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Rassegna stampa del 25 maggio 2021

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Conversione in Legge n. 61/2021 del Dl. n. 30/2021: le novità in materia di congedo straordinario da "Covid-19" e di "lavoro agile"
È stato pubblicata, sulla G.U. n. 112 del 12 maggio 2021, la Legge n. 61/2021 di conversione del Dl. n. 30/2021, concernente "Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del 'Covid-19' e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena".
Nella formulazione originaria, il Decreto all'art. 2 ha introdotto una nuova versione dei congedi per i lavoratori, pubblici e privati, genitori di figli conviventi minore di 16 anni, riconoscendo, alternativamente all'altro genitore, di poter svolgere la prestazione di lavoro in modalità "agile" per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio, alla durata dell'infezione di quest'ultimo o della quarantena.
In sede di conversione, detto beneficio è stato esteso anche ai genitori di figli, senza limite di età, con disabilità grave ex art. 3, commi 1 e 3, della Legge n. 104/1992, con disturbi specifici dell'apprendimento, o con "bisogni educativi speciali" ("bes"), nelle fattispecie sopra indicate ovvero nel caso in cui i figli frequentino centri diurni a carattere assistenziale dei quali sia stata disposta la chiusura.
Nei casi sopra indicati, qualora la prestazione lavorativa non possa essere svolta in modalità "agile", il genitore di figli minori di 14 anni o con disabilità grave ex art. 3, commi 1 e 3, della Legge n. 104/1992, senza limite di età, può astenersi dal lavoro per gli stessi periodi. Per i periodi di astensione è riconosciuta un'indennità pari al 50% della retribuzione (escluso rateo tredicesima e trattamenti accessori), calcolata secondo quanto previsto dall'art. 23 del "Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità", e prevista la contribuzione figurativa. Nel caso di figli di età compresa fra 14 e 16 anni, uno dei genitori ha diritto di astenersi dal lavoro senza corresponsione di retribuzione o indennità né riconoscimento di contribuzione figurativa, con divieto di licenziamento e diritto alla conservazione del posto di lavoro.
I periodi di congedo parentale e di prolungamento del congedo concesso per figli con disabilità di grave (artt. 32 e 33 del Testo unico), fruiti a decorrere dal 1° gennaio 2021 e fino alla data di entrata in vigore del Decreto, possono essere convertiti a domanda nel congedo con diritto alla citata indennità al 50% e non sono computati né indennizzati a titolo di congedo parentale.
La Legge di conversione ha ulteriormente rafforzato le tutele dei genitori con figli in condizioni di grave disabilità o con bisogni educativi speciali, correlate al diritto di lavorare agilmente. In particolare, con il comma 8-bis ha modificato l'articolo 21-ter del Dl. n. 104/2020 (cd. "Decreto Agosto"), estendendone l'applicazione anche ai dipendenti pubblici. Al pari dei privati, anche i lavoratori pubblici, genitori di figli gravemente disabili o con Bes, hanno diritto a svolgere la prestazione di lavoro in modalità agile, fino al 30 giugno 2021, anche in assenza di accordi individuali, fermo restando, come indica la norma, il rispetto degli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 81/2017. Si evidenzia, con riferimento a tale ultimo aspetto, il mancato coordinamento con la disciplina del lavoro agile semplificato nel pubblico impego che, all'art. 87 del dl. n. 18/2020 (cd "Decreto Cura Italia"), già deroga alla previsione degli obblighi informativi di cui agli artt. 18 ss. della Legge n. 81/2017.
Pertanto, oltre che nelle specifiche fattispecie connesse alla durata della sospensione dell'attività didattica in presenza del figlio, alla durata dell'infezione di quest'ultimo o della quarantena, la disposizione di cui al comma 8-bis , amplia il diritto al lavoro agile dei dipendenti pubblici genitori di figli con grave disabilità e con bisogni educativi speciali che, fino al 30 giugno 2021 è consentito al ricorrere della sola condizione di poter svolgere l'attività lavorativa in modalità agile.
In sede di conversione n. 61/2021 è stato inoltre esteso anche al personale di Polizia locale la possibilità di richiedere il "Bonus baby-sitting" nel limite massimo complessivo di Euro 100 settimanali, in precedenza riconosciuto solo ai lavoratori iscritti alla "Gestione separata", autonomi, personale del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico e dipendenti del Settore sanitario, per i figli conviventi minori di 14 anni.
Per i giorni in cui un genitore svolge la prestazione di lavoro in modalità "agile" o fruisce del congedo ovvero non svolge alcuna attività lavorativa o è sospeso dal lavoro, l'altro genitore non può fruire del congedo o del "Bonus baby-sitting", salvo che sia genitore anche di altri figli minori di 14 anni avuti da altri soggetti che non stiano fruendo di alcuna delle misure previste.
Le misure sopra indicate trovano applicazione fino al 30 giugno 2021, nei limiti finanziari indicati dalla disposizione, monitorati e gestiti dall'Inps.
Le P.A., come nelle precedenti versioni, provvedono alle attività di cui sopra con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Pertanto, in merito alle modalità di fruizione del congedo "Covid-19", nonché alle relative indennità, le stesse sono a cura dell'Amministrazione pubblica con la quale intercorre il rapporto di lavoro. Di conseguenza, tale categoria di lavoratori non deve presentare la domanda di congedo "Covid-19" per quarantena scolastica dei figli all'Inps, ma direttamente alla propria Amministrazione pubblica datrice di lavoro, secondo le indicazioni dalla stessa fornite.
Un ulteriore aspetto di rilievo è introdotto dal comma 1-ter che rafforza, in via generale, il diritto alla disconnessione dagli strumenti tecnologici per i lavoratori che, ferma restando la disciplina specifica stabilita per il "Pubblico Impiego" dai Contratti collettivi nazionali, riconosce "al lavoratore che svolge l'attività in modalità agile il diritto alla disconnessione dalle strumentazioni tecnologiche e dalle piattaforme informatiche, nel rispetto degli eventuali Accordi sottoscritti dalle parti e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati". Inoltre, la norma afferma che "l'esercizio del diritto alla disconnessione, necessario per tutelare i tempi di riposo e la salute del lavoratore, non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi". La portata di detta disposizione, pur inserita in un provvedimento di natura emergenziale, è destinata ad avere una certa importanza sulla regolazione del lavoro agile affermando in capo al lavoratore, un vero e proprio diritto alla disconnessione, il cui esercizio, necessario per tutelare riposo e salute, non è sottoposto ad altre limitazioni che non siano le previsioni dell'accordo individuale e i periodi di reperibilità in esso eventualmente previsti. Tale diritto è poi rafforzato dalla previsione del divieto di ripercussioni sfavorevoli (cioè di sanzioni di qualsiasi tipo) per il lavoratore che lo esercita.

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Onlinesiracusa

Ex Province, dalla Regione 100 milioni ma per i sindacati "serve una riforma"

di redazione SB
Gaetano Armao
Cento milioni di euro. È questa la somma che il governo Musumeci ha ripartito alle nove ex Province siciliane per il 2021. Scendendo nel dettaglio, alle tre Città metropolitane vanno 52,4 milioni di euro, ai Liberi Consorzi comunali 47,6 milioni. Il provvedimento è stato firmato dall'assessore alle Autonomie locali, Marco Zambuto, di concerto con l'assessore all'Economia, Gaetano Armao. I criteri utilizzati per la suddivisione dei fondi sono: lunghezza delle strade provinciali, classi scolastiche delle scuole medie superiori di secondo grado, popolazione e superficie territoriale. Al Libero Consorzio di Siracusa, essendo in dissesto finanziario, viene assegnata una quota aggiuntiva di un milione e mezzo di euro. "Sono risorse che non soddisfano le necessità delle Province. - afferma Gaetano Agliozzo segretario alla Funzione pubblica della Cgil Sicilia -. Noi ancora paghiamo lo scotto dei tagli effettuati dal Governo nazionale e se quest'ultimo non ripristina le somme che vengono trattenute a monte difficilmente noi potremmo garantire agli enti provinciali i fondi perché possano assolvere alle proprie funzioni. Le Province assumono un ruolo importante soprattutto per quanto riguarda la manutenzione delle strade provinciali, l'assistenza agli alunni disabili delle scuole superiori, la manutenzione degli edifici scolastici, ambito nel quale, essendo la Sicilia una regione ad alta sismicità, necessita sempre di risorse e di controlli per garantire la sicurezza degli istituti. Sono risorse dunque insufficienti a garantire le funzioni delle Province, è un segnale questo che va certamente implementato". "Quello che noi chiediamo - prosegue Agliozzo - è che venga portata avanti fino in fondo la riforma degli enti provinciali tanto annunciata ma sempre rinviata e su questo chiediamo da tempo al presidente della Regione di portarla a termine coinvolgendo a pieno le organizzazioni sindacali. Va anche detto che l'organico delle Province nel corso degli anni si è ridotto di molto, soprattutto di figure tecniche e il blocco delle assunzioni e dunque del turn-over, comporta più difficoltà nel buon funzionamento degli enti perché venendo meno gli amministrativi e soprattutto le figure tecniche che sovrintendono alla programmazione dei lavori è più complicato mettere in campo tutto ciò che è necessario per assicurare un normale funzionamento di queste Province o ex Province, Città metropolitane. È sicuramente importante il finanziamento aggiuntivo per Siracusa, ente in dissesto finanziario". "La distribuzione di queste risorse alle ex Province, consentirà a questi enti, che da troppo tempo si trovavano in difficoltà economiche, di proseguire il loro percorso verso il risanamento. - dichiara Paolo Montera, segretario alla Funzione pubblica della Cisl regionale - Anche se, certamente, uno sforzo in più servirà per Siracusa in dissesto economico. Negli ultimi tempi, si sono fatti diversi passi avanti per gli enti di secondo livello, anche in termini di personale e di stabilizzazione dei lavoratori. Su questo ultimo punto, in particolare, ci aspettiamo che anche la ex Provincia di Trapani faccia la sua parte". "Da parte nostra, - conclude Montera - continueremo a sollecitare il governo regionale affinché al più presto s'impegni in una seria ed organica riforma del settore che consenta di ripartire con l'erogazione di quei servizi essenziali di cui sono responsabili, come scuole e strade solo per citarne alcuni". "Per quanto ci riguarda - sottolinea Gianni Borrelli, responsabile del Pubblico impiego della Uil Sicilia- le priorità sono: il pagamento degli stipendi ai lavoratori, in ritardo in particolare a Caltanissetta, Trapani ma soprattutto a Siracusa, le strade provinciali e l'edilizia scolastica". "Finalmente - sottolinea Borrelli - se tutta questa operazione va a buon fine, se ne avvantaggiano i lavoratori che in alcune Province aspettano lo stipendio da mesi". Questa la ripartizione dei fondi per ogni singolo ente: Palermo, 20,7 milioni di euro; Catania, 18 milioni di euro; Messina, 13,7 milioni di euro; Agrigento, 9,6 milioni di euro; Caltanissetta, 6,9 milioni di euro; Enna e Ragusa, 6 milioni di euro; Siracusa, 10,3 milioni di euro; Trapani, 8,8 milioni di euro.

Unioneprovince

PNRR: LA SCHEDA UPI DI SINTESI DELLE MISURE PER PROVINCE, REGIONI E COMUNI
Bilanci e Finanza, Piano Nazionale Ripresa Resilienza  
Per facilitare per quanto possibile la conoscenza e la comprensione del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, l'UPI ha predisposto le schede di sintesi espressamente dedicate alle misure previste per Regioni, Province e Comuni,che potete scaricare a questo link:
Schede sintesi PNRR UPI
L'UPI ha seguito attivamente il lavoro di costruzione e definizione del PNRR partecipando ai tavoli del Governo fin dall'agosto scorso, e intervenendo nelle occasioni di confronto con il Parlamento, nelle audizioni che si sono svolte sia alla Camera dei Deputati che in Senato .
Un percorso molto complesso, per la strategicità che questo Piano avrà per la ripresa economica e sociale di tutto il Paese, in cui UPI  con determinazione ha rimarcato la necessità di individuare strumenti accessibili e funzionali per tutti i territori.
Tra le misure espressamente dedicate alle funzioni chiave delle Province vi sono:
- fondi per la messa in sicurezza e l'efficientamento energetico delle scuole secondarie superiori;
- fondi per la messa in sicurezza della viabilità delle aree interne.
Per quanto riguarda gli investimenti sulla viabilità, poiché questi non possono essere finanziati attraverso il Recovery Fund, il Ministro dell'Economia Daniele Franco ha preso un impegno formale ad inserire nella prossima manovra di bilancio fondi per un piano pluriennale espressamente dedicati alla rete viaria provinciale. Su questo già sono avviate le prime consultazioni tra UPI e MEF.
Oltre a questi fondi, il Piano contiene alcune missioni - come quelle dedicate alla cultura, al turismo, al contrasto del dissesto idrogeologico, all'economia circolare dei rifiuti - su cui le Province possono e devono essere coinvolte. La maggior parte di questi fondi, infatti, sarà assegnato attraverso bandi (nazionali o regionali) sui quali l'UPI chiederà, attraverso un confronto diretto con i Ministri interessati, la possibilità di partecipazione per le Province.
Proprio in questa settimana sono iniziati i lavori deli tavoli ministeriali, cui l'UPI partecipa, per entrare nella fase operativa del Piano.
A breve, è attesa la definizione di due decreti legge che per le Province sono strategici: l'uno sulle semplificazioni burocratiche per gli investimenti; l'altro inerente la riforma della PA riguardante la disciplina del reclutamento del personale.
L'attuazione del Piano, infatti, vedrà un forte protagonismo degli enti locali, che dovranno essere pronti anche a livello organizzativo e da questi decreti potranno discendere importanti passi in avanti per potenziare le capacità amministrative delle Province anche per supportare al meglio i piccoli e medi comuni del territorio.
Redattore: Barbara Perluigi

LIVESICILIA

Il 3 giugno partirà la campagna antincendio in Sicilia
L'annuncio di Musumeci e Cordaro
di Redazione
PALERMO - La campagna antincendio in Sicilia partirà il prossimo 3 giugno. È la principale iniziativa di prevenzione e contrasto degli incendi boschivi e di vegetazione messa in campo dal governo Musumeci, assieme a una serie di accordi con gli enti territoriali e le associazioni per fare fronte comune contro l'attacco dei piromani, dice la Regione siciliana "Abbiamo deciso di anticipare di quasi due settimane la campagna antincendio nell'Isola - dice il presidente della Regione, Nello Musumeci - per potenziare l'attività di contrasto ai roghi, in un periodo in cui l'innalzamento delle temperature e la mano criminale dei piromani rischiano di mettere a rischio il patrimonio verde del nostro territorio, come accaduto in questi giorni".
Questa iniziativa si aggiunge al protocollo d'intesa siglato dall'assessore regionale all'Ambiente, Toto Cordaro, e dal presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, e a quello con gli imprenditori agricoli che diventeranno "Custodi del territorio". "La filosofia della stagione antincendio 2021 - afferma Cordaro - punta a mettere in campo tutti i mezzi disponibili per contrastare questa pratica delinquenziale messa in atto da chi non ha rispetto per l'ambiente, devastando il nostro territorio. Abbiamo coinvolto le associazioni di categoria degli agricoltori e adesso anche l'Anci, perché tutti i sindaci siano coinvolti, assieme al Corpo forestale, ai Vigili del fuoco, alla Protezione civile centrale e territoriale, al migliore contenimento possibile del fenomeno". (ANSA).

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