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rassegna stampa del 28 ottobre 2021

corrierecomunicazione.it
Oggi primo sciopero per lo smart working
Smart working, la pubblica amministrazione sciopera per la prima volta

La mobilitazione, proclamata dalla Smart Workers Union il 28 ottobre, per opporsi alle linee guida di Brunetta sul lavoro agile: "Regole non in linea con quanto previsto dal Pnrr sul fronte digitalizzazione. Così non si favorisce benessere dei lavoratori e si contribuisce ad aumentare le emissioni di CO2 nel paese"
Sciopero per lo smart working. La Smart Workers Union ha proclamato per giovedì 28 ottobre la mobilitazione di tutto il personale amministrativo, informatico e con mansioni remotizzabili e telelavorabili del pubblico impiego in tutti i comparti, per protestare contro il rientro in presenza dei dipendenti pubblici disposto dal ministro Brunetta. Si tratta del primo sciopero di questo tipo." Gli atti normativi predisposti dal Ministro - spiega il sindacato - non sono in linea con la digitalizzazione della pubblica amministrazione (Pnrr), non favoriscono il benessere dei lavoratori pubblici non conciliando i tempi di vita/lavoro e contribuiscono ad aumentare le emissioni di CO2 nel paese".Secondo il sindacato il rischio che i provvedimenti cancellino il lavoro agile nella pubblica amministrazione e azzerino l'esperienza positiva di questi mesi è molto alto, è necessario dare un segnale forte di contrarietà.La critica alle linee guida allo smart working nella PALa Smart Workers Union critica fortemente lo schema di linee guida consegnato dal ministro della PA, Renato Brunetta, ai sindacati. Le regole se adottate così come presentate,  secondo il sindacato,  determineranno l'abbandono del lavoro agile in tutte le amministrazioni pubbliche per l'impossibilità di assicurare tutte le condizioni sancite nelle linee guida.. Lo schema propone il modello che si sta discutendo all'Aran nel contratto delle funzioni centrali, da una parte uno smart working assistenziale slegato all'orario e al luogo della prestazione lavorativa e dall'altra un rigido lavoro da remoto dove luogo e tempo di lavoro vengono controllati dall'amministrazione di appartenenza."Troppe le condizionalità ed i vincoli richiesti per adottare una delle due formule di lavoro agile tra cui - spiega la Smart Workers Union - in nessun caso può essere utilizzato una utenza personale o domestica del dipendente per le ordinarie attività di servizio".E in questo senso, vista anche la situazione economica di molte amministrazioni, la maggior parte degli enti pubblici rischia di non assicurare ai propri dipendenti la connessione e la dotazione tecnologica per il lavoro agile."Inoltre non va dimenticato che entrambe le formule non sono per tutto il personale, ma solo per una parte perchè la prestazione lavorativa ordinaria rimarrà quella in presenza - si spiega -Fino al 31 dicembre 2021 riteniamo che non bisognerebbe abbandonare lo smart working emergenziale per non disperdere le esperienze positive e per contenere i pericoli della diffusione del virus. Anche sul riferimento all'accordo individuale, che le linee guida prevedono obbligatoriamente, pensiamo vadano mantenute le misure semplificate previste dal decreto 34/2020".Da segnalare anche il fatto che Brunetta è intervenuto su materie "che dovrebbero essere decise dalla contrattazione nazionale e poi da quella decentrata".Un quadro, quello delinato, che conferma la "volontà di non adottare il lavoro agile su larga scala nella pubblica amministrazione, un motivo in più per aderire allo sciopero da noi proclamato per il diritto allo smart working il 28 ottobre 2021, visto che il prossimo incontro con Il Ministro è previsto per la prima settimana di novembre".

informazionefiscale.it
Smart working PA, in vista del rientro in presenza il 28 ottobre è sciopero generale
Smart working PA, sciopero il 28 ottobre 2021 in vista del rientro in presenza. A proclamarlo è la sigla sindacale Smart Workers Union, tenuto conto del ritorno negli uffici per tutti i lavoratori entro il 30 ottobre previsto dal decreto del Ministro Brunetta. La mobilitazione riguarda tutti i lavoratori a distanza di molti settori: dalla scuola alla sanità. Assicurati i servizi minimi essenziali.
 Lo Smart working nella PA rimane un tema divisivo.Il decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha previsto il grande rientro in presenza dei dipendenti pubblici per il 30 ottobre, ma già giovedì 28 ottobre è in calendario lo sciopero generale indetto dal sindacato Smart Workers Union contro il ridimensionamento del lavoro agile.La mobilitazione indetta riguarda tutto il personale amministrativo e informatico del comparto pubblico con mansioni "remotizzabili", che possono essere svolte in smart working, e quindi con un impatto potenzialmente molto alto e trasversale a molti settori: dalla sanità alla scuola.Ma vediamo più da vicino le ragioni del conflitto e la situazione che si presenterà a partire dal 30 ottobre con il rientro al lavoro in presenza negli uffici pubblici.Smart working PA, rientro in presenza e sciopero del 28 ottobre
Apparentemente si tratta di eventi di dimensioni imparagonabili: da una parte c'è il rientro in ufficio di una parte rilevante dei 3,2 milioni di lavoratori pubblici che hanno dovuto lavorare a distanza nel corso della fase acuta della pandemia da Coronavirus; dall'altra c'è l'agitazione proclamata da una organizzazione sindacale nuova che si mobilita su un tema anch'esso relativamente nuovo per il comparto pubblico come lo smart working.C'è però da tenere in conto che il decreto Brunetta dell'8 ottobre che sancisce il rientro in ufficio per milioni di dipendenti pubblici entro il prossimo 30 ottobre ha generato un malessere nei molti che avevano apprezzato l'esperienza dello smart working nella PA, seppure con caratteristiche emergenziali.Sta di fatto che il piccolo Smart Worker Union il 28 ottobre proverà a sfidare il Governo su uno dei provvedimenti più caratterizzanti presi dall'esecutivo negli ultimi mesi e sul quale in primis il Ministro Brunetta si è speso ritenendolo essenziale addirittura per la ripresa economica del Paese.In particolare, l'organizzazione sindacale riferendosi al decreto del Ministro Brunetta e al Dpcm del 23 settembre 2021 li definisce non"in linea con la digitalizzazione della pubblica amministrazione (PNRR), non favoriscono il benessere dei lavoratori pubblici non conciliando i tempi di vita/lavoro e contribuiscono ad aumentare le emissioni di CO2 nel paese".Rientro in presenza nella PA, le contraddizioni del GovernoGli eventuali effetti amplificati dello sciopero del 28 ottobre da parte degli smartworkers dipendono anche da alcune contraddizioni del Governo in materia di lavoro agile.In effetti, lo stato di emergenza dettato dalla situazione pandemica rimane in piedi fino al prossimo 31 dicembre: per quale motivo allora viene sancito il ritorno al lavoro in presenza di milioni di persone entro il 30 ottobre?Oltretutto, senza che siano in vista apprezzabili potenziamenti del trasporto pubblico e quindi con un impatto ambientale che si afferma invece di voler ridurre visti gli impegni da prendere nella prossima Cop26.Il tema dello smart working, inoltre, è strettamente collegato all'innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione che è difficile pensare senza il ricorso a crescenti quote di servizi a distanza, basti pensare alle potenzialità dello SPID.Lo smart working, peraltro, dovrebbe essere argomento di contrattazione specifica con le organizzazioni sindacali di categoria che infatti in generale non hanno apprezzato l'intervento ministeriale per decreto.Staremo a vedere se tutti questi elementi avranno un peso sullo sciopero del 28 ottobre e in generale sulla questione dello smart working nel settore pubblico.


ilfatto quotidiano
Sicilia, tornano i "fiumi neri": così le acque dei frantoi vengono illegalmente smaltite. "200 volte più inquinanti delle fognature".

Nel mese della molitura torna la denuncia delle associazioni contro una pratica che distrugge la fauna dei corsi d'acqua e priva il terreno di risorse che, quando adeguatamente trattate, sono fondamentali per la concimazione dei terreni agricoliOttobre è il mese della molitura delle olive e per molte zone del sud, soprattutto in Sicilia, dove le coltivazioni sono uno dei motori dell'economia, è anche il periodo dei "fiumi neri". Come accade ogni anno, infatti, non sono pochi i frantoi che, contro ogni norma ambientale, sversano le "acque di vegetazione", quelle derivanti dalla pulizia delle olive e dalla molitura, in fiumi e mari, direttamente o indirettamente, inquinando le acque e portando anche alla moria di pesci e della fauna marina. Ad evidenziare quello che accade in provincia di Agrigento, una delle più colpite da questi atti illegali, è l'associazione ambientalista MareAmico che, dopo aver verificato la situazione, anche quest'anno denuncia: "Le acque di vegetazione che rappresentano l'ultimo scarto della molitura delle olive nei frantoi sono 200 volte più inquinanti delle fognature, perché sottraggono ossigeno all'acqua, portando alla morte di ogni forma di vita". Il caso peggiore è quello del fiume Naro, corso d'acqua che attraversa le zone di Naro, Agrigento, Canicattì e Favara, per poi finire nel Mar Mediterraneo. Anche quest'anno per questo fiume si prevede una moria di molluschi, che in cerca di ossigeno, escono dall'acqua. La situazione, in questa stagione, potrebbe aggravarsi ancora di più, considerato che le condizioni hanno permesso un'ottima raccolta in termini di quantità. Oltre al fiume Naro, sempre in provincia di Agrigento, si teme per il fiume Magazzolo, tra Sciacca e Ribera, che come ogni anno, si tinge di nero, ogni ottobre. "Il procedimento è sempre lo stesso - spiega un ex commissario del corpo Forestale che negli anni si è occupato di un caso che si ripete ciclicamente - le acque di trattamento dovrebbero essere smaltite per un periodo di in una vasca all'interno del frantoio, per poi essere utilizzata per l'irrigazione dei terreni che devono essere segnalati al Comune. Questo procedimento però comporta un aggravio di costi e per molti uno spreco di tempo, in un momento in cui si lavora in continuazione, così si preferisce gettare l'acqua di vegetazione nei terreni senza vasche, oppure nei torrenti che poi finiscono nei fiumi".Oltre ad essere un danno per l'ambiente, quello che accade è anche uno spreco immane in quanto l'acqua di vegetazione, derivante dalla molitura, è un ottimo concime per i terreni e potrebbe essere una grande risorsa per le zone delle Sicilia in cui la desertificazione avanza. "Non tutti i frantoi, ma alcuni della provincia operano nell'illegalità - spiega ancora l'ex commissario - quando le vasche presto si riempiranno non si cercheranno alternative ma la via più facile: lo sversamento illegale nei terreni e nei fiumi". Nel momento d'oro degli affari dei frantoi, infatti, in pochi pensano a quello che potrebbe accadere e ogni anno, nonostante gli interventi del corpo forestale, la situazione non cambia. Ad essere più colpita da questo modus operandi - in una isola che conta circa 140mila frantoi - oltre ad Agrigento, è la Sicilia Occidentale, il Trapanese, e nello specifico il fiume Modione che arriva nel mare di Triscina. Quando non arrivano direttamente nei fiumi, le acque di vegetazione vengono smaltite, in maniera ancora peggiore, nelle acque fognarie e arrivano così ai depuratori cittadini con il rischio che si blocchino per gli effetti sugli impianti. Questo provoca l'ulteriore stop dei già poco funzionanti depuratori (in provincia di Agrigento più di dieci sono sotto sequestro) con un aggravio di costi di smaltimento e disservizi che si ripercuotono sui cittadini.

giornale di sicilia

Novità sulle interdittive antimafia 

 Venti giorni di tempo per presentare «osservazioni scritte» o «chiedere l'audizione» al prefetto che ha comunicato la presenza di «elementi sintomatici» di tentativi di infiltrazione mafiosa e una sorta di tutela per strappare le imprese alle mafie in caso di «agevolazioni occasionali». Nel nuovo decreto per l'attuazione del Pnrr ci sono anche modifiche al Codice Antimafia che introducono il principio del «contraddittorio» per l'e m i ss i o n e delle interdittive antimafia e la «prevenzione collaborativa». Misure volta a trovare un punto di equilibrio tra prevenzione, contrasto dei tentativi di infiltrazione mafiosa e l'esigenza di rispettare i tempi per i progetti previsti per il Recovery. Le interdittive sono certificati emessi dal prefetto che hanno natura cautelare e preventiva, annotate nella banca dati nazionale unica della documentazione antimafia.


lotta al covid.
casi in aumento. si va verso la terza dose anche per gli insegnanti

Dopo gli 80enni e i più fragili, siano gli insegnanti ad avere la priorità assoluta per la terza dose: la richiesta arriva dal ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. E subito accoglie il plauso dei dirigenti scolastici e delle maggiori sigle sindacali. In ogni caso, dopo anziani, fragili, medici e infermieri, personale e degenti delle Residenze sanitarie e mondo della scuola, sulla terza dose si prospetta il possibile allargamento della platea entro l'anno: a confermarlo è il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, che avanza anche l'ipotesi di un allargamento dell'obbligatorietà del vaccino ad altre fasce della popolazione. «Noi come Governo non abbiamo mai escluso l'ipotesi di obbligo vaccinale: lo abbiamo già introdotto per alcune categorie e, quindi, valuteremo nelle prossime settimane, in base ai dati, eventualmente se introdurlo per altre fasce ancora», dice. Anche per la terza dose dunque, probabilmente si procederà per fasce di età: dopo gli over 60, potrebbe toccare ai cinquantenni, la categoria più numerosa che ha fatto 8,3 milioni di vaccini. Se la terza dose verrà allargata agli over 50 anni già a novembre e dicembre, il totale delle persone vaccinabili da qui a fine anno sarebbe di 7,6 milioni di persone. Anche in Vaticano è iniziata la somministrazione della terza dose di vaccino contro il Covid 19, dando la priorità agli ultra sessantenni e alle persone con fragilità. Papa Francesco, ultraottantenne, sarebbe stato tra i primi a riceverla. Intanto il generale Francesco Paolo Figliuolo fa sapere che oltre 46,5 milioni di italiani, che rappresentano oltre l'86% della popolazione over 12, si è vaccinata. «La campagna sta continuando, il nostro obiettivo è sfondare la quota dell'86% e andare al 90%», afferma. A scendere in campo sono anche i governatori. «Ho l'i m p re s s i o n e che entro la fine dell'anno verrà estesa la terza dose a chi ha meno di 60 anni», commenta il presidente del Veneto Luca Zaia. «Ho parlato con il ministro Speranza e ho chiesto di poter procedere direttamente alla terza dose per tutti i cittadini senza particolari distinzioni», fa sapere il governatore pugliese, Michele Emiliano. Insomma la terza dose è vista come una barriera per scongiurare un incremento consistente dei contagi ora in rialzo. Ieri in Lombardia è stato il primo giorno di apertura alle prenotazioni per gli over 60 e le persone con elevata fragilità che hanno ricevuto la seconda dose da almeno sei mesi. Sono stati 23.230 gli over 60 lombardi che si sono prenotati per la terza dose del vaccino. Dal Nord al Sud della penisola, le farmacie sono pronte a vaccinare le persone contro l'influenza e contro il Covid, anche col terzo richiamo, che già si può prenotare: a fare il punto, ieri, è stata Federfarma sul suo sito. Ma il presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, mette in guardia: «Il sistema delle farmacie e dei medici di famiglia è pronto a farsi carico della somministrazione della terza dose solo se i numeri sono ben diluiti nel tempo e contenuti. Ma se dobbiamo continuare a fare grandi numeri in poco tempo come avvenuto finora, gli hub restano la soluzione migliore: vedo molto difficile che farmacie e medici possano reggere 500 mila somministrazioni al giorno».


Pensioni, Quota 102 solo per un anno

Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi, nel solo 2022.
Mario Draghi mette sul tavolo una ultima mediazione sul tema delle pensioni. È una soluzione che piace alla maggioranza, Lega inclusa, ma appare soprattutto un segnale distensivo ai sindacati. Perché il non detto della norma, che sarà inserita in manovra, è aprire alla possibilità che nel prossimo anno si discuta di nuovo di flessibilità in uscita. Non è un annuncio di riforma della Fornero (questo chiedono i sindacati), ma dà modo a Cgil, Cisl e Uil di tenere aperto un canale di confronto. E a poche ore dall'arrivo della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, sembra poter calmare le acque. Anche se restano fronti aperti, dalla riforma del Reddito di cittadinanza, che non sembra convincere del tutto i Cinque stelle, alla cancellazione del cashback di Conte, fino agli 8 miliardi di taglio delle tasse, su cui si deciderà solo in un secondo m o m e n t o. Draghi, alla vigilia del G20, e a ridosso della fine del mese di ottobre, porta in Cdm tre provvedimenti centrali nella sua agenda: approva il decreto Recovery per semplificare e accelerare il Pnrr e sbloccare altri 8 target previsti entro il 2021; varare la legge di bilancio; approvare la legge sulla concorrenza, che interviene sui servizi pubblici locali ma potrebbe - il punto fino all'ultimo è in discussione - anche rivedere le concessioni balneari e per gli ambulanti. È un modo, per il premier, di puntellare la sua azione da qui a fine Manovra di bilancio Draghi trova la quadra disinnescando fibrillazioni in maggioranza Allargamento delle attività gravose e il canale riservato a dipendenti e autonome RO M A Allargamento e proroga per un anno dell'Ape sociale, Opzione donna e Quote per un passaggio morbido verso la pensione a 67 anni: potrebbero essere circa 50mila nel complesso i lavoratori interessati l'anno prossimo. Ape sociale Proroga per un anno con un allargamento delle attività gravose, ma con la certificazione di mansione difficoltosa sono uscite al momento poco più di 20mila persone dal 2017 a fronte di 127mila uscite tra Ape sociale e accesso alla pensione per i lavoratori precoci forse soprattutto a causa della richiesta di 36 anni di contributi con gli ultimi concentrati sulle attività gravose. L'anno prossimo poi dovrebbero arrivare ad accedere alla misura coloro che compiranno 63 anni quindi coloro che avendo almeno 38 anni di contributi nel 2021 avrebbero già potuto andare in pensione con Quota 100. Potranno invece usufruire della misura introdotta nel 2017 per i lavoratori in difficoltà coloro che raggiungono i 63 anni (nati nel 1959 o prima) con meno di 38 anni di contributi ma almeno 30 se si è disoccupati e si è esaurita la Naspi da almeno tre mesi o 36 se si chiede il sussidio per aver svolto un'attività faticosa. Nel 2020 sono state accolte nel complesso 11.250 domande per l'Ape sociale e 13.150 per l'accesso alla pensione dei lavoratori precoci in difficoltà quindi se si confermasse questo andamento potrebbero usufruire della proroga di un anno poco meno di 25mila lavoratori nel complesso. Il presidente del Consiglio decide di affrontare questo passaggio senza strappi e non solo fino all'ultimo - tenendo fermi i saldi e la struttura della manovra - tratta con i partiti, ma coltiva anche il dialogo con i sindacati, che minacciano mobilitazioni. Draghi ha modo di incontrare i leader sindacali: «Voi avete un ruolo molto importante», afferma. «La tutela dei più deboli, ovunque essi siano, ci unisce. Insieme, dobbiamo fare in modo che innovazione e produttività vadano di pari passo con equità e coesione sociale. E farlo pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani». Un passaggio, quest'ultimo, che non sfugge agli interlocutori. Draghi resta convinto che sia il momento di pensare ai giovani e alle trasformazioni del mondo del lavoro, mentre sul fronte pensioni pensa che si debba tornare gradualmente a un sistema interamente contributivo, come quello indicato dalla legge Fornero. Al tavolo della cabina di regia, dopo una lunga giornata di contatti con i partiti della maggioranza, Franco porta però la proposta di Quota 102 per un solo anno, con in più un fondo per aiutare i lavoratori più svantaggiati. La durata breve sembra aprire alla possibilità di una riforma più mirata per la flessibilità in uscita, con attenzione ai diversi lavoratori e meno rigidità delle quote. O, nella lettura della Lega, di consegnare al Governo che verrà dopo quello di Draghi, nel 2023, di rimettere mano all'intera legge Fornero. Sulle pensioni interviene anche il leader M5SBeppe Grillo, che sembra posizionare più a sinistra il movimento proponendo il modello Tridico di anticipo a 63 anni dell'uscita con la sola quota contributiva, chiede come il Pd di sostenere i giovani e invoca la gratuità del riscatto della laurea (misura troppo costosa). Più doloroso per il M5S il Reddito di cittadinanza, perché c'è un inasprimento dei controlli preventivi e un meccanismo di decalage - riduzione progressiva dell'assegno - dopo i primi due lavori rifiutati. La soluzione piace a Iv e FI, mentre resta «sospeso» fino al Cdm il giudizio politico del M5S, che si vede stoppare anche la misura del cashback. Solo poche ore prima della cabina di regia Giuseppe Conte difendeva la sua misura come «efficace» contro l'evasione. Soddisfa invece i pentastellati - e gran parte degli alleati - la scelta di estendere il Superbonus anche alle villette nel 2022 ma con stringenti vincoli di reddito. Passa anche la proroga del bonus facciate invocata da Dario Franceschini, sia pure con riduzione della percentuale dal 90% al 60%. Viene invece rinviato il nodo delle tasse.I sindacati chiedono di destinarli tutti al taglio del cuneo lato lavoratori, posizione che vede concordi Pd e Leu. Il M5s chiede di agire sui redditi medi. Mentre Fi, Lega e Iv vogliono che si agisca anche lato imprese, a partire da un taglio dell'Irap. Se ne parlerà nel prossimo mese.

agrigentonotizie.it
Rischio idrogeologico, il Genio Civile pronto ad avviare i progetti per evitare il rischio esondazioni: ecco dove 
Si tratta di interventi di manutenzione dei corsi d'acqua finanziati dal Governo Musumeci. Rino La Mendola: "Saranno redatti e approvati entro novembre ed appaltati entro fine anno"
Dopo quello che è accaduto nella Sicilia orientale a causa del maltempo, si corre ai ripari prima che sia troppo tardi. E così riparte la campagna per ridurre il rischio idrogeologico nel territorio provinciale. Sono già stati messi in sicurezza alcuni corsi d'acqua negli ultimi 12 mesi, ma adesso si torna a concentrarsi su questo importante aspetto del territorio con 7 nuovi interventi finanziati dal Governo Musumeci che saranno avviati dal Genio Civile di Agrigento.Riguardano la manutenzione del fiume Ipsas (tratto Grotte e tratto Agrigento), del vallone Cannatello (Agrigento), del canale Fiumevecchio (Licata), dei torrenti Finocchio (Menfi) e Cansalamone (Sciacca) ed infine di due nuovi tratti dei torrenti Della Palma e Mollarella (Licata)."Siamo lieti di continuare ad offrire il nostro contributo tecnico - ha detto il capo del Genio Civile Rino La Mendola - per la riduzione del rischio di esondazione dei corsi d'acqua che attraversano il territorio provinciale con nuovi interventi di manutenzione degli alvei, finanziati dal Governo Musumeci. I progetti esecutivi dei nuovi interventi saranno redatti ed approvati  dal Genio Civile entro il mese di novembre, mentre i lavori saranno appaltati entro la fine dell'anno".Recentemente sono stati 22 i corsi d'acqua dove si è già intervenuto: i fiumi Verdura (Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Ribera, e Sciacca e Villafranca Sicula), Naro (Agrigento, Canicattì, Favara e Naro) e Salso (foce-Licata) e torrenti Garella e Tina (Burgio), Cavarretto, Mirabile e Femmina Morta (Menfi), Scrudato, Saraceno, Passo del Barbiere e Congeria (Cammarata), Aragona, Cantarelle, Coda di Volpe (Aragona, Grotte), Mollarella, Della Palma, La Manca Safarella, Follina (Licata), Burraitotto (Favara), Cangemi (Ribera, Bellapietra e Carabollace (Sciacca).

gds.it
Pericolante il viadotto Fontanelle sulla statale Agrigento-Palermo
Cresce in Sicilia la preoccupazione per le condizioni dei ponti delle strade statali e delle autostrade. L'ultimo allarme, in ordine di tempo, giunge da Mareamico che, attraverso le foto, testimonia lo stato di un viadotto della strada statale 189 Agrigento-Palermo. In particolare, le immagini si riferiscono al ponte Fontanelle che risulta ridotto in pessime condizioni nella zona di appoggio delle travi nel viadotto."In questi punti si esercita la massima sollecitazione a taglio che ha determinato lo sgretolamento della compagine esterna del calcestruzzo, facendo saltare il copriferro - dichiara Mareamico -. Probabilmente questo fenomeno di evidente ossidazione è amplificato dal frequente passaggio delle acque meteoriche mal drenate. Il permanere nel tempo di questa situazione comporterebbe lo sgretolamento di tutta l'area di appoggio, con il possibile cedimento dell'impalcato".Un pericolo, dunque, per la viabilità. Poco più di un mese fa, sempre Mareamico aveva messo in luce le cattive condizioni del ponte situato nella strada statale 115 tra Vincenzella e Villaseta, frazioni del vicino Comune di Porto Empedocle, dove il cemento è addirittura esploso causando la caduta di alcuni ferri arrugginiti e compromesso la solidità complessiva dell'infrastruttura del ponte oramai pericolante.
Se si parla di ponti, spostandoci di provincia, non si possono non ricordare le condizioni del ponte Oreto e soprattutto di quello Corleone. Per quanto riguarda quest'ultimo, qualche settimana fa, è stato completato l'iter per la nomina del commissario Mattia Castiglioni e adesso si attendono le indagini preliminari necessarie a quantificare e a determinare gli interventi da eseguire.

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