rainews24.it
Le nuove direttive per lo smart working P.A. Dadone: smart working anche oltre il 31 luglio
Una direttiva, o una circolare, per disciplinare il rientro dei dipendenti pubblici negli uffici. Posto che lo smart working resta la via ordinaria di lavoro e lo sarà, come già annunciato dalla ministra della P.A., Fabiana Dadone, oltre la data del 31 luglio, in modo da coprire tutto l'autunno. Il provvedimento ministeriale, da quanto si apprende, punta a regolare un ritorno in sicurezza e con gradualità. Il testo dovrebbe uscire tra fine giugno e inizio luglio. E recepirà quanto accordato tra ministero e sindacati. ''Siamo di fronte a una rivoluzione culturale, prima ancora che tecnologica, una rivoluzione che in definitiva deve tradursi in servizi migliori per i cittadini''. E' quanto afferma la ministra in un'intervista al magazine online dell'Eurispes, parlando dello smart working. In Italia è ''una realtà in grande progresso anche nel nostro paese, se ci riferiamo al settore privato''. ''Nel pubblico, la soglia al minimo di legge del 10% è rimasta una indicazione in larga parte disapplicata, complice anche un monitoraggio, diciamo così, distratto'', spiega Dadone. ''Abbiamo puntato subito sulla svolta tecnologica, sul potenziamento delle competenze digitali tra i dipendenti e poi, con la pandemia, siamo intervenuti sul lavoro agile ''d'emergenza'' che ha raggiunto percentuali altissime'', prosegue il ministro. ''Tuttavia, è da ottobre che ne parliamo. Adesso, anche in ragione di uno screening attento che abbiamo avviato, la sfida è quella di trasformarlo nel vero smart working, flessibile, basato su risultati e obiettivi''.
corrierecomunicazione.it
Un milione di smart workers nella PA, riflettori sul rinnovo del contratto.
La direttiva a cui sta lavorando la ministra Dadone prevede un massiccio ricorso al lavoro agile anche nel post-Covid 19. Diritto alla disconnessione al centro della trattativa tra Aran e sindacati
Un milione di dipendenti pubblici lavoreranno in smart working a partire dal 2021. Lo prevede, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la direttiva a cui sta lavorando la ministra della PA Fabiana Dadone in vista della fine della fase di emergenza il 31 luglio.Attualmente, secondo le rilevazioni di Palazzo Vidoni, lavorano da remoto 7 lavoratori su 10 con picchi del 90% in alcune funzioni di back office. Spetterà comunque alle singole amministrazioni decidere, una volta che le attività saranno tornate a regime, la quota di lavoratori "agili". Il tema sarà uno di quelli "caldi" al centro delle prossime trattative per il rinnovo del contratto del pubblico impiego tra Aran e sindacati.La posizione del sindacatoUn report della Cgil-Fondazione Di Vittorio rileva un alto rischio di burnout per gli smart workers anche legato alla mancanza di regole certe sulla disconnessione. Nel 37% dei casi il lavoro agile è stato attivato in modo concordato con il datore di lavoro; nel 36% dei casi in modo unilaterale dal datore di lavoro; nel 27% dei casi in modo negoziato attraverso l'intervento del sindacato."Gli strumenti che abbiamo sono il contratto collettivo nazionale e il contratto aziendale - ricorda il segretario generale della Cgil Maurizio Landini - Nei nuovi contratti vanno affrontate tutte le questioni e i problemi che sono emersi sull'applicazione dello smart working, dalla formazione al diritto di disconnessione. Prevedere pause, fare distinzioni tra lavorare il giorno e la notte, di sabato e festivi, sui mezzi da utilizzare, evitare le discriminazioni di genere: bisogna allargare la contrattazione e fare in modo che tutte le modalità di lavoro, compreso lo smart working, siano regolamentate".La sollecitazione del Garante Privacy. Proprio ieri, in occasione delle presentazione della Relazione Annuale, il Garante Privacy Antonello Soro, ha ribadito la necessità di garantire il diritto alla disconnessione."Il diffuso ricorso allo smart working, generalmente necessitato e improvvisato, ha catapultato una quota significativa della popolazione in una dimensione, delle cui implicazioni non sempre si ha piena consapevolezza e di cui va impedito ogni uso improprio - ha avvertito Soro - Infatti potendo favorire una nuova articolazione dei processi produttivi in grado di accrescere efficienza e flessibilità, lo smart working potrebbe ragionevolmente divenire una forma diffusa, effettivamente alternativa, di organizzazione del lavoro".Per questa ragione, ha sottolineato il presidente dell'Autorità Garante della Privacy, "andranno seriamente affrontati e risolti tutti i problemi emersi in questi mesi: dalle dotazioni strumentali alla garanzia di connettività, dalla sicurezza delle piattaforme alla effettività del diritto alla disconnessione, senza cui - ha osservato - si rischia di vanificare la necessaria distinzione tra spazi di vita privata e attività lavorativa, annullando così alcune tra le più antiche conquiste raggiunte per il lavoro tradizionale".Il ricorso intensivo allo smart working e alle nuove tecnologie per la prestazione lavorativa "non deve rappresentare l'occasione per il monitoraggio sistematico e ubiquitario del lavoratore - ha evidenziato- ma deve avvenire nel pieno rispetto delle garanzie sancite dallo Statuto dei lavoratori a tutela dell'autodeterminazione, che presuppone anzitutto un'adeguata formazione e informazione del lavoratore".In particolare, per il presidente dell'Autorità Garante della Privacy, "va inteso in modo rigoroso, come abbiamo ricordato anche in sede parlamentare, il vincolo finalistico all'attività lavorativa che, rispetto ai controlli mediante strumenti utilizzati per rendere la prestazione, legittima l'esenzione dalla procedura concertativa o autorizzativa".FORUM PA 6- 11 LUGLIO
Il digitale e il lavoro: da pericolo a risorsa
Risorse Umane/Organizzazione
Scopri FORUM PA 2020Dunque, ha concluso Soro, per garantire che le nuove tecnologie rappresentino un fattore di progresso e non di regressione sociale, valorizzando anziché comprimendo le libertà affermate sul terreno lavoristico, è indispensabile garantirne la sostenibilità sotto il profilo democratico e la conformità ad alcuni irrinunciabili principi".La proposta del ministro Giuseppe ProvenzanoNelle scorse settimane è intervenuto nel dibattito anche il ministro per il Sud e la Coesione. "Dobbiamo pensare a un nuovo Statuto dei lavoratori, un codice del lavoro molto semplificato che estenda tutele ai lavoratori che oggi non ne hanno - ha spiegato Provenzano - C'è anche il tema di come regolare lo smart working, il diritto alla disconnessione e la conciliazione dei tempi di vita".Già nella legge 81 del 2017 si parla di diritto alla disconnessione, rimandando però agli accordi individuali o collettivi in azienda l'adozione di "misure tecniche e organizzative necessarie" ad assicurarlo. In questi anni alcune grandi aziende hanno garantito questo diritto, applicandolo per esclusione: viene stabilita una fascia oraria in cui il lavoratore è reperibile, al di là si quell'orario resta inteso che non lo sia.La riflessione dell'espertoSecondo il Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell'Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano e Presidente di P4I, ingabbiare lo smart working in regole troppo stringenti è parecchio rischioso."Soprattutto il pericolo di snaturare il principio cardine dello smart working che è appunto la volontarietà, non un diritto o una concessione, ma un accordo individuale -spiega Corso - Un accordo che deve tradursi in un 'gioco' a somma positiva tra azienda e lavoratore, uno scambio tra autonomia e responsabilità sul risultato. Una grande innovazione di flessibilità e modernità che adesso rischia di soccombere di fronte ai tentativi di ingabbiare lo smart working dentro un quadro normativo più rigido"."Normare a priori i temi di connessione o disconnessione è un approccio che rimanda al telelavoro che allo smart working, che invece prevede deve prevedere autonomia e flessibilità anche sul fronte dell'orario - evidenzia - È chiaro che affermare il diritto del lavoratore a non dover costantemente connesso è sempre importante, ma il modo con cui si traduce questo diritto deve essere diverso. In generale un elemento fondamentale dello Smart Working deve essere la 'non omologazione', gli accordi devono restare individuali per poter essere personalizzati in funzione delle esigenze specifiche dell'azienda e di ciascuna persona".La legge 81 del 2017, che non a caso è una soft law, deve - secondo l'esperto - continuare ad essere il riferimento anche per vincere le sfide del new normal.
Agrigentonotizie
Frana sulla Casteltermini-Passofonduto, aggiudicati i lavori di ripristino
Si è conclusa la procedura di aggiudicazione della gara connessa ai lavori per l'esecuzione degli interventi urgenti sulle frane esistenti sulla provinciale 21 Casteltermini-Passofonduto. I lavori, finanziati dalla Regione avevano un costo a base d'asta di 390mila euro, e sono stati aggiudicati all'Ati Impresam Srl.
Dopo lo stop per il Covid, riprende la gara d'appalto per Passofonduto
Il progetto di manutenzione straordinaria dell'arteria stradale è stato realizzato dai tecnici del settore Infrastrutture stradali del Libero consorzio e consentirà, tra le altre cose, l'eliminazione di una frana che ha causato il cedimento di metà della carreggiata stradale. Gli interventi previsti consisteranno nella rimozione della frana, con rimodellamento e consolidamento della sede stradale, posa di gabbionate e nuove barriere di protezione, e altri interventi in punti diversi del tracciato (per esempio il rifacimento di alcuni muretti crollati per smottamenti di minore entità).
gds.it
Coronavirus, in Sicilia distribuiti oltre 29 milioni di mascherine e guanti
Oltre 29 milioni di dispositivi di protezione e apparecchi sanitari sono stati distribuiti finora dalla Regione Siciliana. Nel dettaglio, dal primo marzo a domenica 21 giugno, sono stati consegnati a strutture sanitarie, case di riposo per anziani, residenze sanitarie assistite, Comuni, Prefetture, Forze dell'Ordine, Esercito, ex Province, carceri, dipartimenti regionali, Confcommercio e Confesercenti 29 milioni e 460 mila pezzi.
In particolare, attraverso la Protezione civile della presidenza della Regione sono, stati distribuiti: oltre 20 milioni e 654 mila mascherine (chirurgiche, ffp2, Ffp3 e M95); 5 milioni e 194 mila guanti; due milioni e 166 mila dispositivi tra camici, calzari, tute e cuffie. Tra gli altri materiali distribuiti anche 414 mila tra occhiali e visiere, oltre 969 mila tamponi e kit diagnostici e 61 mila apparecchi sanitari.I dpi e il materiale consegnato proviene da acquisti diretti della Regione e della Protezione civile nazionale, oltre che da donazioni di privati.
Sicilia24h
Sciacca, da sabato 27 giugno la Galleria Tommaso Fazello apre al pubblico le sue sale espositive
Sabato 27 giugno 2020 alle ore 18.00, presso il Complesso monumentale Tommaso Fazello di Sciacca, saranno presentate alla città e aperte al pubblico le sale espositive della Galleria Fazello, che arricchiranno l'offerta della rete museale del territorio. All'evento presenzieranno L'Assessore dei Beni culturali e Identità siciliana Alberto Samonà, il Dirigente generale dei Dipartimento dei Beni culturali e Identità siciliana Sergio Alessandro e il sindaco di Sciacca Francesca Valenti.
L'iniziativa è stata finanziata dall'Assessorato Beni culturali e Identità siciliana e curata dalla Soprintendenza di Agrigento diretta da Michele Benfari. L'apertura della Galleria Fazello costituisce un primo, importante passo verso la realizzazione del Museo regionale interdisciplinare di Sciacca negli imponenti spazi espositivi del Complesso Monumentale di Santa Margherita. La realizzazione del polo museale saccense fu fortemente voluta e promossa da Sebastiano Tusa al suo insediamento come Assessore dei Beni culturali e identità siciliana. Il grande complesso monumentale è stato di recente acquisito dalla Regione Siciliana e la Soprintendenza di Agrigento sta elaborando il progetto di restauro, il piano scientifico e di allestimento del Museo. La Galleria Fazello è allestita in due sale dell'imponente complesso monumentale in stile gotico-catalano Tommaso Fazello, sede del Museo del Mare. La selezione delle opere esposte esemplifica alcuni importanti aspetti della storia dell'arte di Sciacca, abbracciando pittura, scultura e ceramica. Si tratta di opere d'arte mai esposte al pubblico, nelle quali si riconoscono la storia e l'identità culturale della città.
La loro fruizione è stata possibile grazie alla collaborazione proficua tra le più importanti Istituzioni del territorio: la Soprintendenza di Agrigento, che ha curato gli aspetti scientifici e museografici; il Comune di Sciacca, proprietario del complesso monumentale Tommaso Fazello e degli spazi espositivi; il Liceo artistico Giuseppe Bonachia e il Libero consorzio comunale di Agrigento, attenti custodi da più di trent'anni di tre prestigiosi pannelli ceramici, tra cui il Fante con Alabarda, del 1608, autoritratto del grande maestro ceramista Giuseppe Bonachia detto il "Maxarato"; l'Arcidiocesi di Agrigento, ente prestatore della splendida Sacra Famiglia di Mariano Rossi e di una Madonna con Bambino in marmo, della fine del XV secolo; l'Azienda sanitaria provinciale di Agrigento, che ha reso fruibili al pubblico due dipinti della "scuola di Sciacca" appartenenti al complesso monumentale di Santa Margherita. Fondamentale è stato inoltre il contributo di alcune agenzie culturali e associazioni del territorio.
La sezione dedicata alla ceramica, espone, oltre ai tre splendidi pannelli maiolicati, le mattonelle figurate appartenenti al pavimento ceramico tardo-medievale, datato al 1496, della Chiesa di santa Margherita, opera dei maestri ceramisti Antonio Scoma e Pietro Francavilla. Nella sala delle ceramiche si può ammirare inoltre una importante collezione di albarelli, boccioni, cilindri, mattonelle, dai raffinati disegni e decorazioni, spesso figurati, e due targhe devozionali. I pezzi sono databili dal XVII al XIX secolo. Si tratta di opere di Sciacca e Burgio, botteghe ceramiche storicamente legate da stili e maestranze comuni.
Province d'Italia
Sospensioni mutui Comuni e Province: ANCI e UPI siglano protocollo con BEI - Unione Province d'Italia
Sospensione per Comuni e Province e Città metropolitane in attuazione del Decreto Rilancio, delle quote capitale delle rate di ammortamento dei finanziamenti BEI in scadenza nel 2020 e nel 2021, fino al 31 dicembre 2021.
Questo l'obiettivo del protocollo siglato oggi da ANCI, UPI e Banca Europea degli investimenti.
"Uno strumento - dichiarano il Segretario Generale di ANCI Veronica Nicotra e il direttore Generale di UPI Piero Antonelli che hanno siglato oggi l'accordo - per dare respiro ai Comuni e alle Province i cui bilanci sono in condizioni critiche a causa dell'emergenza finanziaria dovuta al COVID19.
I finanziamenti BEI - aggiungono - sono molto importanti per gli Enti locali, perché interessano principalmente investimenti per l'edilizia scolastica, per le politiche ambientali, per la mobilità e le energie rinnovabili.
Si tratta quindi di permettere a Comuni, Province e Città metropolitane di proseguire con più tempo in opere essenziali per le comunità e i territori.
Certo, questa come tutte le misure in campo sul debito, è solo una soluzione tecnica, per cui dobbiamo ringraziare la BEI per la sensibilità e la disponibilità, per cercare di mitigare una condizione finanziaria dei bilanci di grande criticità. Per avere soluzioni strutturali, servono misure e fondi adeguati del Governo sia per quanto riguarda la copertura delle entrate che Comuni, Province e Città metropolitane stanno perdendo a causa del COVID19, sia per garantire una stagione di investimenti in opere pubbliche". Le richieste di sospensione da parte degli Enti locali dovranno pervenire alla BEI entro il 30 settembre 2020.
L'intervento interesserà Enti locali sia grandi che piccoli, dai Comuni di Milano e Firenze a quello di Lecce, dalla Città metropolitana di Roma alle Province di Reggio Emilia e Varese.
GrandangoloAgrigento
Casteltermini, aggiudicata la gara per i lavori sulla Sp 21
Conclusala procedura di aggiudicazione della gara relativa all'appalto per l'esecuzione dei "Lavori di intervento urgente sulle frane esistenti al km 10+000 sulla SP n. 21 Casteltermini-Passofonduto", dell'importo complessivo a base d'asta di 390.000,00, compresi gli oneri per la sicurezza che ammontano a 9.750,00 euro. La gara aveva subito una sospensione nei mesi scorsi, a causa dell'emergenza da Covid-19.
La Commissione di gara, presieduta dal dirigente del settore Infrastrutture stradali Ignazio Gennaro, ha aggiudicato i lavori All'Ati Impresam S.R.L. semplificata unipersonale (Avvalente) con sede in Favara (AG); Indedil S.R.L. (Ausiliaria) con sede in Favara (AG), mediante procedura aperta con il criterio di aggiudicazione del minor prezzo, offrendo un ribasso del 17,281% . Il termine per l'esecuzione dei lavori è di 240 giorni consecutivi e continui, a decorrere dal giorno del verbale di consegna dei lavori.
Si tratta di lavori progettati dai tecnici del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati con fondi della Regione Siciliana che riguardano l'Accordo di Programma Quadro, Interventi sulla rete viaria secondaria siciliana".
La Strada Provinciale n. 21 presenta diversi problemi, il più importante dei quali è stato individuato al Km 10+000 (contrada Calcara), per una frana che ha causato il cedimento di metà della carreggiata stradale.
Gli interventi previsti consisteranno nella rimozione della frana, con rimodellamento e consolidamento della sede stradale, posa di gabbionate e nuove barriere di protezione, e altri interventi in punti diversi del tracciato (per esempio il rifacimento di alcuni muretti crollati per smottamenti di minore entità). La gara è stata gestita integralmente sulla piattaforma telematica del Libero Consorzio.
Per verificare i rinvii, la riaperture delle procedure di gare o per ulteriori informazioni sulle gare bandite dal Libero Consorzio è possibile consultare il "Portale Gare", inserito nella home page del sito istituzionale dell'Ente www.provincia.agrigento.it, oppure l'albo pretorio online.
Giornale di Sicilia
Strada Provinciale 21, per eliminare le frane
Casteltermini-Passofonduto, via alla messa in sicurezza
Concetta Rizzo
Aggiudicati i lavori urgenti per eliminare le frane sulla provinciale 21, la Casteltermini-Passofonduto. Dopo tre lunghi anni, Casteltermini - già all'inizio del mese - era tornata ad essere un po' più collegata col resto del mondo visto che era stata riaperta la provinciale 22 che collega la stazione diCampofranco, la statale 189,Cozzo Disi e Casteltermini. Adesso, si penserà appunto - 390 mila euro è stata la base d'asta - alla Casteltermini-Passofonduto. La gara aveva subito una sospensione nei mesi scorsi, a causa dell'emergenza sanitaria determinata dal Covid-19. La commissione di gara, presieduta dal dirigente del settore Infrastrutture stradali Ignazio Gennaro, ha aggiudicato i lavori all'Ati Impresam S.R.L. semplificata unipersonale (avvalente) con sede in Favara; Indedil S.R.L. (ausiliaria) sempre di Favara, mediante procedura aperta con il criterio di aggiudicazione del minor prezzo, offrendo un ribasso del 17,281 per cento. Il termine per l'esecuzione dei lavori è di 240 giorni consecutivi e continui, a decorrere dal giorno del verbale di consegna dei lavori. Si tratta di lavori progettati dai tecnici del settore Infrastrutture stradali e finanziati con fondi della Regione Siciliana che riguardano l'accordo di programma quadro: "Interventi sulla rete viaria secondaria siciliana". La provinciale 21 presenta -secondo quanto è stato reso noto, ieri, dal Liberoconsorzio comunale di Agrigento - diversi problemi, il più importante dei quali è stato individuato al chilometro 10+000, in contrada Calcara, per una frana che ha causato il cedimento di metà della carreggiata. Gli interventi consisteranno nella rimozione della frana, con rimodellamento e consolidamento della sede stradale, posa di gabbionate e nuove barriere di protezione e altri interventi in punti diversi del tracciato, per esempio il rifacimento di alcuni muretti crollati per smottamenti di minore entità. Appena ad inizio mese -dopo che era stata chiusa nel febbraio del 2017 - è stata riaperta la provinciale 22 che era stata interdetta per rischio distacchi dal costone. (*CR*)
L'evento nella Valle dei Templi
Il «Toscanini» alla Festa della musica
RIBERA
«È stato un evento molto emozionante ed importante per l'Istituto e per la musica in genere, una tra i primi importanti concerti dal vivo in Italia nel post lockdownche ha avuto risonanza anche sui media nazionali ». Così il presidente dell'istituto musicale Toscanini di Ribera, Giuseppe Tortorici, ha commentato la giornata della Festa Europea della Musica 2020, nella Valle dei Templi di Agrigento con la partecipazione del testimonial di eccezione Paolo Fresu, l'Orchestra da Camera di Perugia e l'ensemble Jazz del Dipartimento del Toscanini. Giuseppe Tortorici e il direttore dell'istituto, Mariangela Longo, hanno manifestato grande soddisfazione per la riuscita dell'evento «in uno scenario così suggestivo e unico al mondo e che ha avuto risonanza nazionale ed europea essendo stato organizzato, promosso e patrocinato da Commissione Europea, Ministero dei Beni Culturali, Associazione Italiana per la Festa della Musica, assessorato regionale Beni Culturali, in collaborazione con l'Istituto e il Parco Archeologico e con partner prestigiosi come Siae e Rai.Per il direttore Mariangela Longo«si è trattato di un concerto di alto livello artistico che ha rappresentato un momento significativo di confronto e di crescita per i nostri studenti partecipanti, selezionati tra i neolaureati online (Francesca Bongiovanni, Pasquale Bono, Giuseppe Oliveri), che hanno avuto la possibilità di stare sul palco a fianco di musicisti di spessore come Paolo Fresu e i loro stessi docenti del dipartimento jazz ( Angelo Di Leonforte, Fulvio Buccafusco, Paolo Vicari, Segio Calì, Ernesto Marciante e Giacomo Tantillo) ». Già nella edizione 2019 l' Associazione Italiana per la Festa della Musica aveva attenzionato l'Istituto selezionando l'evento "Un Ponte per l'Europa" e presentandolo in conferenza stampa al Ministero per i Beni Culturali tra i 10 eventi speciali su 10.000 in tutta Italia. (*GP *)
LIVESICILIA
"SICILIA TAX-FREE PER CHI INVESTE NELL'ISOLA"
La mozione del Partito democratico approvata dall'Ars
PALERMO - L'Assemblea regionale siciliana nel corso della seduta di oggi ha approvato la mozione 'Iniziative per l'elaborazione e l'attuazione di obiettivi strategici rivolti al rilancio economico del Meridione e della Sicilia', presentata dal Partito democratico. La mozione impegna il governo regionale ad attivare, attraverso l'interlocuzione con il governo nazionale e le istituzioni europee, una serie di misure di fiscalità di vantaggio per creare lavoro ed attirare investimenti nell'isola: fra queste, la proposta 'Sicilia tax-free', che prevede l'esenzione dalle imposte per un periodo di 10 anni per nuovi investimenti produttivi nel territorio regionale. Sempre su proposta del Pd, sarà istituita una sottocommissione all'Ars per lavorare alla stesura delle misure di fiscalità di vantaggio.
ARRIVANO I SICILIA BOND PER RILANCIARE IL TURISMO
L'idea di alcuni giovani imprenditori
PALERMO - Dei veri e propri titoli al portatore, certificati e garantiti, da immettere sul mercato e rilanciare le presenze turistiche in Sicilia, soprattutto dall'estero, assicurando immediata liquidità ad un tessuto di ospitalità extra-alberghiera che il Corona virus ha rischiato di falcidiare e pesantemente in Sicilia. Nascono così i Sicilia Bond, titoli di soggiorno settimanali, diversificati per territorio e fascia di prezzo che, immessi sul mercato a partire dall'autunno 2020, potranno essere acquistati per assicurarsi, in maniera più che vantaggiosa per tre anni consecutivi, una vacanza settimanale "doppia" in Sicilia.
COME FUNZIONANO I SICILIA BOND
A proporre questa formula semplice ma rivoluzionaria "ViaggiareinTasca" formata da un team di giovani imprenditori e professionisti del turismo d'esperienza che, costituendo un nucleo originario di rete di impresa vogliono rivoluzionare l'offerta di soggiorno nell'isola, offrendo un raddoppio d'esperienza: acquista una settimana - in alta stagione - ti verrà garantita un'altra settimana di vacanza durante l'anno e per complessivi tre anni. "Alta e bassa stagione, per un turismo esperienziale, sono concetti ampiamente superati - dice Francesco Pirrone, 34 anni, imprenditore turistico di Castellammare del Golfo - oggi si tende a viaggiare in ogni stagione. La Sicilia offre mille motivazioni di viaggio da vivere nei nostri territori, dalla costa all'entroterra, senza dimenticare le isole minori, ogni giorno dell'anno. La nostra formula del raddoppio è centrata su questa potenzialità, uscendo dalla gabbia, troppo asfittica, della tradizionale stagione balneare".
"DEI VERI E PROPRI TITOLI AL PORTATORE"
Ai possessori dei Sicilia Bond ad un prezzo stimato su un soggiorno in alta stagione, è garantita una seconda settimana aggiuntiva, sulla stessa struttura ricettiva extra-alberghiera aderente al progetto, da effettuarsi in un periodo considerato in bassa stagione. "I Sicilia Bond, sono dei veri e propri titoli al portatore - sottolinea Ivan Caronna, 35 anni, professionista di lunga data nel settore dell'enoturismo e del marketing territoriale - chi li acquista li può regalare e perfino vendere, anche, dopo aver utilizzato la prima settimana a sua disposizione. Così intendiamo generare un mercato di secondo livello, conseguendo dei risultati - speriamo significativi - di destagionalizzazione e un incremento di giorni effettivi di presenze turistiche in Sicilia". Chi compra oggi investe su una vacanza distribuita su tre anni, avendo a disposizione 6 settimane complessive, da utilizzare due settimane l'anno. Le strutture extra-alberghiere, B&B, case vacanze e ville - selezionate su criteri effettivi e garantiti dal team per fasce di prezzo omogenee - distribuite su tutto il territorio siciliano, avranno bloccate e pagate in anticipo le settimane corrispondenti ai Sicilia Bond, realizzando una liquidità importante per piccole e medie strutture - oggi maggioritarie nell'offerta dell'ospitalità turistica in Sicilia - che con gli effetti del Coronavirus scontano una caduta vertiginosa delle prenotazioni e profonda incertezza sul futuro.