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La Polizia Provinciale conclude l'attività di controllo sulle strade provinciali per accertare impianti pubblicitari abusivi - ScrivoLibero.it
Si è conclusa in questi giorni, dopo circa tre anni, l'attività di controllo della Polizia Provinciale per accertare l'istallazione di impianti pubblicitari abusivi sulle strade provinciali.
La Polizia Provinciale, fino ad oggi, ha controllato circa 1.900 chilometri di strade a partire dall'anno 2016, seguendo le direttive dei Commissari Straordinari del Libero Consorzio che si sono succeduti nel triennio, finalizzate anche al potenziamento delle entrate dell'Ente.
Nel corso di questo triennio sono stati elevati complessivamente 4.500 verbali di contestazioni per violazioni del Codice della Strada con sanzioni per 188.392,30.
La Polizia Provinciale ha accertato e elevato contestazioni per violazioni agli art. 23 del Codice della Strada "Pubblicità sulle strade e sui veicoli" nei casi in cui siano stati istallati impianti pubblicitari senza l'autorizzazione dell'ente proprietario della strada e all'art. 38 CdS "Segnaletica Stradale" nei casi in cui siano stati apposti, su segnali stradali dell'ente o sul suo sostegno, altri segnali pubblicitari di ditte private.
Per questo tipo di violazioni, le sanzioni pecuniarie risultano essere abbastanza elevate poiché il legislatore ha ritenuto necessario regolamentare tali forme pubblicitarie in quanto possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale esistente, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l'efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l'attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione. La violazione sia dell'art. 23 che dell'art. 38 CdS comporta l'applicazione della sanzione pari ad 422,00 per ogni violazione commessa, cioè per ogni segnale istallato abusivamente.
Per effettuare l'attività di verifica sono stati effettuati controlli incrociati con gli Uffici "Concessione" del settore Attività Produttive, con l'Ufficio "Classificazione e Vigilanza" del settore Turismo del Libero Consorzio, nonché con la Camera di Commercio Industria ed Artigianato per le necessarie visure camerali.
Le verbalizzazioni sono state tutte notificate ai trasgressori attraverso gli atti giudiziari e, nei casi possibili, attraverso la Pec. L'ammontare complessivo dei verbali elevati per gli impianti pubblicitari abusivi sono stati 457 e le sanzioni elevate sono state di 188.392,30, somme che sono state destinate, principalmente, per l'acquisto del bitume, gard-rail, segnali stradali nonché alle attività di manutenzione ordinaria della rete stradale provinciale. I ricorsi al Giudice di Pace ed alla Prefettura ai verbali di contestazione presentati dai trasgressori sono stati complessivamente n. 73, debitamente controdedotti dagli Uffici.
Questo in sintesi il report degli ultimi tre anni.
Anno 2016: n. 81 verbali elevati ai sensi dell'art. 23 cds con sanzioni pecuniarie per 33.873,20; Anno 2017: n. 121 verbali elevati ai sensi dell'art 23 cds e sanzioni pecuniarie per 49.879,60; n. 24 verbali elevati ai sensi dell'art 38 cds e sanzioni pecuniarie per 9.414,40;
Anno 2018: n. 110 verbali elevati ai sensi dell'art 23 cds e sanzioni pecuniarie per 44.205,00; n. 29 verbali elevati ai sensi dell'art 38 cds e sanzioni pecuniarie per 11.466,30;
Anno 2019: n. 74 verbali elevati ai sensi dell'art 23 cds e sanzioni pecuniarie per 31.938,80; n. 18 verbali elevati ai sensi dell'art 38 cds e sanzioni pecuniarie per 7.615,00.
Giornale di Sicilia
Fornitura idrica interrotta
Voltano, guasto alla condotta
Restano a secco 10 Comuni
Nel capoluogo disagi a Giardina e Montaperto
Paolo Picone
L'ennesimo guasto alla condotta lascia a secco ben 10 Comuni tra cui il capoluogo Agrigento, con alcune zone che non saranno approvvigionate di acqua. La gestione del servizio idrico integrato, dell'Ati Ag9, coordinata dal commissario Gervasio Venuti ha infatti reso noto che ieri è stato riscontrato un guasto sull'acquedotto Voltano, in contrada Mulinazzo, territorio di Santo Stefano di Quisquina. Pertanto, è stata interrotta la fornitura idrica nei Comuni di: Agrigento (frazione di Giardina Gallotti e frazione di Montaperto); San Biagio Platani; Sant'Angelo Muxaro; Joppolo Giancaxio; Santa Elisabetta e Raffadali. Per lo stesso motivo sarà minore la fornitura idrica nei Comuni alimentati dal partitore di Aragona: con altre zone di Agrigento (San Michele, Fontanelle, Unità d'Italia, zone servite dal serbatoio Madonna della Rocca); Aragona; Comitini; Porto Empedocle; Favara; utenze volt ano.«Di conseguenza - dice il commissario del gestore idrico Girgenti acque - potranno verificarsi slittamentio limitazioni sulla turnazione drica prevista per la giornata di oggi. Gli operatori di Girgenti acque stanno ponendo in essere quanto necessario per eliminare l'inconve - niente riscontrato. Una volta eseguiti gli interventi di riparazione - conclude la società idrica - la fornitura tornerà regolare normalizzandosi nel rispetto dei necessari tempi tecnici». Nei giorni scorsi, a causa dell'acqua torbida, cinque Comuni erano rimasti a secco, compreso il capoluogo Agrigento. Siciliacque aveva interrotto l'alimentazione al partitore idrico di Aragona, a causa di una elevata torbidità riscontrata all'ingresso dell'impianto di potabilizzazione Fanaco. Pertanto, la fornitura idrica erastata ridotta rispetto agli usuali valori, nei Comuni alimentati dal partitore nello specifico: Agrigento (Zona industriale, San Michele, Fontanelle, Unità d'Italia, zone servite dal serbatoio Madonna delle Rocche); Aragona; Comitini; Porto Empedocle; Favara; Utenze voltano. La scorsa settimana un guasto sull'acquedotto Voltano in contrada Mulinazzo, territorio di Santo Stefano di Quisquina ha causato l'interruzione della fornitura idrica nei Comuni di: Agrigento (frazione di Giardina Gallotti e frazione di Montaperto); San Biagio Platani; Sant'Angelo Muxaro; Joppolo Giancaxio; Santa Elisabetta e Raffadali. Infine gli operatori del gestore avevano riscontrato un malfunzionamento elettrico alle pompe dei pozzi Carboj e Grattavole a Sciacca. Per tale motivo, la distribuzione idrica nella città ternale ha subito limitazioni e slittamenti. A Raffadali, intanto la società idrica ha disposto il completamento dell'attività di normalizzazione delle utenze in diverse strade cittadine. L'attività prevede la sottoscrizione obbligatoria del contratto di somministrazione e l'altrett anto obbligatoria installazione del contatore idrometrico. (* PAPI*)
Il report di tre anni di attività
Polizia provinciale, 400 mila euro di multe
Oltre 4.500 contestazioni per le diverse violazioni del codice della strada Ben 4.500 verbali di contestazioni per violazioni del codice della strada con sanzioni per un totale di 188.392,30 euro e 457 multe per 192.854 euro per gli impianti pubblicitari scovati lungo le strade provinciali dell'Agrigentino. Si è conclusa in questi giorni, dopo circa tre anni, l'attività di controllo della polizia provinciale per accertare appunto l'istallazione di impianti pubblicitari abusivi. Gli agenti, seguendo le direttive dei commissari straordinari del Libero consorzio che si sono succeduti negli ultimi 3 anni, hanno controllato - a partire dal 2016 - circa 1.900 chilometri di strade. Nel corso di questo triennio sono stati elevati complessivamente 4.500 verbali di contestazioni per violazioni del codice della strada. Accertate e contestate tante violazioni per pubblicità sulle strade e sui veicoli, nei casi in cui siano stati istallati impianti pubblicitari senza l'autorizzazione, ma scoperti anche casi in cui siano stati apposti, su segnali stradali dell'ente o sul suo sostegno, segnali pubblicitari di ditte private. Le sanzioni, per questo tipo di violazioni, risultano essere abbastanza elevate poiché il legislatore ha ritenuto necessario regolamentare le forme pubblicitarie perché possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale esistente o possono renderne difficile la comprensione o, ancora, ridurne la visibilità o l'efficacia, o creare distrarne l'attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione. La sanzione applicata è di 422 euro per ogni violazione commessa, cioè per ogni segnale istallato abusivamente. Per le verifiche sono stati effettuati controlli incrociati con gli uffici «Concessione» del settore Attività Produttive e «Classificazione e Vigilanza » del settore Turismo del Libero Consorzio ma anche con la Camera di Commercio. Le somme che verranno incassate sono state destinate all'acquisto del bitume, guard-rail e segnali stradali e alle attività di manutenzione ordinaria della rete stradale provinciale. I ricorsi al giudice di pace e alla Prefettura ai verbali di contestazione presentati dai trasgressori sono stati complessivamente 73, tutti debitamente controdedotti -hanno reso noto ieri dal Libero consorzio comunale di Agrigento - dagli uffici. (*CR*)
Strade danneggiate, case con tetti scoperchiati, frane continue
Maltempo, Porto Empedocle chiede lo stato di calamità
Sopralluogo in alcuni immobili per verificare se vi siano rischi
Concetta Rizzo
PORTO EMPEDOCLE
Non soltanto Licata. Mentre i vigili del fuoco del comando provinciale di Agrigento continuano a fare avanti e indietro per tamponare i cedimenti o per ispezionare - come è accaduto nella tarda serata di martedì, in via Generale Caviglia, - immobili che potrebbero essere a rischio, la giunta municipale ha deliberato la richiesta di calamità naturale per l'intero territorio di Porto Empedocle. La città marinara è uscita malconcia dall'ultima, violenta, ondata di maltempo. Ci sono i costoni: quello di via Lincoln, quello di contrada Ciuccafa e perfino uno in via Garibaldi che mostrano tutti i segni della loro precarietà, uno stato di fatto aggravato con le ultimissime piogge, e ci sono abitazioni danneggiate in maniera piùo meno importante. Ecco perché anche Porto Empedocle ha deciso di chiedere ufficialmente "aiuto ". Si ritiene che l'evento calamitoso verificatosi assuma rilievo ai fini dell'adozione, da parte delle autorità competenti, delle misure previste anche di carattere economico, a titolo di indennizzo per i danni subiti, - hanno scritto dall'Esecutivo, sindaco Ida Carmina in testa, - e per rimuovere gli ostacoli per la ripresa delle normali condizioni di vita nelle aree colpite ». Dopo le piogge di questo mese, non soltanto Licata è dunque in ginocchio, ma anche Porto Empedocle. «Si sono determinati fenomeno di dissesto idrogeologico che hanno prodotto gravi danni alla viabilità comunale ed extraurbana, danneggiamenti di opere idrauliche lungo i corsi d'acqua - è stato spiegato nella delibera di richiesta di calamità naturale -, infiltrazioni d'acqua piovana negli edifici pubblici: soprattutto in diverse scuole dove sono impraticabili alcune aule, nonché danni ad immobili privati e ad attività commerciali ed allagamenti diffusi all'interno del centro abitato coinvolto anche dalle mareggiate ». La conta dei danni non è stata semplicissima, ma alla fine - anche a Porto Empedocle - sono state tirate le fila. «I temporali e le forti raffiche di vento, assieme alle mareggiate, hanno determinato - prosegue la delibera di Giunta, con la quale si chiede il riconoscimento dello stato di calamità, - alberi sradicati che hanno interrotto la circolazione stradale, abitazioni con tetti scoperchiati, crollo di parte di un'abitazione, montagne di detriti su strade comunali e provinciali, insegne commerciali e segnaletica stradale distrutte, aggravamento delle frane esistenti e danni irreparabili per la produzione agricola » . L'Esecutivo ha dunque indirizzato alle autorità competenti, a Roma e per conoscenza a Palermo, la richiesta di calamità naturale. Si cerca dunque di recuperare una mano d'aiuto economica anche perché il Comune è in dissesto finanziario e anche perché l'inverno, di fatto, è appena iniziato. E a preoccupare - in maniera particolare - sono le frane dai costoni, primo fra tutti quello di via Lincoln che già lo scorso anno determinò l'evacuazione di una delle palazzine sottostanti. (*CR*)
CATTOLICA
Incidente stradale, ferita una donna
Una giovane donna è finita al pronto soccorso dell'ospedale "Fratelli Parlapiano" di Ribera dopo un incidente stradale che l'ha vista protagonista lungo la strada provinciale fra Cattolica Eraclea e Montallegro. La Lancia Y che la donna stava guidando con direzione Cattolica Eraclea si è all'improvviso ribaltata. Non è chiaro cosa sia successo. Spetterà ai carabinieri della stazione di Montallegro - che si sono occupati dei rilievi - stabilire cosa abbia determinato l'incidente che, per fortuna, non ha coinvolto altri mezzi di passaggio. La giovane donna non è rimasta ferita gravemente. (*CR*)
GrangangoloAgrigento
Agrigento, polizia provinciale incontra alunni plesso "Lauricella"
Continua la collaborazione del Libero Consorzio Comunale di Agrigento con l'Istituto comprensivo "Agrigento Centro" sui temi della Legalità. Questa mattina gli agenti della Polizia Provinciale, Domenico Urso, Claudio Alaimo e Angelo Longo hanno incontrato, nell'aula Magna del Plesso "Lauricella", il dirigente scolastico dell'Istituto, Anna Rita Gangarossa e gli alunni delle classi 3A, 3B e 3C.
Scopo dell'incontro è stato quello di promuovere la cultura della legalità e rafforzare il concetto di cittadinanza responsabile e consapevole nei ragazzi.La scuola, infatti, promuove il concetto di legalità fin dai primi anni di istruzione, permeando di regole di buona educazione e convivenza civile il vivere quotidiano degli alunni all'interno della comunità scolastica.
Il tema dell'educazione alla legalità, dunque, fondamento nella costruzione dell'identità dello studente nella loro veste di cittadino.
Nel corso dell'incontro sono stati trattati diversi temi: sicurezza personale e collettiva, educazione stradale, comportamenti a rischio nell'utilizzo della rete, rispetto dell'ambiente, etc.
Gli alunni, seguiti dalle insegnanti Antonella Dimino, Lilly Pirrera, Maria Rita Baiamonte, Carmen Lombardo, Rossella Oliveti, Laura Amico e Eluccia Marrella, hanno dimostrato interesse e curiosità per le tematiche trattate, ponendo, infine, numerose domande agli agenti.
AGRIGENTONOTIZIE
RIMOSSI IL FANGO E I DETRITI, RIAPRE
LA STRADA PROVINCIALE SICULIANA-RAFFADALI
E' invece ancora chiusa al transito
la Spr 24 Agrigento - Cattolica Eraclea nel tratto che va
dall'incrocio con la Sp 17-B in direzione Cattolica, nel quale sono
ancora in corso i lavori
Redazione
Rimosso il fango ed eliminati i
pericoli, torna percorribile la provinciale 17-B Siculiana-Raffadali.
L'atto è stato firmato dal dipartimento Infrastrutture stradali del
Libero consorzio di Agrigento. Gli interventi dei cantonieri dell'ex
Provincia e dei mezzi di Siciliacque hanno consentito infatti di
rimuovere i detriti che ostruivano il regolare deflusso dell'acqua
dal vallone sottostante il ponticello al km 0+100 rendendo finalmente
transitabile in sicurezza la strada.
Dall'ente di area vasta, comunque,
arriva la raccomandazione agli automobilisti in transito di
"osservare la massima prudenza e di rispettare i limiti di
velocità sul tracciato". E' invece ancora chiusa al transito la
Spr 24 Agrigento - Cattolica Eraclea nel tratto che va dall'incrocio
con la Sp 17-B in direzione Cattolica, nel quale sono ancora in corso
le operazioni di rimozione di fango e detriti finiti sulla strada a
causa delle pesanti precipitazioni dei giorni scorsi.
LA SICILIA
RACALMUTO, EFFETTUATO SOPRALLUOGO
PER MESSA IN SICUREZZA STRADA CHE COLLEGA IL PAESE ALLA 640
RACALMUTO
. c.v.) Il presidente del
Consiglio comunale Sergio Pagliaro in un precedente incontro con il
commissario straordinario del Libero Consorzio di Agrigento Girolamo
Alberto Di Pisa, per affrontare i problemi legati alla viabilità
delle strade provinciali che interessano il Comune di Racalmuto, in
particolare delle condizioni di percorribilità della strada
provinciale 15 che collega il comune di Racalmuto e il centro
commerciale le vigne, la statale 640 Agrigento- Caltanissetta e
l'ospedale di Canicattì, aveva avuto assicurazioni che nei primi di
dicembre i tecnici del libero consorzio comunale di Agrigento
avrebbero effettuato un sopralluogo e che sarebbero state stanziate
le somme necessarie per un primo stralcio dei lavori per mettere in
sicurezza la strada.
"Sopralluogo che è stato fatto
alcuni giorni fa - comunica Pagliaro - primo passo importante per
mettere in sicurezza la strada. Massimo impegno per completare
l'opera - aggiunge il presidente del consiglio comunale di Racalmuto
- anche da parte del vice ministro delle Infrastrutture Giancarlo
Cancellieri nell'incontro svoltosi lo scorso 22 novembre ad
Agrigento, al quale erano anche presenti
i deputati Rosalba Cimino e Michele Sodano, i prefetti di Agrigento e
Caltanissetta, i vertici di Anas e CMC".
Si tratta di una
strada parecchio pericolosa quella che congiunge Racalmuto con il
centro commerciale Le Vigne ed immette sulla scorrimento veloce
Agrigento-Caltanissetta dove in passato si sono registrati degli
incidenti anche mortali. A perdere la vita in un incidente autonomo
era stato un giovane cameriere che con la sua auto era finito fuori
strada. Da qui era scaturita la necessità di sollecitare interventi
urgenti per la messa in sicurezza della strada provinciale 15 che
ogni giorno viene percorsa da centinaia di automobilisti che devono
spostarsi da Racalmuto per raggiungere centri vicini come ad esempio
Canicattì o altri comuni della provincia di Agrigento o del nisseno.
RIFIUTI, SILURO
DI CUFFARO SU LOMBARDO
"IL
MALAFFARE S'ANNIDA NELLE DISCARICHE".
Antimafia Ars.
L'ex governatore: «Dopo di me no ai termovalorizzatori, l'Isola una
pattumiera.
PALERMO,
«Il malaffare si annida dove sono stati messi i soldi delle
discariche». L'ex presidente della Regione Totò Cuffaro, convocato
ieri dalla commissione regionale Antimafia (che ha avviato
un'indagine sulla gestione del ciclo dei rifiuti), torna all'Ars per
la seconda volta dopo la condanna a sette anni per favoreggiamento
aggravato a Cosa nostra.
Cuffaro non rinnega
le sue scelte, anzi le difende attaccando chi ha governato la Regione
dopo di lui: «Hanno fatto diventare la Sicilia una pattumiera.
L'interesse del mio governo era quello di fare i termovalorizzatori.
Senza questi 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti sono stati smaltiti
in discarica a 240 euro a tonnellata, invece che 74 euro, ma
soprattutto i comuni sono stati appesantiti dai costi complessivi il
debito degli Ato era di 37 milioni, poi dal 2008 al 2011 è salito a
490 milioni di euro, oggi è oltre il miliardo e mezzo di euro. Tutto
questo perché non abbiamo voluto fare i termovalorizzatori». E poi
marca la distanza da Raffaele Lombardo: «Per fermare i
termovalorizzatori il governo che è venuto dopo di me disse che lì
si annidava il malaffare,ma chi è venuto dopo era, stato con me nel
mio governo e aveva appoggiato i termovalorizzatori».
«Il nostro piano
sui rifiuti del 12 dicembre del 2002 che prevedeva i
termovalorizzatori e le gare fu approvato sia dal governo nazionale
sia dall'Europa. E l'unico piano che esiste in Sicilia», rivendica
Cuffaro. Una ricostruzione parte dagli anni del governo guidato da
Angelo Capodicasa e dalla vicenda curiosa dei due Piani rifiuti, uno
presentato dal vicepresidente Vincenzo Lo Giudice e un altro
predisposto dal consulente del governo Aurelio Angelini. «Il
ministro Ronchi - ricorda Cuffaro - ritenne più adeguato
quest'ultimo e la giunta lo fece proprio». Erano previsti i Cpr
(combustibili di rifiuto). «In Sicilia si fece il bando, ma non si
trovò nessuno disponibile perché le industrie non lo ritennero
economicamente vantaggioso».
Il presidente
dell'Antimafia, Claudio Fava, lo incalza sull'ipotesi di «un accordo
costituito a tavolino» che limitava la concorrenza nel bando sugli
impianti immaginati dal governo che sarebbero dovuti nascere perché
«prevedeva l'obbligo per le cordate di avere la disponibilità dei
terreni. Qual era il grado di consapevolezza del governo rispetto a
una serie di passaggi impropri?», chiede Fava, soffermandosi anche
sulla mancanza della certificazione antimafia da parte di una delle
società. Cuffaro risponde così: «Questa cosa mi è stata
contestata anche nel mio processo, ma l'Altecoen, ricordo che era
questa la società e io ho dimostrato che al momento della gara aveva
il certificato antimafia»
E intanto la
commissione Antimafia sta avviando un dossier sulle «ordinanze
contingili e urgenti» da parte dei Comuni siciliani, una
ricognizione sui tempi, gli USI fatti dello strumento e soprattutto
la quantità degli affidamenti. Nella. scorsa legislatura l'ex
assessore al Rifiuti, Vania Contrafatto a,veva precorso si tempi con
un'iniziativa analoga segnalando poi l'esito del lavoro svolto alle
Prefetture e alle Procure competenti per territorio.
A margine
dell'audizione, Cuffaro all'Ars ha parlato anche di politica con i
cronisti. A partire dalla simpatia per Matteo Renzi: «Cosa ne penso
di Italia Viva? Io resto democristiano e mi auguro che si mantenga
una bandiera al centro. Quando davanti a una scheda la gente si
troverà, la Lega i Cinque Stelle, il Pd e Fdl se vuole dare un voto
moderato cosa fa? Noi speriamo che oltre a Italia Viva ci sia anche
Noi con l'Italia, un partito, cioè, che riprenda la tradizione
storica e culturale della Dc». E a Nello Musumeci(che "è
bravo, ma purtroppo non ha una maggioranza consolidata e strutturata
come quella su cui potevo contare io e poi c'erano i partiti che non
sono un disastro della politica che oggi non ci sono più»). Cuffaro
riserva un amichevole consiglio: «io al suo posto ragionerei più
largamente, anche con opposizioni per scelte importanti». Infine,
una pietra tombale sui suoi successori: «Gli ex,"cuffariani"
in Sicilia sono due milioni, ora sono divisi dappartetutto, in FI,
Fdl, Pd e nella Lega. C'è stata una sorta di diaspora, è finito il
"cuffarismo" ora c'è il "cuffaresimo": quando
erano con me erano cattivi e "cuffaristi", adesso che non
ci sono più io tutti sono diventati buoni».
GIUSEPPE BIANCA