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rassegna stampa del 21, 22 e 23 marzo 2020

Sabato 21 marzo 2020

Giornale di Sicilia


Incubo Coronavirus, morte sospetta a Licata di un uomo che si trovava da diversi giorni in quarantena È salito a 34 il numero dei contagiati
Ieri nuovi test positivi nel capoluogo, a Ribera, a Menfi, a Palma di Montechiaro e a Canicattì

Cresce anche l'isteria collettiva: ieri segnalato un caso inesistente nel quartiere Fontanelle
Concetta Rizzo
I dati ufficiali, quelli forniti dalla Regione all'unità di crisi nazionale e aggiornati alle ore 12 di ieri, parlavano -per Agrigento e provincia - di 29 contagiati. Ma per l'intera giornata di ieri è stato un susseguirsi di annunci da parte dei sindaci di nuovi, ulteriori, tamponi positivi al Covid-19. Ieri sera, i casi -per l'Agrigentino - erano arrivati complessivamente a 34. L'ultimo, in ordine di tempo, a mandare sui social un video messaggio - comunicando il primo caso e provando  a rassicurare la cittadinanza -è stato il sindaco di Canicattì: Ettore Di Ventura. Ma test positivi si sono avuti, ieri, ad Agrigento, a Ribera, a Menfi, a Palma di Montechiaro. E poi c'è stata una morte sospetta a Licata. Un 57enne di Licata, posto in stato di quarantena poiché aveva avuto contatti diretti con un compaesano 52enne risultato positivo al Covid-19, è stato trovato -ieri mattina - privo di vita all'interno della sua abitazione. A chiamare gli agenti del commissariato di Licata è stato un familiare. L'uomo deceduto, pare, che avesse fatto un viaggio di rientro a Licata in compagnia del compaesano 52enne. Proprio il 52enne, nei giorni scorsi, era stato soccorso oltre che da un'autoambulanza del 118 anche dai vigili del fuoco. Stava male, molto male, ed è stato portato all'ospedale «Sant'Elia» di Caltanissetta dove è stato ricoverato in Rianimazione. Poche ore dopo il suo ricovero, è arrivata la certezza - con l'esito positivo di un tampone - che era affetto da Coronavirus. L'uomo è ancora ricoverato nella struttura ospedaliera Nissena. Come da protocollo, tutti coloro che erano stati in contatto con il 52enne sono stati posti in isoamento. Fra questi, anche il cinquantasettenne che, ieri mattina, è stato trovato privo di vita. Non c'è naturalmente nessuna certezza, né smentita, all'idea che è subito - forse anche inevitabile visto il momento di epidemia mondiale - balenata in mente ai licatesi: ossia il Coronavirus. L'uomo- questo è un dato di fatto - era in «quarantena» domiciliare visto i contatti con una persona risultata positiva al Covid-19. Potrebbe però anche aver perso la vita per un improvviso malore. E ieri pomeriggio un analogo allarme era circolato anche per un decesso verificatosi a Fontanelle. In realtà, per come ha anche confermato il prefetto Dario Caputo, quella disgrazia con il Covid-19 non c'entrava per niente. Dopo ore ed ore di voci che si rincorrevano per l'intera Canicattì è arrivata, dal sindaco, la conferma: «La persona sta bene, ha qualche linea di febbre ma sta bene, e non ha avuto contatti con il mondo esterno dall'11 marzo». Poche ore prima, la notizia di un nuovo test positivo -ed è il secondo - era arrivata al sindaco Palma di Montechiaro Stefano Castellino. Ieri sera non risultavano esserci informazioni su un dettaglio che non è di poco conto: non è chiaro se il secondo contagiato di Palma sia o meno riconducibile al medico 70enne ricoverato, giovedì, in Terapia intensiva al «Sant'Elia». A Menfi, stando al video messaggio fatto dal sindaco Marilena Mauceri, i contagiati sono saliti a tre. Si tratta, a quanto pare, di una persona che, nei giorni scorsi, ha assistito - al «Giovanni Paolo II» - un familiare, anch'esso risultato positivo al Covid-19. La persona era già in isolamento domiciliare. Il positivo è arrivato dopo un primo tampone negativo. A Ribera, oltre ad un operatore sanitario - l'ennesimo che risulta essere contagiato -ieri sera si parlava di un nuovo test positivo. Un anziano sarebbe stato trasferito all'ospedale di Enna. Covid-19 anche per un medico in servizio all'ospedale «San Giovanni di Dio» di Agrigento. Un medico che non ha avuto alcun contatto, né diretto e nemmeno indiretto, con la 76ennedi Favara che era ricoverata al reparto di Cardiologia e che - dopo un intervento chirurgico - è stata trovata positiva al Coronavirus. «Si tratta di un valente e scrupoloso medico in forza al San Giovanni di Dio -diceva ieri il sindaco Firetto - . Si trova in isolamento e non ha al momento alcun sintomo». (*CR*)

Agigentonotizie

Uno studio rivela il mondo nascosto al di sotto dell'ex ospedale psichiatrico

Redazione 21 marzo 2020 11:40
Una fitta rete di cunicoli, canali e di enormi cisterne tutte scavate nella pietra all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di Agrigento e del proprio "giardino", oggi di proprietà del Libero consorzio, è stata oggetto di studi appronfonditi che, per la prima volta, hanno messo in luce tutti i segreti anche di questa porzione della rete ipoteica cittadina.
L'attività di ricerca, che sarebbe dovuta essere presentata durante un convegno nei giorni scorsi, ovviamente annullato a causa del Covid-19, è stata condotta dai geologi dell'associazione "Agrigento Sotterranea", con la collaborazione del gruppo speleologico "Kamicos" e di Legambiente Sicilia, come ente gestore della riserva naturale "Grotta di Sant'Angelo Muxaro".
Al centro di tutto, appunto, l'area dell'ex "manicomio",  in cui sono presenti, dice lo studio, "delle interessanti testimonianze di evidenti canali superficiali scavati nella calcarenite pleistocenica, disposti secondo un andamento regolare, che confluiscono all'interno di cisterne sotterranee, anch'esse scavate all'interno dell'ammasso calcarenitico. Scopo di tali strutture superficiali - continua - era quello di captare le acque di ruscellamento in concomitanza di eventi meteorici e canalizzare tali deflussi all'interno di strutture di accumulo, quali appunto le cisterne sotterranee".
Lo studio, secondo i ricercatori "ha contribuito ad arricchire il già vasto patrimonio ipogeo presente in tutto il colle agrigentino, sino alle sue propaggini più meridionali, e ha valorizzato ulteriormente tale ricchezza, che può costituire un importante tassello nell'offerta turistica di Agrigento, cosi come già fatto da numerose altre città, basti solo citare, ad esempio, le realtà di Napoli Sotterranea e Roma Sotterranea".


21 MARZO - SABATO


LIVESICILIA


Fisco, cosa è statofatto e cosa andrebbe fatto ancora
di Salvatore Forastieri
Sono più di cinquant'anni che svolgoattività pubblica nel settore fiscale, ma è la prima volta che mivedo costretto ad affrontare questioni nelle quali nulla è veramenteprogrammabile, dovendo invece navigare a vista, cercando di risolverei numerosissimi, e spesso drammatici, problemi di questo momento,facendosi guidare dalle risorse di cui si dispone e dal buon senso.Devo dire che, nei quindici anni di ininterrotta attività di Garantedel Contribuente, sono stato sempre molto critico verso ilLegislatore, ritenuto da me troppo superficiale e assolutamenteinadeguato a sollecitare la compliance.
Questa volta, però, qualunque polemicava evitata. Occorre, invece, collaborare, ciascuno con i mezzi di cuidispone, al fine di creare un clima idoneo a rendere possibilidecisioni che, seppure con le incertezze legate proprio allatipologia di nemico, diano sicurezza ai cittadini, non solo sul pianosanitario, ma anche sul piano economico.
Volendo quindi parlare della gestionefiscale legata all'emergenza del COVID 19, le voci più ricorrentisono negative sull'operato del Governo. Credo che quello che sistia facendo sia comunque meritevole di apprezzamento, seppureaccompagnato da una ferma spinta verso soluzioni sempre più efficacie condivise.
Sappiamo, per esempio, che il recenteDecreto Legge 18 del 17 marzo scorso, pubblicato in una GazzettaUfficiale "straordinaria" nella notte tra il 17 e 18 dello stessomese, contiene numerose zone d'ombra.
Sicuramente, però, così comeannunciato dal Governo, il decreto del 17 marzo è solo una primatappa, essendo già previsto un altro Decreto in aprile. Si tratta,comunque, di un provvedimento, quello di qualche giorno fa, che nonconcede agevolazioni fiscali in maniera indiscriminata, puntando nonsolo ad agevolare i settori più interessati dalla crisi, ma anche adevitare una drastica mancanza di liquidità per l'Erario che, inquesto periodo, è chiamato a tener conto delle particolarissimeesigenze del momento.
Con specifico riguardo alle questionidi natura tributaria, è stato notato che è arrivato dopo che lascadenza di molti tributi, tra cui l'IVA, era già passata. Laproroga del versamento di questi tributi, poi, è stata troppo breve,solo quattro giorni, visto che i pagamenti che andavano fatti il 16marzo(come l'IVA, le ritenute d'imposta sui redditi di lavorodipendente e di lavoro autonomo, i contributi INPS ed INAIL) si sondovuti fare entro lo scorso 20 marzo.
Qualche proroga di maggior respiro,seppure di non molto, è stata concessa.
- Ai contribuenti che lavorano neisettori particolarmente colpiti dalla crisi, come le impreseturistico-ricettive, le agenzie di viaggio e turismo, i touroperator, palestre, discoteche, teatri e cinema, trasporto,ristorazione, educazione e assistenza, ecc., i pagamenti in scadenzanel periodo che va dal 17 marzo al 30 aprile, per ritenute,contributi previdenziali ed assistenziali e premi per assicurazioneobbligatoria, vanno effettuati, senza sanzioni ed interessi, il 31maggio 2020, oppure in cinque rate mensili di pari importo adecorrere dal mese di maggio. Essendo il 31 maggio domenica, lacennata scadenza slitta al giorno successivo, ossia al 1^ giugno2020.
- A i contribuenti che nel 2019 hannoconseguito ricavi o compensi fino a 2 milioni di Euro, è stataconcessa una sospensione che ha per oggetto l'IVA e le impostedovute in autoliquodazione che scadono nel periodo che va dall'8 al31 marzo. Anche in questo caso il termine di pagamento, in unicasoluzione o in cinque rate, slitta al 31 maggio 2020.
- Per i contribuenti, senza personaledipendente, con ricavi o compensi fino a 400.000 Euro, il Decretoprevede la non applicazione, da parte del sostituto d'imposta,delle ritenute d'acconto sulle somme percepite tra il 17 ed il 31marzo. Il tributo non pagato in conseguenza della sospensione dovràessere
versato direttamente dallo stessocontribuente, il "sostituito" in unica soluzione entro il 31maggio oppure in cinque rate mensili.
- C'è poi un più generico rinvio ditutti gli altri adempimenti tributari, diversi dai versamenti e dalleritenute, che hanno scadenza nel periodo che va dall'8 marzo al 31maggio 2020. Rinviata anche la dichiarazione annuale IVA, ma non ladichiarazione dei redditi "precompilata". Gli adempimenti sospesidevono essere effettuati, evidentemente senza sanzioni, entro il 30giugno 2020.
- Con riguardo all'attività degliuffici fiscali, il Decreto prevede la sospensione dall'8 marzo al31 maggio 2020 dei termini relativi alle attività di liquidazione,di controllo, di accertamento, di riscossione, di interpello e dicontenzioso, da parte degli uffici degli enti impositori. Con lastessa norma, sono stati prorogati di due anni i termini diprescrizione e di decadenza, a favore dell'AmministrazioneFinanziaria, relativi all'annualità 2015. Per tale annualità,pertanto, l'accertamento potrà essere notificato al contribuentenon più entro il 31 dicembre 2020, ma entro il 31 dicembre 2022.
- Per le somme affidate all'Agentedella Riscossione, sono sospesi i termini di versamento delle sommeche scaturiscono da cartelle di pagamento o da atti "impoesattivi"dell'Agenzia delle Entrate, oppure degli avvisi di addebito deglienti previdenziali, che scadono nel periodo che va dall'8 marzo al31 maggio 2020. La sospensione riguarda pure le ingiunzioninotificate dagli Enti territoriali. Le somme sospese devono essereversate, in unica soluzione, entro il 30 giugno 2020. Prorogata al 31maggio la scadenza del 28 febbraio 2020 relativo alle somme dovute inbase alla "rottamazione ter", e quella del 31 marzo previstadalle norme sul "saldo e stralcio".
- Una sospensione di più ampiorespiro, fino al 31 maggio, riguarda i contribuenti residenti nellacosì detta "zona rossa", ossia nei comuni individuati con ilDPCM del 1^ marzo 2010.
- In materia di contenzioso tributarioè previsto il rinvio delle udienze (pubbliche ed in camera diConsiglio) e di tutti i termini processuali (termini per il ricorsoed altri atti processuali, compreso il deposito dei provvedimenti deiGiudici) dal 9 Marzo al 15 Aprile- Come dicevo prima, le norme finoraemanate sono da considerare provvisorie. Così come sono, infatti,non appaiono idonee a combattere la gravità della situazione.
Sempre con specifico riguardoall'aspetto tributario del problema, a prescindere dalle numeroselacune e zone d'ombra esistenti nel decreto, emergono pure tantiproblemi che rischiano di penalizzare ulteriormente i contribuentigià pesantemente colpiti dalla drammatica situazione del momento.
Non dimentichiamo che, seppure conl'eccezionalità e tutte le difficoltà del momento, lo Statuto deiDiritti dei Contribuenti deve essere sempre tenuto presente.
Si pensi, per esempio, all'ingorgofiscale del prossimo mese di giugno.
Oppure alla mancanza di disposizioniunitarie in materia di fiscalità locale. Si apprende che il Sindacodi Palermo ha recentemente differito di un mese il versamentodell'acconto TARI in scadenza da Aprile
Suona male, poi, pur senzasottovalutare l'esigenza di recupero dell'evasione del 2015, laproroga "unilaterale" dei termini di decadenza e di prescrizionea favore degli atti dell'Amministrazione Finanziaria.
Comunque, nella confusione del momento,è apprezzabilissima l'attività dell'Agenzia delle Entrate laquale ha già fornito opportuni chiarimenti, prima con la risoluzionen. 12 del 18 marzo e poi con la circolare n. 5 del 20 marzo 2020.
Con la risoluzione n.12 l'Agenzia hafornito i codici ATECO riferibili alle attività economiche chebeneficiano della sospensione più lunga.
Con la circolare 5, invece, ha chiaritonumerosi dubbi che erano emersi dalla lettura della norma pubblicatain Gazzetta Ufficiale.
Con quest'ultima circolare, l'Agenziaha fornito importanti interpretazioni.
Ha precisato, innanzitutto, che iltermine per ricorrere contro gli atti notificati ai contribuenti(accertamenti "impoesattivi") pendenti alla data del 9 marzo, conun meccanismo simile alla "sospensione feriale", è sospeso dal 9marzo al 15 aprile 2020.
Tale rinvio vale anche per il pagamentodelle somme dovute nella fase di definizione o della proceduracontenziosa dell'accertamento, come nel caso di acquiescenza econtemporanea rinuncia al ricorso (beneficiando della riduzione ad unterzo della sanzione), oppure nel caso di pagamento(un terzo deltributo richiesto) in pendenza di giudizio.
Praticamente, così come chiaritodall'Agenzia delle Entrate, per un accertamento notificato, adesempio, il 10 febbraio (quindi pendente al 9 marzo) il termine perricorrere resta sospeso dal 9 marzo fino al 15 aprile, per riprenderepoi a decorrere dal 16 aprile e per scadere poi il 18 maggio.
In caso dinotifica durante il cennato periodo di sospensione, il termine per ilricorso (sessanta giorni) e quello del versamento è differito finoal 16 aprile, data a partire dalla quale riprendono poi a decorretutti normali termini per il ricorso e per il pagamento. Quindi,sempre volendo fare un esempio, per un atto notificato il 10 marzo iltermine ordinario di sessanta giorni comincia a decorrere dal 16aprile.
Secondo l'Agenzia,la sospensione dei termini prevista per gli accertamenti, così comeprima delineata, è cosa diversa da quella, più lunga, prevista perle somme affidate agli Agenti della Riscossione. In questo caso,infatti, i termini in scadenza a partire dall'8 marzo fino al 31maggio 2020, derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito odai sopra citati accertamenti esecutivi dell'Agenzia delle Entrate(a condizione che questi ultimi siano stati già affidati all'Agentedella Riscossione per il loro recupero),sono sospesi, ed ilpagamento, in unica soluzione, va fatto entro il 30 giugno dellostesso anno.
Anche l'Agenzia delleEntrate-Riscossione ha fornito chiarimenti. Attraverso delle slidespubblicate nel sito istituzionale, in data 19 marzo ha risposto adalcune FAQ (FrequentlyAskedQuestions), e, fornendo la soluzione aproblematiche già emerse, ha precisato, per esempio, che nessunacartella di pagamento sarà notificata nel periodo di sospensione cheva dall'8 marzo al 31 maggio 2020; che le rate di dilazione, inscadenza nel periodo di sospensione, possono essere pagate entro il30 giugno 2020; che in presenza di una cartella scaduta prima dell'8marzo nessuna procedura cautelare o esecutiva può essere attivata.Molto probabilmente questi chiarimenti saranno fatti propri dalnostro Agente della Riscossione, Riscossione Sicilia spa.
Lodevolissima l'iniziativa delDirettore Regionale dell'Agenzia delle Entrate della Sicilia,Stellacci, il quale ha invitato tutti gli uffici dipendenti non soloa privilegiare l'uso del telefono e delle apparecchiatureinformatiche per rendere ai cittadini i servizi dovuti ed per latrattazione, a distanza, delle pratiche, ma anche a "smaltire ilmagazzino" delle pratiche in arretrato, dedicandosi principalmentead attività che possono essere di aiuto all'economia del Paese, inquesto caso dei Siciliani, come la lavorazione delle pratiche dirimborso IVA. Nonostante le disposizioni già emanate ed ichiarimenti forniti, però, non sembra che tutti i diritti deicittadini siano adeguatamente tutelati. Nessuna sospensione, peresempio, risulta dal decreto n.12 per quel che concerne gli avvisibonari (controlli automatici e controlli formali) dell'Agenziadelle Entrate. Non ci sono nome che regolano in maniera uniforme lescadenze in materia di tributi localiLo slittamento degli adempimentie dei versamenti è troppo breve.Sicuramente arriveranno a breveulteriori chiarimenti.Intanto, si accoglie con grande favore lanotizia che l'Unione Europea, con Direttiva 2020/285 del 18febbraio scorso, ha elevato il limite (in Italia attualmente pari a65.000 Euro) entro il quale ogni Stato appartenente all'Unione puòconcedere "esenzioni" con applicazione dei tributi (IVA e Impostesui redditi) in misura forfettaria.Sono anni che il Garante delContribuente porta avanti la necessità di allargare la fascia deicontribuenti "forfettari", unico vero modo di far uscire dalsommerso molti contribuenti di minime dimensioni, incapaci disopportare una tassazione non solo onerosa ma anche molto complicata.Ora, però, grazie alle nuove disposizione dell'Unione Europea edin considerazione dell'attuale situazione sanitaria, sociale edeconomica, sarebbe opportuno che il vecchio limite venisse rivisto,magari chiedendo all'Europa di anticipare l'entrata in vigoredella citata direttiva attualmente fissata al 1^ gennaio 2025, edinserendo ulteriori elementi di semplificazione per i contribuentiche vogliono ricominciare a lavorare dopo la drammatica esperienzadella pandemia.
Intanto, restiamo a casa.


TUTTOGGI web

CORONAVIRUS, CHIUSE LE FABBRICHE INTUTTA ITALIA: IL NUOVO DECRETO DEL GOVERNO
APERTE SOLO LE ATTIVITÀ DIPRODUZIONE DI GENERI ALIMENTARI, FARMACI E SERVIZI ESSENZIALI |GARANTITA LA VENDITA DI BENI E SERVIZI CON SUPERMERCATI, BANCHE EPOSTe
Di Massimo Sbardella
Coronavirus, chiuse le fabbriche intutta Italia: il nuovo decreto del Governo
Per arginare il Coronavirus chiuse intutta Italia le fabbriche, escluse quelle alimentari, farmaceutiche eper le produzioni ed i servizi strategici. Lo stesso per gli uffici,anche quelli pubblici, la cui attività sarà ridotta al minimoindispensabile.
In una diretta streaming in tardaserata (sabato) il presidente del Consiglio Giuseppe Conte haannunciato le nuove misure, con questa ulteriore stretta. Che vannonella direzione dei provvedimenti già decisi nelle regioni del NordItalia più colpite dal Covid-19. Con la chiusura di fabbriche,uffici pubblici, il divieto di attività sportive anche individuali.Provvedimenti invocati anche da molti sindaci in più parti d'Italia.
Uno stop che varrà fino al 3 aprile.
"La crisi più difficile dal secondodopoguerra"
"E' la crisi più difficile chel'Italia è chiamata ad affrontare dal secondo dopoguerra", lapremessa del presidente del Consiglio.
Rispettare tutte le regole, l'invitodi Conte, perché avranno effetti nel futuro. Un grande sacrificio,restare a casa. Ma "un sacrificio minimo" rispetto a quantistanno lavorando "compiendo ogni giorno un atto di granderesponsabilità nei confronti della nazione".
Il confronto con le parti sociali
Una stretta senza precedenti nellastoria dell'Italia repubblicana, concordata nel confronto che si ètenuto nel tardo pomeriggio in teleconferenza con le parti sociali. Isindacati hanno chiesto la chiusura totale. Le associazioni datorialihanno posto la necessità di garantire liquidità alle imprese,soprattutto a quelle di piccole dimensioni.
La sicurezza dei lavoratori
I sindacati invocavano da giorni lostop ai cantieri non indispensabili ed alle attività produttive nonessenziali in questo drammatico momento per il Paese.
Impossibile, in molte attività,garantire la sicurezza dei dipendenti. Nei luoghi di lavoro, dove èdifficile mantenere la distanza minima di sicurezza. Ma anche neitrasporti utilizzati per recarsi al lavoro.
E poi scarseggiano i presidiindividuali di sicurezza, a cominciare dalle mascherine.
Le attività essenziali di produzioneche resteranno aperte
Saranno assicurate le attività chegarantiscono gli approvvigionamenti di generi alimentari e beni diprima necessità, farmaci, dispositivi medici e presidi per lasicurezza personale. E poi i servizi in rete e le telecomunicazioni.
Supermercati aperti senza riduzioni
Continueranno a rimanere aperti tutti isupermercati ed i negozi di prima necessità. Non sono previste, haspiegato il presidente del Consiglio, riduzioni di aperture e diorari.
Coronavirus, spesa al supermercato insicurezza: le regole da seguire
Restano aperti anche i tabaccai,ma senza servizi di ricevitoria. Aperte le edicole e garantital'erogazione dei carburanti nei distributori.
Aperti anche i negozi con prodottiper animali.
Domenica quasi tutti i supermercatichiusi nella provincia di Perugia: ecco chi resterà aperto e chi no
"Non accalcatevi a fare acquisti"la raccomandazione di Conte.
Banche e Poste
Saranno assicurati anche i trasporti, iservizi bancari, finanziari, assicurativi e postali. Nonostante larichiesta dei sindacati della chiusura totale. Poste e Abi hannocomunque concordato con i sindacati una riduzione dei servizi asportello che saranno garantiti.
Continueranno naturalmente a restareaperte farmacie e parafarmacie.
Le misure, nel dettaglio, sono statepoi declinate dal premier insieme ai ministri direttamente coinvolti.Con la definizione delle filiere ritenute essenziali.
"Rallentiamo il motore produttivo delPaese - ha detto Conte - ma non lo fermiamo".
La cassa integrazione
Con il decreto "cura Italia" èstata già prevista la cassa integrazione per i dipendenti (anche perle imprese che ne contano solo uno) che hanno momentaneamente persoil lavoro a causa dell'emergenza Coronavirus.
"Il Governo interverrà con misurestraordinarie che ci consentiranno di ripartire come prima" hadetto Conte. Perché se è vero che l'emergenza sanitaria stadiventando anche un'emergenza economica, occorre salvaguardare "ilbene più importante: la vita".
Scuole e negozi
Il 25 marzo sarebbe dovuto scadere iltermine dello stop agli esercizi commerciali inizialmente fissato.Sarà prorogata anche la sospensione delle lezioni scolastiche euniversitarie, che era stata fissata al 3 aprile.
L'emergenza, in Italia come nel restodel mondo, durerà più a lungo di quando fosse stato previsto quandosi è scatenata nel Nord Italia.

22 marzo - domenica

AGRIGENTOGGI

CORONAVIRUS, COSÌ NON È CAMBIATONIENTE
Di Domenico Vecchio
L'ultimo provvedimento del Governonon era proprio diretto al Sud, e più specificatamente alla nostraprovincia. Da noi, infatti, le attività produttive sono ben poche. Ea parte quelle legate all'agricoltura e alla pesca, le altre,ovvero quelle del turismo, della cultura, dello spettacolo e delterziario, sono ferme già da un paio di settimane.
Agrigento, infatti, è una città chevive soprattutto del settore impiegatizio oltre che di turismo e dicultura. E stranamente l'aspetto degli uffici non viene ancoratoccato. L'abbiamo scritto nei giorni scorsi, far spostare ognigiorno diverse centinaia di persone per andare negli uffici pubbliciin un momento di fermo totale, dovrebbe essere ripensato.
Alcuni hanno attivato l'home working,altri sono stati messi in ferie forzate.
Altri a momenti potrebbero perdere illavoro o andare in Cassa integrazione se la situazione dovessecontinuare. E i tempi non sono proprio brevissimi. Non ci vuole moltoa capire che la diffusione del Virus non accenna a fermarsi al Nord,al Centro e al Sud. I numeri sono diversi, ma l'evoluzionecontinua. Questo può significare solo che o non riusciamo adattenerci alle prescrizione delle autorità sanitarie o del Governo,oppure che queste non sono sufficientemente efficaci. E allora?
Allora bisogna aumentare ancora di piùle prescrizioni.
Intanto bisogna adottare delleprescrizioni più dure e quarantene per chi scende dal Nord e chefinora è risultata essere la fonte primaria della diffusione dellamalattia al Sud. Controlli, quarantene per loro e per i lorocongiunti, ferie forzate e sanzioni pesanti per chi le viola. Poibisogna spingere la gente a fare acquisti per telefono o online peravere tutto a casa senza uscire. E dopo aver chiuso scuole, teatri,negozi, alberghi e B&B, abbiamo anche il coraggio di chiudere gliuffici che non sono assolutamente necessari per la sopravvivenza.Altrimenti, se c'è ancora gente per le strade, il virus continueràa diffondersi.

23 marzo - lunedì

SCRIVOLIBERO

Agrigento, Emergenza Coronavirus:Restano Invariati I Contagi In Città
By Redazione Scrivo Libero
Ad Agrigento fino alla giornata di ierinessun caso di nuova positività al Coronavirus. A comunicarlo èstato il Sindaco della città dei templi, Lillo Firetto.
Nonostante le pochenotizie circa la ripartizione nei comuni dei casi positivi affidatiai dati ufficiali della Regione Siciliana, è stato direttamente ilprimo cittadino su Facebook a informare la cittadinanza circa lasituazione in città.
In tutto sarebbero -secondo i dati aggiornati a ieri, 16 marzo - 254 le persone inquarantena fiduciaria; due, invece, i casi di positivitàriscontrata.

AGRIGENTONOTIZIE

Cronaca
CORONAVIRUS,VIETATI GLI SPOSTAMENTI DA UN COMUNE ALL'ALTRO ED ECCO COSA CHIUDE ECOSA RESTA APERTO
LA STRETTA ÈSTATA ANNUNCIATA SABATO SERA: DA LUNEDÌ MATTINA CHIUSURA DI TUTTE LEATTIVITÀ PRODUTTIVE NON ESSENZIALI, PER IL MOMENTO FINO AL 3 APRILE.SUPERMERCATI, BENZINAI, TABACCAI, EDICOLE APERTI
Redazione
Dopo lo stop alleattività non essenziali per il Paese annunciato dal presidente delConsiglio, Giuseppe Conte, arriva una nuova limitazione per evitarela diffusione del Covid-19. Vietati gli spostamenti da un Comuneall'altro. Proibito, ad esempio, raggiungere le case di villeggiaturaa pochi chilometri dalla residenza abituale ma formalmente in altroterritorio. Un'ordinanza adottata congiuntamente dal ministro dellaSalute e dal ministro dell'Interno dispone che "da oggi è fattodivieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi conmezzi di trasporto pubblici o privati in Comune diverso da quello incui si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, diassoluta urgenza ovvero per motivi di salute". Il provvedimentorimarrà efficace fino all'entrata in vigore di un nuovo decreto delpresidente del Consiglio dei ministri.
In alcune realtàaumentano i contagi. In molte altre si sono registrati molti arriviavvenuti nelle scorse settimane: prevalentemente cittadini che hannolasciato senza le opportune attenzioni le ex zone rosse.
Da stamattinachiusura di tutte le attività produttive non essenziali, per ilmomento fino al 3 aprile.
Coronavirus, checosa chiude e che cosa resta aperto
Il presidente delConsiglio Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm che dispone nuove misurerestrittive per l'emergenza Coronavirus. "Le imprese le cuiattività sono sospese per effetto del presente decreto completano leattività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020,compresa la spedizione della merce in giacenza". E' quanto silegge nel Dpcm che dispone nuove misure restrittive. Le attivitàche, con il provvedimento, vengono sospese, "possono comunqueproseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile",si legge ancora nel testo.
La validità deiDpcm e delle ordinanze finora emanate viene uniformata al 3 aprile."Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del23/3/20 e sono efficaci fino al 3/4/20. Le stesse si applicano,cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente delConsiglio 11/3/20 nonché a quelle previste dall'ordinanza delministro della Salute del 20/3/20 i cui termini di efficacia, giàfissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020",si legge nel testo.
E' di 80 vocil'elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte dopo lanuova stretta per contenere l'epidemia del Coronavirus. L'allegato alDpcm precisa che continueranno a essere consentita anche attivitàlegate alle famiglie, dalle colf e badanti conviventi ai portieri neicondomini. Resteranno in funzione l'intera filiera alimentare perbevande e cibo, quella dei farmaci e dei dispositivi medico-sanitarie della farmaceutica e, tra i servizi, i call center. La lista potràessere aggiornata con decreto del Mise sentito il Mef.
Supermercati aperti,senza restrizioni d'orario calate dall'alto. Benzinai aperti.Rimangono aperte edicole e tabaccai, oltre ai servizi d'informazione.Restano operative anche l'industria delle bevande, le industriealimentari, la filiera agro-alimentare e zootecnica, l'industriatessile ma solo legata strettamente agli indumenti di lavoro (esclusol'abbigliamento), e poi anche determinate attività legateall'idraulica, all'installazione di impianti elettrici e diriscaldamento. Non si fermano ovviamente le attività di raccolta,trattamento e smaltimento dei rifiuti, né la pulizia e il lavaggiodelle aree pubbliche. Con molte limitazioni già presenti nellescorse settimane operative le attività bancarie e postali (corrierioperativi). Restano aperti gli studi di avvocati, notai,commercialisti, ingegneri, architetti.
Non si ferma iltrasporto ferroviario di merci, il trasporto terrestre di passeggeriin aree urbane e suburbane e ovviamente nemmeno il trasporto di mercisu strada.
Le imprese hannotempo fino al 25 marzo per sospendere completamente l'attività.
"La sospensioneannunciata dal presidente Conte delle attività produttive nonessenziali fino al 3 aprile è un sacrificio necessario persconfiggere il Covid-19 e salvare vite umane. Sosterremo i lavoratorie le imprese per far ripartire il Paese. Uniti ce la faremo". E'quanto scrive su Twitter il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri.

Domenica 22 marzo 2020

Giornale di Sicilia


Canicattì, parla l'ex vice presidente
Tre Sorgenti a rischio
Cilia: «Il consorzio non deve fallire»

CANICATTÌ
«Resistere, anche legalmente, per evitare il fallimento del Consorzio acquedottistico Tre Sorgenti». Lo sostiene l'ex consigliere comunale di Canicattì, Gino Cilia, che del consorzio è stato, negli anni, vice presidente del Consiglio di amministrazione e conosce benissimo il valore di questo ente, di cui fanno parte, oltre al Comune capofila di Canicattì, anche altri seimunicipi della zona e cioè: Ravanusa, Campobello di Licata, Licata, Palma di Montechiaro, Grotte e Racalmuto. Nei giorni scorsi, infatti, si è insediato il commissario ad acta, il dottor Salvatore Lanza, funzionario del dipartimento Acque e rifiuti della Regione siciliana, con il compito di sostituirsi al Cda per la consegna delle reti idriche al gestore unico provinciale, cioè Girgenti acque. «Faccio appello al sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura -dice Cilia -di farsi promotore di una iniziativa che possa evitare che il commissario regionale porti a compimento l'opera di consegna delle reti e degli impianti. Che significherebbe far chiudere il Consorzio. Sarebbe auspicabile - aggiunge l'exvice presidente-che il sindaco della città che detiene la maggiore quota azionaria, si attivi assieme al segretario -direttore generale del Comune, quello stesso Giovanni Panepinto che da deputato regionale ed ex sindaco di Bivona, si è sempre battuto per l'acqua pubblica, per impugnare il commissariamento e chiedere alla Regione di fermare questo processo che porterà al fallimento del consorzio». Durante il suo insediamento, avvenuto nei giorni scorsi, il commissario Lanza, ha fatto rilevare che: «visto il quadro normativo oggi vigente in tema di gestione del servizio idrico integrato, il ConsorzioTre Sorgenti adoggi continua a gestire un segmento del servizio in violazione del quadro normativo vigente ed in particolar modo del principio della gestione unica d'ambito». Tesi seccamente smentita da Cilia. «Il Consorzio è abilitato alla gestione del servizio idrico in virtù della stessa legge regionale che ha permesso a molti Comuni agrigentini di mantenere la gstione in house. Quegli stessi Comuni, definiti "Ribelli" che non hanno mai consegnato le reti all'Ato ed a Girgenti acque. In atto ci sono contenziosi giudiziari tra il Tre Sorgenti e Girgenti acque -conclude Cilia - che risulta debitrice nei confronti del consorzio per svariati milioni di euro. E con questa operazione il gestore provinciale la farebbe franca». (*PA -PI*)

Dal colle agli ipogei, un mondo da scoprire
È stato presentato con il sistema della conference call, nell'ambito del IX Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali, uno studio sulla porzione superiore della propaggine orientale del colle di Agrigento, dal titolo: «Contributo alla conoscenza dei sistemi di approvvigionamento idrico presenti nell'area dell'ex Ospedale Psichiatrico di Agrigento». Si tratta di un convegno che si sarebbe dovuto svolgere a Palermo, presso il museo di Geologia «Gemmellaro», ma a causa delle restrizioni coronavirus si è tenuto in forma telematica nella giornata di ieri.
Lo studio è stato presentato dal geologo Giuseppe Lombardo ed è stato realizzato dai geologi dell'associazione «Agrigento Sotterranea», con la collaborazione del «Gruppo Speleologico Kamicos» e di Legambiente Sicilia - come Ente Gestore della Riserva Naturale «Grotta di Sant'Angelo Muxaro». L'argomento di ricerca riguarda l'area dell'ex Ospedale Psichiatrico di Agrigento, imponente struttura realizzata a partire dagli anni venti dello scorso secolo. Il complesso edilizio occupa una vasta area della propaggine orientale del tessuto urbano della città di Agrigento. In tale area sono presenti delle interessanti testimonianze di evidenti canali superficiali scavati nella calcarenite pleistocenica, disposti secondo un andamento regolare, che confluiscono all'interno di cisterne sotterranee, anch'esse scavate all'interno dell'ammasso calcarenitico. Scopo di tali strutture superficiali era quello di captare le acque di ruscellamento in concomitanza di eventi meteorici e canalizzare tali deflussi all'interno di strutture di accumulo, quali appunto le cisterne sotterranee. Lo studio ha contribuito ad arricchire il già vasto patrimonio ipogeo presente in tutto il colle agrigentino, sino alle sue propaggini più meridionali, e ha valorizzato ulteriormente tale ricchezza, che può costituire un importante tassello nell'offerta turistica di Agrigento, cosi
come già fatto da numerose altre città, basti solo citare, ad esempio, le realtà di Napoli Sotterranea e Roma Sotterranea.
E quella degli ipogei è una delle ultime scoperte che il genio civile vuole valorizzare e sfruttare anche dal punto di vista turistico. È stato infatti istituito un tavolo tecnico per lo studio, la messa in sicurezza e la valorizzazione della rete ipogeica che attraversa il sottosuolo.
Ma cosa sono gli ipogei?
Sono dei cunicoli sotto l'antica Akragas, scavati, secondo Diodoro Siculo, dagli schiavi cartaginesi catturati dagli Acragantini dopo la battaglia di Imera del 480 a.C., per raccogliere le acque piovane filtrate in profondità e creare, quindi, una rete idrica sotterranea che potesse soddisfare le necessità della città. Nel tempo, tali ipogei, il cui sviluppo altimetricamente segue il contatto tra il letto delle calcareniti superficiali e il tetto della prima intercalazione argillosa, hanno assunto la funzione di raccogliere le acque meteoriche filtrate in profondità (acque sotterranee) convogliandole verso valle. La loro funzione, dunque, era quella di raccogliere le acque sotterranee; quasi tutti hanno la forma di un parallelepipedo alto in media un metro e 85 centimetri e largo 80 centimetri. Il buio vi regna sovrano, il silenzio è rotto dal dolce tintinnio di gocce che trasudano dalle pareti e dalle volte o talora dal battito d'ali di qualche pipistrello. Gli ipogei sono tutti scavati nel tufo arenario che caratterizza il sottosuolo agrigentino e non sempre è possibile visitarli per tutta la loro estensione, perché frane naturali o provocate dall'uomo, ne ostruiscono il passaggio. Certe volte invece, è possibile arrivare fino alla fine dei cunicoli. Non tutti gli ipogei di Agrigento appartengono alla stessa epoca; quelli del Santuario Rupestre di Demetra, per esempio, sono molto più antichi e risalirebbero al VII secolo a.C. ad un periodo cioè anteriore addirittura alla fondazione della città. Studiosi, come Marconi e Cultrera, ritengono che essi siano stati scavati, per rifornire di acqua le vasche del Santuario, destinate a cerimonie di purificazione. È pensabile che anche in epoca romana si desse grande importanza alla realizzazione di ipogei, avendo essi mostrato grande validità nell'approvvigionamento di acqua. Dove si trovano? L'ipogeo degli Ulivi si trova in una piccola altura posta a circa 200 metri a nord-ovest dell'attuale Posto di Ristoro. Si entra da un'imboccatura piuttosto agevole che immette in un corridoio tortuoso e stretto. L'altezza media dei cunicoli è di 1,65 metri, la larghezza di 72 centimetri. Ipogeo degli Archi: si trova nella zona nord di Villaseta, nella ex proprietà Sciascia-Lumia e rifornisce di acqua abbondante un giardino di agrumi. L'ingresso custodito da una grata in ferro, immette in due vasche di notevoli proporzioni che raccolgono l'acqua. Ipogeo dei Rovi: si trova nella Kolyimbetra, in direzione del tempio di Vulcano. A circa 2 metri dell'ingresso l'ipogeo si biforca. Mediamente i cunicoli sono alti 1,68 metro e larghi 80 centimetri. Ipogeo Giacatello: tra i più conosciuti, si trova in contrada Giacatello e lo si raggiunge per un viottolo che si apre a lato della statale che conduce a San Nicola. Ipogeo del Purgatorio o Labirinto: l'ingresso principale si trova accanto alla chiesa del purgatorio, nella centrale via Atenea. Senz'altro è il più grande ed anomalo ipogeo di Agrigento, che verosimilmente dovette servire agli Akragantini per più scopi. Ogni stanza, per lo più quadrilunga, comunica irregolarmente con altre tre o quattro, e queste con altre ed ognuna è centro a molte che la circondano. Ciascuna più o meno è alta da due in tre metri, larga da quattro sino a sei. (* PAPI*)

Lunedì

Giornale di Sicilia

Si appesantisce il bilancio: dodici le vittime In Sicilia altri quattro morti e due di loro sono di Sciacca
Aumentano anche i contagi: rispetto al giorno prima crescita quasi raddoppiata

Sciacca. L'ospedale Giovanni Paolo II, dove ieri è morto un paziente ricoverato da oltre un mese
Focolaio in una residenza sanitaria a Villafrati
Andrea D'Orazio
Aumenta di quasi il doppio, in Sicilia, la crescita epidemica del Coronavirus, con 138 nuovi ammalati rispetto ai 78 in più confermati tra venerdì e sabato scorso, ma cresce anche il numero dei deceduti, con altri quattro casi registrati nelle ultime ore che portano a 12 il totale delle vittime. Sabato notte sono morti un 84enne ricoverato all'ospedale Garibaldi di Catania e una donna di 86 anni in degenza all'Umberto I di Enna. Risalgono a ieri, invece, gli altri due decessi: un 88enne ricoverato da oltre un mese al Giovanni Paolo II di Sciacca, trovato positivo alCovid-19 dopo il contagio di un dottore in servizio nel reparto Medicina dello stesso nosocomio, e un altro saccense, di 77 anni, morto in terapia intensiva al Gravina di Caltagirone. Tutti e quattro i pazienti erano affetti da gravi patologie pregresse. Nel bollettino regionale dell'emergenza, diffuso nel primo pomeriggio di ieri, risultano ancora otto persone decedute mentre balza da 458 a 596 il totale degli ammalati: 225 in provincia di Catania, 108 a Messina, 81 a Palermo, 48 a Siracusa, 39 ad Agrigento, 32 a Trapani, 29 a Enna, 26 a Caltanissetta e otto a Ragusa. Tra i pazienti, 275 sono ancora ricoverati di cui 55 in terapia intensiva: 106 a Catania, 57 a Messina, 37 a Palermo, 21 a Siracusa, 19 a Enna, 15 a Caltanissetta, 13 a Trapani, sei a Ragusa e uno ad Agrigento, mentre in 321 si trovano in isolamento domiciliare, 26 persone sono ormai guarite ed è salito a 630 il numero di tamponi risultati positivi dall'inizio dei controlli nell'Isola. A parte l'area del Ragusano, la nuova impennata di infezioni, collegata secondo l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, «al rientro dei fuori sede dal Nord Italia ma anche all'aumento dei test virologici effettuati», non ha dunque risparmiato nessuna delle province siciliane, a cominciare dall'Agrigentino, con la situazione dell'ospedale di Sciacca che resta critica, non solo per i 18 contagi registrati all'interno della struttura, ma adesso anche per un nuovo caso, questa volta all'interno del punto nascite, chiuso per sanificazione. A preoccupare è anche il Messinese, in particolare la città dello Stretto, dove sono saliti a 22 gli anziani contagiati nella casa di riposo in cui, giorni fa, era risultata positiva al virus una 90enne, mentre dopo i casi del Centro Neurolesi un'altra infezione si è registrata alla clinica ortopedica Cristo Re. Ieri sera, sempre a Messina, il presidente della Regione Nello Musumeci ha incontrato in prefettura il sindaco De Luca, le forze dell'ordine e le aziende sanitarie peloritane per fare il punto sul piano straordinario creato ad hoc per l'area, che prevede oltre 110 posti di terapia intensiva distribuiti su vari presidi ospedalieri. Poco prima, il presidente dell'Ordine dei medici di Messina, Giacomo Caudo, riferendosi probabilmente ai colleghi risultati positivi al virus dopo una vacanza in Trentino, annunciava massima intransigenza «nei confronti degli iscritti coinvolti nelle presunte vicende legate a ipotetici focolai di Coronavirus o in merito al mancato rispetto di norme, anche deontologiche, in occasione dell'emergenza », ma accertando le responsabilità «prima di infliggere qualunque tipo di sanzione». Sul fronte sanitario, mentre all'ospedale di Siracusa i reparti di cardiologia e terapia intensiva sono tornati operativi dopo gli interventi di sanificazione realizzati a seguito del contagio accertato su un dipendente, il Nursind Sicilia, sindacato delle professioni infermieristiche, per bocca del segretario regionale, Claudio Trovato, ha chiesto alla Regione di «requisire le strutture alberghiere per far riposare gli operatori, in modo da ridurre il rischio contagi per i loro familiari». Anche il sindaco
di Pozzallo, Roberto Ammatuna, con una lettera rivolta alla Protezione civile nazionale e regionale, chiede di poter utilizzare le strutture alberghiere della zona, ma stavolta come luogo di quarantena domiciliare per i circa 400 concittadini rientrati dall'estero o da altre regioni d'Italia, anche perché «un luogo comune destinato all'isolamento di queste persone garantirebbe certamente un controllo più semplice alle forze dell'ordine».
Non si ferma, infine, la gara di solidarietà per fronteggiare l'emergenza. Enzo Rosso, patron del marchio di moda Diesel, ha avviato una raccolta fondi per l'ospedale di Enna, città d'origine della sua compagna, così come il Santabarbara Hospital di Gela, ma stavolta in favore del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele, per acquistare due ventilatori polmonari necessari ai pazienti più gravi, mentre la Dusty, azienda che opera nel settore dei rifiuti, ha donato quattro macchinari per la terapia intensiva al Garibaldi di Catania. (*ADO- PID- RISE*) Hanno collaborato Pinella Drago e Rita Serra

Il prefetto Dario Caputo: «Bisogna stare a casa»
Controlli, scattano altre sei denunce

Continuano ad arrivare segnalazioni in merito alla circolazione impropria di persone. Bisogna stare a casa, assolutamente è prioritario». A lanciare, il nuovo - ennesimo - appello, ieri mattina, durante la video-conferenza stampa, è stato il prefetto di Agrigento Dario Caputo. «C'è anche una nuova disposizione, a livello nazionale, per quanto riguarda la limitazione agli spostamenti per andare nelle proprie residenze secondarie: in campagna o al mare. Questo non si può fare, non solo nel week end ma anche nelle altre giornate. Bisogna stare a casa. Bisogna stare a casa»- ha ripetuto il prefetto - . Un comportamento che, per taluni agrigentini, continua ad essere difficile da accettare e da mettere in pratica. Ma è, appunto, fondamentale in questo momento d'emergenza sanitaria mondiale. E' fondamentale e serve a tentare di contenere i contagi da Coronavirus. Le forze dell'ordine - polizia, carabinieri, agenti della Municipale e Guardia di finanza - intanto, anche ieri, hanno proseguito l'opera di prevenzione e repressione. Ieri, però, a dire il vero, un po' tutte le città - a partire dal capoluogo - erano veramente deserte. I poliziotti della sezione Volanti della Questura hanno denunciato un extracomunitario che in via Dinocolo ha creato un po' di subbuglio. Era ubriaco fradicio e percorrendo la strada, gridando e blaterando, andava sbattendo, di fatto, contro le auto posteggiate sul ciglio della strada. È stato bloccato, identificato e deferito, alla Procura della Repubblica di Agrigento, per inosservanza ai provvedimenti d'autorità. Gli è stata contestata anche l'ubriachezza molesta e per 48 ore gli è stato fatto un provvedimento di non ritorno in quell'area del centro storico di Agrigento. A Licata, invece,  i poliziotti - in una sola giornata - hanno denunciato ben cinque cittadini: erano tutti in giro per le vie del centro quasi come se nulla fosse. Hanno provato a spiegare e a giustificarsi, anche accampando scuse inverosimili. Non è però servito  a nulla visto che sono stati denunciati alla Procura di Agrigento, il cui procuratore capo Luigi Patronaggio, nei giorni scorsi, aveva inviato i suoi sostituti, per questi casi, a richieste di decreto penale di condanna. (*CR*)

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