giornale di sicilia
La drammatica fotografia dell'Inail:più casi di contagi sul posto di lavoro
Aumentano in Sicilia le vittimeper aver contratto il Covid sulproprio posto di lavoro e contemporaneamente cresconopure le denunce di infortunio acausa dell'infezione. In base all'ultimo rapporto dell'Inail - l'Ist it utonazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro - aggiornato alloscorso 30 giugno, sono 37 i lavoratori scomparsi nell'Isola per leconseguenze del virus dall'iniziodella pandemia di cui 5 tra febbraio e maggio di quest'anno. Sitratta di persone per le quali è stato accertato che si sono contagiatedurante le ore di lavoro e che, pereffetto della malattia, hanno poiperso la vita: molte altre richieste,invece, sono state respinte perchénon è stato stabilito il nesso diretto tra il Covid preso in ufficio e lamorte sopraggiunta per l'aggravarsi dei sintomi.Più della metà di questi decessiriguardano le professioni sanitarie: tra loro soprattutto medici einfermieri ma anche fisioterapisti,tecnici sanitari di radiologia, operatori socio-sanitari, conducenti diambulanze e impiegati amministrativi. Tra il personale non qualificato che ha denunciato l'infortunio sul lavoro a causa del Covidrisultano pure i dipendenti deiservizi di pulizia degli uffici, deglialberghi, delle navi e dei ristorant i.Nel 2021 la provincia più colpita è stata quella di Palermo con 15morti, seguita da Catania con settee da Caltanissetta con quattro. Ed èancora Palermo in testa per le denunce di infortunio sul lavoro daCovid-19: rispetto alla precedenterilevazione i casi accertati sonol'1,1 per cento in più: di questi 7 sono avvenuti a giugno, 12 a maggio,19 ad aprile, 5 a marzo, 4 a febbraioe 3 a gennaio.L'incremento, che comunque èstato simile a quello nazionale, pari al +0,9 per cento, ha riguardatosoprattutto le province di Messinae Catania che, in confronto al mesepassato, hanno fatto registrare rispettivamente l'1,8 e l'1,6 per cento in più. La distribuzione dei contagi evidenzia sono di più gli infortuni per Covid tra gli uomini(53,8%) rispetto alle donne(46,2%) in controtendenza altrend nazionale.Tra i lavoratori che hanno dichiarato il loro stato di malattiaper il virus, il record spetta alla fascia tra i 50 e i 64 anni con il 48 percento delle segnalazioni, subitodietro quella che va dai 35 ai 49 anni con 34,9 per cento mentre fino a34 anni la percentuale è del 13,9per cento per scendere al 3,2 percento oltre i 64 anni. Il 72,8 percento del totale delle denunce interessano la Sanità e l'assistenzasociale e il 7 per cento il settoredell'amministrazione pubblica:anche questa volta i più colpiti sono gli infermieri, i medici, gli operatori socio-sanitari e gli ausiliariospedalieri; il 5,6 per cento sonoimpegnati in svariate attività dipulizia e vigilanza; il 4,2 per centoquelli occupati nei servizi postali edi corriere e l'1,7 per cento gli addetti alle vendite.Secondo l'Inail, tra le professioni sanitarie i più esposti sarebberogli infermieri (90%); tra i medicioltre il 50 per cento sono generici,internisti, cardiologi e anestesisti-rianimatori mentre tra i conduttori di veicoli si ammalano diCovid nove volte su dieci gli autistidelle ambulanze.Nonostante le statistiche sianoimportanti per comprendere come si evolve l'epidemia, in Sicilia èancora difficile avere un quadroomogeo per la mancanza di raccordo tra Inail, Inps e Ispettoratodel lavoro. A sottolineare l'anomalia sono Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia e Roberto Prestigiacomo, coordinatoreregionale dell'Inail e storico esponente della Uil catanese, i qualievidenziamo come «nell'Isola nonè presente un ispettorato del lavoro unico che permetta di raccogliere i dati, insieme a quelli di Inps eInail - relativi a controlli, incidentie infortuni sul lavoro - per poi inviarli alla sede centrale». I due sindacalisti, infatti, spiegano che«proprio nel rapporto annualedell'Inps manca sempre e solo lastatistica siciliana ed è inaccettabile. Come inaccettabile è il fatto cheu n'azienda sia costretta a rispondere ai controlli di Inail, Inps eIspettorato del lavoro ottenendotre diverse relazioni e numeri discordanti. Nelle altre Regioni, invece, i tre enti collaborano, integrando e mettendo a confrontodati ed elaborando statistiche.Inoltre, sempre a livello nazionaleè previsto un aumento degli ispettori del lavoro. Ancora oggi, però,dal governo Musumeci non arrivano risposte in merito all'aumentoe all'adeguamento della pianta organica degli ispettori del lavoro inSicilia, 63 in tutto di cui solo due aPalermo. Chiediamo una svolta».( FAG )
strade provinciali
Via libera al progetto esecutivo di manutenzione della Panoramica della ValleFrana di Favara, cantiere aperto
Sono iniziati i lavori di rimozione legati alla frana e la conseguente sistemazione dell'asse viario della stradaprovinciale 3/A Bivio Caldare - statale189 - Favara resa parzialmene inagibile dal movimento franoso.Per tale motivo la strada interessata ai lavori è attualmente chiusa altraffico per cui i veicoli provenienti daAragona Caldare e diretti a Favara devono immettersi sulla strada statale640 in direzione Caltanissetta e successivamente utilizzare il bivio conindicazione Favara sulle provincialiAllestita la segnaletica nelpercorso alternativo perchi entra o esce da Aragona13/B e 85. Obbligatorio il percorso inverso, ovviamente, per i veicoli provenienti da Favara e diretti ad AragonaCaldare o Agrigento.A seguito dell'accert amentodell'utilizzo da parte di alcuni automobilisti di un relitto stradale da tempo chiuso al traffico per bypassare sulla provinciale 3 i lavori di sistemazione in corso, il Libero consorzio ha resonoto che «Questa porzione di strada èsoggetta ad una ordinanza di chiusura in quanto interessata da operazionidi bonifica dei rifiuti abbandonati».«Il manto stradale deteriorato -ag -giunge il Libero consorzio di Agrigento - inoltre costituisce un potenzialepericolo per gli automobilisti. Perquesto motivo si invitano tutti i cittadini a non utilizzare, pena sanzioni, ilrelitto stradale, utilizzando i percorsialternativi indicati sino al termine deil avo r i » .Sono in corso altri interventi dimanutenzione sulle strade provinciali interne per migliorare la sicurezzadei tracciati. È stato infatti approvatoil progetto esecutivo riguardante l'ac -cordo quadro per i lavori di manutenzione straordinaria delle strade provinciali: numero 4 Panoramica Valledei Templi, 27 Realmonte-Capo Rossello, 28 Montallegro alla Siculiana-Raffadali, 68 Realmonte-PuntaGrande-Capo Rossello e 75 Siculiana-Montallegro. I lavori impegneranno complessivamente oltre 252 milaeuro. (*PAPI*)
Lecodelsud
Ex Province: un pasticcio che sopravvive coi commissari
Non viene da credere. Dopo sette anni di caos, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si è visto costretto a firmare l'ennesima proroga degli incarichi dei commissari straordinari delle ex Province (su proposta formale dell'assessore regionale alle Autonomie locali Marco Zambuto).
Questo il comunicato di ieri di Palazzo d'Orleans: "Per quanto riguarda le Città Metropolitane, sono stati confermati Salvatore Currao a Palermo e Francesca Paola Gargano a Catania. Nelle Città Metropolitane i commissari hanno i poteri del Consiglio, dato che le funzioni di sindaco metropolitano e di presidente della Conferenza della Città metropolitana sono esercitate dai sindaci dei capoluoghi. Nei sei Liberi Consorzi sono stati prorogati: Vincenzo Raffo (Agrigento), Duilio Alongi (Caltanissetta), Girolamo Di Fazio (Enna), Salvatore Piazza (Ragusa), Domenico Percolla (Siracusa) e Raimondo Cerami (Trapani). Qui i commissari esercitano le funzioni sia del presidente che del Consiglio".
Insomma non se ne esce più da questa impasse. Era marzo 2014 quando il Governo di Rosario Crocetta faceva approvare dal Parlamento regionale (62 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti) la soppressione delle nove Province regionali per essere sostituite da altrettanti Liberi consorzi dei Comuni. L'opposizione era contraria (e tra questi anche Musumeci) ma Crocetta la esaltava come svolta storica: "Il voto che abolisce le Province, sostenuto da una maggioranza ampia, legittima un cambiamento che passa alla storia della Sicilia, perché si tratta di un testo di legge che modifica gli assetti istituzionali". Esultavano i deputati del M5s: "Cala finalmente il sipario sulle Province. Va a posto uno dei tasselli del programma del Movimento 5 Stelle, che dell'eliminazione dell'Ente e, soprattutto, della sua componente politica, ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia". Bene, quel cavallo di battaglia si è accasciato senza più riprendersi e il pasticcio di allora ha prodotto danni economici incalcolabili che hanno portato diversi enti al collasso. Sette anni dopo i liberi consorzi sono amministrati da commissari regionali, non hanno fondi sufficienti per pagare la manutenzione ordinaria di scuole e strade, i servizi per gli alunni con handicap e la quota di cofinanziamento di importanti progetti per lo sviluppo locale assistiti da contribuzione dell'Ue; alcuni enti non sono stati in grado di predisporre il bilancio previsionale, hanno sospeso l'erogazione di servizi fondamentali e segnalato il concreto rischio di default; l'ex provincia di Siracusa ha dichiarato il dissesto nel 2018 e i cittadini sono spesso "costretti" ad agire in giudizio per ottenere la regolare erogazione di prestazioni e servizi essenziali. Non si è capito il "trucco" di dare per abolite le Province che di fatto sono rimaste le stesse, pur se cambiando il nome, cosa che ha portato a un contrazione delle erogazioni da parte dello Stato non riconoscendole più Province come nel resto del territorio nazionale. I tentativi di modificarle sono stati accantonati ed eccoci, sette anni dopo la "svolta storica" alla "sberla storica" di una riforma monca, inutile, che vivacchia nella precarietà.