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rassegna stampa del 13, 14 e 15 febbraio 2021

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Ex Province regionali abbandonate al loro destino

Giovanna Naccari
L'Ars ha posticipato ancora una volta le elezioni di secondo livello fissate dal Governo Musumeci per fine marzo
La felicità è un attimo. Il 29 gennaio il Governo regionale guidato da Nello Musumeci ha annunciato le elezioni degli organi elettivi dei Liberi Consorzi di Comuni e delle Città Metropolitane per il 28 e il 29 marzo. Un sospiro di sollievo in vista di un appuntamento elettorale atteso da sette anni. Dopo due settimane, però, il 10 febbraio, è arrivata la doccia fredda dell'Ars, che ha rinviato le elezioni. Un passo avanti, uno indietro e si ricomincia da capo per cercare una nuova data.
È stata la riforma voluta dall'ex presidente Rosario Crocetta con la legge 8/2014 a dare il via alla trasformazione delle ex Province in Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane, secondo la legge nazionale 56/2014, con l'obiettivo di snellire l'Amministrazione pubblica e ridurre i costi della politica.
Il Governo Musumeci, nonostante abbia sempre manifestato contrarietà alle elezioni di secondo livello, che mandano alle urne sindaci e consiglieri, vi puntava comunque per dare un assetto politico e amministrativo agli enti commissariati. Ma il Parlamento, con il voto segreto e le divergenze nella maggioranza, ha chiuso la strada.
"Non commento - ha detto il presidente della Regione - le decisioni dell'Assemblea, che è sovrana. La nostra posizione è nota, riteniamo che la guida delle ex Province, benché di secondo livello, debba essere restituita agli organismi istituzionali. Divergenze nella maggioranza? È il bello della democrazia".
Intanto in questi anni, tra norme nazionali e regionali, Città metropolitane e Liberi Consorzi comunali più che partire con l'agenda di nuovi impegni, hanno riempito le pagine di problemi di varia natura, in particolare gli squilibri di bilancio, il futuro del personale, l'incertezza sulle competenze. Nel 2018, come si rileva dai dati della piattaforma Siope, il sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici, le spese correnti degli Enti intermedi siciliani hanno raggiunto la cifra di 415 milioni di euro. Nel 2020, invece, hanno raggiunto i 558 milioni di euro.
Abbiamo sentito l'assessore delle Autonomie locali e Funzione pubblica della Regione, Marco Zambuto, che ha sintetizzato la riforma introdotta con legge 56/2014 e fatto luce sulle competenze che gli Enti intermedi potranno assumere una volta completata la riorganizzazione. "Il nostro obiettivo - afferma - è di pervenire al riordino delle funzioni e delle competenze amministrative degli Enti intermedi per valorizzarne il ruolo di governo del territorio. Dall'analisi della normativa nazionale e regionale, è emersa la specificità della potestà statutaria siciliana che, diversamente dal Parlamento nazionale, non ha ridotto le funzioni degli Enti di area vasta, orientandosi invece verso un loro ampliamento".
"Le disposizioni nazionali - aggiunge - hanno individuato un numero limitato di funzioni fondamentali, trasferendo le altre competenze provinciali alle Regioni e ai Comuni, mentre il legislatore regionale ha statuito che gli Enti intermedi siano titolari, oltre che delle funzioni proprie già attribuite dalla Legge regionale 9/86 alle ex Province siciliane, anche di altre funzioni in materia di servizi sociali e culturali, sviluppo economico, organizzazione del territorio e tutela dell'ambiente".
Sia per le Città Metropolitane che per i Liberi Consorzi sono previste, oltre alle funzioni di programmazione e coordinamento, prestazioni e servizi per le comunità che compongono l'area vasta. "In particolare - spiega l'assessore - per i Liberi Consorzi comunali dette funzioni hanno riguardato gli ambiti dell'istruzione e della cultura, dell'assistenza sociale, delle strade, e delle reti di trasporto, delle infrastrutture, dei rifiuti, dell'acqua, dei beni culturali, dei beni ambientali, del turismo, delle attività produttive, dell'assistenza tecnica amministrativa agli Enti locali. Le Città Metropolitane presentano le medesime funzioni di prestazione dei Liberi Consorzi comunali e altre inerenti la strutturazione di sistemi coordinati di gestione dei servizi pubblici locali del territorio metropolitano, già di competenza comunale".
Da anni, però, non si riesce a partire con questo nuovo assetto degli Enti intermedi, i cui commissari vengono prorogati di volta in volta proprio quando l'incarico si avvicina alla scadenza. "A seguito dell'accordo tra lo Stato e la Regione siciliana del 2016 in materia di finanza pubblica - dice Zambuto - è stata recepita la legge 56/2014, con particolare riferimento alle previsioni sulla riduzione dei costi della politica; alla riorganizzazione delle funzioni degli Enti locali, anche attraverso l'attribuzione ai Liberi Consorzi di Comuni dei compiti di sostegno e affiancamento ai Comuni per l'esercizio delle funzioni di carattere strumentale; alla definizione di un piano strategico per la valorizzazione delle Città Metropolitane; all'incentivazione delle Unioni dei Comuni e delle fusioni di Comuni. A fronte di una riforma della struttura politica del territorio, introdotta dallo Stato con una legge di riforma economica-sociale, la Regione siciliana, con la specificità della sua competenza statutaria, è chiamata a dare una configurazione degli Enti territoriali".
"Questa - conclude l'assessore - è la sfida alla quale siamo chiamati, con la consapevolezza di conoscere il ruolo che gli Enti territoriali rappresentano nel tenere ancora unito il nostro Paese".
Ripercorriamo le tappe di un percorso che sembra ancora non avere una fine
Adesso si cercano nuove soluzioni, pandemia e politica permettendo
Sono sei i Liberi Consorzi comunali (Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani) e tre le Città metropolitane (Palermo, Catania e Messina). Con la legge 15/15 l'Assemblea regionale siciliana ha portato a termine l'iter avviato in precedenza con le leggi 7/2013 "Norme transitorie per l'istituzione dei Liberi Consorzi comunali" e 8/14 "Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane".
Dopo tre anni dalla riforma nazionale, la legge regionale 17/17 ha introdotto il ritorno all'elezione diretta dei presidenti e dei consiglieri, ma è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale perché in contrasto con la legge Delrio 56/14, che ha introdotto una diversa governance degli enti per maggiore efficienza e per la riduzione dei costi della politica.
Con la legge 23/2018 la Sicilia si è riallineata alle disposizioni statali stabilendo le consultazioni di secondo livello. Un appuntamento, considerando solo gli ultimi anni, che era previsto a giugno 2019 poi rinviato al 2020 e poi slittato a causa dell'emergenza Covid. Un periodo in cui comunque le ex Province hanno dovuto affrontare mille problemi, fra tutti il prelievo forzoso dello Stato, quale contributo di finanza pubblica che ha portato al collasso finanziario gli enti già in criticità economiche.
Pandemia e politica permettendo, adesso si dovrà decidere la nuova data per dare agli Enti intermedi chiarezza per la programmazione e l'espletamento delle attività.
Intanto, è stato prorogato l'incarico dei commissari straordinari. I provvedimenti sono stati firmati dal presidente della Regione Nello Musumeci, su proposta dell'assessore delle Autonomie locali Marco Zambuto. A Palermo, Catania e Messina i commissari hanno i poteri del Consiglio metropolitano, mentre le funzioni di sindaco metropolitano e di presidente della Conferenza della Città metropolitana sono esercitati dai sindaci dei tre capoluoghi. Nelle altre sei province, invece, sostituiscono i presidenti dei Liberi Consorzi comunali. Questi i commissari delle Città metropolitane: Salvatore Currao (Palermo), Francesca Paola Gargano (Catania) e Santi Trovato (Messina). Nei sei Liberi Consorzi, invece, ci sono: Alberto Di Pisa (Agrigento), Duilio Alongi (Caltanissetta), Girolamo Fazio (Enna), Salvatore Piazza (Ragusa), Domenico Percolla (Siracusa) e Raimondo Cerami (Trapani).

Livesicilia

Ex Province, dove la democrazia si è addormentata da anni - Live Sicilia

di Salvo Toscano Nicola Baldarotta Peppe Castaldo
Quando nel 2008 i siciliani votarono per l'ultima volta per eleggere democraticamente i loro rappresentanti nelle Province, Barack Obama doveva ancora candidarsi alla Casa Bianca e Romano Prodi era presidente del Consiglio. Un altro mondo, tredici anni fa. Pensate se per tredici anni non vi facessero votare per eleggere il sindaco del vostro comune. Difficilmente la prendereste bene. Eppure per gli altri enti locali, quelli di area vasta che si chiamavano Province e che ora si chiamano liberi consorzi, funziona così. Non si vota più. E si va avanti da quasi otto anni con i commissariamenti e la democrazia sospesa. L'ultimo rinvio, stavolta causa Covid, questa settimana. Se ne parlerà a settembre, forse, per le elezioni di secondo livello (votano i sindaci e i consiglieri comunali). Chi può dirlo, del resto? I rinvii sono stati tanti e tali che ormai è azzardato fare pronostici. L'Ars per il momento ha spostato tutto all'autunno. Uno scandalo che non fa notizia, lo definimmo un anno fa. E ancora fermi siamo.
Il pasticcio nato con Crocetta
Intanto, le ex Province aspettano e ammuffiscono. Un pasticcio che affonda le radici nella riforma varata tra squilli di trombe nella scorsa legislatura dal governo Crocetta - si doveva votare nella primavera 2013, otto anni fa - e che finì in un clamoroso pasticcio. La nuova legislatura dell'Ars ci mise del suo. E cominciò la stagione dei rinvii. Che continua ancora.
La Lega: "Problema di credibilità"
"L'ennesimo rinvio delle elezioni di secondo livello per le ex province siciliane votato dall'Ars pone un problema di credibilità a tutta la politica regionale", dice il segretario della Lega in Sicilia Nino Minardo. Che ricorda come i Liberi Consorzi sono "in perenne commissariamento, senza alcuna guida politica, in crisi finanziaria e con migliaia di dipendenti che potrebbero essere messi in condizioni di lavoro più produttive e gratificanti". Problemi finanziari seri: Siracusa è già andata ko, Enna versa da tempo in condizioni gravi.
Il caso di Agrigento
Prendete Agrigento, ad esempio. Sono passati tredici anni dall'ultima volta in cui gli agrigentini sono stati chiamati ad eleggere il presidente della provincia quando - era il giugno 2008 - l'allora coordinatore del Movimento per le Autonomie, Eugenio D'Orsi, fece bottino pieno ottenendo il 67,88% dei consensi. In quell'occasione oltre 225mila agrigentini si recarono alle urne non certamente consapevoli che quella sarebbe stata l'ultima elezione di un presidente della provincia. Il mandato di D'Orsi, caratterizzato da una battaglia persa per la costruzione dell'aeroporto a Licata e da diversi azzeramenti di giunta, si concluse il 15 giugno 2013.
L'era dei commissari
Da quel momento in poi - così come nel resto della Sicilia - si sono susseguiti di volta in volta svariati commissari straordinari nominati dalla Regione, chiamati inizialmente al compito di "traghettatori" e che invece durano ancora oggi. Il Libero Consorzio di Agrigento nasce ufficialmente il 12 marzo 2014 con la gestione dell'Ente che fu affidata al commissario straordinario Benito Infurnari a cui seguì poi la gestione del commissario Alessandra Diliberto. Dal 2018 è cominciata l'era Alberto Di Pisa. L'ex procuratore di Termini Imerese e Marsala è stato riconfermato appena dieci giorni fa - per la quinta volta - commissario straordinario del Libero Consorzio.
Un soggetto ibrido
Una delle dirette conseguenze della (mancata) riforma delle province è la nascita di un soggetto ibrido che conserva ancora alcune prerogative che furono dei vecchi Enti ma che ne ha perse altre. Sotto la gestione Di Pisa particolare importanza è stata data - ad esempio - all'edilizia scolastica ma soprattutto alla viabilità interna, uno dei settori più "delicati" del territorio agrigentino. Secondo lo schema dell'ultimo bilancio di previsione - approvato nel luglio scorso dal commissario straordinario Di Pisa - l'ex provincia prevede di incassare quasi 94 milioni di euro frutto di entrate correnti (18.520.000,00 euro), trasferimenti correnti (23.954.555,43 euro), entrate extra tributarie (1.614.571,50 euro) ed entrate in conto capitale (40.069.567,29 euro). Il capitolo delle uscite prevede invece una spesa corrente per poco più di 43 milioni di euro a cui si aggiungono circa 50 milioni di euro per le spese di investimento destinate prevalentemente agli interventi sulla viabilità interna, sulle infrastrutture stradali, all'edilizia scolastica provinciale e alle scuole superiori. In diminuzione le spese per il personale per il 2020 che conta su 449 unità a tempo indeterminato e 126 a tempo determinato. Inoltre, lo schema del bilancio di previsione 2020 ha dovuto tenere conto anche del pesante prelievo forzoso da parte dello Stato che si aggira sui dieci milioni di euro e che riduce notevolmente la capacità di assicurare i servizi previsti dalla legge in favore dei cittadini.
Il caso di Trapani
La presenza di un commissario a Palazzo Riccio di Morana, sede della Provincia Regionale di Trapani ha inizio addirittura nel 2012 quando ancora si chiamava, appunto, Provincia Regionale. E questo poiché l'allora presidente Mimmo Turano, oggi assessore regionale alle Attività Produttive nella giunta guidata dal Governatore Nello Musumeci, si dimise per candidarsi proprio all'Ars dove venne eletto deputato.
Turano lasciò la reggenza del governo dell'ente provinciale al vicepresidente onorevole Enzo Culicchia. Ma pochi giorni dopo le sue dimissioni l'allora governatore Rosario Crocetta nominò il commissario straordinario nella figura di Alessandra Giammanco, dirigente dell'assessorato alle autonomie locali alla Regione Siciliana.
La Giammanco non entrò in sintonia con il consiglio provinciale che era rimasto in carica in attesa del rinnovo elettorale, e nel gennaio 2013 venne sfiduciata. Nel frattempo era diventata sempre più palese la volontà di Crocetta di abolire gli Enti provinciali e, infatti, nel 2013 alla Giammanco subentrò come commissario straordinario il dottor Dario Pellos, che proveniva dall'incarico di viceprefetto vicario a Forlì (Pellos divenne, poi, prefetto e il suo primo incarico fu proprio a Trapani).
L'era Ingroia
Dopo Pellos Crocetta consegnò l'Ente all'ex magistrato Antonio Ingroia. Era il 21 febbraio del 2014, Ingroia si insediò a Palazzo del Governo e nella conferenza stampa disse di essere arrivato a Trapani "non per fare il Pubblico Ministero ma non v'è dubbio che se dovessi incontrare vicende meritevoli di segnalazione farò il mio dovere di pubblico ufficiale". Parole chiare che fecero subito intendere che Ingroia non avrebbe fatto il semplice traghettatore dell'Ente. Ingroia resse la Provincia Regionale di Trapani per circa otto mesi (dal 21 febbraio al 31 ottobre) operando in sostituzione e con le funzioni di tutti gli Organi provinciali.
Valzer di commissari
Dopo Ingroia a Trapani arrivò, il 21 febbraio del 2014. l'avvocato Ignazio Tozzo, dirigente della Regione, che però venne preceduto da un commissario ad acta, la dottoressa Daniela Leonelli, funzionario del Dipartimento Regionale delle Autonomie locali. Tozzo rimase in carica per soli quattro mesi. Nell'aprile del 2015, nuovo Commissario Straordinario per il Libero Consorzio Comunale di Trapani venne nominato Giuseppe Amato, dirigente regionale, ma prima dell'insediamento del dottor Amato, l'attività amministrativa dell'Ente nei giorni scorsi era stata assicurata, nella sua veste di Commissario ad acta, da Angelo Sajeva, funzionario della Regione Siciliana. Giuseppe Amato si dimise dall'incarico il 13 gennaio del 2017. Pochi giorni dopo, e finora è stato l'ultimo (ed è ancora in carica), alla guida del Libero Consorzio Comunale venne nominato un magistrato in pensione: il dottor Raimondo Cerami.
L'appello di Minardo
Analoghe le vicende che hanno contrassegnato questi anni a Siracusa, Ragusa, Enna e Caltanissetta. Il leghista Minardo lancia un appello: "In accordo con i deputati regionali della Lega facciamo appello a tutti i deputati del centrodestra e al Parlamento regionale affinché si pongano le basi per poter avviare immediatamente una discussione nuova nel merito e nel metodo con tutti portando avanti sin da subito il principio che quello votato mercoledì scorso debba essere l'ultimo rinvio per le elezioni di secondo livello dei Liberi Consorzi in Sicilia". Chissà se accadrà davvero.

Grandangoloagrigento

Raid vandalico al Libero Consorzio: denunciato ventenne

Appena sette giorni fa aveva danneggiato oltre cinquanta veicoli ad Agrigento
Lo stesso ventenne che negli scorsi giorni si era reso protagonista del danneggiamento di oltre cinquanta veicoli nel centro di Agrigento è stato nuovamente denunciato per aver compiuto un altro raid vandalico. Questa volta il giovane è entrato in azione nei locali del Libero Consorzio di Agrigento tra via Acrone e via Esseneto. Il ventenne, una volta intrufolatosi, ha messo a soqquadro le stanze, scaraventato a terra armadi e computer. Ma le telecamere di sorveglianza lo hanno ripreso e identificato. Da qui l'ennesima denuncia, la seconda in breve tempo per danneggiamento.

Agrigentonotizie

Libero consorzio, al via le gare per la manutenzione degli edifici scolastici

Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie
Previste le gare per i lavori di manutenzione straordinaria per alcuni edifici scolastici dell'Ente
Il Libero Consorzio intende avviare una serie di lavori di manutenzione straordinaria per migliorare le condizioni degli edifici scolastici di proprietà dell'Ente, mediante una serie di gare che riguardano la provincia di Agrigento.    
Entro il 1 marzo si potranno inviare le istanze per l'indagine di mercato relativa alla procedura negoziata per l'accordo quadro annuale con un solo operatore economico per i lavori di manutenzione straordinaria degli immobili scolastici di proprietà del Libero consorzio comunale di Agrigento. Gli interventi riguardano il Liceo classico "Empedocle" di Agrigento, l'I.T.C "L. Sciascia" di Agrigento, l'I.P.A. "E. Fermi di Licata e l'Istituto Magistrale "M. L. King" di Favara.  
Il progetto esecutivo prevede la spesa massima di 370 mila euro per interventi straordinari. Le opere da effettuare vanno dal ripristino e le impermeabilizzazioni di parti di immobile, il rifacimento di intonaci esterni ed interni, il ripristino dei soffitti, la riparazione di porte in legno, la tinteggiature per interni, il ripristino delle pavimentazioni. Per una dettagliata descrizione dei lavori richiesti occorre consultare la home page del sito del Libero Consorzio www.provincia.agrigento.it, nella sezione gare ed appalti.
Gli operatori economici che intendono manifestare il proprio interesse a partecipare alla procedura negoziata dovranno far pervenire entro le ore 13:00 del primo marzo 2021, l'apposito modulo predisposto dal Libero Consorzio. Il documento è scaricabile nel Portale Appalti del sito www.provincia.agrigento.it.
L'esame delle manifestazioni di interesse e l'eventuale sorteggio verrà effettuato in seduta pubblica, tramite la Piattaforma Telematica Maggioli, il giorno 3 marzo 2021 alle ore 09:00 presso la sala Gare del Libero Consorzio Comunale di Agrigento di Via Acrone 27 ad Agrigento.
L'appalto sarà aggiudicato secondo il criterio del minor prezzo, seguendo le previsioni dall'art. 36, comma 9 bis del D. Lgs. n. 50/2016. Ulteriori informazioni potranno essere richieste alle sedi Urp del Libero Consorzio oppure chiamando i numeri verdi 800315555 oppure 800 236 837.

TeleradioMontekronio

Raid vandalico al Libero Consorzio di Agrigento
Un giovane è stato denunciato per aver effettuato

un raid vandalico all'interno dei locali del Libero Consorzio di Agrigento, tra via Acrone e via Esseneto. Il ventenne, una volta intrufolatosi negli uffici, ha messo a soqquadro diverse stanze, scaraventando a terra armadi, fascicoli e personal computer. Le telecamere di sorveglianza, collocate all'interno dello stabile, lo hanno ripreso durante l'azione e così è stato facilmente identificato e denunciato dai Carabinieri della locale stazione. Non si conoscono i motivi del gesto, che ha determinato danni per qualche migliaio di euro.
Una volta identificato, si è scoperto che il ventenne in azione dentro la sede dell'ex Provincia, è lo stesso che la settimana scorsa è stato fermato da una pattuglia della Guardia di Finanza di Agrigento mentre stava danneggiando, in pieno centro storico, più di cinquanta veicoli, tra automobili e scooter. Anche in questo caso ignoti i motivi dell'atto vandalico. L'episodio, in quel caso, si è registrato tra via Empedocle e la zona dove è sito il Comune di Agrigento, mentre il giovane è stato bloccato nei pressi della Stazione Centrale. Il ventenne, in quella occasione, avrebbe rotto decine di specchietti e danneggiato i lunotti delle auto. I finanzieri, che stavano perlustrando la zona, richiamati da alcuni passanti, hanno subito intuito cosa stesse accadendo e hanno seguito il ragazzo fermandolo nei pressi della stazione. Adesso il nuovo raid dentro il Libero Consorzio e la conseguente denuncia.

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