GDS
La proroga nelle ex Province bocciata a Roma, Falcone: «Rinviare sempre un errore madornale»
Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture
«Eravamo stati fra i pochi a dirlo senza alcun timore: rinviare alle calende greche le elezioni delle ex Province era un errore madornale, compiuto trasversalmente dalle forze politiche dell'Ars, destra e sinistra senza distinzioni. Oggi, purtroppo, arrivano parole durissime da parte di Palazzo Chigi che, censurando quella decisione superficiale e bipartisan dell'aula, ha deciso di impugnare la norma». Così il riconfermato deputato Ars di Forza Italia Marco Falcone, assessore regionale uscente, commentando l'impugnativa del Consiglio dei ministri sulle norme contenute nella variazione di bilancio della Regione Siciliana che disponevano la proroga al 2023 dei commissari delle ex Province.
REGIONE
Ex Province della Sicilia, dopo dieci proroghe dei commissari il Consiglio dei ministri dice basta
Impugnata la legge dell'Ars che prevede l'ennesimo rinvio: «Violati i principi di democraticità di cui all'articolo 1 comma primo della Costituzione»
«Il reiterato rinvio delle elezioni» nei Liberi Consorzi e nelle tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania «e le conseguenti proroghe dei commissariamenti violano i principi di democraticità di cui all'articolo 1, comma primo della Costituzione, in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare e contrastano altresì con gli artt. 5 e 114, in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamento - di fatto - sine die». È quanto si legge nell'impugnativa da parte del Consiglio dei ministri di alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione Siciliana, approvata dall'Ars il 4 agosto prima della pausa estiva.
Raccomandato da
Per il Consiglio dei ministri «si porrebbero inoltre in contrasto con il principio di ragionevolezza desumibile dall'art. 3 della Costituzione», perché «la situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore della disciplina di riforma, la proroga originariamente disposta non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguite in un arco temporale di sei anni, ciò che stabilizza l'eccezionalità oltre ogni ragionevole limite».
«Inoltre - si legge nell'impugnativa - il legislatore siciliano non terrebbe conto della giurisprudenza costituzionale (sentenza costituzionale n. 168/2018) secondo cui l'art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Città metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo concretamente. Né del resto il nuovo ente potrebbe avere disciplina e struttura diversificate da Regione a Regione, nel presupposto di livelli di governo di disciplina uniforme, con riferimento agli aspetti essenziali (sentenza costituzionale n. 50/2015).RIGENTOOGGI
LENTEPUBBLICA
Tutte le novità sui concorsi pubblici per la PA
lentepubblica.it
Dopo 28 anni, i concorsi pubblici si rinnovano: ecco tutte le novità al riguardo, dal portale di pubblicazione dei bandi alle soft skills.
Novità concorsi pubblici PA: il Ministero della Pubblica Amministrazione ha deciso d'introdurre nuove regole per l'assunzione nella PA.
Le novità sono state fortemente volute dal Ministro Renato Brunetta, che ha detto:
"Il via libera mi riempie di sincera soddisfazione e orgoglio, perché chiude il cerchio rispetto all'importante lavoro che, come ministro del Governo Draghi, ho portato avanti da oltre un anno e mezzo con un unico obiettivo: la valorizzazione e il rilancio del capitale umano".
Il nuovo decreto, approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, andrà a sostituire il Dpr 487 del 1994, punto di riferimento, fino ad oggi, per i concorsi pubblici.
Dalla digitalizzazione alla pubblicazione dei bandi, sono diverse le novità che interesseranno i concorsi pubblici. Vediamo quali sono.
Novità concorsi pubblici PA: tutte le novità che saranno applicate
L'obiettivo delle nuove misure è quello di garantire la massima partecipazione e la piena trasparenza delle modalità di concorso.
Vediamo quali sono tutte le novità.
Parità di genere e abbattimento delle barriere
Un pacchetto di misure è indirizzato ad eliminare gli ostacoli alla partecipazione ai concorsi per le donne in gravidanza o in allattamento e per tutti coloro che si trovano in condizioni di svantaggio (DSA).
Saranno, quindi, applicate nuove linee guida in campo di parità di genere, delineate col Dipartimento della Funzione pubblica e il Dipartimento per le pari opportunità.
Nuove piattaforme per la pubblicazione dei bandi
novità concorsi pubblici paFino ad oggi, i bandi di concorso sono sempre stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale.
Col nuovo bando, i concorsi della Pubblica Amministrazione saranno pubblicati direttamente sul portale InPA.
Alcune amministrazioni centrali e autorità indipendenti hanno già cominciato a pubblicare i bandi sul portale da quest'estate ma, dal 1° novembre 2022, diventerà obbligatorio per tutti, comprese Regioni ed enti locali.
Tutte le informazioni sui bandi, quindi, saranno presenti sul portale InPA, attraverso il quale sarà possibile accedere ai concorsi, mediante il pagamento di un contributo fissato ad un massimo di 10 euro.
Preferenze e riserve
Ci sarà una rimodulazione delle regole relative alle preferenze e alle riserve.
Il decreto inserirà nuovi criteri per premiare i candidati con lo stesso punteggio.
Verrà data precedenza a:
Gli insigniti di medaglia al valore militare e civile;
I mutilati e invalidi del settore pubblico;
I figli di medici e altro personale ospedaliero deceduto per Covid, contratto durante il servizio;
Gli atleti dei gruppi sportivi militari e civili dello Stato;
Chi ha svolto, con esito positivo, servizio nell'Ufficio del processo;
Chi ha svolto la mansione di navigator.
In linea generale, sarà garantita la tutela dei principi di parità di genere e sarà data precedente ai "soggetti in situazione di svantaggio".
Al momento della pubblicazione del bando, l'amministrazione pubblica dovrà dichiarare la percentuale di uomini e donne nel proprio organico. Nel caso ci sia una differenza tra i generi maggiore del 30%, ci sarà una quota a vantaggio del genere meno rappresentato.
Allargamento della partecipazione ai concorsi
Il decreto stabilisce che, ai concorsi per la Pubblica Amministrazione, potranno accedere anche i candidati titolari di status di rifugiato o che hanno diritto alla protezione sussidiaria (diritto di asilo).
Inoltre, potranno partecipare tutti i cittadini stranieri che possiedono un permesso di soggiorno UE di lungo periodo.
I requisiti, in questo caso, saranno:
Avere un'adeguata conoscenza della lingua italiana;
Godere dei diritti civili e politici negli Stati di appartenenza o provenienza;
Essere in possesso degli altri requisiti generali richiesti ai cittadini italiani (maggiore età, idoneità fisica e relativo titolo di studio richiesto).
Soft skills
Un'altra novità introdotta dal decreto è la richiesta delle soft skills e non solo delle competenze tecniche.
Per questo, le commissioni d'esame saranno composte da tecnici esperti nelle materie di concorso, scelti tra dipendenti di ruolo delle amministrazioni e docenti. Ma potranno far parte delle commissioni anche specialisti in psicologia e risorse umane.
Le linee guida sulla parità di genere nella PA
lentepubblica.it
Renato Brunetta ed Elena Bonetti, d'intesa con i rispettivi dicasteri, hanno firmato le linee guida sulla parità di genere nella PA: ecco cosa cambia.
Le linee guida sono state elaborate in linea con i contenuti dell'articolo 5 del decreto-legge 36/2022 ("Pnrr 2"), su cui è arrivato il plauso della Commissione Ue, e riportano gli obiettivi prioritari che le amministrazioni devono perseguire nell'individuare misure che attribuiscano vantaggi specifici, evitino o compensino svantaggi nelle carriere al genere meno rappresentato, collocandoli nel contesto dei principi già acquisiti dall'Unione europea, nonché del quadro ordinamentale nazionale, normativo e programmatico.
L'impianto delle linee guida è volutamente aperto e modulabile sulla base delle diverse realtà che debbono confrontarsi con il tema. L'invito che si evince con chiarezza è puntare a obiettivi concreti e percorribili, lavorando con una nuova consapevolezza, identificando le criticità e affrontare gradualmente il rinnovamento di scelte organizzative e il ridisegno di processi di lavoro con un'attenzione costante all'equilibrio di genere.
Il documento di indirizzo elaborato dal Dipartimento della Funzione pubblica di concerto con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri, si articola in due parti e un'appendice con il glossario dei principali termini riferiti al tema dell'equilibrio di genere.
Le linee guida sulla parità di genere nella PA
La prima parte individua lo scenario di contesto - con specifico riferimento all'ambito della Pubblica amministrazione - in cui si inseriscono le azioni promosse, con lo scopo di capitalizzare esperienze pregresse e di individuare i punti di sinergia e i comuni obiettivi con gli interventi a livello globale, europeo e nazionale.
La seconda parte si rivolge direttamente alle amministrazioni, in particolare agli uffici di vertice o a quelli incaricati della gestione delle risorse umane, ed entra nel merito delle azioni utili a migliorare la parità di genere nella Pubblica amministrazione.
Il cuore delle indicazioni contenute nelle linee-guida, che muove da alcune evidenze empiriche quali la misurazione di una presenza prevalentemente femminile nei ruoli impiegatizi della Pa che va, poi, assottigliandosi nelle posizioni apicali è costituito da una check-list che, nelle mani delle amministrazioni, deve ispirare le scelte in merito agli strumenti operativi che quotidianamente interessano la gestione del capitale umano in termini di accesso alle posizioni di maggiore responsabilità e di sviluppo dell'intera carriera lavorativa.
Conoscere e misurare il fenomeno dello squilibrio di genere
L'elencazione delle misure muove dalla necessità di conoscere e misurare il fenomeno dello squilibrio di genere nell'ambito di ciascuna organizzazione, adottando degli indicatori che diano evidenza, ad esempio, del ricorso analizzato "per genere" agli strumenti di flessibilità e di conciliazione vita-lavoro offerti dalle norme e dai contratti collettivi.
Opportunità di carriera
Altro punto di attenzione è quello legato alla pesatura delle esperienze nell'ambito delle opportunità di carriera, soprattutto dirigenziale. Nel testo si suggeriscono misure per evitare che, tra concorrenti di diverso sesso, possa determinarsi una discriminazione indiretta per effetto di periodi di assenza legati a fenomeni come la maternità.
Cultura organizzativa
Le linee guida operano anche sul piano della cultura organizzativa, prevedendo per esempio che l'amministrazione si organizzi per svolgere riunioni non oltre un certo orario, più facilmente confliggente con la necessità di gestire carichi familiari, e che si preveda comunque una modalità di svolgimento ibrida, prevedendo di default un collegamento in videoconferenza anche se vi sono partecipanti in presenza.
Accountability dell'amministrazione
Un ruolo rilevante è rivestito anche dall'accountability dell'amministrazione, che deve abituarsi a esporre i dati che riguardano la propria organizzazione offrendo sempre anche la chiave di lettura di "genere", a partire dagli obblighi di trasparenza ad esempio sulle retribuzioni, dove si ritiene necessario far comparire anche i compensi connessi agli incarichi aggiuntivi, per non lasciare sottotraccia fenomeni di gender pay gap reali, ma striscianti in quanto non legati agli stipendi contrattuali, che sono necessariamente gli stessi per uomini e donne, ma a opportunità di guadagni aggiuntivi che si riconducono alla maggiore disponibilità di tempo extra-lavoro.
GRANDANGOLO
Libero Consorzio, al via lavori manutenzione straordinaria sulle strade provinciali della zona est
Inizieranno a breve i lavori di manutenzione straordinaria nel comparto est della viabilità interna
di Redazione
Inizieranno a breve i lavori di manutenzione straordinaria nel comparto est della viabilità interna. E' stato firmato infatti il contratto d'appalto tra il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e l'impresa Parisi Vincenzo Costruzioni S.R.L di Agrigento, aggiudicataria della gara relativa all'accordo quadro con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona est, effettuata tramite procedura negoziata (Legge 120/2020), e aggiudicata con un ribasso del 36,888% sui prezzi unitari, per un importo contrattuale complessivo di 1.423.500,00 euro più IVA (compresi 42.705,00 euro per oneri di sicurezza).
Si tratta di lavori programmati dallo staff tecnico del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati dal Ministero delle Infrastrutture (Accordo Stato/Regione del 2021), fondamentali per il miglioramento delle condizioni generali di strade che attraversano i territori di diversi comuni della provincia. I lavori dovranno essere eseguiti entro 365 giorni dalla consegna e prevedono numerosi interventi, tra cui la risagomatura dei tracciati interessati da frane e cedimenti di carreggiata, costruzione di cunette, collocazione di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione.
La Regione viola la legge, Cdm dice basta: "Si deve votare nelle ex province"
"Il reiterato rinvio delle elezioni e le proroghe dei commissari violano i principi di democraticità della Costituzione"
di Redazione
"Il reiterato rinvio delle elezioni" nei Liberi Consorzi e nelle tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania "e le conseguenti proroghe dei commissariamenti violano i principi di democraticità di cui all'art. 1, comma primo della Costituzione, in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare e contrastano altresì con gli artt. 5 e 114, in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamento - di fatto - sine die".
E' quanto si legge nell'impugnativa da parte del CdM di alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione siciliana, approvata dall'Ars il 4 agosto prima della pausa estiva. Per il CdM "si porrebbero inoltre in contrasto con il principio di ragionevolezza desumibile dall'art. 3 della Costituzione" perché "la situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguite in un arco temporale di sei anni, ciò che stabilizza l'eccezionalità oltre ogni ragionevole limite".
"Inoltre - si legge nell'impugnativa - il legislatore siciliano non terrebbe conto della giurisprudenza costituzionale (sentenza costituzionale n. 168/2018) secondo cui l'art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Città metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo concretamente. Né del resto il nuovo ente potrebbe avere disciplina e struttura diversificate da Regione a Regione, nel presupposto di livelli di governo di disciplina uniforme, con riferimento agli aspetti essenziali (sentenza costituzionale n. 50/2015).
QDS
Regione Siciliana, il Cdm impugna legge su variazione di bilancio 2022/24
redazione
Secondo il Consiglio dei ministri alcune disposizioni eccederebbero dalle competenze attribuite alla Regione Siciliana dallo Statuto speciale.
Il Consiglio dei ministri, che si è riunito ieri in occasione dell'ultima seduta della legislatura, ha esaminato tredici leggi di Regioni e Province autonome del Paese.
Nel corso dei lavori, il Cdm ha deciso di impugnare la legge della Regione Siciliana numero 16 del 10 agosto 2022.
Secondo il Cdm, la legge "Modifiche alla legge regionale 25 maggio 2022, n. 13 e alla legge regionale 25 maggio 2022, n. 14. Variazioni al Bilancio di previsione della Regione Siciliana per il triennio 2022/2024. Disposizioni varie" entrerebbe in conflitto con la Costituzione italiana, violandone alcuni articoli in merito alla copertura finanziaria.
Regione Siciliana, i punti contestati della legge
Così come comunicato dalla nota del Cdm, i passaggi contestati sono l'articolo "1, comma primo, 3, 5, 81, 97, secondo e quarto comma, 114, 117, secondo comma, lettera h) e l), e terzo comma, e 119, primo comma, della Costituzione, nonché l'articolo 81, terzo comma".
In particolare, alcune disposizioni eccederebbero "dalle competenze attribuite alla Regione Siciliana dallo Statuto speciale" e si porrebbero "in contrasto con la normativa statale in materia di ordinamento civile e coordinamento della finanza pubblica".
Pensioni, cosa cambia con il nuovo Governo? Idee e riforme per il 2023
redazione
L'esecutivo che si formerà a breve dovrà necessariamente toccare il delicato tema delle pensioni. Ecco quali sono le possibili riforme in cantiere.
Il tema delle pensioni sarà una delle priorità per le quali il futuro Governo italiano dovrà mettere mano in vista dei prossimi mesi. Da gennaio 2023, infatti, non saranno più applicate Quota 100, Quota 102 e l'Opzione Donna e, in assenza di nuovi adeguamenti, tornerà in vigore la legge Fornero.
La legge permetterà ai lavoratori di andare in pensione a 67 anni e con 20 anni di contributi, oppure dopo 42 anni e dieci mesi di contribuzione. Per le donne, rispetto agli uomini, varrà la regola di un anno in meno.
Inoltre, a causa dell'inflazione che è tornata a crescere nei mesi scorsi e che potrebbe mantenersi intorno all'8%, a partire dal 2023 è previsto un incremento della spesa pensionistica dello 0,7% del Pil, pari a 13 miliardi di euro.
Le prossime settimane saranno quindi importanti per definire il futuro delle pensioni.
Riforma pensioni, le idee del nuovo Governo
I tre grandi partiti della Coalizione di centrodestra che andranno a costituire il nuovo esecutivo dovranno quindi trovare un accordo in grado di soddisfare le attese dei cittadini.
La proposta di Fratelli d'Italia
Fratelli d'Italia, il partito che ha raccolto il 26% dei consensi alle ultime elezioni Politiche, propone un innalzamento delle pensioni minime e sociali, così come una crescita delle pensioni di invalidità che non potranno essere più basse rispetto ad altre tipologie di assistenza sociale.
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FdI, inoltre, vorrebbe superare l'adeguamento automatico dell'età pensionabile alla speranza di vita, abolendolo.
L'idea di Forza Italia: mille euro per tutti
Forza Italia, come sostenuto da tempo da Silvio Berlusconi, continua a sostenere l'aumento delle pensioni minime a mille euro. Facile a dirsi, meno a farlo poiché i costi diventerebbero eccessivi.
Uno recente studio dell'Osservatorio conti pubblici italiani (CPI) ha calcolato un potenziale esborso di 31 miliardi di euro per una platea di 6 milioni di persone.
La Lega ci prova con Quota 41
La Lega, dopo aver accantonato l'idea di Quota 100, ha proposto che consentirebbe a chi ha totalizzato 41 anni di contributi di andare immediatamente in pensione, a prescindere dall'età.
Pensioni, già a ottobre un primo aumento
In attesa dell'insediamento ufficiale del Governo che dovrebbe concretizzarsi a giorni, già a ottobre 2022 è stata applicata la rivalutazione delle pensioni che sarebbe dovuta scattare a gennaio 2023 proprio a causa dell'inflazione.
Chi non supera i 35.000 euro lordi di reddito annuo e ha ritirato la pensione, avrà potuto notare un aumento del 2% dell'importo.
La modifica sarà visibile anche nei cedolini di novembre, dicembre e tredicesima 2022.
Pensioni, come si calcola l'aumento
L'aumento, comunque, non verrà applicato per tutte le pensioni allo stesso modo. Per farsi un'idea della crescita, bisogna prendere in considerazione il dato del trattamento minimo di pensione, pari oggi a 523,83 euro.
L'adeguamento riguarderà tre fattori in particolare: 100% dell'inflazione per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo, 90% dell'inflazione per le pensioni che oscillano tra 4 e 5 volte il trattamento minimo e il 75% dell'inflazione per le pensioni che superano per 5 volte il trattamento minimo.
SICILIAONPRESS
Al via i lavori di manutenzione straordinaria sulle strade provinciali della zona est
sop
Inizieranno a breve i lavori di manutenzione straordinaria nel comparto est della viabilità interna. E' stato firmato infatti il contratto d'appalto tra il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e l'impresa PARISI VINCENZO COSTRUZIONI S.R.L di Agrigento, aggiudicataria della gara relativa all'accordo quadro con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona est, effettuata tramite procedura negoziata (Legge 120/2020), e aggiudicata con un ribasso del 36,888% sui prezzi unitari, per un importo contrattuale complessivo di 1.423.500,00 euro più IVA (compresi 42.705,00 euro per oneri di sicurezza).
Si tratta di lavori programmati dallo staff tecnico del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati dal Ministero delle Infrastrutture (Accordo Stato/Regione del 2021), fondamentali per il miglioramento delle condizioni generali di strade che attraversano i territori di diversi comuni della provincia. I lavori dovranno essere eseguiti entro 365 giorni dalla consegna e prevedono numerosi interventi, tra cui la risagomatura dei tracciati interessati da frane e cedimenti di carreggiata, costruzione di cunette, collocazione di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione.
AGRIGENTONOTIZIE
Viabilità
Manutenzione delle strade provinciali, quasi un milione e mezzo di euro per interventi nella zona est
I lavori, già appaltati, cominceranno a breve e riguardano il miglioramento generale di percorsi che attraversano diversi comuni della provincia
Redazione
Tutto pronto per i lavori di manutenzione straordinaria nel comparto est della viabilità interna in provincia di Agrigento. Si tratta di una serie di interventi programmati dallo staff tecnico del settore infrastrutture stradali e finanziati dal Ministero delle Infrastrutture (Accordo Stato/Regione del 2021), fondamentali per il miglioramento delle condizioni generali di strade che attraversano i territori di diversi comuni.
I lavori dovranno essere eseguiti entro un anno dalla consegna e prevedono la risagomatura dei tracciati interessati da frane e cedimenti di carreggiata, costruzione di cunette, collocazione di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione.
Firmato il contratto d'appalto tra il Libero consorzio comunale di Agrigento e l'impresa "Vincenzo Parisi costruzioni", aggiudicataria della gara relativa all'accordo quadro con un solo operatore economico. L'importo contrattuale complessivo ammonta a 1.423.500 euro.
SCRIVOLIBERO
A breve i lavori di manutenzione straordinaria sulle strade provinciali della zona est
By Redazione Scrivo Libero
Inizieranno a breve i lavori di manutenzione straordinaria nel comparto est della viabilità interna. E' stato firmato infatti il contratto d'appalto tra il Libero Consorzio Comunale di Agrigento e l'impresa PARISI VINCENZO COSTRUZIONI S.R.L di Agrigento, aggiudicataria della gara relativa all'accordo quadro con un solo operatore economico per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali della zona est, effettuata tramite procedura negoziata (Legge 120/2020), e aggiudicata con un ribasso del 36,888% sui prezzi unitari, per un importo contrattuale complessivo di 1.423.500,00 euro più IVA (compresi 42.705,00 euro per oneri di sicurezza).
Si tratta di lavori programmati dallo staff tecnico del Settore Infrastrutture Stradali e finanziati dal Ministero delle Infrastrutture (Accordo Stato/Regione del 2021), fondamentali per il miglioramento delle condizioni generali di strade che attraversano i territori di diversi comuni della provincia. I lavori dovranno essere eseguiti entro 365 giorni dalla consegna e prevedono numerosi interventi, tra cui la risagomatura dei tracciati interessati da frane e cedimenti di carreggiata, costruzione di cunette, collocazione di gabbionate, rimozione di detriti e fanghiglia, manutenzione della segnaletica stradale e delle barriere di protezione.
ANSA
Sicilia: CdM, Regione viola legge si voti in ex Province
Ben 11 rinvii dal 2016 a oggi
(ANSA) - PALERMO, 11 OTT - "Il reiterato rinvio delle elezioni" nei Liberi Consorzi e nelle tre Città metropolitane di Palermo, Messina e Catania "e le conseguenti proroghe dei commissariamenti violano i principi di democraticità di cui all'art.
1, comma primo della Costituzione, in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare e contrastano altresì con gli artt.
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5 e 114, in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamento - di fatto - sine die". E' quanto si legge nell'impugnativa da parte del CdM di alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione siciliana, approvata dall'Ars il 4 agosto prima della pausa estiva.
Per il CdM "si porrebbero inoltre in contrasto con il principio di ragionevolezza desumibile dall'art. 3 della Costituzione" perché "la situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguite in un arco temporale di sei anni, ciò che stabilizza l'eccezionalità oltre ogni ragionevole limite". "Inoltre - si legge nell'impugnativa - il legislatore siciliano non terrebbe conto della giurisprudenza costituzionale (sentenza costituzionale n. 168/2018) secondo cui l'art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Città metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo concretamente. Né del resto il nuovo ente potrebbe avere disciplina e struttura diversificate da Regione a Regione, nel presupposto di livelli di governo di disciplina uniforme, con riferimento agli aspetti essenziali (sentenza costituzionale n. 50/2015). (ANSA).
LA SICILIA
Politica
Cdm "Regione Siciliana viola legge: si voti in ex Province"
Lo stabilisce l'impugnativa del Governo di alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio regionale, approvata dall'Ars il 4 agosto prima della pausa estiva
Di Redazione
"Il reiterato rinvio delle elezioni" nei Liberi Consorzi e nelle tre Citta' metropolitane di Palermo, Messina e Catania "e le conseguenti proroghe dei commissariamenti violano i principi di democraticita' di cui all'articolo uno, comma primo della Costituzione, in quanto i referendum e le elezioni (ancorche' indirette) rappresentano il momento piu' alto di manifestazione della sovranita' popolare e contrastano altresi' con gli artt. 5 e 114, in quanto l'autonomia e la rappresentativita' degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamento - di fatto - sine die". E' quanto si legge nell'impugnativa da parte del CdM di alcune norme contenute nella legge di variazione del bilancio della Regione siciliana, approvata dall'Ars il 4 agosto prima della pausa estiva.
Per il CdM "si porrebbero inoltre in contrasto con il principio di ragionevolezza desumibile dall'art. 3 della Costituzione" perche' "la situazione di eccezionalita' che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta non puo' infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguite in un arco temporale di sei anni, cio' che stabilizza l'eccezionalita' oltre ogni ragionevole limite".
"Inoltre - si legge nell'impugnativa - il legislatore siciliano non terrebbe conto della giurisprudenza costituzionale (sentenza costituzionale n. 168/2018) secondo cui l'art. 114 Cost., nel richiamare al proprio interno, per la prima volta, l'ente territoriale Citta' metropolitana, ha imposto alla Repubblica il dovere di istituirlo concretamente. Ne' del resto il nuovo ente potrebbe avere disciplina e struttura diversificate da Regione a Regione, nel presupposto di livelli di governo di disciplina uniforme, con riferimento agli aspetti essenziali (sentenza costituzionale n. 50/2015).
E "la Regione siciliana, pur dando apparente seguito, con la legge regionale n. 15/2015, all'obbligo di riordino delle circoscrizioni provinciali, ha in realta' finora rinviato le elezioni degli organi provinciali ("liberi consorzi comunali") e ha pertanto disatteso la legge n. 56/2014 (legge Delrio), ponendosi al di fuori della cornice normativa di quest'ultima, le cui disposizioni valgono come principi di grande riforma economica e sociale, al cui rispetto anche le Regioni a statuto speciale sono tenute e a cui anche la Regione siciliana soggiace, posto che le disposizioni statutarie, trovano il loro limite nelle norme fondamentali delle riforme economico-sociali, secondo quanto espressamente statuito dalla Corte costituzionale.
"Il continuo protrarsi dei commissariamenti degli enti di area vasta determina in conclusione - prosegue il CdM - una derivazione e dipendenza degli stessi dall'ente regionale in dispregio della loro autonomia e del principio di riforma sancito dalla legge Delrio, che concepisce gli enti di area vasta come espressione del livello di governo inferiore (comunale) e non superiore, come di fatto si e' realizzato". Nell'impugnativa il CdM ricorda che "dal 2015 ad oggi, la Regione ha rinviato ben undici volte le elezioni degli organi dei liberi Consorzi comunali e delle Citta' metropolitane prorogando contemporaneamente la gestione commissariale degli enti di area vasta.
LIVESICILIA
Regione, impugnata legge variazione di bilancio "No a proroghe ex province"
Anche l'ultima legge approvata in questa fine legislatura dall'Assemblea regionale siciliana è finita sotto la scure del CdM
di redazione
PALERMO - Anche l'ultima legge approvata in questa fine legislatura dall'Assemblea regionale siciliana è finita sotto la scure del CdM. Il Consiglio dei ministri ha impugnato alcune norme della legge "Variazioni al Bilancio di previsione della Regione siciliana per il triennio 2022/2024".
Le norme cassate nella lunga impugnativa dello Stato sono numerose. Tra queste gli articoli impugnati sul salario accessorio per il personale della Regione, le assunzioni all'Irfis-FinSicilia Spa, le indennità al personale della Società servizi Ausiliari Spa, dell'ospedale Buccheri La Ferla-Fatebenefratelli e presso l'Ismett di Palermo, la proroga fino al 31 dicembre 2022 di alcune norme di semplificazione, emanate durante l'emergenza epidemiologica da Covid-19, in materia di attività di intrattenimento e culturali, il contributo una tantum dell'importo massimo di euro 300 per l'anno 2022 e l'istituzione della banca dei capelli.
Pesanti le parole sulla parte di impugnativa che censura la proroga al 31 agosto 2023 dei poteri degli attuali commissari straordinari delle ex Province in attesa delle elezioni di secondo livello. Secondo Palazzo Chigi, "il reiterato rinvio delle elezioni e le conseguenti proroghe dei commissariamenti viola i principi di democraticità" previsti dall'articolo uno della Carta "in quanto i referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare". GLi uffici ministeriali segnalano anche il contrasto "con gli articoli 5 e 14 della Costituzione, in quanto l'autonomia e la rappresentatività degli enti commissariati sono svuotate da un commissariamenti, di fatto, sine die". Contrasto anche, infine, "con il principio di ragionevolezza". "La situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell'immediatezza dell'entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta - continua l'impugnativa -non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive 10 proroghe che si sono susseguito in un arco temporale di sei anni, ciò che stabilizza l'eccezionalità oltre ogni ragionevole limite".