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rassegna stampa dal 18 al 20 dicembre 2021

Giornale di Sicilia

Revisione del centro storicoa Santa Croce e San Michele

L'assessore: «Aggiorneremo ciò che esiste e l'applicazione delle norme tecniche, nonché il recupero delle aree demolite o crollate»
Domenico Vecchio
Affidata la revisione del piano particolareggiato del centro storico.  «La revisione che riguarda la zona Santa Croce - San Michele - dice l'assessore Gerlando Principato - permetterà di aggiornare  il quadro attuale dell'edificato, il recupero delle aree liberea seguito di demolizioni-crolli, l'aggiornamento delle norme tecniche di  attuazione  all'evoluzione  delle norme edilizio urbanistiche, il recupero e la fruizione di risorse turistiche  insite  nel  territorio del centro storico, non ultimo la rete di ipogei oggetto di mappatura ed  indagine da parte della Protezione civile, il recupero e la riqualificazione delle zone ancora prive di ogni regolamento». L'intervento ricade nel quadro del programma straordinario per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluoghi di provincia, legato al progetto Girgenti, per il quale è stata sottoscritta una convenzione  con la  Presidenza del consiglio dei ministri. In particolare, a seguito del punteggio ottenuto in sede di  gara e dell'esito positivo delle verifiche di legge, il rup Gaetano Greco, ha effettuato l'aggiudicazione definitiva al raggruppamento di imprese Eidos Consulting per un importo  netto contrattuale  di  71mila  e  259  euro,  oltre  Iva  al  22%  e oneri previdenziali al 4%. Insomma per il centro storico di Agrigento c'è ancora  tanto  da  fare  nonostante  il dibattito sia aperto da un decennio ea tal proposito vale la pena ricordare che nell'aprile del 2019 fu annunciata la riattivazione del tavolo interdipartimentale per lo studio degli ipogei. «Dopo alcune settimane di lavoro, con la spinta propulsiva del dirigente capo del Genio civile Rino La Mendola, la struttura finalizzata alla ricognizione del sistema ipogeico che attraversa il sottosuolo della Città dei Templi sarebbe tornata operativa.  Del  tavolo  tecnico,  in  virtù  di apposito provvedimento del Dipartimento  regionale,  è coordinato  daRino  La Mendola.  Vi  fanno parte  ilcommissariodel     governoperl'emergenza   idrogeologica, il Comune, il Corpo  regionale delle miniere, la Curia, i dipartimenti regionali della Protezione civile, il Libero consorzio,  il  Parco  della  Valle  dei Templi e la Soprintendenza. (*DV*)

BlogSicilia

Liberi consorzi e Città metropolitane non esistono più, commissariare le ex province e riportarle al voto popolare

province siciliane e città metropolitane   
"Dopo il referendum respinto dagli italiani, sulle modifiche costituzionali proposte dal governo Renzi, che prevedeva l'abolizione delle Province e a seguire la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha sancito l'illegittima della legge Delrio in quanto incostituzionale, serve con urgenza un impegno politico per mettere ordine alla materia a cominciare dall'elezione diretta dei rappresentanti istituzionali". Lo dice Salvatore Giuseppe Sangiorgi, presidente del Comitato Nazionale Pro Province.
Ex Province, politica si "accende" su rinvio voto e sentenza Corte costituzionale
L'appello a Musumeci, commissariare le Città Metropolitane
Prosegue Sangiorgi: "Seguendo il principio che le sentenze si commentano, ma non si disattendono e si applicano, facciamo appello al Presidente Musumeci e alle forze politiche presenti all'Assemblea Regionale Siciliana per adottare i provvedimenti necessari per procedere al commissariamento delle tre Città Metropolitane".
Un passaggio inevitabile
Il presidente del Comitato Nazionale Pro Province spiega il perché dell'appello: "Un passaggio inevitabile e non rinviabile, che non può essere ostacolato minimamente dalle manovre di palazzo, perché la guida di un ente non può essere affidata a politici di fatto delegittimati a svolgere il ruolo, perché privi del requisite più importante l'investitura popolare, come sancito dall'Alta Corte".
Uso improprio e arbitrario del potere
Conclude Sangiorgi: "I siciliani, prima ancora di rispettare le regole hanno assoluto bisogno di credere nelle istituzioni e nell'autorevolezza dei loro rappresentanti nell'assunzione delle responsabilità, anziché assistere quotidianamente all'uso improprio ed arbitrario del potere, facendo sistematicamente forzature sulle leggi, con il rischio di mettere in discussione lo stato di diritto e il rapporto di fiducia tra eletti ed elettori del nostro Paese".
Province al voto in tutta Italia ma non in Sicilia
Si sono svolte ieri le elezioni dei 31 Presidenti di Provincia e 75 Consigli Provinciali votati con il sistema elettorale di secondo livello da 68.499 sindaci e consiglieri comunali di oltre 5.500 Comuni, in rappresentanza di oltre 32 milioni e 500 mila cittadine e cittadini.
Elezioni di secondo grado
Si tratta di elezioni di secondo grado, secondo quanto stabilito dalla legge 56/14 di riforma delle Province: elettori ed eletti sono infatti i sindaci e i consiglieri comunali, cui è affidata la responsabilità di votare per conto delle comunità e dei cittadini amministrati. Le Province in cui è votato anche per l'elezione del Presidente sono: Ancona, Alessandria, Ascoli Piceno, Avellino, Belluno, Bergamo, Biella, Caserta, Chieti, Crotone, Fermo, Ferrara, Forlì-Cesena, Grosseto, Imperia, Latina, L'Aquila, Lecco, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Parma, Pavia, Perugia, Pescara, Ravenna, Rovigo, Terni, Treviso, Verbano Cusio Ossola, Viterbo.
All'appello manca la Sicilia
Come ampiamente risaputo manca all'appello la Sicilia. All'Ars nei giorni scorsi è andata in scena l'ennesima storia dei "franchi tiratori" della maggioranza. Con un asse inedito tra Pd e Lega è stato deciso di rinviare tutto ma questa volta si punta a non farle tenere affatto. Lo scopo della politica siciliana è quello di ridar vita agli organi di secondo livello e indire elezioni ordinarie. Insomma far tornare alle urne i siciliani per eleggere le Province.
Il "duello" a Casa Minutella
Per rendere ancor più cristallino il quadro di una politica siciliana fortemente divisa sul tema basta guardare quanto accaduto nel corso della trasmissione di BlogSicilia "Casa Minutella". Di fronte l'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e il sottosegretario sempre alle Infrastrutture Giancarlo Cancellieri. Il primo ha attaccato Pd e 5 Stelle per aver dato vita nel 2014 ad una riforma che ha abolito le Province, condannandole però ad un limbo e ad una serie di disservizi a catena che hanno complicato tutto. Il secondo ha risposto per le rime, evidenziando che l'attuale governo Musumeci è al governo da 4 anni e in questo lungo lasso di tempo non ha mai messo mano alla riforma.


GRANDANGOLO

Istituto scolastico nella zona industriale, sit-in di protesta delle imprese
di Redazione

Nella Zona industriale di Aragona - Favara si sono insediate numerose Aziende che nel tempo hanno offerto occasioni di sviluppo e di occupazione nei vari settori della manifattura, della produzione industriale e dei servizi. In particolare alcune imprese si trovano costrette a posticipare importanti investimenti per la impropria localizzazione, fatta in un clima di emergenza, dell'Istituto Scolastico "Enrico Fermi".
"Quella che doveva essere una scelta emergenziale transitoria è diventata, da molti anni, perdurante e, paradossalmente, impedisce l'esercizio legittimo delle attività di impresa proprio nel territorio dedicato dalle leggi all'esercizio delle attività industriali", scrivono in una lettera le organizzazioni sindacali. Di recente alcune autorizzazioni per la Valutazione di Impatto Ambientale hanno evidenziato la possibilità di entrata in esercizio deli impianti a condizione che l'Istituto scolastico venga delocalizzato. L'incontro avvenuto con il Commissario del Libero Consorzio, dott. Vincenzo Raffo, non ha portato alla soluzione auspicata. Pertanto, alla luce di quanto esposto, continuano le OO. SS., allo scopo di sollecitare le autorità competenti, ognuno per la propria parte, a dare tempestiva soluzione alla problematica sollevata per scongiurare la crisi irreversibile delle imprese che operano all'interno della zona industriale con il conseguente rischio per gli attuali livelli occupazionali, hanno proclamato un'assemblea sit-in dei lavoratori delle imprese in indirizzo per lunedì 20 dicembre 2021, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, davanti la sede della Prefettura di Agrigento.

CANICATTIWEB

Istituto scolastico nella zona industriale, sit-in di protesta delle imprese
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie

Nella Zona industriale di Aragona - Favara si sono insediate numerose Aziende che nel tempo hanno offerto occasioni di sviluppo e di occupazione nei vari settori della manifattura, della produzione industriale e dei servizi. In particolare alcune imprese si trovano costrette a posticipare importanti investimenti per la impropria localizzazione, fatta in un clima di emergenza, dell'Istituto Scolastico "Enrico Fermi".
"Quella che doveva essere una scelta emergenziale transitoria è diventata, da molti anni, perdurante e, paradossalmente, impedisce l'esercizio legittimo delle attività di impresa proprio nel territorio dedicato dalle leggi all'esercizio delle attività industriali", scrivono in una lettera le organizzazioni sindacali. Di recente alcune autorizzazioni per la Valutazione di Impatto Ambientale hanno evidenziato la possibilità di entrata in esercizio deli impianti a condizione che l'Istituto scolastico venga delocalizzato. L'incontro avvenuto con il Commissario del Libero Consorzio, dott. Vincenzo Raffo, non ha portato alla soluzione auspicata. Pertanto, alla luce di quanto esposto, continuano le OO. SS., allo scopo di sollecitare le autorità competenti, ognuno per la propria parte, a dare tempestiva soluzione alla problematica sollevata per scongiurare la crisi irreversibile delle imprese che operano all'interno della zona industriale con il conseguente rischio per gli attuali livelli occupazionali, hanno proclamato un'assemblea sit-in dei lavoratori delle imprese in indirizzo per lunedì 20 dicembre 2021, dalle ore 11.00 alle ore 13.00, davanti la sede della Prefettura di Agrigento. "

Ex provincie regionali, ancora un rinvio per le elezioni degli organi.
Scritto da Redazione Canicatti Web Notizie

"Il rinvio, l'ennesimo, delle elezioni di secondo livello delle Città metropolitane e dei Liberi consorzi siciliani è la ciliegina non sulla classica torta, ma su un macroscopico pasticcio che si ripercuote sui lavoratori e sulla cittadinanza." Ad intervenire, ancora una volta, su quella che ormai è la serie a puntate dell'ultimo decennio è il segretario territoriale della Ugl di Catania, Giovanni Musumeci. "Neanche il miglior autore avrebbe mai immaginato un sequel così lungo e intricato, compresa la puntata di ieri sera andata in onda dall'Assemblea regionale siciliana che, temiamo, non sarà l'ultima. A questo punto siamo pessimisti anche su un lieto fine, poiché sugli enti di area vasta in Sicilia si sta navigando a vista da troppo tempo, mentre nel resto d'Italia le provincie sono già quasi arrivati al rinnovo degli organi dopo la prima elezione prevista dalla legge Delrio. Nella nostra regione non siamo riusciti né ad applicare serenamente la normativa nazionale, né a fare valere il principio dell'autonomia statutaria difendendo una norma (quella dell'elezione diretta degli stessi organi) giusta, il cui meccanismo è stato strenuamente sostenuto a livello Costituzionale dal precedente sindaco di Aci Castello che ha visto prevalere la sua ragione. Si è invece preferito rinviare di volta in volta, non facendo mancare la solita sfilza di commissari. In tutto questo stiamo assistendo ad un triste teatrino della politica, con scambi di accuse reciproche che continuano a far male allo sviluppo di amministrazioni che fino al 2014 erano il fiore all'occhiello della nostra isola. Se oggi il risultato è quello che gli enti di area vasta sono fermi, con poche risorse e con competenze non chiare, non è perché la colpa è degli uni o degli altri - evidenzia Musumeci. E' una sconfitta di tutti, nessuno escluso, sulla quale dobbiamo fare ammenda cercando subito di trovare una soluzione al problema. Non si è votato quando si poteva fare e, adesso, non si potrà votare senza la giusta legislazione di supporto che la Sicilia potrebbe varare autonomamente, anche se a questo punto un rapido intervento normativo del Parlamento nazionale sarebbe quantomeno doveroso. In questo senso, quindi, ci rivolgiamo ai parlamentari nazionali e regionali perché, insieme, possano fare blocco per dare finalmente dignità alle Città metropolitane ed ai Liberi consorzi (ma perché in quest'ultimo caso non tornare come in tutta Italia al vecchio nome di Provincia, nel linguaggio comune mai andato in disuso per definire un territorio?). Riteniamo giusta l'elezione diretta degli organismi, anche per liberare i sindaci dei comuni capoluogo dall'obbligatorietà della funzione che, per loro, rappresenta un fardello aggiuntivo oltre la carica locale non certo agevole di questi tempi. Come Ugl di Catania - conclude il sindacalista - crediamo che anche in vista della sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il ruolo degli enti di area vasta non può essere marginale, avendo peraltro dovere di coordinamento dei comuni del territorio e soprattutto la diretta competenza su viabilità, infrastrutture, scuole, ambiente e turismo."

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