ILFATTOQUOTIDIANO
Sicilia, Schifani vuole tornare al passato: "Dobbiamo reintrodurre le vecchie province con elezione diretta". E pure il Pd apre
Il governatore vuole tornare ai vecchi enti intermedi: "Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni". Il dem Cracolici: "Corretto pensare a un ritorno indietro per risolvere quella che è a tutti gli effetti una crisi sistemica". I 5 stelle attaccano: "Vogliono dare poltrone e contentini a chi è rimasto fuori dalle elezioni regionali o dalle politiche".
Dopo i ritardi dovuti agli errori di compilazioni delle schede elettorali dei presidenti di sezione, la nuova Ars è finalmente pronta ed aprirà i battenti il prossimo 10 novembre, a un mese e mezzo dalle elezioni. Fino ad allora Schifani ha, dunque, tutto il tempo per definire la squadra di governo. Nell'attesa di Ars e giunta, non mancano però i proclami. Lui, per la verità, di ripristino delle province aveva già parlato in campagna elettorale. Adesso lo ha soltanto ribadito a margine della cerimonia di consegna delle lauree ad Enna, confermando la sua determinazione a resuscitare i vecchi enti e le elezioni dirette: "Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni". Che hanno risposto subito. "Penso che dovremmo prendere atto che il modello prospettato dalla riforma della legge Del Rio non sta funzionando, che siamo di fatto in una situazione di stallo, perché senza rappresentanza politica questi enti non hanno funzionato, perciò mi pare corretto pensare a un ritorno indietro per risolvere quella che è a tutti gli effetti una crisi sistemica", indica Antonello Cracolici, consigliere regionale d'opposizione, colonna portante di lungo corso del Pd siciliano.
E dire che fu proprio il Partito democratico a volere l'abolizione delle province. La Sicilia partì addirittura per prima, dopo un dibattito nazionale che durava da mesi: fu Rosario Crocetta, da poco eletto alla guida della Regione, il primo a proporre una legge per l'abolizione delle province, poi regolarmente approvata dall'Ars. Così furono istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, più sei liberi consorzi. E così iniziò lo stallo elettorale: per i ruoli di rappresentanza degli enti, si sarebbe dovuto votare con elezioni di secondo livello: in pratica a votare non erano tutti cittadini ma soltanto i consiglieri comunali dei vari comuni che componevano consorzi e città metropolitane. Elezioni che non sono mai avvenute. Da Crocetta a Musumeci si passò di rinvio in rinvio senza mai raggiungere il traguardo del voto: per questo motivo le 9 ex province sono state di fatto gestite da commissari.
Nel frattempo nel resto d'Italia l'abolizione delle province prevista dalla Legge Delrio (legge 56/2014) è rimasta a metà: per completarla sarebbe dovuto passare il referendum sulla riforma costituzionale voluta da Matteo Renzi. Da quel momento gli enti intermedi sono rimasti in una sorta di limbo. E adesso la Sicilia, che è stata la prima a cancellare le province, potrebbe essere la prima a resuscitarle. "Nel frattempo, però, sono state svuotate di personale pur mantenendo le competenze sugli stessi servizi", spiega Nuccio Di Paola referente del M5s siciliano. La manutenzione delle strade, quella delle scuole di secondo grado, con annessa assistenza ai disabili, solo per citare alcuni dei servizi appannaggio degli attuali consorzi e città metropolitane: "Non ci sono più tecnici, funzionari, ingegneri, progettisti. Negli anni si è creato un forte impasse istituzionale, a danno dei servizi e dei conti: sono enti adesso gravati da buchi economici sostanziosi", continua l'esponente dei 5 stelle. Che però sull'annuncio di Schifani è più critico del dem: "Bisogna metterci mano non per dare poltrone e contentini a chi è rimasto fuori dalle elezioni regionali o dalle politiche - sottolinea Di Paola - è necessario fare chiarezza sui servizi, capire se bisogna fare concorsi, assunzioni, risolvere il problema del personale insomma, e da qui ripristinare i servizi per i cittadini".
GRANDANGOLO
Schifani: subito una soluzione per ripristinare Province Regionali
È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare.
"Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni". Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunarea de Jos din Galati" a Enna.
LA SICILIA
Sicilia, tornano le Province. Schifani: «Subito una legge per ripristinarle»
Il Presidente della Regione ha parlato a Enna: «Fondamentali per il territorio»
Il nuovo governo regionale guidato da Renato Schifani potrebbe ripristinare le province. Lo ha detto lo stesso presidente secondo cui serve «subito una soluzione legislativa per ripristinarle, perché sono necessarie per servizi di base»
«Uno dei primi atti del mio governo - ha spiegato meglio Schifani - dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Il presidente della Regione ha parlato durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" di Galați a Enna.
Le ex Province furono abolite con legge regionale nel 2013, allora la norma fu spinta dal governo di Rosario Crocetta. Gli enti furono trasformati in Liberi Consorzi e vennero istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina: ma da allora si sono succeduti commissari nominati dalla Regione. Intanto gli enti sono entrati in profonda crisi finanziaria.
SICILIAONPRESS
Ex Province, Schifani: «Subito una soluzione legislativa per ripristinarle, sono necessarie per servizi di base»
«Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
ILSICILIA.IT
Schifani: "Reintrodurre ex province, sono necessarie"
Queste le parole del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, sulla reintroduzione delle vecchie province durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
«Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
SCRIVOLIBERO
Ex Province, Schifani: "Subito una soluzione legislativa per ripristinarle, sono necessarie per servizi di base"
«Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di
reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
ESPERONEWSE
Ex Province, Schifani: "Subito una soluzione legislativa per ripristinarle, sono necessarie per servizi di base"
«Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
AGRIGENTONOTIZIE
Ex Province, Schifani: "Subito una soluzione legislativa per ripristinarle"
Il governatore eletto chiarisce: "È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare"
Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni".
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
AGRIGENTONOTIZIE
Aeroporto di Agrigento, il tecnico: "Mai realizzato a causa della rassegnazione dei cittadini"
L'ingegnere Piero Hamel, oggi in pensione e per anni alla Provincia regionale di Agrigento si è lungamente occupato della realizzazione dell'infrastruttura
Dopo più di un decennio in cui mi sono occupato dello studio e valutazione dei benefici (diretti ed indiretti ) conseguenti alla realizzazione di un aeroporto sul nostro territorio Provinciale, ho capito che l'ostacolo a questo nostro legittimo sogno (ma diritto per tutti gli altri) non è costituito solamente dagli ostacoli costruiti (tramite l'Enac) dagli aeroporti concorrenti o dalla 'inedia funzionale' dei nostri politici ma, anche , dalla atavica rassegnazione della nostra gente che, spesso, contrasta o sottovaluta le iniziative ambiziose perché ritenute non fattibili, finalizzate a chissà quale interesse o speculazione".
E' un post molto duro e articolato quello firmato sui social nei giorni scorsi dall'ingegnere Piero Hamel proprio mentre a livello siciliano si torna a dibattere concretamente dell'ipotesi di realizzazione del ponte sullo Stretto. Hamel non è un signore qualsiasi: ex dirigente alla Provincia regionale di Agrigento, ha a lungo lavorato per il progetto - mai portato a termine - dell'aeroporto della Valle dei Templi, prima immaginato in territorio di Racalmuto e poi pensato nella piana di Licata.
"Quante volte ho sentito dire: ma perché non fanno prima le autostrade o la ferrovia? Vagli a spiegare - scrive ancora - che un'autostrada o una ferrovia (o meglio un sistema ferroviario ) richiedono investimenti di diverse centinaia di milioni mentre per realizzare un aeroporto di livello regionale basterebbero 20 o 30 milioni".
Hamel evidenzia come in questi anni sia stato difficile "fare capire alla gente che un aeroporto non serve solo a permettere ai politici o studenti di prendere un aereo in 30 minuti invece di due ore", ma consentirebbe di innescare un processo di sviluppo virtuoso di sviluppo complessivo come avvenuto in decine di aeroporti regionali in tutta Europa. Siamo stati addomesticati - attacca Hamel - ad aspettare (grati ) che qualcuno ci regali qualche pezzettino di strada o una piscina o la pulizia della nostra stradina , tutte cose che ci spettano di diritto ma non speriamo , nemmeno , di ambire ad avere ciò che tutte le regioni del centro/nord hanno già da decenni".
Va detto che, oggettivamente, il tema dell'aeroporto di Agrigento è letteralmente "sparito dai radar" in questi anni. L'ultimo esponente politico ad essersi fatto carico di questa battaglia fu infatti l'ex presidente della provincia Eugenio D'Orsi che mise in campo anche iniziative di protesta plateali come il dormire per giorni in una tenda montata nel centro città.
Per anni, nella zona di piazza Vittorio Emanuele, è campeggiato un cartello con le foto dell'allora folta deputazione regionale e nazionale che affermava, in modo perentorio, di essere a favore dell'aeroporto.
AGRIGENTOOGGI
Ex Province, Schifani: «Occorre soluzione legislativa per ripristinarle»
Uno dei primi atti del mio governo dovrà essere quello di trovare una soluzione legislativa che permetta di reintrodurre le vecchie Province e con elezione diretta. Non è un fattore squisitamente elettorale o campanilista, ma oggi mancano gli interlocutori per alcuni servizi di base. È necessaria una presenza istituzionale sul territorio più efficace, più capillare. Presenteremo un disegno di legge in questa direzione, e spero che su questo ci possa essere collaborazione anche con le opposizioni».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani durante la cerimonia di consegna delle lauree e di inaugurazione dell'anno accademico 2022/2023 della Facoltà di Medicina e Farmacia dell'Università rumena "Dunărea de Jos" din Galați a Enna.
Le ex province tornano al centro del dibattito politico. Presenti nel programma del centrodestra che vuole ridare loro luce, adesso sono anche al centro del consiglio dei Ministri che ha impugnato la legge sul rinvio delle elezioni attaccando duramente la scelta di commissariamenti 'eterni' e anti democratici.
QDS
Strutture ricettive, boom di richieste per il "Cir"
Oltre diecimila le richieste di assegnazione del Cir, il codice identificativo regionale di recente costituzione, per le strutture ricettive siciliane. Un numero estremamente elevato, tale che il dipartimento del turismo, dello sport e dello spettacolo della Regione Siciliana ha deciso di prorogare di altri due mesi il termine di scadenza per ottenerlo: le aziende adesso avranno tempo fino al 31 dicembre prossimo. È un ottimo risultato: si tratta, infatti, di una operazione che, con le nuove istanze, sta facendo emergere un sommerso di gran lunga superiore alle attese.
Ma tante sono anche le strutture ricettive già classificate e presenti sulla piattaforma "Turist@t" che, seppur inadempienti rispetto all'obbligo di comunicazione giornaliera dei dati sul movimento turistico ai fini Istat, hanno inoltrato richiesta di accreditamento. Questa proroga permetterà, inoltre, di implementare le funzionalità della piattaforma Turist@t rendendola più funzionale alla mole di informazioni e più aderente alle necessità delle strutture ricettive: ad esempio, si darà la possibilità a chi gestisce più appartamenti per affitti brevi di poter accedere con un unico account, mentre al momento ne serviva uno per ogni struttura.
Il Cir, istituito lo scorso luglio, nasce con l'obiettivo di garantire un'offerta turistica trasparente, contrastare forme irregolari di ospitalità e tutelare chi fa turismo in modo onesto e seguendo le regole. Devono farne richiesta tutte le strutture ricettive compresi agriturismo, alberghi diffusi, condhotel, marina resort, alloggi per uso turistico in affitto per brevi periodi (inferiori a 30 giorni) e case vacanza.
Il Cir deve essere ben visibile accanto alla denominazione della struttura negli annunci, nelle pubblicità e nelle piattaforme anche se ospitate in server all'esterno dell'Unione europea. È costituito da 6 caratteri numerici riferiti al codice Istat del Comune, 3 caratteri alfanumerici che individuano la tipologia di struttura e 5 caratteri sequenziali generati automaticamente.
Non si tratta della prima proroga: già precedentemente era stato prorogato al 31 ottobre 2022 il termine per chiedere il Cir delle attività ricettive e delle locazioni brevi a fini turistici. La scadenza era stata originariamente fissata al 30 settembre, e in quel caso la scelta è nata dalla volontà di semplificare la procedura a carico degli utenti, alleggerendo i Comuni da ulteriori passaggi amministrativi. Nel 2014, con decreto del 25 luglio dell'assessore regionale del Turismo, dello sport e dello spettacolo, è stato istituito un sistema informatico web-based per l'acquisizione, per la gestione e la elaborazione dei dati del "Movimento dei clienti nelle strutture ricettive", aderente alle specifiche tecniche del regolamento Ce del 6 luglio 2011 n. 692/2011 relativo alle statistiche europee sul turismo. Con decreto assessoriale del 20 marzo 2017, poi, l'assessore regionale al Turismo ha inserito l'obbligo della comunicazione dei dati rilevanti ai fini Istat tra i requisiti per il mantenimento della classifica in stelle delle strutture ricettive. A partire dal 3 ottobre scorso, poi, le strutture che lavorano con affitti brevi devono provvedere a compilare il form accreditamento nuovo alloggio per uso turistico/affitti brevi con tutte le informazioni richieste. Alla ricezione delle credenziali da parte dell'Osservatorio Turistico accedendo al sito sarà possibile richiedere il Cir.
Per assolvere all'obbligo dell'invio telematico dei dati relativi alla movimentazione turistica giornaliera, da parte delle strutture ricettive, i titolari degli immobili devono accedere alla pagina web istituzionale dell'osservatorio turistico, richiedere un account cliccando sull'apposita voce "richiedi un account" , o scrivere alla mail osservatorioturistico@regione.sicilia.it.
LENTEPUBBLICA
Smart working: ecco il piano per la Pubblica Amministrazione 2022
Smart working Pubblica Amministrazione 2022: con l'arrivo del nuovo governo, uno dei nodi principali da sciogliere è proprio quello dello smart working.
Abbiamo visto, infatti, come l'ex Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, fosse abbastanza insofferente al lavoro agile, limitandolo solo a certi casi specifici.
Al contrario, il neo-Ministro Zangrillo ha assicurato che avrà un atteggiamento "più laico" rispetto al suo predecessore.
Lo smart working è stato un'arma fondamentale per il mondo del lavoro, soprattutto nella Pubblica Amministrazione, durante la pandemia di Covid-19 e il lockdown totale.
Con la fine della pandemia e il ritorno alla normalità, però, in molti richiedono ancora di poter ricorrere al lavoro agile.
Il Ministro Paolo Zangrillo si troverà, quindi, presto a dover decidere sul destino dello smart working per i dipendenti pubblici. Zangrillo ha dichiarato di voler salvare tutto il lavoro fatto da Renato Brunetta ma, allo stesso tempo, si è dichiarato aperto su un maggiore utilizzo dello smart working.
Come dichiarato, però, dalla Commissione tecnica, insediata dal Ministro Brunetta, ci sono delle criticità da risolvere, come
"un'assenza generalizzata di iniziative di informazione e formazione per addestrare il personale a questa nuova modalità di svolgimento del lavoro che va ben oltre il mero cambiamento del luogo di lavoro".
Smart working Pubblica Amministrazione 2022: le nuove linee guida del Ministero
smart working pubblica amministrazione 2022Secondo le linee guida del ministero, saranno le singole amministrazioni ad individuare le attività che potranno essere svolte in smart working, previo confronto con le organizzazioni sindacali.
L'obiettivo, infatti, sarà quello di "avere una disciplina che favorisca la produttività e l'orientamento ai risultati e concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni".
Secondo la Commissione, c'è una diffusa soddisfazione dei lavoratori coinvolti, grazie ad un miglioramento dell'equilibrio tra vita professionale e privata. Ma non è stata data la giusta attenzione alla produttività dei lavoratori in smart working. Nelle poche istituzioni pubbliche dove è stata fatta una forma di monitoraggio, è stato segnalato un effetto positivo nella produttività del 44,8% dei casi, una percentuale ritenuta insoddisfacente da parte della Commissione.
Per questo Zangrillo preme sulla necessità di verificare i risultati sui servizi al cittadino nel lavoro da remoto:
"Intendo procedere cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. È evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni".
I sindacati, in risposta, hanno detto di apprezzare le parole del neo-Ministro e di aspettare a breve una convocazione per parlare del futuro del lavoro agile.
SOLE 24 ORE
Pensioni, un bonus per ritardare le uscite nella sanità. Ipotesi Quota 102-103 con variante
Verso un mini-pacchetto da 1,5-2 miliardi. Spunta nuova opzione con 63 anni
Il governo Meloni sta stringendo i tempi per completare e, probabilmente ritoccare, la Nadef "light" targata Draghi con i nuovi obiettivi programmatici su cui sarà modellata la prossima manovra. Che, in attesa della riforma vera e propria da definire nel corso del 2023, conterrà un mini-capitolo pensioni. Con un obiettivo preciso: evitare il ritorno dal 1° gennaio della legge Fornero in forma integrale una volta conclusa a fine dicembre l'esperienza di Quota 102, che garantisce l'uscita con almeno 64 anni d'età e 38 di contribuzione.
Al momento i tecnici dell'esecutivo starebbero ragionando su un pacchetto di misure da 1,5-2 miliardi, che includerebbe il prolungamento di Opzione donna e di Ape sociale e l'intervento chiamato a prendere il posto di Quota 102, anche se l'ipotesi di una sua proroga di un anno resta in campo.
Ma questa soluzione non piace ai sindacati, che lo ribadiranno al tavolo del 4 novembre convocato dal ministro Marina Calderone per incontrare tutte le parti sociale, e nell'attuale versione non è gradita neppure alla Lega. Che spera di riuscire a rendere più robusto e variegato il menù previdenziale della manovra andando possibilmente oltre i 2 miliardi, magari grazie all'utilizzo di una fetta delle risorse da recuperare con la stretta in arrivo sul Reddito di cittadinanza.
Anche perché il Carroccio spinge per aprire la strada ad altre misure. Come quella che prevede una decontribuzione totale, con il risultato di rendere più pesante lo stipendio, per favorire la permanenza al lavoro di alcune categorie, in particolare del settore pubblico, oltre la soglia di pensionamento.
Un'agevolazione contributiva sulla falsariga del cosiddetto bonus Maroni, che però in questo caso non sarebbe generalizzata e non scatterebbe rigidamente dai 63 anni in su. Si tratterebbe di una decontribuzione in qualche modo selettiva e mirata anche per evitare che i costi diventino insostenibili. Nello schema abbozzato dalla Lega sotto il coordinamento di Claudio Durigon, appena tornato da sottosegretario al ministero del Lavoro dove era già stato con lo stesso incarico nel "Conte 1", la decontribuzione riguarderebbe anzitutto i medici, gli operatori sanitari e i lavoratori di specifiche categorie che pur avendo i requisiti per il pensionamento decidessero di restare al lavoro. I requisiti "minimi", pertanto, potrebbero essere diversi da settore a settore.
ENTILOCALIONLINE
Revisori Enti Locali: pubblicato l'Avviso per la presentazione delle domande per l'inserimento nell'Elenco 2023
Il Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, ha approvato, con il Dm. 20 ottobre 2022 ("Modalità e termini per l'iscrizione nell'Elenco dei Revisori dei conti degli Enti Locali - Anno 2023 - Presentazione di nuove domande e adempimenti per i soggetti già iscritti"), l'Avviso pubblico per il mantenimento dell'iscrizione nell'Elenco dei Revisori dei conti degli Enti Locali e per la presentazione di nuove domande d'iscrizione nello stesso, riferito agli Enti Locali ricadenti nelle Regioni a Statuto ordinario, dal quale verranno estratti i nominativi a partire dal 1° gennaio 2023; tale avviso è pubblicato sulle pagine del sito internet del Ministero dell'Interno.
Ricordiamo che, in applicazione dell'art. 16, comma 25, del Dl. n. 138/2011, i Revisori dei conti degli Enti Locali delle Regioni a Statuto ordinario vengono scelti mediante estrazione da un Elenco nel quale possono essere inseriti, a richiesta, i soggetti iscritti, a livello regionale, nel Registro dei Revisori legali di cui al Dlgs. n. 39/1910, nonché gli iscritti all'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili.
Il Dm. Interno n. 23/2012 (G.U. n. 67 del 20 marzo 2012) ha adottato, in attuazione del citato art. 16, comma 25, il Regolamento recante "Istituzione dell'Elenco dei Revisori dei conti degli Enti Locali e modalità di scelta dell'Organo di revisione economico-finanziario", che all'art. 8 prevede che, con apposito Avviso pubblico, debbano essere stabilite le modalità e i termini entro il quale i soggetti già iscritti dovranno dimostrare il possesso dei requisiti previsti dall'art. 3 e i soggetti non iscritti potranno presentare domanda di iscrizione.
Segnaliamo che il termine per la presentazione delle domande relative alle nuove iscrizioni e alla dimostrazione del permanere dei requisiti da parte dei soggetti già iscritti è fissato perentoriamente fra le ore 12:00 del 3 novembre 2022 e le ore 12:00 del 19 dicembre 2022.
L'Avviso allegato al Dm. 20 ottobre 2022 rimanda, relativamente ai requisiti, a quanto sancito dall'art. 3 del Regolamento di cui al Dm. n. 23/2012. Ricordiamo che, con riferimento ai 10 crediti formativi che devono essere stati maturati mediante la partecipazione ad eventi validati e accreditati dal Ministero dell'Interno, sarà preso in considerazione il periodo 1° gennaio-30 novembre 2022.
Il Ministero ha nuovamente indicato che, per quanto riguarda i precedenti incarichi come Revisore, costituiscono un valido requisito soltanto quelli della durata di 3 anni svolti presso Comuni, Province, Città metropolitane, Comunità montane o Unioni di Comuni.
Nello specifico, per poter accedere alla "Fascia 2" (quella dei Comuni con popolazione da 5.000 a 14.999 abitanti, Unioni di Comuni e Comunità montane), è sufficiente averne svolto almeno uno, mentre per la "Fascia 3" (quella dei Comuni con popolazione pari o superiore a 15.000 abitanti e delle Province) ne occorrono almeno 2.
Viene precisato che, per quanto riguarda il requisito dell'anzianità di iscrizione, si terrà conto dell'iscrizione con maggiore anzianità fra il Registro dei Revisori legali e l'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili.
Le domande di coloro che non erano iscritti all'Elenco 2022 dovranno pervenire al Ministero dell'Interno - Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, esclusivamente per via telematica. La compilazione del Modello deve avvenire con accesso alla home page del sito internet della Direzione centrale della Finanza locale all'indirizzo https://dait.interno.gov.it/finanza-locale, attraverso la selezione del link denominato "Accedi all'Area dei Revisori" e, a seguire, "Accedi all'Area personale". L'autenticazione può avvenire tramite "Spid", "Cie" e "Cns".Una volta completata la compilazione del Modello, anche con l'inserimento dei crediti formativi conseguiti nel periodo 1° gennaio/30 novembre 2022, i Revisori richiedenti l'iscrizione dovranno chiudere la domanda. Entro le successive 12 ore, i richiedenti riceveranno una Pec, da finanzalocale.prot@pec.interno.it, di comunicazione del buon esito dell'acquisizione della domanda, con il riepilogo di tutti i dati inseriti nel sistema.
Dovrà essere cura del Revisore verificare i dati riportati nella Pec, in quanto eventuali
rettifiche potranno essere operate solo entro il termine ultimo di iscrizione sopra indicato.
Solo il ricevimento di tale comunicazione comprova l'avvenuta presentazione della domanda di iscrizione.
Nella compilazione della domanda sarà richiesto di dichiarare il possesso dei requisiti previsti, sotto la propria responsabilità e con la consapevolezza delle sanzioni penali applicabili in caso di dichiarazioni mendaci, di non essere assoggettati all'eventuale sanzione della sospensione dall'Ordine o dal Registro professionale, e di non trovarsi nelle condizioni richiamate dall'art. 236, comma 1, del Tuel, e di cui all'art. 2382 del Cc. (interdetto, inabilitato, fallito, condannato ad una pena che importa l'interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici o incapacità ad esercitare uffici direttivi).
Ulteriori dettagli e istruzioni sono presenti sul predetto indirizzo internet e nell'apposito Manuale utente, pubblicato al seguente link: https://dait.interno.gov.it/documenti/revisorimanualeutente_v8.pdf.Modalità di dimostrazione del permanere dei requisiti per i soggetti iscritti nell'Elenco 2022
Coloro che risultano già iscritti nell'Elenco in vigore dal 1° gennaio 2022 dovranno comprovare il permanere dei requisiti, esclusivamente per via telematica, mediante accesso a link https://dait.interno.gov.it/finanza-locale nella Sezione "Accedi all'area dei revisori" e, a seguire, "Accedi alle banche-dati".Il Sistema propone tutti i dati già inseriti nella precedente iscrizione (con il solo aggiornamento automatico del numero di anni di iscrizione all'Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili e/o al Registro dei Revisori legali). Se non vengono apportate modifiche rispetto ai dati già inseriti (ad eccezione dell'indirizzo Pec, della via di residenza, del numero telefonico e dello status di dipendente pubblico), l'interessato dovrà confermare gli stessi e procedere al solo inserimento dei crediti formativi conseguiti nel periodo 1° gennaio/30 novembre 2022 e completare la procedura d'iscrizione.
Se la procedura è stata correttamente eseguita, l'interessato riceverà (entro le 12 ore successive) la comunicazione circa il buon esito dell'acquisizione della domanda (solo il ricevimento di tale comunicazione comprova l'avvenuta acquisizione della domanda).
Verifiche e iscrizione nell'Elenco, estrazione dei nominativi dall'Elenco
L'Amministrazione si riserva di effettuare i controlli sulla veridicità delle Dichiarazioni circa il possesso dei prescritti requisiti a norma delle disposizioni vigenti e, in particolare, degli artt. 71 e seguenti, del Dpr. n. 445/2000, anche dopo l'avvenuta approvazione dell'Elenco.
A partire dal 1° gennaio 2023 dall'Elenco così formato in base alle suddette domande verranno estratti i nominativi degli Organi di revisione economico-finanziaria.
Tutti i soggetti che risulteranno iscritti nell'Elenco 2023 saranno sottoposti alla verifica del possesso dei requisiti relativi alla formazione, all'anzianità di iscrizione al Registro dei revisori legali e all'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, allo svolgimento degli incarichi pregressi presso gli Enti
Locali e degli altri dati autocertificati quali la residenza anagrafica. Il controllo sarà posto in essere direttamente dall'Ufficio con le Amministrazioni che detengono i dati dichiarati, solo in caso di mancato riscontro verrà inviata all'interessato una Pec per richiedere la documentazione atta a dimostrare quanto autocertificato. Nel caso in cui il soggetto non risponda entro il termine perentorio di 15 giorni dalla trasmissione della suddetta Pec, si procederà alla cancellazione dall'Elenco.
La cancellazione dall'Elenco è prevista anche nel caso in cui l'iscritto abbia dichiarato requisiti non accertati, incarichi triennali presso Enti Locali che hanno, invece, avuto una durata inferiore al triennio o li abbia svolti presso Enti diversi da quelli sopra indicati. I soggetti cancellati dall'Elenco dei Revisori dei conti non possono accettare incarichi relativi ai sorteggi effettuati nell'anno di riferimento e, se già nominati dagli Enti Locali, dovranno essere sostituiti.
Nel caso in cui l'iscritto abbia svolto l'incarico di Revisore presso un Ente Locale per la durata di un triennio ma abbia autocertificato un periodo che si discosta di oltre un anno da quello effettivo o abbia digitato un altro Ente, si procederà al declassamento alla fascia inferiore. Detto declassamento non comporta la cessazione degli incarichi in corso anche presso gli enti della fascia eliminata.
Coloro che sono stati nominati negli Enti Locali a seguito di estrazione dagli Elenchi validi per gli anni passati, senza averne avuto i requisiti, dovranno essere sostituiti.
Per ogni componente degli Organi di revisione economico-finanziaria saranno estratti 3 nomi, di cui il primo in ordine di estrazione designato per la nomina, e gli altri per eventuali rinunce o impedimenti ad assumere l'incarico da parte del nominativo designato per nomina.
Per quanto riguarda gli Organi collegiali, invece, come ricordato dalla Circolare, il comma 25-bis dell'art. 16 del Dl. n. 138/2011, prevede la scelta, da parte dei Consigli comunali, provinciali, delle Città metropolitane e delle Unioni che esercitano in forma associata tutte le "funzioni fondamentali", del componente con funzioni di Presidente tra i soggetti inseriti nella Fascia "3". Di conseguenza, per gli Organi collegiali verranno estratti 6 nominativi di cui i primi 2 sono designati per la nomina a componente, mentre gli altri nominativi estratti potranno subentrare in caso di eventuale rinuncia o impedimento dei predetti, nell'ordine generale di estrazione, ossia dal terzo al sesto.
È facoltà dell'Ente scegliere anche il Presidente nell'Elenco dei 6 soggetti estratti dalla Prefettura: in questo caso, l'Ente dovrà scorrere la graduatoria per la nomina del componente.
I nominativi estratti successivamente a quelli designati per la nomina subentreranno, in caso di eventuali rinuncia o impedimenti ad assumere l'incarico da parte dei primi nominativi designati, solo nella fase di nomina dell'Organo di revisione da parte del Consiglio dell'Ente Locale. In altri termini, si viene a determinare una graduatoria che ha efficacia limitata fino al momento della nomina e non successivamente. Ne consegue che, per sostituzioni di componenti dello stesso Organo a seguito di eventuali cessazioni anticipate dell'incarico, si provvederà a nuova estrazione.
Variazione dati dei soggetti iscritti all'Elenco 2023
Le variazioni di residenza anagrafica - con esclusione di quelle che comportano cambio del Comune - dei recapiti telefonici e di Posta certificata o dello status di dipendente pubblico, intervenute dopo la presentazione della domanda d'iscrizione o mantenimento nell'Elenco, possono essere comunicate direttamente dall'interessato mediante accesso al Sistema con le credenziali rilasciate al momento dell'iscrizione. Le variazioni di residenza anagrafica che comportano cambio di Comune dovranno essere comunicate tramite Posta elettronica certificata inviata all'indirizzo finanzalocale.prot@pec.interno.it, indicando come oggetto "Comunicazione cambio residenza".
Nel caso in cui la nuova sede di residenza ricada in una Regione diversa da quella indicata in sede di iscrizione, dovranno essere comunicati anche gli eventuali ambiti provinciali per i quali l'iscritto intende manifestare indisponibilità ad assumere l'incarico.
Inoltre, dal 1° gennaio 2023, gli iscritti all'Elenco potranno chiedere, sempre tramite posta elettronica inviata al suindicato indirizzo, eventuali variazioni inerenti all'iscrizione nelle Fasce, fermo restando il possesso dei requisiti già dichiarati, o gli ambiti provinciali presso i quali essere sorteggiati. Tutte le richieste di variazione dei dati, validate dall'Ufficio, saranno formalizzate con Dm. a cadenza trimestrale.
Contributo annuo
Confermato l'obbligo - per i soggetti che risulteranno iscritti nel nuovo Elenco - di versare al Ministero dell'Interno il contributo annuo pari ad Euro 25,00, di cui all'art. 4-bis, comma 2, del Dl. n. 79/2012, entro il 30 aprile 2023. Per le modalità di versamento si rinvia alle comunicazioni presenti sul sito internet www.finanzalocale.interno.it.