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Rassegna stampa del 9 novembre 2022

ilsole24ore.it

Più smart working negli uffici pubblici: ecco a quali condizioni
Secondo il nuovo responsabile della Pubblica amministrazione bisogna passare dalla logica del controllo a quella della verifica del risultato

Lo smart working nella Pubblica amministrazione può funzionare, funziona, ma a condizione che si passi dalla logica del controllo a quella della verifica del risultato. In un intervento a Radio24, il nuovo ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo ha delineato quella che sarà la linea/filosofia del nuovo esecutivo Meloni nei confronti di uno degli aspetti del lavoro pubblico (ma non solo) che, complice soprattutto la pandemia sanitaria Covid 19, è venuto fuori di più in questi ultimi anni.Nel complesso, Zangrillo ha detto di salvare tutto il lavoro fatto dal suo predecessore Renato Brunetta nella pubblica amministrazione - del quale è stato compagno di partito in Forza Italia, fino a quando Brunetta non è uscito dopo la caduta del governo Draghi - perché va nella direzione giusta della modernizzazione, della digitalizzazione e della semplificazione ma - ha anche aggiunto Zangrillo - apre su un maggiore utilizzo dello smart working li dove è possibile però verificare i risultati del lavoro agile. Nessun passo indietro sul lavoro agileOramai il passo in questa direzione è stato fatto. Tornare indietro non è più possibile. «Pensare che si possa rinunciare a questo strumento - ha spiegato il neo ministro - significherebbe confermare che la Pubblica amministrazione è diversa dalle altre organizzazioni». Ma a sottolineare le criticità del lavoro agile nell'amministrazione è la stessa Commissione tecnica insediata dal ministro Brunetta secondo la quale c'è stata un'«assenza generalizzata di iniziative di informazione e formazione per addestrare il personale a questa nuova modalità di svolgimento del lavoro che va ben oltre il mero cambiamento del luogo di lavoro».Secondo le linee guida del ministero sono le singole amministrazioni che individuano le attività che possono essere effettuate in lavoro agile, previo confronto con le organizzazioni sindacali. L'obiettivo secondo le linee guida è di avere una disciplina «che favorisca la produttività e l'orientamento ai risultati e concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni».
C'è una diffusa soddisfazione da parte dei lavoratori coinvolti, scrive la Commissione, grazie al miglioramento dell'equilibrio fra vita professionale e privata ma non ci si è invece curati di monitorare l'impatto sulla produttività e soprattutto sui servizi erogati e sulla risposta dell'utenza. «Anche nelle poche istituzioni pubbliche che hanno effettuato una qualche forma di monitoraggio un effetto positivo in termini di produttività - ha spiegato il ministro - è stato segnalato in una percentuale che non possiamo ritenere soddisfacente, pari al solo 44,8% dei casi».
Da una logica di controllo alla verifica dei risultati
Zangrillo ha sottolineato la necessità di verificare i risultati sui servizi al cittadino nel lavoro da remoto. «Intendo procedere - ha detto - cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. È evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni».I sindacati al ministro: ora ci convochi
I sindacati guardano con favore a questa apertura. «Apprezziamo le parole del ministro sull'utilizzo del lavoro agile - spiega il numero uno della Uil-pa, Sandro Colombi - ci aspettiamo a breve una convocazione».


lentepubblica.it
Appalti: pubblicità delle sedute nelle gare telematiche

Chiarimenti sulla pubblicità delle sedute nelle gare telematiche e sulla verifica dell'anomalia in un'interpretazione giurisprudenziale attualizzata e slegata da rigidità formalistiche.Il Codice degli Appalti prevede la possibilità che le Stazioni Appaltanti ricorrano a procedure di gara interamente gestite con sistemi telematici e ne favorisce l'utilizzo perché tali sistemi danno garanzie di immodificabilità delle offerte e di tracciabilità delle operazioni compiute maggiori di quelle tradizionali.
Appalti: pubblicità delle sedute nelle gare telematiche
Sulla base di tale assunto, il TAR Puglia - Bari, Sezione III, con la sentenza n. 1125 del 02/07/2021, ha statuito che non sono necessarie sedute pubbliche né per l'apertura delle offerte tecniche ed economiche da parte della Commissione di gara né per l'apertura e l'esame della busta amministrativa da parte del Seggio di gara.I Giudici amministrativi hanno ricostruito la giurisprudenza in materia di sistemi telematici, estendendo l'interpretazione che ne sostiene l'impiego a tutte le procedure di gara articolate in modalità telematica e non solo gli strumenti di negoziazione di cui all'art. 58 del D. Lgs. n. 50/2016 in quanto sono tutte accomunate dalla duplice garanzia:dell'intangibilità ed integrità delle offerte e dei documenti presentati: le buste possono essere aperte solo a seguito del completamento della fase precedente e in maniera simultanea, con conseguente impossibilità di accesso e di alterazione per tutti gli addetti alla gestione della gara prima del momento stabilito dalla procedura di gara;la tracciabilità di ogni operazione effettuata sul sistema: la modalità telematica consente di registrare e riscontrare ogni movimento/operazione effettuata sul sistema.La garanzia delle procedure telematichePer loro natura, dunque, le procedure telematiche ad evidenza pubblica garantiscono pienamente l'integrità delle offerte e dei documenti escludendo la possibilità che vengano manomesse, alterate o modificate senza che ne risulti traccia, assicurando piena attuazione al principio di trasparenza e del diretto corollario della pubblicità.Per tale ragione l'art. 58 del D. Lgs. n. 50/2016 non ha previsto, né come necessarie né come requisito di legittimità della procedura svolta in forma telematica, sedute pubbliche con la partecipazione dei concorrenti e anche se la lex specialis avesse previsto una fase pubblica destinata all'apertura delle buste, l'omissione sarebbe ugualmente irrilevante.Il principio della pubblicità delle sedute con la necessaria partecipazione dei concorrenti è fondamentalmente teso a consentire una ricognizione trasparente, oltre che dell'integrità del plico, anche del relativo contenuto.
Principi di trasparenza e sviluppo tecnologicoTuttavia, secondo il TAR Puglia e la giurisprudenza richiamata sul tema, l'applicazione di tale principio deve essere reinterpretato alla luce dell'attuale livello di sviluppo tecnologico che consente un livello di sicurezza e di incorruttibilità delle offerte anche superiore rispetto a quello garantito dalla partecipazione dei concorrenti, posto che il sistema blocca gli accessi e, comunque, registra ogni movimento presentando un livello potenzialmente nullo di potenziale lesività del corretto svolgimento della gara.Ciò comporta che sia la Commissione di gara, per l'apertura delle offerte tecniche, che il Seggio di gara per le operazioni connesse alla valutazione della documentazione amministrativa, possono procedere alle rispettive operazioni sulla piattaforma telematica senza la necessità di una seduta pubblica né della presenza dei concorrenti.
Il mero richiamo alla violazione del principio di pubblicità e di trasparenza esclusivamente per la mancata convocazione dei concorrenti in una procedura telematica, inoltre, non costituisce prova sostanziale della lesione dell'interesse alla partecipazione alla gara, che costituisce il bene della vita a cui aspirano i concorrenti. Per tale ragione il TAR Puglia conferma che in tutte le procedure gestite telematicamente non costituisce obbligo la previsione di sedute aperte ai concorrenti né vizio di legittimità la sua mancata previsione.L'unico limite insuperabile in caso di utilizzo dei sistemi telematici resta, pertanto, quello codificato dall'art. 58 del D. Lgs. n. 50/2016 che vieta sistemi che alterino la parità di accesso agli operatori o impedisca, limiti o distorca la concorrenza o modifichi l'oggetto dell'appalto, come definito dai documenti di gara.Sub-procedimento di verifica dell'anomaliaNella medesima sentenza, il TAR Puglia fissa anche alcuni principi con riferimento al sub-procedimento di verifica dell'anomalia, richiamando il prevalente orientamento giurisprudenziale che definisce la verifica dell'offerta anomala una fase in cui l'Amministrazione, tramite il Rup eventualmente coadiuvato dalla Commissione, agisce secondo il paradigma della discrezionalità tecnica, censurabile solo in caso di errori macroscopici o di manifesta illogicità.Il sub-procedimento di verifica dell'anomalia non prevede una valutazione solitaria, da parte dell'Amministrazione, degli elementi che rendono l'offerta sospetta di scarsa affidabilità e attendibilità ma è improntata al principio del contraddittorio con l'offerente in quanto l'obiettivo è di dissipare ogni dubbio e non escludere offerte valide, in violazione dei principi di concorrenza e libertà di impresa. A tal fine sono legittimi più passaggi procedimentali volti a valutare, in contraddittorio, i dati forniti dal contraente a riprova della serietà dell'offerta ed a giungere ad un giudizio di congruità senza margini di incertezza.Inoltre, con riferimento a taluni dei fattori che potrebbero determinare l'anomalia di un'offerta, il TAR ha precisato che: rispetto al costo della manodopera, è sufficiente che l'offerente dia prova che i costi siano congruenti con le tabelle ministeriali, essendo irrilevante che il costo indicato risulti inferiore a quello stimato dalla Stazione Appaltante salvo che non vi siano preclusioni esplicite nella lex specialis;l'organico necessario per poter espletare il servizio richiesto dalla Stazione appaltante a garanzia dell'esecuzione del servizio non è una condizione vincolante né requisito per l'aggiudicazione ma una "condizione di servizio" che obbliga l'offerente a raggiungere il livello di dotazione minima richiesta esclusivamente al momento della stipulazione del contratto e per tutta la durata dell'esecuzione dello stesso.
ConclusioniIl TAR Puglia, su entrambe le questioni principali affrontate nella sentenza n. 1125 del 02/07/2021, propone dunque, un'interpretazione attualizzata e coerente con la ratio sostanziale sottesa ai principi a cui deve ispirarsi la procedura di affidamento, superando formalismi procedimentali che potrebbero condurre ad applicazioni rigide quanto non pienamente coerenti con le finalità ed i canoni comunitari.

ilsole24ore.it
Pensioni, ecco tutte le Quote sul tavolo. Dal 2024 l'avvio della nuova riforma

L'incognita dei costi e le richieste delle parti sociali rappresentano le due variabili dalle quali dipende la scelta definitiva del governo sulle pensioni in vista della definizione del pacchetto-previdenza da inserire nella legge di bilancio in arrivo per evitare il ritorno alla legge Fornero in versione integrale dal 1° gennaio 2023. Nelle ultime settimane i tecnici hanno valutato diverse ipotesi: dal restyling di Quota 102 da realizzare con un primo assaggio di Quota 41 e da Quota 104, che avrebbe l'impatto più contenuto su conti pubblici, fino alla Quota 103 in formato flessibile e alla "doppia" Quota 102 L'incognita dei costi e le richieste delle parti sociali. Da queste due variabili dipende la scelta definitiva del governo sulle pensioni per evitare il ritorno alla Legge Fornero in versione integrale dal 1° gennaio 2023. La Quota 102 "rivista", con 41 anni di versamenti e 61 d'età, impatterebbe maggiormente sui conti pubblici già il primo anno e anche a regime, mentre la Quota 104 (41 anni di contributi e 63 anni d'età) sarebbe quella meno costosa ma anche la più lontana dalle richieste dei sindacati. Quota 103 potrebbe diventare così in un possibile punto di compromesso, magari in una versione in parte flessibile partendo una soglia anagrafica minima di 61 anni. Ma c'è chi ha evocato la Quota 102 flessibile e anche la "doppia" Quota 102 affiancando all'attuale versione, modellata sui 64 anni d'età e 38 di contribuzione, quella con lo schema "61+41". Il tutto dovrebbe essere accompagnato dal prolungamento di Ape sociale e Opzione donna e probabilmente anche da un sistema di incentivi per favorire la permanenza al lavoro, una volta raggiunti i limiti per il pensionamento, di alcune categorie del settore pubblico, a partire dai medici. Ma le misure da inserire nella legge di bilancio in arrivo dovrebbero anche fare da ponte con una vera riforma organica della previdenza che il governo dovrebbe definire insieme alle parti sociali nel corso del prossimo anno con l'obiettivo di avviarla operativamente nel 2024, prevedendo magari anche una nuova fase di "silenzio-assenso" per la destinazione del Tfr ai fondi pensione. Il restyling di Quota 102 con un assaggio di Quota 41 Diverse sono le opzioni alle quali hanno lavorato i tecnici del governo nelle ultime settimane. Una di queste è quella che prevede un restyling dell'attuale Quota 102 introducendo, in accoppiata alla soglia anagrafica di 61 anni, il vincolo dei 41 anni di contribuzione, che rappresenterebbe, come chiede la Lega, una sorta di antipasto di Quota 41 da far decollare, in formula "secca", entro la fine della legislatura. Il costo di questo intervento sarebbe superiore al miliardo il primo anno e salirebbe vertiginosamente a partire dal terzo. Quota 104 sempre con il vincolo dei 41 anni di versamenti La soluzione meno costosa, mantenendo fermo il requisito dei 41 anni di contribuzione, sarebbe quella di Quota 104 (con 63 anni d'età). Che però non è gradita ai sindacati, dai quali continua ad arrivare la richiesta di uscite con Quota 41 "secca" o, in alternativa, con 62 anni d'età. Quota 103 per favorire un compromesso Una strada che non richiederebbe l'impiego di eccessive risorse e non si allontanerebbe troppo dalle richieste dei sindacati potrebbe essere quella di Quota 103: 62 anni d'età con 41 di versamenti. In questo modo i due requisiti richiesti da Cgil, Cisl e Uil sarebbero assorbiti, seppure in combinazione tra loro, nel nuovo canale d'uscita. Quota 102 e 103 in versione flessibile Una variante potrebbe essere rappresentata da una Quota 103 in versione parzialmente flessibile, partendo cioè da un'età minima di 61 anni. In questo caso l'uscita anticipata verrebbe garantita con appunto 61 anni d'età e 42 anni di contributi o con 62 anni e 41 anni di versamenti. Questo tipo di meccanismo potrebbe anche essere adottato per Quota 102 ("61+41" o "62+40") ma avrebbe naturalmente un costo maggiore.

LENTEPUBBLICA.IT 
Monetizzazione ferie non godute: il parere della Cassazione In una recente ordinanza della Corte di Cassazione, riportata nell'ultima newsletter ARAN, importanti chiarimenti in materia di monetizzazione delle ferie non godute nel pubblico impiego.

 All'interno dell'Ordinanza n. 29113 del 6/10/2022 si fa dunque luce sulla monetizzazione delle ferie per il Pubblico Impiego, con particolare riferimento a onere della prova e accoglimento del ricorso. Scopriamo dunque nello specifico quali sono state le conclusioni dei giudici. Il caso I giudici di merito avevano rigettato la domanda con la quale un dirigente aveva domandato alla ASL di riferimento, la corresponsione dell'indennità sostitutiva per giorni di ferie maturati negli ultimi quindici mesi del rapporto, non fruiti nonostante le istanze presentate risultassero respinte "per necessità di servizio". Monetizzazione ferie non godute: il parere della Cassazione La Corte di Cassazione accoglie il ricorso del dirigente e cassa la sentenza di merito sul presupposto che i giudici avevano valorizzato soltanto i comportamenti del lavoratore senza esaminare i comportamenti del datore di lavoro. La perdita del diritto alle ferie, ed alla corrispondente indennità sostitutiva alla cessazione del rapporto di lavoro, in base al consolidato orientamento della Suprema Corte anche in esito agli indirizzi della Corte di Giustizia UE, può verificarsi «soltanto nel caso in cui il datore di lavoro offra la prova di avere invitato il lavoratore a godere delle ferie - se necessario formalmente - e di averlo nel contempo avvisato - in modo accurato ed in tempo utile a garantire che le ferie siano ancora idonee ad apportare all'interessato il riposo ed il relax cui esse sono volte a contribuire - che, in caso di mancata fruizione, tali ferie andranno perse al termine del periodo di riferimento o di un periodo di riporto autorizzato». Conclusioni Pertanto, motiva la Corte di cassazione, è manifesta l'erroneità dell'argomentare giuridico della Corte territoriale, la quale ha valorizzato soltanto comportamenti asseritamente inerti del lavoratore, senza esaminare i comportamenti datoriali e chiudendo la causa in applicazione erronea della regola sull'onere della prova.


 LIVESICILIA
Sicilia, giunta in via di definizione: incertezza sulle deleghe Inizia il conto alla rovescia in vista della prima seduta dell'Ars e prende forma la squadra di governo che affiancherà il presidente della Regione Renato Schifani.

Lo schema di massima c'è ma si deve limare qualcosa a livello di deleghe. L'unico nome che rimane incerto è quello della donna (esterna al Parlamento siciliano) che andrà ad occupare la tanto ambita casella alla Sanità. Dal quartiere generale del presidente trapela poco o nulla. Il nome ancora non ci sarebbe dicono gli insider; ipotesi molto gettonata nella mattinata di ieri tra i corridoi di Palazzo dei Normanni è quella di Giovanna Volo (nome anticipato da La Sicilia), già dirigente dell'Asp di Palermo. Punti fermi della squadra sono invece gli altri due nomi di Forza Italia: Marco Falcone che dovrebbe ottenere la delega all'Economia ed Edy Tamajo diretto al Turismo o, come si vocifera con insistenza a Palazzo dei Normanni, alle attività produttive. Un'ipotesi (maturata last minute) che quest'ultima che consentirebbe ai meloniani di bissare la presenza al Turismo dopo l'esperienza della scorsa legislatura. Il poker dei papabili assessori è costituito da Giusi Savarino (che dovrebbe ottenere la delega al territorio e ambiente), Alessandro Aricò (che dovrebbe essere riconfermato alla formazione), Elvira Amata e Giorgio Assenza in corsa per le attività produttive o per le infrastrutture (delega che nel valzer degli assessorati dovrebbe andare proprio a Fratelli d'Italia). Maggiori certezze in casa Dc. I cuffariani dovrebbero piazzare Nuccia Albano alla famiglia e Andrea Messina agli enti locali. Agricoltura e beni culturali andrebbero invece al Carroccio: rispettivamente a Luca Sammartino (futuro vicepresidente della Regione) e a Vincenzo Figuccia. L'ultimo tassello del mosaico della giunta dovrebbe completarsi con l'assessorato all'Energia nelle mani di Roberto Di Mauro in quota Mpa. In attesa che il quadro si completi resta alta la tensione in vista del voto di domani sulla presidenza dell'Ars. La maggioranza dovrebbe avere i numeri necessari per blindare il meloninano Gaetano Galvagno, ma nessuno si sente di potere escludere un colpo di scena. Gli occhi restano puntati su Gianfranco Miccichè.

comparto rifiuti ed enti locali.
 Srr Ato 4, c'è aria di fallimento: sindaci pronti a portare i registri in tribunale


 La società di gestione dei rifiuti di 11 comuni è letteralmente sommersa di richieste di risarcimento per migliaia di euro da parte dei dipendenti della ex Dedalo A ltissima è l'attenzione pubblica per la consortile idrica Aica, la società pubblica che gestisce acqua e fognature in tutta la provincia, appare letteralmente in secondo piano l'interesse collettivo per il futuro di un'altra struttura gestita dai sindaci: la Srr Ag4, cioè la società che gestisce i rifiuti negli ambiti che erano prima competenza di Gesa e Dedalo Ambiente. Undici territori (Agrigento, Aragona, Camastra, Cammarata, Campobello di Licata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Favara, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa e Linosa, Licata, Montallegro, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro, Siculiana) che adesso potrebbero andare verso una gestione diretta (come del resto avviene già con le numerose Aro già esistenti) per la necessità di accedere al fallimento della società. Ma cosa sta succedendo? Anche se la questione è nell'aria da tempo, a raccontare nel dettaglio i "dolori" della Srr sono direttamente i sindaci nei verbali di assemblea. L'ultimo risale allo scorso giugno, quando viene discusso il budget da stanziare per i costi della società per l'anno 2022 (oltre 3milioni di euro, di cui 2 milioni solo per il personale) e il direttore generale chiarisce che, tra questi soldi, ce ne sono alcuni da riconoscere ai dipendenti ex Dedalo per il pagamento dei "superminimi" in seguito a sentenze passate già in giudicato. Nel dettaglio, quando questi lavoratori transitarono dalla società licatese alla nuova Srr, ricevettero una revisione al ribasso dei contratti, escludendo appunto dei superminimi che - pare - in alcuni casi ammontavano anche al doppio dello stipendio. Così i dipendenti hanno, comprensibilmente, fatto ricorso alle vie legali, costringendo la Srr non solo ad affidare decine e decine di incarichi legali, ma anche a prepararsi a pagare per tutte le sentenze sfavorevoli già incassate. Una "emorragia" che avrà conseguenze impreviste (o forse prevedibili) per i Comuni - alcuni dei quali tra l'altro morosi -, che hanno due scelte: o pagare tutto o procedere al concordato preventivo, con all'orizzonte il fallimento della società. A far intravedere questo destino, nei verbali, è il primo cittadino di Raffadali Silvio Cuffaro: "Non è possibile accettare il riconoscimento dei superminimi ai dipendenti ex Dedalo - dice - perchè stanno causando un aggravamento della crisi della società. Anzi, considerata la crisi economica della srr, è necessario portare i libri societari in tribunale". I sindaci si erano aggiornati ad una nuova riunione per discutere del tema, ma, da giugno ad oggi, non si registrano nuove riunioni.

AGRIGENTONOTIZIE
Adeguamento antisismico e funzionale al liceo "Crispi", appalto da oltre 2 milioni: ecco come partecipare

L'affidamento della progettazione e dell'esecuzione dei lavori sarà effettuato applicando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa Un appalto da ben 2.370.454 euro per i lavori di adeguamento antisismico, e funzionale del liceo "Crispi" di Ribera. Il Libero consorzio comunale fa sapere che dovranno essere presentate entro le ore 12 del prossimo 28 novembre le offerte relative alla gara per l'affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e per l'esecuzione dei lavori. La procedura di gara sarà gestita integralmente in modalità telematica. I fondi sono stati finanziati con le risorse previste nel piano "Next Generation EU". Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il portale appalti dell'UREGA di Agrigento, che gestirà la procedura aperta di gara, accedendo al sito https://www.lavoripubblici.sicilia.it. L'affidamento della progettazione e dell'esecuzione dei lavori sarà effettuata applicando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo ai sensi dell'art. 95 del Codice dei contratti, con valutazione del punteggio complessivo determinato dalla somma delle offerte tecnica ed economica.

 TELEMONTEKRONIO
 Oltre due milioni di euro per l'istituto superiore "Crispi" di Ribera Oltre due milioni 370 mila euro.

 A tanto ammonta il finanziamento ottenuto dall'istituto superiore "Francesco Crispi" di Ribera per lavori di adeguamento antisismico, impiantistico e funzionale presso la sede di via Circonvallazione. A darne notizia è oggi il Libero Consorzio di Agrigento. Le offerte relative alla gara per l'affidamento della progettazione definitiva ed esecutiva e per l'esecuzione di tali lavori dovranno essere presentate entro le ore 12:00 del prossimo 28 novembre. Si tratta di lavori finanziati con le risorse previste nel Piano Next Generation. La soddisfazione della dirigente scolastica Antonella Triolo.  La procedura di gara verrà gestita integralmente in modalità telematica. Verranno ammesse solo le offerte presentate attraverso il Portale Appalti dell'UREGA di Agrigento. La prima seduta pubblica avrà luogo il 29 novembre 2022 alle ore 9:30 nella sede dell'UREGA. L'affidamento della progettazione e dell'esecuzione dei lavori sarà effettuata applicando il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, con valutazione del punteggio complessivo determinato dalla somma delle offerte tecnica ed economica. Si tratta, si legge nella nota del Libro Consorzio, di ulteriore passo in avanti verso il miglioramento generale della sicurezza e dell'efficienza degli istituti scolastici di competenza del Libero Consorzio Comunale di Agrigento.





























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