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rassegna stampa del 4 settembre 2020

Giornale di Sicilia

Servizio coordinato dal comandante della polizia provinciale Giglio Telecamera stanerà chi sporca

Torna in azione quella mobile per prevenire e contrastare il fenomeno, ormai sempre più diffuso, dell'abbandono in strada dei rifiuti pericolosi
Torna in azione la telecamera mobile per prevenire e contrastare il sempre diffuso fenomeno dell'abbandono di rifiuti pericolosi e non. Grandi e silenziosi «occhi» che verranno collocati, così come già accadeva  nei mesi passati, in prossimità delle location ritenute maggiormente a rischio all'interno delle aree e strade provinciali. La polizia provinciale, con a capo il comandante Vincenzo Giglio, che ha specifiche competenze in materia  ambientale, fino al 14 settembre, ha installato una telecamera mobile e due cartelli informativi su una strada provinciale ben determinata. Non è stato specificato, però, quale per evitare di mettere  in allerta gli incivili. Le immaginisono registrate e trasmesse in tempo  reale - rendono noto dal Libero consorzio comunale di Agrigento - alle autorità di polizia. Laddove c'è la telecamera piazzata ci sono però i cartelli informativi che sono stati realizzati secondo i criteri previsti  dalla legge in materia di protezionedei dati personali e sono stati collocati prima dell' nizio dell'area delle riprese, indicando la finalità delle registrazioni. Il Libero consorzio, con a capo il  commissario straordinario Girolamo Alberto Di Pisa, un anno fa, si era dotato di un nuovo regolamento per contrastare meglio l'abbandono e il deposito incontrollato dei rifiuti nel territorio di competenza dell'ente, attraverso l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza e di foto-camere, nel rispetto di quanto stabilito dal garante per il trattamento dei dati personali. Il sistema di video-sorveglianza utilizzato dalla polizia provinciale, che ha specifiche competenze in materia ambientale, ha come fine la prevenzione, l'accer - tamento e la repressione degli illeciti derivanti dall'utilizzo abusivo delle aree impiegate come discarica di materiale e di sostanze pericolose nonché il rispetto della normativa concernente lo smaltimento di qualunque genere di rifiuti. La telecamera utilizzata, poi, verrà naturalmente spostata. E verrà piazzata lungo altre strade provinciali che sono state già oggetto di devastazione. Gli incivili, una volta  identificati, si vedranno arrivare direttamente a casa la sanzione da 600 euro. Se invece verranno pizzicati degli imprenditori, o chi per loro, scatterà una denuncia alla Procura della Repubblica di Agrigento. Il Libero consorzio ci prova, con determinazione, a fare in modo che le «sue» strade non diventino ricettacolo di rifiuti pericolosi e non. Ma gli incivili, purtroppo, sono perennemente in agguato. (*CR*)  

Agrigentonotizie

Abbandono di rifiuti in ogni dove? La Provinciale corre ai ripari: in arrivo le telecamere

Abbandono di rifiuti in ogni dove? La Provinciale è pronta a correre ai ripari. Infatti, in prossimità dei siti maggiormente a rischio all'interno delle aree e strade provinciali il corpo della polizia Provinciale ha istallato, fino al 14 settembre 2020, una telecamera mobile e due 2 cartelli informativi su una strada provinciale per prevenire il fenomeno incontrollato dell'abbandono o del deposito dei rifiuti. Le immagini sono registrate e trasmesse in tempo reale alle autorità di Polizia.
"I cartelli informativi - fanno sapere da Libero consorzio - istallati sono stati realizzati secondo i criteri previsti dalla legge in materia di protezione dei dati personali e sono stati collocati prima dell'inizio dell'area delle riprese e indicano la finalità delle registrazioni. Il Libero Consorzio nei mesi scorsi si era munito di un nuovo regolamento per contrastare meglio l'abbandono e il deposito incontrollato dei rifiuti nel territorio di competenza dell'Ente, attraverso l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza e di foto-camere, nel rispetto di quanto stabilito dal Garante per il trattamento dei dati personali".

Qds

Ritorno a scuola, il virus fa paura e l'amianto no. In Sicilia la fibra-killer in più di seicento istituti

Rosario Battiato
Il dato è stato aggiornato dalla Regione allo scorso 24 giugno. Alla nostra isola il record di fondi per le bonifiche: oltre cento milioni. Non c'è più tempo da perdere: negli ultimi anni è stato smaltito soltanto il due per cento dell'amianto. Solo una ventina di Comuni ha un Piano conforme alla legge regionale del 2014
Oltre 600 le scuole siciliane nelle quali si trovano materiali contenenti amianto. Il dato, aggiornato dalla Regione allo scorso 24 giugno, si aggiunge alla lista delle preoccupazioni da rientro a scuola, perché, al di là della temuta gestione della pandemia, esistono dei problemi strutturali che gli edifici scolastici isolani continuano a non risolvere. La buona notizia è che a gennaio il ministero dell'Ambiente ha stanziato più di 100 milioni per le bonifiche di scuole e ospedali siciliani, un terzo del totale nazionale, e adesso il dipartimento regionale della Protezione Civile sta spingendo per ottenere quella documentazione necessaria per poter avviare i processi di bonifica e smaltimento.
SCUOLE: PERICOLO AMIANTO
L'ultima revisione del Piano regionale amianto, avvenuta lo scorso aprile, ha riportato 388 segnalazioni di amianto in altrettante scuole siciliane di ogni ordine e grado (aggiornamento al 31 dicembre 2018), ma il dato risulta sensibilmente più alto in base all'ultima rivelazione, come detto, del giugno scorso.
La Regione siciliana ha avviato le operazioni di censimento e mappatura, basandosi sulle comunicazioni pervenute da Arpa Sicilia, dai Piani comunali amianto e dalle comunicazioni delle ditte che operano nel settore dello smaltimento e bonifica dei Rca (rifiuti contenenti amianto). Bisogna tuttavia aggiungere, come precisato nella stessa relazione del Piano, che le informazioni "acquisite fino ad oggi dalla Regione non sono omogenee, e sono in larga misura carenti i dati sulle scuole", oltre che sulle industrie, sugli ospedali e sui siti dismessi e caratterizzati dalla presenza di materiali contenenti amianto (Mca). Un altro monitoraggio era stato effettuato da Legambiente nell'ambito di Ecosistema Scuola, all'interno del quale era emersa, considerando soltanto i dati rilasciati dai comuni capoluogo, la presenza del 2,3% degli edifici con casi certificati e appena lo 0,5% in cui si sono svolte attività di bonifica negli ultimi due anni.
L'AMIANTO A SCUOLA
Non soltanto le ben note coperture in cemento-amianto o i serbatoi e le tubazioni per l'acqua sarebbero da mettere in cima alla lista degli interventi di bonifica. Per le scuole, ad esempio, dagli anni sessanta agli anni ottanta si è largamente diffuso "l'impiego della pavimentazione in vinil‐amianto (VA), che presentava i vantaggi del basso costo e di una veloce messa in opera". Il VA era prodotto in teli, piastrelle o lastre, con un contenuto di amianto variabile dal 10% al 15 %. In questo tipo di prodotti "l'amianto è fortemente inglobato in una matrice resinosa vinilica, pertanto se non vi sono lesioni per usura o taglio sono rare le possibilità di diffusione ambientale delle fibre di amianto".
BONIFICHE: SMALTITO IL 2% DEL TOTALE
Non esistono ancora dati assoluti sulla quantità effettivamente presente in Sicilia di manufatti contenenti amianto, considerando che la grande diffusione avuta fino agli anni Novanta ha certamente determinato una diffusione importante, anche se non del tutto quantificata. Tra il 2016 e il 2017, sono stati bonificati 10.135 siti (secondo i dati trasmessi alla Regione dalle ditte che si occupano ufficialmente della bonifica). Attualmente, secondo una stima dell'Osservatorio nazionale amianto (Ona), ci sono nell'Isola circa 50 milioni di metri quadri di materiale. Il dipartimento di Protezione civile regionale, sulla base dei dati delle ditte che si occupano di bonifiche, ha stimato, tra il 2015 e il 2017, la rimozione di una quantità di circa 22 milioni di kg. Il senso di questo dato è affidato alla riflessione ai tecnici Regione che hanno redatto il Piano: "Se 1 mq (di copertura) pesa circa 17 kg, si ritiene, a titolo orientativo, che tra il 2016 ed il 2017 sono stati smaltiti circa 1‐1,3 mln di mq di Mca ovvero appena il 2% circa della quantità stimata (Ona) in difetto".

TeleradioSciacca

Agrigento: Inizia l'attività di volontariato per soggetti ammessi ai lavori di pubblica utilità nel Giardino Botanico

Accursio Soldano
Avrà inizio a breve l'attività di volontariato presso il Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale di soggetti autorizzati a lavori di pubblica utilità.
Il progetto di messa alla prova riguarda soggetti imputati di reato secondo i criteri previsti dalla legge n.67/2014 che hanno chiesto la sospensione del processo con messa alla prova. Questi soggetti dovranno osservare scrupolosamente il programma di trattamento che prevede le mansioni da svolgere, tempi ed orari, controllo dell'attività, rilevazione della presenza e relazione finale del lavoro svolto.
La convenzione con il Tribunale di Agrigento prevede l'utilizzo di soggetti da adibire a collaboratore tecnico/amministrativo - Manutentore impianti e servizi: idraulico, elettricista, falegname, fabbro, carpentiere - operaio semplice - manutentore del verde. Inoltre potranno essere impegnati soggetti in attività ausiliarie connesse ai servizi di manutenzione. L'Ente provvederà ad assicurare a proprie spese i soggetti interessati.
L'inizio del programma fa seguito all'attività di collaborazione con il Tribunale di Agrigento avviata dal Libero Consorzio di Agrigento. In tal senso lo scorso anno il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento Girolamo Alberto Di Pisa aveva delegato il Dirigente Ignazio Gennaro, del Settore Stampa Urp Cerimoniale Accoglienza e Giardino Botanico, a sottoscrivere un'apposita Convenzione con l'Ufficio di esecuzione penale esterna di Agrigento (UEPE) per lo svolgimento di attività di volontariato denominate "Messa alla prova" (MAP) da eseguire presso il Giardino Botanico dell'Ente.
Si tratta di una consolidata cooperazione che era stata avviata nel dicembre 2007 quando fu stipulata una convenzione tra il Ministero della Giustizia, la ex Provincia Regionale di Agrigento e gli enti locali per lo svolgimento dei lavori di pubblica utilità da parte di condannati a pene detentive.

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