AGRIGENTONOTIZIE
AMBIENTE
Fondacazzo, il Comune chiude l'isola ecologicaLa decisione di dismettere il sito, preso di mira da incivili e trasformato in mega discarica abusiva all'aperto, è stata presa al termine di una conferenza di servizi. Il Comune di Agrigento ha deciso: la discarica di Fondacazzo sarà chiusa. A comunicarlo è il sindaco Franco Miccichè dopo una conferenza di servizi nella quale hanno preso parte i rappresentanti di Asp, Regione, Libero consorzio e delle ditte che si occupano dei servizi di igiene ambientale. "E' bene ricordare che il sito, fino al maggio 2021 - spiega Miccichè con una nota -, era in uso ai residenti delle vicine case non servite dal servizio porta a porta mentre da fine maggio 2021 ha permesso a tutti gli utenti il conferimento in orari prestabiliti secondo il calendario della raccolta differenziata. Purtroppo, come ben sappiamo, il sito è stato preso d'assalto dagli incivili facendo diventare l'area una discarica a cielo aperto e a nulla sono servite le decine di appelli e le continue bonifiche".
Scuola alla zona Asi "blocca" nuovo impianto di rifiuti, Legambiente: "Trovare una soluzione"
L'associazione ambientalista è intervenuta rispetto all'annosa vicenda che riguarda l'istituto "Fermi" chiedendo al Libero consorzio un intervento
Scuola ospitata in un'area industriale "blocca" la realizzazione di un impianto per il trattamento dell'umido: Legambiente chiede soluzioni prima del nuovo anno scolastico. L'associazione ambientalista, attraverso il presidente del circolo "Rabat" Daniele Gucciardo, è intervenuto per sollecitare una soluzione rispetto ad una vicenda realmente annosa: da anni, infatti, l'istituto professionale "Fermi" si trova ospitato in una struttura nel cuore della zona industriale tra Agrigento, Favara e Aragona, dopo che la sede di via Piersanti Mattarella venne chiusa d'urgenza perché si rivelò essere costruita con calcestruzzo depotenziato. Un trasferimento che venne all'epoca contestato proprio in considerazione della vocazione della zona Asi, ma che di fatto venne considerato l'unico scenario possibile a quella data. Da un paio di anni, adesso, si cerca di trovare un sito alternativo per la scuola, per un motivo molto preciso: l'impossibilità di far coesistere l'istituto con un futuro impianto di trattamento dei rifiuti umidi che dovrebbe sorgere proprio nella zona Asi, a breve distanza dalla sede dell'Ipia. Un impianto oggi bloccato dalla Regione finché la scuola resterà lì.
"Da più parti si ritiene, in virtù del rispetto delle norme vigenti, che tale Istituto debba trovare una sede diversa da quella attuale poiché le attività scolastiche sono incompatibili con le attività svolte in un'area industriale - dice oggi Gucciardo - . Il perdurare di questa situazione sta danneggiando sia gli studenti e il personale scolastico che le attività imprenditoriali che si trovano attorno all'edificio utilizzato dall'Enrico Fermi, poiché non riescono ad ottenere le autorizzazioni necessarie per implementare le proprie attività a causa della localizzazione della scuola a distanza ravvicinata dai loro impianti. Si tratta di un controsenso: la scuola dentro la zona industriale non potrebbe starci ma siccome c'è è inevitabilmente e giustamente considerato un 'luogo sensibile' per il quale occorre garantire i massimi livelli di tutela della salute. Agrigento ha bisogno di scuole, o meglio di immobili, adeguati alle esigenze scolastiche, ma ha bisogno anche di imprese che possano lavorare bene e pianificare il proprio futuro. Tra queste ci sono imprese che vorrebbero dedicarsi alla realizzazione e gestione di impianti per il trattamento dei rifiuti secondo il modello dell'economia circolare, di cui il nostro territorio ha grande bisogno, che a causa di questa convivenza non riescono a farlo. Invece di risolvere un problema, la sede dell'Istituto 'Fermi', se ne sono creati due: una scuola in un luogo non adeguato e un vincolo alla realizzazione delle attività imprenditoriali".
Sul tema si registra anche un intervento del responsabile rifiuti economia circolare di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo: "Invitiamo le istituzioni competenti ad addivenire al più presto ad una soluzione che tenga conto delle giuste e legittime esigenze degli studenti e delle realtà industriali, che consenta ai giovani studenti dell'Enrico Fermi di guardare al futuro con ottimismo in una nuova sede e alle imprese dell'area industriale di rinnovare il loro impegno per la transizione verso l'economia circolare".
AGRIGENTOOGGI
Legambiente: "Va risolta la questione legata alla sede "provvisoria" del Fermi"
Avrebbe dovuto essere una sede provvisoria ma da anni l'Istituto scolastico Enrico Fermi è all'interno della zona Industriale di Aragona/Favara. Negli anni sono stati diversi gli interventi, oggi c'è quello di Legambiente Agrigento. Il presidente, Daniele Gucciardo, afferma: "Sappiamo che il Libero Consorzio si è attivato per reperire nuovi immobili per "ridisegnare l'assetto degli istituti scolastici di propria competenza" e speriamo che si faccia in tempo prima dell'inizio del nuovo anno scolastico a trovare una soluzione adeguata. Da più parti si ritiene, in virtù del rispetto delle norme vigenti, che l'Istituto debba trovare una sede diversa da quella attuale poiché le attività scolastiche sono incompatibili con le attività svolte in un'area industriale. Il perdurare di questa situazione sta danneggiando sia gli studenti e il personale scolastico che le attività imprenditoriali che si trovano attorno all'edificio utilizzato dall'Enrico Fermi, poiché non riescono ad ottenere le autorizzazioni necessarie per implementare le proprie attività a causa della localizzazione della scuola a distanza ravvicinata dai loro impianti. Si tratta di un controsenso: la scuola dentro la zona industriale non potrebbe starci ma siccome c'è è inevitabilmente e giustamente considerato un "luogo sensibile" per il quale occorre garantire i massimi livelli di tutela della salute. Agrigento ha bisogno di scuole, o meglio di immobili, adeguati alle esigenze scolastiche, ma ha bisogno anche di imprese che possano lavorare bene e pianificare il proprio futuro. Tra queste ci sono imprese che vorrebbero dedicarsi alla realizzazione e gestione di impianti per il trattamento dei rifiuti secondo il modello dell'economia circolare, di cui il nostro territorio ha grande bisogno, che a causa di questa convivenza non riescono a farlo. Invece di risolvere un problema: la sede del Fermi, se ne sono creati due: una scuola in un luogo non adeguato e un vincolo alla realizzazione delle attività imprenditoriali". Gli fa eco Tommaso Castronovo, responsabile rifiuti ed economia circolare di Legambiente Sicilia: "Invitiamo le istituzioni competenti ad addivenire al più presto ad una soluzione che tenga conto delle giuste e legittime esigenze degli studenti e delle realtà industriali, che consenta ai giovani studenti dell'Enrico Fermi di guardare al futuro con ottimismo in una nuova sede e alle imprese dell'area industriale di rinnovare il loro impegno per la transizione verso l'economia circolare".
QDS.IT
Sicilia, la pandemia ha ucciso la cultura: famiglie in fuga da spettacoli, crollano i turisti
Una vera e propria ecatombe. Non sono positivi i dati contenuti all'interno del 18esimo Rapporto Annuale Federculture presentato oggi al Ministero della Cultura a Roma, per quanto concerne l'occupazione nel settore cultura nel nostro Paese e altri indicatori.
Secondo le informazioni contenute nel report, nel periodo 2019/2021 (contraddistinto dall'emergenza pandemica da Covid-19) l'occupazione culturale è diminuita di 55mila unità, con un tasso negativo del 6,7%
Occupazione cultura, under35 i più colpiti
Durante questo triennio, la scure nel settore ha riguardato per la maggior parte la fascia degli under35 (-12,6%). Dato poco confortante anche quello che riguarda la fascia di età intermedia dei 35-54enni, con il -12,1%. Numeri negativi emergono anche quando si osserva il dato del decremento dell'occupazione culturale sul territorio rispetto all'occupazione nel suo complesso. Per quanto riguarda il Sud, infatti, si riscontrano i dati del -5,4% e del -2,1%. Andamento allineato a quello del Nord Italia (-9,4% contro -2,5%). Meno impattante, invece, il dato del Centro (-1,3% e -2,6%)
Spesa mensile in cultura, i siciliani investono poco
Osservando la spesa media mensile delle famiglie in ricreazione, spettacoli e cultura, si registrano indicatori decisamente preoccupanti per quanto riguarda laSicilia. La nostra Isola, dove si registra un'incidenza bassa, si piazza infatti al terzultimo posto tra le Regioni italiane nell'anno 2020. La spesa si attesa sui 59,11 euro al mese, cifre molto lontane rispetto a quelle investite dalle famiglie in Lombardia (primo posto con Lombardia 133,87 euro) o Trentino-Alto Adige (131,83 euro). Tra il 2019 e il 2021, la spesa media mensile in Sicilia è scesa del 13,0%. Nel dettaglio, su 100 persone nell'anno 2021 appena 2,3 hanno preferito il teatro, 5,2 si sono recati a visitare musei e mostre, mentre 10,7 hanno scelto il cinema (terzo dato migliore tra le Regioni). Appena 6,7 i cittadini che hanno approfittato di siti archeologici e monumenti.
Crollo dei viaggiatori stranieri in Sicilia
In forte ribasso anche la spesa dei viaggiatori stranieri in Sicilia. Nell'anno dell'esplosione della pandemia, l'Isola è stata la seconda Regione d'Italia a soffrire maggiormente dell'assenza dei turisti. Federculture evidenzia infatti un crollo del -67%, secondo soltanto al dato del Lazio (-71%).
Art bonus, in Sicilia donazioni in crescita ma...
Per la Sicilia, inoltre, si mantiene ancora ampio il divario con altre Regioni del Nord per quanto riguarda il ricorso all'Art bonus, il credito d'imposta pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro che imprese e privati cittadini elargiscono a favore del mondo della cultura. Nel 2019 la Sicilia registrava un'erogazione pari a 802.993 euro. Briciole rispetto alle entrate registrate da Lombardia (161.852.615 euro), Piemonte (57.222.297 euro) e Veneto (52.684.366 euro). Il dato del 2021, per l'Isola, parla di una crescita fino a 1.739.499 euro, cifra raddoppiata rispetto ai precedenti 24 mesi ma pur sempre distante dalle realtà del Nord, dove l'erogazione dei privati è cresciuta ulteriormente (nel caso della Lombardia si parla di 250.362.019 milioni).
Per visualizzare i dati completi è possibile consultare il report ufficiale pubblicato sul sito di Federculture
SCRIVOLIBERO.IT
Il Libero Consorzio Comunale di Agrigento effettuerà lavori di Manutenzione Straordinaria sulle strade della zona Est
Proseguendo nell'azione di miglioramento delle condizioni generali della viabilità interna il Libero Consorzio Comunale di Agrigento interverrà su diverse strade provinciali. Con determinazione dell'Ufficio Contratti e Gare, infatti, è stato aggiudicato l'appalto per l'Accordo quadro con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona est. I lavori saranno eseguiti dall'impresa PARISI VINCENZO COSTRUZIONI S.R.L di Agrigento, aggiudicataria della gara effettuata in modalità telematica, tramite procedura negoziata (Legge 120/2020), che ha offerto il maggior ribasso non anomalo del 36,888% sui prezzi unitari, per un importo contrattuale complessivo di 1.423.500,00 euro più IVA (compresi 42.705,00 euro per oneri di sicurezza).
Si tratta di lavori indispensabili per migliorare la percorribilità di un vasto range di strade in un territorio che abbraccia numerosi comuni dell'Agrigentino. Prevista a breve la firma del contratto d'appalto e la consegna dei lavori, progettati dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati con fondi del Ministero delle Infrastrutture (accordo Stato-Regione 2021), e che prevedono, tra gli altri, la risagomatura dei tracciati deteriorati per cedimenti o eventi atmosferici di una certa intensità, costruzione di cunette, posa di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione. L'impegno del Libero Consorzio di Agrigento sulla viabilità interna continua: previsti infatti nuovi investimenti per la manutenzione straordinaria, circa 6 milioni di euro per strade provinciali ed ex consortili e regionali, le cui procedure di gara saranno avviate a breve.
GIORNALE DI SICILIA
Strade provinciali zona Est, via libera alla manutenzione
Proseguendo nell'azione di miglioramento delle condizioni generali della viabilità interna il Libero consorzio di Agrigento interverrà su diverse strade provinciali. Con determinazione dell'Ufficio contratti e gare, infatti, è stato aggiudicato l'appalto per l'Accordo quadro con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona Est. I lavori saranno eseguiti dall'impresa Vincenzo Parisi Costruzioni Srl di Agrigento, aggiudicataria della gara effettuata in modalità telematica, tramite procedura negoziata che ha offerto il maggior ribasso non anomalo del 36,888% sui prezzi unitari, per un importo contrattuale complessivo di 1.423.500 euro più Iva (compresi 42.705 euro per oneri di sicurezza). Si tratta di lavori indispensabili per migliorare la percorribilità di un vasto range di strade in un territorio che abbraccia numerosi comuni dell'Agrigentino. Prevista a breve la firma del contratto d'appalto e la consegna dei lavori, progettati dallo staff del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati con fondi del ministero delle Infrastrutture (accordo Stato-Regione 2021), e che prevedono, tra gli altri, la risagomatura dei tracciati deteriorati per cedimenti o eventi atmosferici di una certa intensità, costruzione di cunette, posa di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione. L'impegno del Libero consorzio di Agrigento sulla viabilità interna continua: previsti infatti nuovi investimenti per la manutenzione straordinaria, circa 6 milioni di euro per strade provinciali ed ex consortili e regionali, le cui procedure di gara saranno avviate a breve. (*PAPI*)
Rifiuti a Fondacazzo, sarà dismessa l'isola ecologica
«L'isola di prossimità di contrada Fondacazzo, sarà dismessa». Lo ha annunciato il sindaco Francesco Miccichè al termine di un vertice congiunto che si è svolto ieri mattina nella sala giunta di Palazzo dei Giganti. «Durante la conferenza di servizi - dice il sindaco - sono stati affrontati i problemi dell'isola di prossimità di Fondacazzo. E' stato un incontro molto partecipato, tutti i presenti sono intervenuti più volte ed alla luce delle criticità emerse si è arrivati ad una conclusione unanime: dismettere l'isola di prossimità di Fondacazzo». Erano presenti alla riunione Vittorio Spoto e Franco Bruccoleri per l'Asp, Sergio Miccichè e Antonio Sciarratta, in rappresentanza del Libero consorzio, Salvatore Carlino del Dipartimento regionale Sviluppo rurale, Gianni Mirabile, Calogero Falzone e Alberto Traina in rappresentanza delle ditte che si occupano dei servizi di igiene ambientale, Nicodemo Danile, direttore operativo del servizio di Igiene ambientale e per il Comune, insieme al sindaco il vicesindaco Aurelio Trupia, il dirigente Alberto Avenia, il funzionario Domenico Savio Lo Presti, direttore dell'Esecuzione del contratto e l'ispettore della Polizia locale, squadra ecologica, Angelo Palillo. Della vicenda si erano occupati Codacons e Legambiente. «È bene ricordare dice ancora Miccichè - che il sito, fino al maggio 2021, era in uso ai residenti delle vicine "case sparse" non servite dal servizio porta a porta mentre da fine maggio 2021 ai quali è stato permesso il conferimento in orari prestabiliti secondo il calendario della raccolta differenziata. Purtroppo, come ben sappiamo, il sito è stato preso d'assalto dagli incivili facendo diventare l'area una discarica a cielo aperto e a nulla sono servite le decine di appelli e le continue bonifiche. Il luogo è ormai considerato un sito dove potere abbandonare tutto in ogni ora della giornata. Guardando avanti si è deciso di individuare e gli uffici sono già al lavoro, un nuovo sito che possa essere adibito a isola ecologica che abbia i requisiti previsti dalle normative vigenti e che possa garantire le esigenze dei cittadini». (*GNE*)