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Rassegna stampa del 26 maggio 2020

Giornale di Sicilia

Controlli della capitaneria di porto, il reato contestato è la violazione dei sigilli
A spasso sulla Scala dei Turchi
In nove sono stati denunciati
Incuranti dei cartelli hanno oltrepassato gli steccati e si sono esibiti in pose fotografiche. Spiragli per una riapertura parziale
Concetta Rizzo
Sulla Scala dei Turchi, anche per un servizio fotografico, quasi come se nulla fosse. Fregandosene, di fatto, dei cartelli bilingue che impongono il divieto d'accesso e dell'allert lanciato, immediatamente prima dell'inizio del week end, dalla Capitaneria di porto. Nove le persone che sono state denunciate, alla Procura della Repubblica di Agrigento, per violazione dei sigilli. Perché la scogliera di marna bianca è sequestrata - il provvedimento venne firmato dal procuratore Luigi Patronaggio - dallo scorso 27 febbraio. Provvedimento che venne convalidato, nei giorni immediatamente successivi, dal giudice per le indagini preliminari e che è stato confermato, negli ultimissimi giorni, dal tribunale del Riesame. Con l'avvio della «fase 2», e dunque con l'allentamento delle misure per contenere il Coronavirus, la Capitaneria di porto aveva preannunciato, provando di fatto a sensibilizzare anche i più audaci, che tornava la vigilanza attiva. Così è stato durante l'ultimissimo fine settimana. Perché la Scala dei Turchi è stata sequestrata anche per il concreto pericolo alla pubblica incolumità, visto i numerosi crolli che hanno interessato la scogliera negli ultimi mesi. Speravano, verosimilmente, nella collaborazione dei bagnanti e dei visitatori, tanto i militari della Guardia costiera quanto le guardie del corpo Forestale del distaccamento di Agrigento. Si sono dovuti però ricredere proprio durante il fine settimana. Tanto sabato, quanto domenica, s'è registrata un'affluenza consistente di visitatori lungo la spiaggia che conduce alla marna bianca. Nonostante la presenza dei cartelli monitori, che indicano appunto il divieto di ingresso alla famosa scogliera, gli agenti hanno accertato la presenza sulla marna bianca di più persone. Tutte sono state identificate e denunciate, nonostante i tentativi - anche maldestri - di spiegazione e giustificazione, alla Procura di Agrigento. Il reato - perché di reato si parla - conte - stato è: violazione dei sigilli. Nove le persone fermate dalla pattuglia della Guardia costiera, mentre altri sono stati identificati dagli agenti del corpo Forestale. Addirittura quattro persone - fra cui due minorenni - sono stati sorpresi ad effettuare un servizio fotografico in spregio ai divieti imposti a seguito dell'applicazione della misura cautelare. Sequestro che venne, appunto, firmato anche per ragioni di tutela della pubblica incolumità. «La possibilità di ripristino della fruizione in condizioni di sicurezza -è tornato, ieri, a spiegare il comandante della Guardia costiera: il capitano di fregata Gennaro Fusco -è allo studio di un tavolo tecnico che coinvolge le diverse amministrazioni ». Proprio questa settimana potrebbe essere quella decisiva. L'area demaniale della Scala dei Turchi verrà delimitata e si pensa anche ad ingressi contingentati. Attorno ad un tavolo -questa settimana - si siederanno la Procura, la Guardia costiera e la Regione. Un faccia a faccia che servirà per gettare le basi per la fruibilità della scogliera di marna bianca. «Ci sarà dapprima la delimitazione dal punto di vista demaniale e poi la progettazione, da parte degli enti preposti, per ridare nuova linfa a questo patrimonio collettivo » - aveva già confermato il comandante della Capitaneria di porto, il capitano di fregata Gennaro Fusco - . Intanto però la vigilanza dinamica proseguirà e pizzicherà, come dimostrano i fatti dell'ult imo week end, anche i «temerari». Tanto da mare quanto da terra, Guardia costiera, corpo Forestale, polizia municipale e polizia provinciale hanno ingaggiato una nuova «guerra » contro chi non rispetta i divieti. (*CR*)

Siciliaonpress

Agrigento, Genio Civile: dopo lo stop covid ripartono i cantieri 

Il Genio Civile di Agrigento annuncia la ripartenza di una serie di cantieri, dopo il fermo dovuto alla pandemia da COVID-19, che ha messo in ginocchio l'economia del Paese.
"Non ci siamo mai fermati, afferma il Capo del Genio Civile Rino La Mendola; anzi abbiamo capitalizzato, nel migliore dei modi, la pausa determinata dall'epidemia per svolgere tutte quelle attività amministrative, propedeutiche all'esecuzione di una serie di attività che partiranno entro il mese di maggio".  In particolare, Venerdì prossimo, con la sottoscrizione dei primi sei contratti con altrettanti liberi professionisti, sarà avviata una campagna senza precedenti, finalizzata alla verifica dello stato di conservazione e di efficienza strutturale di ben 156 ponti ricadenti sulle strade provinciali. I sei incarichi riguardano i primi 52 ponti ricadenti sulle strade provinciali che attraversano il territorio di 17 Comuni della Provincia (Agrigento, Alessandria della Rocca, Aragona, Calamonaci, Caltabellotta, Campobello di Licata, Casteltermini,  Lucca Sicula, Naro, Raffadali, Ravanusa, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, San Stefano Quisquina, San Biagio Platani, Sciacca e  Villafranca Sicula). I professionisti incaricati dovranno completare le ispezioni entro 45 giorni dalla firma del contratto, raccogliendo le informazioni che saranno successivamente utilizzate dalla Regione per programmare i lavori da eseguire per  mettere in sicurezza la rete stradale provinciale.
Altri lavori, in materia di infrastrutture, per i quali il Genio Civile ha già avviato le procedure, per un importo complessivo di circa 1.200.000, riguardano la segnaletica stradale orizzontale e verticale in diversi tratti  della rete stradale provinciale,  per un totale di 100 chilometri.
Infine, per chiudere il tema dell'infrastrutture, il Genio Civile ha approvato in tempi brevissimi il progetto strutturale esecutivo dei lavori di consolidamento dei piloni del secondo tratto del Ponte Morandi, che collega Agrigento con Porto Empedocle (Akragas I). Anche questo è un dato importante,  con la speranza che, alla velocità con cui il progetto esecutivo è stato esaminato ed approvato dal Genio Civile, corrisponda altrettanta velocità di ANAS nell'esecuzione dei lavori.
Per quanto riguarda le emergenze idrogeologiche,sono ben 13 gli interventi pronti a partire, entro il mese di giugno, per mitigare il rischio di esondazione dei corsi d'acqua che attraversano il territorio provinciale.
I lavori, che impegneranno risorse stanziate dal Governo  Musumeci, per un importo complessivo di circa 7 milioni e mezzo di euro, riguardano i seguenti corsi d'acqua: i torrenti Tina e Garella in territorio di Burgio; i torrenti Passo del Barbiere, Congeria e Scrudato in territorio di Cammarata; il Fiume Naro, in territorio di Agrigento, Canicattì, Favara e Naro; i torrenti Cantarella, Coda di Volpe, in territorio di Aragona e Grotte; i torrenti Della Palma, La Manca Safarella e Follina su territorio di Licata ed infine il Fiume Sosio Verdura, che interessa i Comuni di Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Ribera e  Villafranca Sicula, sino a raggiungere il confine con la provincia di Palermo, per uno sviluppo complessivo di circa 20 chilometri.
" Ho particolarmente apprezzato, conclude La Mendola, il contributo offerto in questo periodo dal personale dell'Ufficio, che ha sperimentato con successo un nuovo modo di lavorare, lo smart working, portando avanti proficuamente una serie di attività finalizzate a non interrompere i servizi all'utenza privata ed a  far ripartire una serie di cantieri, offrendo un notevole impulso al rilancio socio-economico di un territorio particolarmente colpito dalla crisi determinata dalla pandemia da COVID-19".
Nei prossimi giorni, ci saranno ulteriori novità sugli interventi inseriti dal Genio Civile di Agrigento sulla programmazione  triennale della Regione Siciliana; interventi che riguardano la città di Agrigento e diversi comuni della provincia.

Termolionline

Scuole e trasporti locali, erogazioni a cascata per Regioni, Province e Comuni
di Claudio de Luca

Scuole e trasporti locali, erogazioni a cascata per Regioni, Province e Comuni © Termolionline.it
TERMOLI. Nei giorni scorsi Termolionline ha fornito ai suoi lettori qualche anticipazione. In realtà la Conferenza unificata è andata ben oltre, ed ha lasciato piovere quasi due miliardi di euro di contributi sbloccati sugli enti locali. Nella sostanza il decreto Mit ha previsto l'erogazione (dal 2018 al 2033) di 380 milioni da destinare all'acquisto di autobus del trasporto pubblico locale e regionale.
I fondi possono essere trasferiti anche ai piccoli Comuni mentre alle Province andranno competenze di diversa taratura quali quelle per la manutenzione della rete viaria e delle scuole superiori. Agli enti locali minori vanno, invece, i 160 milioni della legge Realacci per fronteggiare l'emergenza economica e sanitaria causata dal Covid 19. Dal canto loro, le Province e le Città metropolitane incasseranno 1,3 miliardi di euro per strade e scuole di cui 455 per programmi straordinari di manutenzione della rete viaria e 855 per gli investimenti nelle Scuole superiori. Entro giugno verrà erogato il 50% delle risorse in acconto, e, segnatamente: 855 milioni per investimenti nelle scuole superiori. Per l'acquisto di nuovi bus si tratta di risorse immediatamente disponibili per 170 milioni da utilizzare entro il 2021 e di altri 130 da spendere entro il 2025.
Il decreto stabilisce una riserva pari alla quota del 5% delle risorse complessive per le Regioni cosiddette «a domanda debole» (Basilicata, Molise e Sardegna). Gli enti sovraordinati non dovranno stipulare alcuna convenzione con il Mit e potranno procedere all'acquisto dei bus di cui hanno necessità senza obbligo di cofinanziamento, scegliendo la tipologia di alimentazione che riterranno più opportuna, fatto salvo che si tratti di mezzi con emissione nei gas di scarico di classe più recente. Le spese potranno riguardare anche l'allestimento di protezioni e di predisposizioni utili a contrastare l'epidemia Covid 19. Inoltre, i nuovi bus consentiranno alle aziende di poter rispettare i criteri di sicurezza adottati.
L'Anci festeggia pure lo sblocco dei 160 milioni attribuiti ai Comuni dalla legge Realacci. L'annuncio dell'ok in Conferenza Stato-Città è arrivato dal Presidente Antonio Decaro e dal vice-Presidente vicario Roberto Pella. «Gli amministratori comunali hanno necessità di sostegno per far fronte all'emergenza che si è abbattuta su di loro. In effetti, con il 'lockdown', le entrate hanno subito una contrazione importante che obbliga all'immediatezza delle misure finanziarie ed alla loro spendibilità con 'itinera' veloci». Tra l'altro ai piccoli Comuni andranno 42 milioni per il rafforzamento della capacità amministrativa. Le risorse potranno essere utilizzate: 1) per potenziare la qualità dei servizi rivolti a cittadini ed imprese,
attraverso la riorganizzazione in chiave digitale; 2) per la gestione del personale e l'organizzazione delle strutture amministrative, con 'focus' sulle materie del bilancio, della contabilità, della gestione del personale e della riscossione dei tributi anche attraverso l'utilizzo di nuove piattaforme digitali; 3) per il potenziamento dello 'smart- working'; 4) per lo sviluppo delle competenze, dei modelli e dei 'format' per gli acquisti e gli appalti pubblici; 5) per lo sviluppo di modelli di gestione delle politiche territoriali per il miglioramento dell'efficienza organizzativa e dei processi amministrativi.
A seguito della periodica valutazione di ammissibilità delle domande di partecipazione inviate, i Comuni potranno accedere alla seconda fase dell'iniziativa, che prevede il supporto nella progettazione del proprio Piano di intervento a partire dai fabbisogni espressi e dai conseguenti ambiti di attività previsti che verranno realizzate da uno o più centri (di competenza nazionale) individuati. Saranno questi ultimi a provvedere alla rendicontazione al Dipartimento della Funzione pubblica delle attività realizzate che dovranno terminare entro e non oltre il 30 giugno 2023.
Claudio de Luca

Edilportale

Progettazione, a Province e Città metropolitane 17,4 milioni di euro
di Rossella Calabrese

Gli enti locali possono richiedere i fondi per i progetti di messa in sicurezza di edifici pubblici e scuole
25/05/2020 - Province e Città Metropolitane hanno tempo fino al 15 luglio per presentare la domanda di ammissione al Fondo Progettazione Enti Locali. Lo fa sapere, con un comunicato, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
I fondi ammontano complessivamente a 17.412.500 euro e sono quelli previsti per il 2020 dal DM 46 del 18 febbraio 2019. Per presentare le domande di ammissione al Fondo progettazione Enti locali, le Province e le Città Metropolitane, dal 16 maggio al 15 luglio 2020, possono accedere all'applicativo informatico predisposto da Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Gli Enti potranno utilizzare anche le economie eventualmente realizzate sulle progettazioni ammesse a cofinanziamento statale dal decreto direttoriale 14458 del 3 dicembre 2019, a valere sulle risorse stanziate per gli anni 2018 e 2019.
Il Fondo Progettazione Enti Locali, cos'è e come funziona
Il Fondo Progettazione Enti Locali è stato istituito dalla legge di Bilancio per il 2018 (Legge 205/2017) ed è destinato a cofinanziare la redazione dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e dei progetti definitivi degli Enti locali per la messa in sicurezza degli edifici e delle strutture pubbliche di esclusiva proprietà dell'ente e con destinazione d'uso pubblico, con priorità agli edifici e alle strutture scolastiche.
Per il funzionamento del Fondo sono stati previsti 30 milioni di euro all'anno dal 2018 al 2030, ma per la fase di prima applicazione sono stati resi disponibili i primi 90 milioni di euro, che copriranno la progettazione degli interventi dal 2018 al 2020.


Regione Siciliana - Sito Ufficiale

CORONAVIRUS - In Sicilia distribuiti oltre 18 milioni di dispositivi

Prosegue, di giorno in giorno, la distribuzione - da parte della Regione Siciliana - di dispositivi di protezione individuale e apparecchi sanitari. Dal primo marzo a ieri (24 maggio), sono stati consegnati - a strutture sanitarie, case di riposo per anziani, residenze sanitarie assistite, Comuni, Prefetture, Forze dell'Ordine, Esercito, ex Province, carceri, dipartimenti regionali, Confcommercio e Confesercenti - oltre 18 milioni e 350 mila pezzi.
In particolare, attraverso la Protezione civile della presidenza della Regione sono, stati distribuiti: oltre undici milioni e 600 mila mascherine (chirurgiche, ffp2, Ffp3 e M95); 4 milioni e mezzo di guanti; un milione e trecentomila dispositivi tra camici, calzari, tute e cuffie. Tra gli altri materiali distribuiti anche 153mila tra occhiali e visiere, oltre 588 mila tamponi e kit diagnostici e 60 mila apparecchi sanitari. I dpi e il materiale consegnato proviene da acquisti diretti della Regione e della Protezione civile nazionale, oltre che da donazioni di privati.


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