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Coronavirus: Sicilia prima in Italia per ricorso allo smart working
di Redazione
La Sicilia è la prima regione in Italia per numero di lavoratori operativi in regime di smart working.
Lo annuncia l'assessore regionale alla Funzione Pubblica Bernardette Grasso, a seguito delle rilevazioni del Ministero della Pubblica Amministrazione nelle Regioni a seguito dell'emergenza covid-19.
"Fin dall'inizio dell'emergenza coronavirus, il Governo Musumeci ha compiuto uno sforzo deciso per mettere in campo lo smart working negli uffici. Abbiamo subito varato ben tre specifiche direttive per garantire la sicurezza del personale, contenere il contagio e riorganizzare il lavoro da casa, vigilando sui Dipartimenti e prevedendo specifica valutazione dei comportamenti di dirigenti e lavoratori. Oggi arrivano i numeri del Ministero della Pubblica Amministrazione a certificare il valore dei risultati da noi raggiunti: la Sicilia è infatti la prima Regione in Italia per numero di dipendenti collocati in regime di lavoro agile".
"Questo dato - prosegue Grasso - premia la buona volontà di tutta la macchina burocratica isolana e ci motiva ad andare ancora avanti su questa direzione. Ben 7800 unità di personale svolto e svolgono la loro funzione per via telematica - prosegue Grasso - il dato assoluto più alto d'Italia, mentre occorre precisare che la percentuale complessiva dell'Isola si attesta sul 60 per cento per l'incidenza sul dato di lavoratori come custodi dei musei e forestali, non ricompresi nello smart working. L'impegno del Governo Musumeci ha portato buoni frutti, spronandoci a mettere in programma nuovi investimenti sulla modernizzazione per via digitale della Pubblica amministrazione, uno dei punti del nostro programma", conclude l'assessore alla Funzione Pubblica.
Gds
Manutenzione delle scuole ad Agrigento, affidati i lavori
Sono stati appaltati alla ditta Ciselt group Srl con sede a Mascalucia, nel Catanese, i lavori di manutenzione ordinaria degli edifici scolastici di competenza del Libero Consorzio di Agrigento.
Come spiega Paolo Picone in un articolo sul Giornale di Sicilia in edicola, la gara è stata gestita integralmente sulla piattaforma telematica del Libero consorzio con il criterio di aggiudicazione del minor prezzo. Mentre i lavori dovranno essere effettuati in 365 giorni consecutivi e continui dalla data di consegna.
Trasporti, cosa cambierà nella fase 2: ecco le nuove regole per l'uso dei mezzi pubblici
Al centro del dibattito sulla fase 2 della lotta al coronavirus ci sono i trasporti. Resteranno in una prima fase le limitazioni per i viaggi fuori dalle regioni ma, spiegano gli scienziati, potrà muoversi chi vive al confine. Una bozza di documento del ministero individua nuove regole per bus, metro, treni, aerei, con misurazione della temperatura nelle stazioni.
Per evitare ore di punta ci saranno tariffe differenziate nelle diverse fasce e poi biglietti elettronici, percorsi a senso unico in entrata e uscita, posti distanziati e sistemi conta persone. Non solo: si userà la mascherina, spiega l'Inail, sui bus, come nei luoghi di lavoro. La Camera anticipa le scelte del governo e impone a deputati, premier e ministri di indossarla nelle aule parlamentari. E' difficile che l'obbligo sia imposto anche a chi cammina per strada, ma la fase della "convivenza" con il virus sarà segnata dall'uso di guanti, mascherine, disinfettanti per le mani: l'approvvigionamento sarà un punto di tenuta cruciale della ripartenza.
Nella bozza è anche contenuto il decalogo sul trasporto pubblico. Tra le avvertenze non salire sugli autobus o in metro con raffreddore forte o febbre, non avvicinarsi al conducente, proteggersi naso e bocca con una mascherina, anche di stoffa.
IL DECALOGO PER GLI UTENTI. Non usare il trasporto pubblico se si hanno sintomi di infezioni respiratorie acute (febbre, tosse, raffreddore); limitarsi agli spostamenti necessari come quelli per lavoro; prediligere mezzi alternativi come camminare o andare in bici; acquistare, ove possibile, i biglietti in formato elettronico, online o tramite app; durante il viaggio igienizzare le mani ed evitare di toccarsi il viso; seguire segnaletica e percorsi indicati nelle stazioni o alle fermate, mantenendo sempre la distanza di almeno un metro dalle altre persone; usare correttamente le porte per la salita e la discesa; sedersi solo nei posti consentiti mantenendo il distanziamento; evitare di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente; indossare una mascherina, anche di stoffa, per la protezione del naso e della bocca.
TRENI E STAZIONI. Disporre sanificazione periodica e nelle stazioni, nelle biglietterie e a bordo dispenser per l'igiene delle mani; garantire almeno un metro nei posti a bordo, anche con posti alternati; separazione delle porte di entrata e di uscita; misurazione della febbre nelle stazioni; percorsi a senso unico e distanze anche sulle scale mobili; sospendere la ristorazione a bordo e limitare le sale d'attesa.
AUTOBUS E METRO. Installare dispenser per igiene delle mani sugli autobus, prevedere biglietti elettronici; inibire l'uso della porta anteriore a tutela dell'autista o mettere barriere che lo separino dagli utenti. Vanno previsti percorsi a senso unico nelle stazioni e distanziamento alle fermate, separazione di entrata e uscita. L'uso dei posti a sedere va disciplinato garantendo il distanziamento anche con l'utilizzo di chiara segnaletica, la capienza massima va limitata. Guanti e mascherine sono previste per i controllori, possono non indossarla gli autisti di metropolitana se sono soli in cabina.
Come sarà la fase 2: le date delle riaperture, obbligo di mascherine pure per la visita ai parenti
Come sarà la fase 2? Quando potrà ripartire ogni attività? Il passaggio dal lockdown alle misure soft prende forma e dal 4 maggio arriveranno le nuove regole per gli italiani: 2,7 milioni di persone torneranno al lavoro e ci sarà una maggiore facilità per tutti di uscire da casa e muoversi, anche fuori dal proprio Comune.
Ma il 4 maggio non riapriranno tutte le attività, un confronto è in corso soprattutto per ristoranti e bar, che potrebbero tornare al lavoro il 18 maggio, per i negozi si ipotizza il riavvio l'11, mentre ci sarà una ulteriore riflessione, come ha detto ieri sera il premier Conte durante la videoconferenza Stato-Regioni, per le aperture anticipate al 27 aprile. Più cautela per cultura e turismo: partiranno con più lentezza e regole stringenti.
Il quadro si definirà meglio entro il weekend. Ma quasi certamente dovrebbe esserci il via libera al jogging da soli lontano da casa, alla possibilità di andare a trovare i parenti o andare alle seconde case anche se con l'obbligo delle mascherine. Da verificare - ma appare quasi certo - che resteranno più restrizioni per alcune "aree rosse", visto che anche gli esperti suggeriscono di condizionare le aperture alla tenuta della sanità nei singoli territori.
Videoconferenza Stato-Regioni
COSA RIPARTIRÀ DAL 4 MAGGIO. A ripartire per prime (in Sicilia appare ormai certo) saranno le aziende del settore manifatturiero e della filiera agroindustriale. Ma anche il commercio all'ingrosso, sempre che all'interno si possano rispettare i protocolli di sicurezza.
COSA PUÒ RIAPRIRE IL 27 APRILE. La Task force guidata da Vittorio Colao ha proposto di anticipare a lunedì prossimo la riapertura per tutte le aziende in grado di garantire fin da subito il rispetto dei protocolli di sicurezza. E su questi il governo sta facendo una riflessione. In ogni caso sarà obbligatorio rispettare le distanze, mentre ai lavoratori dovranno essere forniti dispositivi di protezione individuale. Bisognerà anche sanificare gli ambienti e prevedere una turnazione scaglionata per evitare assembramenti sui mezzi di trasporto. Probabilmente ci sarà un'accelerazione per i cantieri edili: soprattutto quelli delle grandi opere, che in alcuni casi sono già ripartiti.
Coronavirus, verso il sì agli spostamenti dopo il 4 maggio ma solo in Regione: "Non è liberi tutti"
NEGOZI. I negozi potrebbero riaprire l'11 maggio. Ma oltre agli ingressi scaglionati, si sta valutando di organizzare aperture in orari differenziati imponendo a tutti l'uso obbligatorio delle mascherine. I negozi di abbigliamento dovranno necessariamente disinfettare i camerini e gli abiti utilizzati dopo una prova.
BAR E RISTORANTI. Un confronto ci sarà la prossima settimana, ma al momento per bar e ristoranti non c'è uana data certa per la ripartenza anche se si ipotizza possa essere il 18 maggio. Per adesso dunque dovranno continuare a dedicarsi alle consegne a domicilio, anche dal 4 maggio.
CENTRI BENESSERE, PARRUCCHIERI E ESTETISTI. Per queste categoria, difficilmente la data di ripartenza sarà il 4 maggio, anche se ancora non sono state formulate ipotesi per una riapertura. In Sicilia però è in corso la dura protesta dei titolari delle attività. I barbieri, per esempio, hanno annunciato che è loro intenzione tornare al lavoro il 4 maggio, a qualunque costo.
PASSEGGIATE E SPORT ALL'ARIA APERTA. Con buona certezza, dal 4 maggio si potrà tornare a uscire, anche se sarà obbligatorio l'uso di una mascherina. Si dovrà però farlo da soli, con le uniche eccezioni rappresentate dai figli minori e i conviventi. Via libera anche agli spostamenti da un comune all'altro ma nell'ambito regionale e allo sport all'aria aperta anche lontano da casa.
TRASPORTI. Intanto si cerca di scaglionare i turni di lavoro così da evitare gli orari di punta. Di certo su treni, bus, tram e metro si dovrà viaggiare solo seduti e ben distanziati, dunque la capienza massima dei mezzi sarà inferiore rispetto al passato. Si dovrà inoltre prevedere un distanziamento anche per le fermate. Distanziamento, percorsi separati per ingresso e uscita dai mezzi pubblici e anche dalle stazioni, con la creazione di percorsi "a senso unico", dispenser con igienizzanti, ma anche l'eliminazione il più possibile dei biglietti cartacei sostituiti da quelli elettronici.
VIAGGI. Ci si potrà spostare nell'ambito della propria regione, mentre per varcare i confini regionali molto probabilmente si prenderà una decisione successivamente. Dunque, anche per i viaggi in aereo ci saranno limitazioni: per esempio dovrebbero essere permessi solo quelli legati a esigenze lavorative o familiari.
SMART WORKING. Il ministro della P.a, Fabiana Dadone, ha convocato le diverse sigle sindacali per discutere di come strutturare lo smart working una volta che si uscirà dalla fase acuta dell'emergenza Coronavirus. Se a partire dal 4 maggio ci sarà una riapertura per imprese e commercio "la pubblica amministrazione invece continuerà a garantire i servizi a distanza: possiamo tentare di concepire una fase intermedia di leggera ripartenza con la presenza, ma sempre con turnazioni all'interno degli uffici, distanze e appuntamenti prenotati", ha detto il ministro.
Giornale di Sicilia
Stop a sette canali di Telegram che violano il diritto d'autore online.
Michele Cassano
ROMA
L'Agcom mette un freno alla diffusione di copie pirata dei quotidiani sulla piattaforma di messaggistica istantanea, che, in seguito all'apertura di una istruttoria, ha deciso di adeguarsi, sia pure parzialmente, alle indicazioni dell'Autorità. Si scrive così un capitolo importante di una vicenda da tempo portata all'attenzione pubblica dalla Federazione degli editori, che esprime soddisfazione per la decisione ma chiede una modifica normativa che consenta di ampliare i poteri dell'Autorità. La Fieg aveva chiesto, in particolare, la rimozione di tutte le edizioni digitali di testate pubblicate su Telegram, nonché di sospendere l'accesso all'intera piattaforma. Una richiesta, quest'ultima, che Agcom spiega però di non poter attuare. L'Autorità ribadisce «il proprio forte e fattivo impegno a difesa della proprietà intellettuale, che ha dato luogo all'adozione del regolamento per la tutela del diritto d'autore online», ma sottolinea che i suoi interventi devono svolgersi nei limiti di tale regolamento. Provvedimenti autoritativi - spiega - possono essere adottati solo nei confronti di soggetti compresi nel perimetro dei propri poteri e, quando la violazione avviene sui canali di un sito ubicato fuori dal territorio nazionale, come nel caso di Telegram, l'Autorità non può che rivolgersi ai provider italiani che forniscono l'accesso a internet, ordinando eventualmente la disabilitazione dell'accesso all'intero sito, sulla base di criteri di proporzionalità. «Allo stato attuale della legislazione un provvedimento di blocco indiscriminato - precisa Agcom - appare sprovvisto del necessario requisito ». P r legittimare un intervento diretto, sarebbe, secondo l'Autorità, necessaria una modifica della normativa che consentisse di considerare stabiliti in Italia gli operatori che offrono tali servizi, in modo da poter adottare ordini di rimozione selettivi dei contenuti caricati in violazione del diritto d'autore. L'Autorità, in applicazione del regolamento sul copyright, ha deciso, inoltre, di trasmettere gli atti alla magistratura, per consentirle di perseguire penalmente tutti gli autori delle violazioni. Agcom coinvolgerà anche la Polizia postale e la Guardia di finanza affinché perseguano gli utenti che caricano e condividono sulla piattaforma le copie dei giornali. «Esprimo soddisfazione per la chiusura di 7 degli 8 canali segnalati dagli editori e ribadisco la necessità di proseguire con queste azioni di contrasto», afferma il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, ricordando che negli ultimi due anni, gli iscritti ai canali Telegram esclusivamente dedicati alla distribuzione illecita di quotidiani e periodici sono triplicati, dai circa 180mila rilevati a fine 2018 ai 600mila di oggi. «Occorre subito una modifica della normativa - aggiunge - che attribuisca all'Autorità specifici poteri di intervento su Telegram e per questo lanciamo un appello al governo e al Parlamento affinché diano risposte urgenti all'intera filiera della editoria».
Alessandro Sgherri
Sospesi in 15 a Catanzaro: c'era chi strisciava il badge dei colleghi coperto dall'ombrello
Furbetti del cartellino all'Asp e in ospedale
CATANZARO
C'era chi se ne andava a fare la spesa, chi usciva per sbrigare le proprie faccende e chi, addirittura, andava a giocare ai videopoker in un vicino negozio. Ormai era diventata una prassi per un gran numero di dipendenti amministrativi dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro e dell'Azienda ospedaliera «Pugliese- Ciaccio» del capoluogo calabrese, truffare la propria amministrazione assentandosi arbitrariamente dal lavoro. Un comportamento reso possibile anche da chi era preposto al controllo ed era perfettamente a conoscenza di ciò che avveniva, tanto che uno di loro, per strisciare il badge anche dei colleghi, si nascondeva sotto un ombrello aperto all'interno dei locali dove è sistemata la macchinetta sospettando la presenza di videocamere nascoste. Sospetto più che fondato, visto che in effetti c'erano perché installate dai finanzieri del Nucleo di polizia economico- finanziaria che, diretti dal pm Domenico Assumma, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore Nicola Gratteri, hanno scoperto gli ennesimi furbetti del cartellino e ieri mattina hanno notificato provvedimenti del gip di interdizione dall'esercizio di un pubblico servizio, con durate variabili tra 3 mesi ed 1 anno, a un dirigente e sei dipendenti dell'Asp e a otto lavoratori dell'ospedale. I finanzieri hanno anche notificato a loro e ad altri 42 dipendenti delle due aziende l'avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura. L'inchiesta, denominata «Cartellino rosso», ha consentito di portare alla luce oltre 2.100 episodi di assenteismo, di ingiustificato allontanamento dal luogo di lavoro e di falsa attestazione della presenza, per un totale di circa 1.800 ore di servizio non effettuate. Nei confronti di 18 indagati - i 15 sospesi, altri due ex dipendenti dell'Azienda ospedaliera e un ex dirigente dell'Asp tutti ora in quiescenza - è stato anche disposto il sequestro delle somme di denaro corrispondenti agli stipendi illecitamente guadagnati durante i periodi di indebita assenza, per un importo totale di circa 20.000 euro. In molti casi, gli indagati si allontanavano dall'ufficio senza alcuna valida ragione. In altri casi, invece, alcuni, anche di rango dirigenziale, consegnavano il badge a colleghi o dipendenti compiacenti, affinché lo utilizzassero al loro posto per far rilevare falsamente la presenza e creando una situazione di sistematico e reiterato assenteismo. Una situazione che ha portato il gip, nel suo provvedimento, a stigmatizzare in modo particolare proprio le condotte di chi avrebbe dovuto adoperarsi per reprimere il fenomeno con la conseguenza di consentire che l'assenteismo diventasse «sistema collettivo, nel quale tutti si beano di un'imperante e generalizzata sensazione d'impunità proprio perché tutti complici, controllori e controllati ». Gli indagati - accusati di truffa ai danni di un ente pubblico e di fraudolenta attestazione della presenza in servizio - adesso rischiano il licenziamento disciplinare senza preavviso.
Libero Consorzio, cantonieri al lavoro
Cadute di alberi e piccole frane
Interventi sulle provinciali
Proseguono gli interventi del Libero consorzio sulle strade provinciali a causa del maltempo che si è registrato nelle scorse giornate. Il vento ha provocato la caduta di un grosso albero lungo la carreggiata della strada provinciale 54 Sciacca-Monte Kronio al km 2, prontamente segnalato dal Capo Cantoniere Giuseppe Prestia in servizio sul posto con il cantoniere Vincenzo Muscarnera. Le notevoli dimensioni dell'arbusto hanno richiesto anche l'intervenuto della Polizia Municipale di Sciacca e di una squadra dei Vigili del Fuoco per rimuovere il tronco. Un altro intervento è stato effettuato dal capo cantoniere Vincenzo Dainotto e dal cantoniere Domenico Vella sulla strada provinciale 10 Campobello di Licata - Fiume Salso dove si è verificato un leggero cedimento del manto stradale in tratto che ne riduce la transitabilità. Sul posto sono stati collocati prontamente i segnali di pericolo. Nei prossimi giorni saranno valutati i possibili interventi dal personale tecnico dell'Ente. Tutto il personale del settore Infrastrutture Stradali prosegue il controllo giornaliero dell'intera rete delle strade di competenza del Libero consorzio he è lunga oltre 1.200 chilometri. (*PAPI*)
Siciliareporter
Agrigento, la Protezione Civile consegna altri beni di prima necessità ai comuni di Canicattì e Ioppolo Giancaxio
RedazioneSiciliaReporter
Continua il sostegno del Libero Consorzio di Agrigento alle famiglie in difficoltà economica in seguito all'emergenza Covid-19.
Lo staff della Protezione Civile ha infatti consegnato un carico di generi alimentari a lunga conservazione ai sindaci dei comuni di Canicattì e Ioppolo Giancaxio. Ad informare di tale iniziativa è l'assessore con delega alla Protezione Civile, Rosa Maria Corbo. Le derrate alimentari sono destinate alle famiglie in difficoltà economica a causa dell'emergenza Covid-19.
Si tratta dei beni donati sabato scorso dalla Fondazione "Agireinsieme" al Gruppo di Protezione Civile, che si è subito attivato per consegnarli ai sindaci che ne avevano fatto richiesta.
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento, nel proseguire in questa attività di solidarietà concreta alle famiglie bisognose, confida nella generosità di quanti sono in grado di contribuire ad alleviare le sofferenze di quanti sono stati colpiti da questa emergenza, mettendosi a disposizione per la ricezione e la consegna, sempre esclusivamente tramite i Centri operativi Comunali dei comuni che ne hanno fatto o ne faranno richiesta.
Oltre a beni non deperibili ci sono anche verdure fresche. "Grazie agli interventi dei tanti benefattori - dichiara l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di Canicattì, Antonio Giardina - continuiamo la nostra missione di essere al fianco dei meno fortunati".
Scrivolibero
Nuovi interventi sulle strade provinciali del settore Infrastrutture Stradali a Sciacca e Campobello di Licata - ScrivoLibero.it
Diversi interventi sulle strade provinciali sono stati effettuati questa mattina dal personale stradale del Libero Consorzio Comunale di Agrigento a causa del maltempo che si è registrato nelle scorse giornate. Il vento ha provocato la caduta di un grosso albero lungo la carreggiata della S.P. n. 54 Sciacca-Monte Kronio al km 2, prontamente segnalato dal Capo Cantoniere Giuseppe Prestia in servizio sul posto con il cantoniere Vincenzo Muscarnera.
Le notevole dimensioni dell'arbusto hanno richiesto anche l'intervenuto della Polizia Municipale di Sciacca e di una squadra dei Vigili del Fuoco per rimuovere il tronco. Si tratta di un albero che si trova fuori dal tratto stradale che ha fortemente limitato il transito lungo la Provinciale.
Un altro intervento è stato effettuato dal capo Cantoniere Vincenzo Dainotto e dal Cantoniere Domenico Vella sulla SP n. 10 Campobello di Licata - Fiume Salso dove si è verificato un leggero cedimento del manto stradale in tratto che ne riduce la transitabilità. Sul posto sono stati collocati prontamente i segnali di pericolo. Nei prossimi giorni saranno valutati i possibili interventi dal personale tecnico dell'Ente.
Tutto il personale del settore Infrastrutture Stradali, nonostante l'emergenza Covid 19, prosegue il controllo giornaliero dell'intera rete delle strade di competenza del Libero Consorzio che è lunga oltre 1.200 km. Gli automobilisti che utilizzano le strade provinciali, ex consortili ed ex regionali, per necessità o negli altri casi previsti per l'emergenza Covid-19, sono invitati alla massima prudenza rispettando rigorosamente i limiti di velocità segnalati lungo i tracciati.
LIVESICILIA
CORONAVIRUS
Covid-19 e smart working
La Sicilia prima regione in
Italia
Bernardette Grasso: "Il primato per numero di dipendenti
collocati in regime di lavoro agile"
PALERMO - "Fin dall'inizio dell'emergenza coronavirus, il governo
regionale guidato da Nello Musumeci ha compiuto uno sforzo deciso per mettere
in campo lo smart working negli uffici. Abbiamo subito varato ben tre
specifiche direttive per garantire la sicurezza del personale, contenere il
contagio e riorganizzare il lavoro da casa, vigilando sui Dipartimenti e
prevedendo specifica valutazione dei comportamenti di dirigenti e lavoratori.
Oggi arrivano i numeri del ministero della Pubblica Amministrazione a certificare
il valore dei risultati da noi raggiunti: la Sicilia è infatti la prima Regione
in Italia per numero di dipendenti collocati in regime di lavoro agile".
Lo afferma l'assessore regionale alla Funzione Pubblica della Regione Siciliana
Bernardette Grasso, a seguito delle rilevazioni del ministero della Pubblica
Amministrazione nell'ambito del monitoraggio sullo smart working nelle Regioni
a seguito dell'emergenza covid-19. "Questo dato - prosegue Grasso - premia
la buona volontà di tutta la macchina burocratica isolana e ci motiva ad andare
ancora avanti su questa direzione. Ben 7800 unità di personale svolto e
svolgono la loro funzione per via telematica - prosegue Grasso - il dato
assoluto più alto d'Italia, mentre occorre precisare che la percentuale
complessiva dell'Isola si attesta sul 60 per cento per l'incidenza sul dato di
lavoratori come custodi dei musei e forestali, non ricompresi nello smart
working". "L'impegno del governo Musumeci ha portato buoni frutti,
spronandoci a mettere in programma nuovi investimenti sulla modernizzazione per
via digitale della Pubblica amministrazione, uno dei punti del nostro
programma", conclude l'assessore alla Funzione Pubblica.
LA MANOVRA
FINANZIARIA, CRITICHE DAI
SINDACATI
"NON CI SONO RISORSE PER
LA SANITÀ"
Preoccupazione delle sigle
sindacali per il testo in discussione in Commissione Bilancio all'Ars
"Sembra impossibile, considerando il particolare momento storico,
ma è così: la Finanziaria 2020 attualmente in discussione in Commissione
Bilancio all'Ars non contiene, nel suo impianto di base, norme in favore di
tutti i lavoratori della Sanità pubblica, privata e di Seus 118. Lavoratori
che, in questa pandemia di Covid-19, sono ogni giorno in trincea a difesa della
salute pubblica, esponendosi in prima persona al contagio, mettendo anche a
rischio i propri cari". La critica al disegno di legge arriva dalle
federazioni regionali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, che lanciano
un appello al governo regionale e all'Ars: "Abbiamo apprezzato lo sforzo
fatto per i Comuni dell'isola, il cui fondo è stato incrementato di ben 100
milioni di euro, adesso bisogna pensare alla Sanità, sull'esempio di quanto già
fatto in altre regioni d'Italia, come Toscana, Lazio ed Emilia Romagna che hanno
incrementato le risorse stanziate da Roma con il decreto Cura Italia attingendo
a fondi propri ed extraregionali".
"Non importa da dove saranno reperite le somme necessarie -
dicono i segretari generali Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango - ma
è assolutamente opportuno prevedere un congruo stanziamento aggiuntivo.
Un'ipotesi possibile potrebbe essere quella di utilizzare risorse
extraregionali: i fondi europei, per esempio, che, grazie alle deroghe della
Commissione Ue per la grave situazione, possono essere utilizzati anche per
finanziare spese correnti in favore di cittadini e imprese".
"E se fa piacere constatare che, grazie all'impegno delle
organizzazioni sindacali e alla sensibilità della Commissione Salute, è stato
approvato almeno un emendamento che prevede interventi a favore del personale
del Sistema sanitario regionale impegnato per Covid-19 - concludono i
sindacalisti - dispiace sottolineare che si tratta di un testo che non solo
necessita di modifiche per non incorrere, una volta approvato, nel rischio di
un'impugnativa, ma che da solo non è nemmeno sufficiente. Bisogna pensare,
infatti, non solo ai lavoratori dalla sanità pubblica, ma anche della sanità
privata (ognuno per la sua parte, ovviamente) e agli operatori di Seus 118, quotidianamente
in prima linea nella lotta al coronavirus".
Preoccupazione anche dal sindacato Csa-Cisal: "Il sistema
sanitario siciliano, nel suo complesso, sta affrontando sforzi enormi per
sostenere la lotta contro la pandemia ed è impensabile che nella Finanziaria in
discussione all'Ars non siano previste somme adeguate per sostenere lavoratrici
e lavoratori. Chiediamo alle forze politiche una precisa assunzione di
responsabilità: bisogna trovare subito somme adeguate per tutelare la salute
dei siciliani attraverso il sostegno al sistema sanitario in tutte le sue
forme. Per questo servono stanziamenti specifici anche per la Seus 118 ma anche
per quelle partecipate, come la Sas, che prestano servizio presso le Asp della
nostra Isola", dice Giuseppe Badagliacca del Csa-Cisal.
ARS
FINANZIARIA, VOTO IN
COMMISSIONE
SÌ AI FONDI PER LE FAMIGLIE
Il Bilancio dà il via libera
alle somme per l'emergenza alimentare
PALERMO - "La Commissione Bilancio dell'Assemblea Regionale ha
approvato l'emendamento che mira a
sbloccare la situazione di stallo che si è creata per l'utilizzo dei fondi
regionali destinati all'emergenza alimentare in Sicilia". Questo quanto si
legge in una nota della Lega. "Con la norma proposta - afferma Marianna
Caronia della Lega, promotrice dell'iniziativa - si potrà derogare alle norme
per le modifiche dei bilanci dei Comuni, e sarà sufficiente un provvedimento di
Giunta comunale per rendere disponibili le somme e poter quindi avviare la
distribuzione alle famiglie." "Finalmente - aggiunge la parlamentare - con
un atto di buon senso si va verso lo sblocco di una situazione che da
settimane, come aveva sottolineato anche l'ANCI, ha reso impossibile l'utilizzo
di somme che sono invece urgentissime per far fronte all'emergenza sociale che
si è creata per il Covid-19. Appena la norma sarà operativa, i Comuni potranno
finalmente avviare i bandi ed assegnare i contributi alle famiglie; contributi,
è bene ricordarlo, destinati a bisogni primari, al cibo, ai medicinali,
prodotti per l'igiene e per l'infanzia."
"Mi auguro che presto il Comune sia messo in condizione di poter
utilizzare i soldi promessi dalla Regione per far fronte all'emergenza
economica ed alimentare che ha colpito migliaia di famiglie. Sono grato alla
Commissione Bilancio dell'ARS e ai promotori dell'iniziativa che sembra
finalmente sbloccare queste somme di cui tanti cittadini hanno bisogno. Con un
sistema ormai rodato, che ci permette di verificare centinaia di pratiche al
giorno per rispondere alla necessità dei cittadini, non appena avremo la
disponibilità dei fondi regionali ci attiveremo perché diventino strumento per
dare servizi e beni ai cittadini". Lo dichiara l'assessore alla
Cittadinanza solidale del comune di Palermo Giuseppe Mattina.
LA SICILIA
CORONAVIRUS, IN SICILIA CONTAGI
E MORTALITÀ TRA I PIÙ BASSI D'ITALIA
L'analisi dell'ufficio
statistica del Comune di Palermo
Coronavirus, in Sicilia contagi
e mortalità tra i più bassi d'Italia
Palermo «Dal confronto con i dati relativi alle altre regioni e
province autonome emerge per la Sicilia e, in generale, per le regioni del
Mezzogiorno un impatto più contenuto del coronavirus».
A dirlo è il responsabile dell'ufficio statistica del Comune di
Palermo, Girolamo D'Anneo. Dall'analisi dei dati territoriali relativi al
Covid-19 e aggiornati a ieri, infatti, emerge che la Sicilia è, in rapporto
alla popolazione residente, la seconda regione con il minor numero di tamponi
positivi: 58 ogni 100mila abitanti. Meglio fa solo la Calabria (54,8), mentre
il dato medio nazionale è pari a 311 positivi ogni 100mila abitanti e nelle
regioni più colpite si superano i 500 positivi ogni 100mila abitanti: Valle
d'Aosta 873,9; Lombardia 684,9; Provincia autonoma di Trento 672,3.
Ma l'Isola è anche la seconda regione con il minor numero di deceduti:
4,2 ogni 100mila abitanti (meglio ancora una volta la Calabria, con 3,9). In
questo caso il dato medio nazionale è pari a 41,6 vittime ogni 100mila abitanti
e in Lombardia e Valle d'Aosta si superano i 100 morti ogni 100mila abitanti:
rispettivamente 126,3 e 101,4. Il tasso di letalità (deceduti per 100 positivi)
della Sicilia è pari a 7,2, valore che pone l'isola dietro all'Umbria (4,5), al
Lazio (6,2), al Molise (6,7), alla Basilicata (6,8) e al Veneto (7,1).La media
nazionale è pari a 13,4 e i valori più elevati si registrano in Lombardia
(18,4), Liguria (14,8) e Marche (14,3). La Sicilia è, invece, agli ultimi posti
nell'indicatore guariti/dimessi per 100 positivi: 13,5, seguita soltanto da
Puglia (13,2) e Abruzzo (12,8).
LE VACANZE ALL'ITALIANA
POTREBBERO COMPENSARE IL CROLLO DI STRANIERI: E LA SICILIA È AL TOP
di Cinzia Conti
ndagine di Demoskopika: dal
turismo nazionale un tesoretto da 21 miliardi
ROMA - Il premier Giuseppe Conte ha annunciato nella cabina di regia
di ieri sera la campagna Viaggio in Italia che il governo lancerà in vista
della prossima estate. Se non la soluzione alla drammatica crisi che attanaglia
il turismo italiano, fatto a pezzi dal lockdown e dalla pandemia, potrebbe
essere almeno una boccata d'ossigeno per imprese e operatori. Almeno stando
all'indagine di Demoskopika che calcola che il turismo «nazionale» potrebbe
generare un tesoretto da 21 miliardi di euro.
Sarebbero, infatti, rilevanti le cifre del mercato autoctono: ben 278
milioni di presenze. Le vacanze all'italiana potrebbero compensare almeno del
30% il probabile crollo dei turisti stranieri nel nostro Paese (nel 2019 hanno
superato quota 216 milioni di presenze) con punte del 67% in Puglia con 2,3
milioni di presenze, del 65,7% in Emilia-Romagna con 7,1 milioni di presenze e
del 63,5% in Umbria con 326 mila presenze. Alcune regioni potrebbero
addirittura superare la soglia massima di compensazione come Molise, Abruzzo,
Basilicata, Piemonte e Marche.
«Se non si getta un sasso nello stagno, l'acqua non fa i cerchi.
Finito il lockdown formale - spiega il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio
- bisognerà fare i conti con il lockdown psicologico, con la paura dei cittadini
di spostarsi. In questa direzione, risulta necessario che ciascun sistema
regionale si attivi per ripensare l'offerta turistica in totale sicurezza,
concentrando l'attenzione prioritariamente su tre differenti tipologie di
turisti italiani: gli identitari, cioè i turisti italiani che trascorrono le
vacanze nella regione di residenza; gli esterofili, cioè turisti italiani
residenti in una determinata regione che ogni anno scelgono l'estero quale meta
vacanziera; e, infine, i nazionalisti, cluster che rappresenta i turisti
italiani residenti in una determinata regione che scelgono di trascorrere le
vacanze in Italia ma fuori dai confini del loro territorio regionale di
residenza».
Ogni anno - secondo Demoskopika - sono circa 85 milioni i flussi degli
arrivi turistici movimentati dagli italiani: 21,1 milioni sono coloro i quali
prediligono le vacanze all'estero, 49,2 milioni restano in Italia ma non nella
loro regione di residenza e, infine, 14,6 milioni ama trascorrere le vacanze
nel territorio dove vive.
Complice la bellezza della regione e soprattutto delle spiagge, la
Sicilia, con il 40,59%, presenta il più elevato livello di «appartenenza
turistica": su un totale di 3,2 milioni di arrivi generati dai turisti
autoctoni mediamente in un anno, ben 1,3 milioni (identitari) si sono
«consumati» in territorio siciliano. A seguire, con tassi rilevanti, anche la
Sardegna e la Campania rispettivamente con il 29,06% e il 26,63%. Appartenenza
più che significativa anche per Lombardia (21,37%), Puglia (20,51%) e Veneto (19,91%).
A registrare un tasso di appartenenza intermedia cinque sistemi turistici
regionali: Piemonte (18,20%), Calabria (18,18%), Toscana (16,72%),
Emilia-Romagna (15,75%) e Lazio (14,28%). In un livello minore rientrano Friuli
Venezia Giulia (10,93% ), Abruzzo (9,25%), Marche (8,61%) e Trentino-Alto Adige
(5,94%). In coda, con valori bassi del tasso di appartenenza turistica la
Basilicata (5,41%), la Liguria (5,30%), il Molise (4,87%), l'Umbria (3,61%). A
chiudere la classifica del tasso di appartenenza turistica regionale è, infine,
la Valle d'Aosta i cui circa 11 mila turisti identitari pesano soltanto per
l'1,27% sul totale dell'universo dei viaggiatori valdostani.
DAL 27 APRILE UN ASSAGGIO DI
FASE 2: LE PRIME REGOLE PER LA RIPARTENZA
di Serenella Mattera
Al via edilizia, manifattura e
attività commerciali dedicate, ma potrebbe essere allargato il ventaglio di
imprese
Edilizia, manifattura e attività commerciali dedicate: anche
gli scienziati danno il disco verde alla ripartenza di questi settori, quelli a
più basso rischio tra quelli ancora chiusi. E aprono il varco alla possibilità
che il governo decida per un'apertura anticipata al 27 aprile di un ventaglio
più ampio di imprese, rispetto a quelle finora ipotizzate. Il premier Giuseppe
Conte deciderà entro il weekend, in una nuova girandola di contatti con gli
enti locali e gli esperti del comitato tecnico scientifico e della task force
di Vittorio Colao. I sindacati, che lavorano con il governo per aggiornare i
protocolli di sicurezza sul lavoro, frenano. Ma al contrario le Regioni, a
partire dal Dem Stefano Bonaccini e Confindustria, premono per riaccendere il
motore. Conte si riserva una scelta nelle prossime ore, fermo restando l'inizio
della «fase 2» il 4 maggio.
«Noi siamo pronti e Colao è d'accordo con noi», insiste il presidente
del Veneto Luca Zaia. Si vanno definendo intanto nuovi dettagli su come sarà la
«fase 2», a partire dal cruciale snodo dei trasporti. Resteranno in una prima
fase le limitazioni per i viaggi fuori dalle regioni ma, spiegano gli
scienziati, potrà muoversi chi vive al confine. Una bozza di documento del
ministero individua nuove regole per bus, metro, treni, aerei, con misurazione
della temperatura nelle stazioni. Per evitare ore di punta ci saranno tariffe
differenziate nelle diverse fasce e poi biglietti elettronici, percorsi a senso
unico in entrata e uscita, posti distanziati e sistemi conta persone. Non
solo:si userà la mascherina, spiega l'Inail, sui bus, come nei luoghi di
lavoro.