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rassegna stampa del 4 marzo 2020

Giornale di Sicilia

L'assessore: col nuovo metodo di calcolo si rischiano riflessi finanziari pesanti sui Comuni
Rifiuti e tariffe, Sos di Pierobon
Antonio Giordano

PALERMO
Ad aprile gli enti locali siciliani dovrebbero adottare il modello Arera per calcolare la tariffa dei rifiuti, secondo  quanto prevede un decreto dell'ottobre del 2019. Ma il modello rischia di travolgere le casse degli enti locali. In primavera scade il termine per le Srr per realizzare i piani economici e finanziari, pena le sanzioni. Ma il modello così come è «non è applicabile » nell'Isola, ha ricordato ieri l'assessore regionale Alberto Pierobon  incontrando i presidenti delle Srr e l'Anci Sicilia. Il governo Musumeci è sceso in campo al fianco degli enti locali per chiedere intanto una proroga all'Arera, l'autorità per la regolazione dell'energia, e nel frattempo per non farsi trovare impreparati e fornire assistenza tecnica e amministrativa agli enti locali. Da qui la nascita di una task force. Nel corso della riunione convocata a Palazzo d'Orléans alla presenza del direttore generale Salvo Cocina, del segretario generale dell'Anci, Mario Alvano, della dirigente del Piano di rafforzamento amministrativo, Patrizia Valenti, si è cercato di studiare una soluzione. «Le nuove regole - spiega Pierobon  -rispondono più alle esperienze delle utilities del Nord e in questo momento storico rischiano di aumentare il divario tra il Nord e il Sud d'Italia». Diverse le criticità emerse dalla riunione. Col nuovo metodo, ad esempio, le Srr devono rifarsi ai costi storici degli anni passati, che però a parte le difficoltà di riscontro si trascinano dietro le storture legate all'emergenza e la situazione dunque non può che aggravarsi. «Nel complesso il nuovo metodo guarda più a un sistema avanzato di gestione, mentre in Sicilia, dove esiste una gestione frammentata e un passato più caotico, bisognerebbe tenere maggiormente conto dell'aspetto pubblico del servizio e mettere da parte l'aspetto prettamente utilitaristico», sottolinea Pierobon. Gli enti locali denunciano difficoltà amministrative, talvolta la mancanza di professionalità al proprio interno e criticano le nuove regole. «Si rischiano dei riflessi finanziari pesanti sui Comuni visti i livelli di riscossione dei tributi», conferma Alvano. Le Srr hanno ribadito la richiesta di aiuto e la volontà di collaborare, rilanciando l'allarme su mancanza di professionalità interne e difficoltà di applicare stesse regole in territori diversi.(*AGIO*)

Il piano d'ambito
Ati idrico, si è dimesso il commissario nominato dalla regione
Il sindaco di Montevago La Rocca: adesso occorre fare presto

Paolo Picone
Si è dimesso il funzionario che era stato indicato dalla Regione come commissario ad acta in sostituzione del Cda dell'Ati idrico Ag9 per la mancata approvazione del piano d'ambito. Lo ha annunciato il sindaco di Montevago e deputato regionale dell'Udc, Margherita La Rocca al termine dell'assemblea dei sindaci. Per l'onorevole La Rocca c'è stato un incidente di percorso. «Il commissario si è dimesso - ha detto il sindaco di Montevago  terme - e adesso vedremo cosa deciderà l'assessorato all'E n e rgia.Per quanto riguarda il percorso che l'Ati sta facendo si è convenuto di accelerare l'iter per  l'approvazione dello statuto del nuovo gestore, che sarà una società pubblica consortile. Questo statuto deve pervenire il prima possibile per poi dare mandato ad un notaio per andare a costituire la società. Questo è un passaggio importantissimo - spiega l'onorevole La Rocca - e non può avere più deroghe e ritardi. Poi  c'è la questione legata alla tariffa idrica che deve essere adeguata con le norme. Ed anche su questo accelereremo per poter arrivare  al risultato. Ed il terzo punto è quello relativo ai Comuni che hanno chiesto, con la deroga  dell'articolo 147 della legge 152 del 2006, recepita dalla Regione siciliana con alcune modifichenel 2015 di poter gestire direttamente in house il servizio idrico integrato. Questi Comuni hanno già avuto sei mesi di tempo per attivare le procedure per il riconoscimento -conclude il sindaco - e attendono di ottenere l'a ut orizzazione». Sono stati 17 i Comuni che hanno chiesto all'Ati di poter ottenere questo beneficio: Alessandria della Rocca, Aragona, Bivona, Burgio, Cammarata, Camastra, Cianciana, Joppolo Giancaxio, Menfi, Palma di Montechiaro, Sambuca di Sicilia, San Biagio Platani, San Giovanni Gemini, Sant'Angelo Muxaro, Santa Margherita Belice, Santa Elisabetta e Santo Stefano di Quisquina. Ma di questi soltanto 8 hanno ottenuto  18 mesi di tempo per poter regolarizzare alcune disfunzioni e poter ottenere l'autorizzazione. Si tratta di: Santo Stefano di Quisquina,  Menfi, Biona, Burgio, Cianciana, Santa Margherita Belice, Alessandria della Rocca e Cammarata. Gli altri 9 Comuni sono stati scartati perché non rispettano i tre segmenti previsti dalla legge o non hanno risorse idriche proprie. «A nostro avviso - spiega invece il coordinamento Titano che riunisce diverse sigle di associazioni dei cittadini - non c'è un solo Comune nell'Agrigentino che abbia i requisiti stabiliti dalle norme. E cosa ancor più grave  nella maggior parte dei Comuni non viene garantita la depurazione ». (* PAPI*)

LIBERO CONSORZIO
Borse di studio, entro il 31 marzo l'erogazione

C'è tempo fino al 31 marzo per poter riscuotere le borse di studio relative all'anno scolastico 2018/2019. Lo rende noto l'ex Provincia di Agrigento che ha specificato che le somme disponibili presso qualsiasi ufficio postale verranno liquidate dalle Poste Italiane. La decisione è stata comunicata dal Servizio "Diritto allo Studio" dell'Assessorato Regionale dell'Istruzione e della formazione professionale. (* PAPI*)

Agrigento
Tradizioni popolari aperta l'Officina

Ad Agrigento, a Porta di Ponte in piazza Aldo Moro, è visibile al pubblico l'Officina delle Tradizioni Popolari. A promuovere l'iniziativa, tra gli altri, il commissario della Provincia Alberto Di Pisa e il sindaco di Agrigento Lillo Firetto. Si tratta di una sezione dell'Ecomuseo della Provincia, tra arte popolare, attrezzi di lavoro dei contadini, dei pescatori, degli artigiani, teatro dei pupi, l'esposizione di strumenti musicali etnici e di alcuni costumi della tradizione folkloristica. L'Officina delle Tradizioni Popolari, è stata intitolata a Gigi Casesa. (*ACAS*)

Magaze

Libero Consorzio Agrigento - Borse di studio 2018/19: il pagamento entro il prossimo 31 marzo - Magaze.it
Redazione

AGRIGENTO - Le somme disponibili per il pagamento presso qualsiasi ufficio postale relative alle borse di studio assegnate agli studenti per l'anno scolastico 2018/2019 verranno liquidate dalle Poste Italiane entro il 31 marzo 2020. Si tratta di una proroga della scadenza originaria prevista per il 31 gennaio.
Gli studenti beneficiari, per conoscere le modalità di riscossione delle borse di studio, dovranno rivolgersi, esclusivamente, agli Istituti scolastici di appartenenza che metteranno anche a disposizione una copia della dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà da presentare a Poste Italiane per coloro che esercitano la potestà genitoriale, nella eventualità di studente minorenne. Per la Regione Siciliana l'entità della borsa di studio è stata fissata in 210,60 euro. Gli studenti potranno recarsi presso qualsiasi ufficio postale per poter ritirare l'importo assegnato muniti degli appositi documenti, carta identità e codice fiscale, non scaduti ed in corso di validità.
Nel caso lo studente sia maggiorenne potrà recarsi presso l'ufficio postale da solo. Qualora lo studente sia minorenne sarà invece necessaria la presenza di un genitore munito anch'esso dei rispettivi documenti di riconoscimento. Inoltre è necessario, nel caso di studente minorenne, che il genitore sottoscriva una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà davanti all'impiegato delle poste. Non sono ammesse deleghe a favore di altri soggetti per la riscossione del contributo economico.

Il Sicilia

Rifiuti, nuovo metodo tariffario in Sicilia, Pierobon: "Rischio aumento divario tra Nord e Sud"

di Maurizio Zoppi
Una task force per aiutare le Srr nell'elaborazione della tariffa dei rifiuti, secondo il nuovo metodo stabilito dall'Arera, l'Autorità di regolazione per l'energia, le reti e l'ambiente. È l'oggetto dell'incontro di questa mattina a Palazzo d'Orleans convocato in Sala Alessi dall'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon, che assieme all'Anci sta lavorando per sostenere gli enti locali in questa fase complessa che rischia di avere gravi ripercussione sul settore.
Saranno presenti i rappresentati di tutte le 18 Srr siciliane i vertici dell'Anci, la responsabile dell'ufficio di attuazione del Pra, il Piano di rafforzamento amministrativo, Patrizia Valenti, e i commissari dei Liberi consorzi.  Le nuove regole dettate dalla delibera dell'Arera dello scorso ottobre che rischiano infatti di trovare impreparate le autorità d'ambito nell'Isola e di aumentare il divario tra Nord e Sud.
"Il nuovo metodo di calcolo della tariffa dei rifiuti - spiega l'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon - sembra forse rispondere più alle esperienze delle utilities del Nord, e in questo momento storico rischia di aumentare il divario tra il Nord e il Sud d'Italia. Per cui sembra ragionevole la proposta formulata dalla stessa Anci, dalle regioni e dalle Provincie autonome, già inoltrata all'Arera, di spostare, di almeno un anno, l'applicazione. In questo modo avremo l'occasione di intervenire meglio su alcuni aspetti di cui discuteremo in maniera approfondita nell'incontro di oggi".
Tra gli interrogativi in sostanza c'è quello relativo all'impostazione del nuovo metodo che guarda più a un sistema avanzato di gestione, con grandi aziende a gestire e un sistema efficiente. Qui al sud, con tutti i problemi che ci sono e con una gestione frammentata delle grane dal passato, bisognerebbe tenere maggiormente conto dell'aspetto pubblico del servizio e mettere  da parte l'aspetto utilitaristico.
Pierobon parla anche del sito di Bellolampo: "Abbiamo chiesto che aprano anche agli altri comuni per l'impianto di compostaggio. Fermo restando che per la settima vasca ci sono stati dei ritardi a ping pong dalla Rap e Regione ma erano questione della ditta che doveva validare il progetto, spero che adesso corrano come dovrebbero correre perché altrimenti spostiamo sempre in avanti la riapertura della settima vasca".

Gds

Rifiuti, l'assessore Pierobon: "In Sicilia il nuovo metodo di calcolo rischia di travolgere i Comuni"
Il nuovo metodo di calcolo della tariffa dei rifiuti rischia di travolgere i Comuni siciliani.

Entro aprile le Srr devono realizzare i piani economici finanziari altrimenti rischiano delle sanzioni.
Gli enti denunciano però difficoltà amministrative, la mancanza di professionalità e delle regole che rischiano di provocare rincari.
Il governo Musumeci è sceso così in campo al fianco degli enti locali per chiedere intanto una proroga all'Arera, l'autorità per la regolazione dell'energia, e nel frattempo per non farsi trovare impreparati e fornire assistenza tecnica e amministrativa. Da qui la nascita di una task force per sostenere Srr e Comuni in questa fase delicata. Se n'è discusso oggi a Palazzo d'Orleans in un vertice convocato dall'assessore regionale Alberto Pierobon alla presenza del direttore generale Salvo Cocina, del segretario generale dell'Anci, Mario Alvano, della dirigente del Piano di rafforzamento amministrativo, Patrizia Valenti.
L'allarme è scoppiato alla fine dello scorso anno dopo l'approvazione da parte di Arera del nuovo metodo di calcolo della tariffa dei rifiuti. "Le nuove regole - spiega l'assessore regionale all'Energia e servizi di pubblica utilità, Alberto Pierobon - rispondono più alle esperienze delle utilities del Nord e in questo momento storico rischia di aumentare il divario tra il Nord e il Sud d'Italia. È un metodo calato dall'alto che in Sicilia non può andare bene, e la stessa cosa ci dicono le altre regioni autonome con cui mi sono interfacciato per fare fronte comune. Ci sono tanti altri aspetti critici da superare. Col nuovo metodo, ad esempio, le Srr devono rifarsi ai costi storici degli anni passati, che però si trascinano dietro le storture del passato legate all'emergenza e la situazione dunque non può che aggravarsi. Nel complesso il nuovo metodo che guarda più a un sistema avanzato di gestione, mentre in molte regioni meridionali e in Sicilia, dove esiste una gestione frammentata e un passato più caotico, bisognerebbe tenere maggiormente conto dell'aspetto pubblico del servizio e mettere da parte l'aspetto prettamente utilitaristico".
Per Alvano "l'incontro nasce per iniziare un percorso che ci consenta di trovare soluzioni e fare passi avanti. Purtroppo solo in Sicilia esistono le Srr e le regole nazionali dell'Arera si calano sul territorio regionale dove esiste una situazione diversa. Tra l'altro si rischiano dei riflessi finanziari pesanti sui Comuni anche visti i livelli di riscossione dei tributi, è un problema che va affrontato subito".
Dal canto loro le Srr hanno ribadito la richiesta di sostegno rilanciando l'allarme. "La nostra Srr non ha le professionalità necessarie", dice Antonio Licciardo, sindaco di Assoro e presidente della Srr Enna. Gli fanno eco anche daCatania: "Abbiamo grosse difficoltà, eravamo enti territorialmente competenti ma adesso in questa fase non si capisce qual è il nostro compito".
In questo video di Marco Gullà, l'intervista ad Alberto Pierobon, assessore regionale dell'Energia e dei servizi di pubblica utilità.

AGRIGENTONOTIZIE
CUMULI DI RIFIUTI SULLA PROVINCIALE 1, I CITTADINI CHIEDONO BONIFICHE E CONTROLLI

Sacchetti stracolmi di rifiuti di ogni genere sul ciglio della strada o in mezzo alla carreggiata fanno da scenario ad una provincia che vuole vivere principalmente di turismo, un quadro ormai antico ma sempre attuale che prende le distanze dalla maestosa bellezza della valle dei templi.È ciò che si incontra percorrendo la SP1 c/da Fondacazzo che collega Piano Gatta a Villaseta, a pochi passi da un centro di conferimento rifiuti e di una struttura ricettiva, tra il pericolo per la viabilità, il danno ambientale e di salute pubblica.Fa rabbia il sentirsi agrigentini solo in occasione di belle manifestazioni e dimenticarsi di fare parte di una meravigliosa Akragas ogni qualvolta si abbandona un rifiuto al proprio destino. Ogni qualvolta si finge di non vedere un centro raccolta e scegliere la via più breve: il lancio fugace dal proprio mezzo.È quasi inutile inoltre, avviare la bonifica di parte dell'area, limitandosi a trasportare i rifiuti dal ciglio della strada al lato opposto formando una collina addobbata con segnali di pericolo e aspettare che la stessa si trasformi in montagna prima di essere rimossa.Segnali di pericolo, che pur essendo in parte visibili ai conducenti non sono di certo leggibili dagli animali randagi che ormai da un mese trovano nella collina di rifiuti la loro dispensa. Ebbene quindi, il parziale lavoro di bonifica ove intrapreso, sembra quasi vanificato. Si chiede dunque un celere intervento da parte dell'ente competente al fine di rimuovere l'indecorosa collina e bonificare le aree circostanti ancora interessate dai rifiuti.Carmelina Pirrera

LA SICILIA
SVERSAMENTO DI LIQUAMI IN MARENUOVO INQUINAMENTO ALLA PLAYA?

Nuovo, probabile riversamento di liquami nel mare della Playa all'altezza del ponte sulla foce del Fiume Salso. Abbiamo documentato il fatto ieri mattina con le foto allegate a questo pezzo. Non siamo tecnici, né esperti di ingegneria idraulica ma l'impressione iniziale è stata quella che il riversamento del liquido nero provenisse dal vicino depuratore di contrada Ripellino.Da fonti interne abbiamo appreso che il problema sarebbe stato causato da pioggia, maggiori portate e da un trascinamento momentaneo che avrebbe portato allo spegnimento dell'ossidazione all'interno del depuratore.Riversamento coinciso con la leggera perturbazione che ieri alle prime ore del mattino ha investito il territorio confermando come l'impianto di depurazione sia al limite. Colorazione nera e tanfo maleodorante gli ingredienti del nuovo sversamento nel mare della Playa. Ovviamente c'è da accertare se si tratta di liquido fognario.Dalle immagini, il liquido nero che riversa nel mare della Playa sembra avere tutti i crismi di un presunto inquinamento fognario ma tutto questo andrà verificato con indagini approfondite. Di certo c'è che si tratta di immagini inquietanti. Oltre alla colorazione, il liquido riversato alla foce emette un tanfo nauseabondo che aumenta la probabilità che possa davvero trattarsi di liquido fognario.Vari i punti da accertare: in primis da dove proviene il riversamento e poi la natura del liquido che è senz'altro l'aspetto che più interessa la popolazione. Non ci sentiamo di emettere sentenze definitive in quanto tutto dovrà ovviamente passare al vagho delle autorità competenti e saranno loro a dover accertare se si tratta realmente di liquido inquinante.Come si ricorderà, un consistente riversamento in mare era già avvenuto nell'aprile 2014 e a maggio 2019. In quelle circostanza, era stato accertato che la chiazza nera materializzatasi sulla sponda sinistra della Foce del Fiume Salso proveniva dal depuratore di Contrada Ripellino. La macchia nera in acqua era visibilmente distinguibile anche osservando dall'alto del ponte che collega il quartiere Fondachello-Playa con il Corso Argentina . Gran parte del liquido nero scaricato dalgrosso condotto di sfogo aveva invaso anche la piccola insenatura che delimita la sponda sinistra della Foce del Salso. In questo caso, le dimensioni sono decisamente inferiori. Ma le cause vanno individuate rapidamente anche in vista dell'estat


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