giornale di sicilia
Pa, funzioni centraliSmart workinge nuove aree,contrattoal traguardo
Battute finali per il rinnovo del contratto delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali e enti pubblicieconomici) che dovrebbe fare daapripista per gli altri contratti dellapubblica amministrazione. L'accordo che prevederà la disciplinadel lavoro a distanza e nuove areeprofessionali dovrebbe arrivare abreve ma probabilmente non prima dello sciopero proclamato daCgil e Uil contro la manovra per giovedì 16. Nel contratto si introducono nuove aree professionali (operatori, assistenti, funzionari ed elevate professionalità) chiarendo cheall'interno delle aree a fronte di unaumento delle competenze possono essere attribuiti dei differenzialistipendiali (2.200 euro annuo per ifunzionari, 1.200 per gli assistenti e800 per gli operatori). che possonoarrivare fino a cinque per i funzionari e gli assistenti e fino a due pergli operatori. Se per gli operatori basta aver assolto l'obbligo scolasticoper essere assistente serve il diploma, per i funzionari almeno la laurea breve e per le elevate professionalità una laurea magistrale accompagnata di norma da un periodo pluriennale di esperienza lavorativa.
Viabilità provinciale e quella stataleMaltempo
Cartello socialeinsorge per le strade chiuse
Strade provinciali «chiuse» al traffico dopo le copiose piogge dellescorse settimane: insorge Cartellosociale di cui fanno parte l'Ufficiodel lavoro e comunicazioni socialidella Curia, Cgil, Cisl e Uil.Cartello sociale sollecita Anas e ilLibero consorzio ad intervenire perripristinare al più presto le condizioni per una normale e sicura mobilità. Inoltre Cartello sociale ritiene indispensabile che gli enti competenti facciano una riflessione sulla fragilità delle infrastrutture viarie del territorio che si caratterizzano per la loro precarietà che spessosi traduce in pericolosità.Tutte le previsioni dell'evo l uz i o -ne degli effetti climatici confermano infatti che episodi come quellirecenti si manifesteranno semprepiù spesso, precarietà che spesso sitraduce in pericolosità. Tutte le previsioni dell'evoluzione degli effetticlimatici confermano infatti cheepisodi come quelli recenti si manifesteranno sempre più spesso.Nei giorni scorsi è stata dispostacon ordinanza del dirigente del settore Infrastrutture stradali del Libero consorzio dei comuni, la chiusura al transito veicolare della stradaprovinciale numero 1, in localitàContrada Fondacazzo, in seguito alla caduta di grossi massi provenienti dal costone che sovrasta il tracciato stradale, di proprietà privata. Situazione difficile anche sulla 19-BSan Biagio Platani - Alessandria della Rocca, dove su buona parte deltracciato era stata prontamente collocata la segnaletica di pericolo acausa dei detriti che hanno invasoalcuni tratti di carreggiata.Uno smottamento di fango hainvece interessato un tratto dellaprovinciale 42 Menfi-Partanna, eanche in questo caso sono dovutiintervenire i mezzi del Libero consorzio per ripristinare il transito. Interventi di un certo impegno anchesulle strade: 31 Cattolica Eraclea-Cianciana e 32 Ribera-Cianciana. ( * PA P I * )
Maggiore trasparenza nella gestione dell'Aica, l'Azienda idrica deicomuni agrigentini.
È quanto chiede il Codacons di Agrigento, attraverso il portavoce provinciale e vice presidente, Giuseppe Di Rosa,Codacons che non è stato invitatoal prossimo incontro tra i sindacied il Cda della società consortile.«Il sindaco di Agrigento e Aica -rimbrotta Di Rosa - se non hannonulla da nascondere alla città edall'intera provincia, ci lascino partecipare, in difesa e rappresentanza dei consumatori-cittadini), allariunione. Rimaniamo in attesa anche di una chiamata telefonica, noinon ci formalizziamo quando gliargomenti trattati sono la salutepubblica e gli interessi dei cittadini».Il Codacons chiede di partecipare per discutere del mancato rispetto dell'accordo per le opere dimanutenzione reti e impianti afferenti al Servizio idrico integrato einterventi finalizzati alla gestionedel servizio» siglato tra il comunedi Agrigento ed Aica il 18 agosto2021 e della mancata notificadell'ordinanza 168 del 7 dicembrescorso ai condomini della zona diFontanelle, relativa alla non potabilità dell'acqua per presenza batteri coliformi.«Da questo momento - aggiunge Di Rosa - attendiamo una chiamata, in caso contrario, torneremoa chiedere al prefetto di convocareun tavolo di concertazione tra leassociazioni consumatori, i verticidella assemblea dei sindaci dellaAti ed Aica, per chiedere lo scioglimento della società per assolutaincompetenza dei vertici e sullagestione economico amministrativa che porta ogni mese perditeper milioni di euro».Il sindaco Miccichè non vuolereplicare a Di Rosa e si limita a dire:« L'incontro con i vertici tecnici eamministrativi dell'Aica è statochiesto per capire il motivo dellecontinue sospensioni dell'erogazione idrica e del perché i parametri non sono, a volte, conformi; delmancato ripristino delle rotture,ormai tantissime, che obbliganogli uffici a posizionare le transenneche non tollero più. Voglio un cronoprogramma degli interventi voglio una documentazione scritta,non mi accontento più delle rassicurazioni telefoniche». (PAPI)
CORRIERE.IT
AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
Province, tornano gli assessori (retribuiti): nella manovra rispuntano le giunte
di Redazione Economia
Nuova vita per le Province dopo che nel 2014 la legge Delrio le aveva svuotate di poteri e risorse, quasi in coincidenza con l'election day del 18 dicembre (si voterà per 72 enti su 76). Alle Province continuano a far capo competenze di rilievo come l'edilizia scolastica degli istituti secondari superiori, l'ambiente, la viabilità secondaria e ora anche parte della gestione dei fondi del Pnrr. Ma la manovra le rivitalizzerà ulteriormente.
SOCIETÀ
Qualità della vita, vince Trieste. Milano torna sul podio: la classifica delle province dove si vive meglio
di Redazione Economia
Il ritorno degli assessori
Un disegno di legge collegato alla manovra 2022 — secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore — è infatti atteso a breve in Consiglio dei ministri: supererà la legge Delrio del 2014 che aveva svuotato le Province di poteri e risorse. Le nuove Province restano organi di secondo livello (in pratica i consigli provinciali non sono eletti dai cittadini ma dai sindaci del territorio e dai consiglieri comunali) ma ritorneranno le giunte come organi esecutivi con tanto di assessori. Che saranno 3 (4 nelle province con più di un milione di abitanti), potranno essere esterni e saranno retribuiti con un'indennità pari al 50% degli assessori comunali.
La bozza della riforma
Il decreto è atteso a brevissimo anche perché le elezioni per i consigli provinciali sono già fissate per sabato prossimo 18 dicembre. Un election day in piena regola (seggi aperti dalle 8 alle 20). Non è escluso che la bozza di riforma possa far risalire l'interesse per questi enti che negli ultimi 7 anni erano finiti nel dimenticatoio. Una bozza di riforma che ridefinisce le funzioni delle Province sul modello di quelle delle Città metropolitane.
GRANDANGOLO
Qualità della vita 2021, Agrigento prima tra le siciliane
Agrigento è 87esima in classifica e guadagna 14 posizione rispetto allo scorso anno
di Redazione
La 32esima edizione della storica indagine sulla Qualità della vita nelle province italiane, pubblicata oggi dal 'Sole 24 Ore', premia Trieste, già salita negli ultimi due anni al quinto posto della graduatoria annuale. Agrigento si posiziona all'84esimo posto guadagnando per 14 posizioni in classifica rispetto allo scorso anno. E' la prima tra le province siciliane con un punteggio di 424,09.
Tra le migliori performance registrate dalla provincia di Agrigento, addirittura prima in Italia, c'è la "Qualità dell'aria" (Indice su dati Pm10, biossido di azoto e ozono, nel comune capoluogo); ottimo anche il risultato per quanto riguarda il "soleggiamento" (Ore di sole al giorno). Il peggiore indice, penultima in Italia, è rappresentato dal "Valore aggiunto per abitante" cioè "migliaia di euro a valori correnti". Nelle altre voci la provincia di Agrigento registra un aumento in positivo per quanto riguarda "ricchezza e consumi", "affari e lavoro", "ambiente e servizi" e "cultura e tempo libero". Peggioramenti, invece, nei campo di "giustizia e sicurezza" e "demografia e società".
L'indagine, come ogni anno, scatta una fotografia del Paese attraverso 90 indicatori statistici su base provinciale divisi in sei ambiti: ricchezza e consumi, affari e lavoro, demografia società e salute, ambiente e servizi, cultura e tempo libero. Tra questi, ci sono 28 parametri aggiornati al 2021 (alcuni addirittura a settembre-ottobre scorso) e una decina di "indici sintetici" (cioè che a loro volta aggregano più parametri): quest'anno la storica indagine del Sole 24 Ore consente di focalizzare in particolare come sta andando la ripresa post pandemia - grazie ad un'analisi fatta su 20 dei 90 indicatori, per i quali è stata anche considerata la variazione rispetto all'anno precedente - e quali sono i divari territoriali, di genere e generazionali che ancora persistono, analizzati attraverso gli indici della 'Qualità della vita' di bambini, giovani e anziani, che premiano le province con il miglior contesto di vita per fasce di età, e l'indice della 'Qualità della vita' delle donne, presentato oggi per la prima volta, che misura la geografia dei divari di genere.
LIBERTASICILIA.IT
Siracusa. Elezioni ex Province, una proposta di mediazione per ritornare al voto
La pronuncia della Corte costituzionale sulla riforma Delrio: «Riforma delle Province illegittima anche in Sicilia»
di Rino Piscitello
Il Governo Musumeci ha indetto per il 22 gennaio le elezioni per il rinnovo delle province siciliane (o per meglio dire dei liberi consorzi e delle città metropolitane).
Novità. La Corte Costituzionale ha stabilito con una sentenza depositata oggi sulla riforma degli enti delle ex Province varata nel 2014 con la legge Delrio e sulle corrispondenti norme siciliane che l'attuale disciplina sui sindaci delle Città Metropolitane "è in contrasto con il principio di uguaglianza del voto e pregiudica la responsabilità politica del vertice dell'ente nei confronti degli elettori. "Tale sentenza - afferma Roberto Di Mauro, vicepresidente dall'Ars - sancisce di fatto l'inapplicabilità della legge Delrio varata nel 2014.
Abolizione delle province scelta sciagurata di Crocetta
Sono passati ormai otto anni dalla sciagurata scelta del Governo Crocetta, condivisa e sollecitata dai 5 stelle, di abolire le province e di avviare come conseguenza una gestione commissariale che sembra non finire mai. La decisione di indire le elezioni di secondo grado era ormai indispensabile per restituire alle province il proprio ruolo istituzionale e al contempo chiudere il lunghissimo periodo di gestione commissariale. La norma prevede che i sindaci di Palermo, Messina e Catania diventano automaticamente Presidenti delle Città metropolitane. I Presidenti dei Liberi consorzi (le altre 6 province) sono invece eletti dai sindaci e consiglieri comunali dei comuni interessati.
La sentenza della Corte Costituzionale del 2018
Una sentenza della Corte Costituzionale del luglio 2018 annullò la volontà dell'Assemblea Regionale di ritornare all'elezione diretta degli organi delle province da parte dei cittadini. La Corte, infatti, decretò che la norma siciliana contrastava con la legge nazionale considerata di grande riforma economica e sociale e come tale prevalente sulla specialità regionale. E la legge nazionale prevedeva l'elezione di secondo grado degli organismi delle province. Quella sentenza ha calpestato l'articolo 15 del nostro Statuto che assegna alla Regione potestà esclusiva sull'ordinamento degli enti locali in Sicilia.
Unica soluzione le elezioni di secondo grado
Non restava quindi che deliberare l'elezione di secondo grado e il Governo Musumeci non aveva davvero altra scelta per fare prevalere la correttezza amministrativa. Ma ecco che un'altra sentenza della Corte Costituzionale riapre di fatto il dibattito.
Nuova sentenza della Corte
Si tratta della sentenza n. 240 del 2021 decisa l'11 novembre scorso, ma resa pubblica nelle sue motivazioni soltanto nella giornata di ieri. La sentenza dichiara che "risulta del tutto ingiustificato il diverso trattamento riservato agli elettori residenti nel territorio della Città metropolitana rispetto a quello delineato per gli elettori residenti nelle Province". Nella sentenza si legge inoltre che l'ente metropolitano è "in una condizione di non conformità ai richiamati canoni costituzionali di esercizio dell'attività politico-amministrativa". Si aggiunge infine che occorre porre rimedio "al vulnus evidenziato, che rischia di compromettere, per la mancata rappresentatività dell'organo di vertice della Città metropolitana, tanto l'uguale godimento del diritto di voto dei cittadini destinatari dell'esercizio del potere di indirizzo politico-amministrativo dell'ente, quanto la necessaria responsabilità politica dei suoi organi". La sentenza chiede l'intervento in questa direzione del legislatore nazionale.
Possibile ma rischioso tornare all'elezione diretta
Una nuova decisione della Regione nella direzione di un ritorno all'elezione diretta potrebbe a questo punto apparire di nuovo possibile. Ma questa eventuale decisione, se impugnata dal Governo nazionale, potrebbe essere ancora ritenuta incostituzionale dalla suprema Corte in assenza di un intervento del legislatore nazionale di modifica della norma. E tutto questo ci costerebbe ancora un lungo periodo di commissariamento di Liberi consorzi e Città metropolitane. Procedere però al rinnovo il 22 gennaio prossimo con elezioni di secondo livello comporterebbe il rischio serio di determinare per un lungo periodo l'impossibilità di tornare all'elezione diretta.
Individuare un percorso di mediazione
L'unica soluzione possibile appare l'individuazione di un percorso di mediazione che salvaguardi entrambe le esigenze. Si potrebbe votare una legge che preveda l'elezione diretta degli organismi delle province, ovviamente tenendo conto delle ultime valutazioni della Corte Costituzionale. E si potrebbe al contempo prevedere nella stessa legge una fase temporanea al massimo di un anno e mezzo nella quale gli organismi venissero eletti tramite un'elezione di secondo grado. In questo modo le province avrebbero un'amministrazione non commissariale, seppur di secondo grado, in attesa dell'elezione diretta e l'eventuale (non augurabile) impugnazione o bocciatura delle norme sull'elezione diretta non determinerebbe un ulteriore lunghissimo commissariamento. Dividersi invece adesso su due ipotesi entrambe foriere di rischi non sembra davvero la scelta più saggia.