Giornale di Sicilia
Concorsi pubblici sospesi, ok micro sessioni
Lo svolgimento delle prove dei concorsi pubblici e quello per l'abilitazione all'esercizio delle professioni resta sospeso a causa della pandemia ma si apre alla possibilità di selezioni in sessioni ridotte con al massimo 30 partecipanti. Lo prevede il nuovo dpcm per affrontare l'emergenza Covid che ribadisce come sia possibile invece la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, Sono esclusi dalla sospensione i concorsi per il personale del servizio sanitario nazionale, ivi compresi, ove richiesti, gli esami di Stato e di abilitazione all'esercizio della professione di medico chirurgo e di quelli per il personale della protezione civile. «Dal 15 febbraio 2021 - si legge - sono consentite le prove selettive dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni nei casi in cui è prevista la partecipazione di un numero di candidati non superiore a trenta per ogni sessione o sede di prova» con l'adozione dei protocoli anticovid. La ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone si è detta soddisfatta per l'apertura ai concorsi in presenza anche se in sessioni ridotte. «Questa misura è fondamentale - scrive su Facebook - per sostenere la macchina amministrativa. Il Paese non poteva permettersi di tenere più a lungo fermi i concorsi». Ma il rischio è di difficile gestione soprattutto per le grandi amministrazioni. «Ci si chiede adesso - dice il direttore generale del Forum PA, Gianni Dominici - come si tradurrà concretamente la proposta, anzi la conferma, di sblocco dei grandi concorsi nazionali fermi, e come verranno gestite le enormiquantità di candidature pervenute su alcuni bandi. Il «concorsone Inps» - ad esempio - è fermo con 4.000 candidati in attesa; Agenzia dell'Entrate, 2.600; più di 1.000 per il Ministero della Giustizia; ben 177.000 per Roma, che avrebbe avuto problemi di gestione anche in un periodo di conduzione ordinaria».
La Sicilia
"RIFORMARE LA MACCHINA AMMINISTRATIVA, UNA SFIDA DA VINCERE"
Il nuovo assessore Zambuto dai fasti della Dc giovanile al "mostro" burocratico: "Digitalizzazione e semplificare"
Dal lungo conclave di Forza Italia, Marco Zambuto, neo assessore alla Funzione pubblica è uscito papa senza essere stato ordinato cardinale, sfruttando l'onda lunga del riequilibrio tra i territori, appena qualche mese dopo la sconfitta delle Amministrative di Agrigento dove aveva perso contro Francesco Miccichè candidato voluto fortemente dal vicepresidente dell'Ars autonomista Roberto Di Mauro. Qualcuno lo ha definito "un cuffariano eretico", ma più che la comune origine agrigentina con l'ex governatore siciliano c'entra forse quell'appartenenza a una tradizione politica che sapeva riconoscere ai tempi della Dc in un obbiettivo comune, oltre ad una indiscutibile capacità di ascolto che l'ex sindaco della città della Concordia riassume in sé.
Da assessore alla macchina amministrativa dovrà riscrivere la storia del carrozzone Regione, la patria dei "fannulloni" della burocrazia evocati a più riprese dal presidente Nello Musumeci, mantenendo lo stesso serafico ed accogliente sorriso che riserva ad ogni vecchio amico che vede anche per la prima volta, in pieno "Totò-style".
Sarà che i predestinati anche in politica si alzano presto nell'alba del loro cammino, ma Marco Zambuto, ventenne consigliere comunale eletto nel 1993 ad Agrigento, di cui fu poi sindaco per quasi due mandati, è troppo giovane per essere un vecchio della politica siciliana, dopo essere arrivato in incolpevole ritardo con la scommessa generazionale della Balena Bianca. A vederlo protagonista sono gli anni del movimento giovanile Dc con Angelino Alfano che nel 1992 diventa segretario provinciale del movimento giovanile e lui consigliere comunale l'anno dopo nel capoluogo agrigentino.
Zambuto arriva da un territorio in cui la crisi morde più che in altri posti e lo spopolamento continua a braccare senza sosta la speranza di chi prova a resistere:" Deve cambiare il linguaggio della politica - dice - proprio a partire da un codice di speranza che sia in grado di andare dalle piccole cosa ai grandi progetti". Sa che oggi serve uno sguardo lungo che vada oltre il primo miglio da abbozzare e si è messo infatti subito al lavoro con il suo staff e con il capo del personale della Regione, Carmen Madonia:" Negli ultimi anni - commenta - abbiamo subito come siciliani, quasi a nostra insaputa un federalismo fiscale che ci continua a danneggiare pesantemente. Ci viene tolta ogni risorsa e ne stanno pagando il prezzo i comuni privati dei trasferimenti statali e a cui si dice arrangiatevi".
Il debutto con Anci Sicilia è stato segnato da una partenza incoraggiane: " Sulla riforma della pubblica amministrazione giochiamo la vera partita dei prossimi anni - annuncia - dobbiamo lavorare a qualcosa che abbia lo slancio, il carattere della innovazione, ma anche della professionalizzazione".
Riclassificazione, rimotivazione e riqualificazione del personale, spiega Zambuto, tre parole per un solo concetto, l'agibilità della macchina amministrativa, logora negli schemi, superata rispetto alle esigenze e ai carichi di lavoro e da reinterpretare in funzione della spesa per investimenti targata Ue "ma anche il binomio da cui non si scappa: digitalizzazione della pubblica amministrazione e semplificazione".
Ma cosa pensa infine il nuovo titolare del governo regionale sul riordino del territorio, dell'Araba fenice degli enti locali, le ex Province? "E stato un grande errore chiuderle, non hanno esaurito ancora la loro funzione, oggi sono strumenti che non hanno risorse. Vanno valorizzate". E se lo dice un ex renziano, può essere che i giorni cosparsi con il capo di cenere stiano per cominciare anche per gli altri.
Regione Siciliana - Sito Ufficiale
La Sicilia in zona rossa fino al 31 gennaio come atto di responsabilità per fronteggiare l'impennata di contagi, con l'opzione di "chiudere elementari e prima media" se i dati non miglioreranno tra 15 giorni; intesa col governo nazionale per ripianare il disavanzo in dieci anni anziché tre per consentire di mettere finalmente ordine nei conti della Regione, dopo decenni di "allegra gestione". I provvedimenti su questi due temi sono stati illustrati questa mattina al PalaRegione di Catania dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e dagli assessori all'Economia Gaetano Armao, alla Salute Ruggero Razza e all'Istruzione Roberto Lagalla.
La zona rossa, ottenuta dal governo regionale a seguito della richiesta avanzata al ministro della Salute, è stata chiesta sulla base dei dati relativi alla costante e graduale crescita dei contagi: un indice Rt regionale che nel suo punto massimo segnava già 1,25 e i 2000 nuovi positivi al giorno hanno fatto valutare al Comitato tecnico scientifico e all'Osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Salute l'opportunità di anticipare di una settimana quello che quasi certamente si sarebbe verificato fra sette giorni. Anche i dati di contact tracing hanno suggerito l'adozione del provvedimento, posto che in genere la media regionale è oltre la soglia dei 50 positivi su 100mila abitanti e in molti casi addirittura sopra i 250/100mila (400/100mila a Messina).
E' stato chiarito che l'apertura delle scuole fino alla prima media è in linea con lo screening avviato il 14 gennaio, che restituisce dati di positività molto bassi: la prima giornata di monitoraggio indica che su oltre 14mila test ci sono stati 48 positivi, per una percentuale dello 0,33%, con un minimo ad Agrigento (0,086%) e un massimo a Catania (0,6%). Questa la fotografia dei soggetti che rientreranno a scuola lunedì.
Chiarito anche che per bar e ristoranti valgono le stesse disposizioni del Dpcm emanato dal governo Conte.
Sull'altro tema affrontato in conferenza stampa, l'accordo Accordo Stato-Regione sul disavanzo è stato raggiunto al termine di un inter avviato a dicembre 2019 e finalizzato l'altro ieri sera, dopo un serrato negoziato, con l'intesa approvata dal Consiglio di ministri. L'accordo prevede la ripartizione di un disavanzo di quasi 2 miliardi in dieci anni, a partire dal 2022, la "liberazione" di 421 milioni per il bilancio 2021 e una operazione di riqualificazione della spesa che dal 2021 al 2029 porterà a risparmi per 1 miliardo e 740 milioni. In quest'ambito sono state individuate aree di intervento sui cui agire in quota percentuale, senza dover indicare con puntualità le riduzioni di spesa voce per voce.
"La zona rossa- ha detto il presidente Musumeci - è stata una decisione sofferta e a lungo meditata. Applicheremo le restrizioni per due settimane, se i risultati non saranno soddisfacenti adotteremo ulteriori misure di restrizione e prorogheremo la zona rossa. Per quanto riguarda le scuole, se il dato non migliora chiuderò anche prima media ed elementari. Rinnovo l'appello a prefetti e sindaci a far rispettare le restrizioni. In merito all'accordo con Roma sul disavanzo - ha aggiunto Musumeci - permetterà alla Regione, come diceva Piersanti Mattarella, di avere finalmente "le carte in regola". E' un accordo che rappresenta l'autonomia della responsabilità".
"Dalla fine del 2019 a oggi - aggiunge l'assessore Armao - abbiamo spinto per spalmare il disavanzo risultante dal rendiconto 2018 in dieci anni anziché in tre anni. Il negoziato col ministero dell'Economia ci ha consegnato risultati importanti: 740 milioni di minori entrate a causa del Covid che saranno interamente ricoperte dallo Stato, 13 milioni di differimento delle rate di muto come ottenuto da altre regioni, la possibilità di "liberare" 421 milioni di cui disporre nel bilancio 2021 e affrontare in serenità quest'anno. Complessivamente, il nuovo accordo costituisce una manovra che vale 2.161 milioni di euro, composta da una progressiva riduzione di spesa sino al 2029 che va nella direzione già intrapresa dal governo Musumeci e da investimenti. In più Abbiamo ottenuto una franchigia del 10% sugli obiettivi di riduzione di spesa accorpati per gruppi, cosa che ci lascia ambiti di manovra".
Tornando alla istituzione della zona rossa, l'assessore alla Salute, Ruggero Razza, ha precisato che la richiesta è nata con l'obiettivo di "proteggere il nostro sistema sanitario e produttivo e garantire una adeguata campagna vaccinale nelle prossime settimane. Obiettivo, evitare che se aumentino i contagi si sia costretti a convertire strutture sanitarie in reparti Covid: dobbiamo garantire le cure ordinarie a chi non è malato di Covid, non farlo sarebbe un errore. Ci dispiace, infine, avere dovuto sospendere la campagna vaccinale in alcune province per garantire i richiami, ma abbiamo fatto magazzino per garantire la seconda dose ai vaccinati, aspettiamo che lunedì il commissario Arcuri faccia chiarezza sulle forniture e che l'Ema "liberi" l'uso di altri vaccini che altri Paesi hanno già adottato".
Sul fronte della scuola, l'assessore Lagalla ha replicato a chi ha parlato di incoerenza: "Abbiamo ricevuto tanti consensi, lavoriamo affinché la vita scolastica prosegua nel rispetto delle regole e nelle condizioni di sicurezza per docenti e studenti, in piena coerenza con l'ordinanza regionale 5/2021 e il dpcm del 15 gennaio. A chi dice che abbiamo iniziato lo screening troppo tardi, dico che occorreva disporre campionamenti quasi in concomitanza del ritorno a scuola per fotografare la situazione attuale. Adesso abbiamo 15 giorni per verificare cosa succederà, ma siamo pronti a riammettere a scuola anche il 50% degli studenti delle superiori. Grazie all'assessorato alle Infrastrutture è pronto un piano per potenziare i trasporti pubblici. Ci stiamo anche occupando di combattere la dispersione scolastica accentuata dalla Dad. Nei prossimi giorni presenterò al presidente Musumeci un piano complessivo di interventi per la resilienza in campo scolastico e per il ritorno alla conoscenza, confidando su una campagna vaccinale prioritaria per i docenti maggiormente esposti: sostegno, infanzia e quelli con fragilità particolari".