agrigentonotizie.it
Ex Provincia alle prese con il risparmio energetico: i dipendenti dovranno spegnere tutti gli impianti a fine giornata
Disposti controlli più severi sui sistemi di condizionamento e riscaldamento e sui quelli elettronici compresa l'illuminazione: lo ha disposto il segretario dell'ente Pietro Amorosia
Il Libero consorzio comunale (ex Provincia) corre ai ripari e si attiva seriamente per risparmiare energia a seguito dei rincari ma soprattutto per rispettare le linee guida contenute nel piano nazionale di contenimento dei consumi di gas e delle azioni necessarie per la promozione di un uso intelligente e razionale dell'energia. Piano diffuso lo scorso 6 settembre dal Ministero per la transizione ecologica. A disporre dei controlli mirati in tal senso è stato il segretario generale dell'ente, Pietro Amorosia, che ha già inviato una direttiva a tutti gli uffici del Libero consorzio, invitando i dipendenti a verificare lo spegnimento dei dispositivi elettronici, degli impianti di illuminazione e di condizionamento autonomi al termine di ogni giornata di lavoro"E' inostra intenzione - ha detto Amorosia - adottare misure immediate di contenimento dei consumi negli immobili in uso all'amministrazione, sia per contribuire a fronteggiare l'aumento dei prezzi dei vettori energetici che per favorire il processo di razionalizzazione degli approvvigionamenti. Tutto questo è in linea con il quadro di azioni concrete elaborato dalla Funzione pubblica per incentivare comportamenti consapevoli per l'efficientamento e la razionalizzazione dell'uso dell'energia nella pubblica amministrazione, nonché con le indicazioni contenute nell'apposita pubblicazione, con la guida operativa per i dipendenti, predisposta da Enea, l'agenzia nazionale per l'energia".
sicilia24h.it
Premi produttività all'ex Provincia di Agrigento, interviene la Corte dei Conti
"Obiettivi molto facili da raggiungere per i premi produttività ai dirigenti dell'ex Provincia di Agrigento": citazione a giudizio da parte della Procura della Corte dei Conti.
di Angelo Ruoppolo
Alla Regione Siciliana così come negli Enti Locali siciliani, agli impiegati dirigenti, in base a delle valutazioni da parte di un nucleo di valutazione composto in ampia parte da personale interno agli stessi enti, si pagano i premi di produttività. Come se gli impiegati dirigenti non avessero già il dovere di produttività a fronte dello stipendio pagato dai cittadini contribuenti che pagano le tasse. Tuttavia, così è se vi pare. Ebbene, è accaduto che all'ex Provincia di Agrigento, dal 2012 al 2015, i valutanti hanno valutato con troppo mano larga i valutati, prefiggendo degli obiettivi molto facili da raggiungere, e, secondo la Procura della Corte dei Conti hanno di conseguenza provocato un danno all'Erario, quindi alle casse dello Stato, di quasi mezzo milione di euro. Sono stati citati a giudizio l'ex segretario generale Giuseppe Vella, l'ex presidente Eugenio D'Orsi con la sua giunta, l'ex commissario Benito Infurnari e i componenti del nucleo di valutazione, per risarcire alla Procura il quasi mezzo milione di euro. La prima udienza è in calendario a febbraio. Solo l'ex segretario Vella, oggi giudice della Corte dei Conti in Lombardia, da solo dovrebbe restituire - se ritenuto colpevole - oltre 289mila euro. Sotto giudizio saranno poi gli assessori Angelo Biondi, Vito Terrana, Francesco Schembri, Pietro Giglione, Pietro Marchetta, Adriano Varisano, Salvatore Tannorella e Pasquale Mazza, i componenti dei nuclei di valutazione Riccardo Rotigliano, Giuseppa Savarino, Luigi Campoccia, Concetta Ciotta, Salvatore Buggea, Ferdinando Macedonio, Marcello Maisano, Anna Barragato, Giovanna Franco, Giuseppe Pedalino, Roberto Barberi e Giuseppe Marino.
ilsole24ore.it
Aiuti bis, prorogato lo smart working al 100% per genitori di under 14 e fragili
Prolungato fino al 31 dicembre 2022 il diritto a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile.
di Aldo Bottini
Un emendamento alla legge di conversione del decreto Aiuti bis (Dl 115/2022) reintroduce fino al 31 dicembre 2022 il diritto a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile per i lavoratori fragili e per i genitori di figli minori di 14 anni. È stata così accolta, sia pur tardivamente, un'istanza delle parti sociali che, nel Protocollo sul lavoro agile del 30 giugno 2022 auspicavano, all'articolo 12, la proroga del diritto allo smart working per i lavoratori fragili. Per i lavoratori fragili (definiti come i dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento delle relative terapie salvavita, ivi inclusi i disabili gravi ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 104/1992) il diritto a lavorare in smart working, previsto nel corso del periodo di emergenza pandemica, era venuto meno il 30 giugno 2022.Ora viene reintrodotto sino al 31 dicembre prossimo alle stesse condizioni. A fronte della presentazione della prescritta certificazione, la prestazione si svolgerà quindi "di norma" in modalità agile, anche attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area d'inquadramento o lo svolgimento di specifiche attività di formazione professionale, anche da remoto. Un diritto quindi molto ampio, che sembra superare il limite della compatibilità delle mansioni con la prestazione da remoto.Under 14
Per quanto riguarda i genitori di figli minori di 14 anni il diritto allo smart working, scaduto al 31 luglio 2022, viene nuovamente riconosciuto a condizione che sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e che nel nucleo familiare non vi sia un genitore non lavoratore. Qui, a differenza che per i fragili, il vincolo della compatibilità è espressamente previsto.La formulazione dell'emendamento al decreto Aiuti bis parrebbe ripristinare anche il diritto al lavoro agile per i lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio (derivante da età, immunodepressione, patologie oncologiche, svolgimento di terapie salvavita, comorbilità) in base all'accertamento del medico competente nell'ambito della sorveglianza di cui all'articolo 83, comma 1, del decreto Rilancio. Questa categoria di lavoratori era infatti per così dire "accomunata" ai genitori di figli under 14 nel medesimo articolo di legge "prorogato" (articolo 90, comma 1, del decreto Rilancio). Tuttavia, non è stata ripristinata o prorogata oltre il 31 luglio 2022 la norma di cui all'articolo 83, comma 1, del medesimo decreto, che prevedeva l'obbligo della sorveglianza sanitaria per questi lavoratori. Il che porta a dubitare dell'effettiva applicabilità di questa disposizione. Senza contare che la categoria dei lavoratori maggiormente esposti al rischio di contagio andrebbe parzialmente a sovrapporsi a quella dei lavoratori fragili.Il lavoro in presenza
Il rispristino di situazioni di vero e proprio diritto (e non di semplice priorità) allo smart working viene a collocarsi in un contesto ormai consolidato di ripresa del lavoro quantomeno parzialmente in presenza, in cui la modalità più frequentemente adottata, negli accordi individuali come nei regolamenti e negli accordi sindacali aziendali, è quella ibrida, con giorni di lavoro in presenza e altri da remoto. In questo contesto, si ripropone dunque il tema di come si possano conciliare i diritti previsti per fragili e genitori con l'eventuale previsione, per la generalità dei lavoratori, di un'alternanza tra lavoro in presenza e lavoro da remoto. In altre parole, in quest'ultimo caso gli appartenenti alle due categorie in questione potranno rivendicare, a differenza dei loro colleghi, uno smart working "integrale"?Stando alla formulazione delle norme ripristinate, sembrerebbe di sì. Andrebbe però comunque valutato, nel nuovo contesto, il requisito della compatibilità con le mansioni (previsto per i genitori di figli under 14), che potrebbe portare a escludere la praticabilità di uno smart working integrale laddove una parte del lavoro in presenza risultasse imprescindibile. La prova di tale situazione ostativa sarebbe comunque a carico del datore di lavoro.Per i fragili, invece, non risulta previsto il vincolo della compatibilità, e anzi si stabilisce espressamente la possibilità di garantire lo smart working cambiando le mansioni o facendo svolgere formazione da remoto. Il che da qui al 31 dicembre porrà certamente rilevanti problemi per chi non può svolgere nessuna mansione "remotizzabile".
Lavoro, sì al licenziamento per indebito utilizzo di permesso sindacale
La fruizione di un giorno di permesso sindacale per dedicarsi ad attività personali non riconducibili alla funzione per cui il permesso era stato riconosciuto integra gli estremi di un inadempimento disciplinare sanzionabile con il licenziamento, a nulla rilevando che per l'assenza ingiustificata di un giorno o l'abbandono della postazione di lavoro il contratto collettivo prevedesse una mera sanzione conservativa.
L'indebito utilizzo del permesso sindacale per svolgere attività ad esso estranee ha rilievo sul piano disciplinare anche (e soprattutto) perché integra gli estremi dell'abuso del diritto e non può essere esaminato nella più ridotta prospettiva delle sole giornate di assenza ingiustificata.
Secondo la Corte di cassazione (ordinanza del 26198/2022), non è di alcun pregio che il contratto collettivo applicato al rapporto richiedesse non meno di 5 giorni continuativi di assenza ingiustificata dal lavoro (o 5 giorni di assenza frazionati, se collocati dopo una festività o un periodo di ferie) per sanzionare la condotta inadempiente con il provvedimento espulsivo.
Laddove il lavoratore abbia utilizzato in modo improprio il permesso sindacale, l'assenza ingiustificata è solo una componente di un inadempimento che investe, in senso più ampio, la capacità del dipendente di attenersi alle prescrizioni delle norme imperative di legge.