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rassegna stampa del 18, 19 e 20 gennaio 2020

Larepubblica.it
La Regione ci riprova, elezioni per le ex Province il 19 aprile Sono elezioni di secondo livello, chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. Ma fino ad ora il voto è stato sempre rinviato

La Regione ci riprova. Per l'ennesima volta. Si svolgeranno - salvo imprevisti, è il caso di dire a questo punto - il 19 aprile le elezioni per le ex Province, commissariate ormai da sette anni: si tratterà di elezioni di secondo livello, per le quali saranno chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. C'è da dire però che le elezioni sono state indette - e poi rinviate - ogni anno a partire dal 2016: l'anno scorso il rinvio è arrivato in extremis per un voto dell'Ars, con annessa coda di polemiche.
Se si andasse al voto, dunque, nelle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina verrebbero eletti solo i Consigli (il sindaco metropolitano, per legge, coincide con quello del Comune capoluogo), mentre nei sei Liberi consorzi le elezioni riguarderanno presidenti e Consigli. Si chiuderebbe così un percorso iniziato ormai quasi sette anni fa: era il 3 marzo 2013 quando un neo-eletto Rosario Crocetta si presentò su Raiuno per dare il grande annuncio. "Da domani - disse il governatore - aboliremo le Province". Detto, fatto: 24 giorni più tardi l'Ars legiferò davvero, in anticipo rispetto alla riforma analoga alla Camera. (claudio Reale)

Alqamah.it
C'è la data per le elezioni per le "ex Province", ma visto i rinvii precedenti, c'è ancora chi non ci crede

Si svolgeranno il 19 aprile le elezioni per le ex Province siciliane. Lo ha deciso il governo Musumeci, in attuazione della legge regionale 8/2019, che aveva individuato il periodo utile tra il primo e il trenta aprile del 2020. Si tratta di elezioni di secondo livello e quindi saranno chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. Finalmente si vota? Una domanda si, perché altre volte in passato si parlava di elezioni, ma poi venivano puntualmente rinviate , ma questa volta sembrerebbe quella decisiva. La riforma e le criticità Dopo la riforma del 2013, quindi l'addio alle Province, un susseguirsi di criticità, perché non era in atto un passaggio di sistema, ma è risultato un passo nel vuoto, infatti le "ex province" dirette da commissari (la gestione commissariale durava da oltre dieci anni) sono state al centro di dibattiti, perché prive di soldi e senza nessuna delega ai comuni per la gestione di alcuni servizi. Il caos che si è palesato con servizi mancanti o scadenti . Polemiche per la loro eliminazione e per il metodo di voto Polemiche e nulla di fatto, sta in questo la storia delle "ex province", che l'unico ristoro lo hanno avuto solo poco tempo fa, ma solo toppe per coprire i danni momentaneamente. Le polemiche hanno interessato anche il metodo di voto, cioé "indiretto", infatti non andranno alle urne i cittadini, ma i consiglieri comunali e i sindaci che fanno parte del territorio delle "ex province", invece un discorso diverso è per quelle province dove è presente una città metropolitana (Palermo, Catania e Messina), dove verranno eletti solo i consigli, perché il "presidente della Provincia" coincide con il sindaco della città metropolitana. Contrari a questo metodo in molti, infatti il dibattito sulla questione ha animato per molto tempo l'agone politico , forse dalla riforma ad oggi, e chissà che non continui. 

La riforma e le criticità delle ex province  
Dopo la riforma del 2013, quindi l'addio alle Province, un susseguirsi di criticità, perché non era in atto un passaggio di sistema, ma è risultato un passo nel vuoto, infatti le "ex province" dirette da commissari (la gestione commissariale durava da oltre dieci anni) sono state al centro di dibattiti, perché prive di soldi e senza nessuna delega ai comuni per la gestione di alcuni servizi. Il caos che si è palesato con servizi mancanti o scadenti . Polemiche per la loro eliminazione e per il metodo di voto Polemiche e nulla di fatto, sta in questo la storia delle "ex province", che l'unico ristoro lo hanno avuto solo poco tempo fa, ma solo toppe per coprire i danni momentaneamente. Le polemiche hanno interessato anche il metodo di voto, cioé "indiretto", infatti non andranno alle urne i cittadini, ma i consiglieri comunali e i sindaci che fanno parte del territorio delle "ex province", invece un discorso diverso è per quelle province dove è presente una città metropolitana (Palermo, Catania e Messina), dove verranno eletti solo i consigli, perché il "presidente della Provincia" coincide con il sindaco della città metropolitana. Contrari a questo metodo in molti, infatti il dibattito sulla questione ha animato per molto tempo l'agone politico , forse dalla riforma ad oggi, e chissà che non continui.

Blogsicilia.it ex province. Fissata la data per le nuove elezioni   

Ci sono voluti oltre 10 anni ma finalmente le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi ovvero le ex Province potranno tornare ad avere organismi legittimamente eletti dopo anni di Commissari che se la scelta sarà fatta solo con elezioni di secondo livello. Si svolgeranno, infatti, il 19 aprile le elezioni per le ex Province siciliane. Lo ha deciso il governo Musumeci, in attuazione della legge regionale 8/2019, che aveva individuato il periodo utile tra il primo e il trenta aprile del 2020. Si tratta, come accennato, di elezioni di secondo livello e quindi saranno chiamati alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola Nei cosiddetti "enti di aria vasta", la gestione commissariale durava da oltre dieci anni ovvero da quando, con un colpo di mano, vennero abrogate le Province senza però pensare alle conseguenze ne organizzare la gestione delle materie ad esse demandate. Una prima elezioni era già stata fissatalo scorso anno ma poi venne rinviata. Nelle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina verranno eletti solo i Consigli, in quanto il sindaco coincide, di diritto, con il primo cittadino del Comune capoluogo. Nei sei Liberi consorzi le elezioni riguarderanno presidenti e Consigli. "Accogliamo positivamente la notizia relativa alla indizione delle elezioni di secondo livello per il prossimo 19 aprile in quanto riteniamo che si possa dare finalmente voce ai territori ponendo fine a uno stato di incertezza che va avanti da troppo tempo" dicono Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale di ANCI Sicilia. "Auspichiamo - continuano Orlando e Alvano, che adesso si possa finalmente realizzare un raccordo più forte fra città metropolitane, liberi consorzi e comuni in un momento particolarmente delicato nel quale sono previste importanti risorse per investimenti nei territori e al contempo però permane una debolezza strutturale sul piano delle risorse ordinarie" .

QdS.it

AGRIGENTO, RIFIUTI PERICOLOSI, ALLARME DEL LIBERO CONSORZIO

Nel corso del 2019 sono state rimosse e conferite in discarica 74.200 tonnellate di amianto AGRIGENTO - Un bilancio preoccupante quello riguardante l'abbandono di rifiuti pericolosi sulle strade di competenza del Libero Consorzio comunale. È stata infatti intensa anche nel 2019 l'attività del Gruppo Risanamento ambientale del Settore Ambiente per la rimozione degli ingenti quantitativi di amianto, abbandonati con cadenza quasi quotidiana da ignoti, con gravi rischi per la salute dei cittadini. Il bilancio è di 74.200 tonnellate di amianto (contenitori o manufatti simili) rimosse nel 2019 dall'impresa Mediterranea servizi di Racalmuto, che ha in appalto il servizio di raccolta e conferimento in discarica o presso ditte autorizzate dei rifiuti abbandonati sulle strade provinciali, ai quali vanno aggiunti 520 kg di guaine bituminose e altri rifiuti (come lana di vetro) considerati pericolosi dalla normativa vigente. L'attività di risanamento ambientale è assegnata alle ex Province dall'art. 160 della Legge regionale n. 25/1993, integrata dal Decreto legislativo 152/2006. "Ricordiamo che l'amianto - hanno sottolineato dal Libero Consorzio - deve essere rimosso con particolari accorgimenti per evitare ulteriori contaminazioni e deve essere collocato nei depositi di stoccaggio autorizzati praticamente in eterno, non essendo possibile la distruzione senza provocare grave inquinamento ambientale". Sempre nel 2019 sono stati conferiti in discarica quasi 23 tonnellate di rifiuti indifferenziati, con un ulteriore aggravio di costi per il bilancio del Libero Consorzio, che sta già predisponendo il bando di gara per il servizio di rimozione dei rifiuti nel 2020. "Buona parte delle costose operazioni di bonifica - hanno concluso dall'Ente - è stata completata dopo il dissequestro delle discariche abusive da parte della Magistratura, mentre continuano senza sosta le segnalazioni di rifiuti, pericolosi e non, da parte del personale stradale del Libero Consorzio, degli organi di pubblica sicurezza e dei cittadini lungo varie strade provinciali. Emblematica la situazione della Sp 1 Quadrivio Spinasanta-Villaseta e delle sue diramazioni, già invase dai rifiuti subito dopo l'ennesima bonifica".

AGRIGENTONOTIZIE
LA PRIMAVERA ARRIVA AL GIARDINO BOTANICO: FIORISCONO I MANDORLI

Uno spettacolo straordinario che si ripete ogni anno anche all'interno della struttura del Libero consorzio
Se i primi fiori nella Valle dei Templi sono comparsi già a dicembre, il "miracolo" della fioritura del mandorlo è avvenuto adesso anche all'interno del Giardino Botanico del Libero consorzio comunale di Agrigento. "Da qualche giorno - dice una nota dell'ex Provincia -, un velo bianco ricopre le decine di alberi di mandorlo che vegetano nell'antico giardino. Un rituale che ogni anno annuncia il precoce arrivo della primavera che ad Agrigento culmina con la festa del Mandorlo in Fiore e che anche quest'anno, per quanto un po' in anticipo, si sta ripetendo. Il mandorlo fiorito, però, che oggi rimanda alla festa ed al folklore, in passato era soprattutto sinonimo di economia. La coltivazione del mandorlo, infatti, ha rivestito un ruolo economico di primo piano nella provincia di Agrigentino. La sua coltivazione ricopriva diversi ettari di territorio rappresentando, come nel caso di Agrigento, un vero e proprio presidio di tutela ambientale e del paesaggio in aree non destinabili ad altre coltivazioni".

SICILIA24H
LE ELEZIONI PROVINCIALI IL 19 APRILE
di Angelo Ruoppolo

Fissate al 19 aprile le elezioni Provinciali di secondo livello. Alle urne solo i consiglieri comunali e i sindaci. A Palermo, Catania e Messina il presidente è il sindaco. Non è un errore se le si definisce ancora Province. Perché tali sono. Liberi Consorzi di Comuni? Liberi da che? Consorzi di che? Comuni con che? Sono solo parole vuote, formali e prive di sostanza, termini arruffati di una riforma arruffona quale è stata la legge istitutiva dei Liberi Consorzi di Comuni in Sicilia al posto delle Province. Sei Consorzi, corrispondenti ad altrettante sei ex Province, e tre Città Metropolitane: Palermo, Catania e Messina. L'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, si è incaponito nel non recepire "tout court", dal francese "in breve" e quindi così come è, la riforma Delrio che ha soppresso del tutto le Province. E ha partorito una falsa riforma che si protrae da anni, tra difficoltà di gestione a carico degli stessi Enti, commissariamenti infiniti, ormai quasi 8 anni, e poi la barzelletta delle elezioni, annunciate e poi rinviate sistematicamente. In principio il voto è stato in calendario il 20 novembre 2016, e poi è stato rinviato al 26 febbraio 2017. Poi invece altro rinvio, a domenica 30 luglio 2017. Nel frattempo l'Assemblea Regionale ha approvato la legge di ripristino dell'elezione diretta del presidente e dei consigli delle Province, poi impugnata dal governo nazionale nell'ottobre 2017. La stessa legge ha fissato il 18 febbraio 2018 come data per le elezioni, poi ritenuta impraticabile e rinviata alle Amministrative della primavera 2018, 10 giugno 2018. Anzi no: altro rinvio al turno straordinario delle elezioni amministrative, quindi una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2018. E invece nulla. Adesso il governo Musumeci ha scelto: si vota domenica 19 aprile 2020. Si tratta di elezioni di secondo livello e quindi saranno alle urne tutti i sindaci e i consiglieri dei 390 Comuni dell'Isola. Nelle tre Città metropolitane, "Province", di Palermo, Catania e Messina saranno eletti solo i Consigli, perché il presidente coincide, di diritto, con il sindaco del Comune capoluogo. E quindi saranno presidenti Leoluca Orlando, Salvo Pogliese e Cateno De Luca. Nei sei Liberi consorzi, quindi nelle altre sei "Province", le elezioni comprenderanno invece presidenti e Consigli provinciali


AGRIGENTONOTIZIE
DI MAIDA SU SPESE PAZZE AL CUPA CUPA, "SPESE PAZZE" NELLA GESTIONE MIFSUD: INDAGINI DESTINATE AD ALLARGARSI

L'attuale commissario dell'Ecua, Giovanni Di Maida: "Era difficile individuare come venissero usate le somme" di Giuseppe Caruana, Gioacchino Schicchi Presunte "spese pazze" al Consorzio universitario da parte dell'ex presidente Joseph Mifsud, l'inchiesta potrebbe coinvolgere anche altre persone. A non escludere l'ipotesi è l'attuale commissario dell'Ecua, Giovanni Di Maida, intervistato nella redazione di Agrigentonotizie. E' lui a ricostruire anche il percorso che lo ha portato a presentare una denuncia all'autorità giudiziaria per un presunto danno economico arrecato proprio negli anni dal 2009 al 2012 dal docente maltese, ammettendo che "nessuno avrebbe pensato che dietro la gestione di Mifsud vi fosse tutto questo". "Sono state depauperate le casse del Consorzio universitario - ha continuato Di Maida - non solo per le 'spese pazze' di Mifsud ma anche per alcune scelte sbagliate fatte anche in termini di consulenti di cui si poteva fare a meno". Di Maida spiega, ad AgrigentoNotizie, come fosse difficile all'epoca comprendere l'esistenza di uscire "dubbie" perché queste "venivano caricate su capitoli generali che riguardavano spese di funzionamento con accreditamento direttamente sul contro del Consorzio".
LA SICILIA

ALBERI FIORITI AL GIARDINO BOTANICO DEL LIBERO CONSORZIO COMUNALE DI AGRIGENTO
 
Si rinnova anche quest'anno, il Mito di Proserpina. La Primavera è arrivata, come al solito, in largo anticipo Al Giardino Botanico di Agrigento, si rinnova anche quest'anno, il Mito di Proserpina. Da qualche giorno, infatti, un velo bianco ricopre le decine di alberi di mandorlo che vegetano nell'antico giardino del Libero Consorzio Comunale. Un rituale che ogni anno annuncia il precoce arrivo della primavera che ad Agrigento culmina con la festa del Mandorlo in Fiore e che anche quest'anno, per quanto un po' in anticipo, si sta ripetendo. Il mandorlo fiorito, però, che oggi rimanda alla festa ed al folklore, in passato era soprattutto sinonimo di economia. La coltivazione del mandorlo, infatti, ha rivestito un ruolo economico di primo piano nella provincia di Agrigentino. La sua coltivazione ricopriva diversi ettari di territorio rappresentando, come nel caso di Agrigento, un vero e proprio presidio di tutela ambientale e del paesaggio in aree non destinabili ad altre coltivazioni. Per parlare della coltivazione del mandorlo all'interno del Giardino Botanico bisogna fare un passo indietro fino alle origini di quello che oggi è un vero e proprio "polmone verde" della città. Nell'area, originariamente adibita a colonia agricola degli ospiti dell'Ospedale Psichiatrico, vennero, infatti, piantumati decine di alberi di mandorlo. Oggi la coltivazione è stata implementata con la messa a dimora di specie autoctone di grande varietà (con qualche rarità, per esempio una varietà di "Cercis siliquastrum" o Albero di Giuda a fiori bianchi, e diversi esemplari ultra secolari di essenze mediterranee), secondo un progetto coerente di sistemazione di un'area. La naturale scenografia del costone in calcarenite, che delimita l'area del giardino, la sua particolare posizione orografica e la sua vicinanza alla Valle dei Templi, ne determinano un particolare microclima e ne fanno un luogo magico che rimanda al mito di Proserpina, la dea rapita che torna in primavera. Secondo la mitologia classica greco - latina Plutone, dio degli Inferi, vide la bella Proserpina, figlia della dea dell'abbondanza, Cerere, mentre passeggiava in un prato della Sicilia che raccoglieva fiori. Subito se ne innamorò e decise di rapirla. La portò con se nell'Ade e la sposò. Gli uomini si rivolsero a Giove chiedendogli di far tornare Proserpina. Ma Plutone le aveva fatto mangiare il melograno, simbolo d'amore, e Proserpina non poteva più tornare dalla madre. Giove, commosso dal dolore di Cerere, risolse il problema decidendo che Proserpina sarebbe rimasta per otto mesi, da gennaio ad agosto, sulla terra assieme alla madre. Quando Proserpina è sulla terra, Cerere è felice e cosparge la terra di fiori e di frutti.


Giornale di sicilia

Libero Consorzio, pericolo per la pubblica incolumità
Dissesto idrogeologico, porzioni di aree marine interdette in provincia

Scala dei Turchi e Punta Majata a Realmonte, Cala Croce Ovest e isola dei Conigli a Lampedusa ed Est della Caletta, Est del dissalatore: sopra e sotto la strada, costa degli scogli dei bovi marini, Faraglioni, Punta Calcarelle, Cala Pozzolana di Levante e Cala Pozzolana. Sono queste le porzioni di aree demaniali marittime, nei Comuni costieri del Libero consorzio comunale, che sono state oggetto di interdizione «per il sussistere di pericolo per la pubblica incolumità causato dal dissesto idrogeolog i co » . A firmare, negli ultimi giorni, l'integrazione ad una precedente ordinanza del giugno del 2019 è stata la dirigente della struttura territoriale dell'Ambiente Agrigento-Caltanissetta della Regione Siciliana: Olimpia Campo. L'indicazione delle nuove aree sottoposte ad interdizione è stata già notificata a tutti i Comuni costieri dell'Agrigentino, al Libero consorzio comunale, alla Guardia costiera, a Legambiente per la riserva di Lampedusa, al dipartimento regionale Territorio ed Ambiente, alla Prefettura di Agrigento, a tutte le forze dell'o rd i n e , ai vigili del fuoco, al dipartimento regionale di Protezione civile, al dipartimento regionale per lo Sviluppo rurale, all'ispettorato ripartimentale delle foreste e, per conoscenza, anche alla Procura della Repubblica. Una comunicazione indispensabile perché «gli uffici, ognuno per quanto di rispettiva competenza, devono verificare l'esatta osservanza dell'o rd i n a n z a di interdizione». Le nuove aree censite nel Pai hanno un carattere di pericolosità qualificato «P3» e «P4»: pericolosità molto elevata. Sono state qualificate «P4»: l'area tra fosso delle Canne e F. San Leone, fra cui Punta Majata, a Realmonte. «P3», invece una porzione della Scala dei Turchi. «P3» è anche Cala Croce Ovest a Lampedusa, mentre sono aree a pericolosità molto elevata le zone: Est della Caletta, Est del dissalatore sotto la strada ed Est del dissalatore sopra la strada, Costa degli scogli dei Bovi Marini, Faraglioni, Punta Calcarella, Nord di Punta Calcarella, Cala Pozzolana di Levante, Cala Pozzolana a Linosa e l'area dell'isola dei Conigli sulla più grande delle isole Pelagie. Appare scontato, dunque, che - una volta notificata l'integrazione all'ordinanza - gli enti competenti dovranno mobilitarsi per collocare gli appositi cartelli che indicano proprio l'i n t e rd i z i o n e dell'area, se non anche delle precise delimitazioni. Sulle determinate e ben definite porzioni di aree demaniali marittime sussiste, del resto, «pericolo per la pubblica incolumità causato dal dissesto idrogeologico». ( *C R* )


L'Ati è ancora senza atto costitutivo Ma cerca un direttore per tre anni

L'assemblea territoriale idrica Ag9 cerca un direttore. E lo sta facendo con un avviso pubblico per affidare l'incarico a tempo determinato. Se l'Ati idrico della provincia di Agrigento è ancora in stand-by per quanto riguarda l'atto costitutivo dell'azienda speciale consortile che è necessario per sostituire l'attuale gestione commissariale di Girgenti Acque. L'assemblea territoriale idrica si sta muovendo invece per trovare un professionista al quale conferire, con contratto di diritto privato a tempo determinato per un periodo di 3 anni, l'incarico di direttore dell'u f f icio della stessa assemblea territoriale idrica. Fra i requisiti richiesti c'è il diploma di laurea in Ingegneria per l'ambiente e il territorio, Ingegneria civile, Ingegneria gestionale, Scienze ambientali, Scienze biologiche, Scienze geologiche, Scienze naturali, Economia aziendale, Scienze politiche, Giurisprudenza. Necessario, inoltre, possedere conoscenze nell'ambito del servizio idrico integrato con riferimento alla metodologia di gestione e di controllo del servizio. Il candidato dovrà, quindi, dimostrare di possedere le competenze nelle materie del settore del servizio idrico integrato e qualificata esperienza e capacità - è stato scritto nell'avviso pubblico - nel coordinamento direzionale di strutture tecnico-gestionali complesse, con poteri di direttiva e supervisione nei confronti di altri responsabili. Deve vantare, dunque, competenze manageriali nel coordinamento e nella gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. Le domande dovranno arrivare su modello prestabilito e con curriculum entro le ore 12 del 31 gennaio all'indirizzo: atiag9@pec.itFarà fede, naturalmente, l'ora di spedizione della mail certificata. La valutazione verrà fatta da una apposita commissione che verrà composta dai membri del consiglio direttivo. Il trattamento economico annuo lordo sarà di 54.844,07. Prevista anche una ulteriore quota con funzione di retribuzione di risultato che ammonta a 3.459,95 euro. Per quanto riguarda l'atto costitutivo dell'azienda speciale consortile, invece, l'Ati sembra essere bloccata. «Le ragioni dell'e mpasse sono chiare ed evidenti, ma guai a dirle. Si rischia di essere smentiti un attimo dopo averle esposte - hanno scritto dal comitato Inter.Co.P.A - . Le ragioni sono due: non sanno come risolvere il problema degli otto Comuni che chiedono di continuare, come hanno fatto dal 2007 ad oggi, con la gestione autonoma e poi i sindaci - scrivono sempre dall'I n t e rcopa - non sanno come finanziare la nuova società. Sul primo punto, per sgravarsi da responsabilità, hanno affidato al direttore dell'At i il compito di verificare se gli otto Comuni hanno i requisiti per potere gestire in house l'acqua. Ma purtroppo, ad oggi, - prosegue la nota del comitato - gli uffici dell'Ati non hanno ancora un direttore. Per quanto riguarda i finanziamenti che i Comuni devono affrontare è semplicemente una questione di responsabilità. Le forme e i modi di finanziarsi sono diversi, il punto è che hanno paura di fallire e di non riuscire a creare un ambito territoriale virtuoso capace di ottenere risultati come tanti altri ambiti in Italia riescono a ottenere. C'è da scommettere - ha concluso Franco Zammuto del coordinamento Intercopa - che le prossime tornate elettorali comunali, che riguardano alcuni Municipi di un certo rilievo della nostra provincia, saranno il prossimo pretesto per rinviare. E intanto i cittadini della provincia, ai quali non è concesso utilizzare alcun pretesto, continueranno a subire grossi disagi per disservizi vari e continueranno a pagare bollette tra le più alte d'Italia». ( *C R* )

Rifiuti speciali
 Ex Provincia, rimo s s e 74 tonnellate di amianto
Amianto sparso ovunque: è un bilancio preoccupante, quello riguardante l'abbandono di rifiuti pericolosi sulle strade di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento. E' stata infatti intensa anche nel 2019 l'attività del Gruppo Risanamento Ambientale del Settore Ambiente per la rimozione degli ingenti quantitativi di amianto, abbandonati con cadenza quasi quotidiana da ignoti, con gravi rischi per la salute dei cittadini. Il bilancio è di 74 tonnellate di amianto (contenitori o manufatti simili) rimosse nel 2019 dall'im - presa Mediterranea Servizi di Racalmuto, che ha in appalto il servizio di raccolta e conferimento in discarica o presso ditte autorizzate dei rifiuti abbandonati sulle strade provinciali, ai quali vanno aggiunti 520 kg di guaine bituminose e altri rifiuti (come lana di vetro) considerati pericolosi dalla normativa vigente. Sempre nel 2019 sono stati conferiti in discarica quasi 23 tonnellate di rifiuti indifferenziati, con un ulteriore aggravio di costi per il bilancio del Libero Consorzio, che sta già predisponendo il bando di gara per il servizio di rimozione dei rifiuti nel 2020. L'attività di risanamento ambientale è una delle competenze assegnate dalla legge alle ex Province, nel 2006. «Ricordiamo che l'amianto deve essere rimosso con particolari accorgimenti - si legge in una nota dell'ente - per evitare ulteriori contaminazioni e deve essere collocato nei depositi di stoccaggio autorizzati praticamente in eterno, non essendo possibile la distruzione senza provocare grave inquinamento ambientale. Buona parte delle costose operazioni di bonifica è stata completata dopo il dissequestro delle discariche abusive da parte della magistratura, mentre continuano senza sosta le segnalazioni di rifiuti, pericolosi e non, da parte del personale stradale del Libero Consorzio, degli organi di pubblica sicurezza e dei cittadini lungo varie strade provinciali. Emblematica la situazione della strada provinciale 1 Quadrivio Spinasanta-Villaseta e delle sue diramazioni, già invase dai rifiuti subito dopo l'ennesima bonifica». (*PA - PI*)

Il viceministro in Sicilia: ad Agrigento ha incontrato il prefetto e gli organizzatori della manifestazione di sabato prossimo

Le condizioni delle strade non solo della provincia di Agrigento, ma dell'intera Sicilia, sono da vergogna assoluta». Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Giancarlo Cancelleri in Prefettura ad Agrigento, nel corso del vertice convocato a una settimana di distanza da quella che si preannuncia come la più imponente manifestazione di sensibilizzazione in provincia di Agrigento, organizzata da un cartello sociale di cui fanno parte la Curia, la Prefettura, sindacati, sindaci, istituzioni ed associazioni. La protesta è in programma sabato prossimo alle 11 sulla statale 640, dalla rotonda Giunone alla rotonda San Pietro. Che il governo di Roma non intenda restare fermo lo si è capito al termine di un altro incontro che Cancelleri ha avuto a Gela, quando ha puntato l'indice sul Consorzio autostrade siciliane. «Se si apre la stagione delle revoche delle concessioni autostradali - ha detto il viceministro nisseno - voi capite bene dove si potrebbe arrivare in Sicilia con le condizioni in cui versano le nostre autostrade. Perché devo dire che il Cas - ha aggiunto - sta un tantino peggio di Autostrade per l'It alia». Cancelleri ha però voluto precisare subito che «su questo tema ci sarà un approfondito ragionamento» in seno al governo e ai partiti della maggioranza. La vicenda delle revoche, venuta alla ribalta dopo il crollo del ponte Morandi di Genova, è al centro dell'agenda politica nazionale. Ieri mattina il componente del governo incontrato il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, e gli organizzatori della manifestazione, per poter spiegare loro cosa sta facendo l'esecutivo nazionale per superare la mancanza di collegamenti stradali degni di tale nome. L'incontro è servito agli amministratori comunali per anticipare il documento che sarà sottoscritto sabato prossimo con l'elenco di tutte le criticità che ciascuna comunità vive. « L'isolamento - ha dichiarato Cancelleri - è inaccettabile. Posso dire con orgoglio che abbiamo finalmente sbloccato i lavori della Agrigento-Caltanissetta e la completeremo. Sulla Palermo-Agrigento, purtroppo, abbiamo perso un mese. Eravamo riusciti a trovare con Cmc u n'impresa cui affidare i lavori, ma la trattativa è saltata per un problema economico. Ci siamo rimessi al lavoro e stiamo riallacciando i rapporti con altre ditte». L'ambizioso obiettivo è che già a gennaio si possa trovare una soluzione e firmare i contratti. Infine, le provinciali. «Abbiamo finalmente dato ampi poteri - ha spiegato Cancelleri - al commissario delle strade provinciali che avrà poteri derogatori sul codice degli appalti. Per utilizzare gli oltre 400 milioni di euro che sono fermi, potrà istituire una cabina di regia e completare l'iter di realizzazione delle opere». Deciso anche il nome del commissario, dopo il tira e molla delle scorse settimane: confermato il provveditore delle opere pubbliche di Sicilia e Calabria, Gianluca Ievolella. Al Consorzio autostrade siciliane Il viceministro dei Trasporti. Giancarlo Cancelleri c'è un altro fronte caldo, quello delle rivendicazioni dei lavoratori, che hanno annunciato uno sciopero per il 29 gennaio. Ieri la risposta della Regione. L'assessore ai Trasporti Marco Falcone ha dichiarato che «le attese dei lavoratori del Cas riguardo i contratti di lavoro potranno essere rispettate solo attraverso la trasformazione del Consorzio autostradale da ente pubblico non economico a ente pubblico economico». Falcone aggiunge che «l'impegno che assume il governo Musumeci è di inserire, nella prossima legge di stabilità regionale, la norma che trasformerà l'abito giuridico del Cas, norma che dovrà poi essere accolta dall'Ars. Già in passato il governo regionale mise in campo il progetto, ma l'iniziat iva fu bloccata in aula dalle opposizioni». ( * PA P I * )

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