Giornale di sicilia
Effetto «lavoro agile», meno malati
negli uffici
Il ricorso allo smartworking ha
coinciso con un calo dei certificati di malattia inviati all'Inps,
soprattutto tra i dipendenti del settore pubblico anche se al
contempo sono aumentati i giorni di malattia attestati dai medici.
Secondo l'Istituto di previdenza nel terzo trimestre i certificati
di malattia sono diminuiti dell'11,3% con una caduta significativa
nel settore pubblico (-16,9%) rispetto al privato (-10,04%). Il dato,
diffuso nell'Osservatorio sulla malattia risente in particolare
dello smart working utilizzato largamente anche nel periodo
successivo al lockdown e dell'ampio utilizzo della cassa
integrazione soprattutto in alcuni settori. In pratica sono arrivati
tra luglio e settembre all'Inps 3.501.481 certificati, di cui
l'81,5% dal settore privato, a fronte dei 3,95 milioni di
certificati presentati nello stesso periodo del 2019 (80,3% dal
privato). Sono diminuiti i certificati di malattia inviati all'Inps
soprattutto al Centro (-15,6% nel complesso, -22,6% nel pubblico) e
al Sud (-13% totale, -21,3% nel pubblico). I giorni di malattia nel
complesso invece sono lievemente aumentati crescendo del 2,4% nel
privato e dello 0,1% nel pubblico rispetto al terzo trimestre 2019.
In pratica ci sono meno richieste di astensione per malattia ma con
periodi di morbilità attestati più lunghi. Il numero delle giornate
medie di malattia per certificato passa da 5,9 a 6,7 per il settore
privato e da 6 a 7,3 per il pubblico, «un andamento - scrive l'Inps
- che induce a pensare che i lavoratori si rivolgono al proprio
medico soprattutto per patologie che richiedono più giorni di
malattia evitando di farlo per malattie meno g r av i » . Il numero
dei dipendenti interessati al controllo d'ufficio dello stato di
malattia da parte dell'Inps è stato di 14,1 milioni di lavoratori,
di cui 3,1 nel settore pubblico (polo unico) e 11 nel settore privato
(assicurati). L'Inps può effettuare controlli, su richiesta del
datore di lavoro, anche per i lavoratori privati non assicurati (3,4
milioni) e per i lavoratori pubblici non appartenenti al Polo unico
(circa 91 mila unità).
Qds.it
Agrigento, il microcredito opportunità per l'economia
Una trentina le proposte inviate all'Ente nazionale dedicato, tramite il Libero Consorzio comunale. In ballo finanziamenti fino a 25 mila euro e una potenziale maggiorazione di altri 10 mila
AGRIGENTO - Sono circa una trentina i giovani della provincia che hanno presentato i propri progetti di nuove attività imprenditoriali all'Ente nazionale per il microcredito per l'esame dell'eventuale finanziamento, successivo al superamento di un percorso di formazione gratuito e alla presentazione del business plan. I progetti riguardano alcuni settori dall'economia all'artigianato, passando per il turismo e il piccolo commercio al dettaglio, che potranno ottenere un finanziamento fino a 25 mila euro con una maggiorazione di ulteriori 10 mila euro se saranno rispettati alcuni parametri. Attraverso questo strumento alcuni giovani della provincia agrigentina hanno affidato le loro speranze di una buona considerazione dei progetti sottoposti all'attenzione dell'Ente nazionale per il microcredito, che potrebbe finanziare queste iniziative creando un volano per nuove attività e l'occupazione. L'intervento dell'Ente nazionale per il microcredito è stato reso possibile graziealla convenzione che il Libero Consor io comunale di Agrigento (ex Provincia regionale) ha stipulato con l'Enm, che è un ente pubblico non economico che esercita importanti funzioni in materia di microcredito e microfinanza. I giovani, prima di presentare i progetti, si sono avvalsi della consulenza del personale del Libero Consorzio comunale di Agrigento e, segnatamente, del personale degli Uffici relazione con il pubblico articolati sul territorio della provincia, ai quali hanno esposto le proprie idee imprenditoriali e chiesto chiarimenti sulle modalità di presentazione dei progetti.
Scrivolibero
Interventi in corso su alcune strade provinciali dopo il nubifragio di stanotte - ScrivoLibero.it
Sono ancora in corso su alcune strade interne i lavori di rimozione del fango e degli abbondanti detriti riversatisi su alcuni tracciati in seguito al nubifragio che si è abbattuto nella notte sulla nostra provincia, in particolare tra Bivona, Alessandria della Rocca e San Biagio Platani. Gli interventi di maggior consistenza sono stati effettuati dai cantonieri del Libero Consorzio di Agrigento sulla SP n.19-B Alessandria della Rocca-San Biagio Platani per rimuovere alcuni massi caduti sul tracciato e le grosse quantità di detriti che avrebbero potuto causare danni agli automobilisti in transito.
Per gli stessi motivi si è prontamente intervenuto anche sulla SP n. 20-B Casteltermini-San Biagio, sulla SP n. 34 Bivio Tamburello-Bivona, e sulla NC 05 Bivio SP n. 32, ove erano state segnalate abbondanti quantità di fango in diversi punti dei tracciati. Anche dopo la collocazione dell'apposita segnaletica di pericolo, si raccomanda la massima prudenza a quanti dovessero percorrere queste strade, mentre è tuttora in corso da parte dei cantonieri del Settore Infrastrutture Stradali un'attenta ricognizione della viabilità interna per verificare la presenza di altre situazioni di potenziale pericolo.
Agrigentonotizie
Nubifragio, operai al lavoro per rimuovere i detriti sulla provinciale Alessandria-San Biagio
Sono ancora in corso su alcune strade interne i lavori di rimozione del fango e degli abbondanti detriti riversati su alcuni tracciati in seguito al nubifragio che si è abbattuto nella notte sulla provincia, in particolare tra Bivona, Alessandria della Rocca e San Biagio Platani.
"Gli interventi di maggior consistenza sono stati effettuati dai cantonieri del Libero Consorzio di Agrigento - comunica l'ufficio stampa dell'ente - sulla provinciale 19-B Alessandria della Rocca-San Biagio Platani per rimuovere alcuni massi caduti sul tracciato e le grosse quantità di detriti che avrebbero potuto causare danni agli automobilisti in transito".
Analogo intervento anche nella provinciale 20-B Casteltermini-San Biagio, sulla provinciale 34 Bivio Tamburello-Bivona, e sulla provinciale 32, dove erano state segnalate abbondanti quantità di fango in diversi punti dei tracciati.
"TRE SETTIMANE PER RISALIRE": IL GOVERNO GELA LE REGIONI, LA SICILIA ASPETTA IL 27 NOVEMBRE
Secondo questa tempistica fissata dall'ultimo Dpcm, Lombardia e Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta (che hanno subito restrizioni a partire dal 6 novembre) potrebbero uscire dalla zona rossa "solo" tra 10 giorni, così come la Sicilia (e la Puglia) dall'area arancione
Redazione
Tre regioni verso la zona rossa, due che vogliono essere "liberate" ma probabilmente otterranno meno restrizioni solo per alcune loro province. Mentre il governo Conte continua a dividersi sul Natale e sul Dpcm che il 3 dicembre potrebbe allentare le restrizioni per lo shopping e i cenoni. E oggi è in programma la conferenza delle regioni.
Andiamo con ordine. Ieri il bollettino della Protezione Civile in Italia ha segnalato 27.354 casi e 504 morti con tamponi: i contagi crescono rispetto a lunedì scorso così come i morti, mentre il tasso di positività dei test, che era in calo nei giorni scorsi, torna a salire da una media del 16% al 17,4%. Nella Penisola c'è comunque meno pressione sugli ospedali, e questo non può che essere considerato un dato positivo. Il rallentamento nella crescita è ancora visibile ma il picco (o plateau) rimane ancora da toccare (alcuni prevedono che arriverà già verso la fine di questa settimana). Mentre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte deve decidere se tenere aperti i negozi fino a tardi per lo shopping natalizio per diluire le folle, le Regioni sono sul piede di guerra. Uno dei più arrabbiati è Stefano Bonaccini, che ha visto la sua Emilia-Romagna finire in zona arancione dopo aver firmato un'ordinanza restrittiva insieme a Friuli-Venezia Giulia (che ha subito la stessa sorte) e Veneto (che è invece rimasto in zona gialla).
Ma il più nervoso non è certo lui. Mentre il ministro della Salute Roberto Speranza conferma che le prime regioni che sono entrate in zona rossa potrebbero essere le prime a uscirne, Lombardia e Piemonte, che hanno invertito la tendenza grazie al lockdown che i loro politici hanno tentato di scongiurare fino all'ultimo, scalpitano. Perché secondo le regole fissate dall'ultimo Dpcm che ha creato le zone gialle, arancioni e rosse, il meccanismo prevede che le Regioni possano chiedere la revisione della fascia dopo una settimana dall'entrata, in base al monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità che di solito si svolge il venerdì (quando gli enti ricordano di mandare i numeri). Ma quei numeri si devono confermare per due settimane consecutive prima di poter uscire dalla zona assegnata dall'ordinanza. Quindi ci vogliono almeno tre settimane, una volta entrati in zona rossa o arancione, per cambiare colore. Anzi: visto che le ordinanze finora sono state firmate di venerdì, le richieste rischiano di slittare alla settimana successiva.
Secondo questa tempistica Lombardia e Piemonte, Calabria e Valle d'Aosta (che hanno subito restrizioni a partire dal 6 novembre) potrebbero uscire dalla zona rossa dal 27 novembre, così come la Sicilia (e la Puglia) dall'area arancione. Altre regioni dello stesso colore come Abruzzo, Basilicata, Umbria e Liguria potrebbero migliorarsi dal 4 dicembre (la loro ordinanza è effettiva dall'11 novembre), al pari della rossa Bolzano. Toscana e Campania, rosse dal 15 novembre, potrebbero cambiare regime dall'11 dicembre, così come le arancioni Friuli-Venezia Giulia, Marche ed Emilia-Romagna. Il Dpcm prevede però che si possa anche differenziare tra province e potrebbe essere questo l'obiettivo intermedio per alcune zone: Brescia e Bergamo, la cui situazione epidemiologica è migliore rispetto a milano, potrebbero diventare zona arancione.
Il prossimo appuntamento da segnare sul calendario è quello di venerdì 20 novembre: quel giorno la Cabina di Regia Benessere Italia esaminerà i nuovi dati e il ministro Speranza potrebbe firmare nuove ordinanze restrittive. Ma la prima tappa del monitoraggio, spiega ancora il quotidiano, è prevista per oggi quando comincerà l'aggiornamento dei territori da parte del Comitato Tecnico Scientifico. Come ribadisce una fonte di governo sentita dall'Ansa, "è scritto. Chi ha un colore ci resta per due settimane minimo". Dalla terza in poi, quella della verifica dei dati, a fronte di numeri incoraggianti si può iniziare a parlare di "allentamenti", esperti permettendo. Ma non sarà facile ottenerli per le Regioni. Tanto che il presidente della Toscana Eugenio Giani, critico ma collaborativo con il governo dopo l'inserimento della regione in zona rossa, afferma che l'obiettivo è riportarla in zona gialla entro Natale, ma, ammette, "risalire è dura".
CANICATTIWEB
15 MILIONI DI EURO PER LA PESCA SICILIANA IN CRISI A CAUSA DEL COVID19
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie
Un aiuto economico pari a 15 milioni di euro per il sostegno delle filiere ittiche siciliane colpite dall'emergenza epidemiologica da COVID-19. Lo prevede l'avviso, voluto dal Governo Musumeci, pubblicato dal Dipartimento "Pesca Mediterranea" della Regione Siciliana, per gli aiuti alle imprese di pesca, ai relativi equipaggi e alle imprese dell'acquacoltura.
"Al via l'atteso avviso per la erogazione degli aiuti necessari al settore della pesca - afferma Bandiera - attraverso questo provvedimento, diamo sostegno a tutti i pescatori ed armatori siciliani, richiedenti, che hanno visto rallentare o azzerare la propria attività di pesca, a causa dell'emergenza Covid, con un primo stanziamento di 15 milioni di euro, a valere sul Fondo di solidarietà per la pesca".
"Mai procedure così semplificate - afferma inoltre l'Assessore - Al fine di ottenere il contributo, marittimi ed armatori, dovranno produrre soltanto una semplice autodichiarazione, che successivamente sarà sottoposta a verifiche a campione".
La pesca siciliana, in effetti, si trova in uno stato di grave crisi, ma non si tratta del solo comparto in ginocchio. Anche l'agricoltura sta subendo ingenti perdite.
Lo scorso 14 settembre, è stato firmato dal ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova e dal ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo l'importante decreto con il quale viene riconosciuto l'esonero straordinario, per le filiere agroalimentari, dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro. Contributi dovuti per il periodo che va dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020.
A darne notizia era stato Salvino Caputo, responsabile del dipartimento regionale per le Attività produttive di Forza Italia, che già da mesi aveva sollevato le difficoltà economiche subite dagli imprenditori agricoli e del comparto della Pesca, a seguito del blocco delle attività imprenditoriali a causa dell'emergenza coronavirus.
Questi 15 milioni di euro rappresentano dunque una reale boccata d'ossigeno per il settore della pesca, armatori e pescatori sperano adesso che i contributi possano arrivare in tempi brevi.
GRANDANGOLO
MALTEMPO, INTERVENTI SU STRADE PROVINCIALI NELL'AGRIGENTINOSI RACCOMANDA LA MASSIMA PRUDENZA A QUANTI DOVESSERO PERCORRERE QUESTE STRADE
di Redazione
Sono ancora in corso su alcune strade interne i lavori di rimozione del fango e degli abbondanti detriti riversatisi su alcuni tracciati in seguito al nubifragio che si è abbattuto nella notte sulla nostra provincia, in particolare tra Bivona, Alessandria della Rocca e San Biagio Platani. Gli interventi di maggior consistenza sono stati effettuati dai cantonieri del Libero Consorzio di Agrigento sulla SP n.19-B Alessandria della Rocca-San Biagio Platani per rimuovere alcuni massi caduti sul tracciato e le grosse quantità di detriti che avrebbero potuto causare danni agli automobilisti in transito.
Gli interventi
Per gli stessi motivi si è prontamente intervenuto anche sulla SP n. 20-B Casteltermini-San Biagio, sulla SP n. 34 Bivio Tamburello-Bivona, e sulla NC 05 Bivio SP n. 32, ove erano state segnalate abbondanti quantità di fango in diversi punti dei tracciati. Anche dopo la collocazione dell'apposita segnaletica di pericolo, si raccomanda la massima prudenza a quanti dovessero percorrere queste strade, mentre è tuttora in corso da parte dei cantonieri del Settore Infrastrutture Stradali un'attenta ricognizione della viabilità interna per verificare la presenza di altre situazioni di potenziale pericolo.
Magaze
SP24 Cammarata - Santo Stefano di Quisquina: il Libero Consorzio interverrà sul movimento franoso
AGRIGENTO - Approvato il bando di gara per l'affidamento dei lavori di intervento per il movimento franoso sulla S.p. n. 24 nel tratto Cammarata - Santo Stefano di Quisquina in località Filici. Il bando progettato dal Settore "Urp, Comunicazione, Attività Negoziale, Polizia Provinciale, Infrastrutture Stradali" prevede una spesa massima di seicentomila euro. L'appalto sarà aggiudicato secondo il criterio del minor prezzo, secondo quanto previsto dall'art. 36, comma 9 bis del D. Lgs. n. 50/2016. I lavori a base d'asta soggetti a ribasso d'asta ammontano a € 450.695,90 euro di cui € 13.939,05 per gli oneri per la sicurezza per un totale 464.634,95 a cui si aggiungono altri oneri e tasse previste per circa 135 mila euro.
Nello specifico sono richiesti scavi di sbancamento, la realizzazione di due pozzi drenanti collegati da drenaggi, il riempimento degli scavi con materiale proveniente dagli stessi. Inoltre è previsto il rifacimento di cassonetto stradale, la bitumatura per tre strati e la collocazione di barriera di protezione. I lavori inizieranno, al netto di ritardi dovuti all'emergenza Covid-19, nel primo semestre del 2021.