7 marzo - sabato
CANICATTIWEB
SUL SITO DEL LIBERO CONSORZIO PUBBLICATO BANDO FONDO EUROPEO PESCA 2014-2020
pubblicato sul sito internet istituzionale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento il bando di attuazione della Misura 2.48 - Sottomisura 1 "Investimenti produttivi destinati all'acquacoltura" (art.. 48 - Regolamento UE n. 508/2014) del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) 2014-2020, riservato alle imprese che operano nel settore della pesca, dell'agricoltura e dell'acquacoltura e che hanno una dimensione aziendale di micro, piccole o medie imprese (vedi regolamento del bando). Si tratta di una importante opportunità di finanziamento che il FEAMP mette a disposizione per queste categorie di operatori professionali. In particolare la sottomisura 1 prevede investimenti produttivi, diversificazione della produzione dell'acquacoltura e delle specie allevate, ammodernamento ed innovazione, miglioramento delle condizioni di lavoro, d'igiene, della salute dell'uomo e del benessere animale, miglioramento della qualità dei prodotti, e diversificazione del reddito delle imprese tramite lo sviluppo di attività complementari. Le istanze di ammissione a finanziamento ed i relativi allegati dovranno pervenire, secondo le modalità illustrate nel bando, entro le ore 13:00 del prossimo 1 aprile 2020 (termine prorogato con DDG/Pesca n. 03 del 28.01.2020) a: Regione Siciliana-Assessorato dell'Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, Dipartimento Regionale della Pesca Mediterranea-Servizio 2 "Pesca e Acquacoltura". Il bando e i relativi allegati sono scaricabili da www.provincia.agrigento.it.
gdsonline
CORONAVIRUS, VERTICE DEL CENTRO OPERATIVO COMUNALE AD AGRIGENTO
Si è svolta ad Agrigento, nella serata di ieri, la riunione del Centro Operativo Comunale per l'Emergenza Coronavirus. Erano presenti alla riunione il sindaco Lillo Firetto erano presenti gli amministratori comunali, i responsabili della Protezione Civile comunale e provinciale, i rappresentati dell'Asp, della Prefettura, delle associazioni di volontariato e di pubblico soccorso e della CRI provinciale.
Diversi i punti all'ordine del giorno che rappresentano delle necessità da attuare nel più breve tempo possibile: in particolare è stata richiesta la piena operatività della tenda di pre-triage davanti all'ospedale e la previsione di percorsi interni separati con sale di osservazione e aree per l'isolamento e il ricovero di eventuali sospetti.
Inoltre è stato richiesto che l'accesso di tutti i cittadini avvenga in numero contingentato e provvisti di mascherina; la verifica e il potenziamento dei posti di terapia intensiva e di rianimazione dedicati e la realizzazione di idonee misure di prevenzione e protezione per l'utenza e il personale sanitario; adibire idonei locali al di fuori dei reparti per il rinnovo di tutti i piani terapeutici delle varie discipline; valutare la temporanea chiusura delle attività ambulatoriali all'interno del presidio ospedaliero.
Le richieste sono state inoltrate sia all'Azienda sanitaria che all'Assessorato regionale alla sanità.
8 marzo - domenica
LIVESICILIA
DAI RITI RELIGIOSI ALLO SPORT
NUOVE REGOLE, ECCO COSA CAMBIA
Nel corso di una riunione tenuta a Palazzo delle Aquile ed in teleconferenza tra le strutture comunali e metropolitane responsabili di Protezione Civile, Sanità, Attività Produttive e Comunicazione fino al 3 aprile o fino a nuova disposizione a Palermo sono sospese le cerimonie legate alle celebrazioni di matrimoni e per esequie. I matrimoni già fissati presso locali comunali si svolgeranno quindi unicamente in presenza degli sposi, dei testimoni e del personale comunale. Le tumulazioni si svolgeranno in forma strettamente privata. Sono sospese le attività pubbliche delle strutture sportive comunali. Sono sospese le attività pubbliche delle seguenti strutture culturali comunali: Galleria d'Arte Moderna, Cantieri culturali, Palazzo Ziino, Casa Professa - Archivio Storico, Biblioteche (Villa Trabia, Biblioteca centrale Leonardo Sciascia, biblioteche decentrate); Complesso dello Spasimo, Ecomuseo del Mare, Fonderia, San Mattia dei Crociferi. Sono sospese con effetto immediato dalla giornata di oggi le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati. La violazione del divieto comporta la sospensione dell'attività. E' confermata la sospensione fino al 15 marzo di tutte le attività didattiche di scuole di ogni ordine e grado. Le Segreterie generali del Comune e della Città metropolitana stanno predisponendo linee guida per i rispettivi dirigenti ed uffici circa l'organizzazione del lavoro. Gli uffici comunali contatteranno direttamente tutte le persone già negli elenchi per l'assistenza individuale (anziani soli, portato di handicap) al fine di verificare ulteriori necessità individuali cui si farà fronte anche tramite le associazioni di volontariato e protezione civile. I servizi di "Educativa domiciliare e territoriale" già svolti dal Comune non saranno interrotti. La Protezione Civile comunale, in previsione della possibilità di dover fornire assistenza a persone che si trovassero in quarantena su disposizione delle autorità sanitarie, sta attivando un numero specifico diretto cui ci si potrà rivolgere per richieste di assistenza personale (spesa, certificazioni, ecc). Il Governo regionale, in aggiunta alle norme previste dal Decreto nazionale, ha ordinato la chiusura totale fino al 3 aprile anche per le palestre, le piscine e i centri benessere.
LA SICILIA
"RIVALUTARE IL WELFARE PUBBLICO E RICALIBRARLO SULLA QUALITA' DELLA VITA
"
Palidda: " Scuole chiuse? Tragedia per famiglie più deboli e donne".
CATANIA L'espandersi esponenziale del coronavirus e le drastiche misure di contenimento prese dal governo - a partire dalla chiusura delle scuole - mettono a nudo le contraddizioni e le debolezze del nostro sistema sociale e sanitario e, come in uno specchio, rivelano la condizione del nostro Paese il ruolo che vi giocano le donne. Una situazione nell'analizzare la quale la prof. Rita Palidda, docente di Sociologia del lavoro a Scienze Politiche di Catania, parte da alcune premesse di carattere generale.
«C'è un problema di fondo. Viviamo in una fase della civiltà moderna in cui abbiamo maturato la convinzione profonda di potere controllare tutto: la natura, l'ambiente e i pericoli che ne provengono. E pretendiamo che la scienza e i cosiddetti sistemi esperti ci salvino dal pericolo. Quest'epidemia, che ci sembra ingovernabile e incurabile, ci lascia senza difese e mette in evidenza che i rischi che oggi corriamo sono una conseguenza dello sviluppo economico, della globalizzazione, del disastro ambientale, delle migrazioni etc. Cioè sono rischi che gli stessi uomini hanno creato. E questo diventa un fattore destabilizzante. L'altra caratteristica della nostra era è la fiducia nei sistemi esperti, una fiducia razionale. Nell'antichità contro i pericoli ci si rivolgeva alle divinità, a riti magici; nelle società moderne, invece, ci si affida ai sistemi esperti che oggi, però, si mostrano incerti. E anche l'eccesso di informazione ha finito per alimentare l'incertezza e la sfiducia in questi sistemi che prima etano il nostro baluardo».
Questa emergenza cosa ci rivela del nostro Paese?
«La diffusione del coronavirus e i provvedimenti presi evidenziano l'importanza dei sistemi e dei servizi di welfare sviluppatisi per tutto il Novecento. Servizi che riguardano la cura della salute e, in generale, la qualità della vita. Esping Andersen - studioso di origine svedese che vive in Italia da tempo - sostiene che i Paesi più sviluppati hanno offerto un processo di demercificazione, destratificazione e defamilizzazione, cioè hanno reso la qualità della vita degli individui meno dipendente dal reddito, dalla prestazione lavorativa e dall'appartenenza sociale e familiare. Il welfare ha operato in due sensi. Innanzitutto ha conferito ai singoli componenti delle famiglie i diritti fondamentali sottraendoli al pater familias, dall'altra ha offerto alle famiglie servizi (scolastici, sanitari, assistenziali) che hanno avuto due funzioni: alleggerire le famiglie dal carico del lavoro riproduttivo e una maggiore perequazione sociale. Pensiamo al valore che ha avuto l'istruzione per le donne, principale molla del loro accesso al mercato del lavoro e delle politiche di emancipazione. Negli ultimi decenni c'è stata una forte delegittimazione del welfare, e delle politiche fiscali necessarie a sostenerlo, dovuta a ragioni profonde: storture, inefficienze, sprechi e la competizione internazionale che nei Paesi europei più deboli, come l'Italia, ha sottratto le risorse necessarie per fronteggiare le esigenze crescenti del welfare, primo tra tutti lo squilibrio demografico. La crisi del 2008 e ora la vicenda del coronavirus dimostrano che ridurre il ruolo dello Stato non serve. E non serve, come chiedono in tanti, lasciare la ricchezza in mano agli imprenditori. Dal 2008 c'è stato un accentramento delle ricchezze, tassi d'interessi bassi, occupazione a basso costo, eppure di lavoro non se ne è creato. Questo vuol dire che è ancora valida la vecchia ricetta di Keynes - che era un liberale, non un socialista - che diceva che è inutile lasciare i soldi ai ricchi perché non è vero che questi creano sviluppo economico, né che lo sappiano o vogliano fare. Occorre un intervento pianificatore dello Stato. Questa crisi dimostra che le aziende, pubbliche e private, e le famiglie non funzionano senza il welfare».
Pensa alle scuole chiuse e al ruolo delle donne?
«La chiusura delle scuole è una tragedia perché priva le famiglie dei servizi essenziali, e colpisce le famiglie più svantaggiate che hanno meno risorse economiche e" culturali per accudire i figli ed evitare che passino le loro giornate davanti ai videogiochi. Ed è un grave colpo per le donne perché ancora oggi su di loro cade tutta la responsabilità della conciliazione tra famiglia e lavoro. Non bisogna dimenticare che molte donne sono precarie e sono occupate proprio nei servizi più colpiti dal coronavirus, quelli turistici, ricreativi e sportivi. Questo mette a rischio i loro posti di lavoro. Ma va notato che l'emergenza di questi giorni ha evidenziato quante donne sono eccellenze nel campo sanitario e la loro massiccia presenza nei lavori qualificati, anche se i guri chiamati nelle interminabili trasmissioni televisive sono quasi tutti maschi».
E sul fronte degli anziani?
«Ci si lamenta delle loro pensioni, ma si dà per scontato che siano loro a dovere dare aiuto alle giovani famiglie, sia economico che in servizi. E un paradosso dire "statevene a casa" e "tenetevi i bambini che non vanno a scuola", un peso troppo gravoso per un anziano. Senza considerare che i bambini sono i maggiori diffusori di virus. E la contraddizione per cui, sottotraccia, si ricorre sempre al welfare privato mentre si attacca il welfare pubblico».
E sul fronte della sanità cosa ci dice questa emergenza?
«Che la sanità pubblica è un baluardo di cui non possiamo fare a meno, e che il settore della ricerca, che è stato molto penalizzato in questi anni, è quello che non si può penalizzare. E un paradosso: bussiamo alle porte dello Stato quando abbiamo bisogno, ma ci tiriamo indietro quando si tratta di dare risorse allo Stato. E c'è un altro aspetto che va segnalato. I provvedimenti del governo evidenziano anche un problema di disuguaglianza territoriale, oltre che sociale. Si è detto che le scuole devono procedere a sistemi di didattica a distanza e in molte scuole del Centro-nord queste cose vengono fatte. Ma quante scuole del Mezzogiorno e della Sicilia hanno sono in grado di farlo? Tutto tace. Stare al Sud è uno svantaggio. E mi chiedo: cosa succederebbe dal punto di vista dell'assistenza sanitaria se questo virus di propagasse anche qui?».
Cosa si augura possa nascere da questa crisi?
«Mi auguro una rivalutazione delle funzioni del welfare e una sua ricalibratura verso i settori più importanti per la qualità della vita delle persone, e delle donne in particolare, e la diffusione di iniziative di solidarietà sociale che partano dalle stesse famiglie e affianchino l'azione dello Stato».
PINELLA LEOCATA
9 marzo - lunedì
LA SICILIA
SICILIA, IN QUARANTENA CHI ARRIVA DAL NORD
ORDINANZA DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE.
Se si è anche solo transitato nelle zone rosse negli ultimi 14 giorni è obbligatorio comunicarlo e restare in isolamento. "I trasgressori rischiano il carcere fino a tre mesi". Chiuse anche palestre e piscine.
La Sicilia chiude per virus.
Obbligo di quarantena per chi nelle ultime due settimane è stato nelle "zone rosse". Lo prevedono due ordinanze firmate ieri dal presidente della Regione, Nello Musumeci, per contenere il diffondersi del coronavirus nell'Isola. Provvedimenti «indispensabili» visto «il rientro di un elevato numero di persone e, quindi, l'ingresso incontrollato in Sicilia di soggetti a rischio di trasmissione del virus», precisa una nota di Palazzo d'Orléans. Musumeci ha firmato l'atto in veste di soggetto attuatore degli interventi di Protezione civile nazionale per l'emergenza coronavirus, avvalendosi anche delle competenze previste dal comma 2 dell'articolo 31 dello Statuto siciliano che conferiscono al presidente della Regione il potere di disporre delle forze di polizia in caso di necessità.
I territori per i quali scattano gli obblighi sono quelli ricompresi nel decreto di ieri del presidente del Consiglio dei ministri: tutta la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio nell'Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso, Venezia, oltre alle "zone a rischio epidemiologico, così come identificate" dall'Oms.
Tutti coloro che siano anche semplicemente transitati in tali aree nelle ultime due settimane devono comunicarlo al proprio Comune, al dipartimento di Prevenzione dell'Asp competente per territorio' nonché al proprio medico. Questi gli obblighi: «permanenza domiciliare con isolamento fiduciario per 14 giorni dall'arrivo»; divieto di contatti sociali, di spostamento e di viaggi; «rimanere raggiungibile per ogni eventuale attività di sorveglianza». Il mancato rispetto delle disposizioni comporterà le conseguenze previste dall'articolo 650 del Codice penale, compreso l'arresto fino a tre mesi, «se il fatto non costituisce reato più grave». La Protezione civile regionale «disporrà agli imbarcaderi di Messina due tende per i fabbisogni sanitari».
Per consentire i controlli, i concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale dovranno comunicare alle forze dell'ordine, alla task-force della presidenza della Regione, ai Comuni e alle Asp competenti per territorio, i nominativi dei viaggiatori, con destinazione aeroporti, porti e stazioni ferroviarie della Sicilia.
Prevista anche la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere, come restrizione che il governato ha disposto «in aggiunta» al decreto firmato ieri dal premier Giuseppe Conte. Ma. B.