Giornale di Sicilia
Il bollettino, zona rossa a Porto Empedocle e Ventimiglia di Sicilia
«Zero casi» e due lockdown
Andrea D'Orazio
«La Regione Sicilia integrerà nella giornata di domani i dati non comunicati oggi per motivi organizzativi »: così recita la nota scritta a piè pagina nel nuovo bollettino epidemiologico quotidiano diffuso ieri dal ministero della Salute. Il terremoto nella sanità siciliana manda dunque in tilt le comunicazioni con Roma e il quadro sulla situazione dell'Isola resta al buio per 24 ore, ma i contagi non si fermano, e su richiesta dei rispettivi sindaci, vista l'impennata di positivi registrata nell'ultimo weekend, il governatore Musumeci istituisce altre due zone rosse. Si tratta di Ventimiglia di Sicilia e Porto Empedocle, off-limits per due settimane, da giovedì prossimo fino al 14 aprile, mentre resteranno «blindati» fino al 6 aprile tre comuni che ieri, per scadenza della vecchia ordinanza, erano destinati a tornare in arancione: Palma di Montechiaro, Scicli e Regalbuto. Ma l'elenco sembra destinato ad aumentare, e il prossimo paese in lista d'attesa è Borgetto, nell'area metropolitana di Palermo, dove il sindaco Luigi Garofalo, a fronte di una quarantina di infezioni accertate nelle ultime ore, ha già chiesto la zona rossa a Palazzo d'Orleans. Intanto, nella regione spunta un altro caso variante brasiliana (tra le mutazioni del virus più aggressive) stavolta su un paziente di 80 anni di Canicattì. A comunicarlo è stato il commissario straordinario dell'Asp di Agrigento, Mario Zappia durante un vertice sull'emergenza Covid con il prefetto Maria Rita Cocciufa, che ha tracciato i «dati allarmanti» della provincia, cresciuti con una media di 100 contagi al giorno «nonostante otto zone rosse e un incredibile dispiegamento di forze, anche perché le persone continuano a riunirsi in case private per feste ed eventi». Preoccupa anche il Nisseno, soprattutto Caltanissetta, che conta altri 24 casi nell'arco di una giornata, mentre nel Ragusano, dove ieri sono deceduti altri due pazienti, oltre a Scicli con i suoi 178 contagi attivi a destareallerta adesso è anche il capoluogo, arrivato a un soffio da quota 200 positivi. Nel Messinese, invece, preoccupa Milazzo, dove i residenti contagiati sono saliti a quota 127. (*ADO*)
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Il Giardino botanico di Agrigento e i suoi tunnel nella roccia
Nell'area verde sono presenti circa 20mila piante di oltre 300 colture diverse, un erbario, ipogei, reperti fossili e caverne naturali visitabili
di Beniamino Biondi
Francesco Lojacono, considerato il più importante paesaggista dell'Ottocento siciliano, è stato tra i primi pittori ad utilizzare la fotografia come riferimento per realizzare le sue opere, alla ricerca di una resa pittorica più aderente della realtà. Tra i suoi quadri - custoditi per buona parte a Villa Malfitano e nella Galleria d'Arte Moderna di Palermo, e al Museo dei Padri Filippini di Agrigento come parte della collezione Sinatra - ce n'è uno, bellissimo, dal titolo "Orto botanico di Palermo, Viale delle Palme". Declinato sul rapporto del minimo passaggio fra incantevoli cromatismi verdi, in una irrequieta tensione impressionista, laddove il pallore di certe pennellate cede il passo a un'intensità stentorea, sul dipinto campeggia un'ordinata fila di vasi che segna l'incrocio tra due vialetti, e, sul fondo, esplodono come un fuoco d'artificio le foglie di una palma che copre in parte un ampio varco colonnato immerso a più cupi ceppi frondosi.
È l'Orto botanico di Palermo, straordinario, ma potrebbe essere l'immagine dello stesso luogo situata ad Agrigento, dove più che un orto - che storicamente ha una funzione di produzione di sostanze medicamentose - esiste un meraviglioso Giardino botanico, cioè un ambiente naturale ricreato artificialmente che raccoglie una grande varietà di piante categorizzate per scopi scientifici. Situato dentro la città, a poca distanza dalla Valle dei Templi, vicino al Cimitero monumentale, per qualche strano motivo questo luogo è meno conosciuto di quel che dovrebbe; gli si passa a fianco, in una strada di grande traffico, e lo si scorge dai grandi cancelli in ferro battuto che si aprono su un lungo muro di cinta che ha il colore tipico dell'arenaria.
E tuttavia le soste sono sporadiche, come se patisse di non essere né centro storico, né area archeologica; un'anomalia, insomma, che ha finito per rendersi nascosta lasciando che si ignorasse un luogo che non ha eguali per bellezza di paesaggio e per condizione di armonia spirituale con la natura. Chi preferisce l'inferno quotidiano a questo piccolo Eden irrelato dal tempo storico, non sa che qui sono presenti circa ventimila piante riferibili a oltre 300 colture ed essenze diverse, espressioni tipiche della macchia mediterranea, e che sono presenti pregevoli testimonianze archeologiche, quali ipogei e caverne naturali visitabili, reperti fossili, e fenomeni calcarenitici di suggestiva bellezza.
All'interno del giardino sono presenti, inoltre, una serie di "terrazze" che sorgono su banchi in tufo, offrendo ai visitatori un'ineguagliabile vista su tutta la Valle dei Templi, un "erbario" con diverse centinaia di essenze erbacee essiccate e catalogate, di cui alcune risalenti al XIX secolo, e una fitta rete di sentieri che si intersecano a varie differenze di quota con una disposizione vagamente dedalea. Gli edifici e i percorsi turistici coprono circa due ettari, dando forma a un vero e proprio museo a cielo aperto, che, al di là delle bellezze presenti in superficie, percepibili con l'immediatezza di uno sguardo, nasconde all'interno del sottosuolo spunti di notevole interesse storico e speleologico.
"Agrigento Sotterranea", l'associazione che si occupa del tentativo di riscoperta della città speculare, non disgiungendo dai suoi propositi anche l'esito rigoroso degli studi, ha effettuato una ricerca all'interno dell'area, per una precisa e puntuale catalogazione degli imbocchi delle cavità presenti, tracciando un quadro puntuale delle emergenze speleologiche presenti. In particolare, l'area del Giardino botanico è caratterizzata dalla componente calcarenitico-sabbiosa della "Formazione di Agrigento" che, lungo le pareti che delimitano il settore settentrionale della struttura, è ampiamente rappresentata dai fronti risparmiati dalla notevole attività di cava che in questa zona era fortemente presente in periodi precedenti a quello attuale.
Tale contesto geologico ha determinato la possibilità di potere realizzare, in epoche passate, strutture cunicolari - gli ipogei - per il reperimento delle acque in falda, come nel caso dell'Ipogeo di Bonamorone, che proprio all'interno della porzione più orientale del Giardino botanico presenta un pozzo di aerazione. L'area del giardino ha delle peculiarità morfologiche legate all'attività che l'uomo, per lunghi periodi, ha portato avanti attraverso lo sfruttamento sia degli affioramenti di roccia per l'estrazione dei conci di calcarenite sia, in un periodo successivo, della colonia agricola dell'ex Ospedale Psichiatrico; la presenza di un elevato numero di pozzi per l'emungimento delle acque dal sottosuolo viene ricondotto alle notevoli pratiche agricole portate avanti all'interno di quest'area. Le cavità artificiali censite durante i rilievi sono state diverse, e, in particolare, sono state classificate secondo due tipologie, ovvero "opere idrauliche" e "cavità stanziali". Nelle prime rientrano tutte le cavità realizzate per il reperimento e l'emungimento delle acque, siano esse superficiali che sotterranee; mentre nelle seconde rientrano tutte le strutture ipogeiche realizzate come abitazioni, stalle o magazzini e adibite, in periodi differenti, ad usi diversi. Le dimensioni e le forme delle stesse cavità variano in funzione di quelli che erano gli usi per cui erano state realizzate: nella quasi totalità dei casi le stesse si presentano sub-orizzontali o con dislivelli minimi. In tutto le cavità censite sono risultate essere sedici, di cui nove cavità stanziali e sette opere idrauliche: queste ultime sono rappresentate essenzialmente da pozzi ad andamento verticale in cui le profondità rinvenute oscillano da dieci a più di venti metri.
Insomma, un patrimonio enorme, come tutta quella rete sotterranea che ha una sua vita sotto il centro storico di Agrigento e che attende la sua rigenerazione; e se lì, però, le cavità talvolta sfiorano slarghi angusti e occasionali, mortificati dal cemento o da certe forme di imbarazzante disarmonia urbana, al Giardino botanico accade il miracolo di una perfezione sensibile, nella luce di un bel sole che spegne i suoi raggi fra cavità e anfratti, mentre al di là dei suoi cancelli il mondo si priva dell'immaginazione.
Corriere di Sciacca
Covid: "zona rossa" terminata a Sciacca, prorogata a Palma di Montechiaro
SCIACCA. Terminata alla scorsa mezzanotte la zona rossa a Sciacca. Dopo 14 giorni di restrizioni imposte dalla normativa, il dato dei contagi è sempre sopra i 100 casi e resta la preoccupazione. Oggi niente lezioni nella scuola primaria per un'ordinanza di verifica degli interventi fatti nei giorni scorsi, assemblee in video conferenza per le scuole superiori. Da domani scatteranno le vacanze pasquali per tutte le scuole.
La zona rossa è stata invece prorogata per Palma di Montechiaro. La decisione è stata presa dal presidente della Regione Nello Musumeci, su richiesta del sindaco e a seguito della relazione dell'Asp. La precedente ordinanza sarebbe scaduta stasera a mezzanotte.
La Sicilia
Aumentano i contagi e scattano altre due zone rosse
(r.b.) Mentre in Siciìia scoppia il caso sui numeri relativi alla situazione epidemiologica regionale a quanto pare falsati, il Covid-19, scevro da ogni azione giudiziaria e da ogni altra bega, continua a farsi strada tra la gente. Secondo il report dell'Asp, relativo a lunedì, i nuovi casi di positività sono 101, si contano anche 27 guariti, 10 nuovi ricoverati e, purtroppo, anche un decesso. A Ribera il numero più alto di nuovi casi: + 17 che porta a 172 le persone attualmente sottoposte a trattamento domiciliare. A Santa Margherita di Belice, dove è stata istituita la zona rossa, i nuovi positivi sono 15 per complessivi 45 in isolamento domiciliare. Sia ad Agrigento, sia a Porto Empedocle (anche qui è scattata la zona rossa), i nuovi casi sono, rispettivamente 13: Agrigento sale a 186 soggetti in trattamento domiciliare per complessivi 931 positivi registrati dall'inizio della pandemia. A Porto Empedocle sono invece 67 le persone in isolamento per un totale pari a 290 dall'inizio della pandemia.
Incremento di nuovi casi anche a Sciacca che segna +8 per complessive 116 persone in trattamento domiciliare; a Canicattì e Siculiana dove si contano, rispettivamente, 7 casi che portano a 122 i soggetti in trattamento a Canicattì e a 64 quelli in isolamento a Siculiana; a Favara dove i nuovi casi sono 6 per un totale di 91 persone in isolamento. Non è finita. Nuovi contagi anche a Menfi (+4), Montevago (+3), Raffadali (+2) e a Burgio, Caltabellotta, Cammarata, Campobello di Licata, Montallegro,Palma di Montechiaro (qui la zona rossa è stata prorogata fino al6 aprile) e Sambuca di Sicilia che registrano, rispettivamente,l nuovo caso di positività.
Secondo il report dell'Asp, alla data di martedì, sono stati somministrati 721 tamponi. Infine, è di Camastra la persona che, purtroppo, è deceduta come i 343 operatori sanitari deceduti durante la pandemia, tra i quali anche il dottore Lorenzo Vella, Ed è la moglie, la signora Rosa Cilluffo, a lanciare un appello ai cittadini, non prima di avere ringraziato «il presidente dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri, Santo Pitruzzella - scrive - per le parole affettuose e di stima per mio marito e per avere commemorato tutti gli operatori di bene che, come Lorenzo, hanno messo e continuano a mettere la propria vita a disposizione degli altri. Perché il sacrificio degli operatori sanitari non sia stato vano, esorto tutti al rispetto delle regole e a non sottovalutare l'epidemia. La nostra buona condotta è il gesto di responsabilità che ci aiuterà a superare questo momento».
Partiti i lavori nell'ex ospedale
VIA ATENEA. Al via il restauro e la riqualificazione dell'edificio che diventerà sede del Consorzio universitario "Empedocle". L'importo complessivo delle opere è di sei milioni e centomila euro
FRANCESCO DI MARE
L'escavatore ha fatto "irruzione" nell'atrio dell'ex ospedale in via Atenea intorno alle 6.30 di ieri. In giro non c'erano autorità, non c'erano "fasce" o vip a farsi selfie per immortalare un evento storico. Ovvero, l'inizio dei lavori di restauro e riqualificazione dell'ex nosocomio, per farne sede del Consorzio universitario della città dei Templi. L'importo complessivo delle opere è di sei milioni e centomila euro, di cui due milioni e seicento mila finanziati dall'università di Palermo. Entro la fine di settembre 2022, lo storico edificio sarà sede del polo universitario. Le imprese realizzatrici sono la rt Ares e il consorzio Energos di Martina Franca, in provincia di Taranto. L'opera rientra in un partenariato con l'Università degli studi di Palermo. La struttura - sarà recuperata, consolidata e messa a norma. Alla fine ospiterà due sale da 70 posti ciascuna, un'aula magna, uno spazio per incontri. Sarà un laboratorio culturale, non sarà necessariamente legato alle attività accademiche in senso stretto, anche se da tempo si parla dell'idea di uno spostamento di almeno una parte delle lezioni dalla periferia al cuore di Girgenti.
Dentro il progetto, il Comune di Agrigento ha previsto di inserire anche un ascensore urbano che metterà in collegamento il piazzale della stazione ferroviaria con via Empedocle. Una struttura che sarà finanziata con gli stessi fondi di Girgenti".
L'impresa entro 950 giorni naturali e consecutivi, ovvero entro il 23 settembre 2023, deve concludere l'opera. L'ultima tappa è stata segnata nel luglio 2020 quando l'Università degli Studi di Palermo aveva comunicato l'approvazione del progetto esecutivo e stava avviando le procedure per la gara. Oltre al restauro è prevista la rifunzionalizzazione dell'ex ospedale che ospiterà infatti attività educative, di ricerca e di animazione culturale, proponendosi come il principale hub del nuovo ecosistema culturale di rigenerazione urbana. Ieri ha dunque preso il via la prima fase, quella della bonifica del sito. Bonifica dalle erbacce, dai materiali ammassati da anni, dalle carcasse di animali e dalle altre tracce lasciate dal degrado e dal passare del tempo inutilmente.