio di Agrigento era stato inserito nell'elenco dei 100 Comuni selezionati per l'a cce s s o alle risorse del fondo. Il progetto prevede la collaborazione diretta della polizia municipale che attiverà una serie di attività di prevenzione e contrasto allo spaccio e all'uso di sostanze stupefacenti nelle scuole. Nei prossimi giorni si terrà la firma del protocollo d'intesa in Prefett ura. Che la droga - hashish e marijuana - circoli fra i banchi, ma anche nei bagni, di scuola è un dato di fatto. A farlo emergere - già nei mesi passati - sono stati i controlli, una vera e propria raffica, realizzati dalla polizia di Stato. Nel giro di pochi mesi, il dato è aggiornato fino a metà marzo, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato 27 spinelli per un totale di 611,29 grammi di stupefacenti e hanno segnalato alla Prefettura, quali assuntori di droghe, 7 studenti. D'ora in avanti, però, a dare man forte a questa attività di prevenzione e repressione realizzata dalle forze dell'ordine ci saranno dei sistemi di video sorveglianza: telecamere che procederanno al monitoraggio delle attività interne ed esterne agli edifici scolastici. La Giunta di Lillo Firetto ha approvato, era la fine dello scorso maggio, il progetto «Scuole sicure 2019 - 2020» che prevede l'utilizzo, da parte del Comune di Agrigento, di somme messe a disposizione dal ministero dell'Interno. Il ministero ha elaborato un piano di riparto in cui il Comune di Agrigento è destinatario di 34 mila euro da devolvere, per iniziative di contrasto ad una serie di fenomeni e in particolare per quello del consumo di stupefacenti, soprattutto alle scuole. La scuola è, del resto, il contesto privilegiato per realizzare interventi efficaci di promozione di stili di vita sani e di prevenzione delle t o s s i co d i p e n d e n ze . Il progetto avrà la durata dell'intero anno scolastico 2019/2020. Gli istituti scolastici di secondo grado dove sarà orientativamente assicurato il servizio - stando a quanto era stato reso noto dall'amministrazione comunale di Agrigento - sono il liceo scientifico «Leonardo», il «Majorana» il liceo classico «Empedocle», gli istituti tecnici «Foderà», «Sciascia» e «Brunelleschi» il liceo scientifico delle scienze umane «Politi» e il professionale «Nicolò Gallo». «Attraverso queste iniziative progettate dal Comune - è tornato a ribadire il sindaco Lillo Firetto - si implementa la già meritoria attività delle forze dell'ordine che, con la loro presenza nelle scuole, hanno dato forti segnali di attenzione. La polizia locale intende proseguire e implementare la lotta al consumo di droga». Controlli a tappeto dunque, in tutti gli istituti.

Agrigentonotizie.it

Strade provinciali "colabrodo", servono 160 milioni di euro per sistemarle

Per ripristinare percorribilità e sicurezza delle strade del Libero consorzio di Agrigento ad oggi servirebbero oltre 160milioni di euro. A tanto ammonta quanto stimato ad oggi dal settore viabilità dell'ex Provincia regionale rispetto agli oltre 1300 chilometri di strade che attraversano tutto il territorio dell'Agrigentino e che versano purtroppo in larga percentuale in condizioni di transitabilità estremamente ridotte. Una cifra enorme, ma che ha una sua ratio e soprattutto una sua origine, stante che in questi anni l'ente non è riuscito spesso a garantire la manutenzione ordinaria periodica a causa delle incertezze di bilancio dovute ad un processo di revisione degli enti di area vasta mai completato. Ci sono stati anni, ad esempio, in cui il Libero consorzio ha avuto a disposizione per gli interventi di manutenzione poco più di 50mila euro, una somma che non ha consentito di fare pressocché nulla, sia per vastità del patrimonio viario sia per le condizioni in cui questo versa. L'Agrigentino risente infatti soprattutto di problemi di natura idrogeologica, con riferimento in particolar modo nella zona montana, dove esistono oggi strade quasi totalmente impercorribili o completamente chiuse al transito. Una situazione che crea danno soprattutto alle aziende agricole e zootecnico-casearie e ovviamente alle comunità, con i sindaci della provincia che hanno più volte manifestato  la propria contrarietà per la situazione attuale. Celebre è la protesta del sindaco di Santa Margherita di Belice che ha installato dei cartelli di scuse per i cittadini.A fronte di questa enorme richiesta dalla Regione sono giunti nelle scorse settimane 21 milioni di euro disponibili (che il Libero consorzio potrà usare per finanziare solo progetti che rientranno nei parametri scelti da Palermo), cui si aggiunge la progettazione che l'ente è riuscito a realizzare (un attesa di finanziamento) grazie all'attività del proprio ufficio Strade, seppur in carenza cronica di uomini e mezzi.

Grandangolo.it

Pioggia di finanziamenti per l'edilizia scolastica: otto interventi nell'agrigentino

Quasi diciassette milioni di euro a favore di 44 Comuni dell'Isola per ristrutturare gli immobili destinati ad asili e migliorare, in generale, i servizi per la prima infanzia.Li ha finanziati la Regione Siciliana, che tramite l'assessorato della Famiglia ha pubblicato la graduatoria provvisoria delle 49 istanze ammesse in base all'Avviso pubblicato nello scorso mese di novembre. Gli interventi proposti vanno dalla realizzazione di nuovi asili alla manutenzione straordinaria e riqualificazione di strutture esistenti, dall'efficientamento energetico all'adeguamento igienico-sanitario all'acquisto di forniture e arredi.A dividersi le risorse del Fondo di sviluppo e coesione saranno tutte le nove province dell'Isola. "Costruire nuovi spazi, o ristrutturare quelli esistenti, per la prima infanzia - evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci - e' un dovere per chi amministra. Lo facciamo a beneficio delle famiglie siciliane, nella piena consapevolezza di un dato negativo come quello del numero insufficiente di servizi in questo settore e del tasso di natalita' che nell'Isola e' in calo.Queste le opere finanziate in provincia di Agrigento: Lampedusa e Linosa (realizzazione nuovo asilo); San Giovanni Gemini (asilo di via Cadorna); Villafranca Sicula ("Cento servizi"); Grotte (edifici scolastici comunali); Menfi (asilo di via Cavour); Burgio (riconversione dell'ex casello ferroviario in asilo); Sambuca di Sicilia (asilo "Aporti"); Ravanusa (ristrutturazione asilo comunale).

Livesicilia.it

Voto subito o nuovo governo
Cosa cambierebbe in Sicilia


Che effetti avrà l'esito della crisi di governo su Ars, governo regionale e partiti siciliani? Ecco alcune ipotesi.
C'è chi tifa, chi spera, chi teme. Come è normale che sia, la crisi di governo, a prescindere dall'esito, produrrà i propri effetti anche in Sicilia. Non solo sul piano dei "nomi", ma anche e soprattutto su quello politico. Gli equilibri potrebbero mutare, insomma, sia che si vada al voto, sia che si formi il cosiddetto governo "giallorosso". Senza escludere la clamorosa pace tra Cinquestelle e Lega. L'esito ufficiale dei contatti tra i partiti si conoscerà domani. Intanto, ecco gli scenari per l'Isola.
Si va al voto
Con le elezioni, che potrebbero svolgersi già in novembre, partirà ovviamente la guerra delle liste. E le tensioni coinvolgeranno tutti i partiti, per motivi diversi, a cominciare dal destino degli attuali parlamentari. Nel Pd, ad esempio, le liste non saranno gestite più dai renziani, ma dal nuovo corso della segreteria di Zingaretti. In caso di voto, quindi, è probabile che molti dei deputati e senatori attualmente in carica e piazzati nel 2018 nei posti più alti degli elenchi dall'ex premier fiorentino, debbano lasciare il proprio scranno a esponenti di altre aree del partito. Tradotto: agli uomini più vicini a Faraone potrebbero sostituirsi quelli più vicini a Cracolici e Lupo. Cambierebbe, così, la fisionomia dei Dem in parlamento. Mentre, sondaggi alla mano, non dovrebbe variare di molto il numero, per quanto oggi il Pd sia dato quattro-cinque punti sopra all'esito del marzo dell'anno scorso.
Problemi più seri, invece, in questo senso potrebbero essere affrontati dai Forza Italia e Movimento cinque stelle. Nel primo caso, infatti, gli azzurri rischiano - sempre stando ai sondaggi - un calo della rappresentanza in parlamento, che in Sicilia, visti gli ultimi buoni risultati rispetto al resto d'Italia, potrebbero essere però meno drastico. Farà capolino però il tema più politico: alle elezioni si va da soli o con in coalizione? In quest'ultimo caso, la corsa ai collegi uninominali sarà "a tre" con Lega e Fratelli d'Italia. Due partiti con i quali non sono mancate le tensioni. Basti pensare ad esempio ai "giudizi" di Micciché su Salvini o alla polemica tra lo stesso coordinatore azzurro e il "neomeloniano" sindaco di Catania, Salvo Pogliese.
A rischiare una netta riduzione dei parlamentari poi è ovviamente il Movimento cinque stelle. Per quanto in ripresa oggi, se si andasse al voto a novembre, le percentuali - e quindi gli eletti - sarebbero assai diverse da quelle del 2018. E così, anche se si dovesse riproporre lo strumento delle "parlamentarie", molti uscenti lo sarebbero per davvero. E visti i veleni delle ultime occasioni, si possono già pronosticare nuove polemiche tutte interne ai Cinquestelle per la corsa agli scranni.
Dal punto di vista più strettamente politico, il voto presto potrebbe far "sfumare", almeno per il momento, le ipotesi di quel movimento neocentrista del quale ha parlato anche a LiveSicilia il deputato catanese Luca Sammartino. Con elezioni tra due mesi, sarebbe infatti complicato mettere in piedi il progetto. Che non potrebbe contare, come forse si sperava, su un avvicinamento a esponenti ed elettori di Forza Italia: col voto, sarebbe assai probabile il riavvicinamento tra gli azzurri e Salvini. Così come quello tra l'attuale governatore Musumeci e il Carroccio. A proposito, i sondaggi oggi dicono che il centrodestra unito vincerebbe le elezioni: sarebbe in quel caso una buona notizia per il presidente della Regione, che si troverebbe a dialogare con un governo nazionale amico. E non solo "amico a metà" come è stato finora.
Si fa il governo giallorosso
Intanto però i dialoghi proseguono sulla linea "giallorossa" del nuovo possibile governo. Poche ore ormai, e l'esito di questi incontri dovrà essere illustrato al presidente della Repubblica per verificare la possibilità di varare il nuovo esecutivo. Cosa potrebbe succedere in Sicilia con la nascita di un governo tra Cinquestelle e Pd? Il primo effetto potrebbe notarsi a Sala d'Ercole, dove l'attuale opposizione potrebbe presentarsi ancora più coesa, visto che le stesse forze a quel punto starebbero governando a Roma. Un problema in più per la maggioranza non proprio larga di Musumeci. Già alcuni deputati Dem, come ad esempio il catanese Anthony Barbagallo hanno auspicato possibili "convergenze all'Ars" con i grillini. Ovviamente, la situazione del parlamento siciliano sarebbe lo specchio di un governo nazionale a questo punto certamente non amico di quello regionale, con tutto ciò che potrebbe significare, considerate le trattative in atto con lo Stato su diversi campi e la possibilità del governo romano di impugnare le norme siciliane, oltre all'ordinaria amministrazione di un rapporto tra istituzioni che si troverebbero politicamente su campi opposti.
Bisognerà però vedere quanto i gruppi all'Ars dimostreranno di essere coesi. È il caso del Pd, anche stavolta: la scelta di Matteo Renzi di puntare fortemente sul nuovo governo avrebbe come scopo, secondo ad esempio il deputato Antonello Cracolici, anche di 'prendere tempo' per giungere tra qualche mese a una vera e propria scissione. A un nuovo partito, insomma. Al prodotto di quei "laboratori" moderati già annunciati da molti, ma che col voto rischierebbero di non avere il tempo di "creare" granché.
La retromarcia
C'è l''ultima ipotesi che non va scartata. La rinascita clamorosa di un governo giallo-verde. Certo, sarebbe a quel punto difficile per i due partiti che lo formavano, dopo gli insulti e le accuse dei giorni scorsi, spiegarlo ai propri elettori. Ma del resto, in questi mesi se ne sono viste di tutti i colori: compreso un Matteo Renzi che "sposa" i grillini. Nulla è da escludere, quindi. Anche perché il governo gialloverde avrebbe un vantaggio enorme rispetto al voto anticipato. E qui l'alta politica, le alleanze, i programmi e le ideologie non c'entrano. C'entra, semmai, l'istinto di sopravvivenza dei deputati che rimarrebbero esattamente al loro posto, ancora per un po'.

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