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rassegna stampa dal 5 al 7 febbraio 2022

Giornale di Sicilia

Il magistrato era in pensione dal 2015
Palermo, è morto Di Pisa: dal «corvo» al caso Denise
Condannato e poi assolto per le lettere anonime
PALERMO È morto a Palermo magistrato Alberto Di Pisa, aveva 78 anni. Da un anno combatteva contro un male incurabile e dopo un ricovero all'ospedale Cervello mercoledì pomeriggio era stato riportato a casa  perché le sue condizioni  si  erano  aggravate.  Ha  resistito ancora qualche ora, attaccato al respiratore,  e  poi  è  spirato.  Da  sostituto procuratore  fece  parte del  pool  anti-mafia  di  Palermo.  Fu  coinvolto  nella vicenda del famigerato «corvo»:  l'ano-nimo che, nell'estate 1989, inviava lettere ad alte cariche istituzionali accusando altri magistrati, tra cui Giovanni Falcone, e dirigenti di polizia di aver armato il pentito Totuccio Contorno per stanare i latitanti mafiosi corleonesi. Contorno, diceva il «corvo», aveva  avuto il  permesso di uccidere  pervendicare  i  suoi  familiari  sterminatidai killer di Totò Riina.Un  racconto  pieno  di  particolari,scritto probabilmente da un «addettoai lavori» che produsse una marea diveleni al palazzo di giustizia dei Paler-mo,  con  l'effetto  di creare divisioni nell'apparato investigativo e dunque renderlo meno efficace.Di Pisa fu prima ascoltato a lungod al Csm, poi finì sotto processo. Il giudice fu condannato nel 1992 in primo grado a un anno e sei mesi, la presunta prova a suo carico ha una storia piuttosto particolare. Nel 1989 l'allora alto commissario per la lotta alla mafia, Domenico  Sica, sostenne che  fosse sua l'impronta digitale lasciata su uno dei messaggi anonimi di accuse che tiravano in ballo o facevano riferimentia Giovanni Falcone, Giuseppe Ayala e Pietro Giammanco, al capo della poli-zia Vincenzo Parisi e al questore Gianni De Gennaro. Nel corso degli accer-tamenti Di Pisa venne trasferito d'ufficio a Messina e dopo la condanna di primo grado nel 1992 sospeso dal servizio.L'anno dopo però, nel 1993 fu deltutto  assolto  e  scagionato  «per  nonaver commesso il fatto». Il mistero del«corvo» non si è mai chiarito, di certola vicenda è costata anni processi e so-spetti nei confronto di Di Pisa, indica-to come uno dei nemici di Falcone. Ma dopo l'assoluzione, Di Pisa per così dire fu «riabilitato», diventando sostituto procuratore generale a Palermo e anche procuratore capo a Termini Imerese e a Marsala, dove si è occupato del caso della sparizione di Denise Pipitone. Nel  2015 è andato  in  pensione dalla  magistratura  e  nel  2019 per due anni  è stato nominato commissario della provincia di Agrigento. Nel 2020 è stato pubblicato anch eun  suo  libro  «Morti  opportune»  nelquale  racconta  una  serie  di  decessimolto  sospetti  che  riguardavano  in-vestigatori,  agenti  dei  servizi  e  delle forze dell'ordine che in  un  modo o nell'altro erano a venuti a conoscenza di segreti molto pericolosi. Un capitolo  riguarda  anche  la  scomparsa  de lgiornalista Mauro De Mauro. Il  presidente  della  Regione,  NelloMusumeci,  ha espresso  il suo  cordo-glio e quello della giunta per la mortedel giudice: «Con lui - afferma Musu-meci - scompare un illustre giurista dasempre  in  prima  linea  nel  contrastoalla criminalità  organizzata. L'ho conosciuto subito dopo il mio insediamento a Palazzo Orleans e, avendone apprezzato il rigore morale e la competenza  amministrativa, l'ho nominato commissario straordinario del Libero consorzio  di  Agrigento,  dove ha profuso con tenacia il proprio impegno. Alla famiglia del magistrato va il  mio  più  sentito  cordoglio,  al  quale unisco la vicinanza della comunità siciliana».

SICILIALIVE24

Le Province in Sicilia, un disastro da 1 miliardo di euro
Scritto da Angelo Ruoppolo (Teleacras)
Il fallimento della riforma delle Province in Sicilia: dal 2013 sono costate circa 1 miliardo di euro. Servizi precari e mancanza di progetti. Dettagli e interventi.
Il bilancio consuntivo dei 9 anni, finora, del commissariamento delle ex Province siciliane è disastroso. E' stato speso quasi un miliardo di euro per servizi ancora al palo, e 5mila dipendenti sono in balia degli eventi, senza guida politica né dirigenti. Solo alcune delle precarietà sono le strade provinciali, 11mila chilometri di asfalto, devastate da buche e avvallamenti, i servizi agli studenti disabili, le autorizzazioni ambientali e altro. I commissari sono consapevoli di quanto accade, anche perché a raffica sulle Province si sono abbattute centinaia di citazioni civili per gli incidenti provocati dalle strade dissestate. L'ex commissario alla Provincia di Agrigento, il generale Vincenzo Raffo, ha affermato: "Il contenzioso è la conseguenza di quello che è accaduto. Le cause che abbiamo dovuto affrontare sono parecchie, sempre con esito sfavorevole. La condanna media ammonta a 500mila euro"- ha concluso. E a pagare sono spesso anche i dipendenti. La Cgil all'ex Provincia di Palermo, tramite il rappresentante, Saverio Cipriano, spiega: "I tecnici delle Province sono terrorizzati. Ciascuno di loro ha 3 o 4 citazioni in tribunale, perché chiunque faccia un incidente su una strada provinciale cita l'ingegnere responsabile. Abbiamo avuto un cantoniere per 7 anni sotto processo per un crollo di massi sulla strada tra Altofonte e Piana degli Albanesi. Si fa solo la manutenzione ordinaria"- conclude. In verità tutto ciò è causato anche dalla mancanza di progetti adeguati perché mancano figure professionali qualificate, tanto che la Regione, a fronte dell'avvento del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha pubblicato un bando per arruolare progettisti esterni che siano a disposizione degli Enti locali soprattutto per recuperare le strade. E a tal proposito, l'Anci, l'Associazione dei Comuni di Sicilia, ha appena lanciato un allarme per i 2 miliardi e 500 milioni di euro che l'Europa offre alla Sicilia per i piani urbani integrati, per recuperare il patrimonio edilizio pubblico e migliorare il decoro urbano. Il termine per presentare i progetti scade il prossimo 7 marzo. Si getta la spugna? Il presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, prospetta: "Il termine del 7 marzo rischia di non potere essere rispettato a causa della carenza di figure apicali nelle strutture tecniche delle nostre Province, che necessitano di un concreto supporto economico e strutturale mediante l'inserimento di adeguati profili professionali abilitati alla redazione di progetti di tale importanza e complessità" - conclude. Il paradosso è che le Province dell'isola vittime della riforma di Crocetta continuano dal 2013 ad assorbire risorse enormi: il budget complessivo delle ex Province ammonta ogni anno a circa 110 milioni di euro fra spesa corrente e stipendi del personale, per un costo totale che nei 9 anni di commissariamento si aggira intorno al miliardo di euro. E il segretario regionale della Cisal, Nicola Scaglione, conferma: "Il problema è che manca un interlocutore politico e i servizi restano azzerati. Così, senza una rotta certa, c'è chi galleggia e chi affonda".

il sole24ore.it
Over 50, dal 15 febbraio obbligo di vaccino sul lavoro: tutto quello che c'è da sapere
Assenza ingiustificata e niente stipendio per chi non sarà in regola con la vaccinazione. Multe da 600 a 1.500 euro per le violazioni

Con le regole imposte dal Governo con il decreto del 7 gennaio sono due le scadenze segnate sul calendario per il nuovo anno degli ultra 50enni: la prima è scattata il 1° febbraio con la multa di cento euro per gli over 50 che non hanno ancora rispettato l'obbligo di vaccinazione (circa 1,68 milioni di persone ancora a zero dosi); la seconda è il 15 febbraio, quando entrerà in vigore l'obbligo per tutti i lavoratori del green pass rafforzato (si ottiene solo tramite vaccinazione o per guarigione ed esclude l'effettuazione di un test antigenico rapido o molecolare). Chi verrà sorpreso senza la ceritificazione verde adeguata rischia una multa dai 600 ai 1.500 euro.Vaccinati per fasce di etàL'obbligo e le esenzioniDal 1° febbraio tutte le persone che hanno più di 50 anni (e quelle che via via raggiungeranno questa età, fino al 15 giugno 2022) devono sottoporsi all'immunizzazione anti-Covid. Si tratta della fascia d'età maggiormente esposta a conseguenze gravi in caso di contagio (da inizio pandemia il 35,7% di casi sul totale ma il 98,7% dei decessi secondo il Report Iss aggiornato al 26 gennaio). Oltre che ai cittadini italiani, l'obbligo si applica anche agli europei residenti in Italia ed agli stranieri iscritti e non iscritti al Sistema sanitario nazionale. Chi non ha ancora iniziato il ciclo vaccinale (il 6,06% della platea, secondo l'ultimo rapporto del governo aggiornato al 28 gennaio), chi non ha rispettato i termini per la seconda dose o per il "booster" verrà sanzionato con una multa di 100 euro . L'infezione da Covid, specifica il decreto, determina «il differimento della vaccinazione fino alla prima data utile prevista sulla base delle circolari del ministero della Salute». Non rischiano, invece, le persone che non hanno fatto il vaccino per motivi di salute, salvo la presentazione di una certificazione medica.I controlli e la multa da 100 euroI controlli sono fatti a campione e la sanzione (100 euro, per una volta soltanto) è irrogata dal ministero della Salute tramite l'Agenzia delle entrate che vi provvede «sulla base degli elenchi dei soggetti inadempienti all'obbligo vaccinale periodicamente predisposti e trasmessi dal medesimo ministero, anche acquisendo i dati resi disponibili dal sistema tessera sanitaria sui soggetti assistiti dal Servizio sanitario nazionale vaccinati per Covid-19, nonché su quelli per cui non risultano vaccinazioni comunicate dal Ministero della salute al medesimo sistema e, ove disponibili, sui soggetti che risultano esenti dalla vaccinazione».I destinatari dell'avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio hanno 10 giorni di tempo dalla ricezione per comunicare alla Asl «l'eventuale certificazione relativa al differimento o all'esenzione dall'obbligo vaccinale, ovvero altra ragione di assoluta e oggettiva impossibilità». Se la Asl non conferma l'insussistenza dell'obbligo vaccinale, l'Agenzia delle entrate provvede a inviare entro centottanta giorni dalla relativa trasmissione, «un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo».
Dal 15 febbraio green pass rafforzato per il lavoro
La seconda data chiave per gli ultra 50enni è a metà mese, martedì 15 febbraio, quando entrerà in vigore l'obbligo del "super green pass" per tutti i lavoratori. Chi dichiara di non avere la critificazione rafforzata (che si ottiene solo tramite vaccinazione o per guarigione) o ne risulta sprovvisto al momento dell'accesso al luogo di lavoro sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione del certificato. Comunque non oltre il 15 giugno 2022. Il "no vax" non subirà sanzioni disciplinari e mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Chi, però, verrà sorpreso nel luogo di lavoro senza il certificato rischia una multa che varia dai 600 ai 1.500 euro con conseguenze disciplinari. Gli esentati dall'obbligo vaccinale possono essere destinati a mansioni diverse - senza decurtazione della retribuzione - in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio.I controlli dei datori di lavoro
Spetta ai datori di lavoro, pubblici e privati (e ai responsabili della sicurezza delle strutture in cui si svolge l'attività giudiziaria) verificare il rispetto dell'obbligo vaccinale per gli over 50 che svolgono la propria attività lavorativa nei loro luoghi di lavoro. Il controllo vale anche per tutti coloro che accedono nelle strutture per svolgere la propria attività lavorativa (a loro volta controlllati dai loro datori di lavoro).

In Sicilia attivato un numero telefonico per l'assistenza ai disabili
Scritto da redazione Sicilialive24
In Sicilia la Regione Siciliana ha attivato un numero di telefono per informazioni, assistenza e ascolto a favore dei disabili. Si tratta di "Telefono D", al numero 091 68 50 618, in funzione 5 giorni alla settimana, da lunedì a venerdì, dalle ore 11 alle 17. L'assessore regionale alle Politiche sociali, Antonio Scavone, spiega: "Molto spesso si verificano situazioni di disagio, ma sarebbero sufficienti specifiche indicazioni e supporti per eliminare le barriere che determinano e aggravano le condizioni di disabilità". E la garante regionale delle persone con disabilità, Carmela Tata, aggiunge: "Sono certa che l'impegno e la disponibilità del nostro Ufficio regionale, coadiuvato da altri organi istituzionali, permetteranno di razionalizzare e indirizzare gli interventi, eliminare o almeno ridurre le barriere, che determinano la disabilità e i conseguenti disagi".

E' morto l'ex magistrato Alberto Di Pisa , malato da tempo ,era stato pure commissario alla Provincia di Agrigento
Scritto da Amministratore
L'ex magistrato Alberto Di Pisa, che era stato procuratore a Termini Imerese e Marsala, è morto la notte scorsa nella sua abitazione a Palermo.
Aveva 78 anni.
Per sua volontà sarà sepolto a Rizzuti, in Calabria, nella cappella della famiglia della moglie.
Di Pisa, era stato dimesso ieri in fin di vita dall'ospedale dove era ricoverato per un tumore.
Negli anni Ottanta era stato accusato di essere il "corvo" che scriveva lettere anonime contro investigatori e magistrati, tra cui Giovanni Falcone, accusandoli di avere coperto il ritorno del collaboratore Totuccio Contorno al quale venivano attribuiti l'uccisione di rivali ma fu completamente assolto.

LA STAMPA

Agrigento, l'Orto Botanico con vista sui templi
Come uno scrigno vegetale, il giardino del Libero Consorzio Comunale custodisce ventimila piante
di LUCA BERGAMIN
I templi greci di Agrigento catalizzano sempre l'attenzione, è impossibile resistere al fascino delle loro colonne. Eppure a poca distanza sta già riabbracciando la primavera quel Giardino Botanico del Libero Consorzio Comunale che custodisce come uno scrigno vegetale ventimila piante. Esse condividono gli otto ettari di superficie con ipogei, caverne abitate in passato dall'uomo, formazioni in roccia calcarea che da sempre si rivelano anfratti ghiotti per il deposito dei semi da parte degli uccelli. Da lì, specialmente se si sale o ci si siede per qualche attimo sui gradini in tufo che fanno da terrazzamenti, anche involontari, si possono vedere bene i luoghi consacrati al culto di Zeus, Atena, Ercole e gli altri otto templi della mitica Valle di Agrigento. Dunque, anche qui in questo giardino si prova lo stesso sentimento che animò lo scrittore Johann Wolfgang von Goethe nel corso della sua visita siciliana: "Mai in tutta la vita ci fu dato godere una così splendida visione di primavera come quella di stamattina al levar del sol... Lo sguardo spazia sul grande clivo della città antica, tutto giardini e vigneti... verso l'estremità meridionale di questo altipiano verdeggiante e fiorito si vede elevarsi il Tempio della Concordia, mentre a oriente stanno i pochi ruderi del Tempio di Giunone".
Dopo essersi beati della vista dei tempi dorici, viene il momento di disperdersi lungo i sentieri di questo giardino botanico in cui si può visitare persino un ricchissimo e ordinato erbario contenente molti esemplari essiccati, un'opera di testimonianza botanica cominciata nel corso dell'800 e mai più abbandonata, mentre la Biblioteca del Consorzio dà la possibilità rara di ammirare, tra i documenti che conserva, anche una copia dell'Encyclopédie di Diderot e D'alembert. Il sottosuolo, scavato già ai tempi del regno di Terone, tiranno di Agrigento dal 488 o 487 a. C., impiegando le braccia degli schiavi cartaginesi catturati in battaglia secondo quanto riporta Diodoro Siculo, è davvero interessante anche sul piano geologico: in questo punto specifico di Agrigento, infatti, il sistema di gallerie è assai arzigogolato e si è prestato a un utilizzo ingegnoso da parte dell'uomo. Anche il carnet botanico è altrettanto sfizioso.
Gli aranci e i limoni in questo periodo dell'anno sono ancora ricchi di pomi dorati, i cespugli di rosmarino hanno aggiunto ghiotte dimensioni lungo il sentiero e anche gli asparagi, selvaggi e liberi, prosperano in questo mosaico di macchia mediterranea nella quale se la lantana camara rossa e arancio dovrà attendere ancora qualche settimana prima di pavoneggiarsi dei suoi fiori, il mandorlo può già mostrare in pieno la bellezza della sua candida chioma di petali. Questa pianta, insieme agli oleandri e soprattutto alle palma cycas, costituisce l'attrazione principale dell'Orto Botanico agrigentino. Sono una decina gli esemplari di mandorlo coltivati con cura in quello che in origine era il terreno della colonia dell'Ospedale Psichiatrico locale in cui i malati potevano respirare aria buona e dedicarsi ad attività didattiche di natura bucolica. Protetta appunto dal costone di roccia calcarea, l'area del giardino botanico ha svolto dunque a lungo anche una valenza sociale che prosegue sotto altra forma anche oggi, accogliendo scolaresche, visitatori appassionati di botanica mediterranea.
Il microclima davvero propizio presente in questo luogo ha fatto sì che si potesse piantare e tuttora prosperi la Cercis siliquastrum chiamata anche Albero di Giuda. I fichi d'India orlano il paesaggio, le agavi, americana, striata e ferro, spuntano in ogni dove a reclamare spazio e importanza, insinuandosi tra gli anfratti di roccia, nelle fessure delle formazioni in tufo, ai margini dei terrazzamenti. Numerose sono le piante grasse, anche intorno al laghetto dei pesci, vicino alla torretta e ai lati della scalinata che permette di salire sul punto più elevato. E' quassù che si è soliti consumare il pane cunzato venduto all'ingresso nei motorini ape a tre ruote che si trasformano in bar ambulanti. Siamo, infatti, pur sempre in Sicilia dove cibo buono, bellezza artistica e forza dirompente della natura stanno insieme.

gds.it
scuole e covid-19
Green pass illimitato, quarantene dimezzate e studenti in classe: le tappe per la normalità
Super Green Pass con durata illimitata, nuovo sistema per le quarantene (dimezzate a cinque giorni per i non vaccinati) e per le Dad, con gli studenti che torneranno quasi tutti in classe. Addio, poi, all'obbligo delle mascherine all'aperto in zona bianca da venerdì prossimo, quando anche le discoteche potranno riaprire con certificato rafforzato, mascherine (ma non in pista) e capienza al 50 per cento. La road map per il ritorno alla normalità segna il via in queste ore. Si riparte con prudenza, ma che si stia aprendo «una nuova fase per il Paese» è lo stesso coordinatore del Cts Franco Locatelli ad annunciarlo. Il quale però avverte: «va gestita la riapertura», con un'"adeguata progressività». L'ultima misura a cadere sarà probabilmente il certificato verde: ad avviso di Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute, bisognerà mantenerlo almeno per tutta l'estate.
Archiviate le modifiche alle quarantene e mandate in soffitta le restrizioni dei colori (restano in vigore quelle in zona rossa, ma solo per i non vaccinati), un'altra tappa sarà quella del 15 febbraio, quando scatterà l'obbligo del Super pass al lavoro per gli ultracinquantenni. Già dalla prossima settimana qualche regione potrebbe essere invece nuovamente promossa verso profili di rischio più bassi lasciando la zona gialla o arancione, come la Campania, che vede il bianco.
Il decisivo giro di boa ci sarà però con la scadenza dello stato di emergenza il prossimo 31 marzo: se quest'ultimo non dovesse essere prorogato, andranno ridiscussi con le aziende gli accordi sullo smartworking e anche la struttura dell'attuale Commissario, il generale Francesco Figliuolo, diventerebbe 'ordinarià (in alternativa servirebbe un decreto ad hoc, per l'assegnazione di poteri straordinari).
Ma è ormai certo che dopo marzo, in qualsiasi caso, il lasciapassare verde dovrà ancora essere utilizzato per diversi mesi. Di fronte al rischio di nuove varianti, il suggerimento sarebbe quello di mantenere l'attuale sistema di restrizioni per i non vaccinati oltre il 15 giugno prossimo, data in cui è al momento prevista la scadenza dell'obbligo della dose per gli over 50. Su questo fronte, la macchina dei controlli si è già messa in moto dallo scorso primo febbraio e nelle prossime settimane potrebbero arrivare le sanzioni da 100 euro dopo verifiche a campione sul milione e mezzo di ultracinquantenni in Italia che non si sono mai vaccinati o che non hanno ancora fatto la dose booster entro la scadenza dei sei mesi per il richiamo. La legge prevede che la multa arrivi direttamente a casa con una cartella dell'Agenzia delle entrate.
A fine febbraio è previsto intanto l'arrivo di 'Novavax', il cosiddetto vaccino degli scettici proprio perché basato su vecchie tecniche, diverse da quelle vettoriali e a base mRna utilizzate finora per i sieri anti-Covid: questo aspetto, si spera, potrebbe convincere i più timorosi che non si sono ancora sottoposti all'inoculazione. Per chi ha fatto invece il booster, al momento non è prevista la quarta dose, eccetto forse per immunodepressi e anziani: in questo caso il sistema di somministrazione, con numeri decisamente ridotti rispetto all'ultima campagna vaccinale, sarà però più capillare con farmacie, medici di medicina generale e pediatri. Dunque si andrebbe verso la chiusura degli hub e i grandi centri vaccinali. Per i vaccini ai bimbi sotto i cinque anni invece si attende la valutazione di Ema e Aifa, con un possibile ok nei prossimi mesi.
Aldilà delle date già previste dal calendario degli allentamenti delle misure, restano una serie di ipotesi e riflessioni su una serie di norme, che potrebbero subire cambiamenti in primavera. Le percentuali sulla capienza di stadi e discoteche all'aperto, ad esempio, potrebbero essere presto riviste. In particolare per gli impianti sportivi, la soglia attualmente prevista al 50% potrebbe passare presto al 75% e progressivamente al 100%.








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