Larepubblica.it
La
Regione ci riprova, elezioni per le ex Province il 19 aprile
Sono
elezioni di secondo livello, chiamati alle urne tutti i sindaci e i
consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. Ma fino ad ora il voto è
stato sempre rinviato
La
Regione ci riprova. Per l'ennesima volta. Si svolgeranno - salvo
imprevisti, è il caso di dire a questo punto - il 19 aprile le
elezioni per le ex Province, commissariate ormai da sette anni: si
tratterà di elezioni di secondo livello, per le quali saranno
chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni
dell'Isola. C'è da dire però che le elezioni sono state indette
- e poi rinviate - ogni anno a partire dal 2016: l'anno scorso il
rinvio è arrivato in extremis per un voto dell'Ars, con annessa
coda di polemiche.
Se
si andasse al voto, dunque, nelle tre Città metropolitane di
Palermo, Catania e Messina verrebbero eletti solo i Consigli (il
sindaco metropolitano, per legge, coincide con quello del Comune
capoluogo), mentre nei sei Liberi consorzi le elezioni riguarderanno
presidenti e Consigli. Si chiuderebbe così un percorso iniziato
ormai quasi sette anni fa: era il 3 marzo 2013 quando un neo-eletto
Rosario Crocetta si presentò su Raiuno per dare il grande annuncio.
"Da domani - disse il governatore - aboliremo le Province".
Detto, fatto: 24 giorni più tardi l'Ars legiferò davvero, in
anticipo rispetto alla riforma analoga alla Camera.
(claudio Reale)
Alqamah.it
C'è
la data per le elezioni per le "ex Province", ma visto i
rinvii precedenti, c'è ancora chi non ci crede
Si
svolgeranno il 19 aprile le elezioni per le ex Province siciliane. Lo
ha deciso il governo Musumeci, in attuazione della legge regionale
8/2019, che aveva individuato il periodo utile tra il primo e il
trenta aprile del 2020. Si tratta di elezioni di secondo livello e
quindi saranno chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei
390 Comuni dell'Isola.
Finalmente
si vota? Una domanda si, perché altre volte in passato si parlava di
elezioni, ma poi venivano puntualmente rinviate ,
ma questa volta sembrerebbe quella decisiva.
La
riforma e le criticità
Dopo
la riforma del 2013, quindi l'addio alle Province, un susseguirsi di
criticità, perché non era in atto un passaggio di sistema, ma è
risultato un passo nel vuoto, infatti le "ex province"
dirette da commissari (la gestione commissariale durava da oltre
dieci anni) sono state al centro di dibattiti, perché prive di soldi
e senza nessuna delega ai comuni per la gestione di alcuni servizi.
Il caos che si è palesato con servizi mancanti o scadenti .
Polemiche
per la loro eliminazione e per il metodo di voto
Polemiche
e nulla di fatto, sta in questo la storia delle "ex province",
che l'unico ristoro lo hanno avuto solo poco tempo fa, ma solo toppe
per coprire i danni momentaneamente. Le polemiche hanno interessato
anche il metodo di voto, cioé "indiretto", infatti non
andranno alle urne i cittadini, ma i consiglieri comunali e i sindaci
che fanno parte del territorio delle "ex province", invece
un discorso diverso è per quelle province dove è presente una città
metropolitana (Palermo, Catania e Messina), dove verranno eletti solo
i consigli, perché il "presidente della Provincia"
coincide con il sindaco della città metropolitana. Contrari a questo
metodo in molti, infatti il dibattito sulla questione ha animato per
molto tempo l'agone politico ,
forse dalla riforma ad oggi, e chissà che non continui.
La
riforma e le criticità delle ex province
Dopo
la riforma del 2013, quindi l'addio alle Province, un susseguirsi di
criticità, perché non era in atto un passaggio di sistema, ma è
risultato un passo nel vuoto, infatti le "ex province"
dirette da commissari (la gestione commissariale durava da oltre
dieci anni) sono state al centro di dibattiti, perché prive di soldi
e senza nessuna delega ai comuni per la gestione di alcuni servizi.
Il caos che si è palesato con servizi mancanti o scadenti .
Polemiche
per la loro eliminazione e per il metodo di voto
Polemiche
e nulla di fatto, sta in questo la storia delle "ex province",
che l'unico ristoro lo hanno avuto solo poco tempo fa, ma solo toppe
per coprire i danni momentaneamente. Le polemiche hanno interessato
anche il metodo di voto, cioé "indiretto", infatti non
andranno alle urne i cittadini, ma i consiglieri comunali e i sindaci
che fanno parte del territorio delle "ex province", invece
un discorso diverso è per quelle province dove è presente una città
metropolitana (Palermo, Catania e Messina), dove verranno eletti solo
i consigli, perché il "presidente della Provincia"
coincide con il sindaco della città metropolitana. Contrari a questo
metodo in molti, infatti il dibattito sulla questione ha animato per
molto tempo l'agone politico ,
forse dalla riforma ad oggi, e chissà che non continui.
Blogsicilia.it
ex province. Fissata la data per le
nuove elezioni
Ci
sono voluti oltre 10 anni ma finalmente le Città Metropolitane e i
Liberi Consorzi ovvero le ex Province potranno tornare ad avere
organismi legittimamente eletti dopo anni di Commissari che se la
scelta sarà fatta solo con elezioni di secondo livello. Si
svolgeranno, infatti, il 19 aprile le elezioni per le ex
Province siciliane. Lo
ha deciso il governo Musumeci, in attuazione della legge regionale
8/2019, che aveva individuato il periodo utile tra il primo e il
trenta aprile del 2020. Si
tratta, come accennato, di elezioni di secondo livello e quindi
saranno chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390
Comuni dell'Isola Nei
cosiddetti "enti di aria vasta", la gestione commissariale durava
da oltre dieci anni ovvero da quando, con un colpo di mano, vennero
abrogate le Province senza però pensare alle conseguenze ne
organizzare la gestione delle materie ad esse demandate. Una prima
elezioni era già stata fissatalo scorso anno ma poi venne rinviata.
Nelle tre Città
metropolitane di
Palermo, Catania e Messina verranno eletti solo i Consigli, in quanto
il sindaco coincide, di diritto, con il primo cittadino del Comune
capoluogo. Nei sei Liberi consorzi le elezioni riguarderanno
presidenti e Consigli. "Accogliamo
positivamente la notizia relativa alla indizione delle elezioni di
secondo livello per il prossimo 19 aprile in quanto riteniamo che si
possa dare finalmente voce ai territori ponendo fine a uno stato di
incertezza che va avanti da troppo tempo" dicono Leoluca Orlando e
Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di ANCI
Sicilia. "Auspichiamo
- continuano Orlando e Alvano, che adesso si possa finalmente
realizzare un raccordo più forte fra città metropolitane, liberi
consorzi e comuni in un momento particolarmente delicato nel quale
sono previste importanti risorse per investimenti nei territori e al
contempo però permane una debolezza strutturale sul piano delle
risorse ordinarie" .
QdS.it
AGRIGENTO, RIFIUTI PERICOLOSI,
ALLARME DEL LIBERO CONSORZIO
Nel corso del 2019 sono state
rimosse e conferite in discarica 74.200 tonnellate di amianto
AGRIGENTO - Un bilancio preoccupante
quello riguardante l'abbandono di rifiuti pericolosi sulle strade
di competenza del Libero Consorzio comunale. È stata infatti intensa
anche nel 2019 l'attività del Gruppo Risanamento ambientale del
Settore Ambiente per la rimozione degli ingenti quantitativi di
amianto, abbandonati con cadenza quasi quotidiana da ignoti, con
gravi rischi per la salute dei cittadini. Il bilancio è di 74.200
tonnellate di amianto (contenitori o manufatti simili) rimosse nel
2019 dall'impresa Mediterranea servizi di Racalmuto, che ha in
appalto il servizio di raccolta e conferimento in discarica o presso
ditte autorizzate dei rifiuti abbandonati sulle strade provinciali,
ai quali vanno aggiunti 520 kg di guaine bituminose e altri rifiuti
(come lana di vetro) considerati pericolosi dalla normativa vigente.
L'attività di risanamento ambientale è assegnata alle ex Province
dall'art. 160 della Legge regionale n. 25/1993, integrata dal
Decreto legislativo 152/2006.
"Ricordiamo che l'amianto - hanno
sottolineato dal Libero Consorzio - deve essere rimosso con
particolari accorgimenti per evitare ulteriori contaminazioni e deve
essere collocato nei depositi di stoccaggio autorizzati praticamente
in eterno, non essendo possibile la distruzione senza provocare grave
inquinamento ambientale".
Sempre nel 2019 sono stati conferiti in
discarica quasi 23 tonnellate di rifiuti indifferenziati, con un
ulteriore aggravio di costi per il bilancio del Libero Consorzio, che
sta già predisponendo il bando di gara per il servizio di rimozione
dei rifiuti nel 2020.
"Buona parte delle costose operazioni
di bonifica - hanno concluso dall'Ente - è stata completata
dopo il dissequestro delle discariche abusive da parte della
Magistratura, mentre continuano senza sosta le segnalazioni di
rifiuti, pericolosi e non, da parte del personale stradale del Libero
Consorzio, degli organi di pubblica sicurezza e dei cittadini lungo
varie strade provinciali. Emblematica la situazione della Sp 1
Quadrivio Spinasanta-Villaseta e delle sue diramazioni, già invase
dai rifiuti subito dopo l'ennesima bonifica".
AGRIGENTONOTIZIE
LA PRIMAVERA ARRIVA AL GIARDINO
BOTANICO: FIORISCONO I MANDORLI
Uno spettacolo straordinario che
si ripete ogni anno anche all'interno della struttura del Libero
consorzio
Se i primi fiori nella Valle dei Templi
sono comparsi già a dicembre, il "miracolo" della
fioritura del mandorlo è avvenuto adesso anche all'interno del
Giardino Botanico del Libero consorzio comunale di Agrigento.
"Da qualche giorno - dice una nota
dell'ex Provincia -, un velo bianco ricopre le decine di alberi di
mandorlo che vegetano nell'antico giardino. Un rituale che ogni
anno annuncia il precoce arrivo della primavera che ad Agrigento
culmina con la festa del Mandorlo in Fiore e che anche quest'anno,
per quanto un po' in anticipo, si sta ripetendo. Il mandorlo fiorito,
però, che oggi rimanda alla festa ed al folklore, in passato era
soprattutto sinonimo di economia. La coltivazione del mandorlo,
infatti, ha rivestito un ruolo economico di primo piano nella
provincia di Agrigentino. La sua coltivazione ricopriva diversi
ettari di territorio rappresentando, come nel caso di Agrigento, un
vero e proprio presidio di tutela ambientale e del paesaggio in aree
non destinabili ad altre coltivazioni".
SICILIA24H
LE ELEZIONI PROVINCIALI IL 19 APRILE
di Angelo Ruoppolo
Fissate al 19 aprile le elezioni
Provinciali di secondo livello. Alle urne solo i consiglieri comunali
e i sindaci. A Palermo, Catania e Messina il presidente è il
sindaco.
Non è un errore se le si definisce
ancora Province. Perché tali sono. Liberi Consorzi di Comuni? Liberi
da che? Consorzi di che? Comuni con che? Sono solo parole vuote,
formali e prive di sostanza, termini arruffati di una riforma
arruffona quale è stata la legge istitutiva dei Liberi Consorzi di
Comuni in Sicilia al posto delle Province. Sei Consorzi,
corrispondenti ad altrettante sei ex Province, e tre Città
Metropolitane: Palermo, Catania e Messina. L'ex presidente della
Regione, Rosario Crocetta, si è incaponito nel non recepire "tout
court", dal francese "in breve" e quindi così come è, la
riforma Delrio che ha soppresso del tutto le Province. E ha partorito
una falsa riforma che si protrae da anni, tra difficoltà di gestione
a carico degli stessi Enti, commissariamenti infiniti, ormai quasi 8
anni, e poi la barzelletta delle elezioni, annunciate e poi rinviate
sistematicamente. In principio il voto è stato in calendario il 20
novembre 2016, e poi è stato rinviato al 26 febbraio 2017. Poi
invece altro rinvio, a domenica 30 luglio 2017. Nel frattempo
l'Assemblea Regionale ha approvato la legge di ripristino
dell'elezione diretta del presidente e dei consigli delle Province,
poi impugnata dal governo nazionale nell'ottobre 2017. La stessa
legge ha fissato il 18 febbraio 2018 come data per le elezioni, poi
ritenuta impraticabile e rinviata alle Amministrative della primavera
2018, 10 giugno 2018. Anzi no: altro rinvio al turno straordinario
delle elezioni amministrative, quindi una domenica compresa tra il 15
ottobre e il 15 dicembre 2018. E invece nulla. Adesso il governo
Musumeci ha scelto: si vota domenica 19 aprile 2020. Si tratta di
elezioni di secondo livello e quindi saranno alle urne tutti i
sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. Nelle tre Città
metropolitane, "Province", di Palermo, Catania e Messina saranno
eletti solo i Consigli, perché il presidente coincide, di diritto,
con il sindaco del Comune capoluogo. E quindi saranno presidenti
Leoluca Orlando, Salvo Pogliese e Cateno De Luca. Nei sei Liberi
consorzi, quindi nelle altre sei "Province", le elezioni
comprenderanno invece presidenti e Consigli provinciali
AGRIGENTONOTIZIE
DI MAIDA SU SPESE PAZZE AL CUPA
CUPA, "SPESE PAZZE" NELLA
GESTIONE MIFSUD: INDAGINI DESTINATE AD ALLARGARSI
L'attuale commissario dell'Ecua,
Giovanni Di Maida: "Era difficile individuare come venissero
usate le somme"
di Giuseppe Caruana, Gioacchino
Schicchi
Presunte "spese pazze" al
Consorzio universitario da parte dell'ex presidente Joseph Mifsud,
l'inchiesta potrebbe coinvolgere anche altre persone.
A non escludere l'ipotesi è l'attuale
commissario dell'Ecua, Giovanni Di Maida, intervistato nella
redazione di Agrigentonotizie. E' lui a ricostruire anche il percorso
che lo ha portato a presentare una denuncia all'autorità giudiziaria
per un presunto danno economico arrecato proprio negli anni dal 2009
al 2012 dal docente maltese, ammettendo che "nessuno avrebbe
pensato che dietro la gestione di Mifsud vi fosse tutto questo".
"Sono state depauperate le casse
del Consorzio universitario - ha continuato Di Maida - non solo per
le 'spese pazze' di Mifsud ma anche per alcune scelte sbagliate fatte
anche in termini di consulenti di cui si poteva fare a meno". Di
Maida spiega, ad AgrigentoNotizie, come fosse difficile all'epoca
comprendere l'esistenza di uscire "dubbie" perché queste
"venivano caricate su capitoli generali che riguardavano spese
di funzionamento con accreditamento direttamente sul contro del
Consorzio".
LA SICILIA
ALBERI FIORITI AL GIARDINO BOTANICO
DEL LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI AGRIGENTO
Si rinnova anche quest'anno, il
Mito di Proserpina. La Primavera è arrivata, come al solito, in
largo anticipo
Al Giardino Botanico di Agrigento, si
rinnova anche quest'anno, il Mito di Proserpina.
Da qualche giorno, infatti, un velo
bianco ricopre le decine di alberi di mandorlo che vegetano
nell'antico giardino del Libero Consorzio Comunale. Un rituale che
ogni anno annuncia il precoce arrivo della primavera che ad Agrigento
culmina con la festa del Mandorlo in Fiore e che anche quest'anno,
per quanto un po' in anticipo, si sta ripetendo.
Il mandorlo fiorito, però, che oggi
rimanda alla festa ed al folklore, in passato era soprattutto
sinonimo di economia.
La coltivazione del mandorlo, infatti,
ha rivestito un ruolo economico di primo piano nella provincia di
Agrigentino. La sua coltivazione ricopriva diversi ettari di
territorio rappresentando, come nel caso di Agrigento, un vero e
proprio presidio di tutela ambientale e del paesaggio in aree non
destinabili ad altre coltivazioni. Per parlare della coltivazione del
mandorlo all'interno del Giardino Botanico bisogna fare un passo
indietro fino alle origini di quello che oggi è un vero e proprio
"polmone verde" della città. Nell'area, originariamente
adibita a colonia agricola degli ospiti dell'Ospedale Psichiatrico,
vennero, infatti, piantumati decine di alberi di mandorlo. Oggi la
coltivazione è stata implementata con la messa a dimora di specie
autoctone di grande varietà (con qualche rarità, per esempio una
varietà di "Cercis siliquastrum" o Albero di Giuda a fiori
bianchi, e diversi esemplari ultra secolari di essenze mediterranee),
secondo un progetto coerente di sistemazione di un'area. La
naturale scenografia del costone in calcarenite, che delimita l'area
del giardino, la sua particolare posizione orografica e la sua
vicinanza alla Valle dei Templi, ne determinano un particolare
microclima e ne fanno un luogo magico che rimanda al mito di
Proserpina, la dea rapita che torna in primavera.
Secondo la mitologia classica greco -
latina Plutone, dio degli Inferi, vide la bella Proserpina, figlia
della dea dell'abbondanza, Cerere, mentre passeggiava in un prato
della Sicilia che raccoglieva fiori. Subito se ne innamorò e decise
di rapirla. La portò con se nell'Ade e la sposò. Gli uomini si
rivolsero a Giove chiedendogli di far tornare Proserpina. Ma Plutone
le aveva fatto mangiare il melograno, simbolo d'amore, e Proserpina
non poteva più tornare dalla madre.
Giove, commosso dal dolore di Cerere,
risolse il problema decidendo che Proserpina sarebbe rimasta per otto
mesi, da gennaio ad agosto, sulla terra assieme alla madre. Quando
Proserpina è sulla terra, Cerere è felice e cosparge la terra di
fiori e di frutti.
Giornale di sicilia
Libero Consorzio, pericolo per la
pubblica incolumità
Dissesto idrogeologico, porzioni di
aree marine interdette in provincia
Scala dei Turchi e Punta Majata a
Realmonte, Cala Croce Ovest e isola dei Conigli a Lampedusa ed Est
della Caletta, Est del dissalatore: sopra e sotto la strada, costa
degli scogli dei bovi marini, Faraglioni, Punta Calcarelle, Cala
Pozzolana di Levante e Cala Pozzolana. Sono queste le porzioni di
aree demaniali marittime, nei Comuni costieri del Libero consorzio
comunale, che sono state oggetto di interdizione «per il sussistere
di pericolo per la pubblica incolumità causato dal dissesto
idrogeolog i co » . A firmare, negli ultimi giorni, l'integrazione
ad una precedente ordinanza del giugno del 2019 è stata la dirigente
della struttura territoriale dell'Ambiente Agrigento-Caltanissetta
della Regione Siciliana: Olimpia Campo. L'indicazione delle nuove
aree sottoposte ad interdizione è stata già notificata a tutti i
Comuni costieri dell'Agrigentino, al Libero consorzio comunale,
alla Guardia costiera, a Legambiente per la riserva di Lampedusa, al
dipartimento regionale Territorio ed Ambiente, alla Prefettura di
Agrigento, a tutte le forze dell'o rd i n e , ai vigili del fuoco,
al dipartimento regionale di Protezione civile, al dipartimento
regionale per lo Sviluppo rurale, all'ispettorato ripartimentale
delle foreste e, per conoscenza, anche alla Procura della Repubblica.
Una comunicazione indispensabile perché «gli uffici, ognuno per
quanto di rispettiva competenza, devono verificare l'esatta
osservanza dell'o rd i n a n z a di interdizione». Le nuove aree
censite nel Pai hanno un carattere di pericolosità qualificato «P3»
e «P4»: pericolosità molto elevata. Sono state qualificate «P4»:
l'area tra fosso delle Canne e F. San Leone, fra cui Punta Majata,
a Realmonte. «P3», invece una porzione della Scala dei Turchi. «P3»
è anche Cala Croce Ovest a Lampedusa, mentre sono aree a
pericolosità molto elevata le zone: Est della Caletta, Est del
dissalatore sotto la strada ed Est del dissalatore sopra la strada,
Costa degli scogli dei Bovi Marini, Faraglioni, Punta Calcarella,
Nord di Punta Calcarella, Cala Pozzolana di Levante, Cala Pozzolana a
Linosa e l'area dell'isola dei Conigli sulla più grande delle
isole Pelagie. Appare scontato, dunque, che - una volta notificata
l'integrazione all'ordinanza - gli enti competenti dovranno
mobilitarsi per collocare gli appositi cartelli che indicano proprio
l'i n t e rd i z i o n e dell'area, se non anche delle precise
delimitazioni. Sulle determinate e ben definite porzioni di aree
demaniali marittime sussiste, del resto, «pericolo per la pubblica
incolumità causato dal dissesto idrogeologico». ( *C R* )
L'Ati è ancora senza atto
costitutivo
Ma cerca un direttore per tre anni
L'assemblea territoriale idrica Ag9
cerca un direttore. E lo sta facendo con un avviso pubblico per
affidare l'incarico a tempo determinato. Se l'Ati idrico della
provincia di Agrigento è ancora in stand-by per quanto riguarda
l'atto costitutivo dell'azienda speciale consortile che è
necessario per sostituire l'attuale gestione commissariale di
Girgenti Acque. L'assemblea territoriale idrica si sta muovendo
invece per trovare un professionista al quale conferire, con
contratto di diritto privato a tempo determinato per un periodo di 3
anni, l'incarico di direttore dell'u f f icio della stessa
assemblea territoriale idrica. Fra i requisiti richiesti c'è il
diploma di laurea in Ingegneria per l'ambiente e il territorio,
Ingegneria civile, Ingegneria gestionale, Scienze ambientali, Scienze
biologiche, Scienze geologiche, Scienze naturali, Economia aziendale,
Scienze politiche, Giurisprudenza. Necessario, inoltre, possedere
conoscenze nell'ambito del servizio idrico integrato con
riferimento alla metodologia di gestione e di controllo del servizio.
Il candidato dovrà, quindi, dimostrare di possedere le competenze
nelle materie del settore del servizio idrico integrato e qualificata
esperienza e capacità - è stato scritto nell'avviso pubblico -
nel coordinamento direzionale di strutture tecnico-gestionali
complesse, con poteri di direttiva e supervisione nei confronti di
altri responsabili. Deve vantare, dunque, competenze manageriali nel
coordinamento e nella gestione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali. Le domande dovranno arrivare su modello prestabilito e
con curriculum entro le ore 12 del 31 gennaio all'indirizzo:
atiag9@pec.itFarà fede, naturalmente, l'ora di spedizione della
mail certificata. La valutazione verrà fatta da una apposita
commissione che verrà composta dai membri del consiglio direttivo.
Il trattamento economico annuo lordo sarà di 54.844,07. Prevista
anche una ulteriore quota con funzione di retribuzione di risultato
che ammonta a 3.459,95 euro. Per quanto riguarda l'atto costitutivo
dell'azienda speciale consortile, invece, l'Ati sembra essere
bloccata. «Le ragioni dell'e mpasse sono chiare ed evidenti, ma
guai a dirle. Si rischia di essere smentiti un attimo dopo averle
esposte - hanno scritto dal comitato Inter.Co.P.A - . Le ragioni sono
due: non sanno come risolvere il problema degli otto Comuni che
chiedono di continuare, come hanno fatto dal 2007 ad oggi, con la
gestione autonoma e poi i sindaci - scrivono sempre dall'I n t e
rcopa - non sanno come finanziare la nuova società. Sul primo punto,
per sgravarsi da responsabilità, hanno affidato al direttore dell'At
i il compito di verificare se gli otto Comuni hanno i requisiti per
potere gestire in house l'acqua. Ma purtroppo, ad oggi, - prosegue
la nota del comitato - gli uffici dell'Ati non hanno ancora un
direttore. Per quanto riguarda i finanziamenti che i Comuni devono
affrontare è semplicemente una questione di responsabilità. Le
forme e i modi di finanziarsi sono diversi, il punto è che hanno
paura di fallire e di non riuscire a creare un ambito territoriale
virtuoso capace di ottenere risultati come tanti altri ambiti in
Italia riescono a ottenere. C'è da scommettere - ha concluso
Franco Zammuto del coordinamento Intercopa - che le prossime tornate
elettorali comunali, che riguardano alcuni Municipi di un certo
rilievo della nostra provincia, saranno il prossimo pretesto per
rinviare. E intanto i cittadini della provincia, ai quali non è
concesso utilizzare alcun pretesto, continueranno a subire grossi
disagi per disservizi vari e continueranno a pagare bollette tra le
più alte d'Italia». ( *C R* )
Rifiuti speciali
Ex Provincia, rimo s s e 74 tonnellate
di amianto
Amianto sparso ovunque: è un bilancio
preoccupante, quello riguardante l'abbandono di rifiuti pericolosi
sulle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale di
Agrigento. E' stata infatti intensa anche nel 2019 l'attività
del Gruppo Risanamento Ambientale del Settore Ambiente per la
rimozione degli ingenti quantitativi di amianto, abbandonati con
cadenza quasi quotidiana da ignoti, con gravi rischi per la salute
dei cittadini. Il bilancio è di 74 tonnellate di amianto
(contenitori o manufatti simili) rimosse nel 2019 dall'im - presa
Mediterranea Servizi di Racalmuto, che ha in appalto il servizio di
raccolta e conferimento in discarica o presso ditte autorizzate dei
rifiuti abbandonati sulle strade provinciali, ai quali vanno aggiunti
520 kg di guaine bituminose e altri rifiuti (come lana di vetro)
considerati pericolosi dalla normativa vigente. Sempre nel 2019 sono
stati conferiti in discarica quasi 23 tonnellate di rifiuti
indifferenziati, con un ulteriore aggravio di costi per il bilancio
del Libero Consorzio, che sta già predisponendo il bando di gara per
il servizio di rimozione dei rifiuti nel 2020. L'attività di
risanamento ambientale è una delle competenze assegnate dalla legge
alle ex Province, nel 2006. «Ricordiamo che l'amianto deve essere
rimosso con particolari accorgimenti - si legge in una nota
dell'ente - per evitare ulteriori contaminazioni e deve essere
collocato nei depositi di stoccaggio autorizzati praticamente in
eterno, non essendo possibile la distruzione senza provocare grave
inquinamento ambientale. Buona parte delle costose operazioni di
bonifica è stata completata dopo il dissequestro delle discariche
abusive da parte della magistratura, mentre continuano senza sosta le
segnalazioni di rifiuti, pericolosi e non, da parte del personale
stradale del Libero Consorzio, degli organi di pubblica sicurezza e
dei cittadini lungo varie strade provinciali. Emblematica la
situazione della strada provinciale 1 Quadrivio Spinasanta-Villaseta
e delle sue diramazioni, già invase dai rifiuti subito dopo
l'ennesima bonifica». (*PA - PI*)
Il viceministro in Sicilia: ad
Agrigento ha incontrato il prefetto e gli organizzatori della
manifestazione di sabato prossimo
Le condizioni delle strade non solo
della provincia di Agrigento, ma dell'intera Sicilia, sono da
vergogna assoluta». Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture
e dei Trasporti Giancarlo Cancelleri in Prefettura ad Agrigento, nel
corso del vertice convocato a una settimana di distanza da quella che
si preannuncia come la più imponente manifestazione di
sensibilizzazione in provincia di Agrigento, organizzata da un
cartello sociale di cui fanno parte la Curia, la Prefettura,
sindacati, sindaci, istituzioni ed associazioni. La protesta è in
programma sabato prossimo alle 11 sulla statale 640, dalla rotonda
Giunone alla rotonda San Pietro. Che il governo di Roma non intenda
restare fermo lo si è capito al termine di un altro incontro che
Cancelleri ha avuto a Gela, quando ha puntato l'indice sul
Consorzio autostrade siciliane. «Se si apre la stagione delle
revoche delle concessioni autostradali - ha detto il viceministro
nisseno - voi capite bene dove si potrebbe arrivare in Sicilia con le
condizioni in cui versano le nostre autostrade. Perché devo dire che
il Cas - ha aggiunto - sta un tantino peggio di Autostrade per l'It
alia». Cancelleri ha però voluto precisare subito che «su questo
tema ci sarà un approfondito ragionamento» in seno al governo e ai
partiti della maggioranza. La vicenda delle revoche, venuta alla
ribalta dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, è al centro
dell'agenda politica nazionale. Ieri mattina il componente del
governo incontrato il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, e gli
organizzatori della manifestazione, per poter spiegare loro cosa sta
facendo l'esecutivo nazionale per superare la mancanza di
collegamenti stradali degni di tale nome. L'incontro è servito
agli amministratori comunali per anticipare il documento che sarà
sottoscritto sabato prossimo con l'elenco di tutte le criticità
che ciascuna comunità vive. « L'isolamento - ha dichiarato
Cancelleri - è inaccettabile. Posso dire con orgoglio che abbiamo
finalmente sbloccato i lavori della Agrigento-Caltanissetta e la
completeremo. Sulla Palermo-Agrigento, purtroppo, abbiamo perso un
mese. Eravamo riusciti a trovare con Cmc u n'impresa cui affidare i
lavori, ma la trattativa è saltata per un problema economico. Ci
siamo rimessi al lavoro e stiamo riallacciando i rapporti con altre
ditte». L'ambizioso obiettivo è che già a gennaio si possa
trovare una soluzione e firmare i contratti. Infine, le provinciali.
«Abbiamo finalmente dato ampi poteri - ha spiegato Cancelleri - al
commissario delle strade provinciali che avrà poteri derogatori sul
codice degli appalti. Per utilizzare gli oltre 400 milioni di euro
che sono fermi, potrà istituire una cabina di regia e completare
l'iter di realizzazione delle opere». Deciso anche il nome del
commissario, dopo il tira e molla delle scorse settimane: confermato
il provveditore delle opere pubbliche di Sicilia e Calabria, Gianluca
Ievolella. Al Consorzio autostrade siciliane Il viceministro dei
Trasporti. Giancarlo Cancelleri c'è un altro fronte caldo, quello
delle rivendicazioni dei lavoratori, che hanno annunciato uno
sciopero per il 29 gennaio. Ieri la risposta della Regione.
L'assessore ai Trasporti Marco Falcone ha dichiarato che «le
attese dei lavoratori del Cas riguardo i contratti di lavoro potranno
essere rispettate solo attraverso la trasformazione del Consorzio
autostradale da ente pubblico non economico a ente pubblico
economico». Falcone aggiunge che «l'impegno che assume il governo
Musumeci è di inserire, nella prossima legge di stabilità
regionale, la norma che trasformerà l'abito giuridico del Cas,
norma che dovrà poi essere accolta dall'Ars. Già in passato il
governo regionale mise in campo il progetto, ma l'iniziat iva fu
bloccata in aula dalle opposizioni». ( * PA P I * )